ARNICA MONTANA
dal I volume, 3° edizione, 1830
Cantani (Manuale di farmacologia
Clinica, 1887)
la pelle e le mucose cui viene applicata offrono iperemia,
turgescenza e aumento di calore
La polvere dei fiori produce forte starnuto
bruciore nelle fauci e nello stomaco, nausea, vomito e
diarrea
accelera la frequenza di polso e di respirazione
accresce la diuresi e la diaforesi
produce cefalea, vertigine, allucinazioni e perfino sopore
Bernatzik W, Vogl A. Manuale di
Materia Medica,1886)
i fiori freschi producono sulla pelle prurito e bruciore
raspamento in gola, nausea, anche vomito, qualche volta
aumentate dejezioni
diuresi e diaforesi
gravezza del capo, vertigine, sonno irrequieto
fenomeni più violenti sono notati dopo dosi maggiori
(forti dolori di stomaco, vomito, diarrea, svenimento,
stordimento, convulsioni)
alle radici spetta piuttosto un’azione astringente, stitica
Hahnemann, 1796
Ad un uomo che soffriva da tempo di
costipazione ed era altrimenti sano venivano,
ogni tanto, delle crisi di vertigine, che
duravano da settimane a mesi.
Gli somministrai per una settimana la radice
dell’arnica montana a dosi crescenti, sapendo
che, di per sé, essa provoca vertigini, ottenendo
così il desiderato successo.
Sperimentazione
Questa radice provoca, come io ed altri
abbiamo appreso, oltre ad altri effetti,
anche nausea, paura, cattivo umore, mal
di testa, pesantezza allo stomaco,
eruttazioni, dolori addominali e lievi
defecazioni più frequenti, accompagnate
da tenesmo anale.
Altro caso di Hahnemann
Furono questi effetti, e non la procedura di Stollen, a
indurmi a usarla in una semplicissima dissenteria biliosa.
I sintomi di quest’ultima erano: agitazione, paura, cattivo
umore oltre misura, mal di testa, nausea, mancanza totale di
gusto per tutti i cibi, sapore amaro e rancido della lingua,
frequenti eruttazioni, pesantezza allo stomaco, continui e
violenti dolori addominali, defecazione totalmente ritenuta
e per contro una emissione di muco grigio o trasparente,
talvolta bianco, duro e flocculento, in parte strettamente
mischiato a sangue e in parte striato di sangue, giornalmente
una o due volte, accompagnato da un tenesmo rettale
continuo e terribile, quindi oppressione.
Il successo…
Se io ora paragonavo i sintomi della
malattia indotta dalla radice di arnica,
con quelli provocati da questa semplice
dissenteria, potevo contrapporre senza
esitazione la totalità delle azioni della
prima a tutti i sintomi di quest’ultima.
Ciò avvenne con eccellente successo,
senza che avessi bisogno di niente altro.
Appunti da pubmed
L’arnica fa parte della famiglia delle Compositae
(Asteraceae), le quali mostrano la comune
caratteristica di provocare allergie da contatto, anche
mediante reazione crociata tra piante diverse.
Con gli estratti della pianta, sono stati recentemente
individuati, mediante spettroscopia a risonanza
magnetica, dei nuovi costituenti, che contribuiscono a
indurre le manifestazioni allergiche. Tra questi sono
menzionati i sesquiterpeni e i polichetidi.
Nome generico
Il generico termine Arnica montana è usato per descrivere il
materiale della pianta, derivato da fiori secchi, radici e
rizomi.
Tra le tecniche di estrazione, si considerano maggiormente
la macerazione idroalcoolica e la disintegrazione in olio di
soia (sono riportate anche le estrazioni con propilene
glicolico e butilene glicolico).
La composizione degli estratti include: acidi grassi,
soprattutto il palmitico, linoleico, miristico e linolenico, oli
essenziali, alcool triterpenico, lattoni sesquiterpeni, zuccheri,
fitosteroli, acido fenico, tannino, carnicina, flavonoidi,
carotenoidi, curarina e metalli pesanti.
Effetti in vitro e in vivo
Le componenti presenti in questi estratti dipendono,
essenzialmente, dal luogo geografico di crescita. Gli
estratti, presenti in moltissimi cosmetici, sono
considerati non tossici, nelle prove acute su coniglio,
topo e ratto.
Nel test di Ames, un estratto di Arnica montana ha
mostrato una significativa mutagenicità, probabilmente
correlata al contenuto di flavonoidi, ma non
carcinogenicità o tossicità della riproduzione e dello
sviluppo
Effetto anti-infiammatorio
Le preparazioni farmaceutiche dell’arnica montana
sono state studiate per la loro capacità di inibire la
trascrizione di due proteine, NF-kappa B e NF-AT,
responsabili della espressione di vari geni, che
codificano per i mediatori dell’infiammazione.
Tale inibizione è correlata al contenuto qualitativo e
quantitativo dei lattoni sesquiperteni, i quali sono in
grado di influenzare negativamente il rilascio di
citochine infiammatorie della fase acuta, quali IL-1 e
TNFα.
NF-kB
I lattoni sesquiterpeni sono metaboliti
secondari di Arnica ed esercitano un’azione
anti-infiammatoria, prevenendo l’attivazione
del fattore NF-kB, mediante l’alchilazione della
sub unità p65.
Tale effetto immunosoppressivo contrasta con
la importante capacità della pianta di indurre
una dermatite da contatto.
Effetto duplice
Per studiare meglio questa duplice attività è
usato un modello di ipersensibilità su topi.
Si è anche osservato il comportamento delle
cellule dendritiche, in presenza di diverse
concentrazioni di lattoni sesquiterpeni in vitro:
le forti dosi mostravano una azione inibente
l’attivazione di NF-kB e la produzione di IL-12,
mentre le piccole dosi determinavano una
stimolazione di tali cellule.
Omeopatia delle dermatiti da
contatto
Un effetto del tutto omeopatico, invece, è stato
dimostrato in vivo, nei topi sensibilizzati con
trinitroclorobenzene, la cui forte dermatite da
contatto veniva inibita dalla tintura di arnica o
dai lattoni sesquiterpeni.
Sotto questo aspetto, infatti, non bisogna
dimenticare che l’arnica ha la capacità di
indurre una ipersensibilità da contatto molto
simile.
Dermatite Allergica da Contatto
La dermatite allergica da contatto e’ una reazione
di ipersensibilita’ cellulo mediata verso antigeni
esogeni. E’ quindi un’ipersensibilita’ di tipo IV.
Manifestazioni cliniche
Affezioni cutanee pruriginose, con lesioni eritemato-
vescicolari di tipo eczematoso nelle zone esposte al
contatto con sostanze allergeniche diverse. (10% di
tutte le affezioni cutanee), spesso "professionali”
Fattori predisponenti: cute sottile, traumatismi locali,
azione previa di sostanze irritanti.
DERMATITE
DA
CONTATTO
Dermatite allergica da contatto. (A) Vescicole e bolle
sviluppatesi sulla faccia volare dell’avambraccio dopo
l’applicazione di un profumo.
Patogenesi
Gli apteni (sostanze a basso peso molecolare)
delle piante o gli altri agenti sensibilizzanti non
sono sensibilizzanti a meno che non siano
associati a proteine di trasporto (carrier).
Questo legame avviene a livello della cellula
dendritica nella fase di sensibilizzazione.
La formazione del complesso aptene-proteina di
trasporto richiede circa 1 ora.
Sensibilizzazione
La fase di sensibilizzazione continua con la
processazione dell’antigene da parte delle
cellule di Langerhans e con la presentazione
dell’antigene processato ai linfociti T CD4+.
Processazione, presentazione ed attivazione dei
linfociti T richiede circa 24 ore.
Risposte
Dopo 5-7 giorni alcuni cloni di linfociti T
attivati entrano nel circolo linfatico e
raggiungono una stazione linfonodale dove
completano le fasi di proliferazione e
maturazione.
Alcuni di questi linfociti migrano di nuovo
nella cute e sono pronti a reagire con l’antigene
in caso di secondo contatto.
Flogosi
Nella fase di stimolazione i linfociti T CD4+ attivati
reagiscono rapidamente con tutte le cellule APC
(cellule di Langerhans, cellule endoteliali, cellule
dendritiche perivascolari e monociti) che hanno legato
e processato l’antigene. La sintesi rapida di citochine
porta al rapido accumulo di altri linfociti e monociti/
macrofagi.
L’infiltrato infiammatorio e’ responsabile del danno
delle cellule dell’epidermide (apoptosi mediata da Fas).
Tempi
Quando un individuo viene a contatto per la prima
volta con l’allergene non si verifica alcuna reazione
(fase di sensibilizzazione).
Da 5 a 7 giorni dopo una seconda esposizione, la sede
del contatto diventa intensamente pruriginosa, e si
sviluppano eritema e piccole vescicole.
Nei giorni successivi la zona interessata si allarga,
diventa arrossata, si sviluppano numerose vescicole e
viene essudata una gran quantita’ di liquido proteico
chiaro.
Tempi
Ad un terzo contatto la reazione e’ molto
piu’ veloce. La lesione compare entro
24-48 ore, si estende rapidamente ed e’
molto piu’ intensa.
Anche in questo caso la risoluzione
richiede circa 3 settimane.
Dermatite allergica da contatto e’ il prototipo di DERMATITE SPONGIOTICA,
una reazione caratterizzata da edema dell’epidermide. Nelle prime 24 ore dopo
l’esposizione all’allergene, molti linfociti e macrofagi si accumulano intorno al letto
vascolare superficiale e si estendono all’epidermide. I cheratinociti sono in parte
separati dall’edema che si crea. Lo strato corneo contiene liquido eosinofilo
coagulato e proteine plasmatiche. In seguito si accumulano numerosi linfociti e
eosinofili e si formano bolle che contengono oltre al liquido eosinofilo coagulato
anche linfociti ed eosinofili.
Ipopigmentazione
Recentemente, è stato isolato, dai fiori di
arnica, un nuovo inibitore della biosintesi di
melanina, identificato come un triterpene
taraxastano-simile, mediante risonanza
magnetica, spettrometria di massa ad alta
risoluzione e cromatografia liquida.
La molecola, alla concentrazione di 0,53 mM,
riesce a inibire completamente l’accumulo di
melanina nelle colture di cellule B16 di
melanoma.
Osservazione importante
Per comprendere l’importanza di questo
fenomeno, è stato calcolato che tale
triterpene ha un’attività antimelaninogenica 50 volte superiore a
quella di una altro agente antipigmentante, il 4-metossifenolo.
Il quale è stato usato in vitro, come
inibitore della biosintesi di melanina.
ELISA
Anticorpi
antimelanociti
isotipi IgG
Melanociti
Hahnemann
disturbi provocati da forti contusioni e lacerazioni delle fibre
la sua azione, anche in grandi dosi, non supera i 10 giorni
indispensabile rimedio ausiliario e intermedio anche in molte
malattie croniche
non dobbiamo mai impiegarla nelle pure malattie infiammatorie
acute, con calore generale, soprattutto esterno, e neanche nelle
diarree
risulta molto efficace, comunque, in quei casi di falsa pleurite i cui
sintomi corrispondono a quelli della pianta.
La canfora è l’antidoto per le forti dosi non omeopatiche, mentre il
vino ne aggrava gli effetti nocivi
e ancora…
è di grande beneficio nelle più brutte ferite da pallottole e armi
smussate
nei dolori e altri disturbi conseguenti a estrazione dei denti e
altre operazioni chirurgiche, a causa delle quali le parti
sensitive sono state violentemente stirate
nelle dislocazioni articolari
dopo fratture ossee composte, etc.
Riepilogo sintomi di avvelenamento (i numeri
arabi indicano la materia medica di Hahnemann)
I fiori freschi producono sulla pelle prurito (374, 428,
373, 391)
La polvere dei fiori produce forte starnuto (317, 318)
Bruciore e raspamento (156, 160) in bocca e in gola
(128, 154)
Alle radici spetta piuttosto un’azione astringente,
stitica (226, a proposito della dissenteria, 259 ), anche
con muco (264)
Nausea e vomito (162, 181, 183, 201, 207, 185, 206)
Riepilogo sintomi di avvelenamento (i numeri
arabi indicano la materia medica di Hahnemann)
L’olio etereo assorbito nel sangue accelera la
frequenza di polso e di respirazione (367)
Accresce la diuresi (277, 287, 288 292, 293)
Eccita distintamente il sistema nervoso (617,
624, 635) e soprattutto il cervello, con
svenimento, stordimento e convulsioni (572)
In dosi eccessive produce cefalea, vertigine,
allucinazioni e perfino sopore (540, 541, 536,
538, 560) o sonno irrequieto (568, 552, 570)
Da Hahnemann…
indicazioni nelle forti ed estese contusioni (83, 110,
376, 392, 515, 517, 459, 467, 519, 521)
È di grande beneficio nelle ferite da pallottole e armi
smussate, come anche nei dolori (514, 515, e altri
disturbi conseguenti a estrazione dei denti e altre
operazioni chirurgiche e anche nelle lussazioni (365,
419, 439, 417) dopo fratture ossee composte (429), etc.
Indicazione nei dolori intercostali (222,, 346, 347, 384)
Non dobbiamo mai impiegarla nelle pure malattie
infiammatorie acute, con calore generale, soprattutto
esterno (18, 19, 65, 576, 592), e neanche nelle diarree.
Testa
18. Bruciore nel cervello; il resto
del corpo è freddo, o almeno non
bollente
19. Calore nella testa; il resto del
corpo è freddo, o almeno non
bollente
Sinusite
26. Dolenzia sopra gli occhi, irradiata verso le tempie, con
una sensazione come se i tegumenti della fronte fossero
spasmodicamente contratti (dopo 1 ora)
27. Dapprima dolenzia alla fronte, poi dolore lancinante e a
scosse, con brividi (dopo 8 ore)
28. Dolenzia, dolore pressivo alla fronte, forte soprattutto
camminando, salendo le scale, pensando e leggendo
29. Dolore all’osso frontale dx, seguito da starnuti, irradiato
dapprima all’orecchio sx e poi al dx (dopo 2 giorni)
Cefalea
41. Cefalea, come se un’unghia fosse
entrata nella tempia, con sudorazione
generale, verso mezzanotte, seguita da
prostrazione (dopo pochi minuti)
42. Di tanto in tanto, ricorrente, lieve
cefalea lancinante e lacerante nella
tempia sx (dopo 4 ore)
Volto
63. Foruncoli sul lato della fronte,
parzialmente pieni di pus (dopo 3 giorni)
65. Calore secco nella faccia, verso sera,
fino a dietro le orecchie, senza sete, con
il naso molto freddo (dopo 24 ore)
Orecchio
83. Dolore interno sulla cartilagine dell’orecchio sx,
come da un colpo o una contusione
84. Dolenzia intermittente vicino la membrana
timpanica, in entrambe le orecchie (dopo 10 ore)
85. Fitte sorde, che attraversano l’orecchio interno
(dopo 1 ora)
88. Sensazione di avere un orecchio bollente, cosa che
non è (dopo 1 ora)
Naso
109. Dolore crampoide alla radice del naso (dopo 2
ore)
119. Formicolio pruriginoso su una parte del naso, che
scompare strofinando (dopo 1 ora)
110. Il naso fa male da sopra verso il basso, come se
fosse pesantemente caduto su di esso
Labbra
121. Il bordo esterno che circonda le labbra,
specialmente il labbro superiore, diventa rugoso e come
fissurato, analogamente a un raffreddore (dopo 8 ore)
125. Labbra fissurate
127. Formicolio nelle labbra, come se si fossero
addormentate (dopo 2,5 ore)
128. Calore bruciante in entrambe le labbra, con
calore moderato del corpo
Lingua
153. Sensazione di secchezza assetante sulla
punta della lingua, sul palato e le labbra, con
rigor ad ambedue le braccia e alle cosce (dopo 2
ore)
154. Sensazione di bruciore sulla lingua (dopo
4 ore)
155. Sensazione di dolenzia alla lingua (dopo 4
ore)
Disfagia
160. Dolore nella gola, come se qualcosa di
duro e ruvido (es.: una crosta di pane) vi fosse
conficcato, nel pomeriggio, stando sdraiato:
scompare alzandosi in piedi (dopo 6 ore)
162. La deglutizione e impedita da una sorta
di nausea, come se il cibo non andasse giù
Dispepsia
181. Eruttazione vuota
183. Eruttazione amara e come di uova marce
(dopo 2 ore)
185. Nausea e inclinazione al vomito, al
mattino (dopo 14 ore)
201. Conati vuoti e inefficace stimolo al
vomito (dopo 1/4 ora)
Stomaco
206. Pienezza nello scrobiculus cordis dopo mangiato, e
dolenzia su un piccolo punto, profondamente
nell’ipogastrio, proprio dietro l’osso pubico (nella
vescica?), avvertito di più stando in piedi, tanto che
quasi costantemente urge la minzione (dopo 4 ore)
207. Lo stomaco è come pieno; sazietà con disgusto
208. Pressione come una mano sullo scrobiculus
cordis; tale pressione risaliva gradualmente alla gola;
poi ella stette male, e acqua si raccolse in bocca; dopo
essersi sdraiata tutto questo scomparve, e poi ebbe solo
una pressione sull’addome (dopo 1 ora)
Coliche addominali
222. Fitte sotto le false coste del lato sx, le
quali tolgono il respiro stando in piedi
226. Colica dissenterica: un profondo dolore
scavante nell’ipogastrio, tra le anche da
entrambi i lati, associato a nausea e
sonnolenza (tra la 2° e la 5° ora)
240. Colpi acuti attraverso l’ipogastrio, da un
lato all’altro (dopo 3 ore)
Alvo
260. Diarrea pastosa, con distensione dell’addome,
prima delle mosse (dopo 24 ore)
262. Feci marroni pastose, con gorgoglio nell’addome,
come se dovesse sopraggiungere diarrea (dopo 1 ora e
1/4)
263. Dolenzia nel retto (dopo 6 ore)
264. Frequenti feci piccole, che consistono di solo
muco (dopo 6, 7 ore)
Respiratorio
315. Respiro di odore fetido dalla bocca
319. Esalazione fetida dalla bocca, espirando, per due
giorni
322. Tossetta secca, come da un formicolio nella parte
più bassa della trachea, ogni mattina, al risveglio
323. Tosse molto secca, dovuta a solletichio nella parte
più bassa della trachea (dopo 4 ore)
Tosse
326. Tosse notturna durante il sonno
328. Urla dei bambini, con cattivo umore e
agitazione che eccitano la tosse (tra la 7° e l’8°
ora)
329. Tosse nei bambini, dopo il pianto e il
gemito
331. Emottisi
Dolori traumatici
365. Dolore come da dislocazione nelle parti che
connettono il torace al dorso
371. Dolenzia nel torace (la parte dx), su un piccolo
punto, che non aumenta con il movimento, nè con il
tatto e il respiro
376. Il sacro è dolente, come da una contusione
392. Sulla scapola dx, verso il dorso, dolore come
dopo un forte colpo o una caduta
Dolori
398. Fitte acute, non localizzate, verso l’interno, sotto l’ascella
419. Dolore come da lussazione del polso (torace, dorso, anche)
426. Crampi nelle dita della mano sx
439. Dolore, come da lussazione, nelle anche (dorso, torace,
polso)
459. Nel ginocchio dx, salendo le scale, un dolore come se vi
avesse battuto (dopo 3 ore)
460. Sul ginocchio, al tatto, trafittura come da ago (dopo 1 ora)
Dolori
514. Sensibilità dolente di tutte le articolazioni e della
pelle al minimo movimento (dopo 4 ore)
515. Tutti gli arti sono colpiti: una forma di dolore
paralizzante in tutte le articolazioni, come da
contusione, con il movimento (dopo 8 ore)
516. Un dolore pizzicante in tutti gli arti quando il
corpo è scosso (ad esempio in carrozza), o quando
passeggia
517. Sensazione di dolenzia sgradevole, formicolante,
nella parte colpita da una contusione
Debolezza
522. Debolezza ai piedi e braccia, camminando all’aperto (dopo
2,5 ore)
527. Tutta la parte dx, specialmente le spalle, gli sembrava,
camminando all’aperto, troppo pesante, e pendere giù, come
paralizzata, ma di questo nulla sentiva nella stanza (dopo 8 ore)
529. Nei muscoli delle articolazioni delle estremità superiori e
inferiori, camminando all’aperto, sensazione di peso e pressione
(dopo 8 ore)
535. Perdita generale delle forze; crede che a stento riesce a
muovere un arto
Sonno
540. Frequenti sbadiglio, con sonnolenza, la sera.
Sonnolenza (dopo ½ ora)
541. Sonno troppo presto la sera
555. Evacuazione involontaria di feci nel sonno
560. Sonnolenza di giorno (dopo 2 ore)
568. Sogni di cose spaventose, come colpi di fulmini,
tombe, etc.
Sete
590. Sete senza calore esterno, con
pupille poco in grado di dilatarsi (dopo
1 ora)
588. Sete notturna (dopo 48 ore)
Nota al 266
al si nto ma 2 6 6 ( e va cu a z i o n i
diarroiche bianche): la diarrea, con
evacuazione copiosa di feci, sembra
essere solo un’azione secondaria
dell’arnica
Nota al 396
al sintoma 396 (vedi): questo tipo di foruncolo, così
dolente al tatto, con un’areola rossa infiammata, che
arnica produce specificamente, mostra la più grande
rassomiglianza con le ben conosciute bolle (furunculi)
e, conseguentemente, queste sono omeopaticamente
curate dall’arnica, e in persone che ne sono
frequentemente colpite vengono prevenute dall’uso
dell’arnica, così come la loro ricorrenza futura viene
evitata, come l’esperienza mi ha insegnato)
396. Su un lato della nuca un foruncolo, che provoca
dolore lancinante e ulcerativo al tatto (dopo 48 ore)
Sintomi mentali caratteristici
624. Disposizione ipersensibile: estrema inclinazione alle emozioni mentali
piacevoli e spiacevoli, senza debolezza o ipersensibilità del corpo
635. Sobbalza facilmente; 611. Paura e sobbalzi per sciocchezze inaspettate
(dopo ½ ora)
638. Disperazione; 328. Urla dei bambini, con cattivo umore e agitazione
che eccitano la tosse (tra la 7° e l’8° ora)
628. Molto contrariata, si annoia per ogni cosa, tutta la sua precedente
allegria e benevolenza se ne è andata (dopo 1 ora); 630. Contraddice; è
critico; nessuno può piacergli (dopo 3, 12 ore); 633. Rigida ostinazione
(dopo 4 ore); 634. Insolenza e imperiosità burbere (dopo pochi minuti)
612. Abbattimento e assenza di pensieri (dopo 3,5 ore); 613. Dopo aver
camminato all’aperto diventa non incline a pensare e parlare, sebbene fosse
prima molto vivace (dopo 9 ore)
609. Ansioso per il presente e il futuro (3° giorno); 617. Ansia ipocondriaca