I regni barbarici l’hospitalitas ● La penetrazione dei barbari all’interno dell’impero viene disciplinata attraverso il principio dell’hospitalitas, inizialmente riservata alle truppe romane di stanza in una regione, che prevedeva la concessione temporanea di un terzo delle rendite delle terre, che pure rimanevano formalmente di proprietà dell’impero: i barbari foederati si impegnavano in cambio di queste concessioni economiche, che comportavano anche l’esenzione dai tributi, alla difesa del territorio dell’impero. ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● In Italia, dopo la deposizione di Romolo Augustolo, si era insediato il regnum Italiae del barbaro (sciro?) Odoacre, a capo dei foederati eruli e sciri In Dalmazia resta fino al 480 il regno dell’ex imperatore Giulio Nepote. Il Regno dei Visigoti si estende in tutta la Gallia sudoccidentale e quasi tutta la penisola iberica, fatta eccezione per l’estremità nordoccidentale, in cui sono insediati gli Suebi. La Gallia centro orientale (attuali Borgogna e Svizzera) è sede del regno dei Burgundi. Nella Gallia settentrionale si è costituito nel 461 il dominio di Soisson, un regno autonomo sotto la guida dapprima del comes Egidio (che non aveva riconosciuto il potere di Ricimero e l’imperatore da lui costituito Libio Severo), poi dopo il 465 dal figlio Siagrio, che riconosceva solo l’impero d’Oriente. Nella Germania meridionale sono insediati gli Alamanni. La Gallia belgica e parte della Germania nordoccidentale sono occupate dai Franchi, una federazione di popoli originari dell’area baltica, accolti poi sotto Giuliano nell’area renana come foederati . Nella Germania Nordoccidentale (attuali Jutland e Danimarca) e nella Britannia sudorientale sono insediati Juti, Angli e Sassoni. A occidente dell’Elba risiedono i Turingi Lungo il corso del Danubio sono insediati da ovest a est i Rugi nel Norico (attuale Austria), gli Ostrogoti in Pannonia (attuali Ungheria e Serbia), i Gepidi in Dacia (attuale Romania) L’Africa settentrionale è dominata dal regno dei Vandali, fondato da Genserico nel 439 e che terminò nel 534 con la riconquista bizantina. L’impero di Bisanzio, che si considera legittimo erede di quello di Roma, comprende la pensiola balcanica, quella anatolica, l‘area siro-palestinese e l’Egitto . Il regno di Odoacre Figlio secondo alcune fonti di un nobile sciro, Odoacre si era messo in luce come capo dei germani foederati, Eruli in particolare, che lo avevano acclamato sovrano. A lui l’imperatore Zenone aveva riconosciuto il titolo di patricius, ma considerandolo di fatto subordinato a Giulio Nepote, ancora titolare del titolo di imperatore. Ad ogni modo Odoacre non volle mai indossare la porpora e le altre insegne imperiali. Odoacre cercò di valorizzare le prerogative dei senato di Roma, restituendo la dicitura SC (senatus consulto) nella monetazione, ma intrattenne buoni rapporti anche con la chiesa cattolica, pur essendo di culto ariano. Nel 477 Odoacre acquista parte della Sicilia dai Vandali di Genserico Nel 481, un anno dopo la morte di Giulio Nepote, assassinato da un certo Ovida mentre preparava una spedizione per riprendere il controllo dell’Italia (è dubbio il convolgimento come alleato di Odoacre dell’ex imperatore, e ora vescovo di Salona, Glicerio) Odoacre invade la Dalmazia, uccidendo Ovida, e la occupa. Minor successo ebbero le spedizioni a nord contro i Rugi nel Norico, che non occupò stabilmente. Gli Ostrogoti in Italia Questa politica espansionista dei Odoacre non autorizzata da Bisanzio, unitamente ai contatti con il generale ribelle Illo, portarono nel 488 l’imperatore Zenone ad invitare Teoderico, re degli Ostrogoti, dalla metà del V secolo siti come foederati in Pannonia, ad entrare in Italia e a conquistare per conto dell’Impero il regno di Odoacre. Questa mossa era anche determinata dall’intenzione di liberarsi dalla presenza in Oriente degli Ostrogoti che avevano più volte devastato la penisola balcanica quando non avevano ricevuto la quota di danaro o i territori richiesti all’’imperatore. 489 Teoderico sconfigge Odoacre e gli Eruli sull’Isonzo e a Verona. 490 Odoacre è nuovamente sconfitto da Teoderico, aiutato dai Visigoti di Alarico II, sull’Adda. 493 Dopo tre anni di assedio Teoderico entra a Ravenna., dove uccide Odoacre e la sua famiglia e costituisce il regno ostrogotico d’Italia, con capitale a Ravenna. Theodericus rex Gothorum Teoderico, figlio del re ostrogoto Teodemiro, del lignaggio regio degli Amali, era stato tenuto dagli 8 ai 18 anni come ostaggio presso Costantinopoli, dove fu educato acquisendo un’idea alta della civiltà greco-latina e del suo patrimonio giuridico. Dopo aver appoggiato l’imperatore Zenone nella lotta contro l’usurpatore Basilisco (476) ottenne i titoli di patricius e di magister militum praesentalis, ma successivamente i rapporti con l’imperatore peggiorarono, portando Teoderico a guidare vari saccheggi in Macedonia, Epiro, Tessaglia, per spingere l’imperatore a concessioni territoriali. In questo quadro si inserisce il mandato di Zenone per riconquistare la prefettura d’Italia, che comprendeva anche l’Illirico e, nominalmente, l’Africa, ormai in mano ai Vandali. Dopo la conquista della penisola, morto Zenone, giunge il conferimento ufficiali del titolo di rex nel 497 da parte dell’imperatore Anastasio, che consegna a Teoderico le insegne imperiali inviate da Odoacre. Teoderico tuttavia preferisce limitarsi ad indossare la porpora, senza il diadema imperiale, conservando il titolo di rex ed aggiungendo al proprio nome il titolo di Flavius. Legami dinastici Nell’anno stesso in cui conquista l’Italia Teoderico sposa Audefleda, sorella del re dei Franchi Clodoveo. Questo matrimonio si inserisce in una strategia a largo raggio di legami matrimoniali dei suoi familiari con quelli dei regni vicini, che lo portò ad unire la sorella Amalafrida con il re dei vandali Trasamundo, la figlia Teodegota con il re visigoto Alarico II, l’altra figlia Amalasunta al nobile visigoto Eutarico, un’altra (Ostrogota?) al re dei Burgundi Sigismondo. Alla morte di Alarico II (507) diventa di fatto il reggente del regno dei Visigoti al posto del nipote Amalarico (figlio di Teodegota), che aveva solo 5 anni. Un regno per due popoli ● L’obiettivo politico di Teoderico è quello di facilitare la convivenza fra romani cattolici e barbari ariani, separando le competenze, amministrative nel primo caso, politico-giudiziariomilitari nel secondo e rispettando i diritti, quello romano codificato per i primi e quello tradizionale germanico per i secondi. Si istituiscono così iudices ordinarii per le cause tra soli romani, mentre interviene comes gothorum per quelle relative ai soli goti e un prudens per quelle che avessero visto un litigante goto e uno romano. ● Anche nei confronti della Chiesa cerca di mantenere un atteggiamento collaborativo, fino al punto di dirimere una contesa sull’elezione papale. Cassiodoro e Boezio Nel quadro di una collaborazione fra elemento romano ed elemento barbaro si inserisce la cooptazione da parte di Teoderico di personaggi di grande rilievo culturale come Aurelio Cassiodoro che diventerà quaestor sacri palatii nel 507, console nel 514 e magister officiorum nel 523, redigendo nella varie i documenti del regno; il filosofo e retore Severino Boezio, nominato nel 522 magister officiorium e condannato a morte l’anno seguente; il senatore Simmaco, nipote dell’avversario di Ambrogio, suocero di Boezio, di cui seguirà rapidamente la sorte. La crisi del progetto teodericiano Nel 518 muore l’imperatore Anastasio, a cui succede il militare illirico sessantottenne Giustino, che si giova per il governo della collaborazione del nipote Flavio Pietro Sabbazio che adotterà con il nome di Giustiniano. Giustino assume un atteggiamento di netta ostilità nei confronti di Ariani e monofisiti, sostenendo la fede ortodossa. Questo porterà ad un peggioramento nei rapporti fra Teoderico e l’impero. Nel 525 Boezio, accusato di arti magiche, viene imprigionato e condannato a morte. Il papa Giovanni I è poi costretto da Teoderico a recarsi a Bisanzio per sollecitare la cancellazione di un editto imperiale contro gli Ariani, ma l’anno seguente, acausa del fallimento della missione Giovanni I è incarcerato a Ravenna, dove muore. Nello stesso anno muore Teoderico, lasciando il potere al nipote Atalarico (9 anni) sotto la reggenza della figlia Amalasunta Flavius Iustinus Augustus 518-527 Teoderico a Ravenna ● Teodorico, pur alternando anche residenze a Pavia e Verona, pose a Ravenna la sede effettiva del suo Regnum Italiae, arricchendola di importantissimi monumenti. Restaurò così la Basilica Herculis e l’acquedotto fatto costruire tre secoli prima da Traiano che portava l’acqua dalla zona di Meldola a Ravenna. ● Teoderico, come prima di lui Odoacre, era di religione ariana. Teoderico voleva che la Chiesa ariana convivesse pacificamente a Ravenna con quella cattolica; in questo periodo la città ebbe così, oltre all’episcopio (residenza del vescovo) e alla cattedrale cattolici, anche un episcopio e una cattedrale ariani (si tratta dell’Anastasis Gothorum, attuale basilica dello Spirito Santo, presso la quale è il battistero degli Ariani). ● La cupola presenta una decorazione ispirata da quella del battstero degli Ortodossi in forma semplificata, con un corteo di apostoli con corone che circondano una rappresentazione del battesimo di Cristo. Il complesso della cattedrale ariana (Anastasis Gothorum) Cattedrale e battistero degli ariani Il palatium ● Pianta del Palatium di Teoderico come emerso dagli scavi e mosaico pavimentale frammentario. Sant’Apollinare Nuovo ● ● Presso il palazzo Teoderico costruì una grande Basilica Palatina, a tre navate, cioè una chiesa per l’uso della sua corte, di culto ariano: probabilmente dedicata al Salvatore in origine, fu riconsacrata al culto cattolico dopo il 558, con mutamenti della decorazione musiva, assumendo il nome di San Martino in coelo aureo (con dedica al vescovo di Tours che aveva fieramente combattuto le eresie e riferimento al soffitto dorato). Solo verso il mille assunse il nome attuale di Sant’Apollinare Nuovo. Nonostante la ricostruzione dell’abside, di cui è perduto il programma musivo, l’innalzamento del pavimento rispetto al livello originario e l’aggiunta del campanile attorno al X secolo, la basilica conserva la sua struttura originaria, le suppellettili marmoree di fattura probabilmente costantinopolitana (colonne, capitelli, plutei, transenne, l’ambone) e il ricchissimo programma decorativo della navata, il più ampio giunto dall’antichità. Sui articola su 3 fasce. Qella inferiore mostra due cortei di martiri e di vergini (aggiunta di età giustinianea forse al posto di una processione della corte teodericiana) che partono dalle città di Classe e Ravenna (palazzo di Teoderico) verso la Madonna con bambino e Cristo in trono (che reggeva in origine un libro con scritto Ego sum rex gloriae. Contemporaneamente all’erezione degli edifici di culto teodericiani il vescovo di Ravenna Pietro II (494-519) realizza una cappella mosaicata nel complesso dell’episocpio cattolico. Se nel vestibolo domina l’immagine di Cristo vittorioso sui simboli del male (leone drago), la cappella vera e propria presenta clipei con Cristo, apostoli, martiri e vergini disposte lungo gli archi e 7 angeli che sulla volta reggono un simbolo cristologico, affiancat dai simbolgi degli evangelisti. Cappella Arcivescovile Il mausoleo di Teoderico ● Negli ultimi anni di vita Teoderico realizza a nord delle mura di Ravenna un imponente mausoleo in blocchi di pietra d’Istria incastrati a secco a pianta decagonale, di una tipologia senza precedenti. Se il primo piano presenta un vano a croce, quello superiore, destinato a fungere da camera sepolcrale e per questo un tempo non accessibile e si presenta circolare e sormontato da una cupola monolitica di diametro di 10 metri e ca 300 tonnellate di peso. Contiene un grande sarcofago in porfido, probabilmente destinato a contenere le spoglie del re ostrogoto. CLODOVEO In contemporanea con l’affermarsi di Teoderico in Italia assurge nel nord Europa la potenza dei Franchi sotto la guida del re Clodoveo, salito al trono nel 481 alla morte del padre Childerico I, il fondatore della dinastia dei Merovingi. Riunite le tribù franche vicine, nel 486 Clodoveo sconfigge Siagrio a Soissons, che fa uccidere dopo che questi aveva cercato ivano riparo fra i Visigoti, inglobandone i territori. Nel 493, oltre a concedere in moglie la sorella Audefleda a Teoderico, sposa la cristiana Clotilde figlia del defunto Childerico re dei Burgundi pur restando ancora pagano. Nel 496, come voto per il successo nella battaglia di Tolbiac contro gli Alamanni, di cui ingloba i territori, si converte al Cattolicesimo, facendosi battezzare a Reims dal vescovo S. Remigio. Questo favorisce l’appoggio del papato e della chiesa cattolica ai Franchi rispetto agli altri barbari ariani. Nel 507 sconfigge i Visigoti di Alarico II (morto in battaglia) e occupa l’Aquitania, mentre ai Visigoti resta la costa mediterranea (Settimania) e la Spagna. Nel 511 Clodoveo, dopo aver convocato un concilio di vescovi ad Orléans, che ribadisce l’alleanza con la Chiesa, muore lasciando il regno diviso fra i figli Clotario, Clodomiro, Teodorico e Childeberto.