1974–1992
1974–1992
I tanti volti di un protagonista della politica
Patriota ed europeista convinto
Il ritiro dalla carica di Cancelliere non segna certo la fine
dell’attività politica di Willy Brandt che, anzi, prosegue più
intensa che mai: oltre ad appoggiare, in qualità di deputato e leader della SPD, il governo social-liberale di Helmut
Schmidt, nel 1976 Brandt diventa presidente dell’Internazionale Socialista, l’unione mondiale dei partiti d’ispirazione socialdemocratica, ruolo in cui si adopera per la pace,
la democrazia e la difesa dei diritti umani.
Gli Accordi di Helsinki del 1975 segnano la prima, decisiva svolta
nella politica di distensione fra est e ovest. Anche per questo
il riacutizzarsi della guerra fredda, pochi anni dopo, inquieta
profondamente Willy Brandt che, all’inizio degli anni ’80, si oppone senza mezzi termini alla corsa al riarmo di USA e Unione
Sovietica.
Nel 1977 convoca una Commissione Nord-Sud con l’incarico di elaborare nuove proposte in materia di politiche
dello sviluppo. Nel suo rapporto finale la commissione
auspica una maggior cooperazione globale quale soluzione alla povertà e alla fame nel mondo. Nel 1979, come
candidato di punta della SPD, Willy Brandt entra a far
parte del Parlamento Europeo, che proprio in quell’anno
viene eletto per la prima volta in maniera diretta.
Nell’autunno del 1982 s’infrange la coalizione SPD/FDP
nel governo di Bonn. Helmut Kohl (CDU) viene eletto
Cancelliere e i socialdemocratici devono passare all’opposizione. Brandt rimane alla testa del partito fino al
1987, quando si dimette dalla carica che, a partire da quel
momento, rivestirà a titolo puramente onorifico.
Al fine di garantire la pace in Europa, Brandt e la SPD cercano
con sempre maggior insistenza il dialogo con il blocco orientale. Troveranno un orecchio disposto ad ascoltare in Michail
Gorbaciov, il leader sovietico riformatore che, a partire dal 1985,
spianerà la strada al disarmo nucleare.
Sotto la spinta dei movimenti per i diritti umani, le idee di libertà e democrazia prendono sempre più piede anche nei paesi
dell’orbita sovietica scatenando, fra il 1989 e il 1990, rivoluzioni
quasi sempre pacifiche che portano al crollo delle dittature
comuniste dell’Europa centro-orientale.
Patriota ed europeista di lungo corso, Willy Brandt si fa entusiasta propugnatore della riunificazione delle due Germanie e della
necessità di un’Europa unita.
1913–1947: AdsD Bonn | 1947–1966: Horst Siegmann/Landesarchiv Berlin | 1966–1974: Hanns Hubmann/bpk | 1974–1992 (SI): Eduard N. Fiegel/AdsD Bonn | 1974–1992 (Brandenburger Tor): William Palmer Mikkelsen | Cover: A. Bankhardt/AdsD Bonn
Sommario
1913–1947
1947–1966
1966– 1974
La gioventù a Lubecca e l’esilio in Scandinavia
L’attività politica nella Berlino divisa
Gli anni di governo a Bonn
Nato nel 1913 a Lubecca da una famiglia operaia, Willy
Brandt cresce in tempi d’irrequietezza sociale e politica. Nel
1914 scoppia la Prima Guerra Mondiale, che si concluderà 4
anni dopo con il crollo dell’impero tedesco, dalle cui ceneri
sorgerà la repubblica di Weimar.
Nel 1947 Willy Brandt rientra in Germania, a Berlino, e inizia
la sua carriera politica in seno alla SPD. Nel 1957 viene eletto
borgomastro di Berlino Ovest.
Nel dicembre 1966, con la nascita della Grande Coalizione
fra CDU/CSU e SPD, Willy Brandt viene eletto ministro
degli Esteri e si trasferisce a Bonn. Nella Repubblica
Federale Tedesca prende il via una fase di riforme e rinnovamento sociale.
La precoce attività politica porta il giovane Brandt a toccare
con mano la crisi e la progressiva dissoluzione della neonata
repubblica. Dopo la nomina di Adolf Hitler a Cancelliere, il
30 gennaio 1933, Brandt si schiera senza esitazioni contro
il regime nazista e opera attivamente contro di esso, tanto
che già nell’aprile 1933, per timore di essere arrestato, abbandona la Germania e ripara in Norvegia, dove prosegue la
lotta di opposizione. Durante la Seconda Guerra Mondiale,
scatenata da Hitler nel 1939 con l’invasione della Polonia,
Brandt trova rifugio in Svezia.
La violenza nazista mieterà un numero impressionante di
vittime, fra cui sei milioni di ebrei. Solo la vittoria degli alleati (Stati Uniti, Gran Bretagna e Russia), nel 1945, metterà
fine alla tirannia e al genocidio dell’era hitleriana.
Nella città spartita fra le quattro potenze vincitrici, democrazia
parlamentare e dittatura comunista si fronteggiano a muso
duro. USA, Francia e Gran Bretagna, da una parte, e Unione
Sovietica, dall’altra, si disputano il futuro della Germania e
dell’Europa. La contesa politica si conclude, nel 1949, con la nascita di due stati tedeschi distinti: la Repubblica Federale (RFT,
in tedesco BRD) e la Repubblica Democratica (RDT, in tedesco
DDR).
A Berlino la tensione della guerra fredda si acuisce a più riprese, facendo temere ogni volta il peggio. Il blocco sovietico del
1948/49 e la crisi di Berlino, iniziata nel 1958 e culminata nel
1961 con la costruzione del Muro, sono esperienze che lasciano
il segno sul Willy Brandt uomo così come sul Willy Brandt politico che, in entrambi i ruoli, è strenuo difensore della libertà di
Berlino Ovest, paladino dell’unità tedesca e pronto a tutto pur
di alleviare le sofferenze inflitte alla popolazione dalla divisione
del paese.
La nuova coalizione fra SPD e FDP formatasi in seguito
alle elezioni parlamentari del 1969 fa di Brandt il primo
Cancelliere socialdemocratico della Germania Federale.
Il suo governo prosegue lungo la strada delle riforme
interne, mentre fuori dai confini della RFT opera per l’unificazione dell’Europa e per una nuova politica di distensione fra le due Germanie. Per il suo impegno a favore del
riavvicinamento con la RDT, Willy Brandt viene insignito
nel 1971 del Nobel per la Pace.
L’opposizione guidata da CDU/CSU fa di tutto per ostacolarlo, ma non riesce a impedirne la rielezione.
Nonostante la chiara vittoria della coalizione SPD/FDP alle
elezioni anticipate del 1972, a partire dal 1973 le ricorrenti
crisi internazionali e la generale instabilità economica
rendono la vita sempre più difficile al governo socialdemocratico. Nel maggio 1974, in seguito all’affare Guillaume (il segretario personale di Brandt, Günther Guillaume,
viene accusato di spionaggio a favore della RDT), Brandt
si dimette dalla carica di Cancelliere.