VIRUS Rapporto virus-ospite e virus umani I virus, strutture ultramicroscopiche (max 0.3 µm), sono parassiti endocellulari obbligati: devono infettare una cellula per potersi replicare •Costituiti da materiale genetico (RNA o DNA ss o ds): un solo tipo di acido nucleico rivestito da proteine (capside)à “virus nudi” • eventuale pericapside o envelope fosfolipidico acquisito da ospite •Proteine di superficie necessarie x inerazione con cellula bersaglio •infettano cellule batteriche, eucariotiche vegetali e animali Gamma di ospiti + - ristretta (solo un tipo cellulare di una specie o di specie diverse, vari tipi cellulari di una stessa specie,…) •Interazione con cellula ospite puo’ provocare morte, trasformazione cellulare o danni +- lievi: in gen. apparato biosintetico della cellula è stravolto e dirottato verso sintesi di particelle virali Genomi virali Dimensione : 3,2 kb-1200 kb DNA-RNA ss o ds, lineare o circolare, singola molecola o genoma segmentato Filamenti + o Strategie espressive diverse a seconda di tipo/polarità di acido nucleico Compattezza dei genomi virali Limitazione dimensioni dovuta a capside proteico Strategie per aumentare numero funzioni virali ØGeni con ORF sovrapposte ØSplicing alternativo ØPrecursori poliproteici che maturano in diverse proteine Evoluzione virale In generale virus (soprattutto ad RNA) mostrano rapida evoluzione dovuta a: •Elevato tasso di errori nella copiatura del materiale genetico (spec per virus a RNA in cui le RNA polimerasi RNA-dipendenti non hanno correzione bozze); •Elevata capacità riproduttiva: migliaia di copie genomiche /cellula infettataà elevata possibilità di mutazione in tempi brevi Altri fenomeni genetici contribuiscono all’evoluzione virale interazione genica durante co-infezione mediante: •Riassortimernto genomico: scambio di frammenti di genoma tra virus genotipicamente diversi à solo in virus con genomi segmentati •Ricombinazione genetica: nuove combinazioni di loci genici: a livello di DNA con sistemi ricombinazione cellulare, in virus ad RNA con meccanismi tipo “salto enzima trascrittasi” •Complementazione: interazione a livello funzionale. Virus difettivi diversi si supportano vicendevolmente Virus batterici o fagi I fagi hanno testa icosaedrica o filamentosa contenente DNA ds Molti fagi hanno una coda a simmetria elicoidale attraverso cui trasferito DNA Le fibre e la piastra basale servono per adesione ai recettori batterici Il genoma del fago T4 è DNA ds lineare I fagi di serie T sono “litici”: producono la lisi cellulare La lisi si evidenzia come perdita di torbidità in una coltura batterica liquida o come placche di lisi in uno strato di cellule su terreno solido (piastra) Ciclo litico del fago T4 Il fago λ è temperato: può provocare lisi dell’ospite oppure instaurare lisogenia (stato di profago); La lisogenia può revertire alla via litica in base a condizioni ambientali (UV, agenti tossici, carenza nutrienti,…) Ciclo lisogeno e via litica del fago λ Durante la lisogenia il genoma fagico è replicato insieme a quello dell’ospite: il virus è in uno stato di “quiescenza” L’integrazione del fago avviene dopo circolarizzazione del genoma virale a livello dei siti COS e mediante successiva ricombinazione sito-specifica (promossa da integrasi virale) in una regione specifica del cromosoma batterico Il genoma di λ è DNA ds lineare con estremità coesive: Estremità 5’ a singola elica protrudenti e complementari Il genoma fagico è replicato generando un concatamero (tante copie genomiche legate insieme) che viene poi tagliato in singole molecole DNAds con estremità sporgenti COS Le singole molecole sono impacchettate nelle teste fagiche Fasi del ciclo riproduttivo di un virus eucariotico Legame tra proteine di “attacco” e recettori cellulari Fusione con membrana o endocitosi mediata da recettore uncoating ≠Modalità replicazione-biosintesi a volte degradazione DNA ospite Assemblaggio e rilascio mediante gemmazione o lisi cellulare L’interazione virus-ospite eucariotico può concludersi in: •INFEZIONE PRODUTTIVA: Rilascio progenie virale numerosaà morte celllulare per necrosi o apoptosi (cellule permissive) •INFEZIONE ABORTIVA: no progenie (cellule non permissive) •INFEZIONE RESTRITTIVA: scarsa progenie virale, ma persistenza del virus nella cellula in forma latente (cellule solo transitoriamente permissive) Lo stato di latenza spesso consiste nella integrazione del genoma virale in quello dell’ospite: STATO DI PRO-VIRUS Al contrario dei fagi lo stato di provirus è stabile e generalm irreversibile INTEGRAZIONE in gen casuale per genomi DNA a livello di siti virali specifici (LTR) per virus ad RNA In alcuni casi l’infezione di cellule non permissive provoca la trasformazione neoplastica: virus oncògeni o tumorali à virus a DNA (SV40, HPV, Epstein-Barr, HBV) interferiscono con normale proliferazione cellulare alterando pattern di espressione genica o altro à virus a RNA (retrovirus HTLV-1) contengono copie alterate di geni endogeni cellulari coinvolti in controllo ciclo Alcuni retrovirus ricopiano il proprio RNA in DNA (cDNA) (enzima trascrittasi inversa) per poi integrarlo nel DNA della cellula ospite (ricombinaz sitospecifica) coinvolgendo LTR Molti virus sono agenti eziologici di malattie umane (raffreddore, influenza, epatiti, vaiolo, poliomielite, AIDS, rabbia, morbillo, varicella …) Il virus dell’influenza A è ad RNA – segmentato; capside + pericapside fosfolipidico con spicole proteiche che mediano adesione con cell ospite Gamma d’ospite: infetta cellule tratto respiratorio di vari animali (mammiferi ed uccelli) Molto contagioso àResponsabile di pandemie (epidemie diffuse in grosse aree) CICLO VITALE del virus influenza A Le molecole di RNA- sono trascritte in mRNA+ à traduzione nel citosolà proteine virali Trascrizione nel nucleoà nuovi genomi RNA- à morte cellulare Elevato tasso di errore della trascrittasi, co-infezione e ampiezza serbatoio animale ospite à veloce evoluzione del virus influenzaleà sempre nuove varianti verso cui SI non è preparato (vaccini annuali) Le infezioni miste con virus provenienti da animali ≠ à virulenza Il virus unfluenzale H1N1 è di origine suina e si è prodotto per ricombinazione di tratti virali suini, aviari e umani evoluzione rapida e drastica del genoma (shift antigenico)à pandemie VIRUS ONCOGENI (a RNA e DNA) Inducono trasformazione cellulare in vitro e tumorigenesi in vivo Molti virus oncogeni ad RNA sono retrovirus che hanno casualmente exciso dal genoma della cellula infettata un gene cellulare che controlla proliferazioneà trasduzione e mutazione del gene. Gli oncogeni virali sono quindi omologhi (mutati) di geni cellulari caratteristica dei retrovirus: possiedono l’enzima trascrittasi inversa che copia l’RNA in DNA Es virus che provocano sarcomi in vari animali: genoma con tratti caratteristici di retrovirus (GAG-POL-ENV) + oncogene Il retrovirus HTLV umano invece provoca tumore (leucemia) perché un suo gene (regione X) attiva l’espressione di vari geni cellulari che stimolano crescita (citochine, recettori fattori di crescita,…) e reprime geni che frenano proliferazione (es p53) Virus oncogeni a DNA Es SV40 infetta e uccide cellule di scimmia (cell permissive) Se infetta cellule non permissive di altra specieà integrazione nel DNA ospite e induzione della proliferazione cellulare incontrollata Virus oncogeni a DNA nell’uomo Es HPV infetta epiteli - responsabile del 70% tumori cervice uterina (trasmissione via sessuale) Oncogeno quando si integra in genoma ospite: espressione di geni che stimolano crescita cellulare à neoplasia (ceppi HPV-16 e -18) Vaccinazioni preventive, utilità di PAP test Degrada oncosoppressore p53 Lega e inattiva oncosoppressore Rb Nobel Prize in Physiology or Medicine 2008 -Harald zur Hausen for his discovery of "human papilloma viruses causing cervical cancer" and -Françoise Barré-Sinoussi and Luc Montagnier for their discovery of "human immunodeficiency virus“ Harald zur Hausen went against current dogma and postulated that oncogenic human papilloma virus (HPV) caused cervical cancer, the second most common cancer among women. He realized that HPV-DNA could exist in a non-productive state in the tumours, and should be detectable by specific searches for viral DNA. He found HPV to be a heterogeneous family of viruses. Only some HPV types cause cancer. His discovery has led to characterization of the natural history of HPV infection, an understanding of mechanisms of HPV-induced carcinogenesis and the development of prophylactic vaccines against HPV acquisition. Françoise Barré-Sinoussi and Luc Montagnier discovered human immunodeficiency virus (HIV). Virus production was identified in lymphocytes from patients with enlarged lymph nodes in early stages of acquired immunodeficiency, and in blood from patients with late stage disease. They characterized this retrovirus as the first known human lentivirus based on its morphological, biochemical and immunological properties. HIV impaired the immune system because of massive virus replication and cell damage to lymphocytes. The discovery was one prerequisite for the current understanding of the biology of the disease and its antiretroviral treatment Virus oncogeni a DNA -virus di Epstein Barr (EBV); infetta linfociti e cellule epitelio cavo orale; contribuisce a sviluppo di tumorià linfoma di Burkitt Le proteine virali EBNA agiscono da fattori trascrizionali che attivano l’espressione del gene c-myc (fattore trascrizionale stimolatore di proliferazione) -HBV (virus epatite B): infetta epatociti; provoca epatite acuta, cronica e epatocarcinoma (HCC). L’induzione del tumore dipende da stato infiammatorio cronico (iperstimolazione dei linfociti) e da proteine virali che alterano normali vie apoptotiche e proliferative Vaccinazioni preventive Virus dell’immunodeficienza umana (HIV) Retrovirus con genoma ad RNA+ (2 molecole), nucleocapside e pericapside fosfolipidico 2 ceppi principali (HIV-1 e -2) con diversa distribuzione geografica Attacca cellule del SI che presentano recettore CD4 (soprattutto linfociti T helper, alcuni macrofagi e dendriti) Fase acuta: sintomi influenzali Fase cronica: asintomatica anche per diversi anni ma compromissione del SI (infezioni opportunistiche e tumori) HIV produce ben 15 diverse proteine ottenute mediante sovrapposizione di ORF, splicing alternativo e maturazione proteolitica dei precursori dopo retrotrascrizione in DNA e formazione delle LTR, Il genoma di HIV è integrato a caso nel DNA cellulare Enzima RT ha 3 attività catalitiche: 1.Retrotrascrive RNA in DNA 2.Degrada RNA su ibrido DNARNA 3.Copia secondo filamento DNA Genoma evolve rapidamente per alto tasso di mutazione Ricombinazione promossa anche dai “salti molecolari “ della RT àDifficoltà nel produrre vaccini àFarmaci attuali sono inibitori delle proteasi e della RT Ciclo di HIV Viroidi Agenti infettivi che parassitano cellule vegetali Differenze rispetto ai virus: •Genomi piccoli (alcune centinaia di nt) ad RNAss circolare e/o bastoncellare •Non codificano per proteine •Non esistono in forma libera HP sull’origine dei virus • forme di vita degenerate che hanno perso molte delle loro funzioni essenziali • Porzioni di genoma cellulare che si sono affrancate • Evoluzione parallela ed indipendente rispetto a organismi cellulari (retaggio di mondo ad RNA) • Virus comunque comparsi dopo cellule I virus batterici sono sistemi modello per lo studio del gene e dei meccanismi molecolari che sottendono al flusso di informazione genica Facili da coltivare Elevata capacità replicativaà grandi numeri La morfologia della placca di lisi è carattere fenotipico utilizzato per l’analisi genetica virale Lisi rapida àplacche piccole margini irregolari Lisi lenta à placche grandi margine netto Carattere ”r” Altro carattere fenotipico utilizzato per l’analisi genetica virale è la specificità di infezione o gamma di ospite Carattere “h” Studi sulla ricombinazione nei virus Analisi fenotipica della progenie fagica ottenuta da esperimenti di co-infezione con fagi con genotipi diversi àLa frequenza di fagi ricombinanti è una stima della distanza genica tra i 2 loci presi in esame (espressa in unità di mappa, u.m.) àModello sperimentale semplice, rapido, buona statistica Analisi fine del gene: esperimenti di Benzer Benzer isolò vari mutanti di uno stesso locus genico àfenotipi distinguibili Infezioni miste ed analisi delle frequenze di ricombinanti à Sistema permetteva di rilevare freq di ricombinazione molto basse mappatura delle mutazioni intrageniche Contributo a definire le proprietà del codice genetico Test cis-trans e complementazione I fagi mutanti potevano produrre placche di lisi solo se le funzioni geniche difettive “complementavano”: ripristino di una funzione genica grazie alla presenza di una copia wild type nella stessa cellula Test di complementazione definisce se 2 mutazioni sono su stesso gene o geni diversi •Mutazione su geni diversi à complementazione : ricompare fenotipo selvatico •Mutazione su stesso gene à no complementazione: fenotipo mutante no lisi Benzer individuò 2 gruppi di complementazione nel locus rII (A e B) corrispondenti a 2 geni o “cistroni“ diversi Genetica batterica Anche batteri sono ottimi modelli di studio: semplici dal pv genetico (genomi piccoli e aploidi), facili da coltivare in laboratorio, tasso riproduttivo alto,… Negli anni ‘50-60 studi sui batteri hanno permesso di dimostrare natura del materiale genetico (esp trasformazione di Griffith ripreso da Avery, MacLeod, McCarty) Es. p di ricombinazione à prime mappature geniche Esp di Jacob e Monod: modello operone nella regolazione dell’espr. genica I Batteri possono essere coltivati in terreni di coltura solidi o liquidi Caratteri fenotipici tipicamente studiati: •Morfologia colonia •Mutanti nutrizionali (capacità di crescere in particolari condizioni colturali) •Mutanti di resistenza Oltre al genoma principale (cromosoma “batterico” formato da DNA ds circolare) i batteri hanno plasmidi ed episomi: piccoli DNA circolari. Contengono geni •per resistenza a antibiotici, •produzione tossine, •e/o funzioni che possono dare vantaggio selettivo in particolari condizioni crescita, •e geni di trasferimento Plasmidi: solo citoplasmatici Episomi: sia in forma libera citoplasmatica che integrati nel genoma principale Eucarioti e procarioti contengono elementi genetici mobili o trasposoni: sono DNA parassiti che spostandosi nel genoma possono distruggere geni o interferire con loro espressione Anni ‘40 Studi di Barbara McClintock Sul mais: esistenza di mutazioni geniche particolarmente instabili anni ‘60: scoperta dei trasposoni batterici Nei batteri esistono 2 tipi di trasposoni: 1) Elementi IS: semplici Brevi (2,5 kb) Con solo geni per mediare trasposizione Trasposasi espressa a bassi livelli à bassa freq trasposizione Spostamento dell’IS (trasposizione conservativa) 2) Trasposoni composti (IS) e Tn3 contengono geni per trasposizione + seq genica extra (es resistenza a farmaco); + lunghi I Tn3 traspongono duplicandosi (trasposizione replicativa) Rilevanza clinica: I trasposoni batterici contribuiscono alla diffusione della resistenza gli antibiotici I trasposoni che veicolano i geni di resistenza si inseriscono in plasmidi o episomi che possono trasferirsi da cellula a cellula Geni di resitenza codificano per enzimi che degradano, modificano, o espellono l’ antibiotico Sessualità e ricombinazione genica nei batteri La ricombinazione si puo’ avere solo in condizioni di diploidia parziale che si verificano a seguito di trasformazione, trasduzione e coniugazione. Trasformazione Una molecola di DNA rilasciata nell’ambiente da un batterio è captata da una cellula “ricevente” (NB entra DNA ss) Se il DNA entrato ha omologia di sequenza con DNA endogeno à ricombinazione: trasferimento di informazione genica In alcune fasi della crescita i batteri sono “competenti” cioè predisposti ad assumere DNA nudo dall’ambiente extracellulare La cellula “competente” ha opportune proteine di membrana per legare e internalizzare DNA esogeno Fenotipo S (virulento) ed R (innocuo) osservato da Griffith negli esperimenti su pneumococco (1928) dimostrazione del principio trasformante Coniugazione Trasferimento unidirezionale di DNA da batterio donatore a ricevente mediante contatto fisico (pilo sessuale o canale coniugativo) Individuati 3 tipi “sessuali” F- : ricevente F+: donatore, ha un fattore F (episoma) con funzione cpniugativa Hfr: donatore con alta freq di ricombinazione, ha fattore F integrato nel genoma Il fattore F contiene geni per formare pilo coniugativo Il trasferimento avviene a partire da un punto preciso: mentre si trasferisce, il DNA si duplica (à una copia resta nella cellula donatrice) La cellula ricevente a sua volta diventa F+ Nei ceppi Hfr il fattore F è integrato nel genoma Questi ceppi trasferiscono, oltre al DNA di F, anche il DNA genomico associato In q caso, la cellula ricevente raramente diventa F+ perchè prima di trasferire l’ultimo tratto di F deve essere trasferito intero genoma (contatto deve durare almeno 1 h 30 min!!) Esperimenti di accoppiamento interrotto tra ceppi Hfr e ceppi F- (con genotipi diversi) ha permesso di creare “mappe genetiche” di E. coli (ordine relativo dei geni definito in base al tempo necessario per trasferire versione alternativa del gene corrispondente mediante coniugazione) Questi esperimenti hanno anche dimostrato che il genoma batterico è circolare I plasmidi coniugativi spesso contengono geni resistenza a antibiotici Trasduzione Trasferimento di DNA da un batterio donatore (precedentemente infettato) and un ricevente, attraverso un fago -Generalizzata: trasferito tratto qualsiasi DNA che si impacchetta insieme a DNA Virale - Specializzata: trasfer di seq. specifiche Trasduzione specializzata Deriva da un fago lisogeno (integrato come profago nel DNA batterico) Quando il fago si excide dal genoma batterico per riprendere via litica, può incorporare per “sbaglio” breve tratto di DNA batterico Il tratto trasdotto è specifico perchè il sito di integrazione del fago sul genoma batterico è specifico (siti att) Anche gli studi sul trasferimento genico associato a trasformazione e trasduzione hanno contribuito a “mappare geni” batterici (soprattutto quelli molto vicini) In particolare la frequenza di cotrasduzione e/o di cotrasformazione di marcatori genici ha permesso di stimare il grado di associazione tra geni: cioè quanto sono distanti fisicamente sul DNA •Freq cotrasduzione alta à minore distanza fisica •Freq cotrasduzione bassa à maggiore distanza fisica Meccanismo molecolare di ricombinazione Ricombinazione omologa: scambio reciproco di DNA tra sequenze omologhe (crossing over tra cromatidi meiotici, integrazione di DNA trasdotto, coniugato o trasformato in batteri, ricombinazione virale) La ricombinazione avviene per rotture a doppio filamento sul DNA, srotolamento, invasione di ssDNA su filamento complementare, saldatura, taglio e ricongiunzione (vari enzimi coinvolti, alcuni si trovano nel complesso sinaptinemale) Modello di Holliday Ricombinazione sito-specifica: brevi seq specifiche di DNA sono riconosciute da enzimi “recombinasi”à unione delle 2 molecole di DNA in cui si trovano sequenze (+efficiente di ricombin. omologa) Es integrazione di fago λ e di fattore F nel genoma batterico