1 A.M. 2012 2 1 1 Il genio costruttivo dei popoli dell’antica Grecia si applicò quasi esclusivamente alla costruzione dei templi. Adottando il sistema costruttivo trilitico – benché conoscessero anche l’arco. I greci perfezionarono, in maniera progressiva e mirabile, misure, proporzioni e forme delle colonne (1) e della sovrastante architrave (2). Questo insieme di elementi prese il nome di «ordine architettonico». 2 Sistema trilitico o trilite (dal greco tri - tre, lithos - pietra): è una struttura formata da due grandi pietre disposte in verticale e una terza pietra appoggiata orizzontalmente sopra di esse, a formare una sorta di portale. È’ una struttura piuttosto comune nei monumenti megalitici; fra gli esempi più celebri si possono citare Stonehenge e i templi preistorici di Malta. 3 Templi megalitici di Malta 3200-2500 a.C. 4 Gli ordini architettonici, in ambito greco, si uniformarono a tre grandi stili: il dorico, lo ionico e il corinzio. Questi tre stili hanno diverse zone geografiche e diversi periodi d’origine: il dorico trovò le prime applicazioni nell’area occidentale della Grecia intorno al VIII sec. a.C.; lo ionico sorse nell’area orientale della Grecia e in Asia minore intorno al VI sec. a.C.; il corinzio si sviluppò intorno l’area di Corinto intorno al IV sec. a.C. 5 IL TEMPIO GRECO I templi sorgevano in posizione dominante, rispetto ai luoghi abitati dai greci, in siti che prendevano il nome di «acropoli», ma restavano edifici inaccessibili ai fedeli. Essi erano la dimora della divinità, e non edifici destinati ad accogliere fedeli – come saranno invece gli edifici di culto cristiani –, ed erano accessibili solo ai sacerdoti. Pertanto la loro funzione estetica era essenzialmente di «segnare» un luogo con una presenza monumentale, che andava percepita nel suo solo aspetto esterno. E quindi, sarà proprio l’aspetto esteriore dei templi a ricevere le maggiori attenzioni estetiche, acquistando una valenza plastico-figurativa mai prima raggiunta. Atene: Acropoli con il Partenone 6 Il tempio greco aveva una tipologia ben precisa: si costituiva di una stanza principale – naos (cella) – che era il luogo dove era conservata la statua della divinità cui era dedicato il tempio; a questo nucleo centrale, si affiancavano altri ambienti, destinati a funzioni religiose; il tutto aveva inizialmente solo un portico anteriore, che poi si estese a tutto l’edificio con un colonnato continuo, che costituirà l’immagine più tipica del tempio greco. Paestum – Tempio di Nettuno V sec. a.C. 7 Le colonne sono scanalate, così da creare effetti chiaroscurali di maggior evidenza rispetto ad una colonna liscia. Atene Partenone 8 ENTASI Le colonne inoltre non sono dei perfetti cilindri, ma si restringono verso l’alto, rigonfiandosi ad un terzo dell’altezza. L'entasi e le scanalature danno uno “slancio” verso l'alto alla colonna. 9 INTERCOLUMNIO L’intercolumnio (distanza fra le colonne) avrà sempre misure molto calibrate per evitare il crollo dell’architrave. Side - Turchia 10 CORREZIONI OTTICHE E, come se ciò non bastasse, si sperimentano per fini estetici – vedasi il caso del Partenone – deformazioni volute, sì da correggere effetti di distorsione ottica, quali la curvatura leggermente arcuata dello stilobate o l’inclinazione delle colonne leggermente piegata verso l’interno. 11 L’inclinazione delle colonne d’angolo verso l’interno (Aegina) La curvatura dello stilobate (Partenone) 12 DENOMINAZIONI Il tempio prendeva varie denominazioni a seconda della posizione delle colonne, onde abbiamo: • a) il tempio in antis che fu il primo tipo a sorgere, con due colonne e due pilastri (ante) che sono la continuazione dei muri laterali sulla facciata; • b) doppiamente in antis, se la facciata posteriore ha le ante; • c) prostilo se alle ante o pilastri della facciata anteriore si sostituiscono le colonne; • d) amphiprostilo se le colonne si sostituiscono alle ante anche posteriormente; 13 • e) periptero se ha una fila di colonne tutt'intorno; • f) pseudo diptero se il tempio ha una sola fila di colonne e la seconda fila è incastrata nei muri laterali della cella; • g) diptero se ha una doppia fila di colonne; 14 Il tempio prende ancora denominazioni speciali in base al numero di colonne del pronao (o parte anteriore del tempio). Se ha quattro, sei, otto, dieci o dodici colonne si chiama tetrastilo, esastilo, ottastilo, decastilo, dodecastilo. Atene – il Partenone: pianta – tempio periptero ottastilo 15 Tempio diptero decastilo- Tempio di Apollo a Didima (Didymaion) – Turchia (TR) 16 GLI ORDINI CLASSICI Un ordine è sostanzialmente costituito da una colonna con base, da un capitello e dalla trabeazione sovrastante. Nei tre diversi stili varia soprattutto la forma del capitello, che ne permette la immediata riconoscibilità: semplice nell’ordine dorico, con due volute nell’ordine ionico, a canestro con foglie d’acanto nell’ordine corinzio. Ma non è solo il capitello a differenziare i tre ordini. L’ordine, infatti, è un sistema modulare che permette di dimensionare la costruzione di un edificio partendo dal solo diametro della colonna. Stabilito la misura del diametro, l’altezza della colonna era fissata – per convenzioni comunque suscettibili di modifiche – da un numero che ne dava il rapporto con il diametro. E così, altri rapporti numerici fissavano la dimensione degli altri elementi, dal plinto di base al capitello, dall’altezza della trabeazione alla distanza tra le colonne – detta intercolumnio –, con un insieme di regole che variavano da ordine ad ordine. 17 Il sistema di regole che fissava questo sistema di modularità, rispondeva a due esigenze principali: quella statica, che permetteva di rispettare i limiti di resistenza delle strutture e dei materiali impiegati, e quella estetica, che consentiva di ottenere edifici ben proporzionati ed armoniosi. Selinunte – Tempio di Hera - 470/460 a.C. 18 Gli stili od ordini greci, come pure i romani, furono chiamati classici per la loro perfezione, sicché servirono e servono tuttora di modello all'architettura, e si chiamano ordini per significare la disposizione perfetta delle parti che li compongono. L’ordine consta di tre parti principali: basamento, colonna e trabeazione. Sulla colonna sta il capitello e su questo poggia la trabeazione composta di architrave, fregio e cornice. 19 Il tetto poggia sulla cornice, che anteriormente e posteriormente forma un triangolo detto frontone, e la parte interna timpano. Agrigento – tempio della Concordia (440 - 430 a.C.) – periptero esastilo 20 Sul frontone esistono dei piccoli mattoni ornati, che si chiamano acroteri (1) e sul culmine un mattone ornato più grande, chiamato antefissa (2). 2 1 1 Antefissa a testa femminile Fine del VI secolo a.C. Terracotta Provenienza: Roma, Musei Capitolini, scavi del Giardino Romano 21 ORDINE DORICO Vitruvio ricorda che i Greci, per progettare un tempio dedicato ad Apollo, si ispirarono alle architetture viste nelle città dei Dori e, disegnandone le colonne "presero a unità di misura l'impronta del piede dell'uomo, e lo riportarono in altezza. E poiché avevano riscontrato che il piede è la sesta parte dell'altezza dell'uomo, applicarono questa proporzione anche alla colonna, facendola alta sei volte il diametro della base. Così la colonna dorica rappresentò negli edifici, la proporzione, la solidità e la bellezza del corpo virile". Vitruvio (Formia 70 ca. - 23 ca. a.C.) - architetto e trattatista romano, vissuto tra l'età di Cesare e i primi anni del regno di Augusto. La sua opera in dieci libri De Architectura fu scritta tra il 25 e il 23 a.C., quando Augusto – cui è dedicata – intraprendeva un grandioso programma di costruzioni pubbliche a Roma e nell'impero. Il trattato costituisce una fonte essenziale per la conoscenza delle tecniche edilizie, dei materiali da costruzione, delle tipologie degli edifici pubblici e privati, dell'urbanistica e dell'agrimensura degli antichi romani. Si ispirò ai trattati di Ermogene e di altri celebri architetti greci. 22 La colonna dorica, in genere priva di base, poggia direttamente sullo stilobate. Il fusto è scanalato longitudinalmente da sedici a venti scanalature. Il capitello è composto dall'abaco e dall'echino. Quest'ultimo, può presentarsi - nella versione più antica - in forma di cono tronco e ribaltato. Nell'ordine dorico romano, documentato anche da Andrea Palladio (architetto trattatista del XVI sec. d C), sotto l'echino si trova un cilindro schiacciato, liscio o decorato, chiamato collare. Il fregio dorico è suddiviso in metope e triglifi. 23 • • Il triglifo consiste in una formella in pietra, decorata con tre scanalature verticali (i glifi). La metopa consiste in una formella in pietra, scolpita a rilievo, posta in alternanza con i triglifi. Nel Partenone dell'Acropoli di Atene sono rappresentate scene mitologiche che celebrano la vittoria sui persiani. La figura mostra una trabeazione del Partenone su cui risaltano dei triglifi; si notino anche le metope interposte, seppure in cattivo stato. 24 Le diverse parti architettoniche erano colorate: i triglifi e i mutuli erano azzurri, le metope e il timpano rossi. Mutulo: Ciascuna delle mensole a forma di semplici prismi rettangolari sporgenti sotto il cornicione. 25 Olimpia – ricostruzione del tempio di Zeus (470 -456 a.C.) notare la vivace colorazione 26 • • Le colonne erano formate da rocchi di pietra. Il rocchio è ciascuno dei blocchi di pietra, a forma cilindrica e tronco conica, con cui venivano costruite le colonne dei templi greci. I rocchi venivano impilati uno sopra l'altro e collegati tra loro da una colata di piombo fuso, fatto passare attraverso un foro centrale che attraversava la colonna per tutta la sua lunghezza; 27 I rocchi dorici del tempio di Zeus a Olimpia Potevano subire delle lavorazioni superficiali diverse, come la scanalatura, a seconda dell'ordine architettonico a cui apparteneva il tempio. Scanalatura del fusto di tipo dorico (a spigolo vivo) Scanalatura del fusto di tipo ionico e corinzio (con listello) 28 Persino le tegole in diversi casi erano in pietra 29 30 31 • • • Esistono numerosissimi monumenti in stile dorico; dal tempio di Apollo a Delfi, di Zeus in Olimpia, oltre molti altri in Atene, Eleusi, Nemea e Pergamo e in Italia con Paestum, Segesta, Selinunte e la famosa valle dei templi di Agrigento con il tempio della Concordia splendidamente conservato. Il più bello di tutti però e il più famoso è il Partenone sull'acropoli di Atene, degli architetti Ictino e Callicrate, ornato da Fidia: la creazione più bella dell'architettura greca del tempo di Pericle, tempio ottastilo, periptero. Il tempio era dedicato alla dea protettrice della città, Atena Partenos (ossia Atena Vergine). 32 Atene – il Partenone (447- 438 a.C.) Atene – il Partenone (447- 438 a.C.) Architetti Ictino e Callicrate 33 Tempio di Nettuno a Paestum (SA) Periptero esastilo – V sec. a.C. Decisamente meno slanciato del Partenone ma ben conservato 34 Agrigento – tempio della Concordia (440 - 430 a.C.) – periptero esastilo 35 Selinunte (TR) - Il Tempio E, chiamato anche tempio di Era 36 Periptero esastilo di 70,18x27,65 m - cella doppiamente in antis (460-450 a.C) Cirene (Libia) – Tempio di Zeus (metà del V sec. a.C.) 37 ORDINE IONICO Vitruvio ricorda che i Greci, dopo aver inventato l'ordine dorico e volendo edificare un tempio dedicato ad Artemide, cercarono un nuovo tipo di bellezza, ispirato alla "gracilità femminile". Per ottenere un "aspetto più slanciato" realizzarono una colonna alta otto volte il suo diametro. Aggiunsero una base "a mo' di calzare; a destra e a sinistra del capitello collocarono volute pendenti come crespi cincinni di capigliatura"; decorarono le fronti con cimase e encarpi in forma di code e criniere; lungo il fusto scolpirono le scanalature per ricordare le "pieghe di lunghe vesti matronali". 38 Il capitello è composto dall'abaco e da un echino decorato da ovoli e terminante con quattro volute. Atene – Eretteo (421 – 407 a.C.) 39 L'architrave è diviso in tre parti. Il fregio è continuo (scompaiono le metope ed i triglifi) e, in genere, decorato con bassorilievi. La cornice è munita di dentelli e ricca di decorazioni. 40 • La colonna è striata longitudinalmente da 24 scanalature non a spigolo o angolo vivo, come nel dorico, ma ad angolo morto. • In seguito, altri architetti, dal gusto più raffinato, "stabilirono in altezza, per la colonna dorica sette diametri, per la ionica nove". 41 La base della colonna ionica è presente (al contrario di quella dorica) è finemente lavorata. Atene – acropoli - Eretteo (421 – 407 a.C.) 42 43 44 I Greci, osserva Vitruvio, mutuarono le colonne dalla figura umana. Quella dorica si ispira alla "nuda bellezza senza ornati" dell'uomo, mentre quella ionica richiama l'aspetto svelto, adorno e armonioso della donna. Nella parte laterale dell’Eretteo di Atene, al posto delle colonne ioniche usarono direttamente statue femminili. 45 Eretteo – acropoli di Atene I più bei templi di questo stile sull’acropoli di Atene sono l'Eretteo e il tempio di Atena Nike. 46 Eretteo (421- 407 a.C.) – acropoli di Atene Atene – acropoli -Tempio di Atena Nike (448 a.C.) 47 L’Artemision di Efeso fu completato, attorno al 550 a.C. Al giorno d'oggi nulla rimane, se non qualche minimo resto, del grande tempio, che per le sue immense dimensioni e la bellissima architettura ionica, fu considerata una delle sette meraviglie del mondo antico. 48 La realizzazione del progetto durò 120 anni. Questo tempio era frequentato anche dal filosofo Eraclito(Efeso, 535 a.C. – 475 a.C.). Un suo celebre aforisma:”Non troverai mai la verità se non sei disposto ad accettare ciò che non ti aspetti”. 49 Tempio di Apollo a Didima (TR) III sec. a.C. Notare la finissima lavorazione alla base delle colonne 50 Tempio di Apollo a Didima (TR) - III sec. a.C. 51 Tempio di Apollo a Didima (TR) - III sec. a.C. Notare la finissima lavorazione alla base delle colonne 52 Sardis (TR) 53 Priène (TR) - Tempio di Athéna 54 ORDINE CORINZIO Vitruvio scriveva che l'ordine corinzio, ad eccezione del capitello, presenta numerose analogie con quello ionico, sia nelle decorazioni che nelle proporzioni. Il corinzio "imita la gracilità e sveltezza virginali" e le sue colonne, "configurate colle membra gracili della vergine nella tenerezza dell'età, presentano effetti ornamentali assai graziosi". Pur essendo un ordine greco fu usato soprattutto dai romani e per l'eleganza e i riferimenti alla verginità, tale ordine è stato adottato in seguito anche dai cristiani, soprattutto nelle chiese dedicate a Maria Vergine o a giovani sante. 55 Quanto all'invenzione del capitello, è lo stesso Vitruvio a riferirne la storia. "La prima invenzione di quel capitello ha questa tradizione. Una fanciulla corinzia, già da marito, morì di malattia. Dopo la sepoltura, la sua nutrice raccolse e ordinò in un cestello rotondo tutti quei vasetti e coppe onde la fanciulla si era dilettata in vita, e lo collocò in cima al monumento, coprendoli con una tegola quadrata onde durassero di più all'aperto. Mappa di Corinto 56 Sotto il cestello si trovava a caso una radice di acanto, la quale, premuta dal cestello, a primavera gittò foglie e caulicoli, e questi, crescendo attorno al cestello e trovandosi spinti in fuori dagli angoli della tegola, furon costretti dal peso a flettersi nelle estremità delle volute. Allora Kallimachos (...), passando a lato di quel monumento, notò il cestello e le tenere foglie che gli crescevano attorno; e colpito dall'aspetto di leggiadra novità dell'insieme, costruì a Corinto capitelli su quel tipo, e ne fissò le misure proporzionali, e quindi stabilì il complesso delle proporzioni degli edifici di ordine corinzio". 57 Foglie di acanto La colonna corinzia è dotata di base e, in genere, gli elementi che la costituiscono si ispirano a quelli della base ionica. Il capitello, le cui forme slanciate conferiscono una maggiore verticalità all'intera colonna, è costruito attorno ad un volume di base, a forma di cestello o campana rovesciata denominata càlato, in riferimento al racconto di Vitruvio sull'architetto Callimaco. 58 I lati dell'abaco sono concavi e, al centro, sono impreziositi da una decorazione floreale, come una rosetta. Al posto dell’echino troviamo il càlato (o Kalathos). Attorno ad esso sono scolpite, su due o tre file sovrapposte, foglie di acanto. 59 La trabeazione, dotata di fregio continuo e decorato con bassorilievi, presenta una cornice con dentelli e mutuli a doppia voluta (modiglioni). 60 Atene – tempio di Zeus Olimpio Durante il periodo ellenistico ed il periodo romano è stato il tempio più grande della Grecia (iniziato nel VI sec. a.C. ma completato nel 131 d.C.). Sullo sfondo l’acropoli e il Partenone. 61 Pergamo (TR) 62 Aphrodisias - TR 63 Petra (Giordania) “Il tesoro” (I sec. d.C.) Ordine corinzio 64 Petra (Giordania) “Il tesoro” (I sec. d.C.) Ordine corinzio 65 Tempio di Artemide – Gerasa - Giordania 66 DJEMILA - ALGERIA 67 ORDINI ROMANI Il tuscanico (o toscano) rappresenta invece una variante locale italica del dorico e l'ordine composito, fu invece una creazione romana dell'epoca di Augusto mescolando gli stili ionico e corinzio insieme. Ordine Tuscanico 68 I cinque ordini – Vignola 1562 Capitello composito Myra (ora Kale) TR 69 Capitello composito Selcuk (presso Efeso) – TR 70 Efeso (TR) – biblioteca di Celso (110 e il 135 d.C.) – ordine composito 71 La modularità degli ordini architettonici divenne uno strumento progettuale, utile per controllare le dimensioni di ogni elemento di una costruzione. Fissato il diametro delle colonne, il resto delle dimensioni scaturiva dai rapporti proporzionali fissati per ciascun ordine. Questo strumento progettuale garantiva la validità della costruzione sia sul piano statico sia su quello estetico: il risultato era un edificio stabile e con proporzioni armoniose. Le culture successive alla greca – dalla romana fino all’eclettismo storicistico tardo-ottocentesco –, utilizzeranno gli ordini architettonici anche se spesso lo faranno con fini puramente estetici. Bergamo: i due propilei, disegnati da Giuseppe Cusi nel 1828 sono realizzati da Antonio Pagnoncelli nel 1837 72 Parigi - S. Sainte-Marie-Madeleine - 1842 73 Nashville (U.S.A.) – Parthenon 1897 74 Edificio della Corte suprema - Washington (U.S.A.) – (1932-35) 75