P roprio mentre il re di Spagna e il sacro romano imperatore si riunirono nella sola persona di Carlo V d’Asburgo, per un estremo (ma perdente) tentativo di resuscitare il vecchio universalismo medievale, l’Europa cinquecentesca conobbe la sua più grave lacerazione. L’ansia di rinnovamento presente in tanti cristiani dell’epoca era delusa dalla spettacolo scandaloso di una Chiesa corrotta. La protesta di un sconosciuto frate tedesco, indignato per l’ennesima «vendita delle indulgenze», si trasformò in un sommovimento generale. Troppo tardi la Chiesa Cattolica capì l’errore e rispose alla Riforma luterana con l’asprezza di una Controriforma dura con se stessa e feroce con i suoi nuovi nemici. E se lo scontro in Germania conobbe un primo temporaneo compromesso, in Francia si risolse in un bagno si sangue. Nelle isole britanniche, invece, anche grazie alla riforma anglicana, si preparava l’età d’oro dell’Inghilterra: quella di Elisabetta I. Il secolo XVII si sarebbe aperto con il perfezionarsi dell’assolutismo monarchico grazie agli abili sovrani francesi ormai, in virtù della decadenza degli spagnoli usciti sconfitti dalla Guerra dei Trent’Anni, padroni del campo. E, soprattutto, padroni dell’Italia, per la quale la crisi era cominciata, spietata e irreversibile. Le origini dell’Europa moderna 1600 Per orientarti 1490 1500 1516-1556 C 10 C 12 Impero di Carlo V Da ricordare C 13 Regno di Filippo IV di Spagna Regno di Elisabetta d’Inghilterra 1643-1715 1618- 1648 C 13 Guerra dei Trent’Anni 1545-1563 218 C 12 1700 1621-1665 1556-1598 C 12 Regno di Filippo II di Spagna 1558-1603 1600 C 10 C 11 Carlo VIII di Francia invade l’Italia 1516 C 11 Pace di Noyon: parte dell’Italia passa sotto il dominio straniero © Loescher Editore – Torino 1534 Enrico VIII fonda la Chiesa anglicana; Ignazio di Loyola fonda i Gesuiti C 10 1541 Calvino crea il concistoro a Ginevra C 10 1571 C 12 Battaglia di Lepanto 1598 C 12 1581 C 12 Indipendenza dell’Olanda dal re di Spagna Regno di Luigi XIV di Francia 1559-1713 C 14 Predominio spagnolo in Italia 1648 C 13 Pace di Westfalia: fine della Guerra dei Trent’Anni 1624-1642 C 13 Il cardinale Richelieu primo ministro di Francia Concilio di Trento: Controriforma cattolica 1517 C 10 Lutero pubblica le 95 tesi: inizio della Riforma protestante 1494-1495 C 13 Editto di Nantes: pace religiosa in Francia 1621 -1643 C 13 Olivares primo ministro di Spagna 1685 C 13 Luigi XIV sopprime la libertà di culto 1689-1725 C 13 Pietro I zar di Russia C 13 1701 Il ducato di Prussia diventa regno © Loescher Editore – Torino 219 La Riforma protestante e la Controriforma cattolica Regno di Norvegia R E G NO DI SV E Z IA REGNO DI SCOZIA Cattolici Luterani Estonia Mare del Nord Irlanda REGNO DI DANIMARCA Ortodossi Ducato di Granducato Prussia di Lituania Paesi Bassi Spagnoli Musulmani Raffaello, particolare della messa di Bolsena con le guardie svizzere del Papa, Città del vaticano, Stanza di Eliodoro. Oceano Boemia Slesia Canato di Astrahan C anato d i C ri m ea Princ. di Austria CONFED. Transilvania SVIZZERA Tirolo DUC. DI Regno di SAVOIA Ungheria Princ. di Moldavia Circassia Princ. di Valacchia REP. DI GENOVA Corsica Armenia I M P E R O O T T O M A N O a Regno di Napoli ia Georgia Mar Nero ani Regno di Sicilia Algeria r i a i SULTANATO DI FEZ E DEL MAROCCO Regno di Sardegna Bulgar Alb Baleari STATO DELLA CHIESA Tunisia S R E G NO DI S PAG N A MALTA Mar Mediterraneo Creta Le principali confessioni religiose in Europa a metà del Cinquecento 10.1 Lutero e la Riforma protestante La Chiesa all’inizio del Cinquecento Durante l’epoca medievale, in Europa occidentale la Chiesa si era affermata come l’unico potere universale – si era imposta a più riprese anche sull’impero – e tale era ancora considerata al principio del XVI secolo. Più volte movimenti di fedeli e di intellettuali avevano contestato i privilegi del clero – potere e ricchezze – ma erano sempre L’antipapa Clemente VII in una miniatura del XV sec. REGNO DI POLONIA Moravia R E G NO DI Franca F R A N C IA Contea REGNO DEL PORTOGALLO Anglicani RU S S O REGNO D’INGHILTERRA Atlantico Calvinisti I M P E RO stati contrastati con fermezza e successo. E agli inizi del Cinquecento, ogni europeo, dal semplice contadino al sovrano, si considerava cristiano e figlio obbediente della Chiesa. La Curia romana (la corte dei papi) era a capo dello Stato pontificio e deteneva un potere economico enorme: riceveva in continuazione beni da tutto il continente, perché tutti erano obbligati al pagamento delle decime – una tassa su una parte dei raccolti – ed erano incoraggiati a lasciare in eredità alla Chiesa parte delle loro ricchezze e a guadagnarsi il Paradiso con offerte volontarie. Per tutto il Quattrocento, i papi avevano inoltre continuato a presentarsi come arbitri della politica intervenendo direttamente nei contrasti che si verificavano tra principi e re: sia in Italia, dove possedevano addirittura uno Stato proprio, sia in Europa (si pensi alla bolla Inter caetera del 1493, che regolava la spartizione tra spagnoli e portoghesi del Nuovo Mondo). Nel farsi supremo giudice delle più importanti questioni politiche e giuridiche, Roma attribuiva a sé (tra l’altro ottenendo ingenti guadagni) ogni causa di una certa importanza: e una dichiarazione favorevole o sfavorevole dei papi o dei loro tribunali era in grado di condizionare le sorti di famiglie, principi, città. Nell’esercitare questo potere, la Chiesa sfruttava le divisioni tra i potenti e si appoggiava ora ad alcuni ora ad altri in un gioco variabile di alleanze finalizzato a trarre sempre il massimo vantaggio. Il diffuso malcontento dei fedeli A questa supremazia non si accompagnava più, tuttavia, un solido e indiscusso primato morale e spirituale. Le pressanti richieste economiche, lo scarso esempio morale e molto spesso anche l’ignoranza dottrinale (spesso i rappresentanti del clero inferiore non conoscevano i principi della dottrina cristiana) costituivano una ragione di scandalo e insofferen- za, sia per gli abitanti delle campagne, i più poveri (e più tassati), sia per i residenti nei quartieri popolari e borghesi delle città. Milioni di europei guardavano poi con preoccupazione e disagio crescente la politica degli alti prelati e dei pontefici tesa esclusivamente alla difesa e all’incremento del potere, della ricchezza e del prestigio del papato. A loro volta, i sovrani delle monarchie nazionali o i grandi principi dell’Impero germanico lamentavano le interferenze della Chiesa nei loro domini e soprattutto la presenza nei loro territori di possedimenti ecclesiastici (terre, abbazie, benefici associati a vescovati) che godevano di ampi privilegi fiscali e giuridici. La dura lotta sostenuta dal papato contro la monarchia francese all’inizio del XIV secolo aveva riguardato proprio il mantenimento dell’esenzione fiscale per i beni della Chiesa sul territorio francese. I movimenti spirituali e i nuovi ordini religiosi, portatori di una esemplare spinta al rinnovamento, erano stati accolti e incoraggiati ma si erano rivelati ancora troppo deboli per riportare la Chiesa nel suo complesso all’autentico messaggio cristiano. In generale, dunque, il clero finiva per trascurare il proprio compito di annunciatore del Vangelo e non forniva l’esempio di vita cristiana richiesto dai fedeli: un atteggiamento che suscitava crescenti critiche e diffuso malcontento. © Loescher Editore – Torino 220 1490 © Loescher Editore – Torino 1501 Manuzio stampa il primo libro in caratteri aldini 1559 Mercatore pubblica il planisfero per i naviganti 1561 Prima fiera del libro a Francoforte XVI-XVII sec. Spagna ripetutamente in bancarotta 1700 221 3 10 Le origini dell’Europa moderna ed elargire ai bisognosi in cerca della misericordia di Dio e della liberazione dalle pene. Incisione satirica: Lutero tira la barba a Calvino ed entrambi tirano le orecchie al papa. 1)I teologi medievali avevano affermato l’esistenza del Purgatorio: un luogo in cui le anime dei defunti entrati nella grazia di Dio ma non ancora pienamente purificati dovevano trascorrere un periodo di dolorosa penitenza prima di raggiungere il Paradiso. La simonia e la «vendita delle indulgenze» concubinato: la condizione di chi convive con una persona dell’altro sesso senza essere sposato. dogma: verità rivelata da Dio e come tale accettata indiscutibilmente dai credenti. Nonostante le ricorrenti condanne ufficiali (che datavano fin dall’XI secolo), era diffuso il malcostume della simonia, un’autentica piaga per la credibilità della Chiesa, consistente nella vendita delle cariche ecclesiastiche. Molte illustri casate ottenevano, pagando somme enormi, la nomina a incarichi di prestigio per i membri della propria famiglia. La consacrazione a vescovo o ad abate, in particolare, equivaleva all’assegnazione di un feudo e dava dunque accesso a un enorme potere economico da gestire a vantaggio della famiglia stessa. In aggiunta, costoro trascuravano la funzione pastorale connessa alla propria carica e anzi mantenevano lo stile di vita proprio dell’aristocrazia laica, continuando a risiedere a corte e spesso praticando il concubinato . All’inizio del Cinquecento, all’origine di un nuovo grave scandalo vi furono gli eccessi nella cosiddetta «vendita delle indulgenze». Questa pratica si basava su due dogmi della teologia cattolica. 1)Il sacrificio di Cristo sulla croce e le opere dei santi avevano consentito l’accumulo di un patrimonio di meriti e grazia che la Chiesa aveva il compito di amministrare In forza di questi dogmi, molti predicatori avevano preso ad annunciare che i fedeli ancora in vita avrebbero potuto aiutare le anime dei defunti pregando per loro e facendo offerte alla Chiesa; questa avrebbe poi utilizzato il suo patrimonio di grazia provvedendo a compensare le opere buone che i defunti non avevano compiuto, ottenendo per loro l’«indulgenza», cioè una riduzione, o cancellazione, del periodo di penitenza nel Purgatorio. La vendita delle indulgenze si diffuse velocemente e fu favorita in ogni modo dalla Chiesa; il flusso di denaro proveniente dai fedeli fu principalmente destinato a finanziare lo sfarzo e il mecenatismo della corte papale e delle curie vescovili in tutta Europa. Quando, all’inizio del XVI secolo, per finanziare la costruzione della basilica di San Pietro a Roma, i papi Giulio II (1503-1513) e Leone X (1513-1521) cercarono di spingere i fedeli ad aumentare ancora le loro offerte, scoppiò allora una nuova e decisiva contestazione, che avrebbe portato alla divisione religiosa del continente europeo. Gli umanisti cristiani L’universo religioso dell’Europa di inizio Cinquecento era in movimento e non privo di fermenti. Confraternite laiche e movimenti popolari di spiritualità, alcuni con una storia ormai secolare, propugnavano il ritorno ai precetti del Vangelo e a una vita di fede più morigerata. Dall’inizio del Quattrocento si era diffuso dai Paesi Bassi, e poi in tutta l’Europa settentrionale, il movimento conosciuto come Devotio moderna (devozione moderna). Il movimento si ispirava principalmente all’opera del monaco e umanista tedesco Tommaso da Kempis (1380-1471), autore (forse con altri) del libretto De Imitatione Christi (L’imitazione di Cristo). I seguaci Hans Holbein il Giovane, Tommaso Moro. La Riforma protestante e la Controriforma cattolica della Devotio moderna non erano interessati alla riforma della Chiesa, ma intraprendevano un cammino di rinnovamento personale. Essi sceglievano di rimanere allo stato laicale e di praticare quotidianamente le virtù cristiane (mitezza, umiltà, carità) cercando di imitare l’esempio di Gesù Cristo. Altri umanisti di convinta fede cattolica, come Erasmo da Rotterdam nei Paesi Bassi e Thomas More (Tommaso Moro) in Inghilterra, attenti studiosi della Bibbia e dei testi dei Padri della Chiesa, chiedevano autorevolmente alle gerarchie ecclesiastiche di rinunciare a parte dei loro privilegi e ambizioni per tornare all’insegnamento di Cristo; essi non volevano distruggere la struttura della Chiesa, ma, in generale, proponevano una moralizzazione che avrebbe portato a una religiosità consapevole, aperta e tollerante, lontana sia dalle superstizioni medievali, sia dalla semplice appartenenza per tradizione alla «cristianità». Inoltre – elemento originale – ritenevano necessaria la lettura diretta delle Sacre Scritture, che la maggioranza dei fedeli e anche parte del clero ignoravano completamente. Lutero e la pubblicazione delle 95 tesi Hans Holbein il Giovane, Erasmo da Rotterdam. Hans Holbein il Giovane, Disputa fra Lutero e Eck a Pleissenburg. Nel clima di crescente insoddisfazione e scandalo nei confronti della politica della Chiesa romana, in Germania si levò la voce di Martin Lutero (1483-1546), che nel 1517 avviò un movimento di riforma che ebbe conseguenze imprevedibili. Monaco agostiniano, teologo e profondo conoscitore della Bibbia e degli scritti di San Paolo, Lutero aveva ottenuto la docenza presso l’Università di Wittenberg (in Sassonia, nella Germania centro-orientale) dove teneva insegnamenti sulle Sacre Scritture. Nel 1510 era stato inviato a Roma dalla sua congregazione restando profondamente turbato dal fasto della Curia romana. Ma la causa del suo disagio non erano solo il potere e le ricchezze della Chiesa. Sotto l’aspetto più propriamente dottrinale, egli infatti era impegnato da anni in una lunga e personalmente difficile riflessione sul significato della salvezza e del peccato; e si era allontanato sempre più dalla teologia ufficiale che assegnava alle opere terrene una grande importanza per l’accesso al regno dei cieli. In sostanza riteneva che questo non fosse il © Loescher Editore – Torino 222 1490 © Loescher Editore – Torino 1501 Manuzio stampa il primo libro in caratteri aldini 1559 Mercatore pubblica il planisfero per i naviganti 1561 Prima fiera del libro a Francoforte XVI-XVII sec. Spagna ripetutamente in bancarotta 1700 223 3 10 Le origini dell’Europa moderna Lucas Cranach il Vecchio, La dottrina della giustificazione per fede, 1529 circa, Norimberga, Germanisches Nationalmuseum. Pagine autografe della Bibbia tradotta in tedesco da Lutero. peccato originale: stato di colpa connaturato ad ogni essere umano, che si cancella con il battesimo. sacramenti: secondo la dottrina cattolica sono i gesti che Gesù ha affidato alla Chiesa affinché, attraverso essi, trasmetta ai fedeli la forza del suo Spirito. I sacramenti sono sette: battesimo, confermazione, eucaristia, riconciliazione, matrimonio, ordine e unzione degli infermi. Tweet Storia p. 358 vero messaggio di Cristo e che esso nel corso dei secoli fosse stato in parte dimenticato e tradito. Nel pieno della sua riflessione teologica, Lutero fu vivamente disgustato da un ennesimo scandalo che coinvolgeva la Chiesa e la sua predicazione del Vangelo: l’arcivescovo di Brandeburgo, Alberto Hoenzollern, aveva deciso nel 1517 di intensificare la vendita delle indulgenze nella sua diocesi per poter pagare un ingente prestito. La somma era stata utilizzata per «acquistare» il titolo di vescovo di Magonza. L’iniziativa dell’arcivescovo era appoggiata dalla Curia romana, impegnata anch’essa con papa Leone X nell’edificazione della Basilica di San Pietro, e alla ricerca di ulteriori fondi. Nel clima di insofferenza suscitato dai discorsi di predicatori incaricati dall’arcivescovo, il 31 ottobre 1517 Lutero pubblicò un documento in cui proponeva la discussione di 95 tesi contrarie alla pratica della vendita delle indulgenze e a sostegno delle sue idee sulla fede e sulla salvezza delle anime. Secondo la tradizione, queste tesi furono affisse sul portale del duomo di Wittenberg affinché tutti potessero leggerle. In realtà, questo non avvenne perché Lutero si rivolgeva a una cerchia limitata di teologi e vescovi. È vero, tuttavia, che le tesi conobbero prestissimo una diffusione eccezionale: tradotte in tedesco (erano state redatte in latino) presero a circolare anche tra i semplici credenti ed ebbero un effetto così forte che andarono ben oltre le iniziali intenzioni di Lutero. Le novità della dottrina di Lutero Ecco le convinzioni teologiche e i punti più importanti sostenuti da Lutero nelle sue 95 tesi e nelle opere da lui scritte nella prima fase della discussione pubblica delle sue idee: • Lutero ha un’idea pessimistica della capacità dell’uomo di resistere alla tentazione del male : la libertà dell’uomo è stata irrimediabilmente compromessa dal «peccato originale» . Egli perciò usa l’espressione «servo arbitrio» per indicare la permanente condizione di peccatore che affligge l’uomo. A questa visione negativa si contrappose Erasmo da Rotterdam, il quale sostenne invece, proprio in dialogo con Lutero, che l’uomo, nonostante le sue colpe e la sua debolezza, ha la possibilità di usare il «libero arbitrio» per scegliere il bene piuttosto che il male, in questo aiutato da Dio, dagli insegnamenti della Chiesa, dai sacramenti e dall’esempio dei santi. • Se l’uomo è incapace di perseguire davvero il bene, la «giustificazione» (l’essere «considerato giusto da Dio» in modo da ottenere la salvezza) non può essere «guadagnata» con l’impegno nelle opere buone (tantomeno, quindi, con le offerte in denaro per ottenere l’indulgenza). [Testimonianze documento 1, p. 316] Infatti, quando il fedele ritiene di aver compiuto un’opera buona, subito crede di potersi salvare da solo, senza l’aiuto di Dio (con una sorta di «autogiustificazione»), e cade nel peccato più grave di tutti, ossia nella negazione della bontà e misericordia di Dio. La salvezza annunciata dai Vangeli e da San Paolo è dunque un dono di Dio e si ottiene solo con la fede. Di fronte a questo dono, tutte le opere buone perdono dunque di importanza: è certamente necessario l’impegno a una vita coerente con l’insegnamento del Vangelo, ma quello che conta è l’aiuto di Dio, cioè la sua «grazia» . Dio, e solo lui, decide e opera la salvezza dell’uomo: la volontà di Dio non è condizionabile dal comportamento umano. • L’unica guida del cristiano alla conoscenza della verità del Vangelo è la lettura personale della parola di Dio. Ogni fedele può orientare la propria vita in base alla Bibbia e non c’è alcun bisogno la Chiesa imponga la propria tradizione e stabilisca come deve essere letta la Sacra Scrittura. • Anche i sacramenti che la Chiesa amministra pèrdono importanza, poiché è solo la fede a dare la salvezza. Per Lutero mantengono valore solo il battesimo, con il quale si diventa cristiani, e l’eucaristia, simbolo dell’amore di Cristo. A proposito dell’eucaristia, Lutero sostenne anche – diversamente dalla dottrina ufficiale della Chiesa – che nel pane consacrato non avviene una completa transustanziazione (cioè la trasformazione del pane e del vino in corpo e sangue di Cristo), quanto piuttosto una consustanziazione (si verifica una compresenza di pane e vino con il corpo e sangue di Cristo). Veniva quindi indebolito il dogma della «presenza reale di Cristo» nell’eucaristia. • Non c’è più bisogno del clero come intermediario tra Dio e gli uomini. Tutti i credenti partecipano del «sacerdozio universale», cioè guidano se stessi nella La Riforma protestante e la Controriforma cattolica fede in piena autonomia. Nella comunità cristiana possono solo esserci dei «pastori», cioè dei conoscitori della Bibbia (e per i quali non vige l’obbligo di celibato), che si dedicano alla predicazione. Quindi perde ogni valore un sacramento come la confessione (che necessita dell’intermediazione di un sacerdote). • Il credente, che sa di essere salvo per fede, non si preoccupa più della salvezza del suo «uomo interiore» e non segue la morale per ottenere il Paradiso; al contrario, dedica con fiducia le sue energie di «uomo esteriore» a vivere bene da cittadino, obbedendo alle leggi e alle regole della sua comunità. Così comportandosi si dimostra degno di ricevere l’aiuto di Dio. Al di là delle novità teologiche esposte nelle 95 tesi, erano in particolare la contestazione dell’importanza dei sacramenti e l’esaltazione del libero esame personale della Bibbia a costituire una minaccia per la Chiesa romana. Perdendo la propria autorità verso i fedeli le gerarchie cattoliche sarebbe state costrette a rinunciare anche a buona parte dei propri privilegi economici e politici. A I concetti chiave della dottrina luterana Novità della dottrina luterana 1490 La teologia tradizionale cattolica Salvezza Si ottiene solo grazie alla fede. Si ottiene grazie alla fede e alle «opere buone». Sacre Scritture Bisogna leggerle e cercare di capirle; non serve la mediazione del clero. L’interpretazione della parola di Dio è data dalle autorità ecclesiastiche. Tra l’uomo e Dio c’è un Sacerdozio contatto diretto. Il sacerdozio è «universale». Il sacerdozio è riservato al clero, cioè ai sacerdoti formati nei seminari e nelle scuole di teologia. Infallibilità Lutero nega il dogma di infallibilità del papa. del papa In merito a questioni religiose il papa non può sbagliare. L’adesione entusiastica alla proposta luterana Le 95 tesi e i successivi scritti di Lutero furono rapidamente riprodotti in centinaia di copie nelle tipografie di tutta Europa e furono acquistati da nobili e borghesi favorevoli alla riforma della Chiesa. Nel corso della polemica un grande ruolo fu giocato dunque dalle nuove tecniche di stampa , che favorirono © Loescher Editore – Torino 224 grazia: complesso di doni soprannaturali che Dio concede all’uomo per disporlo alla partecipazione della vita eterna. Album p. 238 Tweet Storia p. 358 © Loescher Editore – Torino 1501 Manuzio stampa il primo libro in caratteri aldini 1559 Mercatore pubblica il planisfero per i naviganti 1561 Prima fiera del libro a Francoforte XVI-XVII sec. Spagna ripetutamente in bancarotta 1700 225 3 10 Le origini dell’Europa moderna una straordinaria diffusione di pubblicazioni di ogni tipo (a volte dotate di illustrazioni satiriche, comprensibili anche agli analfabeti) che riproducevano gli argomenti sostenuti dalle parti in causa. D9 Non secondaria in questo contesto fu la decisione di Lutero di usare spesso nei suoi scritti la lingua tedesca (in seguito egli avrebbe addirittura tradotto in tedesco la Bibbia). In questo modo, mentre papa Leone X e la sua curia inizialmente trascurarono l’importanza della contestazione e affidarono la risposta a dotti teologi che, pensavano, avrebbero facilmente vinto la disputa tra intellettuali, le popolazioni si impadronirono della questione e vi parteciparono con crescente fervore. A questa entusiastica adesione alle tesi luterane non furono estranee motivazioni politiche e sociali. Contadini e poveri in generale vedevano in Lutero un contestatore del clero potente e avido e un sostenitore non solo della libertà personale e interiore del cristiano, ma anche dell’uomo nei confronti dei suoi sfruttatori. La borghesia, a sua volta, condivideva l’appello a liberarsi definitivamente del rispetto per le gerarchie di origine medievale (ecclesiastiche e laiche) e si sentiva incoraggiata dall’esaltazione della responsabilità e dignità personale del laico che si impegna nel mondo: l’onestà e l’intra- prendenza del borghese si affermava contro gli scandali morali del clero. Gli intellettuali apprezzavano, da parte loro, lo stimolo di Lutero a discutere privilegi sociali del clero e la mancanza di libertà nella circolazione e discussione delle idee. I nobili tedeschi, infine, facendo proprie le tesi Lutero intendevano affermare la propria autonomia da Roma e dall’impero, e in esse vedevano un’esaltazione dello spirito nazionale tedesco contro l’universalismo romano. La scomunica di Lutero e l’allargamento della frattura Di fronte al crescente successo di Lutero e all’ingrandirsi delle fila dei suoi sostenitori, la Chiesa reagì infine con durezza. Nel 1520 Papa Leone X emanò la bolla Exsurge Domine, con la quale minacciava Lutero di scomunica qualora non avesse ritrattato i suoi insegnamenti. Il monaco rispose bruciando pubblicamente il documento papale e il 3 gennaio 1521 fu scomunicato. Ora Lutero poteva essere arrestato e condannato come eretico, ma l’esecuzione del provvedimento era affidata all’imperatore Carlo V. Il sovrano, consapevole che una parte dei nobili e della borghesia era favorevole a Lutero, decise di affrontare la questione a La diffusione del luteranesimo in Europa Maggioranze luterane Presenze luterane ISLANDA (1550) REGNO DI NORVEGIA Bergen (1536 ) REGNO DI SVEZIA (1527) REGNO DI SCOZIA Edimburgo Dublino REGNO D’INGHILTERRA Londra Oceano Atlantico Stoccolma Mare REGNO DI d e l DANIMARCA Copenaghen Nord (1536 ) Königsberg Berlino Paesi Bassi Spagnoli Wittemberg Bordeaux Avignone Varsavia IMPERO GERMANICO (1517) Praga Slesia Magonza REGNO Franca DI ConteaCONFED. FRANCIA SVIZZERA Dossier 9 p. 344 Granducato di Minsk (1544) Lituania PRUSSIA Boemia Moravia Ratisbona REGNO DI SPAG NA Riga Amsterdam Amburgo Parigi Estonia REGNO DI POLONIA Kiev Vienna Austria Budapest Princ. di Princ. di Transilvania Tirolo Moldavia DUC. DI Regno di Milano SAVOIA Ungheria Princ. di Genova Valacchia Belgrado I M P E RO OT TO M A N O La Riforma protestante e la Controriforma cattolica Worms, nella Dieta – la periodica assemblea che riuniva i principi dell’impero – che si sarebbe aperta a fine gennaio di quello stesso anno. Qui egli sperava di convincere i «luterani» a rinunciare alla loro disobbedienza, salvando così l’unità religiosa dell’impero. Ma Lutero, che si presentò dinnanzi alla Dieta nel mese di aprile, rifiutò ancora di sconfessare le sue idee, avendo addirittura a suo favore parte dei nobili e rappresentanti delle città ivi convenuti. Con la maggioranza della Dieta contraria alle posizioni di Lutero, tuttavia, l’imperatore non ebbe altra scelta che proclamare un editto di condanna delle tesi luterane e ordinare il suo arresto. Lutero fu salvato da Federico di Sassonia, il quale inscenò un falso rapimento per sottrarlo all’arresto e alla minaccia del rogo. Sotto la protezione dei principi di Sassonia, Lutero continuò a predicare e a scrivere indisturbato. Con questo atto, Federico dichiarava apertamente di aderire al «luteranesimo», affermando così l’autonomia del suo principato da Roma e dall’imperatore. La diffusione della Riforma luterana in Germania Ben presto anche altri principati e città tedesche rifiutarono di applicare la condanna di Worms e adottarono ufficialmente il luteranesimo. L’adesione alla nuova Chiesa era un modo per liberarsi dai tributi imposti dal papato, e apriva anche la possibilità di impadronirsi dei beni della Chiesa sul proprio territorio: terre, abbazie, ricchezze delle diocesi. Lutero, inoltre, fedele alle proprie convinzioni, rifiutò di assumere un ruolo preminente in una Chiesa centralizzata e organizzata gerarchicamente. Le comunità di aderenti alla riforma, senza più clero, si organizzarono affidandosi alla protezione dei principi, e quindi dello Stato in cui vivevano, offrendo in cambio del rispetto della libertà di coscienza, l’obbedienza alle leggi e alle autorità politiche. I principi divenivano così, di fatto, anche i capi della nuova Chiesa luterana. Nel 1529, i seguaci della nuova fede protestarono con forza contro Carlo V, chiedendo la piena libertà religiosa. Per questo motivo da quell’anno essi furono detti anche, soprattutto nei paesi cattolici, «protestanti». Nel 1530, Filippo Melantone (1497-1560), umanista e teologo stretto collaboratore di Lu- Lutero brucia pubblicamente alcuni libri di diritto ecclesiastico e la bolla pontificia, incisione a colori del 1557. tero, elaborò una sintesi del credo luterano in vista di una nuova Dieta, convocata dall’imperatore Carlo V ad Augusta. La Dieta avrebbe dovuto riportare l’unità religiosa in Germania. Nel documento, detto Confessione di Augusta, Melantone usò un tono moderato e aprì al confronto con la dottrina tradizionale cattolica. Egli, infatti, sperava ancora che la Riforma potesse essere accolta da tutti i cristiani d’Europa. Ma, accanto a quella di Melantone, all’interno della stessa Riforma si erano già manifestate altre posizioni, ben più radicali. Durante la Dieta Carlo V cercò di sfruttare di questi disaccordi per imporre un ritorno all’unità religiosa, ma la scissione era ormai insanabile, e determinata non solo da argomenti di fede, ma soprattutto da rivendicazioni sociali ed economiche. 1490 confessione: termine che indica l’aperta adesione e dichiarazione pubblica della propria fede religiosa. Nel Cinquecento questa parola prese a indicare anche l’appartenenza a una o all’altra concezione del cristianesimo. Lutero e la rivolta di cavalieri e contadini Il venir meno del forte elemento di stabilità sociale costituito dal prestigio e dalla forza della Chiesa cattolica e l’entusiasmo suscitato dalle dottrine di Lutero portarono alla rivolta dapprima della piccola nobiltà e poi delle classi sociali più povere. © Loescher Editore – Torino 226 p. 314 © Loescher Editore – Torino 1501 Manuzio stampa il primo libro in caratteri aldini 1559 Mercatore pubblica il planisfero per i naviganti 1561 Prima fiera del libro a Francoforte XVI-XVII sec. Spagna ripetutamente in bancarotta 1700 227 3 10 Le origini dell’Europa moderna La prima pagina de La protesta di Spira di Thomas Muntzer, 1524. Prima, tra il 1521 e il 1523, si ribellarono i «cavalieri». Nel Medioevo essi rappresentavano una classe rispettata e potente, ma le trasformazioni economiche iniziate nel tardo Medioevo avevano accresciuto progressivamente l’importanza della borghesia, proprio a svantaggio dei cavalieri; inoltre lo sviluppo delle armi da fuoco riduceva sempre più la centralità della cavalleria nei conflitti militari. La rivolta fu scatenata dall’esclusione dei cavalieri dalla distribuzione delle terre confiscate alla Chiesa. Guidati da Franz von Sickingen e dall’umanista Ulrich von Hutten, essi assediarono le torri dell’arcivescovo di Treviri, rivendicando per sé il diritto di impadronirsi del principato, che era stato retto da un principe vescovo. L’adesione dei cavalieri al movimento luterano era dunque promossa dall’interesse e dal desiderio di riscatto sociale, ma non era priva di idealità: i cavalieri si ritenevano meno compromessi dei grandi nobili e feudatari con il passato di alleanza con i vescovi e con la Chiesa di Roma. Essi, quindi, si proponevano come guida di una nuova Germania più autonoma, unita e cosciente della sua identità nazionale. Per il pericolo che rappresentavano per l’ordine costituito essi furono duramente contrastati da una potente alleanza dei principi laici ed ecclesiastici, che riuscì a sconfiggerli e a disperderli. Tra il 1524 e il 1525 il problema si ripro- pose in dimensioni ancora più gravi, perché a ribellarsi in vaste aree del paese furono i contadini, esasperati dal crescente inasprimento delle richieste dei proprietari terrieri. I contadini chiedevano l’abolizione dei diritti feudali e delle limitazioni a produrre e vendere in proprio una parte dei raccolti. Essi si organizzarono in movimenti strutturati e giunsero a elaborare un documento unitario, detto Dodici articoli, che fu stampato in più di 25.000 copie: tra le richieste contenute c’erano l’abolizione di ogni servizio obbligatorio e di ogni servitù personale (come l’obbligo di risiedere nelle terre del padrone), la possibilità di esercitare liberamente la caccia e la pesca e di sfruttare i boschi, la facoltà di eleggere i parroci e l’abolizione delle decime. [Testimonianze documento 2, p. 316] Alla rivolta, che giunse a coinvolgere quasi tutte le province tedesche, aderirono anche importanti città come Magonza e Colonia e i minatori del Tirolo. Alla testa della rivolta dei contadini ci fu Thomas Muntzer (1490-1525), che sosteneva che la lotta per la libertà della fede e quella contro la povertà dovessero procedere di pari passo. Questa rivolta fu caratterizzata da gravi violenze; Lutero vide la sua dottrina utilizzata come mezzo per giustificare disordini e per destabilizzare la società e decise, allora, di prendere le distanze da questa azione di Muntzer. Lutero era rivoluzionario in campo religioso ma in campo politico riteneva che il principio di autorità dovesse rimanere intatto e né l’ingiustizia dei principi né la loro tirannia potevano giustificare la ribellione. La rivolta dei contadini fu quindi soffocata con la violenza: nel 1525 essi furono massacrati, in una battaglia contro un esercito ben più organizzato del loro, a Frankenhausen. A questa sconfitta seguirono stragi e persecuzioni, che fecero almeno 100.000 vittime. Muntzer stesso fu catturato, torturato e giustiziato. La pace tornò in tutta la Germania, ma era evidente che la Chiesa protestante stava sostituendo l’autorità dei legittimi sovrani a quella del papa e dei vescovi. I principi, infatti, erano incaricati di difendere la pace e l’equilibrio dei rapporti sociali, condizioni indispensabili affinché le coscienze dei fedeli, nel privato della loro esistenza, potessero coltivare la fede. [ I NODI DELLA STORIA p. 236] La Riforma protestante e la Controriforma cattolica La diffusione del calvinismo in Europa Forte presenza calvinista REGNO Presenze calviniste DI SCOZIA REGNO DI NORVEGIA Bergen REGNO DI SVEZIA (1567) (Chiesa presbiteriana) Estonia Stoccolma Edimburgo York Dublino Riga Mare del Nord Irlanda REGNO DI Copenaghen DANIMARCA Königsberg REGNO D’INGHILTERRA Londra DUCATO DI PRUSSIA Amburgo Amsterdam Berlino Paesi Bassi Anversa Spagnoli Oceano Atlantico Magonza Orléans Bordeaux CONFED. SVIZZERA DUC. DI SAVOIA DI Moravia Austria Tirolo Vienna Budapest Princ. di Transilvania Regno di Ungheria Milano Avignone Belgrado Genova Marsiglia SPAG NA POLONIA Praga Slesia (153 6) Boemia Contea Ginevra REGNO REGNO DI Ratisbona REGNO DI FRANCIA Franca (1559) (Ugonotti) Varsavia Wittemberg IMPERO GERMANICO Parigi Granducato di Lituania STATO DELLA CHIESA Corsica Princ. di Valacchia I M PE RO OTTO MANO Roma 10.2 Le altre «Chiese» riformate in Europa Il calvinismo Mentre nella Germania settentrionale si affermava l’insegnamento di Lutero, dalla Svizzera si diffuse un altro movimento di riforma. A guidarlo fu Giovanni Calvino (1509-1564), un teologo di origine francese che si stabilì nella città di Ginevra e la guidò con fermezza per rinnovare la vita cristiana e la vita civile degli abitanti. Calvino, figlio di una ricca famiglia francese, a differenza di Lutero non proveniva dagli ordini monastici, ma dagli studi di diritto. Egli seguiva la via inaugurata dal monaco tedesco contro Roma e il cattolicesimo, ma portò alle estreme conseguenze l’idea luterana che Dio e solo Dio decide del destino eterno degli uomini. Per Calvino, infatti, nessuno può sapere, prima della morte, se è stato predestinato alla salvezza o alla dannazione (una dottrina detta della «doppia predestinazione»). L’unico segno della predestinazione alla salvezza è la capacità, che infatti non tutti gli uomini dimostrano, di vivere in modo attivo, di lavorare con impegno, di accumulare ricchezze comportandosi da onesti e rispettati cittadini, tenendosi lontano dall’ozio e dalla pigrizia. L’impegno, la serietà e il successo nel lavoro assumevano quindi un significato religioso. Con i suoi insegnamenti, Calvino forniva uno stimolo molto forte alle virtù della borghesia, impegnata già da due secoli a trasformare la cultura europea e a valorizzare l’importanza del lavoro, del rischio negli investimenti, del benessere (pur senza ostentazioni ed eccessi) guadagnato con ingegno e costanza. Ora questi valori venivano «benedetti» da Dio ed erano anzi l’unico possibile segno della sua benevolenza. Calvino e i suoi seguaci sostenevano che la stessa società civile doveva diventare una comunità ideale, cioè un insieme ordinato di operosi e onesti cittadini, tutti accreditati a far parte della comunità dal loro rispettabile regime di vita e tutti obbedienti alle leggi morali del Vangelo e alle legittime autorità. L’ambiente ideale in cui cercare di realizzare © Loescher Editore – Torino 228 1490 © Loescher Editore – Torino 1501 Manuzio stampa il primo libro in caratteri aldini 1559 Mercatore pubblica il planisfero per i naviganti 1561 Prima fiera del libro a Francoforte XVI-XVII sec. Spagna ripetutamente in bancarotta 1700 229 10 Le origini dell’Europa moderna cantone: suddivisione politico-amministrativa della Svizzera. Anonimo, Ritratto di Calvino, XVII secolo, Ginevra, Collezione Albert Rilliet. multiconfessionale: si dice di uno Stato, di un territorio in cui coesistono più confessioni religiose. questo modello non era la Chiesa nazionale luterana che si stava in qualche modo organizzando in Germania, ma la singola città. La guida religiosa, morale e giuridica della città di Ginevra fu quindi unificata e affidata a un organismo ristretto, detto concistoro, composto da dodici laici scelti tra le famiglie più in vista, i «presbiteri» («anziani»), e da alcuni pastori. Il concistoro decideva di ogni aspetto della vita della città: vigilava sulla moralità e religiosità delle autorità intermedie, proibiva i divertimenti eccessivi, il gioco d’azzardo e il lusso, dettava di fatto le regole del vestire decoroso e limitava il numero e l’accesso alle taverne, agli spettacoli teatrali e a ogni forma di intrattenimento. Il concistoro aveva facoltà di individuare i peccatori e di escluderli dal sacramento dell’eucaristia, ridotta da Calvino a semplice atto simbolico di comunione tra gli eletti (e quindi senza più alcuna «presenza reale» di Cristo nel pane e nel vino). Da Ginevra il calvinismo si diffuse a est in Boemia e Ungheria, a ovest in Francia, a nord nei Paesi Bassi e in Scozia. La Riforma di Ulrich Zwingli e il movimento anabattista p. 312 Il calvinismo rispondeva dunque appieno alle esigenze della borghesia urbana, ormai in grado di assumere il controllo della vita sociale di intere nazioni. Allo stesso intento corrisposero anche il pensiero e l’azione di un altro grande riformatore: Ulrich Zwingli (1484-1531). Egli operò a Zurigo, dove, sviluppando le idee di Lutero, abolì il celibato del clero, ridusse l’eucaristia a un rito commemorativo dell’ultima cena, incamerò a favore della cittadinanza e delle opere di assistenza i beni della Chiesa, chiuse i conventi e fece togliere le immagini sacre dalle chiese. Queste iniziative furono assunte in pieno accordo con le autorità cittadine e furono accolte anche in altre città svizzere, come Berna e Basilea. Alcuni cantoni cattolici svizzeri si opposero alla diffusione della riforma di Zwingli, sia perché guidati da un’aristocrazia terriera che temeva il dinamismo della nuova società borghese, sia perché lo zwinglismo criticava duramente il mestiere del mercenario, estremamente diffuso nella Svizzera del tempo, specialmente nei cantoni più poveri. Nel 1531 i cantoni cattolici assaltarono Zurigo e vinsero la battaglia di Kappel, frenando la diffusione della riforma in territorio svizzero. Zwingli fu giustiziato come eretico e traditore. Da allora si consolidò nel paese una divisione religiosa che doveva portare allo Stato svizzero multiconfessionale odierno. Ma proprio a Zurigo nacque e si diffuse contemporaneamente il movimento degli «anabattisti», fondato da Konrad Grebel e Felix Manz. Il loro nome derivava dal fatto che essi sostenevano la necessita di «battezzare di nuovo» i credenti, considerando nullo il battesimo del neonato, in quanto ricevuto per volontà altrui. Essi proponevano un rinnovamento della società più radicale di quello proposto da Zwingli e dalle autorità: il vero cristiano doveva operare per la giustizia sociale e lottare contro ogni forma di disuguaglianza e privilegio. Inoltre, in nome dell’ispirazione divina rifiutavano ogni autorità: persino le Sacre Scritture erano meno importanti della viva voce di Dio, dalla quale si ritenevano direttamente ispirati. Essi furono perseguitati dalle autorità e Manz condannato a morte. Il movimento anabattista venne schiacciato a Zurigo, ma si diffuse in Germania, dove si unì a ciò che rimaneva della rivolta dei contadini. Nel 1534 gli anabattisti si impadronirono della città di Münster (nella La Riforma protestante e la Controriforma cattolica L’Impero dopo la Pace di Augusta (1555) Mar Baltico REGNO DI DANIMARCA Mar e del Nord Amburgo Pomerania Mecklemburgo Amsterdam Brunswick Brandeburgo si 3 Pa i es B as REGNO DI Wittemberg Assia Magonza Palatinato Würtemberg REGNO DI FRANCIA Augusta Franca Contea Cantoni Svizzeri Savoia POLONIA S Sassonia le Praga s ia Alto B o e m i a Palatinato Moravia Vienna Baviera Austria Tirolo Sti r i a UNGHERIA I M P E RO OT TO M A N O Ca r i n zi a Ducato di REP. DI VENEZIA Milano Protestanti Cattolici Limiti dell’Impero Germanico Germania nord-occidentale) e cacciarono sia cattolici che luterani: fondarono una città di «puri» dove fu abolita la proprietà privata ed eliminato il denaro, fonte di disuguaglianze. L’esperimento durò un anno: nel 1535 un esercito inviato da principi sia cattolici che luterani riconquistò la città e trucidò gli anabattisti. La nascita della Chiesa anglicana Le dottrine di Lutero e di Calvino suscitarono molto interesse anche in Inghilterra. Il re Enrico VIII (1509-1547) fu inizialmente ostile alla loro diffusione e il papa gli attribuì per questo il titolo di defensor fidei, ossia difensore della fede. Il cammino della Riforma in Europa Anno Hans Holbein il Giovane, Ritratto di Enrico VIII, 1534-36, Madrid, Thyssen-Bornemisza Museum. Evento 1517 Diffusione delle 95 Tesi di Lutero 1521 Bolla papale contro Lutero 1522-1523 Guerra dei cavalieri in Germania 1523 Riforma di Zwingli a Zurigo, Svizzera 1524-1525 Guerra dei contadini in Germania 1534 Atto di supremazia di Enrico VIII e nascita della Chiesa anglicana in Inghilterra 1534-1535 Diffusione del movimento anabattista in Germania 1536-1541 Diffusione delle teorie di Calvino a Ginevra 1555 Pace di Augusta: fine delle guerre di religione © Loescher Editore – Torino 230 1490 © Loescher Editore – Torino 1501 Manuzio stampa il primo libro in caratteri aldini 1559 Mercatore pubblica il planisfero per i naviganti 1561 Prima fiera del libro a Francoforte XVI-XVII sec. Spagna ripetutamente in bancarotta 1700 231 3 10 Le origini dell’Europa moderna Tuttavia, la possibilità di impadronirsi delle terre e dei beni della Chiesa e di rendersi autonomo da Roma costituiva un richiamo allettante per il re inglese. Di conseguenza, quando nel 1534 Enrico entrò in contrasto con il papa perché questi si era rifiutato di annullare il suo primo matrimonio con la cattolica Caterina d’Aragona, egli emise l’Atto di supremazia, con il quale decretava la nascita della Chiesa anglicana (cioè «inglese»). Il provvedimento, approvato dal Parlamento, stabiliva che la nuova chiesa sarebbe stata guidata non dal papa ma dal sovrano, che quindi diveniva contemporaneamente capo politico e capo religioso del suo regno. Da quel momento Roma perse ogni autorità anche su questa parte d’Europa. In una prima fase la Chiesa d’Inghilterra mantenne i riti e la dottrina cattolica: tuttavia, sotto i sovrani Edoardo VI (1547-1553) e Elisabetta I (1559-1603) gradualmente se ne distaccò, pur accogliendo solo parzialmente le posi- p. 312 Tiziano, Ritratto di Carlo V a cavallo, 1548, Madrid, Museo del Prado. zioni degli altri riformatori e mantenendo saldamente non solo il clero ma anche la sua struttura gerarchica. Il conflitto tra cattolici e protestanti e la Pace di Augusta Come abbiamo accennato in precedenza, per evitare la frammentazione del suo impero e tentare di ricomporre le divisioni, Carlo V aveva convocato nel 1530 una Dieta imperiale nella città di Augusta. Qui Filippo Melantone, a nome dei protestanti, aveva presentato la cosiddetta «Confessione di Augusta», un documento che riassumeva tutte le convinzioni di fede della Riforma. Il tentativo di Carlo V di riportare l’unità non ebbe successo e già nel 1531, per difendere la propria autonomia, i principi protestanti formarono tra un’alleanza difensiva, chiamata «Lega di Smalcalda» (dal nome della città tedesca di Schmalkalden). Carlo V compì altri tentativi di ricostituire l’ordine religioso ma fallì. Dalla metà degli anni Quaranta iniziava dunque un conflitto armato tra cattolici e protestanti che, tra alterne vicende, doveva portare nel 1555 alla Pace di Augusta. La Pace stabilì che ciascun principe aveva il diritto di decidere quale confessione cristiana doveva essere obbligatoriamente seguita dai propri sudditi: un principio sintetizzato dalla formula latina Cuius regio eius religio, ossia letteralmente «A chi appartiene la regione, sua sia la religione». Chi, fra i sudditi, non condividesse la scelta del principe, era libero di emigrare, a patto di vendere prima i suoi possedimenti e di rinunciare a ogni diritto sul territorio che abbandonava. A metà Cinquecento, la riforma luterana, quella calvinista e quella anglicana si erano ormai affermate e l’unità religiosa dell’Europa era compromessa. Insieme ad essa, cambiava inevitabilmente anche l’assetto politico del continente, perché la piena autonomia di ogni Stato era ormai affermata in ogni ambito della vita civile. Roma non esercitava più un potere giuridico riconosciuto universalmente e non poteva più fare da arbitro tra gli Stati europei e all’interno di essi. Cominciava così l’era dei sovrani assoluti, padroni in ogni campo, anche con le loro scelte religiose, del destino dei loro sudditi. 10.3 La Controriforma «Riforma cattolica» e «Controriforma» Già prima dello scoppio della contestazione di Lutero, nella Chiesa cattolica occidentale, ancora unita, si erano levate molte voci che chiedevano un rinnovamento della vita cristiana e un maggiore impegno del clero nella guida dei fedeli. Questo fervore diffuso aveva poi portato alla nascita – proprio negli anni della contestazione luterana – di diverse iniziative che crearono le condizioni per un rinnovamento della Chiesa. Nel 1524 furono fondati i Teatini, che tentavano di elevare moralmente la vita del clero; nel 1526 la Regola francescana fu in parte rinnovata dalla nascita del ramo dei Cappuccini, che si proponevano di ritornare all’originale messaggio francescano cioè alla semplicità della vita; nel 1528 Girolamo Emiliani fondò i Somaschi, votati principalmente all’accoglienza e all’educazione degli orfani; nel 1530 sorsero a Milano i Barnabiti e nel 1535 a Brescia le Orsoline, suore impegnate nell’educazione della gioventù. Associazioni di laici come le Compagnie del divino amore, diffuse a Genova e in altre città italiane, si dedicavano alla carità per i poveri. Erano segni di un rinnovamento dal basso, che – pur non sufficiente a evitare la rottura dell’unità della Chiesa – pose le basi per un rinnovamento importante, indicando un percorso all’alto clero desideroso di porre rimedio alla corruzione e agli scandali. Gli storici descrivono questo desiderio di vivere la fede con più intensità come l’inizio della «Riforma» della Chiesa cattolica. Tuttavia, per recuperare fedeli la Chiesa cattolica si impegnò anche a contrastare i movimenti di contestazione luterani. È quello che gli storici hanno definito «Controriforma», l’azione diretta contro le Chiese riformate. Nella storia della Chiesa cattolica dei secoli XVI e XVII (e dei paesi che, come l’Italia, rimasero sostanzialmente legati ad essa), «Riforma» cattolica e «Controriforma» furono dunque due strategie compresenti. La storiografia dei secoli XVIII e XIX ha voluto sottolineare soprattutto gli aspetti repressivi della Controriforma cattolica, mentre la storiografia più recente ha raggiunto La Riforma protestante e la Controriforma cattolica un giudizio più equilibrato, valorizzando maggiormente gli aspetti di rinnovamento alla base dell’azione di riforma. Il Concilio di Trento Quando ormai mezza Europa aveva abbandonato il cattolicesimo, la Chiesa corse ai ripari e, nel 1545, papa Paolo III decise di convocare un Concilio , cioè una solenne assemblea dei vescovi, con un duplice scopo: correggere i più gravi difetti nella vita della Chiesa e discutere e valutare gli insegnamenti di Lutero e degli altri riformatori. L’imperatore Carlo V e molti potenti dell’epoca speravano che nel Concilio si sarebbe trovato un accordo tra cattolici e protestanti in grado di ridare unità. Tuttavia, il Concilio, che si tenne a Trento e durò fino al 1563, si dedicò anzitutto all’azione di Controriforma. In primo luogo, condannò come eretiche le tesi di Lutero e dei riformatori, riaffermando tutta la dottrina cattolica tradizionale, e dunque stabilì una netta separazione con i protestanti. In particolare fu confermato che: Guido Reni, San Filipppo Neri, Roma, Chiesa Nuova (Santa Maria in Vallicella). © Loescher Editore – Torino 232 1490 Tweet Storia p. 358 © Loescher Editore – Torino 1501 Manuzio stampa il primo libro in caratteri aldini 1559 Mercatore pubblica il planisfero per i naviganti 1561 Prima fiera del libro a Francoforte XVI-XVII sec. Spagna ripetutamente in bancarotta 1700 233 3 10 Le origini dell’Europa moderna «riconquistare» i cristiani che avevano aderito alla Riforma protestante e impedire che i cattolici abbandonassero la vera fede. Grazie a questi provvedimenti, la Chiesa cattolica riuscì a rinnovarsi: il clero, più istruito e sorvegliato, riuscì a risvegliare nei fedeli l’impegno alla preghiera e alla carità. Fu usato ogni mezzo per sostenere i semplici cristiani e rafforzare il loro legame alla Chiesa: l’insegnamento della dottrina, la predicazione, le opere di carità nei confronti dei più deboli e dei giovani. Anche l’arte (l’architettura, la pittura, la musica) giocò un ruolo importante: fu utilizzata per catturare l’attenzione della gente e per rinnovare l’entusiasmo dei credenti. I Gesuiti G. B. Crespi, Il beato Carlo fonda due collegi di padri Gesuiti, 1603, Milano, Duomo. • Il pontefice e con lui i vescovi e tutto il clero hanno il dovere di guidare la Chiesa e di interpretare correttamente le Scritture spiegandole ai fedeli. Questo ruolo è stato voluto da Cristo e non può essere sostituito dal libero esame personale dei testi sacri. catechismo: testo, suddiviso in una serie di lezioni, in cui ogni Chiesa espone la propria fede. Esso viene usato per spiegare ai fedeli la dottrina. Nel Cinquecento, tutti i riformatori e anche la Chiesa cattolica scrissero un proprio catechismo. Tweet Storia p. 358 • Il cristiano raggiunge la salvezza non solo per la fede in Gesù e per la fiducia nella sua misericordia, ma anche per le opere buone che compie. Quando Dio «giustifica» il peccatore con il perdono, non si limita a «considerarlo giusto» per il puro arbitrio della sua amorevole volontà (che potrebbe anche non riguardare tutti, ma solo i «predestinati alla salvezza»), ma rinnova veramente, con la potenza della sua grazia, l’anima e la volontà dell’uomo che ama, aiutandolo a compiere opere di bene e d’amore. • I sacramenti della Chiesa, che trasmettono ai fedeli la forza dello Spirito Santo, sono sette. Tra di essi, l’eucaristia ha un valore non solo simbolico, ma tramite la transustanziazione rende possibile la presenza reale del corpo di Cristo donato ai fedeli. • È giusto pregare per le anime del Purga- torio e offrire per la loro salvezza anche opere buone . È giusto, inoltre, chiedere l’aiuto della Madonna e dei santi e ispirarsi al loro esempio per vivere una buona vita cristiana. • La lingua ufficiale della Chiesa è il latino, usata anche nelle cerimonie religiose. In secondo luogo durante il Concilio di Trento furono prese importanti decisioni in merito alla riorganizzazione della Chiesa: • Si decise di imporre ai vescovi di risiedere nelle diocesi a loro affidate, di dare esempio di santità, di prendersi cura dei fedeli e di preoccuparsi della formazione e dell’onestà del clero (per la formazione intellettuale e spirituale dei sacerdoti furono creati appositi istituti, i «seminari»). • Si decise di pubblicare un catechismo che tutti i sacerdoti erano tenuti a spiegare con cura ai fedeli, in modo da rafforzare la loro comprensione della fede e superare superstizioni e devozioni superficiali. • Si decise di incoraggiare le missioni, sia per annunciare il Vangelo ai popoli lontani e nelle terre da poco scoperte, sia per Le indicazioni del Concilio ispirarono l’azione di un nuovo ordine religioso, la Compagnia di Gesù, fondato nel 1534 da Ignazio di Loyola (1491-1556). Ignazio era stato un ufficiale dell’esercito spagnolo, ma, in seguito a un grave ferimento durante un duello, aveva conosciuto una profonda crisi spirituale che lo aveva spinto a cambiare vita e a dedicarsi, con energia e disciplina militaresche, allo studio e alla difesa della dottrina cattolica. Questo suo disegno fu condiviso da alcuni compagni, con i quali egli fondò una congregazione che tutto avrebbe sacrificato per il bene della Chiesa. I membri di questa nuova famiglia furono detti «Gesuiti». Essi vollero fondare la loro azione su una straordinaria preparazione intellettuale: si dedicarono allo studio delle scienze, della filosofia e della teologia e fondarono in tutta Europa scuole e collegi per la formazione umana e cristiana della gioventù. In questi istituti essi insegnavano anche discipline «profane»: letteratura, teatro, danza, arti ginniche, valorizzate per formare l’uomo di mondo insieme al buon cristiano. Queste caratteristiche fecero dei collegi dei gesuiti le scuole più apprezzate dalle famiglie ricche e nobili d’Europa. Inoltre essi assunsero nel giro di pochi decenni le cattedre più influenti delle università in tutta Europa e ne fondarono di nuove, dedicandosi tra l’altro alla formazione del clero fortemente incentivata dal Concilio di Trento. La loro azione contro i predicatori La Riforma protestante e la Controriforma cattolica della Riforma protestante fu così efficace e il loro esempio così apprezzato che nel giro di pochi anni i Gesuiti divennero la congregazione religiosa più numerosa e influente. Sempre fedeli alle indicazioni del Concilio di Trento, i Gesuiti si dedicarono anche alle missioni in terre lontane. Furono ad esempio i primi a predicare il Vangelo in Giappone e in Cina, e fondarono delle comunità cristiane in America meridionale (le cosiddette reductiones) per cercare di sottrarre gli indios allo sfruttamento degli encomenderos europei. Nell’azione missionaria i Gesuiti si distinsero per il rispetto che avevano nei confronti delle culture locali: il gesuita Matteo Ricci, ad esempio, volle imparare il cinese e vestire come un notabile del luogo e seppe farsi apprezzare non solo come annunciatore del Vangelo, ma anche come uomo di scienza interessato a condividere con i sapienti cinesi le sue conoscenze. La cultura dell’intolleranza: controllo sociale, inquisizione, condanne e censure A partire dalla seconda parte del Cinquecento e per i secoli successivi, le diverse confessioni cristiane si combatterono con ogni mezzo. Le guerre di religione insanguinarono l’Europa fino alla metà del Seicento. Il conflitto tra le Chiese non avvenne solo con le armi, ma anche con gli strumenti dell’inquisizione e con la censura e la condanna delle dottrine sostenute dagli avversari. Nel 1553, a Ginevra, Calvino fece processare e giustiziare sul rogo il medico spagnolo Michele Serveto, accusato di essere un eretico. Nella città calvinista le guide della Chiesa riformata della città avevano l’incarico di sorvegliare la vita dei cittadini e di denunciare alle autorità i comportamenti considerati non cristiani. Nel 1559, papa Paolo IV fece pubblicare l’Indice dei libri proibiti: un elenco di opere di cui era vietato il possesso e la lettura, e che dovevano essere bruciate ovunque fossero trovate. L’indice fu soppresso solo nel 1966. Fu creata in quegli anni anche la Congregazione del Sant’Uffizio, cioè un tribunale supremo di inquisizione accentrato a Roma per condannare e contrastare le eresie. L’intolleranza era molto diffusa ed era considerato normale che un principe catto- © Loescher Editore – Torino 234 1490 p. 314 © Loescher Editore – Torino 1501 Manuzio stampa il primo libro in caratteri aldini 1559 Mercatore pubblica il planisfero per i naviganti 1561 Prima fiera del libro a Francoforte XVI-XVII sec. Spagna ripetutamente in bancarotta 1700 235 3 10 Le origini dell’Europa moderna lico o protestante imponessero con la forza la loro fede ai loro sudditi. Vittime di questo clima furono uomini di cultura, pensatori e scienziati. Tra essi Galileo Galilei, Giordano Bruno, Tommaso Campanella e Paolo Sarpi. Giordano Bruno, frate domenicano, intellettuale apprezzato in molte nazioni europee coltivò moderne visioni dell’universo (comprese la sua infinità, una concezione più avanzata della tradizionale teoria delle sfere celesti) e della stessa fede religiosa. Per le sue idee fu processato e condannato al rogo. Fu giustiziato a Roma, in piazza Campo dei Fiori, nel 1600. Tommaso Campanella, altro frate Il frontespizio dell’Indice dei libri proibiti. domenicano, subì una carcerazione lunga 27 anni anche per aver concepito, nello scritto La Città del Sole, un modello utopistico: questo aggettivo deriva di società e di Stato utopistico in cui i beni dalla parola «utopia», sarebbero stati distribuiti equamente tra tutche significa progetto ti i cittadini e la pace garantita da una monarinattuabile, ideale chia universale. irrealizzabile. Paolo Sarpi sostenne i diritti della Repub- blica di Venezia (Stato in cui viveva) a esercitare i suoi poteri giudiziari anche sui membri del clero – che Roma invece continuava a sottrarre alle autorità civili veneziane difendendo il proprio diritto esclusivo, separato e autonomo dalle autorità politiche – e per questo subì pesanti censure ecclesiastiche. L’azione repressiva della Controriforma fu dunque particolarmente dura in Italia, sede del papato. Molto violenta fu anche la repressione contro i «protestanti d’Italia», cioè gli eredi del movimento valdese, che avevano aderito alla riforma protestante. Oltre agli eretici, anche i «diversi» furono oggetto di inquisizioni e persecuzioni. Ricordiamo la persecuzione delle «streghe», donne accusate di intrattenere rapporti con il demonio e bruciate a centinaia nei roghi voluti dei tribunali ecclesiastici delle diverse diocesi. Infine, gli ebrei, attaccati sia dai cattolici che dai protestanti: cacciati dalla Spagna nel 1492 e in seguito anche da molte regioni della Germania, furono costretti a vivere nei ghetti, cioè in quartieri recintati e a loro riservati. Il ghetto di Roma fu istituito nel 1555. I NODI DELLA STORIA Perchè si ruppe l’unità religiosa europea? La fine dell’unità religiosa dell’Occidente cristiano fu, per certi versi, un incidente di percorso. Gli intenti di Martin Lutero, perlomeno nel 1517, erano limitati a una severa critica del malcostume ecclesiastico. Filippo Melantone, il vero teorico della Riforma, credette a lungo nella possibilità di non portare la rottura oltre il limite dello scisma. Ancora per buona parte del Concilio di Trento, una componente numerosa e decisa della gerarchia cattolica lottò strenuamente per recepire almeno alcune delle richieste che venivano avanzate dai suoi critici più radicali. In realtà, come abbiamo visto, le questioni squisitamente dottrinali che avevano scavato un solco tra le due prospettive, erano serie. Può sembrare strano che questioni così complesse, di natura prettamente teologica, potessero scatenare un dibattito così vivace e non certo limitato al mondo degli intellettuali. Sappiamo bene che la fortuna di Lutero fu in larga parte determinata dalla scelta di alcuni principi tedeschi di schierarsi dalla sua parte, anche in una logica di autonomia dall’impero. Però faremmo un torto alla verità se leggessimo tutta questa vicenda in un’ottica meramente politica o di puro scontro tra i poteri dell’epoca. L’entusiasmo religioso, il desiderio di vedere riformata finalmente la Chiesa, erano aspirazioni comuni per tutti i cristiani europei sin dalla metà del XV secolo. Finito il travagliato periodo iniziato con la cattività avignonese e proseguito 236 © Loescher Editore – Torino con la scandalosa contrapposizione tra un papa e un antipapa, nel mondo cristiano si cominciò a parlare di rinnovamento, di ritorno ai princìpi evangelici delle origini, di limitazione dei poteri papali in favore di una guida più collettiva e condivisa (il conciliarismo). Per un breve momento, persino la prospettiva di un riassorbimento dello Scisma d’Oriente sembrò possibile. Contemporaneamente si sviluppò una nuova sensibilità volta a favorire una più intima religiosità interiore, la cosiddetta «Devotio moderna», capace di dialogare con la cultura umanista dell’epoca. Tutto questo fermento era la base di quella Riforma cattolica di cui andava parlando Erasmo da Rotterdam e che sembrava una prospettiva reale, qualcosa di non rimandabile. Ma i pontefici del primo Cinquecento avevano altre priorità. La protezione dello Stato pontificio, l’ingrandimento del proprio potere familiare; l’abbellimento di Roma capitale della cristianità ma anche di uno sfarzoso Stato italiano. Quando la Chiesa tornò a parlare di Riforma, fu solo per pensarla «contro». Contro i nuovi eretici protestanti; contro la libertà di coscienza della cultura umanista; contro gli eccessi mondani del suo stesso clero; contro se stessa, per certi versi, colpevole di non avere vigilato abbastanza. Sarebbe stata una scelta destinata a cambiarla per sempre; però non era quello che avevano sognato Erasmo e i suoi compagni. 1517 Lutero pubblica le 95 tesi 1520 Papa Leone X scomunica Lutero 1521-1523 Guerra dei cavalieri in Germania 1524-1525 Guerra dei contadini 1534 Enrico VIII fonda la Chiesa anglicana 1541 Calvino stabilisce la sua riforma a Ginevra 1545-1563 Concilio di Trento 1555 Carlo V riconosce con la Pace di Augusta la divisione religiosa della Germania 1555 Istituzione del ghetto di Roma 1559 La Chiesa cattolica pubblica l’Indice dei libri proibiti La Riforma protestante e la Controriforma cattolica 1 All’inizio del Cinquecento l’Europa occidentale è ancora unita sotto una unica Chiesa, ma emergono esigenze di una riforma che tarda ad imporsi. All’inizio del Cinquecento tutta l’Europa occidentale era ancora unita nell’unica fede cristiana e il papa e i vescovi esercitavano una forte autorità universale, politica, giuridica ed economica. Tuttavia, da più parti si levavano voci che invocavano un rinnovamento e chiedevano che al clero un migliore esempio di vita evangelica e una rinuncia di parte delle ricchezze e del potere. La sfiducia nei confronti delle gerarchie era diffusa, mentre cresceva l’interesse di principi e sovrani per rendersi autonomi dal controllo di Roma. 2 Nel clima di attesa per un rinnovamento spirituale irrompe la proposta di Lutero. La discussione, da lui invocata, sulla fede cristiana diviene contestazione della Chiesa di Roma. Mentre gli appelli alla riforma rimanevano inascoltati, nel 1517 il monaco tedesco Martin Lutero pubblicò una serie di 95 tesi in cui contestava la Chiesa del suo tempo e invitava a rinnovare la dottrina cristiana. Lutero sosteneva che le opere buone (tra le quali ci sono le offerte in denaro alla Chiesa) non sono la fonte della salvezza: per raggiungere il paradiso occorre la fede in Gesù e il libero esame personale della Bibbia. Lutero, quindi, negava al papa e al clero il ruolo sia di interpreti delle Sacre Scritture, sia di amministratori dei sacramenti (che riduceva a due: battesimo ed eucaristia). 3 Nonostante l’ostilità del papa la «Riforma» luterana ottiene l’appoggio di parte dei principi tedeschi, del popolo e della borghesia cittadina. Nel 1520, papa Leone X scomunicò Lutero. L’imperatore Carlo V cercò di costringere il monaco a ritrattare, ma Lutero non si arrese e venne protetto dal principe Federico di Sassonia e da altri principi tedeschi. La Riforma luterana si diffuse dunque per il sostegno del popolo e per gli interessi dei nobili, che potevano, staccandosi da Roma, impadronirsi anche dei beni della Chiesa. Lutero dovette in seguito distinguersi dai movimenti di rivolta (prima dei cavalieri, poi dei contadini) che in nome della dottrina luterana volevano cambiare non solo la Chiesa ma anche la società. La Riforma si impose in vaste regioni dell’Europa settentrionale. 4 Altre «riforme» si affermano in Europa: il calvinismo e lo scisma della Chiesa «anglicana». Dalla Svizzera si diffuse in Europa un altro movimento di riforma: il calvinismo. Calvino insegnava che è Dio a decidere chi si salva e chi no e che egli non ci rivela la sua decisione. Tuttavia, l’impegno onesto e il successo nel lavoro e negli affari sono un chiaro segno della sua benedizione. Nel 1534 anche la Chiesa di Inghilterra si sottrasse all’autorità del papa e si sottopose a quella dei sovrani: nasceva la Chiesa anglicana. Con la diffusione del luteranesimo e del calvinismo e con lo scisma anglicano, verso la metà del Cinquecento l’Europa aveva ormai perduto irrimediabilmente la sua unità religiosa. 5 La Chiesa cattolica unisce una propria «Riforma» all’azione di «Controriforma», cioè di contrapposizione alle riforme protestanti. La Chiesa cattolica reagì ai movimenti di contestazione sia avviando una sua riforma, cioè migliorando il proprio impegno di vita evangelica e l’organizzazione interna, sia contrastando la diffusione delle dottrine «eretiche» con una «Controriforma». Nel Concilio di Trento (1545-1563) vennero condannati gli insegnamenti di Lutero e degli altri riformatori e venne avviata una grande opera di formazione del clero, di cura pastorale dei fedeli da parte dei vescovi e di rinnovato slancio formativo, caritativo e missionario. I Gesuiti divennero protagonisti di questa strategia di contrasto e rinnovamento. Fu un’epoca di forte controllo sulla cultura e di intolleranze tra le diverse Chiese e all’interno di esse. A farne le spese furono «eretici» e «diversi» (ebrei, «streghe»). © Loescher Editore – Torino 237 3 10 Le origini dell’Europa moderna Cattolici e riformati: due mondi a confronto Le riforme di Lutero e Calvino portarono alla fondazione di nuove chiese cristiane e posero definitivamente termine all’unità religiosa dell’Europa occidentale. Oltre a un insieme di riti e principi teologici profondamente diversi, le chiese riformate esprimevano anche, più in generale, una visione della religione, dell’uomo e del mondo fortemente difforme rispetto a quella cattolica. Queste significative differenze contribuirono a radicalizzare, per oltre due secoli, le dispute e gli scontri tra le varie confessioni religiose e alimentarono un clima di odio reciproco che spesso sfociò nella distruzione dei luoghi di culto e dei simboli della fede altrui. Gli elementi di base di ogni confessione plasmarono in profondità i rapporti sociali, la mentalità collettiva, le tradizioni culturali, le pratiche devozionali e le espressioni artistiche di ciascuno dei due campi, quello cattolico e quello protestante. La Riforma protestante e la Controriforma cattolica L’altare La zona dell’altare, luogo fondamentale dell’attività di culto, nelle chiese protestanti era molto semplice, quasi del tutto priva di ornamenti, come le pale d’altare, mentre nelle chiese cattoliche erano presenti molti elementi decorativi finalizzati a sottolineare l’importanza dell’altare e la centralità del sacerdote. L’altare maggiore della cattedrale di Toledo. L’altare della chiesa di Nostra Signora a Copenaghen (Danimarca). L’arte sacra Nel campo cattolico, l’arte sacra continuò a rivestire un ruolo molto importante e ricevette anzi uno slancio fondamentale dal Concilio di Trento e dalla Controriforma. Nel campo protestante, in modo particolare per i calvinisti, l’uso di immagini sacre o di reliquie era invece del tutto privo di valore e quindi l’arte a soggetto religioso declinò rapidamente. Anzi, nel corso delle lotte religiose del Cinquecento, molto spesso preziosi oggetti di arte sacra cattolica furono distrutti da calvinisti e luterani in una forma di vera e propria iconoclastia (distruzione delle immagini sacre). L’interno della basilica di San Pietro in Vaticano. Gli edifici religiosi La costruzione e l’arredo degli edifici religiosi e delle chiese rispecchiava necessariamente l’identità religiosa di ciascuna confessione. I luterani e i calvinisti, nelle rispettive aree di presenza, presero possesso delle chiese cattoliche e le adattarono al loro culto oppure costruirono nuovi edifici religiosi. In entrambi i casi, le chiese protestanti si caratterizzarono da subito, soprattutto nel campo calvinista, per la totale assenza di raffigurazioni sacre o di immagini dei santi e della Madonna e, più in generale, per una forte sobrietà nelle decorazioni. L’interno della chiesa luterana di Hallgrimur a Reykjavik (Islanda). 238 © Loescher Editore – Torino La Pala d’Oro di San Marco a Venezia. © Loescher Editore – Torino 239 3 10 Le origini dell’Europa moderna Ragiona sul tempo e sullo spazio Impara il significato 1 4 ATTIVITÀ 2 Osserva le cartine alle pp. 220 e 226 e rispondi alle domande: quali sono i due paesi non coinvolti, o appena sfiorati, dalla Riforma luterana e da quella calvinista? Per quale motivo? Lutero affigge alle porte della cattedrale di Wittenberg un libretto contenente 95 tesi contro la vendita 1 Nel delle indulgenze 2 Nel ha inizio il Concilio di Trento, che si dedicherà soprattutto a una dura azione di Controriforma 3 Nel Filippo Melantone redige la Confessione di Augusta in occasione della Dieta convocata dall’imperatore Carlo V 4 Nel la rivolta dei contadini, animata dal riformatore Thomas Müntzer, viene soffocata con la violenza dagli eserciti dei principi 5 Nel la Pace di Augusta stabilisce che i sudditi devono seguire la confessione religiosa del principe (cuius regio eius religio) 6 Nel i principi protestanti formano un’alleanza difensiva chiamata «Lega di Smalcalda» in opposizione a Carlo V, desideroso di riportare l’unità nell’Impero 7 Nel gli anabattisti si impadroniscono della città di Münster, scacciandone cattolici e luterani 8 Nel , nella battaglia di Kappel, i cantoni cattolici assaltano Zurigo frenando la riforma di Zwingli 9 Nel Enrico VIII emette l’Atto di supremazia con il quale decreta la nascita della Chiesa anglicana 10 Nel Lutero viene scomunicato, dopo aver bruciato pubblicamente la bolla Exsurge Domine emanata dal papa l’anno prima 11 Nel Ignazio di Loyola fonda la Compagnia di Gesù 12 Nel papa Paolo IV fa pubblicare l’Indice dei libri proibiti Scrivi quale significato assumono i seguenti concetti all’inizio del Cinquecento. 1 2 3 4 5 6 7 Completa le frasi scrivendo l’anno esatto in cui accade l’evento poi distingui con colori diversi gli eventi a favore e quelli contro una volontà di riforma della Chiesa. 5 La Riforma protestante e la Controriforma cattolica Interferenza Editto Rinnovamento personale Monaco agostiniano Elargire Predestinato Congregazione Prova a riflettere sui significati di «servo arbitrio» e «libero arbitrio» e, alla luce di quello che hai letto nel capitolo, spiega in che modo queste due espressioni sono contrapposte. Osserva, rifletti e rispondi alle domande 6 Osserva la mappa concettuale relativa alla fine dell’unità religiosa in Europa. Poi rispondi alle domande. Come inizia a disintegrarsi l’unità religiosa in Europa Esplora il macrotema 3 Completa il testo. Nella prima metà del XVI secolo il trionfo della Riforma protestante pone fine all’(1) religiosa dell’Europa cristiana che, nonostante le ricorrenti esplosioni di movimenti ereticali, aveva caratterizzato il (2) . La Riforma, avviata in Germania da Martin Lutero, oltre a denunciare la crescente corruzione ecclesiastica, opera una profonda revisione dottrinale dei (3) cattolici: la contestazione dell’importanza dei sacramenti e l’esaltazione del libero esame personale della (4) , in particolare, costituiscono una minaccia per la Chiesa romana con la quale, ben presto, si giungerà alla rottura. Intanto in Svizzera grazie alla predicazione di Ulrich Zwingli e (5) si sviluppano due importanti movimenti riformatori, che si contraddistinguono per un maggiore radicalismo religioso; a Zurigo, inoltre, nasce e si diffonde il movimento degli (6) . Le dottrine di Lutero e Calvino suscitano molto interesse anche in Inghilterra, dove il re (7) promuove lo scisma anglicano: l’Atto di Supremazia, con il quale il sovrano diventa contemporaneamente capo politico e capo (8) , sancisce infatti la separazione dalla Chiesa. A metà Cinquecento, dunque, le riforme luterana, calvinista e anglicana si sono ormai affermate e l’unità religiosa dell’Europa risulta compromessa. 1 In nome di quale dottrina Lutero nega valore alla vendita delle indulgenze? 2 Da quali interessi i principi tedeschi sono spinti a difendere Lutero? 3 Come reagisce Lutero alle rivolte contadine? Mostra quello che sai 7 240 © Loescher Editore – Torino Osserva l’immagine a p. 224 (in alto) e rifletti sulla Riforma protestante: quali elementi raffigurati riconducono al pensiero di Martin Lutero? © Loescher Editore – Torino 241