TAFANO O MOSCA CAVALLINA? E’ iniziata la primavera e con essa si rinnova l’appuntamento più fastidioso per uomini ed animali: quello con gli insetti! Esistono circa 900.000 specie differenti di insetti (almeno quelli noti) e il numero totale li porta a rappresentare quasi l’80% di tutte le specie viventi esistenti. Si conta che gli insetti vivi, in questo momento, siano circa 10 trilioni (10.000.000.000.000.000.000). Insomma, per ogni uomo sulla terra ci sono circa 200.000.000 di insetti. Una delle famiglie più numerose e di maggiore interesse in ambito sanitario sia umano che veterinario, è rappresentato dalla famiglia dei ditteri. I ditteri comprendono 85.000 specie diffusi ovunque. Il termine dittero (= 2 ali) è legato al fatto che presentano solo un paio di ali membranose localizzate nella parte anteriore del corpo. Le dimensioni variano da 1 millimetro fino a 30 millimetri. Tuttavia alcuni possono raggiungere dimensioni maggiori come la Tipula gigante che presenta un’apertura alare pari a 60 millimetri. Tipula gigante (Tipula maxima) L'apparato boccale presenta una struttura che può essere pungente-succhiante, come nei Culicidi (zanzare), pungente-succhiante-lambente, come nei Tabanidi (tafano), oppure lambente-succhiante, nel caso dei Muscidi (mosche). La dieta dei Ditteri è quanto mai varia, tanto che possiamo avere specie ematofaghe, oppure specie che si nutrono di residui vegetali o animali in decomposizione ed altre che utilizzano sostanze zuccherine, come il nettare. La riproduzione è generalmente anfigonia (fusione di gameti maschili e femminili) e la maggior parte della specie è ovipara. Le uova hanno, generalmente, forma di sigaro. Lo sviluppo è generalmente olometabolo (lo sviluppo da giovane ad adulto è caratterizzato da tre ben distinti stadi: larva – pupa – adulto). Ciclo vitale di una mosca ciclorrafa (modificato da Catts e Haskell) A seconda della lunghezza delle antenne si distinguono in 2 sottordini: Nematoceri: antenne lunghe e filiformi e corpo esile ed allungato Brachiceri: antenne corte e tozze e corpo più tozzo e con zampe più robuste e corte ed ali più forti. A loro volta questi sottordini hanno altre divisioni come si può vedere dal grafico sottostante Ma allora chi è la mosca cavallina? Effettivamente tre insetti in particolare vengono chiamati comunemente cosi! Si tratta del tafano, dello stomoxis calcitrans e dell’hippobosca equina. Ma andiamo un po’ più nel dettaglio. TAFANO Ordine: Ditteri Sottordine: Brachiceri Coorte: Orthorrafa Sezione: Schizophora Superfamiglia: Tabanoidea Famiglia: Tabanidae Genere: Tabanus Specie: Tabanus bovinus Caratteristiche: Il termine inglese con cui è chiamato ovvero “horse fly”, viene letteralmente tradotto in italiano come “mosca cavallina” con cui viene spesso denominato. I tafani vivono e si riproducono in zone umide o paludose, e sono più attivi laddove il clima è caldo e soleggiato. Svolgono un ruolo importante nell’impollinazione di alcune varietà di flora. I tafani maschi si nutrono di nettare e polline, mentre le femmine si nutrono del sangue dei mammiferi. Per questo sono dotate di un apparato boccale pungente-succhiante-lambente. Il tafano dei buoi (Tabanus bovinus) è il più comune in Italia; lungo da 2 a 2,5 cm, ha occhi composti molto sviluppati, di colore verde; le femmine, talora associate in gruppi numerosi, pungono in particolare bovini ed equini; la puntura è in genere dolorosa. Una particolarità di questo insetto è che è dotato di un volo rumoroso e vola esclusivamente durante le ore di luce. I tafani in genere pungono di giorno e in spazi aperti con 2 due picchi di attività diurna, uno intorno alle 11 ed uno intorno alle 14. Localizzano la preda attraverso la vista, con maggiore propensione per i colori scuri (in effetti è più facile che pungano attraverso i vestiti colorati mentre i cavalli piu’ colpiti sono quelli con il mantello scuro). Si spostano su più prede per succhiare una sufficiente quantità di sangue e questo comportamento lo rende un buon vettore di molti microrganismi (arbovirus, batteri, filarie) e quindi di malattie che affliggono animali e uomo (tularemia, antrace, loiasi). Oltre a questo, il sito di puntura può dare infezioni. Le uniche misure preventive riguardano l’utilizzo di abiti chiari e di repellenti per proteggere la cute. La puntura è dolorosa e spesso lascia una crosta siero-ematica. Talvolta si possono avere reazioni allergiche dovute alla grande quantità di saliva iniettata durante il pasto. Profilassi ambientale: Non vivendo in sciami ed essendo territoriali, non si può parlare di una vera e propria disinfestazione attraverso l’individuazione del focolaio tipico di infestazione, ma comunque il progetto disinfestante segue le linee generali dell’infestazione da ditteri (mosche in genere) ed è di fondamentale importanza quando si vive in vicinanza di una stalla sia per gli uomini che per gli animali domestici. L’utilizzo di trappole per la loro cattura può essere un valido ausilio. Diagnosi: Sia gli uomini che gli animali, specie i cavalli (particolarmente i purosangue inglesi) possono sviluppare delle reazioni allergiche alla saliva del tafano. Attualmente è possibile sapere se è presente un ‘allergia a questo insetto eseguendo il dosaggio del IgE specifiche (Pannello AMOVET Insetti cavalli). Finora sono stati identificati 3 allergeni molecolari del tafano Tab y 1 Apyrase Tab y 2 Hyaluronidase Tab y 5 Antigen 5-related protein, CAP protein superfamily member Terapia: Non esiste al momento una terapia desensibilizzante per curare l’allergia al tafano. La profilassi ambientale, l’utilizzo di repellenti (AMOVET shampoo XD con olio di NEEM ) e la cura delle lesioni create dalle punture per evitare il rischio di infezione (AMOVET NEEM crema) sono, per il momento, le sole armi che abbiamo per evitare che gli animali (in particolare i cavalli) colpiti dalle punture di questo fastidiosissimo insetto, possano soffrire. Nei cavalli si consiglia anche l’uso di maschere di rete che coprano orecchie ed occhi. STOMOXIS CALCITRAS Classe: Insetti Ordine: Ditteri Sottordine: Brachiceri (sezione Ciclorafi) Famiglia: Muscidi Genere: Stomoxys Specie: S. calcitrans L. Comunemente nota con il nome di “mosca della stalla”, Stomoxys calcitrans (dal greco stóma: bocca e oxús: acuto, dal latino calcitrans: che tira calci). Il nome inglese è “Stable fly” o “Barn fly”. Molto aggressiva e vorace, in questa famiglia di Ditteri sia i maschi che le femmine possiedono un apparato boccale pungente e succhiante, e lo “stiletto” perforante sporge in modo vistoso dal capo. E’ simile alla mosca domestica, ma i dolori del suo morso sembrano quelli del tafano. Anche lei come il tafano ama le zone rurali, gli allevamenti di bestiame, i luoghi caldi e assolati dove possa tranquillamente sopravvivere fino ai freddi di dicembre. La mosca delle stalle, vive spesso vicino a materiale in decomposizione visto che le sue uova vengono deposte nelle concimaie e persino nei mucchi di alghe. Per questo motivo la Stomoxys calcitrans viene incontrata spesso anche nelle zone litoranee. E’ attiva solo di giorno inizia a succhiare sangue perforandone la pelle dove trova i vasi sanguigni più esposti. La puntura di queste mosche è dolorosa e, durante il “pasto di sangue” che dura circa 3 minuti, questi insetti possono sottrarre molto sangue. Può ridurre il bestiame all’anemia, perdita di peso e riduzione della produzione di latte, oltre a favorire la diffusione di malattie (febbre equina, brucellosi, influenza suina) e parassitosi, con gravi danni economici per gli allevatori. Le parti del corpo predilette sono gli arti per quanto riguarda bovino ed equino e le orecchie per quanto riguarda il cane. La saliva può causare reazioni allergiche di notevole entità. Ciclo biologico: Il pasto di sangue è compiuto da entrambe i sessi. Le uova della mosca delle stalle vengono deposte singolarmente o in gruppi di 25-30 unità. L'incubazione ha una durata di 1-4 giorni ed è condizionata da temperatura e umidità. Le larve sono coprofaghe e vivono nelle concimaie. Lo sviluppo larvale può avvenire a carico di svariati substrati organici in decomposizione caratterizzati da un’elevata carica batterica ammassati sia all’interno delle stalle e scuderie, sia all’esterno e il tempo necessario al completamento del ciclo di sviluppo è fortemente influenzato dalla temperatura; in effetti il ciclo uovo-adulto richiede circa 60 giorni a 15°C e circa 12 giorni a 30°C. Dopo due mute si impupano. Gli adulti hanno vita breve: il maschio muore subito dopo l'accoppiamento, e la femmina poco dopo la deposizione delle uova. Profilassi ambientale: La pulizia a fondo delle stalle e dei box dei cavalli è fondamentale. Inoltre il corretto stoccaggio degli escrementi secondo il Regolamento CE n°1069/2009 ostacola la deposizione delle uova della mosca. Diagnosi: Attualmente è possibile sapere se è presente un’allergia a questo insetto eseguendo il dosaggio del IgE specifiche (Pannello AMOVET Insetti cavalli). Nessun allergene molecolare è stato ancora identificato. Terapia: La profilassi ambientale, l’utilizzo di repellenti (AMOVET shampoo XD con olio di neem) e la cura delle lesioni create dalle punture per evitare il rischio di infezione (AMOVET NEEM crema) sono, per il momento, le sole armi che abbiamo per evitare che gli animali (in particolare i cavalli) colpiti dalle punture di questo fastidiosissimo insetto, possano soffrire. HIPPOBOSCA EQUINA Ordine: Diptera Sottordine: Brachycera Coorte: Cyclorrhapha Sezione: Schizophora Sottosezione: Calyptratae Superfamiglia: Hippoboscoidea Famiglia: Hippoboscidae Genere: Hippobosca Specie: H. equina E’ una mosca a diffusione cosmopolita,nota anche come “mosca della foresta” o “mosca-pidocchio del cavallo” o “mosca cavallina” o “mosca culaia". Il nome inglese è “Louse fly”. Attacca prevalentemente i cavalli e altri grandi erbivori selvatici ma può pungere occasionalmente anche altri mammiferi (uomo compreso) e uccelli. In genere si annida nelle pieghe caldo/umide dell’animale (regione perianale e perigenitale, pieghe inguinali, mammelle). E' adattato per aggrapparsi solidamente alla pelle/al mantello, e per essere pressochè immune ai tentativi dell'animale di scacciarlo o di schiacciarlo. Sia il maschio che la femmina sono ematofagi e presentano un apparato buccale pungitore, retratto al di sotto della testa in fase di riposo. Effettuano i “pasti di sangue” soprattutto d’estate e nelle ore più calde della giornata. Ha un ciclo vitale molto particolare, in quanto è ovoviviparo (non produce uova, la larva si sviluppa completamente nel corpo della madre che produce un "pupario", ossia un bozzolo completo, da cui emerge l'adulto). Queste mosche che possono trasmettere numerosi agenti patogeni responsabili di gravissime malattie quali la tripanosomosi, la febbre Q e varie rickettsiosi. Profilassi ambientale: L'assenza di una fase larvale impedisce la lotta in questo stadio di sviluppo. E’ consigliabile controllare quotidianamente i genitali e la regione perianale dei cavalli. Diagnosi: Attualmente non esiste l’allergene per formulare la diagnosi di allergia (IgE specifiche). Tuttavia sono stati descritti dei casi di shock anafilattico in un soggetti sensibilizzati al veleno degli imenotteri, in seguito alla puntura di H. equina. Terapia: L’utilizzo di detergenti con azione repellente e che possano essere usati anche giornalmente per la pulizia della delicata zona perianale e perigenitale (AMOVET shampoo XD con olio di NEEM) puo’ costituire un valido ausilio per ridurre il fastidio arrecato ai cavalli da questo molesto insetto. CONCLUSIONI Allora, avete indovinato? Chi vince il titolo “mosca cavallina”? La vera mosca cavallina è l’HIPPOBOSCA EQUINA. La Stomoxys calcitrans è la “falsa” mosca cavallina, mentre il tafano………. è solo un tafano!?