COMUNICATO STAMPA PRESENTAZIONE DEL LIBRO LA MOSCA

COMUNICATO STAMPA
PRESENTAZIONE DEL LIBRO
LA MOSCA DI DREYER
L’opera della contingenza nelle arti
di Massimo Carboni
Galleria Nazionale d’Arte Moderna,
Salone dell’Ercole
Giovedì 6 marzo 2008, ore 17.30
Giovedì 6 marzo alle ore 17.30 presso la Galleria nazionale d’arte moderna si
terrà la presentazione del libro “La mosca di Dreyer. L’opera della contingenza
nelle arti ” di Massimo Carboni (ed.Jaca Book).
Alla presentazione del libro interverranno Maria Vittoria Marini Clarelli,
Soprintendente della Galleria nazionale d’arte moderna, Achille Bonito Oliva,
Pietro Montani e Giacomo Marramao, sarà presente l’autore.
In un giorno imprecisato tra la primavera e l’autunno del 1927, una mosca vola sul
set di uno dei capolavori della storia del cinema, La passione di Giovanna d’Arco di
Carl Theodor Dreyer, e si posa sul volto estatico della protagonista, l’attrice Renée
Falconetti. Il regista non ferma le macchine e non taglia in montaggio
l’inquadratura: accetta che il caso, il puro accadere lascino per sempre una traccia
nella sua opera. Da questa inquadratura, da questa immagine anomala,
apparentemente “sbagliata” e un po’ folle, ha inizio un percorso che cerca di
rispondere alle sfide lanciate alla riflessione estetica e filosofica degli ultimi esiti
delle pratiche artistiche.
La prima parte è dedicata al cinema, un linguaggio in perpetuo equilibrio tra
documento e finzione, e al suo continuo corpo a corpo con l’evento aleatorio e
contingente, con ciò che “non può non esserci”. Per accogliere il caso occorre la
tecnica. Ma la tecnica più efficace è paradossalmente quella che sa andare oltre se
stessa per aprirsi all’occasione che ci viene misteriosamente donata: alla grazia. E’
proprio la dialettica tra questi due poli – veri e propri Scilla e Cariddi di ogni opera
d’arte – il tema che guida la rilettura dei due grandi dialoghi di Paul Valéry, L’anima
e la danza e Eupalinos o l’Architetto.
Arriviamo così, nell’ultima sezione del percorso, al traguardo delle arti
contemporanee, in cui l’opera della contingenza diventa programmatica. Ed ecco
allora intrecciarsi le poetiche di Marcel Duchamp, del compositore John Cage, del
coreografo Merce Cunningham, in cui l’arte è spinta fino ai limiti della propria
stessa riconoscibilità.
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