La civiltà antica cinese - FDA Didattica per le materie letterarie

Civiltà cinese antica
Più di un milione di anni fa, probabilmente la Cina era abitata dall' Homo erectus, gli scavi a Yuanmou e più
tardi a Lantian lo dimostrano. Forse però la specie più famosa di Homo erectus ritrovata in Cina è quella del
cosiddetto Uomo di Pechino ritrovato nel 1923. L' Homo sapiens potrebbe aver raggiunto la Cina circa 65.000 anni
fa dall'Africa.
Risalenti al Paleolitico Medio e Superiore sono i siti trovati nella regione dell’Ordos, nella Cina
settentrionale, comprendenti focolari, grandi quantità di pietra lavorata e di ossa di fossili animali – mammuth,
rinoceronti, bufali, gazzelle e frammenti di uova di struzzo. Nella Caverna Superiore di Zhoukoudian si sono trovati
resti di tre scheletri umani che sono stati datati intorno al 16.922 a.C.
Testimonianze di un'antica agricoltura cinese basata sulle risaie sono state datate al 6.000 a.C..
Con l'agricoltura aumentò la popolazione, l'abilità nell'immagazzinare le risorse e comparvero le prime
figure di amministratori ed artigiani. Nel tardo Neolitico, la valle del Fiume Giallo (Huáng Hé) divenne il centro della
cultura di Yangshao, sviluppatasi fra il 5000 e il 3000 a.C. Fra gli insediamenti di questo periodo, il più significativo
dal punto di vista archeologico è quello ritrovato a Banpo, Xi'an.
I domini delle dinastie Xia, Shang e Zhou
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In una fase più tarda del Neolitico, fra il 3000 e il 2000 a.C., si diffuse la cultura di Longshan, basata nel
basso e medio Fiume Giallo. Durante il periodo della cultura Lóngshān iniziò la costruzione di città, con mura di
terra compattata e fossati. Il sito di Taosi è il più grande insediamento fortificato della cultura di Longshan. Gli
artigiani di questa cultura conoscevano l'uso del tornio e produssero vasellame di fattura molto pregiata. La coltura
del riso era già diffusa, e veniva già praticata la coltura del baco e la produzione di seta.
La storia primitiva della Cina è complicata da studiare a causa della mancanza di una lingua scritta e per
l'inaffidabilità dei primi documenti nel descrivere fatti accaduti in tempi molto più antichi. In un certo senso un
problema può essere rappresentato dalla confusione che in antichità si era creata nel popolo tra fatti e leggende
riguardo alle proprie origini. Siti archeologici come quelli di Sanxingdui ed Erlitou mostrano prove di una civiltà
dell'età del bronzo in Cina. Comunque, la prima esauriente trattazione sulla storia della Cina, le Memorie di uno
storico di Sima Qian, un rinomato storiografo del II secolo a.C., comincia circa 1300 anni prima, con un racconto
dei Tre Augusti e Cinque Imperatori. Questi governanti erano re semi-mitici ed esempi morali, e uno di loro,
l'Imperatore Giallo, è definito come l'antenato di tutti i cinesi.
Sima Qian riferisce che il successivo sistema di governo per ereditarietà venne stabilito solo nel periodo
successivo, quello della Dinastia Xia, e questo modello venne portato avanti nelle successive dinastie Shang e
Zhou. È da questo periodo delle tre dinastie che si riesce a delineare con chiarezza la storia della Cina.
La dinastia Xia (2100-1800 a.C.) è la prima dinastia ereditaria cinese, sviluppatasi quando sul territorio
appaiono le prime forme statali all’interno di una società fortemente stratificata e in cui l’agricoltura, la tecnica,
l'artigianato, l’arte vedono un forte impulso. Regnò su una vasta area tagliata dal Fiume Giallo comprendente le
attuali regioni dell’Henan e Shandong a est, Shanxi a ovest, l’Hubei a nord, l’Hebei a sud. A lungo oggetto della
tradizione orale, la reale esistenza e storicità di questa dinastia fu a lungo messa in dubbio, e fu ipotizzato fosse
solo stata creata dal mito. A fine degli anni cinquanta gli importanti ritrovamenti archeologici nel sito di Erlitou (città
di Yanshi, nello Henan) resero più chiare le cose. Durante la dinastia vide la luce una propria cultura collocabile tra
la cultura di Longshan e quella Shang antica. Il primo sovrano fu Yǔ, ricordato soprattutto per le grandi opere di
regolazione delle acque e i sovrani furono in tutto 17.
L’esistenza di una organizzazione statale sembra dimostrata delle fondamenta di enormi palazzi a Erlitou.
Tali opere non sarebbero state possibili senza mezzi coercitivi e l’utilizzo di abbondante manodopera. La società
era fortemente gerarchizzata e questo è riscontrabile nella differenza delle tombe e delle abitazioni.
Economicamente la cultura Xia era basata sull’agricoltura. Erano prodotti attrezzi agricoli, vasellame in terracotta e
in bronzo; venivano praticati i sacrifici umani. Non sono note le cause della fine della dinastia e della cultura Xia.
La dinastia Shang o Dinastia Yīn (ca. 1600 a.C - ca. 1027 a.C.) è la seconda dinastia cinese, ma solo la
prima di cui si abbiano conferme storiche; essa regnò sulla parte nordorientale della Cina, nella valle del Fiume
Giallo.
La dinastia Shang sarebbe stata fondata da un comandante che si ribellò all'ultimo sovrano della dinastia
Xià. Era basata sull'agricoltura, e praticava la caccia e l'allevamento di animali. Aveva anche sviluppato un
complesso sistema di scrittura, nonché tecniche di fusione del bronzo e di produzione di vasellame molto
avanzate.
Le Memorie di uno storico di Sima Qian affermano che la capitale della dinastia Shang cambiò sei volte.
L'ultimo e il più importante trasferimento fu quello nella città di Yin, nel 1350 a.C., che segnò l'età d'oro della
dinastia. La denominazione di dinastia Yin è diventato un popolare sinonimo di dinastia Shang.
A quanto risulta dalle ultime scoperte archeologiche cinesi, la dinastia Shang fu costituita nel 1766 a.C.
quando Cheng Tang rovesciò l'ultimo sovrano della Dinastia Xia, ristabilendo la pace e istituendo un governo più
umano.
Durante questo periodo dinastico la città più importante fu Yin che divenne capitale e centro socialeeconomico della Cina settentrionale.
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La forma di governo era teocratica con a capo una successione di re le cui principali funzioni erano forse
rituali più che politiche. Il trono, ereditario, venne trasmesso di padre in figlio per trenta generazioni e i nomi dei
sovrani vennero registrati da Sima Qian.
Alla dinastia Shang successe la dinastia Zhou (1122-256 a.C.). Alla fine del II millennio a.C., la dinastia
Zhou cominciò ad affermarsi nella valle del Fiume Giallo, sconfiggendo la dinastia Shing Shong. Originariamente,
era un popolo che viveva nella regione ad ovest del regno degli Shang, e il sovrano dei Zhou, il re Wu, era stato
nominato protettore occidentale dal re Shang. Sconfitti gli Shang nella battaglia di Muye, il re Wu invocò il
mandato divino per legittimare la sua presa di potere, concetto che fu fondamentale per legittimare il regno di tutte
le dinastie seguenti. Durante la dinastia Zhou maturò la filosofia cinese, con personalità come Confucio e Laozi,
fondatori del confucianesimo e del taoismo, che influenzarono il pensiero cinese fino ai giorni nostri.
Il "Periodo delle primavere e degli autunni" fu un periodo della storia cinese compreso tra il 770 a.C. e il
454 a.C.. Prende il nome dalle cronache di quel tempo, gli Annali delle primavere e degli autunni, tradizionalmente
attribuiti a Confucio, che narrano gli avvenimenti dello stato di Lu dal 770 a.C. al 481 a.C. In realtà il periodo delle
"Primavere e degli Autunni" (Chunqiu) termina nel 454 a.C., anno in cui il principato di Jin si divide in tre stati
indipendenti (Han, Wei, Zhao). In questo periodo i capi militari locali al servizio della dinastia Zhou ingaggiarono
una guerra interna allo scopo di affermare la propria egemonia. Inoltre la situazione si aggravò ulteriormente con
l'invasione di alcune popolazioni straniere provenienti da nord-ovest, tra cui i barbari del Quanrong che costrinse
gli Zhou a spostare la capitale più a est, da Hao a Luoyang. Ebbe così inizio la seconda era della dinastia Zhou: la
dinastia Zhou orientale.
Emersero 7 stati principali, in perenne lotta tra loro: Han, Zhao, Wei, Yan, Qin, Qi, Chu; i prìncipi di quegli
stati (wang) detenevano tutto il potere ma continuarono solo formalmente a servire la dinastia dominante. Fu
questo un periodo molto ricco per sviluppo della filosofia cinese; sorsero infatti, in risposta ai profondi cambiamenti
del mondo politico, le cosiddette Cento Scuole di Pensiero, così come alcuni fra i più influenti movimenti (il
confucianesimo, il taoismo, il legismo e il moismo).
Con Stati combattenti o Regni combattenti (cinese: Zhànguó) si indica il periodo storico cinese che va dal
453 a.C. al 221 a.C.
Tale periodo vide numerosi stati - Han, Wei, Zhao, Qi, Qin, Yan e Chu - combattersi la supremazia
nell'antica Cina. Ad imporsi fu lo stato di Qin, che per raggiungere questo scopo ricorse ad ogni mezzo, dallo
scontro militare alla manovra diplomatica, dall'inganno all'assassinio degli avversari.
La fase conclusiva del processo di unificazione ebbe inizio con l'ascesa al trono di Qin del re Ying Zheng
nel 246 a.C., sovrano dalle rare capacità organizzative e dall'eccezionale senso strategico, che conquistò
nell'ordine: Han (230 a.C.), Wei (225 a.C.), Chu (223 a.C.), Zhao e Yan (222 a.C.) e Qi nel 221 a.C. unificando
così la Cina e dando inizio alla dinastia Qin. Yin Zheng si rinominò Qin Shihuangdi, nome che si richiamava agli
antichi sovrani mitici.
Il Periodo dei regni combattenti vide il fiorire della lavorazione del ferro, che sostituì il bronzo nelle armi. La
sfera d'influenza della cultura cinese si allargò ad aree come lo Shu (l'attuale Sichuan) e lo Yue (l'odierno
Zhejiang). Le scuole filosofiche più importanti, come il confucianesimo, il taoismo e il moismo subirono varie
elaborazioni e se ne aggiunsero altre, come il legismo formulato da Han Feizi, dando vita alle Cento scuole di
pensiero.
Nel 246 a.C. Ying Zheng divenne re dello stato di Qin e ben presto, grazie alle sue grandi doti strategiche, a
un forte esercito e spesso ricorrendo all'inganno e all'assassinio degli avversari, sconfisse gli altri 6 regni che
occupavano il territorio cinese: Zhao, Han, Wei, Yan, Qi e Chu. Con la sconfitta di Qi, nel 221 a.C. Ying Zheng
realizzò infine l'unificazione della Cina e assunse il titolo di Qin Shi Huangdi (Primo Imperatore della Dinastia Qin).
Questo atto fu una sfida alla tradizione perché fino ad allora i termini Huang e Di erano stati utilizzati
esclusivamente per indicare i grandi imperatori della più remota antichità, che avevano dato origine alla civiltà.
Ying Zheng si poneva così sul loro stesso piano, sottolineando il fatto che non aveva bisogno della tradizione per
legittimare il proprio potere. Si accinse quindi a realizzare una serie di riforme, sotto il consiglio del primo ministro
legista Li Si, che avrebbero lasciato un'impronta indelebile nella storia cinese. L'antica aristocrazia venne
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esautorata, le famiglie nobili furono costrette a trasferirsi nella capitale Xianyang, l'intero territorio venne diviso in
distretti raccolti in governatorati, tutte le unità di misura vennero unificate così come la moneta e la scrittura. Per
favorire la comunicazione tra le diverse regioni venne imposto un unico scartamento assiale per i carri e fu
costruita un'ampia rete stradale per un totale di circa 6.000 km. Shi Huang Di produsse un rinforzamento delle
difese settentrionali del paese innalzate per proteggere il paese dalla incursioni dei cosiddetti barbari Hsiungnu.
L'opera, secondo lo storico cinese Sima Qian, venne affidata al generale Meng Tian e al suo esercito di 300.000
uomini. L'obiettivo imperiale doveva essere quello di collegare i vari pezzi di muraglia già esistenti ottenendo,
come risultato, la Grande muraglia. Affinché nessuno potesse dubitare della sua autorità invocando la tradizione,
accolse la proposta di Li Si e nel 213 a.C. decretò che tutti i testi antichi fossero bruciati per cancellare il ricordo
del passato, fatta eccezione per quelli di argomento scientifico e tecnico.
I fattori che determinarono la caduta della dinastia furono numerosi, innanzitutto la frenesia con cui Shi
Huang Di aveva attuato la sua politica e la spietatezza dei metodi punitivi da lui adottati, come il principio della
responsabilità collettiva (se una persona commette un reato, tutto il suo clan d'appartenenza ne sarà colpevole).
Migliaia di contadini erano stati costretti ad abbandonare i campi per andare a combattere o per partecipare ai
lavori di costruzione della Muraglia, delle strade, dei canali e dei palazzi imperiali. Le realtà locali furono sconvolte
anche a causa dell'unificazione della moneta e del sistema di scrittura.
La dinastia non sopravvisse alla morte del suo primo imperatore nel 210 a.C., il governo non fu in grado di
gestire la situazione e l'azione della corte fu pressoché paralizzata da intrighi a corte e lotte per il potere. A seguito
di un complotto attuato dal primo ministro Li Si e dall'eunuco Zhao Gao, l'erede al trono fu costretto a suicidarsi.
Zhao Gao si sbarazzò anche di Li Si, che fu imprigionato e messo a morte. Al trono fu posto Er HuangDi (Secondo
Imperatore), secondogenito di Shi HuangDi, che venne anch'egli presto ucciso. Il potere passò a Zi Ying, nipote
del primo Imperatore, il quale non osò assumere il titolo di Terzo Imperatore. Mentre il governo era dilaniato da
lotte intestine, nel 209 a.C. scoppiò una grande rivolta popolare che si espanse per tutto l'Impero. Le forze
principali dei ribelli erano comandate da Xiang Yu, che nel 206 ottenne la resa di Qin, mise a sacco la capitale e
fece uccidere l'Imperatore Zi Ying, e da Liu Bang, che trasferì la capitale a Chang'An e, nel 206 a.C., si proclamò
Imperatore della nuova dinastia Han, assumendo in seguito il nome di GaoZu.
La dinastia Han governò la Cina dal 202 a.C. al 220 d.C. Fu preceduta dalla Dinastia Qin e seguita dal
periodo dei Tre Regni. La dinastia Han diede in seguito anche il suo nome alla popolazione etnica cinese per
differenziarsi dalle numerose altre minoranze etniche presenti in Cina.
La dinastia fondata dalla famiglia Liu regnò sulla Cina per quattro secoli diffondendo la sua influenza sul
Vietnam, l'Asia Centrale, la Mongolia e la Corea.
Durante la dominazione Han, Il Confucianesimo divenne la filosofia ufficiale di stato, l'agricoltura e il
commercio prosperarono, tanto che la popolazione raggiunse i 50 milioni di abitanti, di cui tre milioni abitavano la
capitale Chang'an, di fatto la più grande metropoli del suo tempo.
La dinastia Han si divide in due periodi: il primo detto Dinastia degli Han Anteriori o anche Dinastia Han
Occidentali; fiorì dal 206 a.C. - al 9 a.C. ed ebbe come capitale Chang'an. Il secondo periodo è definita Dinastia
degli Han Posteriori o anche Dinastia Han Orientali dal 25 d.C. - al 220 d.C. con capitale Luoyang, più a est
rispetto a Chang'an, di cui il nome dinastico. Attualmente si predilige la distinzione tra orientali-occidentali per
evitare confusione con la meno nota dinastia degli Han Posteriori del periodo delle Cinque Dinastie e dieci Regni,
sebbene gli storici cinesi, come Sima Guang, abbiano utilizzato l'altra distinzione.
Durante la dinastia Han si ebbero grandi progressi intellettuali, letterari, artistici e scientifici. Fu perfezionata
la scoperta della carta tanto da poterla utilizzare quale supporto per la scrittura e soppiantare così il precedente
sistema su seta o su piccole liste di bambù.
Durante questa dinastia visse il più famoso storico cinese, Sima Qian (145 a.C. -87? d.C.), le cui Memorie
Storiche forniscono tavole genealogiche, biografie e cronache dai tempi dei sovrani leggendari fino ai tempi
dell'imperatore Wudi (141 a.C.- 87 a.C.).
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La forza militare della dinastia Han permise all'impero di espandersi a occidente nella pianura desertica del
Tarim, dove erano situate le città-stato e i principati dei Tocari, Saci e Sogdiani nella provincia del Xinjiang-Uigur
attualmente di etnia prevalentemente uigura. In questo modo la Via della seta veniva resa sicura fino al Pamir, ai
confini con la Battriana nell'odierno Afghanistan.
Anche il Vietnam settentrionale e la Corea furono invasi dagli eserciti Han. In questo periodo si sviluppa il
sistema di tributi in base al quale stati periferici indipendenti o semi-indipendenti pagano una sorta di omaggio
formale di sottomissione alla Cina, inviano doni e stabiliscono sistemi di commercio regolato, in cambio della pace
e del riconoscimento alla legittimità al governo locale. Anche l'invio di principesse cinesi servì a mantenere
l'equilibrio diplomatico con i vicini, soprattutto con le tribù e le confederazioni nomadi del nord, in particolare con i
Xiongnu e i Wusun.
Quello dei Tre Regni è un periodo della storia della Cina. In senso strettamente accademico si riferisce al
periodo tra la fondazione del Regno Wei nel 220 e la conquista del Regno Wu da parte della Dinastia Jin nel 280.
Comunque, molti storici cinesi fanno risalire l'inizio di questo periodo all'insurrezione dei Turbanti Gialli nel 184.
Dopo il periodo dei tre regni, la riunificazione avvenne sotto la dinastia Jìn, che può essere divisa in due
fasi: la dinastia Jìn occidentale (265 - 316), che fu in grado di unificare la Cina, e la dinastia Jìn orientale (317 420), che continuarono a governare il sud della Cina
Nell'anno 263, le truppe del Regno Wei conquistavano lo stato di Shu, cosicché i tre regni divennero due.
Nel 265, Sima Yung, della prestigiosa famiglia Sima, discendente di Sima Qian, sconfisse l'imperatore Wei,
togliendo così il potere alla famiglia Cao, e instaurando la dinastía Jin. Nell'anno 280, i Jin conquistarono il regno
di Wu, di modo che riuscirono a riunificare sotto la nuova dinastia l'antico impero Han.
Tuttavia la situazione non si mantenne stabile: a corte Jin in Luoyang fu sempre più minacciata dai popoli
nomadi del nord che avevano formato vari stati ed avevano una grande tradizione militare; difatti riuscirono a
conquistare le capitali della dinastia Jin; Luoyang nel 311, e Chang'an nel 316. Così lo stato Jin scomparì dal nord
della Cina, che rimase diviso in ben sedici regni. La conquista del nord da parte dei popoli nomadi o seminomadi
provocò un importante esodo della popolazione verso il sud. La corte Jin si ricostituì nella città di Jiankang, molto
più a meridione, vicino alla attuale Nanjing, dove continuarono a governare fino al 420. Gli storici cinesi hanno così
dato il nome di "periodo dei Sedici regni" all'epoca compresa fra il 304 e il 439, durante la quale il nord della Cina
attraversò una fase di frammentazione politica e di caos. Questi sedici regni inoltre erano retti da popoli di etnia
non cinese.
Sarà un altro popolo di etnia non cinese, i tuoba, coloro che riuscirono ad unificare il nord della Cina
sconfiggendo tutti questi piccoli stati e proclamando la dinastia Wei del Nord nel 440. Con il settentrione unificato,
la Cina rimase divisa in due stati: quello nordico, nel quale si succederanno le cosiddette dinastie settentrionali:
Wei del Nord, Wei del Est, Wei del Ovest, Qi del Nord y Zhou del Nord; e un altro al sud, nel quale, essendo
sconfitto l'ultimo imperatore Jin nel 420, si succederanno quattro dinastie nella corte di Jiankang: i Song, Qi, Liang
e Chen.
Dopo la fine della dinastia Tang, con la fondazione della dinastia Liang nel nord della Cina, inizia una fase
di instabilità in cui, in un breve periodo, si succederanno cinque dinastie nel settentrione della Cina (dinastia Liang
Posteriore, dinastia Tang Posteriore, dinastia Jin Posteriore, dinastia Han Posteriore e dinastia Zhou Posteriore),
frattanto, nel sud apparirono dieci regni indipendenti. Questa epoca, dal 907 al 960, gli storici cinesi la conoscono
come il "periodo delle Cinque Dinastie e Dieci Regni", o semplicemente "delle Cinque Dinastie".
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