FARMACOLOGIA E DINTORNI… Dott.ssa Rosita Reale Definizione della sostanza “farmaco” “Un farmaco è qualsiasi sostanza o prodotto usato per esplorare o modificare sistemi fisiologici o patologici, quindi a scopo terapeutico o a scopo diagnostico, con beneficio di chi li riceve”. (OMS) Viene introdotto anche il concetto di profilassi, la sostanza a scopo curativo-terapeutico-diagnostico, ma anche preventivo per l'insorgenza di determinate patologie (antibiotico profilassi preoperatoria). (CCE) Definizione della sostanza “farmaco” Ai fini del presente decreto, valgono le seguenti definizioni: a) prodotto medicinale o medicinale, di seguito indicato con il termine «medicinale»: 1) ogni sostanza o associazione di sostanze presentata come avente proprietà curative o profilattiche delle malattie umane; 2) ogni sostanza o associazione di sostanze che può essere utilizzata sull'uomo o somministrata all'uomo allo scopo di ripristinare, correggere o modificare funzioni fisiologiche, esercitando un'azione farmacologica, immunologica o metabolica, ovvero di stabilire una diagnosi medica; (Decreto Legislativo 24 Aprile 2006, n. 219) Classificazione dei farmaci Sintomatici: agiscono sui sintomi della malattia (antinfluenzali). Causali o eziologici: agiscono sulla causa della malattia (antibiotici). Patogenetici: agiscono sui meccanismi della malattia (antipertensivi, antiaritmici). Sostitutivi: ripristinano funzioni dell'organismo alterate dalla malattia (insulina). Farmacologia generale FARMACOCINETICA: studia gli eventi a cui è sottoposto un farmaco quando viene a contatto con il nostro organismo (assorbimento, distribuzione, metabolismo, escrezione) grazie a queste conoscenze si determina la posologia del farmaco. FARMACODINAMICA: studia i meccanismi d'azione del farmaco stesso (interazione farmaco-recettore o altri meccanismi). Forma farmaceutica La Forma farmaceutica (o formulazione) è come il Farmaco lo si trova in farmacia. esempio: Aerosol, capsule, cerotti transdermici, colliri, compresse, compresse rivestite, fiale, gocce, granulati, pomate, unguenti, creme, gel, paste, sciroppi, sospensioni, supposte Vie di somministrazione VIE ENTERALI Orale VIE PARENTERALI Intravascolare Endovenosa (e.v.) Sublinguale Rettale Intraarteriosa Intracardiaca Intramuscolare (i.m.) Sottocutanea (s.c.) Intradermica VIA INALATORIA ALTRE SUPERFICI EPITELIALI: Cutanea, corneale, vaginale,nasale ALTRE VIE Intratecale, Intraarticolare, Intracavitaria (intraperitoneo, intrapleur.) Vie percutenee Vie percutanee LEGISLAZIONE Legislazione L’atto di somministrazione della terapia, pur essendo unitario, può da un punto di vista giuridico, essere scomposto in due distinti momenti: l’atto di prescrizione, di competenza medica; l’atto di somministrazione, di competenza infermieristica. Se questi due momenti vengono tenuti distinti, l’infermiere risponderà solo degli errori legati alla somministrazione mentre, in caso contrario, potranno essergli contestati atti che sono istituzionalmente di responsabilità medica. Legislazione Questa distinzione tra competenze mediche e infermieristiche può venire a meno nelle situazioni d’emergenza dove l’infermiere può somministrare farmaci senza prescrizione medica non essendo punibile ai sensi dell’articolo 54 del codice penale che regola lo stato di necessità. La prescrizione “al bisogno” è contemplata nella legislazione italiana, ma deve essere condizionata da rilevazioni oggettive (vas, paos, temp, ecc…) Legislazione Art. 443 codice penale: Chiunque detiene per il commercio, pone in commercio o somministra medicinali guasti o imperfetti è punito……. Legislazione DM 3 agosto 2001 Approvazione del registro di carico e scarico degli stupefacenti: Nel caso di somministrazione parziale di una forma farmaceutica il cui farmaco residuo non può essere successivamente utilizzato (come ad esempio una fiale iniettabile) si procederà allo scarico dell’unità di forma farmaceutica. Nelle note sarà specificata l’esatta quantità di farmaco somministrata, corrispondente a quella riportata nella cartella clinica del paziente. La quantità residua del farmaco è posta tra i rifiuti speciali da avviare alla termodistruzione. Legislazione La prescrizione medica gli elementi costitutivi • Il tipo di farmaco (denominazione commerciale) • Il dosaggio • I tempi di somministrazione • La via di somministrazione • La forma farmaceutica • La sottoscrizione del medico “Il medico cura, con farmaci che conosce poco, individui che conosce meno.” Voltaire Legislazione: DMS 739/94 Decreto del Ministero della Sanità del 14 settembre 1994 n°739 che delinea il Profilo professionale dell’infermiere, nel campo della somministrazione farmaceutica, l’infermiere , attraverso un metodo scientifico, “garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico- terapeutiche “(articolo 1 , comma 3, lettera d). Legislazione: Codice Deontologico 1999 L’articolo 3.3: specifica infatti che “l’infermiere riconosce i limiti delle proprie conoscenze e competenze e declina la responsabilità quando ritenga di non poter agire con sicurezza”. L’articolo 4.4: afferma che “l’infermiere ha il dovere di essere informato sul progetto diagnosticoterapeutico, per le influenze che questo ha sul piano di assistenza e la relazione con la persona” Legislazione: Ai professionisti viene chiesto di agire con: prudenza (senza esporre a rischio la salute del paziente), perizia (preparazione adeguata), diligenza (utilizzo di tecniche corrette), applicando tutte le norme giuridiche, deontologiche e tecniche stabilite per l’esercizio della professione. L’OSS CONFERENZA STATO-REGIONI Seduta del 22 febbraio 2001 13 Articoli ALLEGATO A- Elenco delle principali attività previste per l’Operatore socio-sanitario ALLEGATO B- COMPETENZE DELL’OPERATORE SOCIO-SANITARIO ALLEGATO B- COMPETENZE DELL’OPERATORE SOCIO-SANITARIO COMPETENZE TECNICHE “…aiutare per la corretta assunzione dei farmaci prescritti …” “…osservare, riconoscere e riferire alcuni dei più comuni sintomi di allarme che l’utente può presentare (pallore, sudorazione ecc.)” “…effettuare piccole medicazioni o cambio delle stesse…” ALLEGATO B- COMPETENZE DELL’OPERATORE SOCIO-SANITARIO COMPETENZE RELATIVE ALLE CONOSCENZE RICHIESTE “… Conosce i principali interventi semplici di educazione alla salute, rivolti agli utenti e ai loro famigliari” La Responsabilità Professionale: L’attività del team di professionisti che cooperano in modo sinergico per un paziente, è ispirata e incentrata nel principio dell’affidamento, ovverosia dell’affidamento legittimo che ciascun membro del gruppo presta con riferimento alla diligente prestazione degli altri. Raccomandazione n. 14, ottobre 2012 La Responsabilità Professionale: L’operatore sappia quali sono i propri doveri e le proprie prerogative nella gestione delle azioni in sinergia con i colleghi, per operare in piena sicurezza per il paziente ed in tranquillità. Vige in capo a ciascuno il dovere di far presente la sua posizione contraddittoria Raccomandazione n. 14, ottobre 2012 SITUAZIONE ITALIANA Rapporto nazionale “L'uso dei farmaci in Italia” Dal Rapporto nazionale “L'uso dei farmaci in Italia”, realizzato dall'Osservatorio nazionale sull'impiego dei medicinali (Osmed) dell'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) è emerso che: Tra gennaio e settembre 2015, il maggior consumo di farmaci è al centro-sud, con il Lazio che si colloca al primo posto per dosi medie giornaliere (per mille abitanti), seguito da Calabria, Puglia(Sardegna 2014). Rapporto nazionale “L'uso dei farmaci in Italia” I consumi più bassi sono stati rilevati nella provincia di: Bolzano, Liguria, Veneto, (Lombardia nel 2014). Rapporto nazionale “L'uso dei farmaci in Italia” Spesa per automedicazione ha subito un aumento in tutte le regioni ad eccezione di Basilicata, Trento, Bolzano e Veneto. Rapporto nazionale “L'uso dei farmaci in Italia” Nei primi nove mesi del 2015 gli italiani hanno acquistato una media di circa 24(23 nel 2014) confezioni a testa, senza variazioni rispetto ai nove mesi dell'anno precedente. I farmaci i più utilizzati: quelli per il sistema cardiovascolare al primo posto per prescrizione - tra quelli del sistema nervoso centrale - si confermano gli antidepressivi RACCOMANDAZIONE n. 7 MARZO 2008 Raccomandazione 7, Marzo 2008 RACCOMANDAZIONE PER LA PREVENZIONE DELLA MORTE, COMA O GRAVE DANNO DERIVATI DA ERRORI IN TERAPIA FARMACOLOGICA Un uso non corretto dei farmaci può determinare eventi avversi con conseguenze gravi per i pazienti Raccomandazione 7, Marzo 2008 OBIETTIVO: Prevenire il verificarsi dell’evento sentinella dovuto ad un uso non corretto dei farmaci nell’ambito dell’assistenza ospedaliera con particolare riferimento agli eventi correlati all’impiego di farmaci considerati ad “alto rischio” Evento sentinella…definizione “un evento avverso di particolare gravità, potenzialmente evitabile, che può comportare morte o grave danno al paziente e che determina una perdita di fiducia dei cittadini nei confronti del servizio sanitario. Il verificarsi di un solo caso è sufficiente per dare luogo ad un’indagine conoscitiva diretta ad accertare se vi abbiano contribuito fattori eliminabili o riducibili e per attuare le adeguate misure correttive da parte dell’organizzazione”. Protocollo per il Monitoraggio degli Eventi Sentinella, Luglio 2009 Schema di Reason Raccomandazione 7, Marzo 2008 Farmaci ad alto rischio: agonisti adrenergici, anestetici generali endovena, anestetici locali iniettabili, bloccanti neuromuscolari, anticoagulanti, eparina, warfarin, antiaritmici, antineoplastici, stupefacenti, oppioidi, benzodiazepine endovena, digossina, insulina, ipoglicemizzanti orali, sodio nitroprussiato, soluzioni concentrate di sodio cloruro, soluzioni concentrate di potassio cloruro, soluzioni concentrate di potassio, soluzioni di calcio, soluzioni di magnesio Raccomandazione 7, Marzo 2008 CAMPI di APPLICAZIONE: COSA Tutti i farmaci utilizzati in ospedale e in particolare ai “farmaci ad alto livello di attenzione” A CHI E’ rivolta a tutti gli operatori sanitari coinvolti nel processo di gestione del farmaco Si applica in tutte le strutture sanitarie E’ a tutela di tutti i pazienti che necessitano di terapia farmacologia DOVE PER CHI Raccomandazione 7, Marzo 2008 AZIONI: Protocolli e procedure codificate Elaborazione di un piano di sicurezza Predisposizione di una lista di farmaci ad “alto rischio” Piano formativo Favorire la comunicazione (tra op. ed E.A.) capitolati di acquisto ed acquisizione dei farmaci con particolare attenzione all’aspetto della sicurezza Raccomandazione 7, Marzo 2008 Procedure ad hoc per la gestione delle scorte in farmacia ed in reparto Introduzione di tecnologie informatizzate definizione di misure di monitoraggio (es. esami ematici) provvedere in modo continuativo al monitoraggio (in relazione agli E.A.) RACCOMANDAZIONE N. 1 MARZO 2008 Raccomandazione n.1, Marzo 2008 “Corretto utilizzo delle soluzioni concentrate di cloruro di potassio….” Errori più frequenti: Scambio di fiala Mancata diluizione Scorretta preparazione del prodotto da infondere Errata identificazione del paziente Raccomandazione n.1, Marzo 2008 Obiettivo: Ridurre il rischio di sovradosaggio accidentale di K derivante dall’uso improprio di soluzioni concentrate di KCl e di altre soluzioni ad elevato contenuto di K, garantendo nel contempo la tempestiva disponibilità del farmaco in caso di bisogno Raccomandazione n.1, Marzo 2008 Campi di applicazione: soluzioni contenenti KCl ed alle altre soluzioni contenenti K per uso e.v. con le seguenti concentrazioni: 1 mEq/ml 2 mEq/ml 3 mEq/ml Raccomandazione n.1, Marzo 2008 Ambiti in cui devono essere attuate le azioni: Conservazione Prescrizione Preparazione Controllo della preparazione Gestione del processo di utilizzo Raccomandazione n.1, Marzo 2008 CONSERVAZIONE delle sol. concentrate di KCl e sol. Ad elevato contenuto di K: contrassegno di pericolosità è fondamentale deve essere limitata esclusivamente, alle aree critiche assistenziali, identificate dalla programmazione aziendale e regionale devono essere conservate separate da altri farmaci in armadi chiusi o in contenitori che rechino la segnalazione di allarme “Diluire prima della somministrazione: mortale se infuso non diluito” Raccomandazione n.1, Marzo 2008 Non devono essere trasferite tra le diverse unità operative e tutti gli approvvigionamenti devono essere effettuati direttamente dalla farmacia. Occorre una procedura che garantisca l’approvvigionamento del farmaco in caso di necessità, anche quando non attivo il servizio di farmacia Raccomandazione n.1, Marzo 2008 PRESCRIZIONE delle soluzioni contenenti K: Dovrebbero essere prescritte, quando le condizioni cliniche lo consentono In formulazioni commerciali già diluite e pronte all’uso Deve essere assicurata la tracciabilità (dose, frequenza e velocità di infusione, firma data e ora) Raccomandazione n.1, Marzo 2008 PREPARAZIONE delle soluzioni diluite contenenti K Se diluizione commercialmente non disponibile, deve essere preparata dalla farmacia ospedaliera Quando non sia possibile, le soluzioni possono essere preparate direttamente nelle unità operative, attenendosi al protocollo scritto aziendale. Raccomandazione n.1, Marzo 2008 CONTROLLO DELLA CORRETTA PREPARAZIONE: 1° Operatore che dovrebbe controllare fase preparazione: la corretta identificazione del prodotto, la dose, la via di somministrazione, la correttezza del calcolo della diluizione rispetto alla prescrizione data, la miscelazione, la corretta etichettatura del prodotto preparato Raccomandazione n.1, Marzo 2008 CONTROLLO DELLA CORRETTA PREPARAZIONE: 2° Operatore che dovrebbe controllare fase somministrazione: verificare l’identità del paziente la corretta velocità di infusione Registrare in cartella infermieristica: dose, via di somministrazione, velocità di infusione, data, ora e firma dell’operatore Raccomandazione n.1, Marzo 2008 Gestione del processo di corretto utilizzo delle soluzioni concentrate contenenti K La Direzione Aziendale deve fornire: chiara e dettagliata procedura: prescrizione, approvvigionamento, conservazione, modalità di diluizione, tracciabilità, monitoraggio consumi. Raccomandazione n.1, Marzo 2008 FORMAZIONE: Nell’ambito dei programmi di formazione continua per il personale sanitario coinvolto in attività assistenziali devono essere previsti specifici richiami sui rischi connessi con la conservazione, la prescrizione, la preparazione e la somministrazione delle soluzioni concentrate contenenti K e sulle procedure atte a minimizzare i rischi. Boeri C, Castaldo A, Giordano A, et al. La somministrazione di farmaci tritati e camuffati nelle RSA: prevalenza ed implicazioni pratiche. Evidence 2013; 5(10): e1000060 La somministrazione di farmaci tritati e camuffati nelle RSA: prevalenza ed implicazioni pratiche Background: difficoltà alla deglutizione ed il rifiuto alla terapia spesso impongono la necessità di somministrare farmaci “alterati”: tritati, decapsulati, camuffati nel cibo. Tale pratica non è priva di rischi, sia in termini di efficacia terapeutica, che eventi avversi al paziente ed al personale La somministrazione di farmaci tritati e camuffati nelle RSA: prevalenza ed implicazioni pratiche Obiettivi: Conoscere la prevalenza…sia per via orale che enterale Valutare l’aderenza delle modalità di somministrazione alle indicazioni delle case farmaceutiche La somministrazione di farmaci tritati e camuffati nelle RSA: prevalenza ed implicazioni pratiche Quali farmaci NON possono essere tritati in assenza di formulazioni alternative: compresse gastroresistenti compresse a rilascio controllato compresse rivestite La somministrazione di farmaci tritati e camuffati nelle RSA: prevalenza ed implicazioni pratiche Metodi: Studio trasversale, gen/feb 2012 utilizzando diversi metodi: Osservazione sistematica della terapia os/enterale Analisi documentazione clinica Breve intervista all’infermiere che somministrava la terapia Campione: 697 ospiti in nuclei di degenza ordinaria e nuclei Alhzeimer di 3 RSA di Milano La somministrazione di farmaci tritati e camuffati nelle RSA: prevalenza ed implicazioni pratiche Risultati: Gli ospiti assumevano mediamente 7.5 principi attivi/die, di cui 6 per os 40% assumeva terapia alterata Su 2639 somministrazioni 785 erano alterate, tra queste il 43% dei principi attivi erano somministrati in maniera non conforme alle indicazioni del produttore Il 20% assumeva farmaci camuffati nelle bevande/alimenti Causa principale: difficoltà di deglutizione La somministrazione di farmaci tritati e camuffati nelle RSA: prevalenza ed implicazioni pratiche Limiti: Bias conseguenti alla presenza dell’osservatore Limitata rappresentatività della popolazione anziana istituzionalizzata in RSA Conclusioni: Necessità di modificare la consistenza dei farmaci Implementazione di programmi di monitoraggio degli eventi avversi correlati alla somministrazione della terapia. (istituzionale, aziendale, professionale) Farmaci chemioterapici RACCOMANDAZIONE N. 14 OTTOBRE 2012 “RACCOMANDAZIONE PER LA PREVENZIONE DEGLI ERRORI IN TERAPIA CON FARMACI ANTINEOPLASTICI” Perché la Raccomandazione n. 14? A causa della elevata tossicità dei farmaci antineoplastici, gli errori in corso di terapia oncologica determinano danni molto gravi anche alle dosi approvate. Pertanto, è necessario avere a disposizione indicazioni, condivise ed uniformi su tutto il territorio nazionale, mirate alla prevenzione di tali errori Raccomandazione n. 14, ottobre 2012 Obiettivo: la prevenzione degli errori in terapia con farmaci antineoplastici, ai fini della sicurezza del paziente Raccomandazione n. 14, ottobre 2012 Raccomandazione n. 14, ottobre 2012 Azioni: approvvigionamento immagazzinamento prescrizione preparazione distribuzione somministrazione Azioni Analizzare tutte le fasi della filiera del farmaco antineoplastico e in maniera particolare quelle nelle quali è più stretto il legame tra paziente, operatore sanitario e farmaco, vale a dire prescrizione, preparazione e somministrazione Per ciascuna fase, l’analisi deve essere condivisa, standardizzata e periodicamente aggiornata e le relative istruzioni devono essere scritte e risultare sempre disponibili per la consultazione di tutto il personale a cui sono destinate. Raccomandazione n. 14, ottobre 2012 Formazione: È responsabilità di ciascuna Struttura sanitaria, delle Unità operative e dei singoli professionisti assicurare e attuare una costante formazione professionale. Il percorso di formazione deve essere specifico, continuo e sistematico. Rivolto a tutti gli operatori sanitari Raccomandazione n. 14, ottobre 2012 La Responsabilità Professionale: il “team oncologico” dovrà seguire la procedura operativa aziendale che tenga conto: della prescrizione; della preparazione; delle verifiche preliminari alla somministrazione; dettagliate informazioni al paziente ed alle persone che lo assistono; comunicazione puntuale tra gli operatori sanitari; corretta somministrazione; corretta rilevazione di criticità durante la terapia ed attivazione di percorsi di emergenza; urgenza; corretto smaltimento dei rifiuti ed informazione al paziente per secreti ed escreti. Lo stravaso da farmaco vescicante: una revisione narrativa. A. Brigida , G. Re Luca, M. Lusignani . Per stravaso si intende un evento durante il quale avviene la fuoriuscita di una soluzione vescicante, in grado dunque di provocare una grave reazione tessutale, che è stata iniettata per via endovenosa (Sarasota Memorial Hospital, 2012) Le conseguenze possono essere di diversa entità: dall’arrossamento locale alla necrosi tissutale, che può coinvolgere tendini e legamenti, causando gravi danni funzionali. Rivista l’Infermiere N. 6-2014 A. Brigida , G. Re Luca, M. Lusignani . Lo stravaso da farmaco vescicante: una revisione narrativa. Lo stravaso da farmaco vescicante rappresenta dallo 0,5% al 6% di tutti gli eventi avversi associati al trattamento. L’infermiere può assumere un ruolo chiave nel contribuire a ridurre la frequenza e la gravità di questo evento. L’incidenza di stravaso relativa a mezzi di contrasto è compresa fra lo 0,1% e lo 0,9% L’obiettivo dello studio E’ quello di illustrare le più recenti raccomandazioni di buona pratica clinica in merito alla prevenzione e gestione dello stravaso da farmaco vescicante. A. Brigida , G. Re Luca, M. Lusignani . Lo stravaso da farmaco vescicante: una revisione narrativa. Materiali e Metodi: E’ stata condotta una revisione della letteratura attraverso banche dati biomediche (Trip Database, PubMed, CINAHL Plus e Web of Knowledge) e siti Internet istituzionali. Le parole chiave utilizzate sono state: extravasation, extravasation of diagnostic and therapeutic materials/prevention and control, extravasation of diagnostic and therapeutic materials/nursinge Fattori di rischio correlati a paziente, procedura e trattamento Fattori di rischio correlati a paziente, procedura e trattamento Fattori di rischio correlati all’agente farmacologico quantità dell’agente che fuoriesce dai vasi sanguigni struttura chimica, meccanismo d’azione, reazione chimica indotta, osmolarità, concentrazione ed effetti diretti sui vasi sanguigni (vasocostrizione e vasodilatazione) Classificazione In letteratura, i farmaci antineoplastici sono divisi in tre gruppi principali in base al loro effetto sul tessuto (Pikó B, et al., 2013): farmaci vescicanti, causano spesso necrosi tessutale; farmaci irritanti, con complicanze lievi; farmaci non vescicanti, con conseguenze minime o assenti Prevenzione La posizione più appropriata per il posizionamento di un’agocannula è considerata l’avambraccio I cateteri venosi periferici andrebbero inseriti immediatamente prima della somministrazione di farmaci antineoplastici vescicanti Non dovrebbero mai essere somministrati in un sito sottostante a quello di un recente prelievo venoso Risultati dello studio I fattori di rischio dipendono dal paziente, dalla procedura e dall’agente farmacologico. Il monitoraggio del sito, del paziente e dell’infusione è la chiave per prevenire lo stravaso. La gestione dello stravaso è non farmacologica e/o farmacologica o chirurgica nei casi più gravi. Sono indispensabili un processo di segnalazione spontanea degli eventi avversi (incident reporting) e un adeguato follow-up dopo il trattamento dello stravaso. Mancano prove di efficacia a supporto di una gestione standardizzata dello stravaso e sono inconcludenti quelle sull’uso di antidoti. Conclusione La prevenzione più efficace è un’adeguata formazione del personale infermieristico e informazione del paziente. Cosa fare in caso di stravaso SCOPO: limitare il danno locale , prevenire la necrosi dei tessuti cutanei e sottocutanei L’intervento deve essere tempestivo, deve comprendere una corretta e precisa informazione al paziente Cosa fare in caso di stravaso Procedura Standard per ogni tipo di farmaco, che va applicata nel più breve tempo possibile. Chiudere la via d’infusione Non rimuovere l’accesso venoso Aspirare delicatamente almeno 3 cc si sangue o liquido Rimuovere l’accesso venoso Descrivere l’evento dettagliato in cartella clinica (tipo di farmaco, quantità, tempi, modalità di intervento, evoluzione clinica) Cosa fare in caso di stravaso Applicare impacchi con borsa del ghiaccio evitando il contatto diretto per 30 min ogni 4 ore Applicare impacchi caldi ma non umidi (45°-50°C) evitando il contatto diretto per 60 min ogni 6 ore Applicazione di DMSO (dimetilsulfossido) Se possibile fotografare la zona Informare dettagliatamente il paziente Consigliare al paziente di evitare l’esposizione al sole della zona. Regola delle 7 G La corretta procedura per la somministrazione dei farmaci è sintetizzata a livello internazionale già da molti anni, nella formula delle “5G”, diventate da qualche anno le “7G”: 1. Giusto farmaco; 2. Giusta dose; 3. Giusta via; 4. Giusto orario; 5. Giusta persona; 6. Giusta registrazione; 7. Giusto controllo Dalla regola delle sette “G” si evince che l’atto di somministrazione della terapia farmacologica è un atto unitario, in quanto deve essere compiuto da una sola persona, sequenziale e cronologico. Diluizioni Diluizioni Si calcola… 1 ml = 20 gocce 1 mg = dipende dal farmaco Diluizioni: esercizi Viene prescritto in terapia EV soluzione fisiologica 250 ml con 30 mEq di KCl in 12 ore, avendo a disposizione in reparto solo fiale di KCl da 20 mEq/10ml, quanti ml di KCl l’infermiere metterà nella flebo e a quale velocità verrà impostata? Diluizioni: esercizi Viene prescritto in terapia EV soluzione fisiologica 250 ml con 30 mEq di KCl in 12 ore, avendo a disposizione in reparto solo fiale di KCl da 20 mEq/10ml, quanti ml di KCl l’infermiere metterà nella flebo e a quale velocità verrà impostata? 20:10=30:x x=300/20 15 ml di KCl 250/12= 20,83….a 21 ml/h Diluizioni: esercizi Occorre somministrare per via rettale 0,5 mg/kg di Midazolam Cloridrato ad un bimbo di 9 mesi, che pesa 8 kg; considerando il fatto che 1 fiala da 1 ml contiene 5mg di Midazolam Cloridrato; quanti ml deve somministrare l’infermiere? Diluizioni: esercizi Occorre somministrare per via rettale 0,5 mg/kg di Midazolam Cloridrato ad un bimbo di 9 mesi, che pesa 8 kg; considerando il fatto che 1 fiala da 1 ml contiene 5mg di Midazolam Cloridrato; quanti ml deve somministrare l’infermiere? 0,5x 8= 4 mg dose da somministrare 5:1=4:x x=4/5= 0.8 ml Diluizioni: esercizi Vi viene richiesto di somministrare 1 mg/kg di lidocaica e.v. Il paziente pesa 92 kg quanti mg di lidocaina dovete somministrare? Avete a disposizione fiale di lidocaina da 10 ml al 2%: quanto farmaco contiene in mg la fiala? Quanti ml di lidocaina dovete somministrare per fornire il dosaggio richiesto? Diluizioni: esercizi Vi viene richiesto di somministrare 1 mg/kg di lidocaica e.v. Il paziente pesa 92 kg quanti mg di lidocaina dovete somministrare? (1x92) 92 mg Avete a disposizione fiale di lidocaina da 10 ml al 2%: quanto farmaco contiene in mg la fiala? (g/100ml) 0,2g/10 ml, 0,2g=200 mg Quanti ml di lidocaina dovete somministrare per fornire il dosaggio richiesto? (10:200=x:92) 4,6 ml Diluizioni: esercizi Devi somministrare ad un bambino di 8 kg di peso corporeo un antibiotico al dosaggio di 0,05g/kg. Il farmaco è contenuto in una confezione da 1g/5ml. Quanti ml dovrai somministrare al bambino per fornirgli il dosaggio richiesto dal medico? Diluizioni: esercizi Devi somministrare ad un bambino di 8 kg di peso corporeo un antibiotico al dosaggio di 0,05g/kg. Il farmaco è contenuto in una confezione da 1g/5ml. Quanti ml dovrai somministrare al bambino per fornirgli il dosaggio richiesto dal medico? 0,05g x 8= 0,4g 1:5=0,4:X X=5x0,4/1 = 2ml Diluizioni: esercizi Infondere 500 ml di SF in cui sono disciolte 30.000 U di eparina alla velocità di 600 U/ora. Calcolare le gtc/min. Diluizioni: esercizi Infondere 500 ml di SF in cui sono disciolte 30.000 U di eparina alla velocità di 600 U/ora. Calcolare ml/h e gtc/min? 500:30.000=X:600 500x600/30.000 10ml/h 1ml=20gtc 10x20=200gtc/h 200/60 3,33 gct/min Diluizioni: esercizi Dato 1 g di farmaco, diluito in 10 ml. Devo somministrare al paziente 350mg. Quanti ml si devono somministrare? Diluizioni: esercizi Dato 1 g di farmaco, diluito in 10 ml. Devo somministrare al paziente 350mg. Quanti ml si devono somministrare? 1g=1000mg 1000:10=350:x X=3,5 ml Diluizioni: esercizi Trasformare la velocità:15 ml/h in … gtc/min Diluizioni: esercizi Trasformare la velocità:15 ml/h in … gtc/min 15x20:60= 5gtc/min Diluizioni: esercizi Trasformare 8 gtc/min in … ml/h Diluizioni: esercizi Trasformare 8 gtc/min in … ml/h 8x60:20= 24ml/h Diluizioni: esercizi Devo somministrare EV 400mg di Targosid in 250ml di SF che deve scendere in 1 ora. A quanto imposto la rotella regolatore di flusso del deflussore? Diluizioni: esercizi Devo somministrare EV 400mg di Targosid in 250ml di SF che deve scendere in 1 ora. A quanto imposto la rotella regolatore di flusso del deflussore? 250 ml/h oppure 83,33gtc/min 250:60x20 Diluizioni: esercizi Il protocollo per la somministrazione di soluzione eparinata prevede l’infusione di una soluzione di eparina alla concentrazione di 50.000 U / 50 ml. Se la velocità di infusione della soluzione è di 5 ml/ora, dopo 10 ore di infusione quante unità di eparina avrai somministrato? Diluizioni: esercizi Il protocollo per la somministrazione di soluzione eparinata prevede l’infusione di una soluzione di eparina alla concentrazione di 50.000 U / 50 ml. Se la velocità di infusione della soluzione è di 5 ml/ora, dopo 10 ore di infusione quante unità di eparina avrai somministrato? 50.000:50=x:50(ml) 50.000UI di eparina “il primo requisito di un ospedale dovrebbe essere quello di curare gli ammalati senza causargli danni” (Florence Nightingale, 1863)