Fonte:
le vaccinazioni.it
I VACCINI: DOMANDE E RISPOSTE SU ...
COME FUNZIONANO E PERCHE' FARE I VACCINI
Perché è necessario che vaccini il mio bambino?
Ci sono due ragioni per vaccinare, il suo, come tutti gli altri bambini in Italia: è importante per ogni
bambino ed è utile alla comunità.
1. La vaccinazione è il modo più sicuro e più efficace per ottenere la protezione da alcune gravi
malattie. Dopo la vaccinazione, il suo bambino avrà una probabilità molto minore di prendere una
malattia se ci sono dei casi nella comunità. I benefici di una protezione contro queste malattie
superano di molto i rischi della vaccinazione. Per cui la vaccinazione è molto conveniente per ogni
bambino.
2. Se un numero sufficiente di persone di una comunità è vaccinata, l’infezione non può diffondersi a
lungo da persona a persona e la malattia può scomparire del tutto. In questo modo il vaiolo è stato
eradicato da tutto il mondo, la polio è stata cancellata dalla maggior parte dei Paesi e in alcuni
sono già scomparsi del tutto morbillo, parotite e rosolia.
Quali sono i motivi per cui è necessario vaccinare?
Per prevenire infezioni comuni
Alcune infezioni sono così comuni in questo Paese che la scelta di evitare un vaccino equivale alla scelta di
prendere l’infezione. Per esempio, la scelta di non somministrare il vaccino contro il morbillo equivale a
scegliere il rischio grave e a volte fatale di un’infezione da morbillo. In Italia nel 1997 sono stati notificati
più di 40 mila casi di morbillo 500 volte di più dei casi notificati nel 1999 in tutti gli Stati Uniti d’America.
Per prevenire infezioni che ricompaiono con facilità
Nelle maggior parte delle regioni italiane si hanno elevate coperture vaccinali per alcune malattie e queste
continuano a persistere a livelli molto più bassi che nel passato (per esempio la pertosse).
Se la percentuale di immunizzazione nelle scuole e nelle comunità si riduce, possono presentarsi con
facilità nuove grandi epidemie di queste malattie. I bambini sono colpiti molto più facilmente dalla
pertosse se non sono stati vaccinati. Le epidemie di pertosse si manifestano soprattutto nelle scuole o
nelle comunità che hanno bassi livelli di copertura vaccinale.
Per prevenire infezioni gravi che sono ancora frequenti in altre parti del mondo
Sebbene alcune malattie siano state eliminate completamente (polio) o di fatto (difterite) dal nostro
Paese, queste sono ancora presenti in molte parti del mondo. Nel 2000 si sono manifestati, nel mondo,
ancora 30 casi di polio paralitica ogni giorno (India e Africa) e solo pochi anni fa nel 1996 si è avuta una
grave epidemia di polio nella vicina Albania. Nella seconda metà degli anni ’90 si sono avuti oltre 100 mila
casi di difterite con più di 3000 morti in Russia ed in altri Paesi dell'ex URSS.
Siccome in Italia ci sono moltissimi viaggiatori per affari, turismo ed immigrazione, le epidemie di queste
malattie sono distanti da noi solo poche ore di aereo.
I vaccini sono contrari alla natura ?
No, al contrario, i vaccini agiscono proprio utilizzando i meccanismi di difesa che la natura ci ha reso
disponibili. La scienza si è gradualmente evoluta e ora conosce le regole e le leggi di base utilizzate dalla
natura per prevenire o guarire dalle malattie infettive. Ma laddove agenti infettivi (virus e batteri) spesso
causano gravi malattie o a volte la morte prima che il sistema immunitario possa mobilitare le sue difese,
i vaccini sono preparati per stimolare allo stesso modo il sistema naturale di difesa del nostro organismo
senza che però si manifestino i danni causati dall’infezione.
I vaccini possono sovraccaricare il sistema immunitario dei neonati e dei bambini?
No. I bambini sono esposti al bombardamento quotidiano di germi che si trovano nell'aria che respirano e
nel cibo che mangiano e il loro sistema immunitario non ha nessun problema a gestire questa esposizione.
Le vaccinazioni non sovraccaricano il sistema immunitario di un bambino; al contrario rafforzano il suo
sviluppo.
Gli scienziati ritengono che il sistema immunitario può riconoscere e combattere efficacemente centinaia
di migliaia se non milioni di microrganismi diversi. I vaccini raccomandati per l'infanzia occupano soltanto
una
piccola
parte
della
memoria
del
sistema
immunitario.
Solo il batterio della pertosse (Bordetella pertussis) ha più di 2000 sostanze che funzionano come
antigeni. I vaccini contro la pertosse sono costituiti solo da 2 o 3 di questi antigeni e riescono a stimolare
il sistema immunitario in modo da renderlo capace di proteggere l’85% dei bambini e ridurre la gravità
della malattia nel restante 15%.
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I vaccini possono indebolire il sistema immunitario?
I vaccini non indeboliscono il sistema immunitario, lo rafforzano. Questo vale anche per i neonati. Una
infezione naturale, invece, può evidentemente indebolire il sistema immunitario di un bambino, rendendo
più difficile la lotta contro un'infezione concomitante. Per esempio un bambino precedentemente sano che
si ammali di varicella può essere infettato da pericolosi batteri, che possono provocare malattie gravi, tali
da richiedere il ricovero o addirittura portare a morte il bambino. Analogamente un bambino con morbillo
sviluppa più facilmente infezioni dell'orecchio medio o la polmonite.
EFFICACIA DEI VACCINI
Come sappiamo che i vaccini sono efficaci?
Prima della loro autorizzazione vengono eseguiti degli studi che valutano la immunogenicità dei vaccini,
cioè la loro capacità di stimolare il sistema immunitario a produrre anticorpi protettivi contro la malattia.
Questa prima fase viene poi seguita da studi che definiscono direttamente l’efficacia nel prevenire la
malattia confrontando la frequenza di casi nei bambini vaccinati e nei bambini non vaccinati.
Per fare un esempio, tra il 1992 e il 1998 , l’Istituto Superiore di Sanità ha condotto uno studio in 15 mila
bambini per verificare l’efficacia dei nuovi vaccini contro la pertosse (DTaP). I bambini vaccinati o non
vaccinati contro la pertosse sono stati seguiti, per alcuni anni, con controlli mensili per individuare tutti i
casi di pertosse. Il numero di casi di pertosse registrato nei bambini non vaccinati è stato circa 6 volte
superiore che nei bambini vaccinati. L’efficacia dei nuovi vaccini acellulari (DTaP) nel prevenire la pertosse
è stata del 85%. Dopo 5 anni dalla vaccinazione l’efficacia protettiva non era diminuita.
Oltre a questi studi è possibile verificare l’efficacia delle vaccinazioni confrontando Paesi che vaccinano con
altri,
vicini
e
simili
per
condizioni
socio
economiche,
che
invece
non
vaccinano.
In alcuni Paesi i movimenti anti-vaccinazione sono riusciti ad influenzare le politiche vaccinali contro la
pertosse
portando
ad
una
riduzione
delle
coperture
vaccinali.
Nei Paesi dove i programmi di vaccinazione sono stati compromessi da questi movimenti l’incidenza della
malattia era da 10 a 100 volte maggiore rispetto ai Paesi confinanti che continuavano a vaccinare: tra
Svezia e Norvegia o tra Germania Ovest e Germania dell’Est si avevano punte di frequenza della pertosse
superiori
di
100
volte.
Anche la modifica della politica vaccinale all’interno di un Paese permette di valutare l’efficacia di un
vaccino.
Per esempio, in Giappone si smise di usare il vaccino della pertosse nel 1975. Nei tre anni precedenti alla
sospensione dell’uso del vaccino, ci furono 400 casi di pertosse e 10 morti. Tre anni dopo la interruzione
della vaccinazione contro la pertosse, ci furono 13.000 casi di pertosse e 113 morti. E’ da notare che
sebbene le reazioni avverse da vaccino fossero molte, non ci furono bambini che morirono a causa del
vaccino anti-pertosse, al contrario molti bambini morirono a causa dell’infezione della pertosse.
Il Ministro della Sanità giapponese, rendendosi conto dei costi , in termini di malattia e vite umane, del
cambiamento di strategia vaccinale decise di riprendere, nel 1981 la vaccinazione contro la pertosse,
ottenendo
una
rapida
caduta
dell’incidenza
della
malattia
e
della
sua
mortalità
E’ sicuramente dimostrato che tutti i vaccini che vengono attivamente offerti ai bambini sono efficaci.
E’ meglio contrarre la malattia o essere vaccinati?
Le malattie causano sofferenza e in molti casi complicanze con esiti permanenti o morte. I vaccini
proteggono dalla malattia senza i rischi delle complicanze gravi.
• E’ sicuramente preferibile immunizzarsi attraverso la vaccinazione. Le malattie prevenibili con
vaccinazione possono causare la morte o complicanze con danni permanenti come paralisi da
poliomielite, danni epatici o cancro del fegato dopo infezione da virus dell’epatite B, ritardi mentali
dopo meningite causata da parecchi batteri (Hib, pneumococco e meningococco). Inoltre morbillo,
pertosse, meningite da Hib possono causare danni cerebrali. Anche la rosolia contratta in
gravidanza può essere causa di gravi difetti congeniti al nascituro.
• L’immunità acquisita tramite vaccinazione conferisce protezione nei confronti della malattia in
modo simile all’immunità acquisita dopo infezione naturale. E’ vero che a volte solo una infezione
naturale è in grado di stimolare l’immunità per tutta la vita, mentre per acquisire una immunità
ottimale tramite vaccinazione può essere necessaria la somministrazione di più dosi di vaccino nel
corso di più mesi.
• In alcuni casi però solo la vaccinazione è in grado di conferire, o conferisce una immunità migliore
dell’infezione naturale (vedi, ad esempio il tetano e le infezioni da Hib).
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Non è grazie alle migliorate condizioni igieniche e sanitarie che le malattie hanno cominciato a
scomparire?
Se è vero che nel 20° secolo si è cominciato a controllare meglio le malattie infettive grazie alle migliorate
condizioni igieniche e sanitarie (es. acqua potabile), è solo dopo l’ utilizzo su larga scala dei vaccini che
l’incidenza delle malattie infettive prevenibili con vaccino ha cominciato a calare drammaticamente.
Riportiamo alcuni esempi:
• Prima dell’entrata in commercio del vaccino antimorbillo nel 1963 negli Stati Uniti si registravano
ogni anno 500.000 casi di morbillo e 500 morti. Nel 1998 nello steso Paese sono stati notificati solo
100 casi.
• Prima della commercializzazione e dell’utilizzo del vaccino anti-Hib nel 1985, negli Stati Uniti circa
20.000 bambini sviluppavano ogni anno forme invasive di questa malattia (meningiti, polmoniti e
epiglottiti). Fin dall’utilizzo dei primi vaccini, successivamente sostituiti dai vaccini coniugati, la
malattia invasiva da Hib è pressoché eliminata. Nel 1998 si sono manifestati solo 54 casi.
Perché durante una epidemia a volte la maggior parte delle persone che si ammalano sono
vaccinate?
Sebbene i vaccini siano molto efficaci, l’efficacia non raggiunge mai il 100%. Per esempio, l’efficacia del
vaccino antimorbillo e di quello antipolio è del 99%, ciò significa che la vaccinazione è in grado di
proteggere 99 dei 100 bambini vaccinati. In altre parole , in caso di epidemia, solo un piccolissimo
numero di vaccinati potrà contrarre la malattia. Poiché però la maggior parte dei bambini sono vaccinati
può accadere che durante una epidemia il numero assoluto di casi di malattia tra i soggetti vaccinati
superi quello dei soggetti non vaccinati; la proporzione però resta di gran lunga maggiore tra i non
vaccinati. Spieghiamo con un esempio:
• Durante l’epidemia di morbillo nel Colorado del dicembre 1994 dei 625 soggetti esposti, 17 si
ammalarono. Dei 625 bambini, 609 erano stati vaccinati e 16 no. Dei 609 vaccinati solo 10
svilupparono il morbillo pari all’ 1,6%, dei 16 non vaccinati 7 soggetti, pari al 44% svilupparono il
morbillo. I dati ricavati da questa epidemia dimostrano che il rischio di ammalare di morbillo era 25
volte maggiore tra i soggetti non vaccinati rispetto a quelli vaccinati.
Se le malattie prevenibili con vaccinazione sono state virtualmente eliminate in molti Stati perché in quei
Paesi si continua a vaccinare?
Sebbene in parecchi Paesi molte malattie siano state potenzialmente eliminate, una epidemia di difterite,
morbillo o altre malattie prevenibili con vaccino può ancora ripresentarsi.
• I bambini che non sono stati vaccinati contro il morbillo hanno una probabilità 35 volte superiore
dei vaccinati di contrarre la malattia. Venti anni fa durante una epidemia di morbillo durata tre anni
dall’89 al 91, il Dipartimento di Sanità Pubblica statunitense ha riportato 55.622 casi di morbillo,
con 11.251 ospedalizzazioni e 125 morti. Una indagine epidemiologica ha dimostrato che dove si è
verificata l’epidemia meno del 50% dei ragazzi in età prescolare era stato vaccinato.
• Senza una continua protezione vaccinale alcune malattie come ad es. la pertosse, che continuano
ad essere presenti anche se in modo non così appariscente, possono facilmente ripresentarsi e
causare epidemie. Migliaia di bambini potrebbero ammalarsi, subire gravi complicanze e alcuni
morire.
• Molti Paesi non hanno raggiunto alti livelli di copertura vaccinale e continuano a segnalare
epidemie che possono ritornare in ogni momento, se non si continua a mantenere un alto livello di
copertura vaccinale. Il turismo e i movimenti migratori favoriscono il trasporto delle malattie da un
Paese all’altro.
Quanto dura la protezione?
La maggior parte delle vaccinazioni protegge per tutta la vita, per cui non sono previsti richiami oltre al
ciclo di base. Questo vale per il morbillo, la rosolia, la parotite, la polio e per l’epatite B.
Alcune vaccinazioni, come ad esempio la pertosse, offrono una protezione per più di cinque anni dopo un
ciclo completo quindi sufficiente per superare il periodo dei primi anni di vita quando la malattia è più
grave.
Per altre invece, come per il tetano l’efficacia dura almeno 30 anni, ma la protezione decade con il tempo
e per essere difesi sicuramente per tutta la vita è necessario eseguire periodicamente (10 anni) dosi di
richiamo.
Quanto tempo ci mette una vaccinazione per essere efficace?
In generale, occorrono alcune settimane perché una normale risposta immune si completi. Questo vuol
dire che la protezione da un’infezione non inizierà immediatamente dopo la vaccinazione. Molte
vaccinazioni hanno bisogno di più di una iniezione per assicurare una protezione di lunga durata. Un
bambino che abbia ricevuto solo una o due dosi di vaccino contro la difterite-tetano-pertosse (DTaP) è
solo
parzialmente
protetto
e
può
ancora
ammalarsi
se
esposto
a
queste
malattie.
In alcuni casi, come per il morbillo, la protezione offerta dal vaccino si completa tanto rapidamente che il
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vaccino può impedire la malattia in persone che sono già state esposte all’infezione.
I vaccini contro il morbillo o la varicella se eseguiti entro 72 ore dopo il contagio possono evitare la
malattia.
Tutte le persone sono protette con la vaccinazione?
No, anche quando il ciclo completo di un vaccino è stato eseguito, non tutte le persone risultano protette
contro la malattia. Anche se tutti i vaccini determinano elevati livelli di protezione, l’efficacia della
vaccinazione non è mai pari al 100 %. I vaccini contro morbillo, rosolia, tetano, polio e Hib proteggono più
del
95
%
dei
bambini
che
hanno
completato
la
vaccinazione.
Tre dosi di pertosse proteggono circa l’85% dei bambini che sono stati immunizzati, e riducono la gravità
della
malattia
nell’altro
15%
se
andranno
incontro
alla
malattia.
Tre
dosi
di
epatite
B
proteggono
più
del
95%
dei
bambini.
Va però considerato, nel generale bilancio dei rischi e dei benefici delle vaccinazioni, che maggiore è il
numero delle persone vaccinate, minori saranno le possibilità di circolazione e di trasmissione degli agenti
patogeni; quindi, anche le persone che non sono in grado di rispondere efficacemente ai vaccini loro
somministrati, possono godere del beneficio di essere circondati da persone immuni ed essere, quindi,
protetti indirettamente dalla malattia (immunità di gregge).
SICUREZZA DEI VACCINI
I vaccini sono sicuri?
I vaccini sono estremamente sicuri e, nel corso degli anni, medici, ricercatori e operatori di sanità pubblica
hanno perseguito l’obiettivo di rendere questi prodotti sempre più sicuri ed efficaci. L’autorizzazione e
l’immissione in commercio dei vaccini è subordinata al controllo di stato. Eccone la dimostrazione:
• Complicanze gravi dopo vaccinazione sono estremamente rare. La probabilità di gravi complicazioni
(incluso il decesso) dopo malattie prevenibili con vaccinazioni è in alcuni casi molto alta.
• Come ogni farmaco anche i vaccini possono presentare qualche rischio. Prima di raccomandare un
vaccino i medici e gli operatori di sanità pubblica fanno perciò una valutazione del bilancio tra rischi
e benefici, bilancio che ovviamente può cambiare nel tempo, in rapporto al controllo o
all’eliminazione di una malattia infettiva o alla disponibilità di nuovi prodotti.
• Un esempio è fornito dal vaiolo: dopo la eradicazione di questa malattia il vaccino non è più stato
raccomandato.
• Anche le raccomandazioni relativamente alla vaccinazione antipolio sono state recentemente
modificate; il rischio remoto di polioparalisi vaccino-associata ha portato alla modifica del
calendario vaccinale che prevede per tutte le 4 dosi la somministrazione di vaccino inattivato (IPV),
in sostituzione del vaccino orale (OPV). Ciò perché in situazioni epidemiologiche come quella
italiana, dove non si registrano da anni casi indigeni di malattia anche un rischio bassissimo, 1 caso
ogni 2,4 milioni di dosi, non è accettabile.
Come si può affermare che un vaccino è sicuro?
Il vaccino dapprima viene studiato in laboratorio, poi testato negli animali ed infine nell’uomo. I vaccini
vengono somministrati ai bambini solo dopo essere stati somministrati e valutati negli adulti. Ad ogni
livello i risultati devono garantire sia l’efficacia del prodotto che la sua sicurezza.
Quali sono le prove prima di autorizzare il commercio di un vaccino?
L’autorizzazione all’immissione in commercio di un vaccino è un processo molto lungo e può durare anche
più di 10 anni in quanto è richiesto il superamento di tre fasi di sperimentazioni cliniche (trials). La prima
fase è contenuta, in genere coinvolge un ridotto numero di volontari (20-100 persone), dura pochi mesi e
serve a stabilire la sicurezza di base. La seconda fase è più ampia, coinvolge parecchie centinaia di
volontari e dura da alcuni mesi a pochi anni. La terza fase coinvolge da parecchie centinaia a parecchie
migliaia di persone e tipicamente dura alcuni anni. Il vaccino viene prodotto su larga scala e messo in
commercio solo dopo l’approvazione ministeriale. Prima dell’immissione in commercio ogni lotto di vaccino
viene testato relativamente a purezza, efficacia e sicurezza.
Come è monitorata la sicurezza dei vaccini?
Per quanto riguarda il nostro Paese esiste il sistema di farmacovigilanza in base al quale qualsiasi sanitario
deve segnalare al Ministero della Sanità ogni evento avverso osservato dopo somministrazione di farmaci.
Per quanto riguarda i vaccini le segnalazioni sono regolamentate inoltre da alcune circolari ministeriali.
Da alcuni anni è inoltre stato attivato un sistema di sorveglianza attivo che consente di verificare
l’insorgenza dei casi di paralisi associata al vaccino polio. ( 1 – 2 all’anno con il vecchio calendario che
usava
solo
il
vaccino
attenuato
Sabin).
I vaccini che si usano in Italia sono gli stessi che si usano anche negli altri Paesi. Le informazioni sulla
sicurezza dei vaccini sono quindi soprattutto il frutto di una sorveglianza globale che permette di vigilare
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sulla
esecuzione
di
centinaia
di
milioni
di
dosi
di
vaccino
Le informazioni sulla rarità degli eventi avversi a vaccinazione sono un dato certo.
ogni
anno.
I vaccini provocano degli effetti collaterali?
Sì. I vaccini moderni sono molto efficaci nell’assicurare elevati livelli di protezione verso le malattia
infettive. Tutti i vaccini utilizzati in Italia sono accuratamente testati per la loro sicurezza. Come tutti i
farmaci, compresi anche quelli naturali, i vaccini possono avere degli effetti collaterali. Nel caso dei
vaccini, la maggior parte degli effetti collaterali è di breve durata e non ha conseguenze permanenti.
Gli effetti collaterali delle vaccinazioni usate comunemente in Italia sono riassunte nella tabella successiva.
Vaccino Effetti collaterali Quando possono iniziare
Difterite-tetano-pertossse
Febbre lieve, dolore, arrossamento e gonfiore nel punto di iniezione entro 24-48 ore
Polio Salk iniettivo IPV
Febbre lieve, dolore, arrossamento e gonfiore nel punto di iniezione entro 24-48 ore
Morbillo-parotite-rosolia (MPR)
Febbre lieve, rash cutaneo, ingrossamento delle ghiandole tra i 5 e i 12 giorni dopo la
vaccinazione Epatite B Febbre lieve, dolore, arrossamento e gonfiore nel punto di iniezione
entro 24-48 ore
Nel caso che i sintomi si protraggano per più di due giorni può essere opportuno consultare il vostro
medico per verificare che non si tratti di un comune effetto collaterale ad una vaccinazione ma di sintomi
riferibili ad un’altra malattia che deve essere riconosciuta e trattata.
Dopo la vaccinazione il mio bambino è irrequieto, che cosa devo fare?
Dopo la vaccinazione i bambini possono apparire particolarmente irrequieti poiché possono sentire dolore
nella sede dell’iniezione o avere la febbre. Si può somministrare loro un farmaco, il "paracetamolo", che
aiuta a ridurre il dolore e la febbre; tale sostanza si trova in commercio con il nome di Tachipirina,
Efferalgan, ecc. Sul retro si riporta un prospetto indicativo con le modalità di somministrazione del
farmaco. Ai bambini è sconsigliato somministrare Aspirina per la comparsa, in qualche caso, di effetti
collaterali
importanti.
Se lo stato di irrequietezza persiste per più di 24 ore consultate il pediatra di base o il servizio vaccinale.
La gamba (o il braccio) del mio bambino è calda, gonfia e arrossata. Che cosa devo fare?
Per alleviare il fastidio é sufficiente applicare un panno pulito e fresco sulla zona dolorosa ed infiammata.
Se ritenete che il bambino abbia molto dolore poiché reagisce alla minima pressione potete somministrare
il paracetamolo come descritto nel prospetto. Se dopo 24 ore il rossore tende ancora ad aumentare
chiamate il pediatra di base o il servizio vaccinale. Non si deve mai massaggiare la zona dolente.
Penso che il bambino abbia la febbre, che cosa devo fare?
Prima di tutto verificate se l’impressione è corretta e misurate la temperatura al bambino. E’ consigliabile
misurare la temperatura rettale; la temperatura ascellare è in genere più bassa di 0,5° C e meno
attendibile.
Se il bambino ha la febbre:
• dategli da bere in abbondanza
• vestitelo in modo leggero senza coprirlo eccessivamente
• fategli un bagno o spugnature con acqua tiepida (a temperatura inferiore a quella del bambino)
• somministrate paracetamolo se la febbre supera i 39° C rettali.
Se la febbre persiste o tende ad aumentare consultate il pediatra di fiducia.
Cosa si intende per eventi avversi che possono seguire ad una vaccinazione?
Gli eventi avversi sono quelle reazioni che possono considerarsi serie o inattese come conseguenza
dell’aver fatto una vaccinazione. Gli eventi avversi non comprendono gli effetti collaterali comuni alle
vaccinazioni
che
sono
elencati
nella
tabella
successiva.
Ad esempio si considerano eventi avversi al vaccino contro la pertosse reazioni come pianto prolungato
inconsolabile e superiore alle 3 ore, febbre oltre i 40 °, convulsioni o quando il bambino comincia a
impallidire. Oppure le reazioni gravi come difficoltà respiratorie, shock, e interessamento cerebrale che si
verificano
con
estrema
rarità
(
molto
meno
di
un
caso
ogni
10.000).
Gli eventi avversi sono gli stessi che possono comparire anche nel corso della malattia.
La frequenza degli eventi avversi delle vaccinazioni sono nettamente inferiori alla frequenza con cui si
possono
avere
in
caso
di
malattia.
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Gli eventi avversi conseguenti ad ogni vaccinazione sono riportati con la frequenza con cui si manifestano
nella sezione effetti collaterali delle schede di ogni vaccino.
Cosa devo fare se penso che mio figlio abbia un effetto avverso ad una vaccinazione?
Nel caso pensate si stia manifestando una reazione moderata o grave, dovete rivolgervi immediatamente
al
vostro
medico
o
al
medico
del
servizio
di
vaccinazioni.
Queste
reazioni
devono
essere
accuratamente
seguite,
trattate
e
segnalate.
È raccomandato consultare un medico per valutare se la reazione è dovuta alla vaccinazione, quale
vaccino
è
coinvolto
e
definire
la
natura
e
la
gravità
della
reazione.
Alcune volte i sintomi che seguono ad una vaccinazione sono dovuti alla presenza di un’altra malattia che
casualmente si verifica dopo la vaccinazione; è importante consultare un medico per capire bene cosa sta
succedendo
e
avere
il
trattamento
più
adeguato.
E’ importante segnalare al medico vaccinatore ogni precedente evento avverso ai vaccini per poter
decidere se e come completare la immunizzazione.
Gli eventi avversi ai vaccini devono essere segnalati?
Tutti gli eventi avversi che sono successivi ad una vaccinazione devono essere segnalati al sistema di
sorveglianza nazionale degli eventi avversi ai farmaci. La segnalazione è obbligatoria.
Riferite pertanto sempre al servizio vaccinale o al vostro medico di fiducia ogni evento avverso perché la
segnalazione
possa
avvenire.
Queste notifiche sono molto importanti per garantire una sempre maggiore sicurezza dei vaccini.
Dare al bambino più vaccini contemporaneamente per differenti malattie aumenta il rischio di
effetti collaterali nocivi?
No, i vaccini vengono autorizzati per essere usati contemporaneamente soltanto quando si sono dimostrati
sicuri
ed
efficaci
quando
somministrati
assieme.
Quando si valutano nuovi vaccini, questi sono somministrati insieme agli altri vaccini consigliati per
l’infanzia. Perciò, durante la fase di sperimentazione di un nuovo vaccino candidato ad essere inserito tra
quelli raccomandati, ne vengono valutati gli effetti collaterali e l’integrità del sistema immunitario.
Le prove di sicurezza e di efficacia sono effettuate su tutte le combinazioni di vaccini prima che essi
vengano
approvati
dagli
organismi
nazionali
di
controllo
dei
diversi
Paesi.
Gli studi scientifici hanno dimostrato che non c’è un aumento di eventi avversi quando si somministrano
più vaccini nello stesso momento.
Può il vaccino MPR causare autismo?
No. Sono stati fatti molti studi per studiare se il vaccino MPR può causare autismo, un disordine
comportamentale cronico che comincia a manifestarsi durante la prima infanzia. Uno dei primi studi, che
ora è stato provato avere dei gravi errori nel metodo di ricerca, suggeriva che potevano esserci dei legami
tra il vaccino MPR e autismo. Invece moltissimi studi che hanno usato metodi diversi, scientificamente
validi, hanno portato alla conclusione che non ci sono evidenze di una relazione tra vaccino MPR e
autismo.
La causa dell’autismo non è ancora completamente conosciuta, ma le migliori conoscenze oggi disponibili
indicano che l’autismo è una malattia che ha origine prima della nascita e, probabilmente, precocemente
nel
primo
trimestre
di
gravidanza.
Sebbene l’autismo abbia inizio prima della nascita, i sintomi iniziano a comparire tra i 12 e i 18 mesi di
vita, nello stesso periodo in cui viene somministrato il vaccino MPR. Comprensibilmente, questa
coincidenza ha indotto alcuni genitori di bambini autistici, e anche alcuni ricercatori, a pensare che la
vaccinazione
potesse
essere
causa
della
malattia.
Può il nuovo vaccino contro la pertosse, il DTaP, causare la sindrome della morte infantile
(SIDS)?
• No, nessuno ha mai neppure sollevato sospetti per i nuovi vaccini contro la pertosse.
• Anche per il vecchio vaccino era stato dimostrato che non causava SIDS. La revisione di tutta la
letteratura scientifica, che aveva studiato la relazione tra SIDS e vaccino contro la pertosse, aveva
portato a concludere che non c’era legame tra il vecchio DTP e la SIDS.
Può il vaccino contro la pertosse DTaP causare epilessia?
• No, nessuno ha sollevato sospetti per i nuovi vaccini contro la pertosse.
• Anche per il vecchio vaccino DTP non ci sono evidenze che potesse causare l’epilessia, una malattia
caratterizzata da crisi convulsive ripetute. Un gruppo di esperti medici ha revisionato 112 casi di
epilessia in bambini vaccinati con il vecchio DTP e non hanno trovato una significativa relazione tra
la somministrazione del vaccino e lo sviluppo di epilessia.
Vi è una relazione tra vaccino contro la pertosse e le convulsioni febbrili?
• Per il vecchio vaccino contro la pertosse DTP, è stata trovata una piccola ma significativa relazione
tra il vaccino e la comparsa di convulsioni febbrili (convulsioni provocate dalla febbre). I bambini
con una storia personale o familiare di convulsioni febbrili possono presentare un maggior rischio di
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queste dopo il vaccino DTP di vecchio tipo. Le convulsioni febbrili sono comuni nei bambini molto
piccoli ma si possono manifestare anche in bambini di sei o sette anni. Questo tipo di convulsioni è
benigno: non sono, infatti, associate con nessun danno permanente dello sviluppo psichico o
intellettivo del bambino.
• Il nuovo vaccino DTaP è molto meno frequentemente causa di convulsioni febbrili del vecchio DTP.
Convulsioni febbrili si manifestano in 0.05 casi ogni 10.000 bambini vaccinati con il nuovo DTaP,
ma in 0,17casi ogni 10.000 bambini vaccinati con il vecchio DTP.
• Il nuovo DTaP è sicuro e raccomandato anche per i bambini con una storia familiare ( fratelli o
genitori) di convulsioni.
Il vaccino contro l’Hib può causare il diabete?
No. L’ipotesi che il vaccino Hib possa essere associato con il diabete non è sostenuta da nessuna evidenza
scientifica. Il tasso di diabete nei bambini vaccinati è stato confrontato con il tasso dei bambini non
vaccinati che erano nati prima che il vaccino fosse disponibile. Non è stata trovata alcuna associazione tra
vaccino
e
sviluppo
di
diabete.
In alcuni Paesi industrializzati il diabete tra i bambini è in aumento. La causa di questo aumento non è
conosciuta, ma gli studi che hanno esaminato un possibile ruolo del vaccino Hib hanno dimostrato che non
causano il diabete.
Il vaccino contro l’Epatite B causa malattie del sistema nervoso come la sclerosi multipla ?
No, non ci sono evidenze scientifiche che il vaccino dell’Epatite B causa la sclerosi multipla. Nel 1994
l’Institute of Medicine (una prestigiosa organizzazione di ricerca fondata dal Congresso degli USA) ha
riesaminato tutte le informazioni disponibili e ha concluso che i dati non mostrano che il vaccino possa
causare malattie del sistema nervoso. Più recentemente, nel 1998, il Comitato sulla Prevenzione
dell’’Epatite Virale B dell’OMS ha chiesto ad un comitato di esperti di rivedere ulteriormente i dati
scientifici su vaccinazione antiepatite B e sclerosi multipla. Questi esperti hanno concluso, nuovamente,
che
il
vaccino
dell’Epatite
B
non
causa
la
sclerosi
multipla.
Anche l’Associazione Nazionale dei malati di Sclerosi Multipla degli USA ha detto, dopo la revisione di tutti
i dati disponibili eseguita dal loro Comitato Medico Consultivo, che non ci sono dati che mostrano una
relazione tra vaccino e sclerosi multipla.
CHI DEVE O NON DEVE ESSERE VACCINATO
Devono essere vaccinati i bambini in allattamento?
Sì. Tutti i bambini, anche quelli che vengono allattati al seno, devono ricevere tutti i vaccini previsti dal
calendario
vaccinale.
Gli anticorpi nel latte materno non interferiscono con nessuno dei vaccini attualmente raccomandati
quando
vengono
somministrati
rispettando
il
calendario.
L’allattamento materno è molto utile ma non è in grado di evitare le malattie prevenibili con vaccinazione.
Devono essere vaccinati i bambini prematuri?
Sì. Se il bambino è nato prima del termine, bisogna che riceva le vaccinazioni secondo il normale
calendario
raccomandato.
In altre parole, non è necessario che aspetti due mesi per iniziare le vaccinazioni perché il bambino è nato
due mesi prima.
Deve essere ricominciato il ciclo se si sono saltate delle dosi?
No. I vaccini vengono somministrati con una serie di iniezioni secondo intervalli di tempo programmati.
Questi intervalli vanno rispettati perché sono stati studiati per ottimizzare la risposta immunitaria,
facilitare la esecuzione delle vaccinazioni e assicurare il più precocemente possibile la protezione dalle
malattie evitabili con vaccinazione. Gli intervalli sono però indicativi perchè la capacità del nostro sistema
immunitario
di
rispondere
alla
stimolazione
dei
vaccini
e
molto
grande.
Per cui, se una iniezione non è stata fatta al tempo previsto, non è necessario iniziare il ciclo da capo.
Le dosi di vaccino saltate devono essere recuperate il più presto possibile, completando regolarmente il
calendario previsto.
Vaccinazione di persone con lievi malattie?
Sì. Le persone con sintomi e infezioni lievi come tosse, dolore alle orecchie, febbre lieve o diarrea possono
ricevere tutti i vaccini raccomandati. Le malattie lievi non compromettono la capacità del sistema
immunitario di rispondere in maniera efficace ai vaccini. Purtroppo, malattie lievi sono spesso motivo di
mancata somministrazioni ai bambini di vaccini a loro necessari. Invece, le persone con infezioni più gravi
con febbre elevata non devono essere vaccinati finché la malattia non si è risolta.
7
Possono esser vaccinate le persone che sono in terapia con corticosteroidi (cortisone e
analoghi)?
Gli steroidi, che possono indebolire il sistema immunitario, vengono spesso somministrati alle persone con
problemi come asma, malattie reumatiche o altro.
Cortisone
in
crema
o
spray
(Aerosol)
Si può vaccinare con sicurezza. L’uso degli steroidi per via topica o inalatoria non controindica la
somministrazione dei vaccini.
Steroidi
somministrati
per
bocca
per
meno
di
due
settimane
Si può vaccinare con sicurezza
Alte
dosi
di
steroidi
somministrati
per
bocca
per
più
di
due
settimane.
Le persone che hanno preso alte dosi di steroidi per bocca per più di due settimane non devono
ricevere vaccini vivi "attenuati". (Sono definite alte dosi quelle con più di 2 milligrammi per chilo di
prednisone al giorno. I vaccini virali vivi sono i vaccini morbillo, parotite, rosolia e varicella).
Questi vaccini possono essere somministrati circa 3 mesi dopo aver terminato la terapia con gli
steroidi.
Possono essere vaccinate le persone con allergia agli antibiotici?
Alcune persone sono allergiche agli antibiotici e manifestano orticaria, difficoltà respiratorie, ipotensione o
shock. Comunque, nessuno dei vaccini raccomandati nell’infanzia contiene antibiotici verso i quali i
bambini sono normalmente allergici. Perciò nessuno dei vaccini può causare problemi ai vostri bambini se
sono allergici a, per esempio, penicillina, amoxacillina, cefalosporine o sulfamidici.
Anche se in alcuni vaccini si trovano tracce di neomicina e streptomicina, la maggior parte delle persone
non sarà mai esposta a questi antibiotici perché ormai sono raramente usati nella terapia delle infezioni.
Possono essere vaccinate le persone con allergia all’uovo?
Alcune persone sono allergiche alle proteine dell’uovo che causano orticaria generalizzata, difficoltà
respiratorie, ipotensione o shock. Questa è una condizione molto rara (meno di 1 persona ogni 100 mila).
Tuttavia, gli studi hanno dimostrato che nessuno dei vaccini raccomandati per l’infanzia, compresi quelli
contro il morbillo e la parotite, causano problemi ai bambini con allergia alle uova.
Invece, le persone con grave allergia alle uova non devono ricevere il vaccino contro l’influenza e quello
contro la febbre gialla.
VACCINO CONTRO L’HAEMOPHILUS INFLUENZAE B
Il vaccino contro l’Hib può causare il diabete?
No. L’ipotesi che il vaccino Hib possa essere associato con il diabete non è sostenuta da nessuna evidenza
scientifica. In alcuni Paesi industrializzati il diabete tra i bambini è in aumento. La causa di questo
aumento non è conosciuta, ma gli studi che hanno esaminato un possibile ruolo del vaccino Hib hanno
dimostrato che non causa il diabete. Il tasso di diabete nei bambini vaccinati è stato confrontato con il
tasso nei bambini non vaccinati nati prima che il vaccino fosse disponibile. Non sono state riscontrate
differenze significative tra i due gruppi e, quindi, alcuna associazione tra vaccino e sviluppo di diabete.
Se le malattie da Hib sono prossime ad essere completamente eliminate, il mio bambino deve
essere ancora vaccinato?
Si. Nonostante le malattie da Hib siano vicine ad essere eliminate in soli pochi anni come risultato del
vaccino Hib, nelle regioni del nostro Paese dove la vaccinazione è diffusamente accettata, i genitori
devono
continuare
a
proteggere
i
loro
bambini
con
il
vaccino.
Anche se ci sono ora molto meno casi di infezioni da Hib, il batterio sopravvive nella gola delle persone
sane. La potenzialità che il battere possa colpire un bambino non vaccinato è sempre presente.
Chiunque abbia 5 anni o più necessita del vaccino HIB?
Vi sono pochi dati sull’efficacia dell’HIB in persone di 5 anni o più. La vaccinazione in soggetti non
vaccinati di 5 o più anni è raccomandata per persone con codizioni particolari quali l'asplenia (mancanza
della milza) funzionale o anatomica, l'anemia a cellule falciformi, l'infezione da HIV o altre condizioni che
comportano immunodeficienza. Una singola dose di qualsiasi vaccino HIB è probabilmente sufficiente nella
maggior parte dei casi.
Qual è la differenza tra la malattia da HIB e l'influenza?
L'HIB è un batterio capsulato polisaccaridico che causa una varietà di sindromi invasive, come meningite,
epiglottite e polmoniti, che sono quindi malattie batteriche. L'influenza è invece provocata da virus che
circolano ampiamente nella popolazione umana e che, a causa della loro variabilità, provocano
periodicamente epidemie molto estese. NOTA STORICA: l'HIB fu per la prima volta isolato nel 1889 dallo
sputo di un paziente che morì di influenza, e l'organismo isolato, detto poi bacillo di Pfeiffer, si considerò
essere la causa della malattia del paziente. L'HIB ricevette il suo nome nel 1920, mentre la natura virale
dell'influenza non fu scoperta fino al 1933.
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VACCINO CONTRO L'EPATITE B
Perché i neonati hanno bisogno del vaccino contro l’Epatite B? Perché non immunizzare solo i bambini in
situazioni in cui il rischio di infezione da Epatite B è elevato?
1. Il vaccino dell’Epatite B protegge i neonato dallo sviluppo di una infezione virale cronica che può
portare al cancro del fegato e altre gravi disordini del fegato più avanti nella vita.
Un neonato ha più probabilità rispetto all’adulto di sviluppare una infezione cronica dopo essere
stato esposto al virus dell'epatite B. Si è visto che tra i bambini che si sono infettati alla nascita con
l’Epatite B, la maggior parte (tra il 70% e il 90%) sviluppava una infezione cronica ed è stato
stimato che almeno il 25% di questi muore da adulto per una malattia del fegato causata
dall’Epatite B.
2. I neonati sono ad alto rischio di infezione per l’epatite B se loro madri sono contagiate da questo
virus. Questi bambini devono ricevere il vaccino dell’Epatite B entro 12 ore dalla nascita (con una
dose di anticorpi antiepatite). Comunque, molti bambini che si infettano con il virus dell’Epatite B
sono nati da madri che non erano infettate dall’Epatite B. Siccome non c’è nessuna possibilità di
sapere quale sarà l’esposizione all’infezione dei bambini, è importante che tutti i neonati vengano
vaccinati per essere protetti contro l’infezione da Epatite B.
3. Il virus dell’Epatite B si diffonde mediante il contatto con il sangue o altri fluidi del corpo. Quasi un
terzo delle infezioni di Epatite B nei bambini avviene in casi in cui non si conosce il fattore di
rischio. La maggior parte di questi casi sono probabilmente causati da morsi o graffi o ferite da
utensili o altre forme di contatto con sangue o liquidi organici di un compagno di gioco o un
familiare.
4. La vaccinazione dei neonati e dei bambini contro l’Epatite B li proteggerà nei confronti del contagio
del virus trasmesso da familiari, da compagni di gioco o altri che sono "portatori" del virus.
Il vaccino dell’Epatite B è sicuro?
1. Si, il vaccino dell’Epatite B è sicuro. La vaccinazione universale contro l’epatite B del bambino e
dell’adolescente è stata introdotta in Italia dal 1991. Nello stesso anno è stato raccomandato dal
Center for Disease Control and Prevention e dal American Academy of Pediatrics per tutti i bambini
degli USA. Da allora decine di milioni di dosi sono state somministrate in Italia e oltre 100 milioni ai
bambini negli Stati Uniti. La vaccinazione è raccomandata in più di 100 diversi Paesi del Mondo.
2. Reazioni avverse gravi ( come una grave reazione allergica) sono estremamente rare,
presentandosi solo nello 0,002% dei casi (2 ogni 100.000).
Il mio bambino avrà bisogno di un’altra iniezione di vaccino contro l’Epatite B in futuro?
La risposta a questa domanda non è ancora conosciuta con certezza. Recenti studi mostrano che dopo 15
anni dalla vaccinazione non è necessaria un’altra dose booster per essere protetti. Allo stato attuale si
ritiene probabile che un ciclo di tre dosi possa essere sufficiente per tutta la vita, e che quindi non siano
necessarie dosi di richiamo.
Perché si raccomanda di vaccinare i bambini contro l’epatite B quando il maggior numero di
casi di malattia si manifesta tra i giovani adulti?
Al contrario di altre malattie dell’infanzia prevenibili con vaccino, le infezioni da epatite B nei neonati e nei
bambini più piccoli sono asintomatiche. Perciò, il piccolo numero di casi riportati di epatite B tra i bambini
rappresenta la punta dell’iceberg di tutte le infezioni HBV nei bambini. Per ogni bambino con sintomi di
HBV vi sono almeno 100 bambini con infezione asintomatica. L’infezione da HBV durante l’infanzia
comporta un alto rischio di infezione cronica. Sulla base del rischio specifico di infezione cronica HBV, si
stima che un terzo del milione e più di italiani portatori cronici abbiano acquisito l’infezione da neonati o
da bambini piccoli. I bambini con infezione cronica da virus dell'epatite B hanno un rischio del 25% di
morire prematuramente per cancro o cirrosi.
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In media, quanta protezione viene data a neonati, adolescenti e adulti da ciascuna dose del
vaccino dell’epatite B?
Dose
Neonati*
Adolescenti e adulti**
1
16-40%
20-30
2
80-90
75-80
3
98-100
90-95
* neonati pretermine sotto i 2 Kg hanno risposto meno alla vaccinazione
** fattori che possono abbassare il tasso di risposta sono: l’età oltre i 40 anni, il sesso maschile, il fumo, l’obesità e la
immunodeficienza.
Il vaccino anti-epatite B protegge contro l’epatite cronica e il tumore del fegato per tutta la
vita?
Come per tutti i nuovi vaccini, non è al momento noto se la vaccinazione nell’infanzia contro l’epatite B
conferirà una immunità di lungo periodo contro l’infezione cronica da HBV, specialmente per le infezioni
acquisite nell’età adulta. Un gran numero di persone vaccinate da neonati o da bambini, e che vivono in
popolazioni ad alto rischio di infezione cronica da HBV sono state seguite per oltre 15 anni, ed è stata
riscontrata l’assenza quasi totale (< 0,1%) di infezioni croniche tardive da HBV. Questi studi indicano che
la memoria immunitaria persiste per lungo tempo, e i dati indicano che le dosi booster di vaccino non
sono richieste almeno per la prima decade dopo la vaccinazione del neonato, del bambino o
dell’adolescente/adulto.
Il lunghissimo periodo di incubazione (40-120 giorni) dell’infezione da virus dell’epatite B, associato
all’eccellente risposta nel caso di una esposizione al virus delle persone precedentemente vaccinate,
sembrerebbe limitare le infezioni a quelle che non diventano persistenti, ma che si esauriscono dopo la
fase acuta con la guarigione completa.
I vaccini contro l’epatite B sono intercambiabili?
Si. I vaccini disponibili, Recombivax-HB ed Engerix B, sono intercambiabili, usando i dosaggi indicati per
ognuno di loro.
È necessario testare le donne in gravidanza vaccinate e non per l’epatite B ?
Sì. Tutte le donne in gravidanza necessitano di eseguire il test (che è gratutito) per verificare se sono
portatrici croniche, e ciò in quanto, pur essendo stata vaccinate, non è detto che non siano portatrici
dell'antigene di superficie del virus dell'epatite B (HbsAg negative). Poiché il test pre – vaccinale non viene
fatto in tutte le persone vaccinate, è possibile che la donna fosse già portatrice dell'HbsAg prima di essere
vaccinata.
VACCINO CONTRO MORBILLO PAROTITE ROSOLIA
Se una persona vaccinata, bambino o adulto, sviluppa un rash o febbre lieve dopo vaccino MPR,
può trasmettere il morbillo ad altre persone?
Circa il 5-15 % delle persone che ricevono il vaccino MPR svilupperanno febbre di grado lieve e/o rash
modesto da 5 a 15 giorni dopo la vaccinazione. Tuttavia, la persona non è infettante per cui non sono
necessarie precauzioni particolari.
Qual è lo scopo di una seconda dose di MPR?
La seconda dose ha lo scopo di fornire un'altra possibilità di sviluppare l'immunità verso il morbillo a
persone che non risposero alla prima dose. Circa il 5 % dei vaccinati non sviluppano immunità dopo la
prima dose.
Si può eseguire il vaccino MPR ad un bambino il cui fratellino sta effettuando la chemioterapia
perché affetto da leucemia?
Sì. Il MPR ed il vaccino per la varicella devono essere somministrati ai contatti familiari di bambini
immunocompromessi.
10
E' vero che l'allergia all'uovo non è più considerata una controindicazione al vaccino MPR?
Si. Numerosi studi hanno documentato la sicurezza dei vaccini del morbillo e della parotite (preparati su
colture cellulari di uovo embrionato di pollo) in bambini con allergia grave all'uovo. Sia l'Accademia
America di Pediatria che l'ACIP non considerano più l'allergia all'uovo una controindicazione alla
vaccinazione con MPR; indicazioni in questo senso sono anche nelle circolari del Ministero della Santià; le
nuove indicazioni per il vaccino MPR raccomandano la vaccinazione routinaria dei bambini allergici all'uovo
senza l'uso di speciali protocolli o procedure di desensibilizzazione.
E' necessario richiedere un test di gravidanza per le donne prima di eseguire il vaccino di MPR?
No, si raccomanda che alle donne in età fertile sia semplicemente chiesto se sono in gravidanza o se
intendono diventarlo. Se sono gravide non si vaccinano; se non lo sono si avvertono di evitare la
gravidanza per almeno un mese dopo la vaccinazione.
VACCINO CONTRO LA PERTOSSE
Qual è la differenza tra vaccini antipertossici acellulari e a cellule intere?
Il vaccino contro la pertosse a cellule intere (vecchio DTP) contiene il batterio della pertosse inattivato. Il
vaccino acellulare è una forma purificata del vaccino pertossico e contiene soltanto da 2 a 4 degli antigeni
del batterio, ritenuti i più importanti nello sviluppo dell'immunità. In questo modo si è ottenuta una
importante riduzione degli effetti collaterali mantenendo una buona efficacia del vaccino.
Se un adolescente contrae la pertosse, significa che egli non era stato correttamente
vaccinato?
Non necessariamente. L’efficacia della vaccinazione è del 85% . Inoltre l’immunità alla pertosse indotta da
vaccino persiste per circa 10 anni dopo l’ultima dose. Così, anche se un bambino riceve tutte le dosi del
vaccino previste dal calendario, egli può ancora essere suscettibile da adolescente. La necessità di dosi di
richiamo di vaccino antipertossico per gli adolescenti o gli adulti è pertanto raccomandata.
Un bambino di 2 mesi in seguito alla prima dose di DTaP ha sviluppato pianto inconsolabile
continuativo per più di 3 ore. Per le dosi successive si continua con DTaP?
Il pianto persistente non è una controindicazione assoluta per il DTaP, ma richiede una precauzione nelle
dosi successive. I bambini che sperimentano tali sintomi non dovrebbero NORMALMENTE ricevere dosi
addizionali di qualsiasi vaccino contenente la componente pertossica. Tuttavia, se il beneficio della
vaccinazione eccede il rischio del pianto, il bambino dovrebbe ricevere il vaccino antipertossico. Molti
medici somministrano il vaccino antipertossico se il pianto è l'unico effetto collaterale.
Un bambino con un'infezione media delle alte vie respiratorie e con temperatura rettale di 38°C
gradi dovrebbe essere vaccinato con DTaP?
In generale, sì. La decisione di iniziare o ritardare la vaccinazione a causa della corrente o recente
malattia febbrile dipende dalla severità dei sintomi e dall'eziologia della malattia. Tutti i vaccini possono
essere somministrati a bambini con malattie minori come diarrea, infezione media delle alte vie
respiratorie con o senza febbre di grado basso o altre malattie febbrili di basso grado; queste condizioni
non dovrebbero, soprattutto se ripetute, portare ad un eccessivo differimento delle vaccinazioni con
mancato rispetto del calendario delle vaccinazioni.
Quali sono le controindicazioni vere alla somministrazione del vaccino pertossico?
Controindicazioni permanenti sono una grave reazione allergica a un componente del vaccino o
l'encefalopatia entro 7 giorni dalla somministrazione della prima dose del vaccino. Una malattia moderata
o severa con o senza febbre, è una controindicazione temporanea; il bambino deve essere vaccinato dopo
che la malattia è terminata.
VACCINO CONTRO LA POLIOMIELITE
Perché è stata recentemente (2002) cambiata la schedula per la polio?
Il Ministero della Sanità ha ritenuto che l'attuale rapporto di rischio-beneficio associato con l'uso esclusivo
di OPV per la vaccinazione di routine sia cambiato, anche a causa del rapido progresso delle attività per
l'eradicazione globale della polio. In particolare, i benefici dell'OPV sono diminuiti di importanza riguardo
all'eliminazione del virus selvaggio.
Viceversa, il rischio di poliomielite associata a vaccino dovuta all'OPV, che causava in Italia circa 1-2 casi
di polio paralitica ogni anno, è stato giudicato non accettabile, sia per l'assenza di malattia indigena sia
per il ridotto rischio di infezione importata. Di conseguenza si è potuto modificare il precedente calendario
ed è stato introdotto il calendario che prevede la somministrazione di quattro dosi di vaccino ucciso IPV
(Salk).
Qual è stato il rischio di contrarre la polio dall'OPV?
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Negli Stati Uniti tra il 1980 e il 1994 sono stati riportati 125 casi di polio paralitica associati a vaccino.
In Italia, tra il 1980 ed il 1999, i casi di polio paralitica associata a vaccino sono stati 19.
Il rischio era sia per i vaccinati che per i contatti, ma di gran lunga superiore per i primi .
Nei vaccinati il rischio di polio paralitica da vaccino viene stimato in circa 1 caso ogni 2,4 milioni di dosi di
OPV somministrate ( 1 caso ogni 500.000-600.000 dosi, se si considera solo la prima), mentre nei contatti
il rischio è stimanto in 1 caso ogni 6-12 milioni di dosi distribuite.
Qual è il rischio di reazioni gravi dopo IPV?
Non si conoscono reazioni gravi ed importanti dopo IPV.
L'IPV è meno efficace dell'OPV?
No. L'IPV attualmente disponibile, che è del tipo potenziato (maggiormente efficace rispetto a quello usato
negli anni 50) è efficace come l'OPV. Dopo 2 dosi di IPV il 90% e più dei vaccinati produce livelli
anticorpali protettivi verso tutti i tipi di polivirus, e dopo 3 dosi più del 99% hanno anticorpi protettivi. In
alcuni Paesi si è arrivati alla eliminazione della malattia utilizzando solo il vaccino IPV. Tuttavia, l’impiego
solo del vaccino IPV non ha consentito di evitare episodi epidemici in seguito all’importazione di virus
selvaggio, perchè protegge soltanto i vaccinati, ma non dà la cosiddetta immunità di gregge tipica
dell’OPV.Tra il 1980 e il 1994 sono stati riportati 125 casi di polio paralitica associati a vaccino. Avviene in
circa 1 caso di polio ogni 2,4 milioni di dosi di OPV somministrate. Il rischio è sia per i vaccinati che per i
contatti.
Quanto a lungo rimaneva nelle feci il vaccino OPV dopo la dose?
In genere fino a 6 settimane. Per un periodo più lungo dopo la prima dose, e minore per le dosi
successive.
Quanto di una dose di vaccino OPV poteva essere sputato perché la dose dovesse essere
ripetuta?
Non vi era una regola definita. Tuttavia, se a giudizio della persona che somministra il vaccino, una
sostanziale quantità di vaccino veniva sputata, rigurgitata o vomitata subito dopo la somministrazione
(entro 5-10 minuti) poteva essere somministrata un'altra dose. Se anche questa dose ripetuta non era
trattenuta, non si doveva conteggiare alcuna dose, e il vaccino doveva essere riproposto in un'altra
occasione.
VACCINO CONTRO TETANO E DIFTERITE
Come si prende il tetano?
Le spore del tetano vivono sul terreno e sono presenti nelle feci dell’uomo e degli animali. Le persone di
solito prendono il tetano quando le spore entrano attraverso lesioni della pelle ( es punture, tagli e ferite,
scottature o morsi di animali ).
Vi sono controindicazioni al tossoide tetanico?
L’unica controindicazione al vaccino antitetanico o antidifterico è una allergia grave ai componenti del
vaccino dopo una precedente dose degli stessi vaccini. La vaccinazione deve essere , inoltre, differita in
una persona che ha avuto una malattia acuta moderata o severa finchè le condizioni del paziente non
siano migliorate.
Il vaccino del tetano è sicuro?
Il vaccino del tetano è molto sicuro e ha una efficacia di quasi il 100% nel prevenire la malattia.La
maggior parte degli eventi avversi sono lievi, come ad esempio dolore al braccio. Gli effetti gravi sono
rari. Questi includono gravi reazioni allergiche o interessamento del sistema nervoso periferico
(neuropatie).
Qual è la differenza tra i vaccini DTaP e Tdap?
La differenza è nella quantità di tossoide difterico contenuto in ciascuna dose. La dose pediatrica (DTaP)
contiene almeno 6 volte di più il tossoide difterico rispetto alla dose adulta (Tdap).
-
Fonti relative alle Vaccinazioni:
Piano Piemontese di Promozione delle Vaccinazioni 2009
Network Italiano delle Vaccinazioni – NIV
ministerodellasalute.it
iss.it
who.int/en/
Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale ( PNPV ) 2012-2014
Vaccini. Un vademecum contro la disinformazione. – LiberAria Edizioni. Settembre 2014.
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Per approfondimenti:
•
SeREMISeREMI- ASL AL: http://www.seremi.it/
•
Genitori più: www.genitoripiu.it
•
Il portale dell'epidemiologia
dell'epidemiologia per la sanità pubblica: www.epicentro.iss.it
•
Il portale medico e scientifico sulle vaccinazioni a cura della Società Italiana di Igiene:
www.vaccinarsi.org
•
“Vaccinazioni pediatriche: le domande difficili”
http://www.epicentro.iss.it/temi/vaccinazioni/pdf/Le_domande_difficili_2015.pdf
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