L`EBRAISMO Alcune informazioni sulla religione ebraica

L’EBRAISMO
Alcune informazioni sulla religione ebraica
La religione ebraica è la prima religione monoteistica, cioè che afferma l’assoluta unità
di Dio. Dio è Uno.
Cosa si intende per religione ebraica? Perché alcuni la chiamano Giudaismo?
Il termine "ebreo" proviene dall’ebraico "ever", che significa "al di là", per ricordare
costantemente all’ebreo che la sua origine si trova al di là del mondo fisico. "Giudeo",
invece, è un termine più particolare. In origine, il popolo di Israele era composto da
dodici tribù. Ma nel corso della storia, da circa 2500 anni, soltanto la tribù di Giuda è
rimasta. Il nome "giudeo" deriva quindi dal nome della tribù di Giuda (Yehuda in
ebraico).
CHI È EBREO?
Secondo la religione ebraica, è ebreo colui che nasce da madre ebrea. Ebrei lo si può
anche diventare, dopo un processo di conversione lungo e difficile, dato che l’Ebraismo
scoraggia il proselitismo. Va osservato che ebrei si rimane tutta la vita, anche se manca,
del tutto o in parte, l’adesione alle norme di vita dell’Ebraismo. Rimane ebreo anche
colui che si converte ad un’altra religione, anche se, ovviamente, i suoi figli non lo
saranno più.
STORIA DELL’EBRAISMO
La prima coppia di ebrei della storia fu Abramo e Sara, due persone d’origine caldea,
del ceppo semitico. Abramo attraversò una lunga e profonda crisi esistenziale, che lo
portò a rifiutare tutte le spiegazioni teologiche e mitologiche delle religioni di allora
(tremilaseicento anni fa circa). Gradualmente, Abramo e Sara ricevettero la rivelazione
di un nuovo aspetto del Divino: quello della totale unità.
Tale processo di scoperta culminò col patto della circoncisione, che Abramo
praticò su se stesso, prendendosi contemporaneamente l’impegno di praticarla ad ogni
figlio maschio, al compimento dell’ottavo giorno di vita. La circoncisione diventa il
segno fisico che testimonia il patto tra Dio e il popolo ebraico. Essa è praticata dalla
quasi totalità degli ebrei, inclusi quelli molto lontani dall’osservanza delle altre norme
e precetti.
Infine, va ancora osservato che la rivelazione ricevuta da Abramo conteneva un
elemento speciale, la Terra promessa, un luogo fisico dove, per l’ebreo, la presenza di
Dio si fa sentire di più di quanto non avvenga in ogni altra parte del mondo.
La nascita vera e propria del popolo d’Israele si ha con l’uscita dall’Egitto, con
la liberazione dal giogo della schiavitù. Il personaggio che riuscì a guidare il popolo
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d’Israele fuori dell’Egitto fu Mosè. Dal punto di vista storico, è a lui che viene fatta
risalire l’origine della religione ebraica. Egli ricevette il dono profetico in un modo più
elevato di qualsiasi altro personaggio del popolo ebraico, passato e futuro, in uno stato
di sveglia.
Tramite questo dono, Mosè scrisse il Pentateuco, i cinque libri di cui è composta
la Torà. Torà in ebraico significa "insegnamento".
L’Ebraismo nasce col dono della Torà, ai piedi del monte Sinai, nel cuore del
deserto, poco dopo l’uscita dall’Egitto.
A Mosè, segue Giosuè, che viene seguito dai Giudici (Otniel, Debora, Gidone,
Sansone, ecc.). Questi lasciano il posto ai profeti (Samuele, Elia, Eliseo, e poi ancora
Isaia, Ezechiele, Geremia), diventano i garanti della continuità e della purezza
dell’Ebraismo.
Parte integrante della rivelazione divina ricevuta sul monte del Sinai, era la
missione di entrare in possesso della "terra di Caanan", scacciandone gli abitanti
originari. Il popolo d’Israele fece tutto il possibile per compiere ciò.
Il primo re fu Shaul (-1020), seguito dal re Davide. Davide fu il re più amato e
più famoso d’Israele. Grande poeta e mistico, compose i 150 Salmi. A Davide seguì il
figlio Salomone, che edificò il Tempio di Gerusalemme. Considerato l’uomo più
saggio dell’antichità, il re Salomone compose ben tre libri che entrarono nel canone
biblico: il Cantico dei Cantici, i Proverbi e le Ecclesiaste.
I TESTI DELL’EBRAISMO
Il testo sacro per antonomasia, ma non l'unico nella religione ebraica, è la Tanakh (che
comprende i testi scritti originariamente in ebraico presenti nell'Antico Testamento
della Bibbia (24 in tutto). La prima parte della Tanach è la Torah (detta
anche Pentateuco), che, in ebraico, vuol dire "insegnamento", "legge", e contiene,
secondo la tradizione, le istruzioni impartite da Dio al popolo di Israele sul Monte
Sinai quarantanove giorni dopo la fuga dall'Egitto.
•
i libri dei profeti (Neviim),
• gli Scritti (Ketuvim)
Tutti questi testi costituiscono la cosiddetta "Torà scritta", alla quale non può venire
aggiunta o tolta una sola virgola.
Ad essi seguono la cosiddetta "Torà orale", Mishnà (ciò che è imparato a memoria, per
ripetizione) e dal Talmud (insegnamento o studio).
Al Talmud si affianca il Midrash.
Il Talmud si occupa principalmente di questioni etiche e di precetti religiosi, il Midrash
riporta un’enorme tesoro di tradizioni sui vari eventi biblici.
Infine, il terzo costituente della Torà orale è l’insieme delle opere cabalistiche. La
Cabalà. è la parte mistica ed esoterica dell’Ebraismo, e si basa principalmente su tre
testi. Il primo è lo Zohar (Libro dello Splendore), un esteso commento ai cinque libri
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di Mosè. Poi abbiamo il Sefer ha Bahir, o Libro della luce chiara, e il Sefer Yetzirà, o
Libro della formazione, più criptici e condensati.
La quasi totalità dei testi del Tanach (il nome della Bibbia canonica ebraica) è scritta
in ebraico antico.
PREGHIERA
Le preghiere giornaliere sono tre, mattina, al pomeriggio e sera (Shacharit, Minchah e
Ma'ariv) con una quarta preghiera, mussaf aggiunta durante lo Shabbat e le festività.
Esse sono costituite da una raccolta di salmi d’apertura, più lunga al mattino. La parte
principale della preghiera si basa sullo Shema Israel (Deuteronomio 6,4), "Ascolta
Israele, il Signore è nostro Dio, il Signore è uno",
La maggior parte delle preghiere in un servizio liturgico tradizionale possono essere
recitate individualmente, sebbene sia preferita la preghiera in comune. La preghiera
comunitaria richiede un quorum di dieci ebrei adulti, chiamato minian. In quasi tutti i
circoli ortodossi e in alcuni dei conservatori, solo gli ebrei maschi vengono contati
nel minian; gran parte degli ebrei conservatori e membri di altre correnti ebraiche
contano anche le donne.
Alcune caratteristiche tradizionali di una sinagoga sono:
 L'arca dove sono riposti i rotoli della Torah (l'arca è spesso chiusa da un velo
ornamentale fuori o dentro le porte dell'arca;
 La piattaforma elevata del lettore, dove si legge la Torah
 La lampada del santuario (o Luce eterna), una lucerna sempre accesa che serve a
ricordare la menorah sempre accesa del Tempio di Gerusalemme
Il pulpito, o amud, un leggio di fronte all'arca dove sta il chazzan o conduttore della
preghiera durante la liturgia.
LE FESTIVITA’ PRINCIPALI
Le feste principali dell’Ebraismo, oltre al già citato Shabbat sono:
• Pesach (Pasqua), la festa che ricorda la liberazione dall’Egitto (luna piena del
primo mese primaverile), dura una settimana, che inizia alla sera del giorno 14
di Nisan (il primo mese del calendario ebraico), prodotti lievitati (chametz)
vengono rimossi da casa e al posto del pane si mangia la matzah.
•
Shavuot (Pentecoste), o festa delle Settimane, la festa della promulgazione della
Torà (cinquanta giorni dopo Pesach) e nota come festival dei Bikurim, o primi
frutti, in tempi biblici coincideva con la raccolta del grano.
•
Rosh ha Shannà, Capodanno, il primo e secondo giorno del mese di Tishrey,
subito dopo l’equinozio autunnale. Essa ricorda la creazione di Adamo, ed è il
momento nel quale tutte le creature vengono giudicate, e viene per loro decretato
il corso dell’anno a venire. Le tradizioni della festività includono suonare
lo shofar (il corno di montone) nella sinagoga, mangiare mele e miele e recitare
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benedizioni su una varietà di cibi simbolici, come le melegrane.
•
Yom Kippur, il giorno dell’Espiazione, è il giorno più sacro dell’anno ebraico,
dieci giorni dopo Rosh ha Shannà. Yom Kippur ricorda il perdono di Dio nei
confronti del popolo ebraico, che si era macchiato del peccato del vitello d’oro.
Durante questa giornata l’intero popolo digiuna, dal tramonto al tramonto,
astenendosi completamente da ogni cibo e da ogni bevanda. È abitudine vestirsi
di bianco, e non si portano scarpe di cuoio.
•
Sukkot (tabernacoli), la festa delle Capanne, il quindicesimo giorno (che è
quello della luna piena) dello stesso mese. Questa festa, che dura una settimana,
ricorda le capanne sotto le quali dimorarono i Figli d’Israele subito dopo essere
usciti dall’Egitto. Ogni capo famiglia costruisce una capanna con il tetto di
frasche, o in giardino o sul balcone, nella quale si va a vivere per una settimana.
Queste feste sono tutte previste dalla Torà, e richiedono l’astensione dai lavori, come
se fosse Shabbat. Ad esse i rabbini ne hanno aggiunte altre due, che non hanno però il
carattere di riposo totale delle festività prescritte dalla Torà. Esse sono:
•
Hanukkah (dedica), perché segna la riedificazione del tempio dopo la
profanazione di Antioco IV Epifane, che dura otto giorni, consiste
nell’accensione di lumi, Festival delle Luci, da farsi alla sera, ogni sera un lume
in più, fino all’ottavo giorno. Essa commemora la liberazione dal giogo degli
ellenisti.
•
Purim, la luna piena di Adar il 14 del mese. Questa festa ricorda la liberazione
degli ebrei da un grave pericolo di sterminio che corsero durante l’esilio
persiano, come spiega il libro di Ester. Tipico di questa festa è anche il
mascherarsi.
CHI È DIO?
Secondo l’Ebraismo, Dio è il supremo creatore dell’universo. Assoluto, perfetto. Dio
è l’eroe indiscusso di tutta la Bibbia. Ogni cosa che vi viene esposta o narrata viene
riferita a Lui.
Per l’Ebraismo Dio è uno, non ne esiste altro (Deut. 6:4; Isa. 45:21; 46:9).
L’Ebraismo stabilisce la proibizione totale di farsi qualsiasi immagine di sorta di Dio,
di qui il bando delle statue, o delle concretizzazioni fisiche di Dio, come alberi, monti
particolari, pietre o pilastri, ecc.
CONCEZIONE DELLA VITA
La vita è il bene superiore, la manifestazione più alta e preziosa della sapienza divina.
Essa va rispettata e favorita in tutte le sue manifestazioni. Di qui il precetto del crescete
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moltiplicatevi, detto prima agli animali e poi agli esseri umani.
LE REGOLE ALIMENTARI
L’Ebraismo richiede l’osservanza di regole alimentari, chiamate kashrut (adatto).
Innanzi tutto, è proibito il consumo della carne di molti animali diversi. Sono permessi
soltanto vitelli e bovini, e anche questi solo dopo una macellazione rituale, e un
dissanguamento dell’animale ucciso. Il consumo della carne va tenuto strettamente
separato da quello dei latticini. Questa regola si basa su di un precetto della Torà che
dice: "Non cucinerai il capretto nel latte di sua madre". In pratica, questa serie di regole
impone all’ebreo osservante d’avere due parti completamente separate nella sua
cucina, con due set di pentole, posate, piatti, fornelli e lavabi: uno per la carne e l’altro
per i latticini. Anche il latte deve provenire da animali kasher, e deve essere stato munto
o da un ebreo o alla presenza di un ebreo. È proibito consumare cibi non cotti da un
ebreo.
Nella terra d’Israele, ogni sette anni, viene proclamato l’anno sabbatico. In questo
periodo non si può coltivare la terra, né fare commercio dei suoi prodotti.
Gli elenchi degli animali di cui è permesso cibarsi sono contenuti nella Bibbia, capitolo
11 del Levitico, ed alcuni vengono ripetuti nel capitolo 14 del Deuteronomio.
Sono permessi i quadrupedi ruminanti con gli zoccoli "bi-parti-ti" come, ad esempio,
mucca, pecora, capra, cervo, ecc; non maiale, cammello, cavallo o coniglio, lucertola,
scimmia, leone, orso, ecc. C'è anche un elenco dei volatili proibiti, da cui deriva che
tutti gli altri sono permessi (contiene tutti i rapaci e gli uccelli notturni proibiti). Tranne
alcuni casi, si possono mangiare i pesci con squame e pinne: sono pertanto esclusi
molluschi e crostacei (polpi, frutti di mare, granchi ecc.), oltre alle anguille, al
pescecane, ad alcuni tipi di "pesce spada" e alcuni altri pesci che si ritiene non abbiano
le squame complete.
Certi tipi di locusta sono permessi agli ebrei sefarditi residenti nei paesi arabi. Gli
animali ovini, bovini, caprini ed i volatili permessi non sono ritenuti kasher se non
vengono uccisi con il metodo noto come shechitah. Lo shochet, che per eseguire
la shechitah deve avere un apposito titolo di idoneità: mozza con un coltello
la trachea e l'esofago dell'animale, e così facendo recide le arterie principali causando
una perdita di coscienza praticamente istantanea. Il sangue restante viene eliminato
dalla carne attraverso un processo di lavatura, salatura e risciacquo oppure attraverso
l'arrostitura: per secoli il processo di lavatura, salatura e risciacquo della carne è stato
prerogativa delle donne di casa, ma ormai è praticato soprattutto dal macellaio o dal
fornitore kasher.
Infine, regole molto severe riguardano anche il vino, che ha un posto importante nella
liturgia ebraica: esso deve venire fatto solo da ebrei.
Ogni pasto deve venire preceduto e seguito da benedizioni particolari, adeguate a
seconda dei cibi da consumare.
Ci sono cinque giorni di digiuno all’anno, nei quali ci si astiene non solo dal cibo ma
da ogni forma di bevanda. Il più importante di essi è lo Yom Kippur, il giorno
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dell’Espiazione.
STRUTTURA GERARCHICA
L’Ebraismo non possiede nessuna struttura comparabile a quella della Chiesa cattolica.
Praticamente ogni comunità è autogestita. Se la comunità è piccola, al suo centro ci
sarà un solo rabbino, che ha funzioni d’insegnamento e di consiglio sul come eseguire
i precetti. Egli celebra i matrimoni, controlla la kashrut, cioè l’accettabilità dei cibi. I
rabbini sono semplicemente degli esperti, capaci di guidare gli altri in un’osservanza
più estesa e corretta.
(nota): Sinagoga significa: "Casa dell’assemblea" (dal greco), è il luogo dove si raduno
gli ebrei per pregare.
Una comunità più grande, dove sono presenti più rabbini, ne elegge uno al ruolo di
"rabbino capo". Questi ha delle funzioni un po’ più complesse, che riguardano anche
eventuali divorzi o litigi di natura pecuniaria, o di conversioni. Egli rappresenta la
comunità ebraica nei confronti degli organi statali e politici del paese che ospita gli
ebrei in questione. Ci sono due rabbini capo, uno per gli ebrei ashkenaziti (provenienti
dai paesi occidentali) e uno per gli ebrei sefarditi (proveniente dai paesi dell’area
orientale o araba). La loro carica dura quattro anni, rinnovabili. In pratica, le diversità
all’interno della popolazione religiosa sono molte o complesse, in quando ogni gruppo
si tramanda abitudini che variano a seconda dell’area geografica di provenienza.
Quindi ogni comunità ha i suoi rabbini principali, anche se per le questioni giuridiche
indicate prima (divorzi o litigi economici) ci si rivolge al rabbinato centrale.
Secondo l’Ebraismo, non c’è bisogno di nessun intermediario tra l’essere umano e Dio.
In particolare, una delle spiegazioni del nome "Israel" è: "yashar El", che significa:
"diretti a Dio", nel senso che parte della testimonianza dell’ebreo è che il legame con
Dio può essere diretto e immediato. Ogni uomo e donna sono creati "ad immagine e
somiglianza", e come tali possono accedere al Divino coi loro propri mezzi. Anzi,
secondo l’Ebraismo l’affidare ruoli intermediari, sia a degli esseri umani (demiurghi),
che a immagini o statue, è un grave ostacolo, e diventa fuorviante.
LE REGOLE
Secondo l’interpretazione tradizionale, la Torà prescrive 613 regole basilari, o
"mitzvot" (precetti), 365 dei quali sono "negativi" (non fare...) e 248 sono positivi
(fai...). Si afferma che questi numeri corrispondano al totale delle membra e dei canali
presenti nel corpo umano. La loro osservanza è dunque essenziale per completare
l’uomo dal punto di vista spirituale.
In breve, per essere considerati ortodossi è necessario osservare le seguenti
regole: la preghiera quotidiana, che l’ebreo maschio fa dopo avere indossato il Tallit
(manto di preghiera) e i tefillin (filatteri); le norme della kashrut; l’osservanza del
Shabbat e delle altre festività; il rispetto delle regole di separazione tra marito e moglie
nei giorni delle mestruazioni e nella settimana successiva, fino all’immersione nel
mikvè. Queste sono le regole basilari. Va aggiunto che, a detta di molti, il precetto più
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importante della Torà è il suo studio. Per tale motivo, durante tutta la sua vita, l’ebreo
religioso dedicherà tempo quotidiano allo studio della Torà.
Il luogo più santo dell’Ebraismo è il Muro del Pianto di Gerusalemme, l’ultimo
residuo di quello che una volta era il Tempio.
Infine, altre mete privilegiate di pellegrinaggi sono le tombe dei grandi maestri
del passato. Secondo l’Ebraismo, anche dopo morto, nel corpo di un santo rimane un
alito di vita, che può interagire e venire percepito da chi si trova nei pressi della tomba.
Da esso emana una potente benedizione. Le preghiere recitare ed espresse in tali luoghi
hanno quindi maggior forza e efficacia.
CORRENTI
Quattro sono le principali correnti dell'Ebraismo:
Ebraismo ortodosso: si riconosce nella tradizione ebraica della Torah, L'Ebraismo
ortodosso, non accetta le conversioni che non siano fatte in ambito ortodosso e dunque
non tutti coloro che negli altri gruppi ebraici si considerano ebrei sono tali da un punto
di vista ortodosso. In ambiente ortodosso questo è un punto considerato di
fondamentale importanza per l'identità ebraica, i matrimoni e le sepolture.
Ebraismo riformato: nato in Germania nel XIX secolo, si è ben presto diffuso
negli Stati Uniti. L'Ebraismo riformato cerca di ridurre e relativizzare l'imponente
complesso delle mitzvòt della Torah, che separano di fatto il popolo di Israele dal resto
del mondo.
Ebraismo conservatore, anche detto masoretico, nacque nel XX secolo negli USA,
come derivazione dell'Ebraismo riformato. Rispetto all'ortodosso ha però modificato
importanti punti, specie della tradizione liturgica - il più eclatante dei quali è la
preghiera comune tra uomini e donne.
Ebraismo ricostruzionista: fondato negli Stati Uniti dal rabbino conservatore Mordecai
Kaplan e dal rabbino Ira Eisenstein (1906-2001) si caratterizza da una forte
somiglianza con l'Ebraismo riformato, da cui però si differenzia per una maggiore
considerazione dell'aspetto tradizionale.
L'Ebraismo ortodosso è largamente maggioritario in Israele e nei paesi della diaspora
diversi dagli Stati Uniti d'America. Qui la maggioranza è divisa tra conservativi e
riformati, essendo gli ortodossi una minoranza. Gli Stati Uniti sono anche l'unico paese
con una presenza significativa di ricostruzionisti.
Il pensiero filosofico e religioso ebraico è entrato in grande fermento dalla nascita
del Sionismo (Il sionismo è un movimento politico internazionale il cui fine è
l'affermazione del diritto alla autodeterminazione del popolo ebraico mediante
l'istituzione di uno Stato ebraico, inserendosi nel più vasto fenomeno del nazionalismo
moderno), e soprattutto a seguito della fondazione, nel 1948, dello Stato di Israele.
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LO SHABBAT
Lo Shabbat è il giorno festivo perché la stessa Torà lo definisce tale.
L’osservanza del Shabbat viene specificamente richiesta niente meno che da uno dei
dieci comandamenti. Lo Shabbat inizia col tramonto del sole, il venerdì sera. In realtà
ogni giorno ebraico inizia col tramonto e finisce con quello successivo. Ciò è dovuto
al fatto che la Bibbia, parlando della creazione del mondo, così si esprime: e fu sera e
fu mattina, primo giorno". La sua durata complessiva è quindi di 25 ore circa.
IL RUOLO della DONNA NELL’EBRAISMO
Le donne non vengono contate nei gruppi di preghiera, la loro testimonianza
davanti ad un tribunale religioso non viene accettata, è il marito a divorziare la moglie
non viceversa, una donna non può diventare rabbino, ecc. ci sono molti casi nei quali
sembra che la donna sia discriminata nei confronti dell’uomo. Dall’altra parte, ci sono
molti insegnamenti che sostengono che la donna possiede un livello di spiritualità
naturalmente più alto di quello dell’uomo. Ed è per questo motivo che certi precetti
sono obbligatori solo per gli uomini e non per le donne, perché gli uomini abbisognano
di uno sforzo ulteriore per assoggettare la loro natura, che altrimenti li porterebbe
lontano dalla santità. Questa maggiore sensibilità spirituale della donna viene
soprattutto riconosciuta e sottolineata dalla Cabalà.
Ci sono state sette profetesse, tra le quali Sara, la moglie e di Abramo, Debora,
Ester, Abigail. Il Talmud narra sovente di donne particolarmente versate nella
conoscenza religiosa, e a volte ancora più pronte dei loro mariti rabbini, a trovare la
risposta giusta, o a comprendere il senso segreto di una situazione.
I SIMBOLI
Il simbolo più importante dell’Ebraismo è la Stella di Davide. Il suo nome ebraico,
Maghen David, significa letteralmente: "scudo di Davide". Ha come concetto
protezione e difesa. È semplicemente costituita da due triangoli equilateri che si
intersecano, l’uno rivolto verso l’alto, e il secondo rivolto verso il basso. In esso
vediamo l’unione del maschile e del femminile, uomo e donna. I due triangoli che si
intrecciano rappresentano inoltre l’unione di cielo e terra, di Dio e l’uomo.
La Menorah, il candelabro, è diventato il simbolo sul sigillo ufficiale dello stato
d’Israele. La menorah era uno degli oggetti principali del culto del Tempio di
Gerusalemme. Il precetto della sua costruzione si trova direttamente nel libro
dell’Esodo. Doveva essere di oro puro, in una fusione unica. Le sue sette braccia
rappresentano ogni settenario possibile. Sia in natura che nel mondo umano vi sono
numerosi settenari (i sette pianeti dell’antichità, i sette giorni della settimana, il ciclo
dei sette anni; sette ghiandole endocrine, sette chakra nella tradizione orientale, i sette
peccati capitali e le sette virtù cardinali, le sette sapienze del mondo antico, ecc.) il
fatto che da tutte queste braccia provenisse la luce, indica come l’intero insieme del
creato contenga la luce stessa di Dio.
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BS"D, in aramaico ‫בס"ד‬, è una tipica, tradizionale sigla che si può facilmente trovare
in molti documenti ebraici, come anche in molte delle moderne pagine web che trattano
di ebraismo. Tiene il posto della frase, scritta in lingua aramaica, b'siyata de'shemaya,
che significa letteralmente "con l'aiuto del cielo" e viene scritto nella parte alta dei
documenti, per ricordare allo scrittore e al lettore che, senza l'aiuto del Signore, è
impossibile per l'uomo realizzare qualcosa che intrinsecamente possegga i valori eterni
che Lui ha rivelato.
Leone di Giuda: il Tanakh paragona le tribù di Giuda e Dan ai leoni: "Un giovane
leone è Giuda." (Genesi 49:9)
Metalli preziosi: l'oro era il simbolo della luce divina o celestiale, la gloria di
Dio.
L'argento era l'emblema dell'innocenza morale e della santità.
L'ottone simbolizzava la durezza, la forza e la fermezza. L'ottone era un sostituto
dell'oro, e il ferro dell'argento.
OGGETTI E INDUMENTI LITURGICI
Tra gli oggetti liturgici e culturali più importanti nella religione ebraica vi sono:
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Mezuzah, pergamena affissa (dentro un piccolo contenitore) agli stipiti delle porte
e contenente due brani dello Shema (preghiera fondamentale dell'Ebraismo, da
recitare ogni giorno al mattino e alla sera), proprio quelli contenenti il precetto della
Mezuzzah.
Tefillin,
conosciuti
come
filattèri
(dal greco φυλακτήριον,
che
significa protezione/salvaguardia o amuleto), sono scatole nere di cuoio indossate
sul braccio e sulla fronte per mezzo di cinghie di pelle. Esse contengono le
pergamene con i quattro brani della Torah che citano questo precetto. Sono
indossati durante la preghiera mattutina da ebrei osservati e da alcune donne.
Kippah, il copricapo indossato dagli ebrei maschi, tipo zucchetto. Portato durante
le preghiere, i pasti, liturgie in sinagoga, mentre si recitano le benedizioni o
studiando la Torah, e indossato sempre da alcuni ebrei. Nelle comunità ortodosse
lo portano solo gli uomini; nelle comunità non ortodosse anche le donne possono
portarlo.
Talled (anche tallit) scialle in tessuto bianco spesso con fasce, comunemente di
colore scuro, caratterizzato da quattro lunghe sfrangiature di tessuto alle estremità,
chiamate tzitzit. La versione grande (talit gadol) è portata durante la preghiera del
mattino e a Yom kippur per tutto il lungo ciclo di preghiere, quella piccola (talit
katàn) è indossata quotidianamente. Viene indossato da uomini ebrei e da alcune
donne durante i servizi di preghiera.
Tzitzit: sono speciali "frange" annodate o nappe poste ai quattro angoli del tallit. In
alcuni circoli ortodossi, tali frange possono essere lasciate libere al di fuori dei
propri abiti.
Hanukkiah, candelabro a 'nove bracci' utilizzato per accendere i lumi durante la
celebrazione della festa di hanukkah (festa delle luci) in ricordo della
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
riconsacrazione del Tempio dopo la guerra maccabaica il cui casus bellifu il
sacrificio di un maiale nel tempio ad opera di un sacerdote ellenizzante.
Kittel (tunica, veste) è una tunica bianca che serve come sudario di sepoltura per
ebrei. "i nostri peccati diventeranno bianchi come neve" ( Isaia 1:18).
EVENTI DEL CICLO DI VITA
Eventi del ciclo di vita, o riti di passaggio, si verificano nel corso di tutta l'esistenza
della persona ebrea, servendo a rafforzare l'identità ebraica e a connetterla con tutta la
comunità.
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Brit Milah - i bambini di sesso maschile vengono accolti nell'Alleanza attraverso il
rito della circoncisione al loro ottavo giorno di vita. Al bambino è anche dato il
nome ebraico durante la cerimonia. Una cerimonia di rituale parallelo per le
bambine, denominata zeved habat o brit bat, gode di limitata popolarità.
Bar mitzvah e Bat mitzvah - per gli ortodossi ed alcune congregazioni conservatrici,
questo passaggio dall'infanzia all'età adulta avviene quando la femmina ha dodici
anni e il maschio ne ha tredici. Nel movimento riformato, ragazzi e ragazze hanno
il loro bat/bar mitzvah all'età di tredici anni. Ciò viene spesso commemorato con la
lettura pubblica di una "porzione" della Torah da parte dei nuovi adulti – maschi
soltanto nella tradizione ortodossa.
Matrimonio - il matrimonio è estremamente importante nel ciclo di vita ebraico. La
cerimonia matrimoniale si svolge sotto una chuppah, o baldacchino nuziale, che
simbolizza una casa felice. Alla fine della cerimonia, lo sposo frantuma un bicchiere
col piede, a rappresentare il lutto continuo per la distruzione del Tempio e la
dispersione del popolo ebraico.
Morte e lutto - l'Ebraismo ha una pratica a varie fasi nell'osservanza del lutto. La
prima fase è chiamata shiva (letteralmente "sette", osservata per una settimana)
durante la quale è tradizione sedersi a casa ed essere confortati da amici e parenti;
la seconda è lo shloshim (osservata per un mese) e, per coloro che hanno perso uno
dei genitori, vi è una terza fase, avelut yud bet chodesh, che si osserva per undici
mesi.
RUOLI RELIGIOSI SPECIALI
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Dayan (giudice) - Un rabbino ordinato con formazione giuridica speciale, che
appartiene ad un Beth Din (tribunale rabbinico). In Israele, i tribunali religiosi
gestiscono matrimoni e casi di divorzio, conversioni e controversie finanziarie
della comunità ebraica.
Mohel (circoncisore) - Esperto di leggi sulla circoncisione, che ha ricevuto una
formazione/addestramento da un mohel precedentemente qualificato e svolge la
cerimonia del Brit Milah (circoncisione).
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Shochet (macellaio rituale) - Perché la carne sia kosher, deve essere macellata da
uno shochet che sia esperto di leggi kasherut e sia stato addestrato da un
altro shochet.
Sofer (scriba) - i rotoli della Torah, i tefillin (filatteri), le mezuzot (scrolli affissi
agli stipiti) ed i gittin (documenti del divorzio) devono essere scritti da un sofer che
sia esperto di calligrafia ebraica, con addestramento rigoroso sulle leggi della
scrittura di testi sacri.
Mashghiah della Yeshivah - A seconda della yeshivah, può essere sia la persona
responsabile di garantire la partecipazione e la correttezza dei comportamenti degli
studenti, sia di supervisionare il loro benessere emotivo e spirituale nonché dare
lezioni di Mussar (etica ebraica).
Mashghiah - Controlla i produttori di cibo kosher, gli importatori, i ristoratori e
ristoranti per assicurare che il cibo sia sempre kosher. Deve essere un esperto delle
leggi di kasherut e addestrato da un rabbino, se non un rabbino egli stesso.
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