Ebraismo - Scuole Sassuolo

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L’EBRAISMO
L'Ebraismo è la religione del popolo ebraico, basata sugli scritti della Torah. Essa è stata la prima
religione monoteistica documentata, sviluppatasi certamente prima dell'anno 1000 a.C. all'interno
delle popolazioni cananee. Dall'Ebraismo si fanno derivare numerose altre religioni, tra cui le due
principali sono il Cristianesimo e l'Islam. Assieme a Cristianesimo e Islam, l'Ebraismo viene
classificato come religione abramitica.
1. Sacre Scritture e monoteismo
Il testo sacro per antonomasia, ma non l'unico nella religione ebraica, è la Torah, scritta in ebraico,
corrispondente ai cinque libri del Pentateuco (Genesi Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio) e
contenente le istruzioni impartite da Dio al popolo di Israele sul Monte Sinai, quarantanove giorni
dopo l'uscita dall'Egitto. Essa contiene la descrizione della storia dell'umanità dalla Creazione fino
all'arrivo degli Ebrei in Terra d'Israele. Inoltre essa include i precetti comandati da Dio al popolo
d'Israele e che suggellano il patto stretto da Questi con gli Ebrei. Il fulcro della fede israelitica è la
confessione monoteistica (Dt. 6,4: “Ascolta Israele, il Signore è il nostro Dio, il Signore è Uno...”).
A sua volta, la fede monoteistica si incentra nella definizione che Dio medesimo offre di sé in Es.
3,14: Io sono l'Essenza dell'Essere. Se ci atteniamo alla lettera al testo biblico, questa affermazione
è di fatto, intraducibile, poiché si dovrebbe disporre di un tempo verbale in grado di rendere,
contemporaneamente, il presente, il passato ed il futuro. Infatti, Dio è Colui che, pur non mutando
nella Sua essenza, accompagna il popolo ebraico in tutte le vicissitudini storiche. In questo senso,
Dio è legato all'uomo nel passato, nel presente e nel futuro.
La principale conseguenza di questa consapevolezza monoteistica è, in primo luogo, l'idea della
signoria di Dio sul mondo e sulla storia, anche se ciò non significa che la realtà terrena non goda di
una sua autonomia espressa dal libero arbitrio: anzi, il principio stesso di vita terrena intesa come
prova da superare per accedere alla vita eterna è basato sul libero arbitrio: l'uomo ha davanti a sé la
scelta tra il bene e il male, e la sua missione consiste nello scegliere liberalmente il bene, cioè la
Torah ed i suoi precetti. L'uomo non può percepire la reale essenza della Divinità, come viene detto
nell'Esodo 33:20 "Un uomo non può vedermi e vivere"; Dio è conoscibile soltanto dalle Sue opere e
dai Suoi attributi, le Sue middòt.
2. Etica
A partire da questa dottrina morale, l'Ebraismo sviluppa sia l'idea della creazione, quale creatio ex
nihilo (“creazione dal nulla”), fino ad allora sconosciuta, sia l'idea di uno sviluppo lineare e non
ciclico della storia. Il tempo viene considerato come l'insieme di quelle irripetibili occasioni, offerte
all'uomo, per manifestare la sua libertà all'interno della creazione. Un'altra caratteristica
dell'Ebraismo è l'idea di un legame con Dio. Questo legame si instaura nella comunione
dell'alleanza, in cui il Creatore e la creatura mantengono, separate, le rispettive identità. L’alleanza
rappresenta il reciproco impegno, per cui all'elezione e alla benevolenza di Dio deve corrispondere,
da parte di Israele, l'osservanza delle 613 mitzvòt, i precetti che abbracciano ogni aspetto della vita
dell'uomo.
3. Mosè e i profeti
Nell'elaborazione teologica dell'Ebraismo, è di notevole importanza il ruolo che viene attribuito a
Mosè, il quale è considerato il più grande dei profeti non perché la sua speculazione su Dio sia
superiore a quella di Isaia o di Ezechiele, quanto piuttosto perché Mosè secondo la Tradizione
Rabbinica è stato l'unico uomo a raggiungere il massimo grado dello spirito profetico, ed è in ciò
che sta la sua grandezza. A Mosè è stata consegnata la Torah e a lui è stato affidato il compito di
condurre il Popolo Ebraico attraverso il deserto, fino in Eretz Isra'el (“Terra d’Israele”). Solo ad un
uomo di così alte virtù profetiche poteva essere affidato un così grande compito.
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4. Giudaismo
La storia del giudaismo inizia con l'esilio a Babilonia (587 a.C.). I Giudei di Palestina e quelli che
vivono lontano (ad Alessandria, a Babilonia ecc.) formano una comunità religiosa unita dalla fede
monoteista, lo studio della legge (Torah) e la speranza messianica. Qualche tempo dopo il ritorno
dall'esilio, l'attività religiosa riprende nel Tempio di Gerusalemme, ma il giudaismo palestinese si
dà nuove istituzioni: il Sinedrio (Il Sinedrio di Gerusalemme era l'organo preposto all'emanazione
delle leggi ed alla gestione della giustizia. Le opinioni venivano discusse prima delle votazioni ma
le opinioni in minoranza non venivano scartate e non erano proibite: semplicemente l'opinione di
maggioranza diventava vincolante) e la sinagoga (termine greco per "assemblea, luogo di riunione",
col tempo passato a definire il luogo di culto della religione ebraica, essendo la parola stessa la
traduzione in greco del termine ebraico Beit Kenneset, appunto “casa di riunione”), dove scribi e
dottori della Legge acquistano sempre maggiore importanza.
Nel I secolo, il giudaismo è già un mondo polimorfo come quello che Gesù conoscerà, frammentato
in numerose correnti: Farisei, Sadducei, Esseni, Zeloti, Battisti, Erodiani, Samaritani, Terapeuti. Il
cristianesimo nasce in seno a questa complessa molteplicità. Dopo la distruzione del Tempio (70), i
soli a sussistere furono i Farisei, l'unico gruppo che era rimasto fedele alla tradizione dei Maestri.
In quest'ambito si sviluppa la tradizione rabbinica, che distingue la Torah scritta, consegnata nel
Pentateuco, dalla Torah orale, consegnata nel Talmud (significa “insegnamento, studio,
discussione” ed è uno dei testi sacri dell'Ebraismo: diversamente dalla Torah infatti, il Talmud è
riconosciuto solo dall'Ebraismo, che lo considera come la Torah orale, rivelata sul Sinai a Mosè e
trasmessa a voce, di generazione in generazione, fino alla conquista romana. Il Talmud fu fissato
per iscritto solo quando, con la distruzione del Secondo Tempio, gli Ebrei temettero che le basi
religiose di Israele potessero sparire. Il Talmud consiste in una raccolta di discussioni avvenute tra i
sapienti e i maestri (rabbi) circa i significati e le applicazioni dei passi della Torah scritta), entrambe
considerate di origine divina, poiché rivelate contemporaneamente a Mosè sul Sinai. Per vivere
secondo la Torah, un giudeo credente deve osservare i precetti che si applicano alla sua condizione
(nessuno ha l'obbligo di osservare tutti i 613 precetti, perché alcuni riguardano solo i sacerdoti, altri
soltanto i re, e così via). Fra questi, la circoncisione, la celebrazione del Sabato, e l'osservanza dei
divieti alimentari sono, oggi come ieri, precetti della religione ebraica. La Torah spiega che questi
precetti sono imposti all'ebreo come prova: se egli la supera e compie i precetti, otterrà una
ricompensa eterna infinitamente superiore ai suoi meriti.
Sotto la spinta dei movimenti di emancipazione, molti giudei hanno abbandonato la pratica dei riti,
ma continuano a considerare il giudaismo un patrimonio culturale e intellettuale comune. Il XX
secolo segna il risveglio dei movimenti politico-laici e l'assimilazione del giudaismo a una entità
nazionale.
5. Correnti
Quattro sono le principali correnti dell'Ebraismo:
 Ebraismo ortodosso: Si riconosce nella tradizione ebraica come codificata nel testo
fondamentale dello Shulchan Aruch (testo sapienziale ebraico redatto da Rabbi Yossef Caro
nel XV secolo, contenente le norme rituali e comportamentali ebraiche) e nell'esegesi dello
stesso testo e nel suo adattamento alle mutate realtà sociali, senza però contraddirne i
fondamenti.
 Ebraismo conservativo, anche detto Masoretico, che conferma il valore etico-filosofico delle
Mitzvot, determinandone l'obbligo di osservanza; rispetto all'ortodosso ha però modificato
importanti punti, specie della tradizione liturgica - il più eclatante dei quali è la preghiera
comune tra uomini e donne.
 Ebraismo riformato: nato in Germania nel XIX secolo, si è ben presto diffuso negli Stati
Uniti. L'Ebraismo riformato cerca di ridurre e relativizzare l'imponente complesso delle
mitzvòt della Torah, che separano di fatto il popolo di Israele dal resto del mondo.
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Ebraismo ricostruzionista: fondato negli Stati Uniti, si caratterizza da una forte somiglianza
con l'Ebraismo riformato, da cui però si differenzia per una maggiore considerazione
dell'aspetto tradizionale.
L'Ebraismo ortodosso è largamente maggioritario in Israele e nei paesi della Diaspora diversi dagli
Stati Uniti d'America. Qui la maggioranza è divisa tra Conservativi e Riformati, essendo gli
Ortodossi una minoranza relativa. Gli Stati Uniti sono anche l'unico paese con una presenza
significativa di Ricostruzionisti.
Il pensiero filosofico e religioso ebraico è entrato in grande fermento dalla nascita del Sionismo (un
movimento politico nato verso la fine del XIX secolo tra gli Ebrei orientali, residente nell'Impero
austroungarico, il cui fine era quello di creare una nazione ebraica), e soprattutto a seguito della
fondazione, nel 1948, dello Stato di Israele.
6. Oggetti liturgici
Tra gli oggetti liturgici e culturali più importanti nella religione ebraica vi sono:
 Menorah, candelabro a sette braccia (anche a due braccia), simbolo ebraico presente in tutte
le residenze degli Ebrei e in tutte le sinagoghe. Viene acceso il venerdì sera per celebrare il
Sabato, giorno sacro per il popolo ebraico.
 Mezuzzah, pergamena affissa (generalmente dentro un piccolo contenitore) agli stipiti delle
porte e contenente due brani dello Shema (preghiera fondamentale dell'ebraismo, da recitare
ogni giorno al mattino e alla sera), proprio quelli contenenti il precetto della Mezuzzah.
 Tefillin, conosciuti come filattèri, sono scatole nere di cuoio indossate sul braccio e sulla
fronte per mezzo di cinghie di pelle. Esse contengono le pergamene con i quattro brani della
Torah che citano questo precetto.
 Kippah, il copricapo indossato dagli Ebrei maschi.
 Talled, scialle in tessuto bianco con fasce, spesso di colore scuro, caratterizzato da quattro
lunghe sfrangiature di tessuto alle estremità, chiamate Tzitzit. La versione grande è portata
durante la preghiera del mattino, quella piccola è indossata quotidianamente.
 Hannukiah, (plurale Hannukkioth) candelabro ad otto bracci utilizzato per accendere i lumi
durante la celebrazione della festa di Hannukkah (Festa delle luci)
 Stella di Davide: stella a sei punte presente nella bandiera dello Stato di Israele insieme alle
fasce blu del Talled, è diventato il simbolo del Sionismo fin dai primi congressi a cavallo tra
XIX e XX secolo.
7. Usi e costumi
La Casherut è una serie di regole alimentari prescritte dalla Torah. Esse costituiscono un corpo di
normative molto complesse, che forma il fondamento dell'alimentazione dell'ebreo, a casa come
all'esterno. Il termine "kasher" significa "adatto".
Innanzitutto vediamo quali sono gli animali, gli uccelli e i pesci permessi. Gli elenchi sono
contenuti nella Bibbia, nel capitolo 11 del Levitico, e alcuni vengono ripetuti nel capitolo 14 del
Deuteronomio. Sono permessi soltanto gli animali ruminanti con gli zoccoli divisi, in sostanza:
mucca, pecora, capra e cervo, ma non maiale, cammello, cavallo o coniglio. Viene fornito un elenco
dei cibi proibiti, da cui deriva che tutti gli altri sono permessi. Poiché è impossibile identificare con
certezza tutti gli uccelli elencati, i rabbini permettono di mangiare soltanto quelli ritenuti kasher per
tradizione, come l'anatra, l'oca, il piccione, il pavone e il pollame domestico. Si possono mangiare
tutti i pesci con squame e pinne: sono pertanto esclusi molluschi e crostacei (polpi, frutti di mare,
granchi ecc.), oltre alle anguille, al pescecane e alcuni altri pesci che si ritiene non abbiano le
squame "giuste".
Tutti gli animali, anche quelli permessi, non sono ritenuti kasher se non vengono uccisi con il
metodo noto come shechitah. Lo shochet, che per eseguire la shechitah deve avere il permesso del
rabbino, mozza con un coltello la trachea e l'esofago dell'animale, e cosi facendo recide le arterie
principali causando una perdita di coscienza praticamente istantanea. Se praticato correttamente
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questo metodo è il più "umano" possibile. Il sangue restante viene eliminato dalla carne attraverso
un processo di lavatura, salatura e risciacquo: per secoli questo lavoro è stato prerogativa delle
donne di casa, ma ormai è praticato soprattutto dal macellaio o dal fornitore kasher. Una casa
strettamente kasher avrà due servizi di utensili per la preparazione e il consumo dei cibi, uno è il
servizio "da carne", da utilizzare con la carne e i suoi derivati, l'altro è quello "da latte", che si usa
con latticini e cibi non animali, poiché è vietato mischiare latte e carne.
8. Diffusione geografica
Gli Ebrei nel mondo sono circa 13 milioni e sono distribuiti in più di cento paesi; di questi, Israele è
l'unico paese in cui l'Ebraismo costituisce la religione della maggioranza degli abitanti.
Le comunità ebraiche più numerose si trovano negli USA ed in Europa, dove il Paese con il
maggior numero di ebrei è la Francia con 600.000 appartenenti, e la presenza ebraica è forte anche
in Russia, in Asia, nell'America Latina ed in Australia.
Gli Ebrei italiani sono circa 35.000 su una popolazione di 57 milioni di abitanti; la metà circa vive a
Roma, circa 10.000 risiedono a Milano, mentre gli altri sono sparsi in Comunità medie o piccole in
tutta la penisola.
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