l`economia trentina attraverso i dati di bilancio delle imprese della

EDIZIONE / 2015
a cura di:
Gianluca Toschi
L’ECONOMIA TRENTINA
ATTRAVERSO I DATI DI
BILANCIO DELLE IMPRESE
DELLA PROVINCIA
3
Introduzione
Negli ultimi cinque anni la dinamica del PIL mondiale ha costantemente deluso le aspettative
degli analisti, rallentando ampiamente sotto ai ritmi pre-crisi
(+5,1% medio annuo nel periodo
2002-2007), fino a un minimo di
+3,1% nel 2015; lo stesso passo tenuto nel 2008, quando numerosi
paesi avanzati erano in recessione, che precedette la stagnazione
globale del 2009 (l’unico anno
di crescita zero dopo la Seconda
Guerra Mondiale). Tale risultato è
da attribuire, in larga misura, alla
frenata dei paesi emergenti (in
decelerazione per il quinto anno
di fila: dal +7,5% del 2010 al +4%
del 2015), soprattutto con riferimento ai principali produttori di
commodity: In particolare, Russia
e Brasile che, con un Pil in calo,
rispettivamente del 3,8% e del 3%,
e un cambio svalutato, esportano
recessione e deflazione nel resto
del Mondo. Ciò minaccia di far
deragliare la ripartenza delle economie avanzate, che, invece, hanno registrato nel 2015 la migliore
performance (+2%) dal 2010 (+3,1%).
Il rischio maggiore, per l’economia mondiale, proviene dal rallentamento del Pil della Cina: la
sua crescita, infatti, è diminuita
dal 9,5% del 2011 al 6,8% del 2015,
mentre è atteso in ulteriore calo
(al 6%) nel 2017.
Nei mesi autunnali si è consolidata la ripartenza dell’economia italiana, cominciata dopo le
due recessioni ravvicinate patite
dall’inizio della crisi nel 2007 e
che hanno lasciato segni profondi nella capacità produttiva e
nel benessere delle persone. Alla
seconda fase di profonda contrazione del Pil, iniziata nel terzo
ANDAMENTO DEL PIL MONDIALE 2010-2017
(variazioni percentuali tendenziali)
12%
10%
8%
6%
4%
2%
0%
-2%
-4%
2010
2011
2012
2013
2014
Mondo
Mercati ed economie emergenti
Economia avanzate
Cina
Germania
2015
2016*
Italia
2017*
Stati Uniti
* (*) Per 2016 e 2017 previsioni
Fonte: Fondo Monetario Internazionale, gennaio 2016
trimestre 2011 e finita nel quarto
2014, sta seguendo un recupero
lento che, invece di accelerare
come atteso sulla base delle condizioni esterne, dei primi effetti
delle riforme e degli indicatori
qualitativi, ha perso forza nel
corso del 2015. Ciò nonostante, secondo le recenti stime del
Centro Studi Confindustria, il Pil
italiano ha chiuso il 2015 con un
aumento dello 0,8%, il primo risultato positivo dopo tre arretramenti annuali consecutivi (-2,8%
nel 2012, -1,7% nel 2013, e meno
0,4% nel 2014). e prevede che crescerà all’1,4% nel 2016 e all’1,3%
nel 2017.
Per l’anno in corso l’aumento
dell’economia italiana è atteso
rafforzarsi su valori prossimi a
+1,4%. Contribuiranno al maggior
incremento del Pil la tenuta della
crescita nell’Euroarea e l’accelerazione del commercio internazio-
nale, che, nel 2015, ha rallentato
più di quanto atteso. Nel 2017 il
recupero procederà a ritmo di
fatto invariato (+1,3%), in quanto
saranno attenuate le ricadute delle attuali e molto favorevoli condizioni internazionali (prezzi del
petrolio e tassi bassi, euro debole) nel mentre potrebbero accentuarsi i rischi negativi derivanti
dall’ulteriore rallentamento delle
economie emergenti, dalla eventuale escalation militare in Siria
e dalla paura generata in Europa dagli attacchi terroristici, che
possono alimentare l’incertezza
e modificare i piani di spesa di
imprese e famiglie.
Va comunque sottolineato che,
a tutt’oggi, il Pil italiano risulta
ancora inferiore del 4,7% rispetto
al picco precedente (secondo trimestre 2011) e del 9% rispetto al
massimo pre-crisi (primo trimestre 2008). (Primo Bee)
TRENTINOINDUSTRIALE.COM | FEB-MAR 2016
4
1. L'economia della regione nel 2015
Nel 2015 il Pil, prodotto interno
lordo, del Trentino-Alto Adige
dovrebbe1 crescere dello 0,9% rispetto a quello dell’anno precedente. Il ritorno alla crescita, anche se modesta, rappresenta un
segnale positivo dopo un biennio di sostanziale stagnazione.
Nel 20142 il Pil è infatti cresciuto
dello 0,3% rispetto all’anno precedente e nel 2013 dello 0,2%. I
dati del 2014 e del 2015 sono influenzati dal miglioramento del
dato relativo ai consumi delle
famiglie: +0,8% nel 2014 e +1,2%
nel 2015 anche se va sottolineato che dopo la caduta del 2012
e 2103 il livello dei consumi nel
2015 rimane di due punti percentuali inferiore rispetto a quelli del 2010 (graf. 1).
GRAFICO 1
Variazione percentuale del Pil e della domanda interna. Trentino Alto Adige
2010-2016
6
4
2
0
-2
-4
-6
-8
-10
-12
2010
2011
PIL
2012
consumi famiglie
2013
2014
investimenti
2015*
2016*
consumi AAPP
* Previsioni
Fonte: Fondazione Nord Est su dati Prometeia
Ancora in territorio negativo gli
investimenti fissi lordi, che nel
2014 fanno segnare un arretramento del -3% sull’anno precedente. La diminuzione rispetto
2010 è di quasi 14 punti percentuali. Sul dato sembrano pesare
le aspettative degli imprenditori
per una ripresa che non appare ancora solida e l’eccesso di
capacità produttiva che ancora
caratterizza molti degli impianti delle imprese italiane dopo la
caduta dei livelli di produzione
degli ultimi anni. Per il 2015 ci si
aspetta un’inversione di tendenza con un aumento degli investimenti dell’1,8% (graf. 2).
1
2
GRAFICO 2
Variazione del Pil e della domanda interna. Trentino Alto Adige 2010-2016
(numero indice: 2010 = 100)
110
105
100
95
90
85
2010
2011
PIL
consumi famiglie
* Previsioni
Fonte: Fondazione Nord Est su dati Prometeia
Previsioni aggiornate a ottobre 2015, prima del ritocco al ribasso delle ultime stime.
Anno al quale si riferiscono i bilanci utilizzati nell’analisi oggetto dello studio.
TRENTINOINDUSTRIALE.COM | FEB-MAR 2016
2012
2013
2014
investimenti
2015*
2016*
consumi AAPP
5
Se la domanda interna torna a
dare segni di vitalità dopo un
lungo periodo di arretramento
prima e stabilità poi, segnali sicuramente migliori, invece, sono
quelli che provengono dalla
componente estera della domanda. Infatti, l’andamento delle
esportazioni regionale, secondo
Prometeia, segna, nel corso del
periodo considerato, variazioni
costantemente positive a esclusione del 2012 caratterizzato da
una sostanziale stabilità (graf. 3).
Complessivamente l’incremento
dell’export regionale tra il 2010
e il 2014 è stato di oltre 12 punti
percentuali, mentre la variazione annua tendenziale del 2014 è
stata pari al del 2,4% (2,1% il dato
Istat) mentre la previsione per il
2015 indica un ulteriore crescita
stimata in 5,6 punti percentuali
(graf. 4).
GRAFICO 3
Trentino-Alto Adige, variazione delle esportazioni 2010-2016
(variazioni percentuali tendenziali)
18
16
14
12
10
8
6
4
2
0
-2
2010
2011
2012
2013
2014
2015*
2016*
* Previsioni
Fonte: Fondazione Nord Est su dati Prometeia
GRAFICO 4
Trentino-Alto Adige, andamento delle esportazioni (numero indice: 2010 =
100)
125
120
115
110
105
100
95
2010
2011
2012
2013
2014
2015*
2016*
* Previsioni
Fonte: Fondazione Nord Est su dati Prometeia
Comparando però la dinamica
delle esportazioni delle singole
regioni nordestine emerge, un
andamento meno positivo per
la Provincia di Trento (graf. 5).
Infatti, il Trentino registra, nel
2014, una variazione tendenziale delle esportazioni pari all’1%,
inferiore, non solo a quella della regione Friuli-Venezia Giulia
(+5%), Emilia Romagna (+4,3%) e
del Veneto (+2,7%), ma anche a
quella della limitrofa Provincia
di Bolzano (+3,1%).
GRAFICO 5
Nord Est, variazione percentuale delle esportazioni per area 2014/2013
6
5
4
3
2
1
0
Italia
nord-orientale
Trentino
Alto Adige
Südtirol
Bolzano
Bozen
Trento
Veneto
Friuli-Venezia
Giulia
Emilia
Romagna
Fonte: Fondazione Nord Est su dati Istat
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6
2. Il profilo delle imprese selezionate
L’analisi è stata condotta sui bilanci non consolidati delle società di capitale con sede legale
o operativa nella provincia di
Trento. Il periodo analizzato è il
quinquennio 2010-2014. Si è scelto
di utilizzare la tecnica del campione chiuso cioè sono stati considerati solamente i bilanci delle
imprese presenti in tutti e cinque
gli anni selezionati. Rispetto alle
analisi condotte negli anni precedenti sono state incluse anche le
aziende attive ma in stato di insolvenza e attive ma in amministrazione controllata, questo per
una rappresentazione dell’andamento dell’economia provinciale
più aderente alla realtà. Alla fine
del processo di selezione sono risultati coerenti rispetto ai criteri
di selezione adottati 1.988 bilanci.
Tab. 1 – Imprese per macro-settore.
Attività manifatturiere
456
22,9
35,8
6.400.082,45
Commercio all’ingrosso e al dettaglio
451
22,7
26,2
4.681.187,64
Costruzioni
300
15,1
5,8
1.039.469,97
Attività dei servizi di alloggio e ristorazione
128
6,4
1,4
246.135,13
Trasporto e magazzinaggio
97
4,9
6,1
1.087.567,89
Attività professionali, scientifiche e tecniche
85
4,3
3,4
615.430,88
Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto
alle imprese
78
3,9
2,3
406.878,70
Fornitura di energia elettrica, gas, vapore
75
3,8
9,5
1.694.484,50
Servizi di informazione e comunicazione
66
3,3
2,8
493.712,66
Agricoltura, silvicoltura e pesca
59
3,0
2,9
523.698,64
Sanità e assistenza sociale
57
2,9
1,1
204.723,94
Attività immobiliari
42
2,1
0,9
160.200,42
Fornitura di acqua, reti fognarie, attività di
gestione dei rifiuti
26
1,3
1,0
171.126,97
Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e
divertimento
22
1,1
0,4
66.564,79
Attività finanziarie e assicurative
14
0,7
0,2
42.839,49
Istruzione
13
0,7
0,1
15.991,49
Estrazione di minerali da cave e miniere
11
0,6
0,1
26.259,11
8
0,4
0,1
19.261,76
Totale
TRENTINOINDUSTRIALE.COM | FEB-MAR 2016
Ricavi
2014
v.a.
Altre attività di servizi
La parte più consistente delle
imprese selezionate è riconducibile al settore manifatturiero
(456 imprese pari al 22,9% del totale, un peso che sale al 35,8% se
si considera il volume dei ricavi
e non il numero di imprese), segue quello del commercio (22,7%
sul numero dei bilanci, 26,2% sul
volume totale dei ricavi), al terzo posto le costruzioni con 300
imprese, il 15,1% del totale ma
solamente il 5,8% dei ricavi. Ben
rappresentata anche le attività
di servizi di alloggio e ristorazione con 128 imprese che rappresentano il 6,4% del totale ma solamente l’1,4% dei ricavi (tab. 1).
Peso
% sui ricavi
Macro-settore
1.988 100,0
100,0 17.895.616,44
Tab. 2 – Imprese per dimensione.
Classe dimensionale
v.a.
Peso
% sui ricavi
Ricavi
2014
Grande
60
3,0
48,1
8.612.317,87
Media
215
10,8
25,9
4.635.373,01
Piccola
490
24,6
15,3
2.737.553,98
Micro
1.223
61,5
10,7
1.910.371,58
Totale
1.988 100,0
Se si considerano le dimensioni solamente 60 imprese hanno
nel periodo considerato una
media superiore a 50 milioni di
euro di ricavi. Sono il 3% del totale ma generano quasi la metà
(48,1%) dei ricavi totali del 2014.
Le imprese di dimensione media (da 10 a 50 milioni di euro
100,0 17.895.616,44
di ricavi) sono 215, il 10,8% del
totale, 25,9% se si prende come
parametro di riferimento i ricavi, le piccole (da 3 a 10 milioni)
sono 490, un quarto del totale
(24,6%) per il 15,3% dei ricavi, le
micro (fino a 3 milioni di euro)
sono 1.223, il 61,5% per ricavi
pari a 10,7% (tab. 2).
7
3. Crescono i ricavi, bene il
manifatturiero
Se le 1988 imprese della provincia fossero un’unica grande
impresa3 il 2014 si sarebbe chiuso con ricavi in aumento del
2,4% rispetto a quelli dell’anno
precedente. Un dato positivo
ma inferiore rispetto al +3,3%
del 2013 che però si confrontata
con la caduta del 2012 (-2,51) e
comunque molto lontano dal
+7% registrato nel 2011 (graf. 6).
GRAFICO 6
Andamento dei ricavi 2010-2014, variazione percentuale rispetto all’anno
precedente
10
8
6
4
2
0
-2
-4
2011
2012
2013
2014
Fonte: Fondazione Nord Est su dati Aida – Bureau Van Dijk
Con riferimento all’andamento
dei ricavi per classi di dimensione di fatturato nel 2014, si riscontra un buon andamento delle
aziende “micro” (sotto i 3 milioni di euro di fatturato) con una
crescita del 3,8% rispetto all’anno
precedente e di quelle “piccole”
(tra 3 e 10 milioni di fatturato)
che registrano un +3,4%. Il recupero è dovuto anche al fatto che,
negli anni della crisi, le aziende
più piccole avevano registrato i
cali maggiori. Le medie imprese
(tra 10 e 50 milioni di fatturato)
e le grandi (sopra i 50 milioni
di euro di fatturato), segnano, rispettivamente, incrementi pari al
2,4% e all’1,7%. (graf. 7)
GRAFICO 7
Variazione percentuale dei ricavi 2014-2013 per dimensione di fatturato
4,0
3,5
3,0
2,5
2,0
1,5
1,0
0,5
0,0
Grande
Media
Piccola
Micro
totale
Fonte: Fondazione Nord Est su dati Aida – Bureau Van Dijk
Il dato è ricavato utilizzando la tecnica del bilancio somma. Le voci di bilancio delle imprese che appartengono al campione vengono sommate come se si trattasse
di un’unica impresa.
3
TRENTINOINDUSTRIALE.COM | FEB-MAR 2016
8
Queste ultime, però, contribuiscono per oltre un terzo (0,84%)
all’aumento dei ricavi complessivi che, va ricordato, è pari al
2,4%, mentre le medie incidono per lo 0,62%, le piccole per
lo 0,52% e le micro per lo 0,4%
(graf. 8).
GRAFICO 8
Contributo alla variazione dei ricavi per dimensione di fatturato
Grande 0,84
0,0
0,4
Media 0,62
0,8
Piccola 0,52
1,2
1,6
Micro 0,40
2,0
2,4
Fonte: Fondazione Nord Est su dati Aida – Bureau Van Dijk
GRAFICO 9
Manifatturiero, variazione percentuale dei ricavi 2013-2014
per settore
Totale manifatturiero
Gomma plastica
Macchinari
Mezzi di trasporto
Agroindustria
Mobili
Altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi
Metallurgia e prodotti di metallo
Elettronica e apparecchiature elettriche
Legno, carta e stampa
Chimica e farmaceutica
Altre industrie manifatturiere
Sistema moda
-5,0
0,0
5,0
10,0
15,0
20,0
25,0
Fonte: Fondazione Nord Est su dati Aida – Bureau Van Dijk
La crescita del 2,4% è trainata
dal manifatturiero i cui ricavi
aumentano del 4,9% (graf. 9).
La variazione contribuisce per
1,7 punti percentuali sul totale
della variazione (2,4%). Nel manifatturiero spiccano i risultati
delle imprese della chimica e
farmaceutica (+12,5%) e del sistema moda (+19,9%).
Tra gli altri comparti spiccano
in termini positivi le attività di
alloggio e ristorazione, +8,5% i
ricavi con il 71,9% delle imprese
che vede crescere i ricavi rispetto
al 2013, sanità e assistenza sociale
5% (68% di imprese in crescita) e,
come già evidenziato, il manifatturiero +4,9%, con il 60,3% di
imprese con bilanci in crescita.
In ripresa le costruzioni, +7,3%
i ricavi ma con una forte polarizzazione (poco più della metà
delle imprese vede crescere i ricavi, 51%).
Passando dal dato aggregato
ai singoli bilanci e cambiando
quindi la prospettiva di ana-
lisi4 (graf. 10), si evidenzia una
crescita generale dell’1,4% (valore
mediano), +3,5% tra le attività
manifatturiere, 3,3% le attività di
servizi di alloggio e ristorazione
e +2,9% i servizi di informazione e comunicazione. Chiudono
l’anno con segno negativo (sempre considerando il valore mediano) il settore della fornitura
di energia elettrica, gas e vapore
(-4,4%), le altre attività di servizi
(-2,3%) e l’estrazione di minerali
(-2%).
La presenza di imprese di grosse dimensioni può infatti far diminuire la capacità di informazione del dato aggregato. Vale la pena, quindi, utilizzare anche altre prospettive di osservazione.
4
TRENTINOINDUSTRIALE.COM | FEB-MAR 2016
9
GRAFICO 10
Variazione dei ricavi 2013-2014, valori mediani per settore
Attività manifatturiere
Attività dei servizi di alloggio e ristorazione
Servizi di informazione e comunicazione
Sanità e assistenza sociale
Agricoltura, silvicoltura e pesca
Trasporto e magazinaggio
Attività finanziarie e assicurative
Totale
Attività artistiche, sportive di intrattenimento
Attività professionali, scientifiche e tecniche
Fornitura di acqua, reti fognarie, attività di gestione
Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto
Costruzioni
Attività immobiliari
Istruzione
Commercio all’ingrosso e al dettaglio
Estrazione di minerali da cave e miniere
Altre attività di servizi
Fornitura di energia elettrica, gas, vapore
-5,0
-4,0
-3,0
-2,0
-1,0
0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
Fonte: Fondazione Nord Est su dati Aida – Bureau Van Dijk
Allargando il confronto al 2010
si evidenzia una crescita generale dei ricavi pari al 10,2%. Crescono più della media le imprese
che si occupano della fornitura
di energia elettrica, gas e vapore
(+33,7% nel periodo 2010-2014), le
attività finanziarie e assicurative
(+28,1%) e il settore della Sanità
e dell’assistenza sociale (+26,5%).
Negativi i dati relativi al settore
delle Costruzioni che rispetto al
2010 nel 2014 hanno ricavi inferiori del 18,7%, dell’estrazione
di minerali da cave e miniere
(-10,2%), due settori fortemente
colpiti dalla crisi del settore immobiliare (graf. 11).
GRAFICO 11
Ricavi, variazione 2010-2014 per settore, 2010=100
Fornitura di energia elettrica, gas, vapore
Attività finanziarie e assicurative
Sanità e assistenza sociale
Agricoltura, silvicoltura e pesca
Attività dei servizi di alloggio e ristorazione
Altre attività di servizi
Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto
Attività professionali, scientifiche e tecniche
Fornitura di acqua, reti fognarie, attività di gestione
Attività manifatturiere
Istruzione
Valore medio
Servizi di informazione e comunicazione
Trasporto e magazzinaggio
Attività immobiliari
Attività artistiche, sportive, di intrattenimento
Commercio all’ingrosso e al dettaglio
Estrazione di minerali da cave e miniere
Costruzioni
80
90
100
110
120
130
140
Fonte: Fondazione Nord Est su dati Aida – Bureau Van Dijk
TRENTINOINDUSTRIALE.COM | FEB-MAR 2016
10
4. Torna a crescere la redditività,
aumentano le imprese in utile
Nel 2014 i valori mediani della
redditività tornano a crescere:
3,03% il valore del Ros (Return
on Sales, l’indicatore che misura
la redditività delle vendite, ottenuto dal rapporto tra il reddito
operativo e i ricavi di vendita),
era 2,79% nel 2013, 2,69% nel 2012,
anche se rimane inferiore rispetto a quello del 2010 che si colloca al 3,39 (graf. 12).
GRAFICO 12
ROS (Return On Sales) 2010-2014, valore mediano
3,60
3,40
3,20
3,00
2,80
2,60
2,40
2,20
2,00
2010
2011
2012
2013
2014
Fonte: Fondazione Nord Est su dati Aida – Bureau Van Dijk
Il dato appare comunque positivo. Dopo anni di flessione determinati da condizioni competitive sui mercati sempre più aspre
l’indicatore fa segnare un miglioramento che potrebbe segnalare
il consolidamento delle posizioni
competitive delle imprese della
regione o politiche di upgrading
di prodotto. A completare il quadro si segnala anche un miglioramento del Roe (Return on Equity)
che misura la redditività del capitale proprio. 4,62 il valore mediano rispetto a 3,66 del 2013.
Nel 2014 il 74% delle imprese ha
chiuso il bilancio in utile, una
quota che vede un aumento di
3,5 punti percentuali rispetto al
2013 riportandosi quasi in linea
coi valori del 2010 (74,8%). La percentuale risulta più elevata tra le
imprese di dimensione maggiore (85% tra le grandi, 80% tra le
TRENTINOINDUSTRIALE.COM | FEB-MAR 2016
medie) e va via via riducendosi
al ridursi delle dimensioni: dal
74,3% tra le piccole al 72,4% tra
le micro, comunque in sensibile
miglioramento rispetto al 2013,
quando le imprese con bilancio
in utile rappresentavano il 66,6%
del totale (graf. 13).
GRAFICO 13
Imprese in utile per dimensione (% sul totale), 2010-2014
90
85
80
75
70
65
60
2010
2011
grande
media
2012
piccola
Fonte: Fondazione Nord Est su dati Aida – Bureau Van Dijk
2013
micro
2014
Totale
11
5. Un po’ meno solide le imprese di
dimensioni minori
Tra i vari indicatori disponibili per analizzare la solidità
dell’impresa si è scelto di utilizzare il rapporto debt/equity che
confronta la posizione finanziaria netta complessiva (debt)
e il patrimonio netto (equity).
All’aumentare del risultato del
rapporto aumenta l’esposizione
nei confronti dei terzi5. Nel 2014,
rispetto al 2013, aumenta la quota di imprese con debt/equity
>2 da 36,2%a 42,5%, imprese
che si trovano nella “zona a
rischio6” che caratterizza le imprese con debiti pari a oltre il
doppio del patrimonio netto.
La variazione riguarda soprat-
tutto le imprese micro (da 41,2%
a 48,9%). All’aumentare delle dimensioni si riscontrano valore
via via decrescenti: 20% tra le
imprese medie (dato che vede
un miglioramento progressivo
negli ultimi 2 anni) e 8,3% tra le
imprese grandi (graf. 14).
GRAFICO 14
Imprese con rapporto debt/equity >2, val. %, 2010-2014 per dimensione.
60
50
40
30
20
10
0
2010
2011
grande
media
2012
piccola
2013
micro
2014
Totale
Fonte: Fondazione Nord Est su dati Aida – Bureau Van Dijk
Per ulteriori approfondimenti si rimanda a Fazzini, M. (2013). Analisi di bilancio: metodi e strumenti per l’interpretazione delle dinamiche aziendali. IPSOA, Gruppo
Wolters Kluwer.
Il parametro rappresenta, ovviamente, una generalizzazione che non tiene conto delle caratteristiche di ogni singolo settore, elementi che dovranno essere considerati
per un eventuale approfondimento.
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TRENTINOINDUSTRIALE.COM | FEB-MAR 2016
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6. Conclusioni
Dopo le difficoltà del 2012 e la
stagnazione che ha caratterizzato il biennio successivo, nel 2015
l’economia della regione torna a
crescere. Le previsioni che riguardano la chiusura del 2015 e il
2016 non sono certo esaltanti, si
tratta di variazione del prodotto interno lordo che si aggirano
intorno all’1%, ma rappresentano una variazione di tendenza
significativa. I dati disaggregati
evidenziano che non sono solo
più le esportazioni (che continuano a crescere anche nel 2014)
l’unico motore di sviluppo. Aumentano, infatti, i consumi delle
famiglie e questo potrebbe rappresentare un segnale positivo
soprattutto per quelle imprese
che si rivolgono prevalentemente ai mercati locali. Restano al
palo gli investimenti, a testimonianza del fatto che l’entità (esigua) della crescita non sembra
capace di modificare le aspettative degli imprenditori e quindi indurli a tornare a investire,
soprattutto in una situazione in
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cui la caduta della produzione,
avvenuta negli ultimi anni, ha
generato un problema di sovraccapacità produttiva.
Come vanno le imprese della
provincia in questo scenario
così articolato? Attraverso l’analisi dell’andamento dei dati di
bilancio di quasi 2.000 imprese
del Trentino nel periodo 20102014 si è cercato di rispondere a
questa domanda.
In sintesi, i dati evidenziano una
crescita dei ricavi: +2,4% il dato
aggregato, +1,4% il dato mediano.
Crescono le imprese di tutte le
dimensioni, con buoni risultati
tra le piccole e le micro anche se
il dato generale è trainato dalle
grandi. Bene il settore manifatturiero e i servizi di alloggio e
ristorazione, in difficoltà la fornitura di energia elettrica, gas e
vapore, che però, se si allarga il
confronto al 2010 è il settore che
più è cresciuto (+33,7% rispetto al
10,2% medio). Nel quinquennio
arretrano sensibilmente i settori
legati all’edilizia: costruzione e
estrazione di minerali da cave e
miniere. Se si guarda alla redditività migliora quella delle vendite ma anche quella generale.
Un dato importante che rappresenta un’inversione di tendenza
dopo anni di difficoltà, risultato, probabilmente, sia del consolidamento in mercati nuovi
che di politiche di upgrading di
prodotto/servizio. Nel 2014 il 74%
delle imprese chiude il bilancio
in utile, una quota in aumento
rispetto al 2013. Sul fronte della solidità il 2014 evidenzia un
aumento della difficoltà per le
imprese di dimensioni minori.
Il 2014 si è chiuso, quindi, con
segnali di miglioramento per le
imprese della provincia. Alcuni
importanti indicatori evidenziano inversioni di tendenza
rispetto agli andamenti negativi
segnati negli anni precedenti.
Va però riconosciuto che l’entità
di tali miglioramenti è ancora
molto esigua e non permette di
parlare di una vera e propria ripresa.