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Ambulatorio Veterinario Trionfo – Schede Informative info e prevenzione
LA LEISHMANIOSI
Cosa è?
La Leishmaniosi è una malattia grave del cane, spesso mortale, causata da un protozoo chiamato Leishmania infantum
(piccolo parassita unicellulare) in grado di moltiplicarsi all’interno dei macrofagi (cellule a “difesa” dell’organismo). La
malattia è presente in tutta Italia, fino a circa 800 metri di altitudine. Il cane può essere contagiato a qualsiasi età, in un
qualsiasi momento del periodo estivo, dalla puntura dell’insetto che trasporta la
Leishmania, il Flebotomo (comunemente detto Pappatacio). La malattia può insorgere
anche dopo molto tempo (anche 2-3 anni) e si manifesta sia in forma cutanea che
viscerale danneggiando quindi sia gli organi interni sia la cute.
Come si trasmette?
La malattia si può trasmettere da cane infetto a cane sano, ma anche da cane infetto a
uomo e viceversa. Perché questo avvenga è indispensabile la puntura del flebotomo,
che si infetta pungendo un cane o i roditori (i “serbatoi” di Leishmania) ed al suo
interno il parassita si sviluppa fino ad essere pronto per infettare un nuovo ospite (cane, roditore o uomo). Una volta
iniettato nell’organismo il parassita, tramite il sangue, diventa ubiquitario nell’ospite infettato e si moltiplica.
Sintomi principali
I sintomi della malattia passano spesso sotto silenzio in quanto molto vari e possono essere attribuiti anche ad altre
patologie. Questo porta spesso a notevoli ritardi nella diagnosi della malattia. I più frequenti sono: perdita di peso con
calo della massa muscolare, urinazione frequente, perdita di sangue dal naso, sete intensa, vomito, diarrea, tosse,
linfonodi ingrossati, febbre, dermatiti, forfora, ulcere sulla pelle (più spesso su naso ed orecchie), infiammazioni
dell’occhio (uveiti anteriori - corioretiniti), eccessiva crescita delle unghie.
E’ pericolosa?
E’ una “zoonosi”, ovvero una malattia degli animali trasmissibile all’uomo.
Nonostante questo sia possibile, sono molto rari i casi di malattia nell’uomo,
limitati di solito ad immunodepressi e bambini. Si ricorda che non è
sufficiente il semplice contatto con il cane infetto per trasmettere la malattia,
è sempre indispensabile la puntura del vettore. Inoltre nell’uomo la
malattia è più facile da curare e la guarigione completa si ha nel 96% circa
dei casi.
Si può curare?
Sfortunatamente non è possibile eliminare l’infezione dall’organismo. L’unica cosa possibile è tenere sotto controllo i
sintomi della malattia. La cura si può iniziare solo dopo aver effettuato degli esami del sangue in modo tale da verificare
che l’animale (soprattutto i suoi reni) sia ancora in buone condizioni. La terapia permette il raggiungimento di una
guarigione clinica, ovvero la scomparsa dei sintomi della malattia. Sfortunatamente questa può non essere una
condizione definitiva per cui è verosimile che i sintomi tornino a distanza di tempo. In questo caso è possibile ripetere la
terapia dopo aver effettuato una valutazione della funzionalità renale.
Nei casi senza complicanze, se ben seguiti, la prognosi è piuttosto favorevole,
con una percentuale del 75% dei soggetti malati che superano i 4 anni di
sopravvivenza dalla diagnosi.
Prevenzione
Trattandosi di una malattia subdola e difficilmente risolvibile in modo definitivo,
ma solo controllabile, grandi energie devono essere destinate alla prevenzione.
Sono presenti in commercio alcuni prodotti aventi proprietà repellente in grado
di diminuire le probabilità di una puntura potenzialmente pericolosa del
Flebotomo. Questi prodotti sono distribuiti sotto forma di collare o soluzione
cutanea spot on.
Nelle zone particolarmente a rischio sarebbe opportuno limitare quanto più possibile il soggiorno dei cani all’aperto
durante i mesi estivi ed in particolare al tramonto e di notte, momenti in cui il pappatacio è più attivo. Controlli periodici
dal veterinario di fiducia sono in grado di rilevare precocemente uno stato di infezione tramite un semplice e veloce test
sul sangue e una valutazione citologica di linfonodi e midollo osseo.
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