Pablo Picasso: “Gatto che divora un Uccello” di Maurizia Pallante Nel 1939, l’Europa era nuovamente coinvolta in una guerra mondiale, la seconda. Nel corso di quel tragico anno, Picasso dipinse il quadro intitolato “Gatto che divora un Uccello”. Probabilmente il pittore sapeva quale natura predatrice si nasconde dietro l’apparente mitezza del gatto, ma – mostrando in modo abbastanza crudo il gesto del felino che cattura un uccello, simbolo di libertà e pace, Picasso evocava anche la ferocia celata nel cuore dell’Europa cosiddetta “civilizzata”. E’ un’opera molto significativa e denota anche un influenza del primitivismo africano, peraltro assai apprezzato dall’artista. Il felino del dipinto presenta una figura poco slanciata; il suo corpo assomiglia piuttosto ad una scultura e la stessa sua massa è opprimente. La mostruosità del gatto, poi, è rinforzata dalla struttura della testa, che assomiglia ad una maschera. Gli artigli e i denti sono impressionanti; l’assenza di sfondo aggiunge un’atmosfera plumbea ed assai nostalgica alla scena. L’animale sembra quasi dominare da padrone un mondo incapace di resistere ai suoi attacchi. Questa tela, oggi conservata al “Museo Picasso” di Parigi, non è l’unica opera dell’artista ad avere come soggetto un gatto. Sempre nel 1939, infatti, egli dipinse anche un altro quadro, “Il Gatto”, dove –ancora una volta- è rappresentato un felino nell’atto di divorare la sua preda, un uccello. In una delle sue opere più famose, “Guernica”, dipinta nel ’37, Picasso raffigura un certo numero di animali, fra cui un toro, un uccello ed un cavallo. A questi animali l’artista sembra attribuire un significato allegorico, per evocare gli orrori della guerra di Spagna. E non è tutto… Diversi sono i temi pittorici trattati dall’artista, così come diverse erano le tecniche da lui utilizzate; fra questi (Pablo Picasso in una foto del 1955, scattata durante le riprese del film di Henri-Georges Clouzot, “Il Mistero Picasso.) sicuramente ritroviamo gli animali, soprattutto Gatti, figure che gli permettevano di comunicare emozioni intense, in particolare legate alla sofferenza ed alla violenza. nero sulle sue ginocchia, fu la sua seconda moglie e, senza dubbio, anche una delle donne più belle che l’artista abbia mai immortalato. PICASSO, GRANDE AMANTE DEI GATTI Anche se l’immagine del gatto raffigurata nella tela del ’39 risulta molto dura, Picasso raffigurò anche dei magnifici studi di gatti, dai tratti fluidi e dalle sfumature delicate, che mirano ad evidenziare la dolcezza di questi piccoli felini. Picasso era particolarmente attirato dai gatti di strada, nei quali vedeva delle qualità capaci di esprimere a pieno la loro vera natura. Soprattutto ne amava l’energia, non ne disapprovava la fecondità, né era disturbato dai loro modi selvatici. In gioventù, egli ebbe due Gatti, di cui uno siamese. (Pablo Picasso, “Jacqueline con Gatto”, 1946.) “JACQUELINE CON GATTO” Pablo Picasso fu sicuramente uno dei più grandi ed indiscussi pittori di tutti i tempi. Amava molto i Gatti, eleganti e sinuose creature, tanto che spesso appaiono nei suoi dipinti come elemento decorativo delle sue squadrate ed asimmetriche figure femminili. E’ questo il caso della tela del 1946, intitolata “Jacqueline con Gatto”. Jacqueline Roche, ritratta nel dipinto assieme ad un piccolo gatto (Pablo Picasso in una foto del 1952. Insieme a lui, la compagna François Gilot, il figlio Claude ed il Gatto di Famiglia.)