PROGETTO BIBLIOTECA
QUIRINO REVIEW III EDIZIONE
Recensione vincitrice dello spettacolo “Cercando Picasso”
Chiara Ciancarella V M
Quando alla mente si richiama il nome del più grande artista del Novecento,
Pablo Picasso, l'immaginario collettivo ricorda subito Picasso in quanto pittore.
Se si facesse questo, se lo si ricordasse soltanto per i suoi quadri si farebbe un
grande errore. Il regista Antonio Calenda, nello spettacolo teatrale "Cercando
Picasso", in scena al teatro Quirino di Roma dal 15 al 27 marzo, attraverso il
carisma di Giorgio Albertazzi vuole mostrare e portare alla luce tutti gli aspetti
di quella che fu la personalità più affascinante del ventesimo secolo. Quando si
entra in sala quello che lo spettatore si trova davanti è la riproduzione del
sipario dipinto dallo stesso Picasso nel 1917 per il balletto Parade. Le luci si
spengono e si rimane accecati dalla brillantezza del palcoscenico che, per
questa occasione, è sproporzionatamente bianco, privo di qualsiasi mobilio,
quasi infinito se non fosse disegnato nel corso della piece dalle nove ballerine
del Marta Graham Dance Company che, insieme ad Albertazzi, sono i
protagonisti dello spettacolo e che continuano quei movimenti accennati dai
quadri del pittore di Malaga, sostenendo l’idea dello stesso Picasso per cui "un
quadro finito è un quadro morto" e quindi facendo continuare a vivere e a
parlare i quadri stessi. Calenda mette in scena l'opera teatrale "Le désir atrapé
par..." che rappresenta il cuore dello spettacolo, nel tentativo di riprodurre la
giornata in cui l'artista decise di leggere agli amici intellettuali il testo. Spinto
da quello che gli andalusi chiamano il DUENDE, il demonio, quello senza il
quale non c'è passione, con il quale non c'è bisogno di tecnica e dove non è
necessario l'aiuto delle Muse. Proprio per questo in “Il desiderio preso per la
coda" è assente ogni costruzione logica: d’altra parte tale mancanza di logica
può rappresentare la corrispondente e contraria mancanza di logicità dei
progetti nazifascisti degli anni 40 denunciati proprio in quest'opera: ma mentre
l’opera di Picasso è arte pura, il nazifascismo è la storia del nostro immediato
passato. Quindi Pablo Picasso non è solo il pittore, egli è il critico, il poeta, il
regista, uno che “solo la morte ha saputo dominare” come disse Andrè
Malraux: cercandolo, con Calenda, siamo riusciti a trovarlo.