Nuove terminologie di progressiva diffusione (I have a night mare) Con il completo sequenziamento del genoma umano si è definito per tutti il significato più rappresentativo del termine “genetica” nel senso della conoscenza della sequenza del DNA di un individuo. Ma guai a considerare questo un punto di arrivo, è stata invece una veloce partenza verso più complesse conoscenze che hanno dato luogo ad una complessa nomenclatura i cui significati sono spesso mal definiti dovendosi adeguare continuamente a nuove comprensioni ed applicazioni. Il vocabolario che ne deriva è altamente dinamico, potendosi autonomamente arricchire degli avanzamenti delle conoscenze biochimiche, molecolari e fisiologiche sotto la spinta di procedure tecnologiche ad elevata produttività di dati. Questa dell’editoriale Unigastro mi sembra una buona occasione per familiarizzare con alcuni di questi termini, prima che possano crearci più o meno imbarazzanti amnesie. Alcuni, già noti, meritano di qualche ulteriore specificazione altri, veramente recenti, potrebbero diventare popolari entro breve. Il termine Epigenetica non è nuovo, risale infatti al 1942 coniato dal biologo inglese C. H. Waddington per descrivere concettualmente come i geni possano interagire tra loro per modificare il fenotipo. Con epigenetica oggi si intende qualunque altro fattore, escluso la sequenza del DNA, capace di influenzare lo sviluppo di un organismo. E’ stato dimostrato che la corretta sequenza del DNA è solo uno degli elementi del corretto funzionamento delle cellule, alterazioni e quindi malattie sono determinate da modificazioni post-trascrizionali del DNA come acetilazione, metilazione o fosforilazione. I termini polimorfismo e mutazione, sono spesso usati in maniera impropria. Nella maggior parte dei casi indicano la sostituzione di una base nella sequenza del DNA ma con frequenza differente. I polimorfismi sono variazione di sequenza di un gene relativamente frequenti (di solito presenti in >1% della popolazione) ed evolutivamente antichi. Le mutazioni invece sono rare, il tasso mutazionale nell’Homo sapiens (per le mutazioni puntiformi) è di 1/109 e sono evolutivamente recenti. Inoltre per mutazione si intende di solito una variazione della sequenza del gene in grado di causare patologia, mentre i polimorfismi sono intesi in genere come variazioni di sequenza trasmissibili ma solo raramente associati a modificazioni funzionali tali da causare malattia. Se il termine proteoma, coniato da Mark Wilkins nel 1995, è usato per descrivere l'insieme delle proteine di un organismo o di un sistema biologico, ovvero le proteine prodotte dal genoma. La Proteomica consiste nell’identificazione sistematica di proteine nel campione in esame e nella loro caratterizzazione rispetto a struttura, funzione, attività, quantità e interazioni molecolari. Essa fornisce una visione più ampia e più informativa rispetto alle tecnologie di “profiling” trascrizionale. Infatti nel prossimo futuro si dovrà abbandonare il vecchio assunto secondo il quale per ciascuna malattia esista un marker esclusivo ma le patologie saranno identificate da patterns di biomarcatori, integrati fra loro e con elevata accuratezza e specificità. In questo momento, lo studio del proteoma sierico è l’argomento di ricerca più avanzato sia in ambito accademico che industriale, e non è difficile prevedere che l’analisi proteomica costituirà la base della diagnostica e del monitoraggio dei pazienti con le più svariate patologie. La Metabolomica rappresenta un campo di ricerca emergente che riguarda l’identificazione, la quantificazione e caratterizzazione di piccole molecole (metaboliti < 1500 Dalton) presenti in specifiche cellule, organi od organismi. In pratica la metabolomica descrive il profilo chimico di un sistema biologico. Le sue componenti (i metaboliti) possono essere visti come il prodotto finale dell'espressione genica o dell'attività proteica (enzimi), che definiscono così il fenotipo biochimico di un sistema biologico nel suo insieme, incluso l'uomo. Al pari dello Human Genome Project è stato istituito nel 2004 l’Human Metabolome Project (HMP) con lo scopo di identificare e quantificare tutti i metaboliti (>1 μM) presenti nel fluidi umani. Per la gestione degli innumerevoli dati prodotti è stato anche costituito l’Human Metabolome Database (HMDB), un data base elettronico con accesso libero che fornisce informazioni su tutto quanto identificato e validato nel settore. Metagenomica, dal greco “meta” che significa “trascendente”, la metagenomica trascende i singoli geni o il genoma di uno specifico organismo ma applicando varie innovative metodologie permette lo studio contemporaneo del genoma di una intera comunità di microrganismi. La prima fase consiste sempre in una estrazione del DNA, segue il suo sequenziamento diretto o dopo averlo introdotto in batteri da laboratorio, attraverso la creazione di una “library”. La metagenomica è in grado di analizzare contemporaneamente il genoma di tutti i micro-organismi presenti in un particolare ambiente (es. l’intestino umano). Ricordando che la stragrande maggioranza dei batteri non sono isolabili e/o coltivabili, tale tecnica rappresenta lo strumento con il quale si potrà definire le caratteristiche delle comunità microbiche intestinali umane ora largamente sconosciute il cosidetto Microbioma, inteso come l'insieme del patrimonio genetico e delle interazioni ambientali della totalità dei microrganismi di un ambiente definito.