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Introduzione
Il modello
I modelli centro–periferia
Andrea F. Presbitero
E-mail: [email protected]
Personal homepage: www.dea.unian.it/presbitero/
Dipartimento di Economia
Università Politecnica delle Marche
Corso di Economia dello Sviluppo
A.F. Presbitero
I modelli centro–periferia
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Introduzione
Il modello
1
Introduzione
La Nuova Geografia Economica
L’esperienza statunitense
2
Il modello
Ipotesi e curve
Definizione dell’equilibrio
Le transizioni
A.F. Presbitero
I modelli centro–periferia
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Introduzione
Il modello
La Nuova Geografia Economica
L’esperienza statunitense
La Nuova Geografia Economica
Le attività economiche sono distribuite geograficamente in modo
disomogeneo.
Generalmente, queste differenze sono state spiegate in termini di
differenti dotazioni, tecnologie o politiche (istituzioni).
La “New Economic Geography” propone un approccio alternativo
per spiegare la localizzazione, focalizzandosi sulla propensione di imprese
e lavoratori a concentrarsi in regioni che diventano via via più integrate.
Questo approccio ha il vantaggio di riuscire a spiegare perchè regioni con
caratteristiche molto simili si sviluppano in modo molto diverso (problema
che rimane invece insoluto con l’approccio tradizionale)
La nuova geografia economica cerca di spiegare anche la specializzazione
regionale (distretti) ed i fenomeni di rapida industrializzazione.
A.F. Presbitero
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Il modello
I modelli centro–periferia
La Nuova Geografia Economica
L’esperienza statunitense
La concentrazione geografica e i rendimenti crescenti
Secondo Paul Krugman (Geography and Trade, 1991), la
concentrazione è la caratteristica più significativa della geografia
dell’attività economica.
L’evidenza di un elevato grado di concentrazione sia della popolazione
che della produzione (la regione dei Grandi Laghi negli USA) mal si
concilia con la teoria economica standard di fine anni Ottanta legata ai
vantaggi comparati;
Krugman ricorre alla modellistica della concorrenza imperfetta
(competizione monopolistica à la Dixit–Stiglitz, costi di trasporto ad
“iceberg” (Samuelson)) per introdurre i rendimenti crescenti;
I rendimenti crescenti
Gli scambi nascono dalla specializzazione basata su rendimenti crescenti
piuttosto che da differenze esogene in termini di risorse e/o produttività. Anche
le moderne teorie della crescita endogena fanno ricorso ai rendimenti crescenti
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Il modello
La Nuova Geografia Economica
L’esperienza statunitense
La manufacturing belt negli Stati Uniti
All’inizio del 1900 gran parte dell’industria statunitense era concentrata in
un’area relativamente ridotta del Nord–Est.
Il manufacturing belt, si formò nella seconda metà del XIX secolo grazie a
vantaggi dovuti alle risorne naturali.
Tuttavia, il suo successo durò anche quando la produzione agricola e
mineraria si spostò verso Ovest.
Il successo dell’area, in cui è concentrata la gran parte della popolazione e
della produzione industriale, è dovuta ai vantaggi che le singole imprese
hanno nell’essere localizzate vicino ad altre imprese (esternalità).
Esperienze analoghe si sono verificate in Europa nell’area Ruhr–Francia
settentrionale–Belgio e in Italia (triangolo industriale).
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Il modello
I modelli centro–periferia
La Nuova Geografia Economica
L’esperienza statunitense
La concentrazione del settore automobilistico negli USA
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Il modello
Ipotesi e curve
Definizione dell’equilibrio
Le transizioni
Ipotesi
Modello a due settori e due regioni;
Identità tra popolazione e occupati;
Esistono costi di trasporto;
Ci sono economie di scala crescenti.
Ne deriva un’esternalità dovuta all’interazione tra costi di
trasporto, economie di scala e domanda, che fa sı̀ che le imprese
concentrino la produzione.
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I modelli centro–periferia
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Introduzione
Il modello
Ipotesi e curve
Definizione dell’equilibrio
Le transizioni
Variabili e definizioni
Due settori: Industria Manifatturiera (M) e Agricoltura (A);
Due regioni: Nord (N) e Sud (S);
Gli addetti dell’industria sono mobili, quelli dell’agricoltura,
viceversa, non possono spostarsi;
π è la quota di occupati in M e (1 − π) la quota degli
occupati in A;
Gli agricoltori sono equamente divisi tra N e S, perciò:
AN = AS = (1−π)
2 ;
PN e PS sono le quota di occupazione totale, rispettivamente,
al Nord e al Sud.
F è il costo fisso per costruire un impianto, t sono i costi
unitari di trasporto e x la quantità prodotta dall’impresa
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I modelli centro–periferia
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Il modello
Ipotesi e curve
Definizione dell’equilibrio
Le transizioni
La curva PP
La quota di occupazione totale al Sud è data
da:
Ps
1−[(1−π)/2]
PS =
(1 − π)
2
| {z }
Addetti all’agricoltura
+
πMS
| {z }
(1)
Addetti all’industria
Curva PP
Se le industrie sono tutte localizzate al Nord
(MS = 0), allora ci sarà solo popolazione
(1−π)
agricola (PS = 2 );
(1-π)/2
Ms
Al contrario, se tutte il settore manifatturiero
è concentrato al Sud:
(1−π)
(1−π)
PS = 2 + π = 1 − [ 2 ];
Tra i due casi limite, PS sarà una funzione
crescente di MS . L’inclinazione della curva
PP è data da π < 1
La curva PP rappresenta la
distribuzione territoriale della
popolazione in funzione di quella
dell’attività industriale.
A.F. Presbitero
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Il modello
Ipotesi e curve
Definizione dell’equilibrio
Le transizioni
La curva II
Per tracciare la curva II si può osservare
che:
Ps
1−[F/tx]
Curva II
1
2
3
F/tx
Ms
La curva II rappresenta la
distribuzione territoriale
dell’industria in funzione di quella
della domanda (popolazione).
A.F. Presbitero
non ci saranno imprese al Sud se
PS xt < F
⇓
MS = 0 ⇔ PS < F /xt
le imprese saranno concentrate al Sud
se (1 − PS )xt < F
⇓
MS = 1 ⇔ PS > 1 − (F /xt)
la produzione sarà diffusa nel caso
intermedio
⇓
MS = PS ⇔ F /xt < PS < 1 − (F /xt)
dove F rappresenta il costo fisso di
stabilire l’impianto e xt sono i costi di
trasporto per soddisfare la domanda
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Ipotesi e curve
Definizione dell’equilibrio
Le transizioni
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Il modello
L’equilibrio
Ps
Ps
E2
Equilibrio
1−[F/tx]
1−[(1−π)/2]
Curva II
1−[(1−π)/2]
1−[F/tx]
Curva II
Curva PP
Curva PP
E1
Equilibrio
E1
Equilibrio
F/tx
(1-π)/2
F/tx
(1-π)/2
E0
Equilibrio
Ms
Ms
Dall’interazione tra le due curve è possibile derivare l’equilibrio del modello.
La diversa posizione relativa delle curve può determinare situazioni diverse:
1 In un primo caso (figura di sinistra) la produzione è diffusa: E1 costituisce
l’unico equilibrio stabile del sistema.
2 In un secondo caso (figura di destra) ci sono cinque intersezioni tra le
curve, ma solo 3 equilibri stabili, uno diffuso (E1), uno in cui la
produzione è concentrata al Nord (E0) ed uno in cui tutte le industrie
sono al Sud (E2).
A.F. Presbitero
I modelli centro–periferia
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Il modello
Ipotesi e curve
Definizione dell’equilibrio
Le transizioni
Gli equilibri stabili
La predominanza di un equilibrio piuttosto che di un altro
dipenderà dalle condizioni iniziali.
La dinamica che porta a E1 è stabile: a destra di E1 la II è
sopra la PP c’è un eccesso di offerta, cioè le imprese
richiedono una una quota di popolazione residente maggiore
di quella presente. Le imprese lasciano il Sud per muoversi al
Nord, fino a raggiungere l’equilibrio. Il contrario avviene a sin
di E1 (effesso di domanda)
Il grafico di destra presenta la possibilità di completa
polarizzazione della produzione.
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Definizione dell’equilibrio
Le transizioni
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Il modello
Condizioni per la polarizzazione
La definizione dei possibili equilibri dipende dalla grandezza relativa di
F
(le intercette sull’asse verticale PS )
xt
(1−π)
2
e
In particolare, se:
1
2
(1−π)
2
(1−π)
2
>
<
F
xt
F
xt
⇒ Unicità dell’equilibrio;
⇒ Equilibri multipli;
Condizioni per la polarizzazione
Equilibri centro–periferia emergono se: F > xt(1 − π)/2. In altre parole, se esistono:
economie di scala (↑ F )
limitati costi di trasporto (↓ t)
forte domanda di beni industriali (↑ π)
A.F. Presbitero
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Il modello
Ipotesi e curve
Definizione dell’equilibrio
Le transizioni
Analisi di statica comparata
Il caso opposto di F molto bassi e/o costi di trasporto elevati escludono la
polarizzazione N–S e la curva II si sovrappone alla bisettrice (sin).
Alti costi fissi e/o bassi costi di trasporto favoriscono la polarizzazione
F
della produzione manifatturiera (dx): il caso limite è xt
= 0.5, con la II
orizzontale.
1−[F/tx]
Ps
Ps
E2
Equilibrio
1−[(1−π)/2]
Curva II
1−[(1−π)/2]
Curva II
1−[F/tx]=0.5
F/tx=0.5
Curva PP
E1
Equilibrio
Curva PP
(1-π)/2
(1-π)/2
E0
Equilibrio
F/tx
Ms
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Ms
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Le transizioni
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Il modello
Analisi di statica comparata (2)
L’equilibrio varia anche al variare del grado di industrializzazione
dell’economia (π):
1 con π → 0, la PP diventa sempre più piatta e aumenta la
probabilità di diffusione. Al limite, se π = 0, la PP è piatta e c’è
equidistribuzione della popolazione tra N e S.
2 con π → 1, la PP si approssima alla bisettrice, aumentando la
probabilità di polarizzazione. Al limite, se π = 1, esiste un numero
infinito di equilibri
Ps
Ps
E2
Equilibrio
1−[(1−π)/2]
1−[F/tx]
Curva PP
1−[F/tx]
1−[(1−π)/2]
(1-π)/2
Curva II
Curva PP
E1
Equilibrio
E1
Equilibrio
F/tx
F/tx
(1-π)/2
Curva II
E0
Equilibrio
Ms
Ms
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Il modello
Ipotesi e curve
Definizione dell’equilibrio
Le transizioni
La dinamica
Si è detto che l’equilibrio di polarizzazione o diffusione
F
dipende dalla grandezza relativa di (1−π)
e xt
:
2
Se si ragiona in termini di costi di trasporto, si può
determinare la soglia di t (t̄), oltre il quale l’economia si
trasforma da polarizzata a diffusa.
Dati i valori delle altre varibili, t̄ è il valore dei costi di
trasporto che soddisfa l’uguaglianza:
(1−π)
= xFt̄
2
Questo processo, nonostante derivi da un fenomeno
temporaneo (aumento dei costi di trasporto), è
permanente: il ritorno ai valori iniziali non implica il
passaggio ad un’economia polarizzata.
A.F. Presbitero
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Il modello
Ipotesi e curve
Definizione dell’equilibrio
Le transizioni
Il processo di cambiamento
Dal modello emergono due risultati:
1
2
mentre la struttura geografica della produzione può essere
stabile per un lungo periodo di tempo, quando avviene un
cambiamento, questo può essere molto rapido;
Il cambiamento può essere influenzato sia da condizioni
oggettive, che da aspettative autorealizzantesi.
A.F. Presbitero
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Il modello
Ipotesi e curve
Definizione dell’equilibrio
Le transizioni
Il processo di cambiamento
Supponiamo che, nella situzione iniziale, il
Sud abbia una popolazione minore (la PP
risulta spostata verso il basso).
Ps
Esistono due equilibri, ma ammettiamo di
trovarci in E1, seza produzione industriale
al Sud.
Curva II
E3
Se c’è una riallocazione della popolazione
agricola da N a S, la PP si sposta verso
l’alto.
Curva PP'
Curva PP
E1
E2
Ms
Oltre un certo livello, il predominio del N
verrà meno e ci sarà un equilibrio diffuso
(E3) dovuto ad incrementi di popolazione
e produzione.
↑ popolazione agricola al Sud
A.F. Presbitero
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Il modello
Ipotesi e curve
Definizione dell’equilibrio
Le transizioni
La nascita della manufacturing belt
Il modello riesce a spiegare la storia stilizzata della nascita della
manufacturing belt.
All’inizio, con una popolazione prevalentemente agricola e un’industria
caratterizzata da scarse economie di scala e trasporti costosi, non ci
poteva essere concentrazione.
L’industria manifatturiera sorse laddove c’era maggiore popolazione
(domanda), ma non al Sud (limiti istituzionali): vantaggio iniziale.
All’inizio del secolo scorso, i first–mover sfruttarono una nuova tecnologia
per stabilire grandi impianti e servire il mercato nazionale.
Con l’aumento delle economia di scala e le riduzione dei costi di trasporto
aumentò la quota di occupati nell’industria ed il vantaggio iniziale venne
mantenuto.
A.F. Presbitero
I modelli centro–periferia