Emdr, 'la tecnica degli occhi' che debella i traumi
Riconosciuta da Oms, già utilizzata su sopravvissuti attentati
Redazione ANSA ROMA
20 gennaio 2017
Si chiama 'Eye Movement Desensitization and Reprocessing' (Emdr) e dal 2013 è riconosciuta
dall'Organizzazione mondiale della Sanità quale metodo elettivo nella risoluzione dei disturbi post
traumatici da stress. E', semplificando, la 'tecnica del movimento degli occhi' che debella i traumi e
le paure, e ad oggi è stata già utilizzata con successo prima su numerosi veterani del Vietnam e poi
su vari sopravvissuti ad attentati o terremoti. E' la terapia suggerita dagli esperti anche per il
supporto dei sopravvissuti alla tragedia dell'Hotel Rigopiano.
La tecnica di psicoterapia Emdr è un metodo innovativo e recente che offre un aiuto alle
psicoterapie convenzionali. In pratica, il terapeuta attraverso alcuni movimenti delle dita, induce la
persona a muovere gli occhi in un determinato modo che la aiuta a rielaborare situazioni
traumatiche. La tecnica consiste dunque in una serie di stimoli oculari al paziente mentre rivive le
cause del trauma. La 'desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari' è un
metodo inventato dalla psicologa americana Francine Shapiro, che alla fine degli anni '80 scoprì che
i movimenti oculari volontari riducevano l'intensità dei pensieri negativi disturbanti.
Shapiro iniziò così uno studio per esaminare l'efficacia dell'Emdr nel trattamento di reduci del
Vietnam traumatizzati e di vittime di aggressioni sessuali e scoprì che questi gesti riducevano
notevolmente i sintomi dei loro disturbi da stress post trauma. L'Emdr è diventato così un nuovo
approccio terapeutico, oggi utilizzato anche in Italia, e "rimane il trattamento con maggior ricerca
scientifica per intervenire sulle persone che hanno sviluppato sintomi e disturbi dopo aver vissuto
situazioni di stress per gravi eventi ed esperienze traumatiche'', afferma Isabel Fernandez, presidente
Emdr Europe.
Questo metodo infatti, sottolinea la psicoterapeuta Paola Vinciguerra, responsabile Emdr Italia,
''riabilita la capacità fisiologica del cervello di 'digestione' e accantonamento degli eventi traumatici.
Inoltre, varie ricerche hanno dimostrato che dopo il trattamento si sono verificati importanti
miglioramenti neurofisiologici. Metaforicamente - spiega - l'elaborazione dei traumi attraverso
l'Emdr è come la corsa di un treno: a ogni fermata scende del materiale negativo e salgono nuove
associazioni positive''. La tecnica ha cioè l'effetto di spostare il ricordo del trauma dalla corteccia
prefrontale, in cui rimane emotivamente attivo, alla corteccia parietale, dove sarà memorizzato
come evento passato, quindi ricordato ma non più attivo nei ricordi emotivi di paura o terrore. Di
recente, l'associazione Emdr Italia, Cnr e Università di Tor Vergata hanno anche condotto uno studio
su alcune persone che avevano vissuto l'esperienza traumatica del terremoto di San Giuliano di
Puglia trattate con Emdr, i cui risultati preliminari sono stati pubblicati sulla rivista Plos one. Lo
studio è stato il primo a 'fotografare' quello che avviene nel cervello durante le sedute Emdr,
suggerendo che l'elaborazione degli eventi traumatici si muove passando, appunto, da aree che
sviluppano immagini patologiche del trauma a regioni con un ruolo diverso, di tipo cognitivo e
associativo.