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La patologia è classificata come rara, colpisce circa p 3 mila persone in Italia, ma è molto invalidante e spesso viene diagnosticata in ritardo rispetto al momento dell’insorssione genza. «All’interno del circolo polmonare la pressione è normalmente molto bassa, quando questa si alza on produce un incremento del lavoro del cuore che con il tempo si dilata e in seguito scompensa. Complicaa le cose la sintomatologia, che non è sempre grave ed è spesso caratteristica di molte patologie. La malattia, infatti, comporta difficoltà respiratorie, senso di affanno, gonfiori a causa della ritenzione dei liquidi e pesantezza all’addome», ha commentato Nazzareno Galiè, responsabile del Centro di ipertensione polmonare dell’Istituto di cardiologia dell’università di Bologna, «Se fino a qualche anno fa non erano disponibili terapie effi efficaci e la prognosi era quasi sempre or sono tre le classi di farmaci efficaci infausta, ora miniper questi pazienti e anche la modalità di somministrazione è migliorata». Durante il convegno che aveva come oggetto g iali dell’enotelina-1 La nuova generazione degli antagonisti recettoriali nell’imperte vuto luogo a Milano nell’impertensione arteriosa polmonare, che ha avuto Milano, sono stati presentati gli studi multicentrici condotti per verificare l’efficacia d di Sitaxentan, la nuova molecola caratterizzata da un’azione selettiva e mirata. «La proteina endotelina è un vasocostrittore in grado di richiamare all’organo danneggiato cellule infiammatorie che amplificano, peggiorandolo, il danno. Ci sono due recettori per questa proteina, quelli B e quelli A», ha affermato Ariela Benigni, capo dipartimento di medicina molecolare dell’Istituto Mario Negri di Bergamo, «il nuovo farmaco blocca solamente i recettori A, ossia quelli che inducono la vasocostrizione». Gli studi multicentrici internazionali denominati Stride hanno mostrato un netto miglioramento delle condizioni nel 25% dei pazienti e un mantenimento degli effetti nel tempo. Anche per quanto riguarda gli effetti collaterali, la molep p p cola non presenta complicanze particolarmente gravi. L’aumento dei valori delle transaminasi, indice di u un’alterazione a livello del fegato, si è vericato nel 3% di coloro cui è stato somministrato as il farmaco, nel 6% di chi ha assunto placebo e nell’11% dei pazienti in cura con un inibitore dell’endotelina di prima generazione. «Il farmaco è attivo per via orale in una sola sommini somministrazione giornaliera e se attualmente le norme di prescrizione basate sugli studi ultimati prevede l’utilizzo di Sitaxentan clas 3° o 4°, quindi pazienti solo nei malati di classe compromessi» ha aggiunto Galiè, «ci molto compromessi», sono i presupposti p per credere che una somministrazione nella fase più precoce, appena la malattia viene d diagnosticata, induca una progressio dell’ipertensione polpiù lenta progressione monare». Durante il q quarto simposio mondiale Ca che avrà luogo in California, a Dana Point, il ve prossimo febbraio, verranno presentati inoltre ch si orientano verso una gli ultimi studi scientifici che terapia combinata di medicinali di classi d differenti, la definizione di nuove anomalie in seno alla stessa patolo patologia che possono portare e infine, infi la terapia genica. «Se alla messa a punto di farmaci mirati e, dovessimo guardare al futuro osservando i passi avanti fatti dalla ricerca negli ultimi anni, si potrebbe sperare in una cura definitiva e non solo in nuove terapie», ha concluso Lewis Rubin, direttore del Centro di malattie vascolari polmonari dell’Università della California con sede a San Diego. (riproduzione riservata) nn Salute I dati dello studio Lesscore dimostrano che un corretto stile di vita riduce i rischi del 75% I farmaci si affidano a un alleato per mettere in salvo il cuore di Giovanni Domina È sufficiente modificare le proprie abitudini per ridurre del 75% il rischio cardiovascolare nei pazienti affetti da sindrome metabolica. Questo il risultato dello studio Lesscore, condotto su 700 pazienti in tutta Italia e presentato recentemente al 24° Congresso nazionale Simg (Società italiana di medicina generale). La ricerca, durata nove mesi, ha permesso di valutare il rischio cardiovascolare e la sua evolu- zione a seguito di una strategia preventiva in soggetti affetti da sindrome metabolica. I pazienti analizzati presentavano tutti una pericolosa associazione di sintomi quali ipertensione, obesità, diabete e dislipidemia, dunque ad altissimo rischio di eventi cardiovascolari. I soggetti coinvolti sono stati sottoposti a un trattamento multifattoriale che includeva la correzione del proprio stile di vita e il trattamento farmacologico dei singoli fattori di rischio, attraverso l’utilizzo di antipertensivi per la protezione cardiovascolare, di statine per l’ipercolesterolemia e l’ipertrigliceridemia per la cura dell’iperglicemia. Questa forma di prevenzione si è dimostrata realmente efficace: il rischio cardiovascolare dei pazienti si è ridotto, in media, del 45%; il rischio evitabile a nove mesi è diminuito del 75%. «Questi risultati sono particolarmente importanti per quanto riguarda la pratica clinica quotidiana», ha commentato Damiano Parretti, membro Simg, «Lo studio Lesscore, in- fatti, è tra i primi a essere stato condotto anche sul territorio». Ettore Ambrosiani, membro del Consiglio Scientifico della Società europea di ipertensione (Esh), ha sottolineato «per prevenire le malattie vascolari in modo efficace è necessario intervenire nella maniera più precoce possibile». (riproduzione riservata) Lampi nel buio La vita è un indumento che continuiamo a riparare, ma che non ci torna mai bene addosso David McCord