La civiltà greca Unità 11 La guerra del Peloponneso e la crisi della polis Unità 12 La fine della libertà dei Greci. Alessandro Magno e l’ellenismo I confini spazio-temporali Lo spazio Due sono gli scenari di questi eventi: durante la guerra del Peloponneso i fatti si svolgono all’inizio nella Grecia continentale, ma successivamente coinvolgono tutto il bacino dell’Egeo, l’Impero persiano e l’Italia Meridionale; Con Alessandro Magno il teatro delle operazioni si allarga alla quasi totalità del mondo allora conosciuto. Alessandro si annetterà i territori dell’Impero persiano e poi conquisterà tutte le regioni dall’Asia Minore al fiume Indo, oltre alla Palestina e all’Egitto. Il tempo Due sono gli eventi fondamentali trattati: la guerra del Peloponneso che dal 431 al 404 a.C. vide le principali poleis lottare per la conquista del potere sulla Grecia. Atene alla fine soccomberà ma nessuna polis riuscirà a vincere definitivamente. Dopo la fine della guerra continueranno gli scontri ma il risultato sarà l’inarrestabile degrado politico e sociale delle poleis e la loro incapacità a resistere all’assalto di nemici esterni; La sottomissione della Grecia nel 338 a.C. per opera di Filippo II di Macedonia e la costruzione di un gigantesco impero sotto suo figlio Alessandro dal 336 al 323 a.C. Dopo la morte di Alessandro, l’Impero verrà smembrato tra i suoi successori, i Diadochi, e questi regni verranno poi definitivamente conquistati dai Romani nel 30 a.C. Le fonti della narrazione storica Le fonti per lo studio della guerra del Peloponneso La fonte fondamentale per la guerra del Peloponneso è senz’altro Tucidide, unanimemente considerato il miglior storico del mondo antico per la sua scrupolosità nello stabilire i fatti e per la sua costante ricerca di obiettività. Naturalmente Tucidide era Ateniese e quindi parteggiava per la sua patria: tra gli uomini politici ateniesi aveva un’avversione particolare per Cleone e tutto questo affiora a tratti nella sua opera. L’opera di Tucidide termina con il 411 a.C. e verrà ripresa più tardi da Senofonte nelle sue Elleniche. Altre informazioni utili si possono trovare nelle Vite di Plutarco, che però scriverà sulla base di notizie di seconda e anche terza mano. In quest’opera troviamo la biografia di Pericle, di Alcibiade, di Lisandro e di Nicia. È interessante anche la lettura delle commedie di Aristofane e delle tragedie di Euripide che, con stili completamente diversi, rappresentano efficacemente il clima politico e spirituale di quel periodo storico. Plutarco descrive la figura di Alcibiade [PLUTARCO.pdf]. La condanna a morte di Socrate [SOCRATE.pdf]. La disgregazione sociale della polis [POLIS.pdf]. Le fonti per lo studio di Alessandro Magno e l’ellenismo Le fonti del periodo che va dalla fine della guerra del Peloponneso alla morte di Alessandro sono numerosissime. Abbiamo migliaia di iscrizioni, monumenti e opere letterarie che parlano direttamente o indirettamente dei fatti e dei personaggi di quel momento storico. Sulla figura di Filippo II di Macedonia ci è giunta la testimonianza del suo nemico più fiero e implacabile, l’oratore ateniese Demostene, che dedicò tutta la sua vita a opporsi al disegno di spegnere la libertà della democrazia greca. Naturalmente la maggior documentazione è su Alessandro Magno, il fondatore dell’Impero universale e della civiltà dell’ellenismo. La base di tutte le biografie scritte su di lui è l’opera di Clitarco da Colofone che ha scritto la Storia delle campagne di Alessandro subito dopo la morte del condottiero. È un’imponente raccolta di aneddoti, di resoconti di veterani e di mercenari greci e macedoni, lettere di ambasciatori e brani di cronache scritte durante la spedizione in Asia. Da quest’opera sono derivate poi alcune celebri biografie di Alessandro Magno come quella di Diodoro Siculo nel I secolo a.C., quella di Curzio Rufo del I secolo d.C. e la più interessante, quella cioè di Plutarco del II secolo d.C. L’architettura In epoca ellenistica l'architettura compie passi da gigante. Già Alessandro aveva fondato molte nuove città, la più famosa delle quali è senza dubbio Alessandria d'Egitto, e anche i suoi successori, nel tentativo di ellenizzare il più possibile anche i domini più lontani, continuarono in quest'opera. Si formarono vere e proprie scuole di architettura che per la prima volta concepirono una sorta di piano regolatore, all'atto della fondazione delle città. Questo significa che, oltre a concepire grandiosi edifici pubblici come il palazzo reale e i templi, si stabilì il tracciato delle strade, la collocazione delle piazze, la costruzione di giardini, biblioteche, portici e anche, in parecchi casi, la distribuzione dell'acqua corrente, la formazione di una rete fognaria e di una rete di fortificazioni. La scultura La forma d'arte, comunque, più interessante del periodo ellenistico è senza dubbio la statuaria. Le scuole più importanti sono a Rodi e a Pergamo. Sculture famosissime sono quelle in cui il corpo femminile viene raffigurato in tutta la sua perfezione, come la Venere di Milo e quelle in cui prevale il tentativo, riuscito, di rappresentare le passioni, i sentimenti: un esempio illustre è la statua del Gàlata morente o il gruppo marmoreo del Gallo che uccide la moglie e sé stesso per sottrarsi alla prigionia. Molto interessanti sono anche le statue che raffigurano piccoli bozzetti, piccoli istanti di vita: il piccolo fantino conservato nel Museo nazionale di Atene è un esempio delizioso. L’immaginario [immaginario.pdf]. La nuova poesia e il conflitto con l’epica [poesia-ellensimo.pdf]. Il sacro [sacro.pdf]. La vita privata [privato.pdf]. Demostene [Demostene.pdf]. Alessandro monarca orientale Alessandro si era proclamato figlio di Zeus, ma dopo la morte del re persiano Dario si accentuano i caratteri orientali del suo regno. Alessandro compie due atti estremamente importanti: innanzitutto si proclama erede dei re persiani e appone su ogni atto pubblico il sigillo di Dario, a stabilire un’ideale continuità con l’Impero persiano; subito dopo pretende che ogni persona che appaia al suo cospetto debba prostrarsi a terra, secondo il rito della proskunèsis. Queste decisioni provocarono un grande malumore tra i Macedoni e i Greci che per loro educazione rifiutavano queste forme di servilismo e il malumore crebbe al punto di sfociare in tentativi di congiura repressi nel sangue. Perfino Callistene, il nipote di Aristotele, che seguiva Alessandro come storico, venne giustiziato.