Bruna Di Fonzo Formatore Nazionale M.B. Corso Istruttori M.B. 1° anno Cesenatico 2011 ELEMENTI di ANATOMIA AUXOLOGIA BIOLOGIA ENDOCRINOLOGIA FISIOLOGIA CONTRIBUISCONO ALLA FORMAZIONE ARMONICA DI QUESTA STRUTTURA AREA SOCIALE Sviluppa la capacità di collaborazione l’integrazione e l’identificazione con il gruppo Il rispetto delle regole AREA AFFETTIVA Favorisce la strutturazione Dei Tratti caratteriologici AREA COGNITIVA Sviluppa i processi percettivi la condotta intelligente l’immaginazione E la creatività AREA CORPOREA Favorisce Lo sviluppo fisico Struttura gli elementi di motricità Fornisce la possibilità all’individuo di vivere ed agire nell’ambiente AREA CORPOREA FAVORISCE LO SVILUPPO FISICO Struttura gli elementi di motricità Fornisce la possibilità all’individuo di vivere ed agire nell’ambiente IL MOVIMENTO IL MOVIMENTO E’ LA PRIMA ED ESSENZIALE ESIGENZA DELL’INDIVIDUO… …E’ UNO DEGLI STRUMENTI PIU’ IMPORTANTI DI CUI L’UOMO SI SERVE NELLE RELAZIONI QUOTIDIANE CON L’AMBIENTE E NEL PROCESSO DI EVOLUZIONE…. …ATTRAVERSO LE VARIE PARTI DEL CORPO L’UOMO PORTA AGLI ALTRI IL SUO ESSERE…AIUTA A CONOSCERSI..AD ACCETTARSI PER COME SI E’… …..PERMETTE DI MIGLIORARE IL PROPRIO ASPETTO ED IL PROPRIO COMPORTAMENTO… …PERMETTE DI CONSEGUIRE UNA CONSAPEVOLEZZA DEL PROPRIO ESSERE CHE SI RIFLETTERA’ ….NEI RAPPORTI CON GLI ALTRI… .... ATTRAVERSO IL MOVIMENTO L’UOMO PUO’ INFLUENZARE E MIGLIORARE L’INTEREZZA DEL PROPRIO IO… MODIFICATO da: Educazione Fisica Sport e Salute G. Cilia L. Marinozzi EDI-ERMES LA PERFETTA ARMONIA TRA SISTEMI ED APPARATI PERMETTE IL FUNZIONAMENTO DEL CORPO UMANO IL MOVIMENTO PRODUCE CONTINUAMENTE DELLE SOLLECITAZIONI FAVOREVOLI OSSA MUSCOLI ARTICOLAZIONI CUORE POLMONI ………. MA UNA PERFETTA EFFICIENZA E FUNZIONALITA’ SI MANTENGONO CON UNA CORRETTA E RAZIONALE ATTIVITA’ FISICA CHE RISPETTI LE LEGGI DELLE TAPPE DELL’ETA’ EVOLUTIVA E MOTORIA FAVORENDONE LE NATURALI MODIFICAZIONI. le varie tappe corrispondono all’evolversi di fenomeni naturali l’organismo umano nelle sue componenti psicologiche e fisiche si sviluppa attraverso una evoluzione che dalla nascita lo accompagni sino allo stato di individuo adulto IL CORPO UMANO • E’ FORMATO DA CELLULE. • GRUPPI DI CELLULE CHE HANNO LE STESSE CARATTERISTICHE FORMANO I TESSUTI. • TESSUTI UNITI INSIEME COSTITUISCONO un’ ORGANO. • PIU’ ORGANI UNITI FRA LORO PER COMPIERE LO STESSO LAVORO COSTITUISCONO L’ APPARATO o SISTEMA. • LA PERFETTA ARMONIA TRA SISTEMI ED APPARATI PERMETTE IL FUNZIONAMENTO DEL CORPO UMANO. • IL MOVIMENTO CORRETTO PRODUCE CONTINUAMENTE DELLE SOLLECITAZIONI ALL’INTERO ORGANISMO • EFFICIENZA - FUNZIONALITA’ E NATURALI MODIFICAZIONI SI OTTENGONO CON UNA CORRETTA E RAZIONALE ATTIVITA’ FISICA CHE RISPETTINO LE LEGGI DELLE TAPPE DELL’ETA’ EVOLUTIVA E MOTORIA E LE LEGGI DI CARICO/RECUPERO Le varie tappe evolutive corrispondono all’evolversi di naturali fenomeni biologici e psicologici L’ organismo umano nelle sue componenti psicologiche e fisiche, si sviluppa attraverso una evoluzione esponenziale che dalla nascita lo accompagna sino allo stato di individuo adulto SVILUPPO OGNI INDIVIDUO HA UN PROPRIO ANDAMENTO DI CRESCITA COSI COME OGNI SINGOLA STRUTTURA CORPOREA LA CRESCITA E’ UN PROCESSO QUANTITATIVO CHE CI PORTA A RAGGIUNGERE L’ETA’ ADULTA, ATTRAVERSO UN PERCORSO DI ACCRESCIMENTO E MATURAZIONE LO SVILUPPO NON E’ SOLO UN PROCESSO DI CRESCITA BIOLOGICO MA ANCHE PSICOLOGICO E SOCIALE LO SVILUPPO E’ INFLUENZATO DA ELEMENTI AMBIENTALI E GENETICI L’INDIRIZZO GENETICO E’ UN QUADRO DI POSSIBILITA’ CHE DIPENDE DAGLI STIMOLI AMBIENTALI (condizioni psicologiche, condizioni socio/economiche/nutrizionali, movimento) SVILUPPO Alle FASI DI CRESCITA IN LUNGHEZZA PROCERITAS SI ALTERNANO FASI DI AUMENTO DEL PESO CORPOREO TURGOR SVILUPPO Legge di Pende TRA 1e5 anni TURGOR 1° ( aumento peso ) TRA 5e7 anni PROCERITAS 1° ( aumento lunghezza ossea) TRA 8 e 11 anni TURGOR 2° TRA 10 e 14 anni Femmine PROCERITAS 2° TRA 12 e 15 anni Maschi PROCERITAS 2° F A TRA I 6 e 7 ANNI IL BAMBINO HA UNA RAPIDA CRESCITA IN LUNGHEZZA N C I CHE SPEZZA L’EQUILIBRIO STATURO – PONDERALE DIVENTANDO PIU’ LONGILINEO U L L E Z Z A QUESTA RAPIDA CRESCITA COMPORTA UNA TRANSITORIA INSUFFICIENZA MUSCOLARE ED A VOLTE UNA INSICUREZZA PSICOLOGICA E MOTORIA F A N IN QUESTA FASE DI PROCERITAS LA MANCANZA DI EQUILIBRATE PROPOSTE DA PARTE DELL’ AMBIENTE C I U L L E Z SI PUO’ TRASFORMARE A LIVELLO CORPOREO IN FORME DI INSTABILITA’ ABBASSANDO L’EFFICIENZA DELL’APPARATO MUSCOLARE RENDENDO PIU’ GRAVE IL DIVARIO TRA LA FORZA MUSCOLARE DISPONIBILE E QUELLA NECESSARIA Z A LA DIMINUZIONE DEL TONO MUSCOLARE (ipotonia) E’ TRA LE CAUSE DELLE ALTERAZIONI MORFOLOGICHE F A N C I U L L E Z Z A LA MANCANZA DI TONO MUSCOLARE (o eccessivo tono) SI RIPERCUOTE ANCHE SULLO SVILUPPO DELLO SCHELETRO CHE HA FINO ALLA PUBERTA’ UNA GRANDE PLASTICITA’ PER SCARSA MINERALIZZAZIONE L’APPARATO MUSCOLARE CON ADEGUATO TONO PERMETTE LA STAZIONE ERETTA CHE ALTRIMENTI VERREBBE ANNULLATA DALLA FORZA DI GRAVITA LA TENSIONE ATTIVA E’ L’ELEMENTO FONDAMENTALE DEL TONO STIMOLI NATURALI QUALI: IL CARICO NATURALE - LE ROTAZIONI - LA MOBILIZZAZIONE DELLE ARTICOLAZIONI … RINFORZANO LE STRUTTURE DI SOSTEGNO IL MOVIMENTO STIMOLA LA NATURALE PROLIFERAZIONE DEI NUCLEI DI ACCRESCIMENTO E PROVOCA MAGGIORE SPESSORE OSSEO ED UNA MAGGIORE DENSITA’ EPIFISARIA ECCESSIVO CARICO POTREBBE INFIAMMARE LE CARTILAGINI DI CONIUGAZIONE ed ora…. addentriamoci nei meandri del nostro corpo ATOMO E’ UNA PICCOLA PARTICELLA DI MATERIA IN NATURA CI SONO MOLTI TIPI DI ATOMI MOLECOLA E’ L’UNITA’ CHIMICA FORMATA DA DUE O PIU’ ATOMI LEGATI FRA LORO CELLULA E’ L’UNITA’ ELEMENTARE DEGLI ESSERI VIVENTI NELL’ESSERE UMANO CISONO MOLTI TIPI DI CELLULE CHE SVOLGONO FUNZIONI DIVERSE Modificato ed immagini Da “Acqua – la natura ei suoi elementi” Nicoletti-Peretti-Somaschi --- Ed. CEDAM scuola Modificato ed immagini Da “Acqua – la natura ei suoi elementi” Nicoletti-Peretti-Somaschi --- Ed. CEDAM scuola TESSUTO E’ L’INSIEME DI PIU’ CELLULE SIMILI FRA LORO E SPECIALIZZATE A COMPIERE UNA DETERMINATA FUNZIONE ESISTONO VARI TIPI DI TESSUTO OGNI TIPO DI TESSUTO HA UN COMPITO BEN DEFINITO TESSUTO MUSCOLARE: movimento TESSUTO EPITELIALE: protezione TESSUTO NERVOSO: conduzione stimoli TESSUTO CONNETTIVO: sostegno Modificato ed immagini Da “Acqua – la natura ei suoi elementi” Nicoletti-Peretti-Somaschi --- Ed. CEDAM scuola TESSUTO MUSCOLARE E’ IL TESSUTO CHE PRODUCE MOVIMENTO E’ FORMATO DA CELLULE CHE HANNO LA PROPRIETA’ di CONTRARSI e DISTENDERSI Esistono tre tipi di tessuto muscolare: LISCIO STRIATO CARDIACO TESSUTO EPITELIALE E’ IL TESSUTO CHE RIVESTE LA SUPERFICIE DEL CORPO O LE CAVITA’ AL SUO INTERNO E’ FORMATO DA CELLULE DI FORMA REGOLARE STRETTAMENTE UNITE FRA LORO Modificato ed immagini Da “Acqua – la natura ei suoi elementi” Nicoletti-Peretti-Somaschi --- Ed. CEDAM scuola TESSUTO NERVOSO E’ IL TESSUTO CHE HA IL COMPITO di RICEVERE GLI STIMOLI DELL’AMBIENTE ESTERNO e di TRASMETTERE LE RISPOSTE E’ FORMATO DA CELLULE NERVOSE o NEURONI Modificato ed immagini Da “Acqua – la natura ei suoi elementi” Nicoletti-Peretti-Somaschi --- Ed. CEDAM scuola TESSUTO CONNETTIVO E’ IL TESSUTO CHE SOSTIENE e RIEMPIE GLI SPAZI FRA GLI ALTRI TESSUTI E’ FORMATO DA UNA SOSTANZA FONDAMENTALE INTERCELLULARE NELLA QUALE SONO IMMERSE LE CELLULE SONO TESSUTI CONNETTIVI quello: OSSEO ADIPOSO il SANGUE la LINFA ecc……… Modificato ed immagini Da “Acqua – la natura ei suoi elementi” Nicoletti-Peretti-Somaschi --- Ed. CEDAM scuola ORGANO Modificato ed immagini Da “Acqua – la natura ei suoi elementi” Nicoletti-Peretti-Somaschi --- Ed. CEDAM scuola STRUTTURA FORMATA DA DUE O PIU’ TESSUTI CHE NEL LORO INSIEME SVOLGONO UNA FUNZIONE PIU’ ORGANI FORMANO UN APPARATO Sono organi: IL CUORE LO STOMACO IL CERVELLO IL FEGATO L’OCCHIO ecc…… Modificato ed immagini Da “Acqua – la natura ei suoi elementi” Nicoletti-Peretti-Somaschi --- Ed. CEDAM scuola SISTEMA E’ L’INSIEME DI PIU’ ORGANI COSTITUITI DA TESSUTI UGUALI O MOLTO SIMILI Sono sistemi: SIST. NERVOSO SIST. MUSCOLARE SIST. SCHELETRICO SIST. ENDOCRINO Modificato ed immagini Da “Acqua – la natura ei suoi elementi” Nicoletti-Peretti-Somaschi --- Ed. CEDAM scuola APPARATO E’ FORMATO DA PIU’ ORGANI CHE NEL LORO INSIEME CONCORRONO ALLO SVOLGIMENTO DI UN PROCESSO COSTITUITO DA PIU’ FUNZIONI COMPLESSE GLI APPARATI SONO: AP. LOCOMOTORE AP. RESPIRATORIO AP. CIRCOLATORIO AP. RIPRODUTTORE AP. ESCRETORE AP. TEGUMENTARIO L’apparato digerente provvede ad es. al processo della nutrizione, assolvendo le funzioni di ingestione, digestione ed assorbimento delle sostanze nutritive MODIFICATO DA: www.win.defilippotovini.it IL CORPO UMANO APPARATO TEGUMENTARIO PELLE – PELI - CAPELLI E’ FORMATO DA BOCCA –ESOFAGO APPARATO DIGERENTE CELLULE STOMACO - INTESTINO TRACHEA ORGANIZZATE IN BRONCHI APPARATO RESPIRATORIO TESSUTI APPARATI CHE A LORO VOLTA SI COMBINANO PER FORMARE POLMONI CUORE ORGANIZZATI IN APPARATO CIRCOLATORIO VASI SANGUIGNI ( VENE, ARTERIE, CAPILLARI ) STRUTTURE DI TESSUTO UGUALE ORGANI STRUTTURE DI TESSUTO DIVERSO RENI APPARATO ESCRETORIO VESCICA ANO APPARATO RIPRODUTTIVO SISTEMI S.N. CENTRALE S.N. PERIFERICO SISTEMA ENDOCRINO SISTEMA SCHELETRICO FORMATO DA TESSUTO OSSEO CHE HA IL COMPITO DI SOSTENERE IL CORPO UMANO FORMANDONE IMPALCATURA E LA PROTEZIONE SISTEMA MUSCOLARE FORMATO DA TESSUTO MUSCOLARE CHE HA IL COMPITO DI PERMETTERE MOVIEMENTI VOLONTARI ED INVOLONTARI SISTEMA NERVOSO FORMATO DA TESSUTO NERVOSO(NEURONI)CHE HA IL COMPITO DI COORDINARE LE FUNZIONI E REAGIRE AGLI STIMOLI CAPTATI DAI REECETTORI O ROGANI DI SENSO (UDITO-TATTO-GUSTO-OLFATTO-VISTA) APPARATO MULTIORGANO ORGANI DISTRIBUITI IN VARIE PARTI DELCORPO BILANCIA E CONTROLLA CHIMICAMENTE TUTTE LE ATTIVITA’ METABOLICHE VITALI ATTRAVERSO GLI ORMONI ORGANIZZAZIONE DELL’ORGANISMO OGNI SISTEMA O APPARATO IN CUI SUDDIVIDIAMO IL CORPO E’ COSTITUITO DA CELLULE VIVENTI CHE COLLABORANO LE RELAZIONI CELLULARI E LE INTERAZIONI FRA I TESSUTI PERMETTONO LA SOPRAVVIVENZA DELL’ORGANISMO, CIO’ GRAZIE ALL’INTERAZIONE EQUILIBRATA DEI VARI SISTEMI SISTEMA SCHELETRICO: DA SOSTEGNO E PROTEZIONE AI VARI ORGANI IN COLLABORAZIONE COL SIST. MUSCOLARE PERMETTE IL MOVIMENTO SISTEMA MUSCOLARE: E’ RESPONSABILE DI TUTTI I MOVIMENTI E DELLA TONICITA’ DEL CORPO ORGANIZZAZIONE DELL’ORGANISMO APPARATO DISTRIBUISCE IN MODO CAPILLARE LE SOSTANZE NUTRITIVE ED CIRCOLATORIO: ENERGETICHE RACCOGLIE LE SOSTANZE DI SCARTO E LE TRASPORTA AGLI ORGANI DI ESCRETORI MANTIENE CON MESSAGGI CHIMICI I COLLEGAMENTI FRA LE CELLULE APPARATO PERMETTE DI DISPORRE DI OGNI ELEMENTO NECESSARIO ALLA VITA DIGERENTE APPORTA MATERIA DA COSTRUZIONE ED ENERGIA CHIMICA SISTEMA PERMETTE GLI SCAMBI GASSOSI FRA SISTEMA CIRCOLATORIO RESPIRATORIO : ED AMBIENTE ORGANIZZAZIONE DELL’ORGANISMO SISTEMA NERVOSO: CONTROLLA E COORDINA OGNI ATTIVITA’ VITALE DEL NS. CORPO IN VEGLIA O SONNO ATTRAVERSO UNA COMPLESSA RETE DI FIBRE NERVOSE PERMETTE L ‘INTERAZIONE CON L’AMBIENTE E DI ELABORARE OGNI SENSAZIONE IN RICORDI - EMOZIONI - COSCIENZA DI SE’ – SOGNI – SENTIMENTI – LOGICA – CREATIVITA’ – INTELLIGENZA APPARATO ESCRETORE: ESPELLE I PRODOTTI DI RIFIUTO DELL’ATTIVITA’ CELLULARE GRAZIE ANCHE AL SIST. RESPIRATORIO ORGANIZZAZIONE DELL’ORGANISMO SISTEMA PELLE – PELI E UNGHIE COSTITUISCONO IL RIVESTIMENTO CHE TEGUMENTARIO: ISOLA E PROTEGGE DALL’AMBIENTE GRAZIE A I RECETTORI NERVOSI PERCEPISCE ED INTERAGISCE CON L’AMBIENTE GRAZIE ALLE GHIANDOLE SUDORIPARE PUO’ ESSERE CONSIDERATO UN GRANDE ORGANO DI ESCREZIONE – OMEOSTASI (bilancio idrico) E TERMOREGOLAZIONE APPARATO GARANTISCE LA SOPRAVVIVENZA DELLA SPECIE RIPRODUTTIVO: L’APPARATO RIPR. PUR MANTENENDO SOSTANZIALMENTE COSTANTI LE CARATTERISTICHE GENERALI DI STRUTTURA E ORGANIZZAZIONE DIFFERISCE PROFONDAMENTE PER UOMO E DONNA RIPRODUTTORE DIFFERENZIA I DUE SESSI ORGANIZZAZIONE DELL’ORGANISMO SISTEMA ENDOCRINO: E’ LA STRUTTURA PIU’ ETEROGENEA, COMPOSTO DA NUMEROSI ORGANI GHIANDOLARI DISTRIBUITI IN VARIE ZONE DEL CORPO, ANCHE SE TUTTI COSTITUITI DA TESSUTO EPITELIALE ENDOCRINO IN MODO DIVERSO, QUESTE GHIANDOLE ESERCITANO UNO STRETTO CONTROLLO CHIMICO SU OGNI PARTE DELL’ORGANISMO, CONTRIBUISCE A BILANCIARE E REGOLARE LE ATTIVITA’ VITALI LAVORA IN STRETTA COLLABOZIONE CON SISTEMA NERVOSO, OVVERO : QUALSIASI ATTIVITA’ CORPOREA E’ TENUTA SOTTO CONTROLLO DAL SISTEMA NERVO CENTRALE, GESTITA AUTONOMAMENTE DAL SISTEMA NERVOSO PERIFERICO E REGOLATA DALLE GHIANDOLE ENDOCRINE UNA GHIANDOLA PUO’ PRODURRE PIU’ ORMONI GLI ORMONI DOPO ESSERE STATI SECRETI RAGGIUNGONO PER DIFFUSIONE DIRETTA O ATTRAVERSO IL CIRCOLO SANGUIGNO L’ORGANO A CUI E’ DIRETTO (organi bersaglio) , OGNI ORMONE E’ DESTINATO AD UN CERTO TIPO DI CELLULA E SOLO A QUELLA. ORGANIZZAZIONE DELL’ORGANISMO ALCUNE GHIANDOLE E LORO FUNZIONI: TIROIDE: - agisce sul ricambio energetico, termoregolazione, accrescimento…accelerando il metabolismo (tiroxina) - regola metabolismo basale, mantiene l’omeotermia e influenza la crescita (triiodotironina) - ……. IPOFISI ANTERIORE: - stimola attività ormonale tiroidea (o. tireotropo) - stimola maturazione follicoli ovarici e controlla spermatogenesi (o.follicolo-stimolante) - stimola ovulazione, sintesi e secrezione testosterone..(gonadotropina l.) - agisce sulla crescita dei tessuti ossei e muscolare (somatotropina) - ….... IPOFISI POSTERIORE: - stimola le contrazioni muscolari (oxitocina) - induce la ritenzione idrica renale (o.antidiuretico) - ……. EPIFISI: agisce sull’ipotalamo, contribuendo a determinare il ciclo sonno/veglia, del riposo, del ciclo ovarico (melatonina) PANCREAS: - abbassa (insulina) ed alza (glucagone) il livello del glucosio nel sangue GONADI MASCHILI: -regolano sviluppo gonadi maschili, inducono i caratteri secondari maschili (o. steroidei quali testosterone, androsterone..…) GONADI FEMMINILI: - favorisce impianto dello zigote (progesterone), produce fenomeni che precedono accompagnano e seguono l’ovulazione, preparano l’utero per la gravidanza, inducono i caratteri secondari femminili GHIANDOLA SURRENALE MIDOLLO: - aumenta ritmi cardiaco e respiratorio, mobilizza riserve energetiche (noradrenalina), agisce sulla muscolatura e vasi sanguigni (adrenalina) GHIANDOLA SURRENALE CORTECCIA: - regola dirige metabolismo carboidrati e proteine (cortisone, idrocortisone,…) - regola concentrazione dei liquidi nei tessuti (mineralcoricoidi) L’APPARATO LOCOMOTORE PERMETTE AL CORPO UMANO DI MANTENERE LA POSIZIONE ERETTA e di MUOVERSI E’ FORMATO DA DUE SISTEMI IL SISTEMA SCHELETRICO e MUSCOLARE Il sistema scheletrico e’ formato da circa 200 ossa di varie dimensioni e forme collegate fra loro da speciali giunture dette articolazioni con funzione di sostegno e protezione Il sistema muscolare è costituito da muscoli che inseriti sulle ossa ne permettono il movimento Modificato ed immagini Da “Acqua – la natura ei suoi elementi” Nicoletti-Peretti-Somaschi --- Ed. CEDAM scuola IL SISTEMA SCHELETRICO SISTEMA SCHELETRICO FUNZIONI SOSTEGNO Lo scheletro costituisce l’impalcatura che sostiene il corpo PROTEZIONE Lo scheletro protegge gli organi interni (es. scatola cranica protegge il cervello, la gabbia toracica protegge il cuore, i polmoni…) RISERVA di Le ossa costituiscono una riserva di sali minerali che SALI MINERALI sono prelevati dall’organismo quando ne ha bisogno PRODUZIONE di Il midollo osseo contenuto nelle ossa svolge questa CELLULE del funzione, chiamata “emopoiesi” SANGUE Modificato ed immagini Da “Acqua – la natura ei suoi elementi” Nicoletti-Peretti-Somaschi --- Ed. CEDAM scuola SISTEMA SCHELETRICO COMPOSIZIONE Il sistema scheletrico è costituito da due tipi di tessuto connettivo 1 – TESSUTO OSSEO 2 – TESSUTO CARTILAGINEO Modificato ed immagini Da “Acqua – la natura ei suoi elementi” Nicoletti-Peretti-Somaschi --- Ed. CEDAM scuola SISTEMA SCHELETRICO COMPOSIZIONE Le ossa sono strutture solide compatte ma anche dotate di una certa elasticità per resistere agli urti per cui il tessuto di cui sono formate deve avere le stesse caratteristiche IL TESSUTO OSSEO E’ UN TESSUTO CONNETTIVO LE CUI CELLULE (chiamate osteociti ) SONO ALLOGGIATE IN PICCOLE CAVITA’ DELLA SOSTANZA INTERCELLULARE CHE E’ CHIAMATA OSSEINA (sostanza organica che dona elasticità) e SALI MINERALI (fosfato e carbonato di calcio che contribuiscono a rendere le ossa resistenti e solide) Modificato ed immagini Da “Acqua – la natura ei suoi elementi” Nicoletti-Peretti-Somaschi --- Ed. CEDAM scuola SISTEMA SCHELETRICO COMPOSIZIONE IL TESSUTO OSSEO E’ DI 2 TIPI: COMPATTO e SPUGNOSO Il tessuto osseo compatto è costituito da lamelle che formano anelli concentrici intorno a canali (CANALI di HAVERS) nei quali passano terminazioni nervose e vasi sanguigni necessari per per apportare sostanze nutritive Il tessuto spugnoso ha un aspetto poroso. Le lamelle si intersecano formano cavità e cunicoli nei quali è contenuto il midollo osseo. Questa struttura spugnosa nei quali si creano numerosi spazi vuoti è il giusto equilibrio tra solidità e leggerezza, se le ossa fossero solo piene lo scheletro peserebbe quattro volte di più con conseguenze sulla mobilità. Modificato ed immagini Da “Acqua – la natura ei suoi elementi” Nicoletti-Peretti-Somaschi --- Ed. CEDAM scuola ed eliminare scorie). SISTEMA SCHELETRICO COMPOSIZIONE Le cellule del tessuto osseo si differenziano in base alla loro funzione Alcune costruiscono il tessuto osseo (OSTEOBLASTI) altre lo scompongono rimettendo in circolo i sali minerali (OSTEOCLASTI). Lo scopo di questa opera incessante di costruzione e demolizione serve per un normale ricambio cellulare e per la regolazione della concentrazione del calcio nel sangue. Se c’è un eccesso di calcio gli osteoblasti lo depositano nelle ossa, ma se l’organismo ne ha bisogno, gli osteoclasti scompongono il tessuto osseo e liberano i sali di calcio. Questo equilibrio è regolato da sostanze prodotte dalle ghiandole paratiroidi. Modificato ed immagini Da “Acqua – la natura ei suoi elementi” Nicoletti-Peretti-Somaschi --- Ed. CEDAM scuola IL TESSUTO CARTILAGINEO E’ un tessuto connettivo le cui cellule (CONDROCITI) sono immerse nella sostanza intercellulare costituita prevalentemente da collagene. La consistenza di tale tessuto risulta essere resistente ma flessibile; quindi più adatta alle parti dello scheletro che devono essere elastiche (es. la gabbia toracica nella parte anteriore che deve assecondare gli atti respiratori) Nello stato embrionale della vita le ossa sono formate da tessuto cartilagineo che viene sostituito progressivamente a nascita avvenuta da tessuto osseo. Modificato ed immagini Da “Acqua – la natura ei suoi elementi” Nicoletti-Peretti-Somaschi --- Ed. CEDAM scuola IL TESSUTO OSSEO L’osso è rivestito esternamente da una membrana ricca di vasi sanguigni (PERIOSTIO), sotto di essa si trova il tessuto osseo compatto e spugnoso che formano la parte dura dell’osso. Nel t.o. spugnoso si trova il midollo rosso, formato da tessuto omopoietico che ha il compito di produrre cellule del sangue, riversate nel sangue dai capillari che attaversano tale tessuto Le estremità dell’osso si chiamano epifisi e sono formate da t.o. spugnoso rivestito da una sottile lamina di t. o. compatto. La parte centrale dell’osso si chiama diafisi; è costituita da t.o. compatto. E’ cavo al suo interno ed ospita il midollo giallo, ricco di grassi, con funzione di riserva. Modificato ed immagini Da “Acqua – la natura ei suoi elementi” Nicoletti-Peretti-Somaschi --- Ed. CEDAM scuola IL TESSUTO OSSEO Le ossa dello scheletro hanno forma e dimensione diversa a seconda delle funzioni che devono svolgere Si distinguono tre tipi d ossa: 1- LUNGHE (come quelle degli arti) 2- CORTE (come quelle del piede e della mano) 3- PIATTE (come quelle del cranio e del bacino) Modificato ed immagini Da “Acqua – la natura ei suoi elementi” Nicoletti-Peretti-Somaschi --- Ed. CEDAM scuola Il CAPO nel punto più elevato si chiama VERTICE anteriormente si chiama FACCIA posteriormente OCCIPITE Il COLLO nella regione posteriore si chiama NUCA BRACCIO AVAMBRACCIO MANO TORACE o PETTO anteriormente DORSO posteriormente con le relative articolazioni formano BUSTO l’ARTO SUPERIORE ADDOME anteriormente REGIONE LOMBARE posteriormente TRONCO BACINO o PELVI anteriormente REGIONE SACRO COCCIGEA posteriormente COSCIA GAMBA PIEDE con le relative articolazioni formano l’ARTO INFERIORE LO SCHELETRO UMANO La porzione posteriore del GINOCCHIO si chiama POPLITE La zona anteriore è protetta dall’osso della ROTULA Modificato ed immagini Da “Acqua – la natura ei suoi elementi” Nicoletti-Peretti-Somaschi --- Ed. CEDAM scuola La SCATOLA CRANICA è formata da ossa piatte perfettamente saldate nello scheletro adulto , sua funzione è proteggere il cervello Alla base della scatola cranica vi è il FORO OCCIPITALE in cui passa il midollo spinale Al foro si articola la prima vertebra della colonna vertebrale l’ATLANTE Le ossa anteriori costituiscono la FACCIA Si notano le CAVITA’ ORBITALI che ospitano gli occhi e la CAVITA’ NASALE ove si struttura il naso Le ossa della faccia sono tutte saldate tranne la MANDIBOLA che è mobile La mandibola si articola con la MASCELLA nella parte inferiore della faccia Entrambe le strutture ossee ospitano le arcate dentarie e formano l’apparato masticatorio insieme alla lingua, ghiandole salivarie… Modificato ed immagini Da “Acqua – la natura ei suoi elementi” Nicoletti-Peretti-Somaschi --- Ed. CEDAM scuola Al cranio si articola la COLONNA VERTEBRALE ha la funzione principale di sostegno e permette la stazione eretta è composta da VERTEBRE esse sovrapponendosi formano il CANALE VERTEBRALE che contiene il midollo spinale Le vertebre sono unite fra loro da articolazioni semimobili Fra una vertebra è l’altra vi sono DISCHI INTERVERTEBRALI di tessuto cartilagineo con la funzione di ammortizzare Frontalmente la c.v. è dritta osservandola lateralmente ha un andamento curvilineo La c.v. si divide in 5 segmenti o regioni 1- reg. CERVICALE 2- reg. DORSALE 3- reg. LOMBARE 4- reg. SACRALE 5- reg. SACROCOCCIGEA Modificato ed immagini Da “Acqua” “la natura ei suoi elementi” Nicoletti-Peretti-Somaschi Ed. CEDAM scuola LA GABBIA TORACICA Ha la funzione di proteggere cuore-polmomoni- fegato ed atri organi molli Si articola posteriormente con la colonna vertebrale nella regione dorsale E’ composta da COSTOLE e dallo STERNO Le costole sono 12 -10 costole sono fisse articolandosi anteriormente con lo sterno e posteriormente con la c.v. - 2 costole si articolano solo posteriormente con la c.v. e sono dette libere Modificato ed immagini Da “Acqua – la natura ei suoi elementi” Nicoletti-Peretti-Somaschi --- Ed. CEDAM scuola L’ARTO SUPERIORE Si articola al tronco attraverso la SCAPOLA e la CLAVICOLA formando il CINGOLO SCAPOLARE - la scapola è un osso piatto triangolare - la clavicola è un osso lungo che unisce la scapola allo sterno L’arto sup .è formato da tre parti 1- BRACCIO: composta dall’omero 2- AVAMBRACCIO: composta da radio ed ulna esse si articolano all’omero nell’articolazione del gomito tale articolazione consentirà la flessione e l’ estensione dell’arto sup. 3- MANO : composta da 27 piccole ossa divise in - CARPO > formano il polso - METACARPO > formano il palmo della mano - FALANGI > formano le dita Caratteristica della mano è l’ opponibilità del pollice, uno dei fattori che ha permesso l’evoluzione della specie umana Modificato ed immagini Da “Acqua – la natura ei suoi elementi” Nicoletti-Peretti-Somaschi --- Ed. CEDAM scuola L’ARTO INFERIORE Si articola alla colonna attraverso la CINTURA PELVICA La C.P. è formata da 3 ossa saldate fra loro: ileo – pube –ischio Cintura pelvica – osso sacro – coccige formano il BACINO Ie ossa del bacino nell’uomo sono più strette, nella femmina sono più sviluppate in larghezza L’arto inf. è formato da tre parti 1- COSCIA : composto dall’osso lungo del femore 2- GAMBA: composta da due ossa lunghe> tibia e perone unite al femore dall’articolazione del ginocchio 3- PIEDE: il suo scheletro è formato da diverse ossa che si dividono in -TARSO e CALCAGNO > formano la caviglia ed il calcagno -METATARSO > forma la pianta del piede -FALANGI > formano le dita del piede Modificato ed immagini Da “Acqua – la natura ei suoi elementi” Nicoletti-Peretti-Somaschi --- Ed. CEDAM scuola LE ARTICOLAZIONI Le ossa sono unite fra loro da giunture dette articolazioni In base al movimento che permettono tali giunture si classificano in - ARTIC. FISSE o SUTURE: le ossa sono perfettamente incastrate tra loro e non consentono alcun movimento (es. scatola cranica) - ARTIC. SEMIMOBILI: consentono movimenti limitati per la presenza di legamenti – capsule articolari che uniscono le ossa (es. artic. fra vertebre) - ARTIC. MOBILI: consentono alle ossa ampi movimenti (es. artic. ginocchio – gomito) Modificato ed immagini Da “Acqua – la natura ei suoi elementi” Nicoletti-Peretti-Somaschi --- Ed. CEDAM scuola L’ARTICOLAZIONE DEL GINOCCHIO È un’articolazione mobile Nella zona di contatto tra le ossa del femore e della tibia vi sono i MENISCHI che hanno la funzione di rendere più congruente la superficie articolare e di ammortizzare tale zona di contatto è rivestita da cartilagine Tale zona di contatto è avvolta da un involucro All’interno dell’articolazione il LIQUIDO SINOVIALE nutre le cartilagini e lubrifica l’articolazione L’articolazione è tenuta unita da due tipi di stabilizzatori: attivi (i muscoli) e passivi (i legamenti) I LEGAMENTI sono strisce di tessuto connettivo resistente ed elastico e sono: i collaterali interno ed esterno, il crociato anteriore e posteriore Modificato ed immagini Da “Acqua – la natura ei suoi elementi” Nicoletti-Peretti-Somaschi --- Ed. CEDAM scuola detto CAPSULA ARTICOLARE L’OSSO DEL BAMBINO è costituito da una maggiore quantità di tessuto molle che gli conferisce una maggiore elasticità e capacità di ammortizzare le forze di compressione. Ci sono però 2 zone fragili perchè zone di crescita ossea dette CARTILAGINI DI CONIUGAZIONE (note anche come dischetti cartilaginei, nuclei di accrescimento osseo, metafisi o placche epifisarie) che ospitano cellule particolari, dette condrogeniche. Si tratta di cellule in continua divisione, deputate alla produzione di condroblasti (cellule deputate alla deposizione di cartilagine), di cui rappresentano i naturali precursori. Esse si trasformano a loro volta in condrociti (cellule inattive). Si assiste poi ad un graduale riassorbimento della cartilagine così prodotta, alla calcificazione della matrice residua e alla graduale conversione del tessuto osseo fibroso neoformato in tessuto di tipo lamellare. L'intero processo consente l'accrescimento delle ossa lunghe. L'accrescimento si arresta perché le epifisi si collegano alle metafisi e le cartilagini di accrescimento cessano di funzionare. La saldatura delle CARTILAGINI DI CONIUGAZIONE termina la crescita staturale LA CRESCITA STATURALE E’ REGOLATA DA DIVERSI ORMONI PRIMA DELLA PUBERTA’ LO STIMOLO PER L’ALLUNGAMENTO DELLE OSSA LUNGHE E’ DATO PRINCIPALMENTE DALL’ ORMONE GH o somatotropo L’ORMONE GH è COADIUVATO DA ALTRI ORMONI - ORMONI TIROIDEI - INSULINA - FATTORI CRESCITA INSULINO SIMILI UN DIFETTO o ECCESSO DI QUESTI ORMONI (in modo particolare il GH ed i tiroidei T3 e T4 ) DETERMINA ALTERAZIONI DELLA CRESCITA (nanismo o gigantismo) LA CRESCITA STATURALE E’ REGOLATA DA DIVERSI ORMONI AL TERMINE DELLA PUBERTA (16-17 anni c.a. F / 18-20 anni c.a. M) LA CRESCITA STATURALE SI BLOCCA: - LE EPIFISI SI COLLEGANO ALLE METAFISI - LE CARTILAGINI DI CONIUGAZIONE CESSANO DI FUNZIONARE RESPONSABILE DI QUESTO BLOCCO SONO GLI ORMONI SESSUALI (estrogeni F / androgeni M) Gli ormoni sessuali inducono una rapida accelerazione di crescita nella pubertà ed ora ne determina il definitivo arresto L'ipogonadismo (ridotta sintesi di ormoni sessuali) causa gigantismo per mancata chiusura delle piastre epifisarie in epoca puberale. LA CRESCITA STATURALE E’ REGOLATA DA DIVERSI ORMONI LA SECREZIONE dell’ormone GH E’ INFLUENZATA (maggior responsabile della crescita delle ossa lunghe) - POSITIVAMENTE DALL’ESERCIZIO FISICO - NEGATIVAMENTE DALL’OBESITA’ CI SONO FATTORI AMBIENTALI CAPACI DI INFLUENZARE LA CRESCITA IN ALTEZZA UN RUOLO PREDOMINANTE E’ RICOPERTO DALL’ ALIMENTAZIONE GLI ADATTAMENTI DEL TESSUTO OSSEO ALL’ATTIVITA’ MOTORIA PREMESSA A 7 ANNI IL TESSUTO OSSEO HA UNA BUONA ELASTICITA’ PER SCARSA MINERALIZZAZIONE LO SVILUPPO OSSEO E’ PIU’ VELOCE DI QUELLO MUSCOLARE UN’ ATTIVITA’ MOTORIA EQUILIBRATA A CARICO NATURALE STIMOLA MAGGIORE SPESSORE E MAGGIORE DENSITA’ DELL’OSSO SOVRACCARICHI POTREBBERO PROVOCARE DANNI ALLE CARTILAGINI DI CONIUGAZIONE CHE SONO UN PUNTO DEBOLE DELLA STRUTTURA OSSEA NEI BAMBINI LA COLONNA VERTEBRALE IN CRESCITA PUO’ SUBIRE DANNI A CAUSA DI IPOTONIA MUSCOLARE O CATTIVE POSTURE GLI ADATTAMENTI DEL TESSUTO OSSEO ALL’ATTIVITA’ MOTORIA IL GIUSTO CARICO: - AUMENTA LA RESISTENZA DEI LEGAMENTI - AUMENTA LA RESISTENZA DELLA CAPSULA SINOVIALE - RINFORZA LA CARTILAGINE ARTICOLARE - PRODUCE ADEGUATO LIQUIDO SINOVIALE LA GIUSTA ALTERNANZA TRA CARICO E RIPOSO FAVORISCONO IL METABOLISMO CELLULARE UN CARICO INTENSO O STATICO PUO’ IRRITARE IL METABOLISMO DELLE CELLULE CARTILAGINEE E FAR DIMINUIRE IL DIAMETRO DELLA CARTILAGINE ARTICOLARE UN GIUSTO CARICO ED UNA STIMOLAZIONE DIVERSIFICATA DEI RECETTORI ARTICOLARI (recettori preposti al riconoscimento dello stato di tensione di legamenti e capsula articolare e alla pressione sulle membrane articolari) POTENZIANO LA STABILITA’ ARTICOLARE ED IL TONO MUSCOLARE IL SISTEMA MUSCOLARE SISTEMA MUSCOLARE FUNZIONI insieme al sist. scheletrico ed al tessuto adiposo determina la forma del corpo SOSTEGNO insieme al sist. scheletrico contribuisce col tono muscolare a mantenere la posizione eretta MOVIMENTO trasmettendo allo scheletro la forza sviluppata dal lavoro muscolare permette il movimento PROTEZIONE garantisce protezione e sostegno di organi interni dove non esiste struttura ossea FUNZIONAMENTO in alcuni organi partecipa al loro funzionamento ORGANI INTERNI (es. avanzamento cibo nel tubo digerente) TERMOREGOLAZIONE quando la temperatura corporea scende sotto certi limiti, i muscoli si contraggono (brividi) fornendo cosi energia al corpo per scaldarlo Modificato ed immagini Da “Acqua – la natura ei suoi elementi” Nicoletti-Peretti-Somaschi --- Ed. CEDAM scuola FORMA CARATTERISTICHE MUSCOLI Il tessuto muscolare che compone i muscoli si differenzia dagli altri tessuti per le caratteristiche di ECCITABILITA’ e CONTRATTILITA’ ECCITABILITA’ è la proprietà che hanno le cellule muscolari di rispondere a stimoli di varia natura (fisici-termici-fisici-elettrici…) CONTRATTILITA’ è la caratteristica delle cellule muscolari di accorciarsi per poi riacquistare la forma iniziale quando cessa lo stimolo Modificato ed immagini Da “Acqua – la natura ei suoi elementi” Nicoletti-Peretti-Somaschi --- Ed. CEDAM scuola Modificato ed immagini Da “Acqua – la natura ei suoi elementi” Nicoletti-Peretti-Somaschi --- Ed. CEDAM scuola STRUTTURA MUSCOLI Le cellule muscolari sono dette FIBRE MUSCOLARI Le fibre muscolari devono la loro contrattilità all’azione di 2 fibre muscolari ACTINA e MIOSINA Modificato ed immagini Da “Acqua – la natura ei suoi elementi” Nicoletti-Peretti-Somaschi --- Ed. CEDAM scuola TIPI di MUSCOLO E’ possibile distinguere 3 tipi di tessuto muscolare 1- Tess. Musc. STRIATO 2- Tess. Musc. LISCIO 3- Tess. Musc. CARDIACO STRUTTURA MUSCOLO SCHELETRICO Il muscolo scheletrico è rivestito da una GUAINA esterna composta da tessuto connettivo In questa guaina scorrono vasi i sanguigni che nutrono le cellule muscolari e nervose Le innervazioni terminando sul muscolo formano la PLACCA MOTRICE da cui parte lo stimolo che fa contrarre il muscolo stesso Le guaine dei fasci muscolari si riuniscono alle due estremità del muscolo formano il TENDINE che è un cordone di tessuto connettivo che fissa il muscolo all’osso Modificato ed immagini Da “Acqua – la natura ei suoi elementi” Nicoletti-Peretti-Somaschi --- Ed. CEDAM scuola TESSUTO MUSCOLARE STRIATO Le fibre muscolari striate derivano dalla fusione di più cellule e quindi hanno più nuclei (cellule polinucleate) HA INNERVAZIONE VOLONTARIA ovvero durata e forza di contrazione sono regolate dalla volontà (es. musc. Inseriti su ossa ed i muscoli mimici sotto pelle) Ogni muscolo striato è formato da FASCI muscolari che sono composti da più FIBRE muscolari che sono formate da più MIOFIBRILLE le quali sono formate da MIOFILAMENTI di actina e miosina Modificato ed immagini Da “Acqua – la natura ei suoi elementi” Nicoletti-Peretti-Somaschi --- Ed. CEDAM scuola Modificato ed immagini Da “Acqua – la natura ei suoi elementi” Nicoletti-Peretti-Somaschi --- Ed. CEDAM scuola TESSUTO MUSCOLARE LISCIO Presenta fibre muscolari affusolate ma di dimensioni ridotte con un solo nucleo I filamenti di actina e miosima sono disposti in modo irregolare Costituisce la MUSCOLATURA INVOLONTARIA sotto il controllo del sistema nervoso autonomo (es. muscoli dell’apparato digerente ed apparato respiratorio) Modificato ed immagini Da “Acqua – la natura ei suoi elementi” Nicoletti-Peretti-Somaschi --- Ed. CEDAM scuola TESSUTO MUSCOLARE CARDIACO Caso particolare di MUSCOLATURA STRIATA poiché ha INNERVAZIONE INVOLONTARIA ovvero sotto controllo sistema nervoso autonomo altamente innervato e vascolarizzato Costituisce l’intera parte contrattile del cuore Modificato ed immagini Da “Acqua – la natura ei suoi elementi” Nicoletti-Peretti-Somaschi --- Ed. CEDAM scuola TIPI DI MUSCOLO I muscoli del corpo umano sono più di 600 e costituiscono circa la metà del peso corporeo Hanno forme e dimensioni diverse: a) m. lungo (tipico dei m. scheletrici b) m. largo (es. m. spalla) c) m. corto (es. m. esofago) d) m. anulare (es. m. occhio) Modificato ed immagini Da “Acqua – la natura ei suoi elementi” Nicoletti-Peretti-Somaschi --- Ed. CEDAM scuola I MUSCOLI ANTAGONISTI Modificato ed immagini Da “Acqua – la natura ei suoi elementi” Nicoletti-Peretti-Somaschi --- Ed. CEDAM scuola I movimenti del corpo sono resi possibili grazie all’alternarsi di contrazione e rilassamento di diversi muscoli Molti muscoli lavorano in coppia quando un muscolo della coppia lavora l’altro riposa vengono chiamati MUSCOLI ANTAGONISTI Esempio: il muscolo bicipite e tricipite del braccio che contraendosi permettono movimenti opposti (a) - la contrazione del bicipite determina la flessione dell’avambraccio sul braccio (b) - la contrazione del tricipite ne determina l’estensione GLI ADATTAMENTI DEL MUSCOLO ALL’ATTIVITA’ MOTORIA IL POTENZIAMENTO MUSCOLARE NEL BAMBINO SPORTIVO AVVIENE più SUL POTENZIAMENTO NATURALE delle FASI DI SVILUPPO E ACCRESCIMENTO SULL’APPARATO NEURO-MOTORIO CHE SULLA COMPONENTE MUSCOLARE VERA E PROPRIA IN GENERALE L’ATTIVITA’ FISICA PUO’ PRODURRE - IPERTROFIA MUSCOLARE (aumento del volume delle fibre muscolari) - PROBABILE IPERPLASIA MUSCOLARE ( aumento del numero delle fibre) - MIGLIORAMENTO QUALITA’ DEL MOVIMENTO Accenni Alterazioni Morfologiche Alterazioni morfologiche : VIZIO: postura diversa dalla norma, ma ancora allo stato iniziale; ha una causa che, una volta rimossa, ne determina la scomparsa. ATTEGGIAMENTO: consolidazione del vizio; pur rimuovendo la causa, non scompare l’atteggiamento posturale diverso dalla norma. È importante portare il soggetto alla consapevolezza del risultato che si vuole ottenere. PARAMORFISMO: alterazione morfologica che si è consolidata a livello muscolare e tendineo, e necessita di una ginnastica specifica di tonificazione muscolare per ricreare l’equilibrio perso. DISMORFISMO: alterazione morfologica che interessa anche il sistema scheletrico: infatti, in questi casi, è presente una rotazione dei corpi vertebrali. Non può essere corretto completamente né con ginnastica specifica, né con utilizzo di corsetti. La scoliosi è una condizione che implica una complessa curvatura laterale e di rotazione della colonna vertebrale (Dismorfismo) La rotazione delle vertebre determina il gibbo, in genere costale. Questa deformità è più evidente a livello costale. Esistono delle eccezioni in cui non vi è rotazione ma vi è "atteggiamento scoliotico". La colonna vertebrale scoliotica contiene muscoli atrofici ad un lato e muscoli ipertrofici dall'altro che la deformano ed è spesso associata a cifosi e lordosi. L'altezza dei dischi intervertebrali e delle vertebre diminuisce dal lato concavo della flessione: il corpo vertebrale diventa cuneiforme L'80% di tutte le scoliosi è rappresentato dalla scoliosi idiopatica ovvero senza causa apparente Modificato wikipedia L’attività fisica specifica da sola non corregge un dismorfismo quale la scoliosi ma è necessaria per prevenire un peggioramento agendo sulla tonificazione generale e sull’allungamento muscolare per favorire il recupero della simmetria. Le scoliosi si possono classificare in diversi gruppi a seconda della loro eziologia: Le scoliosi idiopatiche sono di causa sconosciuta, forse già presenti nel feto. Le scoliosi congenite, invece sono date da predisposizione ereditaria (difetti vertebrali, eventualmente associati a difetti di altri organi, risalenti ad una alterazione dell‘organogenesi nel periodo embrionale). Le scoliosi neuromuscolari (dopo poliomelite, distrofie muscolari, ecc.) Le scoliosi collagenopatiche (alterazioni primitive del collagene,artrite reumatoide ecc.) Le scoliosi acquisite sono conseguenze di vari processi infiammatori, degenerativi, vestibolari, ortodontici, atteggiamenti viziosi o coatti, che comportano poi conseguenze sul rachide. Le zone della colonna maggiormente colpite dalla scoliosi, sono la dorsale e la lombare. Talvolta, le due possono essere combinate e si parla di scoliosi dorso-lombare. Modificato wikipedia LOCALIZZAZIONE: Scoliosi lombare Scoliosi dorso-lombare Scoliosi dorsale Scoliosi cervico-dorsali Solitamente si presentano due curve; le più frequenti hanno convessità dorsale destra e lombare sinistra. Se la prima ha un raggio di curvatura grande, automaticamente si forma la seconda, per ricreare la situazione di equilibrio. ESAME OBIETTIVO: Allineamento delle spalle Simmetria dei triangoli della taglia Presenza di gibbosità alla flessione del busto Protrusione di una scapola rispetto all’altra Allineamento delle creste iliache (attenzione che non dipenda da una asimmetria degli arti inferiori) La sindrome di Osgood-Schlatter o osteocondrosi dell'apofisi tibiale anteriore è un processo degenerativo a carico della tuberosità tibiale La diagnosi è clinica per la presenza di dolore e di tumefazione nella sede dell'apofisi tibiale.. malattia tipica dell'età adolescenziale, quindi frequente nei ragazzi fra i 10-14 anni finisce con il cessare della crescita e grazie alla calcificatura delle ossa Causata dalla tensione del tendine del muscolo quadricipite, localizzato nella coscia, che si inserisce nella tuberosità tibiale. Alterazione dell'accrescimento osseo in concomitanza con uno stress meccanico continuo alla tuberosità della tibia, che non ha ancora completato il processo di ossificazione, operato dalla contrazione del muscolo quadricipite . Tale patologia compare in soggetti impegnati in attività sportive. Ciò può causare infiammazione e frammentazione di suddetta porzione ossea, ed eventualmente generare uno sviluppo osseo alterato, con una sporgenza localizzata sotto la rotula e ben visibile anche dall'esterno. Questa sindrome è generalmente benigna e solitamente scompare spontaneamente. I sintomi permangono anche per 2-3 anni, ma si risolve tutto alla scomparsa della protuberanza o quando l'apofisi tibiale si ossifica completamente. Terapia La terapia consiste in riposo e antidolorifici o antinfiammatori . È consigliabile prendere un periodo di riposo assoluto almeno nella fase acuta dolorosa, da qualsiasi attività fisica che possa acutizzare il dolore, Riposo ed astensione soprattutto calcio e corsa, eventualmente sostituiti dal nuoto ed altri sport con minore sforzo del quadricipite femorale mentre si considerano attività di fisioterapia o stretching. Stretching del muscolo quadricipite femorale: allungando infatti il muscolo, si diminuisce la trazione esercitata dal tendine rotuleo sull'apofisi tibiale. Il riposo viene richiesto per almeno 1-2 mesi dopo i quali è possibile una graduale ripresa dell'attività sportiva pur continuando gli esercizi di stretching Può essere necessario l'impiego di ortesi (si intende un dispositivo medico, un tutore, un'apparecchiatura ortopedica o simili, utilizzati in ortopedia o traumatologia nel trattamento di alcune patologie, è uno strumento esterno utilizzato per aiutare il paziente in una sua funzione) atte a ridurre lo stress meccanico operato dal tendine sulla tibia. Se trascurato può causare dolore anche in età post-puberale, rendendo necessario un intervento chirurgico per rimuovere i frammenti ossei, o il distacco definitivo dell'apofisi dalla tibia, ove sarà anche quì necessario un intervento chirurgico per ricongiungere le parti. GINOCCHIO VARO Il femore e la tibia non sono perfettamente allineati ma formano un angolo ottuso aperto medialmente (cioè verso l'altro ginocchio). Questa condizione determina un aspetto degli arti inferiori a "parentesi contrapposte": () Cause: disturbo evolutivo senza cause evidenti lesioni legamentose – fratture malconsolidate… comporta un sovraccarico del compartimento mediale del ginocchio che si trova a sostenere la maggior parte del peso corporeo durante la deambulazione. Mentre un valgismo modesto può non avere conseguenze cliniche uno severo può condurre ad una meniscopatia degenerativa mediale fino ad un’ artosi precoce. GINOCCHIO VALGO il femore e la tibia non sono perfettamente allineati ma formano un angolo ottuso aperto lateralmente. Questa condizione è descritta nel linguaggio comune come "ginocchia a X". Cause: disturbo evolutivo senza cause evidenti- lesioni legamentose inveterate (lassità del legamento collaterale mediale), fratture malconsolidate, disturbi neurologici, malattie ossee focali, compensazione di alterazioni ad altri livelli (es.displasia dell’anca) etc… ginocchio normale ginocchio varo ginocchio valgo PIEDE PIATTO E’ un piede caratterizzato dall’appiattimento della volta plantare normalmente formata dalla forma e dal reciproco incastro delle ossa del piede, dalla maturità del tessuto connettivo costituente capsule e legamenti, e dal perfetto funzionamento di una serie di muscoli chiamati cavizzanti. Quando il bambino inizia a camminare, l’immaturita’ del tessuto connettivo e lo scarso sviluppo dei muscoli permettono un ampia escursione dei movimenti ammortizzanti del piede, con l’appiattimento della volta ad ogni passo. Questo fenomeno iniziale non e’ un fenomeno di insufficienza ma un importante elemento di apprendimento. La volta che si appiattisce permette infatti di toccare o di sfiorare il suolo ad una serie di elementi riflessogeni posti nella pianta del nostro piede, i quali inviano informazioni cosiddette propriocettive ai centri nervosi che a loro volta azionano per via riflessa spinale i muscoli deputati alla creazione e al mantenimento della volta informandoli della quantita’ e della forma che ad essa devono conferire. Quando per cause ancora non perfettamente note si verifica un rallentamento o un inceppamento di questi meccanismi, per cui la volta plantare tarda ad assumere la sua forma e dimensione normale o non si forma affatto, ci troviamo allora di fronte ad un piede piatto Il cardine di tale deformita’ è a livello del retropiede, costituito da due ossa calcagno e astragalo a contatto tra di loro per mezzo di un’articolazione chiamata sottoastragalica. L’immaturita’ e la lassita’ dei legamenti fanno infatti si che l’astragalo, l’osso che raccorda tutto il piede allo scheletro della gamba, normalmente posto sopra al calcagno, scivoli verso il basso, in avanti e internamente, trascinando con se tutte le ossa ad esso connesse anteriormente, costringendo il calcagno a ruotare. Questo movimento di rotazione interna del retropiede prende nome di pronazione. La conseguenza clinica e’ la classica forma del tallone che risulta deviato verso l’interno , con l’asse della gamba a livello del malleolo tibiale debordante internamente fuori dalla zona di appoggio del piede. La pronazione del retropiede ha ripercussioni anche sull’ avampiede. La caduta dell’astragalo schiaccia infatti la testa del primo metatarso contro il pavimento, facendolo sollevare per reazione con il suolo, provocando una deformazione in extrarotazione di tutto l’avampiede che prende nome di supinazione. La rotazione interna( pronazione) del retropiede e la successiva rotazione esterna (supinazione) dell’avampiede provocano un movimento elicoidale nel piede con la scomparsa della volta e la caratteristica caduta dell’arco longitudinale interno. Il trattamento di questo tipo di piede piatto è ancora controverso, è stato dimostrato che le calzature ortopediche “correttive” ed i plantari non sono in grado di modificare la storia naturale della deformità e che anzi possono essere fattori predisponesti allo sviluppo del piede piatto alterando l’equilibrio muscolare indispensabile alla formazione dell’arco plantare. Generalmente il piede piatto se tale, resta tale anche dopo anni di diligente correzione con il sostegno di una ortesi plantare. Tuttavia nei casi più gravi, quando il piede piatto è causa di dolore, il suo utilizzo si rende necessario. Sedute di cinesiterapia (ginnastica) che con opportuni esercizi, mira ad un ripristino non solo dell’efficienza dell’apparato muscolo-legamentoso del piede (m. cavizzanti), ma ad un migliore assetto ed equilibrio dell’intera struttura muscolo-scheletrica del soggetto. PIEDE CAVO E' una deformità del piede caratterizzata dall'accentuazione della volta plantare. L'appoggio del piede e' quindi prevalentemente sulla parte anteriore (avampiede), ed in particolare sulle teste metatarsali. Spesso al piede cavo si associano le dita a martello, (o a "griffe"). Possiamo distinguere una forma congenita, una acquisita e una essenziale. La prima, presente già alla nascita, è la forma più rara. La forma acquisita è la più frequente e può essere distinta in cinque tipi: - neurogena (la più frequente, può essere causata da lesioni del sistema nervoso centrale o periferico); - miopatica (miotonia di Steinert); - post-traumatica (esiti di fratture osteo-articolari, esiti di lesioni muscolo-tendinee); - degenerativa (artrosi, gotta, artrite reumatoide); - secondaria a patologia delle "parti molli" (fibromatosi plantare). La forma essenziale infine comprende tutte quelle forme in cui non è possibile evidenziare una chiara causa. Per quel che riguarda il meccanismo che sta alla base della formazione del piede cavo, le patologie sopra menzionate possono causare squilibri muscolari, instabilità del piede, fibrosi cicatriziali, vizi di consolidazione, ecc., che in ultima analisi possono portare al cavismo. Il trattamento consiste nell'esecuzione di esercizi terapeutici attivi e passivi, da fare con il fisioterapista, che possano stabilizzare la muscolatura e la statica del piede. Ci si può avvalere anche dell'uso di plantari e calzature idonee. Nei casi più gravi si ricorre all'intervento chirurgico. FONTI ENERGETICHE DEI MUSCOLI IL MUSCOLO E’ UNA SPECIE DI MACCHINA PER PRODURRE MOVIMENTO PER PRODURRE MOVIMENTO HA BISOGNO DI UNA FONTE DI ENERGIA L’ENERGIA UTILIZZATA DERIVA DALLA TRASFORMAZIONE DI ZUCCHERI E GRASSI ALL’INTERNO DI UNA STRUTTURA DELLA CELLULA (mitocondrio) LA MOLECOLA ENERGETICA di IMMEDIATO UTILIZZO DURANTE la CONTRAZIONE MUSCOLARE è l’ ATP L’ATP NON SI INTRODUCE DALL’ESTERNO MA SI DISTRUGGONO E RICOMPONGONO LE QUANTITA’ DI CUI DISPONIAMO NEI MUSCOLI NE DISPONIAMO IN PICCOLE QUANTITA’ SUFFICIENTE A PRODURRE LAVORO per 6”/8” SECONDI PER NON FERMARE IL MUSCOLO L’ATP VA RICOSTRUITA I MECCANISMI per la RICOSTRUZIONE CONTINUA DELL’ATP SONO TRE 1. MECCANISMO ANAEROBICO ALATTACIDO 2. MECCANISMO ANAROBICO LATTACIDO 3. MECCANISMO AEROBICO NELLA MAGGIOR PARTE DEGLI SPORT I TRE SISTEMI LAVORANO INSIEME MA IN MOMENTI DIFFERENTI PER PRODURRE IL PARTICOLARE TIPO DI ENERGIA DI CUI L’ATLETA HA BISOGNO. NON SONO MECCANISMI COMUNICANTI ma MECCANISMI DIVERSI che L’ORGANISMO ATTIVA a SECONDA DELLE NECESSITA’ e dell’ ATLETA MECCANISMO ENERGETITICO di tipo ANAEROBICO ALATTACIDO PER PRODURRE DI NUOVO ATP QUESTO SISTEMA SFRUTTA L’ESISTENZA ALL’INTERNO DELLE FIBRE MUSCOLARI DI UNA SOSTANZA CHE E’ UN NATURALE ACCUMULATORE DI ENERGIA (LA FOSFOCREATINA) E’ UN MECCANISMO MOLTO POTENTE CHE RIESCE A PRODURRE ATP SUBITO, MA SOLO PER POCHI SECONDI (5”/8”) QUESTO PROCESSO AVVIENE IN ASSENZA DI OSSIGENO (ANAEROBICO) E SENZA PRODUZIONE DELLA SCORIA ACIDO LATTICO (ALATTACIDO) Utilizzato nelle discipline in cui c’è necessità di un gesto potente e breve come: scatto, velocità, salto, lancio DOPO LO SFORZO SUBENTRA LA FASE DI RECUPERO (“fiatone”) IN CUI L’OSSIGENO INTRODOTTO AIUTA IL MUSCOLO A RIPRISTINARE LE CONDIZIONI PRIMA DELLO SFORZO MECCANISMO ENERGETICO di tipo ANAEROBICO LATTACIDO QUANDO LO SFORZO MUSCOLARE DURA PIU’ DI 10” ED IL MECCANISMO ANAEROBICO ALATTACIDO NON BASTA A RIFORMARE ATP SI INNESCA UN ALTRO MECCANISMO ENERGETICO QUELLO ANAEROBICO LATTACIDO QUESTO MECCANISMO NON USA L’OSSIGENO (ANAEROBICO) MA I DEPOSITI DI GLICOGENO (OTTENUTO DALLA SCOMPOSIZIONE DI ZUCCHERI E GRASSI PRESENTI NEI MUSCOLI E NEL FEGATO) MA INSIEME ALL’ENERGIA PER RICOMPORRE L’ATP PRODUCE UNA SCORIA: L’ ACIDO LATTICO (LATTACIDO) L’ ACIDO LATTICO E’ UNA SCORIA FASTIDIOSA QUANDO ESSO SUPERA CERTE QUANTITA’, LA CONTRAZIONE DIVIENE PIU’ DIFFICOLTOSA E DOLOROSA E SUBENTRA LA FATICA MUSCOLARE L’USO DI QUESTO MECCANISMO DIPENDE DALLA QUANTITA’ DI ACIDO LATTICO CHE I MUSCOLI SONO IN GRADO DI TOLLERARE, QUESTA CAPACITA’ DI TOLLERANZA PUO’ ESSERE AUMENTATA CON L’ALLENAMENTO RESTANDO UN MECCANISMO LIMITATO (1 minuto / 2 minuti) TALE SCORIA VIENE RICICLATA DALL’ORGANISMO TRASPORTANDOLA ATTRAVERSO IL SANGUE SINO AL FEGATO CHE LO TRASFORMA IN ZUCCHERI RIUTILIZZABILI O VIENE ELIMINATA DAI RENI O DALLA PELLE ATTRAVERSO IL SUDORE DEBITO DI OSSIGENO DURANTE IL LAVORO IN ANAEROBIOSI SI CREA UN DEBITO DI OSSIGENO, PERCHE’ AL MOMENTO DELL SFORZO INTENSO L’USO DELL’OSSIGENO VIENE SOSPESO QUESTO DEBITO VA SUBITO COMPENSATO RESPIRANDO AFFANNOSAMENTE SI CERCA DI RIASSUMERE L’OSSIGENO DI CUI I MUSCOLI HANNO BISOGNO L’OSSIGENO REINTRODOTTO NELLA FASE DI RECUPERO AIUTA A DIMINUIRE LA PRESENZA DI ACIDO LATTICO RICONVERTENDOLO IN GLICOGENO DAL FEGATO O BRUCIANDOLO UNA PARTE DI ACIDO LATTICO VIENE ELIMINATA ANCHE ATTRAVERSO L’URINA O IL SUDORE DOPO UNO SFORZO INTENSO LATTACIDO O ALATTACIDO SUBENTRA LA FASE DI RECUPERO (“fiatone”) IN CUI L’OSSIGENO INTRODOTTO AIUTA IL MUSCOLO A RIPRISTINARE LE CONDIZIONI PRIMA DELLO SFORZO DURANTE IL LAVORO IN ANAEROBIOSI SI CREA UN DEBITO DI OSSIGENO PERCHE’ AL MOMENTO DELL SFORZO INTENSO L’USO DELL’OSSIGENO VIENE SOSPESO MECCANISMO ENERGETICO di tipo AEROBICO QUANDO LO SFORZO SI PROTRAE PER PIU’ DI 2’ E DURA SINO A QUALCHE ORA INTERVIENE PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA UN MECCANISMO LENTO AD ENTRARE IN AZIONE MA CHE PUO’ MANTENERE IL LAVORO PER MOLTO TEMPO: IL MECCANISO AEROBICO ESSO PER PRODURRE ATP USA: - COME CARBURANTE ZUCCHERI E GRASSI - COME COMBUSTIBILE L’ OSSIGENO (aerobico) LASCIA COME SCORIE: - ANIDRIDE CARBONICA CHE VIENE ELIMINATA CON LA RESPIRAZIONE - L’ACQUA ESPULSA COL SUDORE CON QUESTO MECCANISMO ENERGETICO SI PRODUCONO QUANTITA’ DI ENERGIA MOLTO SUPERIORE ALLA FORMA ANAEROBICA LATTACIDA O ALATTACIDA NON SI CREA DEBITO DI OSSIGENO POICHE’ L’OSSIGENO USATO E’ PARI A QUELLO FORNITO (stade-state) TANTO PIU’ UN ATLETA LAVORA IN STADE-STATE MENO INTACCHERA’ IL MECCANISMO LATTACIDO E QUINDI POTRA’ RITARDARE IL SUBENTRARE DELLA FATICA MUSCOLARE I LIMITI DEL MECCANISMO AEROBICO STANNO NELLE RISERVE DI ZUCCHERO E GRASSI e NELLE CARATTERISTICHE DELL’ORGANISMO attività dell’apparato cardio- respiratorio quantità di capillari nel muscolo capacità’ del muscolo di reclutare ossigeno MIGLIORABILI la prima CON UNA DIETA ADATTA le seconde CON L’ALLENAMENTO MINIBASKET ED ENERGETICA IL BASKET HA COME BASE ENERGETICA UN MECCANISMO MISTO ANAEROBICO-AEROBICO ANCHE SE IL MINIBASKET HA ESIGENZE PIU’ DI TIPO NEURO-MOTORIO CHE ENERGETICO I BAMBINI LAVORANO PERFETTAMENTE IN REGIME ANAEROBICO ALATTACIDO (corsa rapida – sati –azioni motorie rapide) IN QUANTO HANNO LA STESSA CAPACITA’ DELL’ADULTO e lo stesso CORREDO ENZIMATICO per RIATTIVARE la RISINTESI dell’ATP e per PAGARE il BREVE DEBITO di OSSIGENO CHE SI CREA MA i BAMBINI DEFICITANO in MASSA MUSCOLARE COORDINAZIONE FORZA MUSCOLARE OTTIMALE è il LAVORO INTENSO e BREVE IL BAMBINO NON SOPPORTA RITMI DI LAVORO INTENSI E PROLUNGATI VICINI ALLA SOGLIA LATTACIDA I BAMBINI LAVORANO UN PO MENO IN REGIME AEROBICO corsa prolungata azioni prolungate di gioco ANCHE SE TOLLERANO BENE LAVORO DI RESISTENZA BREVE CON PAUSE ANCHE PERCHE CIO’ INCREMENTERA’ LA POTENZA AEROBICA (massima quantità di ossigeno che può essere utilizzata nell'unità di tempo da un individuo) NECESSARIA A PAGARE I DEBITI DI OSSIGENO ALATTACIDI E LATTACIDI LA FASE PUBERALE DELL’ACCRESCIMENTO E L’ALLENAMENTO MIGLIORERA’ LA CAPACITA’ ANAEROBICO-LATTACIDA SISTEMA NERVOSO: - CONTROLLA E COORDINA OGNI ATTIVITA’ VITALE DEL NS. CORPO IN VEGLIA O SONNO ATTRAVERSO UNA COMPLESSA RETE DI FIBRE NERVOSE - PERMETTE L ‘INTERAZIONE CON L’AMBIENTE E DI ELABORARE OGNI SENSAZIONE IN RICORDI / EMOZIONI / COSCIENZA DI SE’ / SOGNI / SENTIMENTI / LOGICA / CREATIVITA’ / INTELLIGENZA Il sistema nervoso si divide in: 1) sistema nervoso centrale (encefalo + midollo spinale) 2) sistema nervoso periferico (nervi cranici + nervi spinali) Il sistema nervoso periferico si divide a sua volta in somatico e autonomo (o vegetativo). Il sistema nervoso autonomo quindi si divide in simpatico e parasimpatico Il simpatico ha la funzione di mobilitare le risorse energetiche nel caso di situazioni di pericolo o emergenza (eccitazione) Il sistema parasimpatico invece funziona esattamente all'opposto (inibizione) La sua unità funzionale è il NEURONE Più neuroni formano i NERVI Caratteristiche sono ECCITABILITA’ e CONDUTTIVITA S.N. > ENCEFALO e MIDOLLO SPINALE L’ENCEFALO si divide molto schematicamente in -CORTECCIA CELEBRALE ed EMISFERO DX e SN con funzioni -TRONCO CEREBRALE con funzioni (composto da talamo ponte-bulbo…..) -CERVELLETTO con funzioni di INTELLETTIVE MOTORIE SENSITIVE ASSOCIATIVE V ISIVE UDITIVE FONETICHE DOMINANTI MOTORIE ANALISI INFORMAZIONI SENSORIALI SENTIMENTI MEMORIA FUNZIONI OMEOSTATICHE CENTRI VITALI CARDIACI – RESPIRATORI - VASOMOTORI REGOLAZIONE MOVIMENTO POSTURA EQUILIBRIO (unitamente apparato vestibolare) TONO MUSCOLARE ARRIVO AFFERENZE SENSORIALI CONSERVAZIONE MEMORIA MOTORIA S.N. > ENCEFALO e MIDOLLO SPINALE IL MIDOLLO SPINALE HA FUNZIONE DI -CONDUZIONE NERVOSA di IMPULSI MOTORI DISCENDENTI ed ASCENDENTI -SEDE di ATTIVITA’ RIFLESSE ALCUNE AREE e ZONE della CORTECCIA AREA MOTORIA Da essa partono gli ordini motori AREA PARIETALE sensibilità generale AREA OCCIPITALE sensibilità visiva AREA TEMPORALE sensibilità uditiva GLI ADATTAMENTI DEL S. N. CENTRALE RISPETTO AL MOVIMENTO Gli adattamenti sono volti -all’APPRENDIMENTO CORRETTO del MOVIMENTO - GIUSTA CONTRAZIONE VOLONTARIA DEI MUSCOLI AGONISTI ED ANTAGONISTI - BUON CONTROLLO COORDINATIVO - MOVIMENTO FLUIDO - MOVIMENTO PULITO - MOVIMENTO ARMONICO - MOVIMENTO AUTOMATIZZATO - MOVIMENTO TECNICO - MOVIMENTO ENERGETICAMENTE VANTAGGIOSO BAMBINO e APPRENDIMENTO del MOVIMENTO: -I MOVIMENTI PRINCIPALI SONO ACCOMPAGNATI DA ALTRI SUPERFLUI -HANNO SINCINESIE (ritmi irregolari) - I PROCESSI NERVOSI DI ECCITAZIONE /INIBIZIONE NON SONO IN EQUILIBRIO (prevale l’eccitazione) - L’ATTENZIONE NON E’ COSTANTE - LA VOLONTA’ E’ POCO SVILUPPATA BAMBINO e APPRENDIMENTO del MOVIMENTO -LA REATTIVITA’ E’ FORTEMENTE SVILUPPATA - NON E’ MOLTO SVILUPPATA LA CAPACITA’ DI DIFFERENZAZIONE DELL’INIBIZIONE PER CUI IL CONSOLIDAMENTO DELL’INFORMAZIONE E’ INSTABILE -DIMINUISCONO I TEMPI DI RECUPERO CON BENEFICI ENERGETICI ( attività cardiaca e respiratori tornano prima alla normalità) -C’E’ ANCORA UNA PREDOMINANZA ECCITATORIA DEL S.N. (simpatico), MA UN’ATTIVITA’ MOTORIA DURATURA INDUCE UN INTERVENTO del PARASIMPATICO (di riconduzione a stato di maggior tranquillità funzionale) PIU’ DURATURO CHE SI COMPLETA IN ETA’ POST PUBERALE BAMBINO e APPRENDIMENTO del MOVIMENTO -LE INFORMAZIONI DEGLI ANALIZZATORI DEL MOVIMENTO (cinestesico-tattileottico-acustico- vestibolare ) VENGONO UTILIZZATE IN MISURA DIVERSA, LA PERCEZIONE DEL MOVIMENTO DEVE ANCORA MIGLIORARE -L’ANALIZZATORE PREVALENTE E’ QUELLO VISIVO – BISOGNA LAVORARE SU TUTTE LE POTENZIALITA‘ -IL MOVIMENTO VA “RACCONTATO” E “RIPETUTO” PER ESSERE APPRESO BAMBINO e APPRENDIMENTO del MOVIMENTO -L’ESECUZIONE E’ PENSATA A PEZZI E PROGRESSIVAMENTE DIVENTA FLUIDA FINO ALL’ AUTOMATISMO SENZA IL CONTROLLO DELLA COSCIENZA -LA CAPACITA’ DI AUTOMATIZZARE DA PIU’ ADATTABILITA’ ED ELASTICITA’ AL MOVIMENTO CHE POTRA’ DIVENIRE SEMPRE PIU’ PRECISO E RAPIDO -OCCORRE CHE ALLA BASE DELL’APPRENDIMENTO MOTORIO CI SIA MOTIVAZIONE ED ATTENZIONE ALTRIMENTI NON C’E’ FISSAGGIO NELLA MEMORIA DOMINANZA E’ FATTO NEUROLOGICO E’ UNA CONQUISTA DI UN EMISFERO CEREBRALE LA LATERALITA’ E’ LA PREDOMINANZA DI UNA PARTE DEL CORPO DEL CORPO SULL’ALTRA E’ UNA REALTA’ CORPOREA MOTORIA E’ L’USO ABITUALE E PRIVILEGIATO DI UN EMISFERO RISPETTO ALL’ALTRO E’ L’ABITUALE USO DI OCCHIO – MANO – PIEDE –POSTI SUL MEDESIMO LATO DEL CORPO LA LATERALITA’ E’ IL CONTROLLO BILATERALE E CROCIATO DEL S.N.C. SULLA PERIFERIA OVVERO LA CORTECCIA DX COMANDA IL LATO SINISTRO DEL CORPO E VICEVERSA E’ INNATA PER EREDITARIETA’ NEL BIMBO E’ MEGLIO CONSOLIDARE LA LATERALITA’ DOMINANTE PRIMA DI LAVORARE SULL’ALTRA PER DARE UN PUNTO PRECISO DI RIFERIMENTO DOMINANZA E’ FATTO NEUROLOGICO E’ UNA CONQUISTA DI UN EMISFERO CEREBRALE GLI EMISFERI HANNO LOBI FRONTALE-PARIETALEOCCIPITALE-TEMPORALE LE ECCITAZIONI DEL LATO DESTRO VENGONO DALL’AREA MOTORIA SINISTRA CON INCROCIO A LIVELLO DEL BULBO OGNI EMISFERO E’ IN CONNESSIONE MOTORIA E SENSITIVA CON IL CONTROLATERALE L’EMISFERO SINISTRO E’ IL CENTRO DEL LINGUAGGIO ARTICOLATO - DEGLI AUTOMATISMI DEL CALCOLO ANALITICO – TRATTA INFORMAZIONI IN SERIE L’EMISFERO DESTRO E’ DEPUTATO ALL’ABILITA’ MANUALE – ALLA SPAZIALITA’AI TONI MUSCOLARI FORNISCE L’ANALISI GLOBALE DI SITUAZIONI AMBIENTALI E DELLA CREATIVITA’ L’EMISFERO DX -E’ CAPACE DI PRESTAZIONI SUPERIORI DEL SN IN DISCRIMINAZIONE VISIVA - VALUTAZIONE DELLE DISTANZE COSTRUZIONE SPAZIALE DEL CORPO E SUO RICONOSCIMENTO NEGLI SPOSTAMENTI - COLLOCA I SEGMENTI OSSEI NELLO SPAZIO -SI OCCUPA DELLE SINERGIE MUSCOLARI DELLA POSTURA DELLA CAPACITA’ ATTENTIVA -E’ L’EMISFERO ARTISTICO EMOTIVO delle INTUIZIONI delle PERCEZIONI L’EMISFERO SN E’ PRIVILEGIATO ripetto all’emisfero dx NEI METODI DI INSEGNAMENTO DI LETTURA – SCRITTURA – ANALISI LOGICA RIGUARDO LA MOTRICITA’ SI OCCUPA DEL MOVIMENTO IN SE’ DELLA SUA PROGRAMMAZIONE E DELL’ATTENZIONE SELETTIVA IL MANCINO QUANDO OCCORRE RAPIDITA’ DI MOVIMENTO PIU’ CHE PRECISIONE E’ PIU’ FAVORITO DEL DESTRIMANE POICHE ‘ NON DEVE TRASFERIRE LE INFORMAZIONI A LL’ALTRO EMISFERO ESSENDO L’EMISFERO SINISTRO SEDE DELLA NASCITA DEL MOVIMENTO E QUINDI RESPONSABILE DEI MOVIMENTI DI RISPOSTA L’APPRENDIMENTO DINAMICO – VISIVO – SPAZIALE E’ NELL’EMISFERO DX QUINDI FACILITA’ IN MILLESIMI DI TEMPO IL DESTRO RISPETTO AL MANCINO MA IL DESTRIMANE HA LA SEDE DI NASCITA DEL MOVIMENTO NELL’EMISFERO OPPOSTO QUINDI CON MILLESIMI DI SECONDO NECESSARI PER IL TRASFERIMENTO DEI COMANDI SISTEMA RESPIRATORIO PERMETTE GLI SCAMBI GASSOSI FRA SISTEMA CIRCOLATORIO ED AMBIENTE L’attività sportiva sollecita l’intero apparato respiratorio L’attività sportiva migliora il lavoro dei muscoli respiratori Bisogna insegnare ai bambini una buona tecnica respiratoria insistendo sui vantaggi di una respirazione lenta e profonda Abbinare un corretto rapporto tra respirazione addominale e toracica RESPIRAZIONE E SPORT La frequenza respiratoria (insieme di inspirazione ed espirazione in un minuto) a riposo e sotto sforzo diminuisce rendendo la respirazione più profonda migliorando lo scambio gassoso a livello alveolare grazie al maggior tempo di permanenza dell’aria APPARATO CIRCOLATORIO: - DISTRIBUISCE IN MODO CAPILLARE LE SOSTANZE NUTRITIVE ED ENERGETICHE - RACCOGLIE LE SOSTANZE DI SCARTO E LE TRASPORTA AGLI ORGANI ESCRETORI - MANTIENE CON MESSAGGI CHIMICI I COLLEGAMENTI FRA LE CELLULE L’apparato cardiocircolatorio è costituito da un insieme di organi che permettono la circolazione del sangue in tutto il corpo: •il sangue che trasporta le sostanze in tutto il corpo. •il cuore che pompa il sangue in tutto il corpo; •i vasi sanguigni (arterie, vene e capillari) dentro i quali scorre il sangue Questo sistema è formato da una serie di vasi sanguigni le arterie e le vene che come dei tubi contengono e trasportano il sangue. L'energia per far circolare il sangue viene fornita dal cuore, che durante la fase di contrazione (SISTOLE) si spreme come una spugna e spinge il proprio contenuto nelle arterie principali (l'Aorta e la Polmonare). Terminata la sistole, il cuore si rilascia (DIASTOLE) e il sangue che ritorna attraverso le vene lo riempie di nuovo così che è pronto per una una nuova contrazione. Grazie alla capacità pulsatile del letto arterioso, il sangue viene spinto fino alla più estrema periferia, nel letto capillare, dove può svolgere la sua funzione di nutrimento dei tessuti. Una persona adulta ha circa 5 litri (un bambino ca la metà) di sangue che circolano nel proprio corpo in circa 1 minuto Nelle ARTERIE scorre il sangue ricco di O2 Esse si ramificano nel corpo in vasi sempre più piccoli sino a formare una rete di vasi piccolissimi, detti capillari sanguigni che si trovano tra le cellule dei vari organi. È proprio nella rete dei vasi capillari che il sangue rilascia l'O2 alle cellule e queste cedono la CO2al sangue. I capillari si raccolgono in una serie di vasi sanguigni di calibro progressivamente crescente che sono chiamati VENE e che riportano il sangue la cuore. . Tutte le vene del corpo confluiscono gradualmente in due vene maggiori la vena cava superiore e la vena cava inferiore che entrano nell'atrio destro. Esse riportano al cuore il sangue che proviene da tutte le parti dell'organismo. Il sangue che arriva dalle vene cave in atrio destro si chiama sangue venoso ha un basso contenuto di O2 ed ha un colore scuro. Dall'atrio destro il sangue passa attraverso la valvola tricuspide nel ventricolo destro che lo spinge attraverso la valvola polmonare in arteria polmonare. Questa si divide in due rami sinistro e destro che portano il sangue rispettivamente nel polmone sinistro e nel polmone destro. Nei capillari polmonari il sangue si arricchisce di O2 e cede CO2 diventando sangue arterioso pronto a tornare al cuore attraverso le 4 vene polmonari che immettono il sangue nel atrio sinistro: finisce qui la PICCOLA CIRCOLAZIONE Dall’atrio sinistro il sangue è spinto nel ventricolo sinistro e da qui attraverso l’arteria Aorta il sangue entra nella GRANDE CIRCOLAZIONE seguendo le diramazioni delle arterie il sangue giunge in tutto il corpo ossigenato arriva alla fitta rete dei capillari dove cede l'O2 alle cellule e si carica della CO2 prodotta da queste. SCOPO PICCOLA CIRCOLAZIONE: RIPULIRE IL SANGUE ED ARRICCHIRLO DI OSSIGENO Nei capillari polmonari il sangue, passa attraverso i capillari degli alveoli polmonari dove per un processo di "diffusione gassosa", si arricchisce di O2 e cede la CO2 all'aria attraverso la respirazione diventando sangue arterioso che ha un colore rosso brillante. SCOPO GRANDE CIRCOLAZIONE: DIFFONDERE IN TUTTI I TESSUTI L’OSSIGENO E RACCOGLIERE SCORIE Seguendo le diramazioni delle arterie il sangue ossigenato arriva alla fitta rete dei capillari dove cede l'O2 alle cellule e si carica della CO2 prodotta da queste. In conclusione Nell’uomo e nei mammiferi la circolazione è doppia e completa: La circolazione è doppia perché costituita da due circuiti posti l’uno in successione con l’altro (in serie) chiamati rispettivamente piccola circolazione e grande circolazione. 1.La piccola circolazione (o polmonare) è quella che collega il cuore ai polmoni con lo scopo di “ripulire” il sangue dall’anidride carbonica e rifornirlo di ossigeno che viene messo a disposizione della grande circolazione. 2. La grande circolazione (o sistemica) è quella che collega il cuore a tutti i tessuti del corpo. I vasi diramandosi verso la periferia dell’organismo si assottigliano talmente da diventare permeabili (capillari) e permettere così gli scambi con le cellule che ricevono l’ossigeno e cedono l’anidride carbonica. Il sangue che va verso le cellule è carico di ossigeno mentre quello che ritorna verso il cuore è carico di anidride carbonica e viene immesso nuovamente nel piccolo circolo dando inizio ad un nuovo ciclo. PICCOLA CIRCOLAZIONE cuore - polmoni - cuore, in corrispondenza degli alveoli polmonari esce dai capillari CO2 ed entra O2. Nei polmoni entra sangue venoso ed esce sangue arterioso. GRANDE CIRCOLAZIONE cuore - tessuti - cuore, in corrispondenza dei tessuti i capillari cedono O2 alle cellule e ricevono CO2. Nei tessuti arriva sangue arterioso ed esce sangue venoso. ARTERIE: circolazione centrifuga - dal cuore ai tessuti. VENE: circolazione centripeta - dagli organi verso il cuore. La differenza tra arterie e vene si ha in base al flusso e non in base al contenuto. Infatti, solo nella grande circolazione le arterie contengono sangue arterioso e le vene sangue venoso. Nella piccola circolazione si inverte il contenuto: la "vena polmonare" contiene sangue arterioso (detta vena perché entra nel cuore) e "l'arteria polmonare" contiene sangue venoso (detta arteria perché esce dal cuore). La circolazione è anche detta completa in quanto il sangue arterioso (trasportato dalle arterie) e il sangue venoso (trasportato dalle vene) non si mescolano mai anche perché le quattro valvole cardiache consentono al sangue di procedere in un'unica direzione. Tuttavia viene mantenuta una continuità di flusso del sangue che da arterioso diventa venoso dopo il passaggio nei capillari periferici che irrorano i tessuti da dove riprende il percorso verso il cuore per passare di nuovo ai polmoni, cedere anidride carbonica e arricchirsi di ossigeno continuando il che si ripete ciclicamente. Lunghezza totale di arterie, vene e capillari: 100.000 km (2 volte e mezzo il giro del mondo) Il sistema cardiovascolare è formato dal cuore e dai vasi sanguigni che, insieme sono responsabili del continuo flusso di sangue in tutto il corpo. Il sangue circola nel sistema cardiovascolare, e la sua funzione principale è quella di trasportare ossigeno alle cellule che compongono l'organismo http://www.cuorevivo.it/circolazione.htm GLI ADATTAMENTI DEL CUORE ALL’ATTIVITA’ MOTORIA L’adattamento principale è la diminuzione della FREQUENZA CARDIACA (cicli cardiaci al minuto a riposo e sottosforzo) diastole = riposo / sistole = contrazione riempimento / svuotamento Il bambino ha una prevalenza di intervento del sist. nervoso simpatico ma beneficia comunque dell’attività parasimpatica che riduce il numero dei cicli cardiaci In età puberale aumenterà : il peso del cuore il volume ventricolare il volume di sangue in espulsione sistolica Ipertrofia muscolare Per i bambini occorrerà lavorare con carichi adeguati all’età non dimenticando che c’è un ritmo naturale della velocità di crescita e maturazione degli organi LAVORARE CON CARICO NATURALE nel RISPETTO DEI PRINCIPI DEL CARICO In particolare si guarderà : -Alternanza lavoro motorio (carico) e recupero per consentire un adeguato adattamento dell’organismo -Progressività del carico che nei bambini si realizza col volume di lavoro ovvero esercizi di intensità medio/elevati che aumenta -Unità tra carico generale e speciale (principio valido per l’allenamento sportivo, che però con i giovanissimi diventa unità tra capacità fisiche e abilità motorie, ovvero lo sviluppo delle capacità fisiche è connesso con quello delle abilità tipiche di quello sport) -Principio ella sistematicità (dal semplice al complesso - dal facile al difficile - dal conosciuto all’ignoto) PRINCIPI DEL CARICO -Alternanza lavoro motorio (carico) e recupero (per consentire un adeguato adattamento dell’organismo) -Progressività del carico (nei bambini si realizza col volume di lavoro ovvero esercizi di intensità medio/elevati che aumenta) -Principio della continuità (il carico per tutto l’anno a lungo termine) -Divisione del carico in periodo (principio valido per l’allenamento sportivo) - Unità tra carico generale e speciale (principio valido per l’allenamento sportivo, che però con i giovanissimi diventa unità tra capacità fisiche e abilità motorie, ovvero lo sviluppo delle capacità fisiche è connesso con quello delle abilità tipiche di quello sport) -Principio ella sistematicità (dal semplice al complesso - dal facile al difficile - dal conosciuto all’ignoto) -Principio della stabilità (i risultati del processo formativo vanno consolidati e stabilizzati) -Principio dell’evidenza (nella formazione delle abilità motorie occorre tener conto dell’uso di metodi illustrativi (dimostrazioni e film vanno collegate con spiegazioni verbali -Principio dell’adeguatezza (età / sesso / tipologia costituzionale / preparazione fisico / motorio ed esperienza) -Principio della consapevolezza (spiegare agli allievi di obiettivi e metodi della seduta) BUON LAVORO Bruna Di Fonzo Formatore Nazionale MB Staff Regionale Formatori MB Commissione Prov.le MB Bo Insegnante di Ed.Fisica