Comunicato stampa Il Ministero della Salute finanzia con 400 mila euro un progetto di ricerca della Cardiochirurgia udinese. “GR-2013-02358692 Cardiac preservation with normothermic donor heart perfusion compared to standard cold storage in heart transplantation: a new standard of care to face donor shortage?”. Questo il tema della ricerca finanziata dal Ministero della Salute e dalla Regione Friuli Venezia Giulia alla SOC di Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliero Universitaria “Santa Maria della Misericordia” di Udine nell'ambito del progetto della Ricerca Finalizzata/Giovani Ricercatori. Lo studio, per il quale sono stati stanziati circa 400 mila euro, ha come obiettivo la valutazione del grado di protezione miocardica del cuore da utilizzare per il trapianto trasportato con la tecnica standard o utilizzando l’Organ Care System (OCS). L’OCS è un sistema che permette il trasporto in particolari condizioni di un cuore battente espiantato da donatore: dopo il prelievo il cuore viene collegato a questo dispositivo, che funziona sostanzialmente come una circolazione extracorporea normalmente impiegata in cardiochirurgia ma miniaturizzata per permetterne il trasporto. I donatori sono un bene prezioso e questa tecnologia permette valorizzare al meglio il loro generoso contributo: consente infatti di trasportare un organo per più di 10 ore (utilizzando quindi anche donatori in aree sfavorevoli dal punto di vista logistico), valutare la capacità funzionali dell’organo (espandendo il reclutamento a donatori marginali o viceversa permettendo l’identificazione di quei cuori con severe patologie tali da pregiudicare il risultato del trapianto), eseguire coronarografia ed ecocardiografia dopo il prelievo (nel caso non siano presenti tali tecnologie nell'ospedale sede di prelievo). La Cardiochirurgia di Udine, diretta dal Prof. Ugolino Livi, ha una esperienza nell'utilizzo dell’OCS e assieme a Milano è l’unico centro Italiano ad impiegarlo. lunga Dato che il tempo di ischemia cardiaca è il maggior fattore modificabile che influisce sulla disfunzione d’organo precoce e sulla mortalità dopo trapianto è intuibile che eliminando quasi del tutto l’ischemia miocardica durante il trasporto e continuando a “nutrire” ed ossigenare il cuore in maniera fisiologica si possano ottenere migliori risultati in termini di preservazione miocardica e di efficacia del trapianto. Il progetto di ricerca si propone di arruolare 30 pazienti da sottoporre a trapianto trattati con prelievo e trasporto standard confrontati con quelli per i quali si è utilizzato il trasporto con OCS. Su questi organi saranno effettuati severi e mirati controlli al momento dell’espianto, prima dell’impianto e dopo l’impianto nel ricevente. Oltre agli esami diagnostici strumentali e di laboratorio saranno analizzati una serie di parametri morfologici tradizionali, ultrastrutturali e molecolari con tecnologie ben consolidate nei dipartimenti di Istologia, Biofisica ed Anatomia Patologica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Udine. La ricerca avrà importanti ripercussioni cliniche organizzative perché, nel caso possa essere dimostrata una migliore preservazione miocardica con l’impiego della tecnologia OCS, questa dovrebbe essere considerata il “gold standard” e quindi la soluzione ottimale per il trasporto dell’organo nel trapianto cardiaco; viceversa se non fosse dimostrata la superiorità di questa tecnologia, che è molto costosa, la stessa dovrebbe essere impiegata solo in casi molto specifici e selezionati, come per esempio gli organi con tempo di ischemia maggiore di 3,5 ore. dott. Luigino Saccavini Tel 320 4205399 [email protected]