Un triangolo è un insieme di punti del piano costituito da una
poligonale chiusa di tre lati e dai suoi punti interni
 CLASSIFICAZIONE RISPETTO AI LATI: equilatero, isoscele,
scaleno
 CLASSIFICAZIONE RISPETTO AGLI ANGOLI: rettangolo,
ottusangolo, acutangolo

In un triangolo ogni angolo esterno è maggiore di ciascuno dei
due angoli interni non adiacenti ad esso; è congruente alla
somma dei due angoli interni non adiacenti ad esso;

La somma di due angoli interni di un triangolo è minore di un
angolo piatto;

La somma degli angoli interni di un triangolo qualunque è
congruente ad un angolo piatto

Un triangolo non può avere due (o più) angoli retti, né due (o
più) angoli ottusi, né un angolo retto e uno ottuso: cioè in un
triangolo due angoli sono sempre acuti;

In ogni triangolo non equilatero, a lato maggiore si oppone
angolo maggiore;

In ogni triangolo un lato è minore della somma degli altri due
e maggiore della loro differenza.

Se in un triangolo si congiungono i punti medi dei due lati,
il segmento che si ottiene è parallelo al terzo lato e
congruente alla metà;

In ogni triangolo equilatero, ogni angolo è congruente alla
terza parte di un angolo piatto;

Il triangolo isoscele ha i due angoli alla base congruenti ed
acuti;

Nel triangolo isoscele, la bisettrice dell’angolo al vertice è
anche altezza e mediana rispetto alla base;

In ogni triangolo rettangolo gli angoli acuti sono
complementari;

In ogni triangolo rettangolo la mediana relativa
all’ipotenusa è congruente a metà ipotenusa.

ORTOCENTRO: Punto di incontro delle altezze di un
triangolo (o i loro prolungamenti).

BARICENTRO: Punto di incontro delle mediane di un
triangolo.
Divide ogni mediana in due parti, tali che quella
avente per estremo un vertice è il doppio
dell’altra.

INCENTRO: Punto di incontro delle bisettrici di un
triangolo; è il centro della circonferenza inscritta.

CIRCOCENTRO: Punto di incontro degli assi di un
triangolo; è il centro della circonferenza
circoscritta.

EXCENTRO: Punto di incontro delle bisettrici di due
angoli esterni di un triangolo con la bisettrice
dell’angolo interno non adiacente ad essi.
In ogni triangolo rettangolo, il quadrato
costruito sull’ipotenusa è equivalente alla
somma dei quadrati costruiti sui cateti
Un poligono è un insieme di punti costituito da
una poligonale chiusa non intrecciata e dai
suoi punti interni
 In
un poligono convesso di n lati, la somma
degli angoli interni è congruente a (n-2)
angoli piatti;
 La somma degli angoli esterni di un poligono
convesso è congruente a un angolo giro;
Un parallelogramma è un quadrilatero avente i
lati opposti paralleli.
 Ciascuna
diagonale lo divide in due triangoli
congruenti;
 I lati opposti sono congruenti;
 Gli angoli opposti sono congruenti;
 Gli angoli adiacenti ad ogni lato sono
supplementari;
 Le diagonali si incontrano nel loro punto medio
Un rettangolo è un parallelogramma avente i
quattro angoli congruenti.
 Un
rettangolo ha le diagonali congruenti.
Un rombo è un parallelogramma avente i
quattro lati congruenti.
 Un
rettangolo ha le diagonali che sono
perpendicolari tra loro e bisettrici degli angoli.
Un quadrato è un parallelogramma avente i
quattro lati e i quattro angoli congruenti.
 Un
quadrato ha le diagonali che sono
perpendicolari e congruenti tra loro, e bisettrici
degli angoli.
Un trapezio è un quadrilatero con due soli lati
paralleli. I due lati paralleli si chiamano basi
(maggiore e minore), i due lati obliqui
vengono chiamati lati.
 CLASSIFICAZIONE: scaleni, isosceli, rettangoli.

In un trapezio qualsiasi, il segmento congiungente i punti
medi dei lati obliqui è parallelo alle due basi e congruente
alla loro semisomma;

In un trapezio isoscele gli angoli adiacenti ad una delle due
basi sono congruenti;

In un trapezio isoscele gli angoli opposti sono
supplementari;

In un trapezio isoscele le diagonali sono congruenti;

In un trapezio rettangolo gli angoli adiacenti al lato
obliquo sono complementari.
Un luogo geometrico è l’insieme di tutti e soli i punti del piano che
godono di una certa proprietà, detta proprietà caratteristica del
luogo.
ASSE DI UN SEGMENTO
BISETTRICE DI UN
È il luogo dei punti equidistanti
ANGOLO
dagli estremi di un segmento
È il luogo dei punti
equidistanti dai lati
dell’angolo
CIRCONFERENZA
È il luogo dei punti di un
piano che hanno distanza
assegnata da un punto,
detto centro
È il luogo dei punti di un piano che hanno distanza assegnata
da un punto, detto centro.
Per tre punti non allineati passa una e una sola circonferenza.
È una figura piana formata dai punti di una circonferenza e
quelli interni alla circonferenza.
•RAGGIO: ogni segmento che ha come estremi il
centro e un punto della circonferenza.
•CORDA: ogni segmento che ha come estremi
due punti della circonferenza.
•DIAMETRO: ogni corda passante per il centro.
•ARCO: parte di circonferenza compresa fra
due sue punti.
•SEMICIRCONFERENZA: arco i cui estremi sono
distinti e appartengono a un diametro.
•SEMICERCHIO: parte di piano compresa fra una
semicirconferenza e un diametro.
•SETTORE CIRCOLARE: parte di piano compresa
fra un arco e i raggi che hanno un estremo
negli estremi dell’arco.
•ANGOLO AL CENTRO: angolo che ha il vertice
nel centro della circonferenza.
•ANGOLO ALLA CIRCONFERENZA: angolo
convesso che ha il vertice sulla circonferenza e
i due lati secanti la circonferenza stessa.
a) Data una circonferenza, se si verifica una delle seguenti
congruenze:
 fra due angoli al centro;
 fra due archi;
 fra due settori circolari;
 fra due segmenti circolari
allora sono congruenti anche le restanti figure corrispondenti
e considerate.
b) Un angolo alla circonferenza è la
metà del corrispondente angolo al
centro.

Ogni diametro è maggiore di qualsiasi corda che non passa per il
centro;

Se in una circonferenza un diametro è perpendicolare ad una
corda, allora la corda, l’angolo al centro e l’arco corrispondenti
risultano divisi a metà da tale diametro;

Se in una circonferenza un diametro interseca una corda non
passante per il centro nel suo punto medio, allora il diametro è
perpendicolare alla corda;

Corde congruenti hanno la stessa distanza dal centro, e viceversa.

Se due corde non sono congruenti, la corda maggiore ha distanza
maggiore dal centro.
RETTA SECANTE: la distanza tra retta e centro è minore del
raggio. Ha due punti in comune con la circonferenza.
RETTA TANGENTE: la distanza tra retta e centro è uguale al
raggio. Ha un solo punto in comune con la circonferenza.
- È perpendicolare al raggio avente come estremo il punto di tangenza;
-Se da un punto P esterno alla circonferenza si conducono le due rette
tangenti ad essa, allora i segmenti di tangenza, aventi ciascuno un
estremo nel punto P e l’altro in un punto in comune con la
circonferenza, sono congruenti.
RETTA ESTERNA: la distanza tra retta e centro è maggiore del
raggio. Non ha nessun punto in comune con la circonferenza.
POLIGONI INSCRITTI: Un poligono è inscritto in una circonferenza se
ha tutti i vertici sulla circonferenza.
-Gli assi dei suoi lati si incontrano al centro della circonferenza.
POLIGONI CIRCOSCRITTI: Un poligono è circoscritto a una
circonferenza se tutti i suoi lati sono tangenti alla circonferenza.
-Le bisettrici dei suoi angoli si incontrano in uno stesso punto.
POLIGONO REGOLARE: poligono avente
tutti i lati e gli angoli congruenti.
È inscrivibile in una circonferenza e
circoscrivibile a un’altra; le due
circonferenze hanno lo stesso centro.
-
-
I vertici dei poligoni regolari inscritti in una
circonferenza dividono in archi congruenti la
circonferenza stessa;
I punti di tangenza dei poligoni regolari
circoscritti ad una circonferenza dividono in
archi congruenti la circonferenza stessa.

Un QUADRILATERO inscritto in una circonferenza
ha gli angoli opposti supplementari;

Un QUADRILATERO circoscritto ad una
circonferenza ha la somma di due lati congruente
alla somma degli altri due.

ROMBI e QUADRATI sono sempre circoscrivibili ad
una circonferenza.

In un QUADRATO circoscritto ad una
circonferenza i punti di contatto coincidono con i
punti medi dei lati.

Il lato dell’ ESAGONO REGOLARE inscritto in una
circonferenza è congruente al raggio della
circonferenza.
Una trasformazione geometrica è una
corrispondenza biunivoca che associa a ogni
punto del piano un punto del piano stesso.
TRASFORMAZIONI PROIETTIVE
IDENTITA’
OMEORFISMI
AFFINITA’
SIMILITUDINE
ISOMETRIE
Una similitudine è un’affinità, nella quale si conserva la forma delle
figure, e in particolare la congruenza fra angoli; inoltre, fra i
segmenti corrispondenti esiste un rapporto costante.
Due triangoli sono simili se hanno…
 due angoli ordinatamente congruenti (1°);
 due lati ordinatamente in proporzione e
l’angolo tra essi compreso congruente (2°);
 i lati ordinatamente in proporzione(3°).
Sono le trasformazioni che descrivono, in modo astratto, i movimenti
che mantengono inalterate le misure degli oggetti, ossia i movimenti
rigidi.
Sono particolari similitudini che hanno il rapporto di similitudine uguale
a 1.
Due triangoli sono congruenti se sono
sovrapponibili punto a punto.
Due triangoli sono congruenti se hanno
ordinatamente congruenti…
 due lati e l’angolo tra essi compreso (1°);
 un lato e i due angoli ad esso adiacenti (2°);
 i tre lati (3°).
Due superfici che hanno la stessa estensione si
dicono equivalenti.

Superfici ottenute come somme o differenze di superfici rispettivamente
equivalenti sono equivalenti.

Se due parallelogrammi hanno congruenti le basi e le altezze, sono
equivalenti.

Un triangolo è equivalente a un parallelogramma che ha altezza
congruente a quella del triangolo e base congruente a metà di quella del
triangolo.

Un trapezio è equivalente a un triangolo se la sua altezza è congruente a
quella del triangolo e la somma delle due basi è congruente alla base del
triangolo.

Un poligono inscritto a una circonferenza è equivalente a un triangolo che
ha base congruente al perimetro del poligono e altezza congruente al
raggio della circonferenza.
 SISTEMA
SESSAGESIMALE:
L’unità di misura è il grado,
ovvero la 360ma parte di una circonferenza. Il grado si divide in 60
primi, e il primo in 60 secondi, ed eventualmente il secondo si
divide in decimi, centesimi ecc.
 MISURA CIRCOLARE: L’unità di misura è il radiante ρ,
ovvero l’arco che, rettificato, è congruente al raggio della
circonferenza alla quale l’arco appartiene.
ρ:
= α : 180°
La circonferenza goniometrica è una
circonferenza presente nel piano cartesiano
xOy, avente il centro nell’origine e per
raggio il segmento che è stato fissato come
unità di misura tra i due assi. La sua
equazione è:
x2+y2=1
 SENO:
si dice seno di un angolo α l’ordinata
del punto associato ad α nella circonferenza
goniometrica.
 COSENO: si dice coseno di un angolo α
l’ascissa del punto associato ad α nella
circonferenza goniometrica.
Seno e coseno sono funzioni PERIODICHE con periodo di 360° (2 ):
• sen (α + 2k ) = sen α
• cos (α + 2k ) = cos α
Essendo seno e coseno rispettivamente ascissa ed ordinata di un punto
appartenente alla circonferenza, questi certamente avranno valori maggiori
di -1 e minori di 1:
• -1< sen α < 1
• -1< cos α < 1
Inoltre
sen2 α + cos2 α = 1
 TANGENTE: la tangente di un angolo orientato è l’ordinata
del punto di intersezione tra il secondo lato dell’angolo, o il suo
prolungamento, con la retta tangente alla circonferenza
goniometrica nel punto in cui questa interseca il primo lato
dell’angolo.
 COTANGENTE: la cotangente di un angolo orientato è
l’ascissa del punto di intersezione tra il secondo lato dell’angolo, o
il suo prolungamento, con la retta tangente alla circonferenza
goniometrica nel punto in cui questa interseca il semiasse delle
ordinate positive.
Tangente e cotangente sono funzioni PERIODICHE con periodo di 180° ( ):
• tg (α + k ) = tg α
• cotg (α + k ) = cotg α
Inoltre…
𝑠𝑒𝑛 ∝
𝑐𝑜𝑠 ∝
𝑐𝑜𝑠 ∝
𝑐𝑜𝑡𝑔 ∝ =
𝑠𝑒𝑛 ∝
𝑡𝑔 ∝ =
𝑐𝑜𝑡𝑔 ∝ =
1
𝑡𝑔 ∝

In ogni triangolo rettangolo la misura di un cateto è uguale al
prodotto della misura dell’ipotenusa per il seno dell’angolo
opposto a esso o per il coseno dell’angolo acuto ad esso
adiacente:
b = a senβ | b = a cosγ | c = a senγ | c = a cosβ

In ogni triangolo rettangolo la misura di un cateto è uguale al
prodotto della misura dell’altro cateto per la tangente
dell’angolo opposto al primo cateto, oppure per la cotangente
dell’angolo acuto adiacente al primo cateto:
b = c tgβ | b = c cotgγ | c = b tgγ | c = b cotgβ
 L’area
di un triangolo è data dal semiprodotto
di due lati per il seno dell’angolo compreso:
S = ½ ab senγ
 In
una circonferenza il rapporto tra una
corda e il seno di uno qualsiasi degli angoli
alla circonferenza che insistono su quella
corda è uguale al diametro della
circonferenza
 TEOREMA
DI CARNOT: In un triangolo
qualsiasi, il quadrato di un lato è uguale alla
somma dei quadrati degli altri due lati,
diminuita del doppio prodotto di questi due
lati per il coseno dell’angolo che essi
formano:
a2 = b2 + c2 -2bc cosα
b2 = a2 + c2 – 2ac cosβ
c2 = b2 + a2 – 2ba cosγ
 TEOREMA
DEI SENI: In un triangolo qualsiasi i
lati sono proporzionali ai seni degli angoli
opposti e quindi è costante il rapporto tra
ciascun lato e il seno dell’angolo opposto, ed
è uguale al diametro della circonferenza
circoscritta al triangolo:
𝒂
𝒃
𝒄
=
=
= 𝟐𝑹 (𝑹 𝒎𝒊𝒔𝒖𝒓𝒂 𝒅𝒆𝒍 𝒓𝒂𝒈𝒈𝒊𝒐)
𝒔𝒆𝒏 ∝ 𝒔𝒆𝒏𝜷
𝒔𝒆𝒏𝜸
SISTEMA DI RIFERIMENTO CARTESIANO ORTOGONALE (PIANO
ORTOGONALE): Piano su cui siano state considerate due
rette perpendicolari x e y, su cui sia stato fissato per
entrambe un sistema di coordinate ascisse in modo che
-il punto O di intersezione delle due rette sia l’origine
comune dei due sistemi di ascisse,
-il verso positivo della retta x sia verso destra e quello della
retta y verso l’alto,
-l’unità di misura sia la stessa nei due sistemi fissati sulle
rette x e y.

 Considerando
un generico punto P del piano,
si osserva che a questi corrisponde
biunivocamente una coppia ordinata (x;y) di
numeri reali, che prendono il nome di
COORDINATE. x è detta ASCISSA, y ORDINATA.
I
due assi x e y dividono il piano in 4 angoli,
chiamati QUADRANTI.
𝑨𝑩 =
Es. 𝐴𝐵 =
(𝐌
(𝒙𝟐 − 𝒙𝟏 )𝟐 + (𝒚𝟐 − 𝒚𝟏 )𝟐
(4 − 1)2 + (5 − 1)2 = 5
𝒙 𝟏 + 𝒙 𝟐 𝒚𝟏 + 𝒚 𝟐
;
)
𝟐
𝟐
𝒅=
|𝒂𝒙𝟎 + 𝒃𝒚𝟎 + 𝒄|
𝒂𝟐 + 𝒃𝟐

Equazione retta generica: y=mx+q

passante per l’origine del sistema: y=mx

bisettrice I e III quadrante: y=x
bisettrice II e IV quadrante: y=-x



parallela all’asse x: y=k
parallela all’asse y: x=k
Due rette sono parallele quando non hanno
alcun punto in comune, oppure quando
coincidono.

Due rette tra loro parallele hanno lo stesso
COEFFICIENTE ANGOLARE (tangente dell’angolo
che si forma tra la retta e l’asse delle ascisse)
Due rette incidenti sono perpendicolari quando
dividono il piano in quattro angoli retti. Per
un punto del piano passa una e una sola
perpendicolare a una retta data.

Due rette sono tra loro perpendicolari se tra esse
sussiste la seguente relazione:
𝒎 ∙ 𝒎′ = −𝟏
𝟏
𝒎=−
𝒎′
, dove m ed m’ sono i
coefficienti angolari
delle due rette.
Dicesi parabola il luogo geometrico dei punti del piano equidistanti da un
punto fisso chiamato FUOCO, e da una retta fissa chiamata DIRETTRICE.
y=ax2 + bx + c
a>0 -> concavità verso l'alto
a<0 -> concavità verso il basso
𝑣𝑒𝑟𝑡𝑖𝑐𝑒 𝑉 −
𝑏
∆
;−
2𝑎
4𝑎
𝑎𝑠𝑠𝑒 𝑑𝑖 𝑠𝑖𝑚𝑚𝑒𝑡𝑟𝑖𝑎 𝑥 = −
𝑓𝑢𝑜𝑐𝑜 𝐹 −
𝑏 1−∆
;
2𝑎 4𝑎
𝑑𝑖𝑟𝑒𝑡𝑡𝑟𝑖𝑐𝑒 𝑦 = −
1+∆
4𝑎
𝑏
2𝑎
(𝒙 − 𝒑)𝟐 + (𝒚 − 𝒒)𝟐 = |𝒚 − 𝒅|
Dicesi circonferenza il luogo geometrico dei punti del piano equidistanti da
un punto fisso chiamato CENTRO.
x2+y2+ax+by+c=0
-2x0 = a
-2y0 = b
x02+ y02–r2 = c
(𝒙 − 𝒙𝟎 )𝟐 + (𝒚 − 𝒚𝟎 )𝟐 = 𝒓𝟐
Dicesi ellisse il luogo geometrico dei punti del piano la cui somma delle
distanze da due punti fissi detti FUOCHI è costante
𝒙 𝟐 𝒚𝟐
+
=𝟏
𝒂𝟐 𝒃𝟐
(𝒙 − 𝒄)𝟐 + 𝒚𝟐 + (𝒙 + 𝒄)𝟐 + 𝒚𝟐 = 𝟐𝒂
ELLISSE CON FUOCHI SULL'ASSE x
ELLISSE CON FUOCHI SULL'ASSE y
𝒙 𝟐 𝒚𝟐
+
=𝟏
𝒂𝟐 𝒃𝟐
𝒙 𝟐 𝒚𝟐
+
=𝟏
𝒂𝟐 𝒃𝟐
con a>b
con a<b
distanza focale F1F2 = 2c (c<a)
distanza focale F1F2 = 2c (c<b)
asse maggiore A1A2 = 2a
asse minore A1A2 = 2a
asse minore B1B2 = 2b
asse maggiore B1B2 = 2b
a2 - c2 = b2
b2- c2= a2
𝑓𝑢𝑜𝑐𝑜 𝐹 ± 𝑎2 − 𝑏2 ; 0
𝑓𝑢𝑜𝑐𝑜 𝐹 0; ± 𝑏2 − 𝑎2
vertici A1 (a;0), A2 (-a;0)
vertici A1 (a;0), A2 (-a;0)
B1 (0;b), B2 (0;-b)
B1 (0;b), B2 (0;-b)
Dicesi iperbole il luogo geometrico dei punti del piano la cui differenza
delle distanze da due punti fissi detti FUOCHI è costante.
𝒙 𝟐 𝒚𝟐
−
=𝟏
𝒂𝟐 𝒃𝟐
IPERBOLE (RIFERITA AL CENTRO E AGLI
ASSI)* CON FUOCHI SULL'ASSE x
𝒙 𝟐 𝒚𝟐
−
=𝟏
𝒂𝟐 𝒃𝟐
con a>b
IPERBOLE * CON FUOCHI SULL'ASSE y
𝒙 𝟐 𝒚𝟐
−
=𝟏
𝒂𝟐 𝒃𝟐
con a>b
c2- a2 = b2
c2- b2= a2
𝑓𝑢𝑜𝑐𝑜 𝐹 ± 𝑎2 + 𝑏2 ; 0
𝑓𝑢𝑜𝑐𝑜 𝐹 0; ± 𝑎2 + 𝑏2
𝑏
𝑏
asintoti: y = ± 𝑎 𝑥
asintoti: y = ± 𝑎 𝑥
vertici: A1 (a;0), A2 (-a;0)
vertici: B1 (0;b), B2 (0;-b)
IPERBOLE EQUILATERA* CON FUOCHI
SULL'ASSE x
𝒙 𝟐 𝒚𝟐
−
=𝟏
𝒂𝟐 𝒃𝟐
con a>b
IPERBOLE EQUILATERA* CON FUOCHI
SULL'ASSE y
𝒙 𝟐 𝒚𝟐
−
=𝟏
𝒂𝟐 𝒃𝟐
con a>b
c= 𝑎 2
c= 𝑎 2
𝑓𝑢𝑜𝑐𝑜 𝐹 ±𝑎 2; 0
𝑓𝑢𝑜𝑐𝑜 𝐹 0; ±𝑎 2
asintoti: y = ±𝑥
asintoti: y = ±𝑥
vertici: A1 (a;0), A2 (-a;0)
vertici: A1 (0;a), A2 (0;-a)