Biol. Mar. Medit. (2006), 13 (1): 500-503 C. Fabbro, E. Crevatin, P. Del Negro OGS Dipartimento di Oceanografia Biologica, Via Auguste Piccard, 54 - 34010 Trieste, Italia. [email protected] MOLLUSCHICOLTURA IN ACQUE COSTIERE E SVILUPPO DI VIBRIO SP. MUSSEL FARM IN COASTAL SEAWATERS AND VIBRIO SP. DEVELOPMENT Abstract The aim of this work was to study the role of mussel farms on bacteria community and in particular on the Vibrio sp. development. Marine bacteria and Vibrio abundances were detected from two stations in the Gulf of Trieste for one year. 200 Vibrio strains isolated from TCBS plates were submitted to biochemical characterization. Some suspected V. parahaemolyticus were submitted to genetic caracterization. Key-words: Vibrio parahaemolyticus, marine environment, identification, PCR, tox R. Introduzione I microrganismi appartenenti al genere Vibrio comprendono batteri Gram negativi, anaerobi facoltativi, ampiamente distribuiti nell’ambiente acquatico e colonizzatori del tratto digerente di molluschi e pesci. I Vibrio sono stati indicati dall’OMS quali temibili agenti eziologici di gastroenteriti acute, setticemie e infezioni sistemiche (Vibrio vulnificus) e infezioni alla pelle (Vibrio parahaemolyticus) (Daniels et al., 2000; West, 1989; De Paola et al., 2003). I Vibrio sono autoctoni delle coste marine tropicali e temperate ma sono stati isolati anche da acque reflue e acque estuariali (Rapporti ISTISAN, 2003). Dati recenti sulla qualità delle acque costiere italiane evidenziano una crescente frequenza nell’isolamento di batteri appartenenti al genere Vibrio (Dionisi et al., 2003). L’emergente problematica igienico-sanitaria, rappresentata soprattutto dalle specie autoctone V. parahaemolyticus e V. vulnificus, riguarda sia la gestione delle zone di balneazione e di acquacoltura, che il commercio dei prodotti ittici (Rapporti ISTISAN, 2003). Al fine di valutare il ruolo svolto da una mitilicoltura sullo sviluppo della comunità batterica ed in particolare delle Vibrionaceae, è stata condotta una ricerca in due stazioni del Golfo di Trieste: la stazione C1, situata a circa 200 m dalla costa (profondità 15 m), all’interno della riserva Marina di Miramare, e la stazione D2, posizionata a circa 1200 m dalla costa (profondità 9 m), all’interno di un allevamento long-line di molluschi della specie Mytilus galloprovincialis, nella Baia di Panzano. Materiali e metodi Da gennaio a dicembre 2003 sono stati raccolti mensilmente i principali parametri chimico-fisici, mediante l’utilizzo di una sonda multiparametrica, e, con un sistema di campionamento intelligente “Mini-rosetta” (1016 GENERAL OCEANIC) equipaggiato con bottiglie Niskin da 5 l, sono stati prelevati campioni d’acqua in Molluschicoltura in acque costiere e sviluppo di Vibrio sp. 501 superficie e sul fondo per valutare l’abbondanza batterica sia mediante conteggio diretto in microscopia ad epifluorescenza (Porter e Feig, 1980), sia mediante conteggio delle UFC su terreno ZoBell (ZoBell, 1934). L’abbondanza dei batteri presumibilmente appartenenti al genere Vibrio è stata determinata per mezzo di conteggi diretti su TCBS agar utilizzando il metodo FDA-BAM (FDA-BAM, 1995) adattato alla matrice acquosa. Ogni mese dalle colture in TCBS agar sono state prelevate circa 15 colonie sospette e subcoltivate su TSA 3%NaCl, per verificarne la purezza; i ceppi isolati sono stati sottoposti a caratterizzazione fenotipica per verificarne l’effettiva appartenenza alle Vibrionaceae (FDA-BAM, 1995). È stato così possibile selezionare circa 200 ceppi che mostravano risposte coerenti con quelle del genere Vibrio. Successivamente tali ceppi sono stati sottoposti ad identificazione biochimica utilizzando i due sistemi standardizzati API E e API NE (bioMérieux®sa). Su alcuni ceppi identificati come V. parahaemolyticus è stata effettuata la caratterizzazione molecolare attraverso l’identificazione del gene ToxR specifico per V. parahaemolyticus; a tal fine è stata utilizzata la stessa coppia di primers di base tox R-F: 5’GTCTTCTGACGCAATCGTTG-3’ e tox R-R: 5’-ATACGAGTGGTTGCTGTCATG-3’ (Kim et al., 1999). Risultati Raggruppando i valori delle abbondanze batteriche rilevati nel corso dell’anno (Fig. 1), si osserva una distribuzione più o meno simile nelle due stazioni considerate, con il valore mediano più elevato nella stazione D2 sia in superficie che al fondo. Anche la frazione del popolamento è più abbondante Fig.1 - Box-plotscoltivabile relativi alle abbondanze batteriche batterico (109 cell/l) nelle stazioni C1 e D2. nella 9 stazione D2, soprattutto in superficie (Fig. Box-plots of bacterial abundances (102). cell/l) in C1 and D2 stations. Legenda: massimo III quartile ┬ mediana I quartile minimo ┴ Fig. 1 - Box-plots relativi alle abbondanze batteriche (109 cell/l) nelle stazioni C1 e D2. Box-plots of bacterial abundances (109 cell/l) in C1 and D2 stations. Fig.1 - Box-plots relativi alle abbondanze batteriche (109 cell/l) nelle sta Box-plots of bacterial abundances (109 cell/l) in C1 and D2 statio La stazione D2 si caratterizza anche per la maggior abbondanza dei batteri presumibilmente appartenenti al genere Vibrio (Fig. 3) che raggiungono, sia in Legenda: superficie che al fondo, valori superiori anche di 20 volte rispetto a quelli osservati in C1. massimo I presunti Vibrio sono stati identificati per via biochimica con i sistemi API III quartile 20E e/o da API 20NE e sulla base del “sospetto fenotipico” 26 ceppi batterici, ┬ mediana Fig.2-Box-plots relativi alle abbondanze (UFC/ml)dei batteri eterotrofi coltivabili nelle stazioni C1 e D2. Box-plots of abundances of heterotrophic coltivable bacteria (UFC/ml) in C1 and D2 stations. I quartile minimo ┴ mediana Fig.1 - Box-plots relativi alle abbondanze batteriche (109 cell/l) nelle stazioni C1 I quartileBox-plots of bacterial abundances (109 cell/l) in C1 and D2 stations. 502 minimo Legenda: massimo III quartile ┴ C. Fabbro, E. Crevatin, P. Del Negro ┬ mediana I quartile minimo ┴ Fig.2-Box-plots relativi alle abbondanze (UFC/ml)dei batteri eterotrofi coltivabili Fig. 2 - Box-plots relativi alle abbondanze (UFC/ml) dei batteri eterotrofi coltivabili nelle staBox-plots of abundances of heterotrophic coltivable bacteria (UFC/ml) in C zioni C1 e D2. Box-plots of abundances of heterotrophic coltivable bacteria (UFC/ml) in C1 and D2 stations. ascritti alla specie V. parahaemolyticus, (16 provenienti da D2 e 10 da C1), sono stati sottoposti a caratterizzazione molecolare per verificare l’appartenenza alla specie e di conseguenza l’affidabilità dei kit. L’analisi molecolare ha confermato l’appartenenza alla specie V. parahaemolyticus di 13 dei Fig.2-Box-plots 16 ceppi provenienti dalla stazione (UFC/ml)dei D2, mentre batteri nessuno dei coltivabil relativi alle abbondanze eterotrofi “sospetti” provenienti daBox-plots C1 è risultato positivo. of abundances of heterotrophic coltivable bacteria (UFC/ml) in C Fig.3-Box-plots relativi alle abbondanze (UFC/ml) dei presunti Vibrio nelle stazio Box-plots of abundances of presumptive Vibrio (UFC/ml) in C1 and D2 stat Fig.3-Box-plots relativi alle abbondanze (UFC/ml) presunti Fig. 3 - Box-plots relativi alle abbondanze (UFC/ml) dei presunti Vibrio nelle dei stazioni C1 e Vibrio D2. nelle stazi Box-plots of abundances of presumptive Vibrio (UFC/ml) Box-plots of abundances of presumptive Vibrio (UFC/ml) in C1 and D2 stations. in C1 and D2 sta Conclusioni L’abbondanza di presunti Vibrio è risultata più elevata nella stazione D2, localizzata all’interno di una mitilicoltura, inoltre nel medesimo sito è stata confer- Molluschicoltura in acque costiere e sviluppo di Vibrio sp. 503 mata la presenza di V. parahaemolyticus utilizzando la caratterizzazione molecolare. Ciò lascia presumere una relazione tra la presenza delle mitilicolture e lo sviluppo delle Vibrionaceae. La caratterizzazione molecolare dei ceppi per mezzo della PCR ha messo in luce inoltre la poca affidabilità dell’identificazione fenotipica, effettuata con i kit API E e API NE, al momento considerati attendibili per una rapida identificazione delle Vibrionacee potenzialmente patogene. La discrepanza tra i risultati delle due diverse caratterizzazioni effettuate ha messo in evidenza come per i ceppi autoctoni di V. parahaemolyticus alcune risposte biochimiche (tra cui fermentazione di mannosio e arabinosio, decarbossilazione dell’ornitina) non siano univoche né determinanti. Ciò si ripercuote su diversi aspetti igienico-sanitari: non c’è ancora la capacità di individuare rapidamente possibili Vibrio patogeni nell’ambiente e quindi di definire un metodo di monitoraggio nelle zone di balneazione e di acquacoltura, ma è problematico anche l’aspetto riguardante il commercio di prodotti ittici poiché esiste sia il rischio di una sovrastima della presenza di Vibrio spp., che comporta il blocco dei prodotti in questione, sia quello di una mancata determinazione di specie patogene. Bibliografia DANIELS N.A., MACKIMAN L., BISHOP R., ALTEKRUSE S., RAY B., HAMMOND R.M., THOMPSON S., WILSON S., BEAN N.H.,GRIFFIN P.M., SLUTSKER L. (2000) Vibrio parahaemolyticus infections in the United States,1973-1998. J. Infect. Dis., 181: 16611666. DEPAOLA A., NORDSTROM J.L., BOWERS J.C., WELLS J.G., COOK D.W. (2003) - Seasonal abundance of total and pathogenic Vibrio parahaemolyticus in Alabama Oysters. Appl. Environ. Microbiol., 69 (3): 1521-1526. 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Il presente studio è stato svolto nell’ambito del progetto “Sviluppo di criteri di valutazione del rischio ambientale e sanitario associato a microorganismi patogeni in ambienti acquatici” promosso dal Ministero della Salute e dall’ISPESL e coordinato dalla dott.ssa M. Manganelli.