2 - Araberara

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P ERSONAGGI
LA CANTAUTRICE PREMIATISSIMA
ALL’ESTERO “IMMIGRATA” A SONGAVAZZO
araberara 2
22 Febbraio 2008
“BAUDO MI RIVOLEVA A SANREMO… MA LA STAGIONE MIGLIORE E’ STATA QUELLA DI FABIO FAZIO.
LE RADIO? PREFERISCONO ACCONTENTARE GLI SPONSOR PIUTTOSTO CHE LE CASE DISCOGRAFICHE…”
ARISTEA CANINI
Cristina Donà la voce la
usa come fosse un pastello
su cui disegnare emozioni
e lasciare andare le note, il
suo ultimo album si chiama
la ‘Quinta stagione’ che è il
periodo indefinito tra estate e autunno, un periodo
di transizione ma anche di
preparazione, dove tutto può
accadere se lo decidi oppure
non accadere mai. La ‘Quinta stagione’ è stata accolta
dalla critica nazionale e internazionale con recensioni
entusiaste e prodotto da una
major come La Emi. Cristina
che se ne frega del commerciale e pensa a fare le cose
che le piacciono.
Cristina Donà abita a
Songavazzo, con lei Davide
Sapienza, suo marito da un
sacco di anni, scrittore e giornalista musicale. “Dal 1993
siamo qui, in Val Seriana.
Davide veniva da anni in vacanza, ha deciso di trasferirsi
qui e mi ha messo l’aut aut, io
l’ho seguito”.
Cristina arriva da Rho,
nel milanese, finire a Songavazzo, 700 anime, come è?
“Non è stato facile all’inizio,
ho avuto momenti di amore e
odio, poi ha prevalso l’amore.
Rho non è proprio come i paesotti alla periferia di Milano,
c’è un bel centro storico, un
santuario abbastanza famoso”. Cristina finite le scuole
dell’obbligo si iscrive all’Accademia di Brera a Milano:
“Per me passare da Rho a Milano è stato un grosso salto,
l’impatto con la grande città
è stato particolare”.
Cristina conosce Davide
per colpa… della musica:
“L’ho conosciuto nel 1987, io
sono sempre stata una grande
appassionata di musica, per
me la musica è vita, ascoltavo
gli U2, e in quel periodo era
uscita una rivista bimestrale
che parlava proprio degli U2,
un fan club, uno dei primi
al mondo, un bimestrale che
si riceveva solo in abbonamento, a fare la rivista era
Davide. Un amico in comune
li conosceva, ci siamo incontrati, me li ha presentati, ho
cominciato a frequentarli.
In quel periodo io studiavo
scenografia all’Accademia di
Brera”. Mica solo la musica:
“Ho lavorato nei teatri, anche alla Scala di Milano, mi
piaceva, poi arrivi a un certo
punto che decidi di seguire la
tua passione e il resto si fa da
parte” e Cristina comincia
così a suonare il suo primo
strumento, la voce: “Già, mi
piaceva cantare, all’inizio mi
accompagnavo con la chitarra, strimpellavo qualcosa e
cantavo, poi ho cominciato
a prendere lezioni, ho approfondito il discorso vocale”.
E qui arriva Davide: “E’
stato fondamentale e lo è sempre. E’ il mio stimolo, mi ha
spinto a non mollare, a provarci, a seguire le mie voglie e
a farle diventare il mio lavoro
che poi è la cosa più bella della vita, fare quello che piace,
qualsiasi cosa sia”.
La prima musica che Cristina comincia a mettere addosso alla sua voce è quella
del ‘boss’, Bruce Springsteen:
“La prima canzone in assoluto che ho proposto è stata una
delle sue, mi è sempre piaciuto tantissimo, come tutta la
musica internazionale, non
per questo disdegno quella
italiana, Lucio Battisti sopra
ogni cosa”. E infatti nel suo
ultimo album c’è una canzone
‘Migrazioni’ che è un omaggio a Battisti: “Lucio Battisti
è sempre stato un innovatore,
un precursore della musica, è
stato uno dei primi a capire e
proporre certe sonorità internazionali in Italia. Ha avuto
Walsh come fonico nella canzone ‘Una donna per amico’,
negli album ha molti riferimenti ai Pink Floyd. Battisti
La quinta
stagione
di Cristina Donà
era un grande ascoltatore,
sapeva captare le novità e
rielaborarle”. Donà che in
casa cresce però con Fabrizio De Andrè: “Mia sorella maggiore lo ascoltava e
così sono cresciuta con La
canzone di Marinella, la
Guerra di Piero, Pescatore.
Io quando scrivo sono legata alle immagini, poi da
quelle parto a costruire i
testi. Sono influenzata dai
vari autori che col tempo ho
ascoltato, per esempio Tom
Waits e Bruce Springsteen”.
La sua prima canzone
Cristina se la scrive nella
sua stanza e poi il grande
salto: “Chitarra e voce, da
qualche tempo suonavo co-
ver nei locali ma non avevo
mai proposto pezzi miei”.
Davide sente cantare
Cristina e il suo fiuto da
talent scout gli dice che sì,
bisogna provare a liberare
quella voce: “Ho cominciato
a scrivere cose mie, ma non
le proponevo, suonavo nei
locali, poi spontaneamente
dopo anni di cover è nata
l’esigenza di scrivere qualcosa di mio”.
Nel 1991 Davide la presenta a Manuel Agnelli,
mente degli Afterhours,
Cristina ormai si ciba di
musica e arriva la sa prima
canzone inedita: “Si chiamava ‘l’aridità dell’aria’
ed è poi finita nel mio pri-
mo album. Quando l’ho
suonata la prima volta ero
emozionata, me lo ricordo,
un conto è suonarla da soli
nella propria stanzetta, un
altro è suonare una tua canzone davanti alla gente però
mi ricordo che l’impatto fu
buono, piacque” che gli artisti sono così, la fiducia la
trovi addosso ai consensi,
cibo per crescere nella creatività, per nutrirla.
E lì Cristina comincia a
essere una cantautrice e
non smette più. L’impressione è che ci sia un mondo
sotterraneo musicale che
vive una realtà tutta sua, di
cui si conosce poco o nulla,
tu per tanto tempo hai fat-
to parte di questo mondo:
“L’impressione nasce dal
fatto che c’è un giro sotterraneo di musica anche d’elite,
suo malgrado, purtroppo in
Italia diffondere la musica
è limitato e limitante, si è
abbassata notevolmente la
qualità perché ci sono parametri di controllo che molte
volte con la musica c’entrano poco”. Cristina racconta
il dietro le quinte: “C’è una
società che controlla i passaggi radiofonici, la Radio
Music Control, l’idea era
quella di far controllare i
passaggi radiofonici delle
canzoni nelle radio ma si è
rivelata un’arma a doppio
taglio, vengono monitorate
SCHEDA
Cristina Donà, una delle voci
più importanti e originali del panorama musicale, dopo il debutto
internazionale con l’album Cristina Donà del 2004, torna a quattro
anni da Dove sei tu il 7 settembre
2007 con La quinta stagione, album che segna anche il debutto su
etichetta Capitol-EMI. Un album
che festeggia il decennale di attività discografica con un grande
produttore: Peter Walsh.
All’inizio di tutto fu l’Accademia
di Brera e la passione per le discipline artistiche. Poi, nei primi
anni novanta, l’incontro che deciderà la prima parte della sua carriera, quello con Manuel Agnelli
che la invita ad aprire alcune date
per gli Afterhours: il suggerimento di Manuel è quello di scrivere
brani in italiano e quando Cristina, alcuni anni dopo, raccoglie
una manciata di canzoni da lei composte nasce subito la
collaborazione che porterà all’album di debutto Tregua
che vedrà la luce nel febbraio del 1997.
I riconoscimenti piovono da ogni parte, dal pubblico,
dalla critica: è Targa Tenco come miglior album di debutto, vince i referendum annuali di tutti i mensili musicali italiani (compreso quello di Musica & Dischi). Al
concerto che la consacra vincitrice di Max Generation
1997 conosce il grande artista inglese Robert Wyatt e
pochi mesi dopo Wyatt vota Tregua tra i suoi cinque album preferiti dell’anno appena trascorso per l’influente
mensile britannico Mojo. Sin dai primi tour si capisce
che Cristina Donà è venuta per riproporre un’antica
ricetta, con ingredienti nuovi: mai ripetersi, sempre
cercare, costantemente tenere viva l’intensità della propria arte senza concedersi divagazioni autocelebrative:
anche quando si trova a dividere il palco con Ben Harper e David Byrne.
Inghilterra: il famoso critico, radio-giornalista e produttore Charlie Gillett ascolta Tregua e presenta la sua
musica alla BBC. Intanto Cristina sta già scrivendo il
materiale che andrà a comporre l’album Nido, pubblicato nel novembre 1999. Nido vede collaborazioni importanti (Mauro Pagani, Morgan, Marco Parente e la
produzione di nuovo affidata a Manuel Agnelli) suggellate dal “grande uomo magico” Robert Wyatt che “interviene” in una delle canzoni più amate dal pubblico,
Goccia.
Nel 2000 la Targa SIAE del Club Tenco, come miglior
artista emergente, chiude l’annata in bellezza. L’anno
nuovo si inaugura con un breve tour assieme ad Ani di
Franco ma è l’invito al prestigioso Meltdown Festival
alla Royal Festival Hall di Londra, prima artista italiana nella storia della manifestazione che vede come direttore artistico un grande del rock mondiale ogni anno
diverso (nel 2001 è Robert Wyatt), che permette a Davey
Ray Moor di vederla sul palco per la prima volta. Mentre è impegnata nella stesura delle canzoni per il terzo
album, nel gennaio 2002 suona a Groningen (Olanda)
all’interno dell’ Eurosonic Festival e decide che per la sua prima
produzione internazionale, con
la quale desidera “esportare” il
terzo album di studio, Davey Ray
Moor potrebbe essere l’uomo giusto: Dove Sei Tu viene inciso tra
Italia, Inghilterra e le montagne
di casa. Il nuovo album entra in
classifica e i tre singoli sono accolti molto bene. Triathlon, registrato assieme a Samuel e mixato da Max Casacci dei Subsonica,
vola in alta rotazione su MTV
per tutto il periodo estivo.
Nel settembre 2004, esce anche
in Italia Cristina Donà, il primo
album in inglese dell’artista che
Rykodisc International pubblica
in tutto il mondo, lanciandolo
con uno showcase elettrizzante
al Betsey Trotowood di Londra.
Mojo la premia con 4 stelle, Uncut come una rivelazione, Billboard Europe come un
prodotto finalmente originale dall’Italia, Downbeat,
bibbia mondiale del jazz e del blues, come album import di vocalist non di genere, il prestigioso quotidiano
Sunday Times, nel mensile di cultura e spettacolo allegato al giornale, inserisce la musica di Cristina Donà
nel cd-rom arricchendo l’omaggio con una bellissima
recensione; ma ci sono radio e riviste di tutta Europa
pronte a decretare la forza e l’originalità della proposta
di Cristina.
L’uscita dell’album è seguita da due tour europei
(Germania, Francia, Inghilterra, Olanda, Svezia, Belgio), importanti apparizioni radiofoniche internazionali
come l’invito a “BBC London Live” da Robert Elms e
il concerto registrato per “Women in emotion” di Radio
Bremen. Peculiare l’invito al festival Polar Spectacle, a
Vadso, in Norvegia. Ad applaudirla i concerti londinesi
Phil Manzanera dei Roxy Music e altri personaggi di
spicco. A fine 2004 ritira il Premio Chatwin 2004 come
artista nel mondo e nella stessa sera riceve la targa
Siae .
Scritto tra il 2006 e l’inizio del 2007 La quinta Stagione viene registrato all’Esagono di Rubiera nella primavera del 2007. Il produttore Peter Walsh (Scott Walker,
Simple Minds, the Church, Peter Gabriel, etc) sintetizza i diversi stili musicali della Donà. L’idea fondante
dell’album viene dalla medicina tradizionale cinese per
la quale “quinta stagione” segna un passaggio: il periodo intermedio tra le stagioni, durante il quale corpo e
spirito si preparano al cambiamento. Intorno al concetto di “preparazione all’eventualità di dover verificare la
forza del tuo essere persona” che gli appunti musicali e
gli scritti di Cristina Donà hanno dato forma a La quinta stagione. La quinta stagione viene premiato come miglior album italiano del 2007 da Musica e Dischi, il prestigioso mensile di settore, con un referendum su 100
giornalisti. Cristina, che ha appena concluso la prima
parte di tour nei club e alcuni teatri italiani, ritornerà
presto sui palchi assieme alla sua band.
pochissime radio, io le cifre
esatte non le so, ma faccio un
esempio, 20-25 radio quando
in Germania sono magari
100-150, c’è un’incredibile
sproporzione sul monitoraggio e sono quelle radio che
decretano i successi”.
Facciamo un esempio:
“Succede che una radio come
RTL 102.5 trasmette solo
grandi successi, se tu non
entri al 25esimo posto di Radio Music Control non sei un
grosso successo, non ti passano, e poi dipende troppo dalla
trasmissione, dal coautore, è
cambiato tutto. Prima la radio andava in ginocchio dalla casa discografica per poter
avere l’anteprima del disco,
adesso succede l’esatto contrario”.
Cristina che adesso è in
una major come La Emi ma
fino a poco tempo fa pubblicava per la Mescal: “Una
casa discografica piccola, con
pochi investimenti, difficile
da poter lanciare un brano
dove dietro occorrono capitali
ingenti, lo può fare una casa
discografica grossa, dove il
suo potere d’acquisto è alto.
Le radio preferiscono accontentare gli sponsor piuttosto
che le case discografiche. Mi
spiego, se una ditta di telefoni
cellulari acquista degli spazi
pubblicitari in una radio,
la radio cercherà di passare
musica che possa soddisfare
ed attrarre il pubblico che
appartiene a quel prodotto,
sempre presumendone le preferenze. C’è la presunzione
che la musica la facciano gli
sponsor, in realtà la gente va
educata alla musica”.
Tu sei molto più famosa
all’estero che in Italia: “E
invece è una bufala, è vero
che ho avuto grossi riconoscimenti fuori dall’Italia ma ho
una buona visibilità anche
qui, ho saputo costruirmi un
seguito importante in questi
anni. Baudo mi voleva al festival”. E invece? “Per motivi
a me sconosciuti la canzone
è piaciuta ma non è passata, ma il festival è così, deve
rispondere a certe logiche, lo
scorso anno ho cantato all’Ariston con Nada e siamo
piaciute molto. Ma ogni anno
si cerca anche giustamente
di cambiare prodotti. Il problema della musica italiana
non è sicuramente il festival
ma i programmi musicali in
televisione che non esistono.
Che programmi ci sono che
promuovono la musica? La
crisi è sotto gli occhi di tutti e
non è sicuramente solo colpa
di Internet”.
Il problema è la diffusione:
“E’ difficilissimo far passare
i pezzi in tv e in radio, poi
capita che incontri il personaggio giusto al momento
giusto, quando a Sanremo
c’era Fabio Fazio qualcosa
era cambiato, aveva voluto i
Subsonica, i Quintorigo, impensabili per alcuni a Sanremo e invece fu una scelta coraggiosa e importante per la
musica italiana, due anni di
oasi poi tutto è tornato come
prima”. Quest’anno qualcosa
di nuovo c’è: “Sì, ma Frankie
NRG è già comunque famoso
anche se è una scelta in un
certo senso innovativa per il
festival, penso poi alle nuove
proposte, ho ascoltato quelle
dello scorso anno ma a parte
due o tre carine, è sempre la
stessa roba, manca coraggio
e senza quello non si va da
nessuna parte, si galleggia
ma non si nuota”. E Internet
non diventa più un ‘ammazzamusica’ ma un ‘salvamusica’: “Sì, perché è un’oasi per
chi non avrebbe altro modo
per far conoscere la propria
musica, penso a Myspace, lì
i giovani fanno sentire i loro
prodotti, un mondo sommerso immenso dove ci sono sicuramente proposte interessanti ma le grandi radio e
segue a pag. 37
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