Lezioni di economia
INFLAZIONE E DEFLAZIONE
Prof. Piergiorgio Masala, lezione di diritto
ed economia.
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Inflazione e deflazione
INFLAZIONE
È l'aumento prolungato del livello medio
generale dei prezzi in un dato periodo di
tempo.
L'aumento dei costi di produzione, in particolare delle
materie prime e del lavoro, provoca la reazione delle
imprese che aumentano i prezzi di vendita dei prodotti.
CAUSE
Un eccesso di domanda rispetto all'offerta provoca un
aumento dei prezzi, se e fino a quando la produzione
non riesce ad adeguarsi. I consumatori, in sostanza,
faranno a gara per accaparrarsi i pochi beni sul
mercato e i prezzi tenderanno a crescere.
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EFFETTI
IMMEDIATI
Determina la perdita di capacità di acquisto della
moneta. In altri termini, le retribuzioni si
impoveriscono, potendo i consumatori acquistare
una minore quantità e qualità di beni e servizi.
Le famiglie con basso reddito sono costrette a
ricorrere ai risparmi per fronteggiare i bisogni
quotidiani.
EFFETTI
INDIRETTI
Le famiglie a reddito più elevato, che
mantengono ancora la capacità di risparmio,
rendendosi conto che il denaro accantonato si
svaluta, acquistano beni-rifugio (case, metalli
preziosi, opere d’arte, etc.).
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L’INFLAZIONE
CREA ALTRA
INFLAZIONE
Insomma, l’inflazione riduce i
risparmi e fa aumentare i consumi.
Ma come sappiamo, l’aumento della
domanda dei beni determina ancor
di più l’aumento dei prezzi.
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CHI NE
È PIÙ
COLPITO?
I lavoratori dipendenti, non potendo
adeguare con prontezza gli stipendi ai
prezzi, subiscono una perdita maggiore
rispetto agli autonomi.
I creditori, in astratto, vengono penalizzati
rispetto ai debitori. Quando ai primi
verranno restituiti i prestiti, il loro reddito
reale sarà diminuito. In concreto, però, le
banche si cautelano prevedendo interessi
alti capaci di assorbire la diminuzione del
reddito.
Le imprese soffrono di una diminuzione
dei consumi e
sono demotivate ad
investire.
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RIMEDI
Se l’inflazione è da domanda, il Governo
aumenterà la pressione fiscale per scoraggiare i
consumi.
Se l’inflazione dipende dal costo del lavoro, il
Governo dovrà prevedere il blocco dei salari
per contenere i prezzi.
Strisciante, quando l’aumento dei prezzi su
base annua è inferiore al 10%.
INTENSITÀ
Galoppante, quando il tasso supera la doppia
cifra.
Iperinflazione, quando l’aumento è fuori
controllo e la moneta è completamente
svalutata.
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Il tasso inflattivo viene calcolato dall’ISTAT,
Istituto Nazionale di Statistica, che si occupa
di indagini economiche (per esempio, stima
l’indice di disoccupazione) e dei censimenti
della popolazione.
CALCOLO
Il calcolo si basa su due diversi “panieri”, cioè
carrelli della spesa virtuali.
L’indice NIC ha ad oggetto un paniere di beni
e servizi richiesti dalla generalità delle
famiglie italiane.
L’indice FOI è più specifico perché considera il
paniere di beni e servizi delle famiglie la cui
persona di riferimento è un lavoratore
dipendente (impiegati ed operai). Al FOI si
adeguano, ad esempio, gli affitti degli
immobili e gli assegni di mantenimento
dovuti al coniuge separato.
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Il paniere, formato da oltre mille prodotti,
viene annualmente aggiornato alle abitudini
di spesa degli italiani.
QUALI BENI
E SERVIZI?
Nel 2014, ad esempio, sono stati campionati
per la prima volta il formaggio grattugiato in
confezione, il formaggio spalmabile in
confezione, il caffè in cialde o capsule, la
macchina da caffè in cialde o capsule, i
sacchetti ecologici per rifiuti organici, la
sigaretta elettronica e le relative ricariche.
Sono, invece, usciti dalla rilevazione lo
yogurt biologico, il tailleur e la riparazione
degli apparecchi audiovisivi e informatici: i
primi
due
sono
stati
sostituiti
rispettivamente dallo yogurt probiotico e
dall‘abito donna.
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DEFLAZIONE
È la diminuzione del livello dei prezzi in
un
dato
periodo
di
tempo.
Tecnicamente, si verifica quando il tasso
di inflazione scende sotto lo 0%.
È un fenomeno persino più insidioso
dell’inflazione. Perché?
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LE
APPARENZE
INGANNANO
Se con l’inflazione il valore reale del
denaro diminuisce nel tempo (un euro
non mi basta più per comperare un
chilo di carote, come accadeva un anno
prima), con la deflazione la capacità di
acquisto aumenta (con un euro posso
acquistare il doppio delle carote che
compravo l’anno prima).
Quali, allora, gli effetti negativi?
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UNA
PROFONDA CRISI
1. Il consumatore, attendendo l’ulteriore calo dei
prezzi, è portato a rinviare l’acquisto dei beni. Del
pari, un’impresa potrebbe decidere di rimandare
un investimento in attesa di trovare un prezzo più
vantaggioso. In sostanza, alla deflazione si collega
un ciclo recessivo, cioè di contrazione della
domanda, della produzione e, inevitabilmente,
dell’occupazione.
2. La riduzione dei prezzi si ripercuote per le imprese
sui ricavi, anch'essi in calo. Ne deriva il tentativo
da parte delle imprese di ridurre i costi, attraverso
la diminuzione degli acquisti di beni e servizi da
altre imprese, delle retribuzioni dei
loro
lavoratori e un minor ricorso al credito.
3. Il PIL non cresce, anzi cala, mentre cresce il debito
pubblico, che in Italia è già altissimo. Il
mantenimento di un rapporto fra PIL e debito
pubblico entro determinati parametri è uno dei
vincoli fondamentali di Maastricht, il trattato che
ha regolato l’eurozona.
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1. Le banche centrali possono ridurre il tasso di
interesse(si dice di sconto) a cui prestano il
denaro alle varie banche, le quali, a loro
volta, sono incentivate a prendere a prestito,
facendo aumentare il denaro in circolo.
RIMEDI
2. Le banche centrali possono stampare denaro
(il così detto quantitative easing) per
comprare titoli pubblici e privati. L’effetto è il
medesimo: l’incremento della moneta
circolante.
È questa la strategia che la Banca Centrale
Europea, guidata dall’italiano Mario Draghi,
ha annunciato per il biennio 2015-2016 per
far riprendere i consumi, favorendo la ripresa
dell’economia dei 28 Paesi U.E. : 60 miliardi
di euro di titoli di Stato e privati al mese per
due anni!
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