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Febbri Emorragiche
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Scheda
La patologia
AGENTI EZIOLOGICI
I VIRUS DELLE FEBBRI EMORRAGICHE
Filoviridae (i virus di Ebola e Marburg);
Arenaviridae (i virus della febbre di Lassa, Machupo, Argentina, ecc.);
" Bunyaviridae (hantavirus, virus delle febbre emorragica della Rift Valley,
ecc.);
" Flaviviridae (virus della febbre gialla e dengue).
Virus a RNA rivestiti da un envelope di natura lipidica.
Diversi virus sono in grado di causare le sindromi delle febbri emorragiche;
l’elenco comprende i seguenti virus ad RNA:
" Filoviridae (i virus di Ebola e Marburg);
" Arenaviridae (i virus della febbre di Lassa, Machupo, Argentina, ecc.);
" Bunyaviridae (hantavirus, virus delle febbre emorragica della Rift Valley,
ecc.);
" Flaviviridae (virus della febbre gialla e dengue).
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CARATTERISTICHE GENERALI
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Serbatoio naturale in animali o insetti (principalmente roditori o artropodi).
Limitazione ad aree geografiche dove è collocato il serbatoio naturale.
L’uomo si infetta tramite il contatto con l’ospite infetto. La trasmissione
interumana può verificarsi occasionalmente a partire da soggetti affetti.
Fenomeni epidemici si verificano sporadicamente e senza regolarità e pertanto non possono essere previsti.
Fatta eccezione di rari casi, non esiste alcun trattamento specifico.
L’uomo può essere infettato venendo a contatto con animali infetti o
mediante vettori artropodi. Le infezioni sono caratterizzate da un danno
vascolare e da una alterata permeabilità, mentre i sintomi comunemente
comprendono febbre, mialgia, prostrazione, emorragie delle mucose e
shock.
La terapia è principalmente di supporto e la morbilità e la mortalità sono
molto elevate.
Solo i centri di riferimento con livello di biosicurezza totale (BSL 4), attrezzati con laboratori a pressione negativa e di protezioni ermetiche per gli
operatori, possono eseguire diagnosi mediante esami colturali, immunologici, istologici e molecolari.
FEBBRI EMORRAGICHE
AGENTI EZIOLOGICI
Virus di 4 distinte famiglie (Arenavirus, Filovirus, Bunyavirus, Flavivirus) che
condividono le seguenti caratteristiche:
" Virus a RNA rivestiti da un envelope di natura lipidica.
" Serbatoio naturale in animali o insetti (principalmente roditori o artropodi).
" Limitazione ad aree geografiche dove è collocato il serbatoio naturale.
" L’uomo si infetta tramite il contatto con l’ospite infetto. La trasmissione
interumana può verificarsi occasionalmente a partire da soggetti affetti.
" Fenomeni epidemici si verificano sporadicamente e senza regolarità e
pertanto non possono essere previsti.
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Fatta eccezione di rari casi, non esiste alcun trattamento specifico.
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FEBBRI EMORRAGICHE DI CLASSE A:
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Febbre di Lassa;
Malattia da virus Ebola;
Malattia da virus Marburg.
FEBBRE DI LASSA
AGENTE EZIOLOGICO: virus della famiglia degli Arenavirus diffuso in alcuni paesi del West Africa (Guinea, Liberia, Sierra Leone, Nigeria).
MODALITÀ DI TRASMISSIONE: il serbatoio è costituito da una specie di
ratti africani (genere Mastomys) presso i quali il virus causa un’infezione
inapparente.
La trasmissione all’uomo avviene attraverso contatto diretto con urine o
saliva del roditore infetto o con materiali contaminati.
Può avvenire anche per ingestione di cibo contaminato o per inalazione di
particelle contaminate da secrezioni dei roditori.
È possibile la trasmissione interumana per via aerea o con il contatto con
sangue, tessuti, secrezioni e liquidi biologici di soggetti infetti.
Il contagio può avvenire inoltre tramite materiale sanitario contaminato
(aghi). Il contagio da contatto di cute integra non è descritto.
MANIFESTAZIONI CLINICHE: dopo 7-10 giorni l’esordio è caratterizzato
da febbre elevata, malessere generale e artralgie. In una minoranza dei
casi, durante la seconda settimana di malattia, compaiono dolore retrosternale, dolore lombare, tosse, addominalgie, vomito, diarrea, congiuntivite, edema facciale, proteinuria, emorragie cutanee e mucose.
L’evoluzione è frequentemente infausta con decesso per shock ipovolemico
ed insufficienza epatica acuta.
Nei pazienti che sopravvivono può residuare sordità o ipoacusia.
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PREVENZIONE: si basa principalmente sull’accortezza nell’evitare il contatto con i roditori serbatoio dell’infezione e quindi sull’igiene ambientale e
sulla corretta eliminazione dei residui alimentari.
Il paziente affetto da febbre di Lassa deve essere strettamente isolato e assistito osservando delle precise norme per evitare il contatto (uso di guanti,
maschere, camici, stivali e sterilizzazione dell’equipaggiamento).
I Centers for Disease Control and Prevention in collaborazione con
l’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno steso delle linee guida pratiche per la prevenzione della trasmissione dei virus emorragici in ambiente
ospedaliero (Infection Control for Viral Haemorragic fevers in the African
Health Care Setting). Non esiste un vaccino efficace.
MALATTIA DA VIRUS EBOLA
AGENTE EZIOLOGICO: virus della famiglia dei Filovirus, di cui sono state
identificate quattro specie.
MODALITÀ DI TRASMISSIONE: il serbatoio naturale del virus è sconosciuto e pertanto non sono note le modalità di trasmissione all’inizio di un’epidemia. Si ipotizza che il caso indice origini dal contatto con animali infetti.
Successivamente il virus si diffonde per contatto diretto con sangue o liquidi biologici dei soggetti affetti o per contatto con oggetti contaminati dalle
secrezioni infette.
MANIFESTAZIONI CLINICHE: dopo 3-18 giorni dal contagio compaiono
febbre, cefalea, artromialgie, faringite, vomito, diarrea profusa ed esantema
maculopapuloso. A distanza di una settimana si manifestano fenomeni
emorragici viscerali che portano al decesso.
PREVENZIONE: è difficile applicare delle misure di prevenzione primaria
poiché il serbatoio del virus è sconosciuto. Il paziente affetto da malattia da
virus Ebola deve essere strettamente isolato e assistito osservando delle
precise norme per evitare il contatto (uso di guanti, maschere, camici, stivali e sterilizzazione dell’equipaggiamento).
I Centers for Disease Control and Prevention in collaborazione con
l’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno steso delle linee guida pratiche per la prevenzione della trasmissione dei virus emorragici in ambiente
ospedaliero (Infection Control for Viral Haemorragic fevers in the African
Health Care Setting). Non esiste un vaccino efficace.
MALATTIA DA VIRUS MARBURG
AGENTE EZIOLOGICO: virus della famiglia dei Filovirus, diffuso in Uganda,
Kenya e Zimbawe.
MODALITÀ DI TRASMISSIONE: la malattia è stata per la prima volta identificata a Marburg (Germania) tra il personale di laboratorio addetto alla
manutenzione di scimmie africane (Cercopithecus aethiops). Tuttavia il serbatoio animale del virus è ad oggi sconosciuto. Il virus può diffondersi per
contatto diretto con scimmie o persone infette, o con i loro liquidi biologici, o tramite oggetti contaminati da sangue o tessuti infetti.
MANIFESTAZIONI CLINICHE: dopo un periodo di incubazione di 5-10 giorni, la malattia ha un esordio brusco con febbre, brividi, cefalea, mialgie,
vomito e diarrea.
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Le domande più frequenti
Dopo circa 5 giorni compare un esantema maculopapuloso localizzato
soprattutto al tronco.
Nel 30% dei casi circa si manifesta poi una sindrome emorragica con gengivorragia, melena, ematemesi. Si possono associare ittero, pancreatite,
insufficienza epatica, delirio e insufficienza multi - organo.
La mortalità è pari al 23-25%.
PREVENZIONE: è difficile applicare delle misure di prevenzione primaria
poiché il serbatoio del virus è sconosciuto.
Il paziente affetto da malattia da virus Marburg deve essere strettamente
isolato e assistito osservando delle precise norme per evitare il contatto
(uso di guanti, maschere, camici, stivali e sterilizzazione dell’equipaggiamento).
I Centers for Disease Control and Prevention in collaborazione con
l’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno steso delle linee guida pratiche per la prevenzione della trasmissione dei virus emorragici in
ambiente ospedaliero (Infection Control for Viral Haemorragic fevers in
the African Health Care Setting).
Non esiste un vaccino efficace.
e le risposte dei Medici di Medicina Generale
Che cosa sono i virus delle febbri emorragiche?
Sono un eterogeneo gruppo di virus (il più noto è il virus di Ebola), la maggior parte dei quali trasmessi all’uomo da animali vettori (roditori o artropodi) tramite morsicatura.
Come si manifestano?
Con febbre elevata, dolori muscolari violenti e successivamente gravi fenomeni emorragici in tutto il corpo.
È possibile la trasmissione da uomo a uomo?
Sì, i soggetti ammalati sono altamente contagiosi ed il personale sanitario
che ha contatti con malati o con materiale infetto deve adoperare misure di
massima sicurezza (maschere, tute, guanti ecc.).
Sono malattie mortali?
Sì, hanno una mortalità elevatissima.
C’è modo di prevenirle?
Non esistono ad oggi vaccini. La prevenzione primaria consiste nel proteggersi dalle morsicature degli animali vettori nelle zone ad alta endemia
(principalmente Africa).
C’è il rischio di un uso a fini di terrorismo?
Nella classificazione CDC sono in classe A, ma l’estrema difficoltà e pericolosità nel maneggiarle, oltre alle difficoltà di reperimento, rendono estremamente improbabile, quasi impossibile, un loro uso a questi fini.
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