Prevenzione delle infezioni da HPV e del tumore del

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COMUNE DI PARMA
Conferenza Stampa
Prevenzione delle infezioni da HPV
e del tumore del collo dell’utero
Azienda USL e Comune di Parma
organizzano un convegno il 15 maggio
Parma, 07/05/2010 – ore 11.30
Sala Riunioni Direzione Generale AUSL di Parma
Strada del Quartiere n. 2/a – II piano
Alla conferenza stampa intervengono:
Antonio Balestrino, Direttore Dipartimento Cure Primarie Distretto di Parma, Azienda Usl
Fabrizio Pallini, Delegato del Sindaco del Comune di Parma alla Sanità e Politiche per la
Salute
Lucia Ferrari, Specialista in igiene, Consulente del Comune di Parma
Antonio Slawitz, Presidente provinciale Sindacato SNAMI e Consigliere SNAMID di
Parma
NOTA PER GLI ORGANI DI INFORMAZIONE
“Prevenzione delle infezioni da HPV e del tumore del collo dell’utero” è il titolo del
convegno, organizzato da Azienda USL e Comune di Parma, in collaborazione con SITI
(Società Italiana di Igiene) sezione Emilia-Romagna e SNAMID (Società Nazionale di
Aggiornamento Medico Interdisciplinare), che si terrà sabato 15 maggio nella sala B del
Centro Congressi di via Toscana, a partire dalle 8.30.
Il Papilloma virus (o HPV – Human Papilloma Virus) è molto diffuso: ne esistono oltre 100
sierotipi, ma di questi solo alcuni sono capaci di provocare quelle alterazioni della mucosa
del collo dell’utero che possono portare al tumore. Fra questi sierotipi il 16 e il 18 sono i
più importanti, in quanto responsabili del 70% dei tumori del collo dell’utero.
Questa recente scoperta ha aperto prospettive concrete ed affidabili di interventi
preventivi e terapeutici, impensabili fino a pochi anni fa, e ancora poco conosciuti dalla
popolazione.
Obiettivo della giornata è quello di aggiornare medici e operatori sanitari ed informare i
cittadini sulle conoscenze scientifiche in merito a questo tema, in continua evoluzione.
Verranno, infatti, analizzate le attuali azioni di contrasto, tramite la vaccinazione, e
approfondite modalità di informazione, al fine di motivare le donne e le famiglie, anche
attraverso la scuola.
La malattia
L’infezione da HPV è la più comune delle infezioni a trasmissione sessuale. Si stima che
oltre l’80% delle donne sessualmente attive si infetti nel corso della vita. Il rischio di
contrarre l’infezione comincia col primo contatto sessuale e può perdurare per tutta la vita,
ma l’incidenza è più alta nelle donne attorno ai 25 anni. L’uso del profilattico riduce il
rischio, ma non protegge completamente da questa infezione. Nella maggior parte
delle donne l’infezione è transitoria, asintomatica (cioè la donna non si accorge di nulla) e
guarisce spontaneamente; solo nel 10% circa diventa persistente. L’infezione
persistente con HPV oncogeni è la condizione necessaria per l’evoluzione a tumore.
Tuttavia di quel 10% con infezione persistente solo una piccola parte svilupperà il
tumore del collo dell’utero in quanto il virus, pur necessario, non è sufficiente da solo a
sviluppare il tumore. Fumo di sigaretta, uso prolungato di contraccettivi orali, coinfezione
da HIV, più partner e più figli sono fra i fattori che contribuiscono allo sviluppo del tumore
del collo dell’utero. Il tumore del collo dell’utero è dunque un esito raro di una
infezione comune. Inoltre, si tratta di un processo molto lento: infatti possono passare
anche 20 anni tra l’infezione e la comparsa del tumore.
La vaccinazione
Dal 2008, la Regione Emilia-Romagna, per il tramite delle Aziende USL, ha aderito alla
campagna di vaccinazione nazionale contro il Papilloma virus. La vaccinazione è
proposta ogni anno, in forma gratuita, alle ragazze nel dodicesimo anno d’età,
residenti a Parma e provincia, con lettera di invito trasmessa dall’Azienda USL, a
presentarsi presso il servizio di pediatria di comunità, presente in ognuno dei quattro
distretti. Il ciclo vaccinale consta di tre dosi da eseguire nell’arco di 6 mesi e il vaccino
viene somministrato nel deltoide (parte alta del braccio) per via intramuscolare. Il vaccino
protegge da circa il 70% dei tumori del collo dell’utero, da quelli cioè dovuti a una
infezione da HPV 16 e 18. Pertanto, anche se vaccinate, le ragazze dovranno,
comunque, eseguire il pap-test, un semplice esame che permette di identificare tutte le
alterazioni cellulari del collo dell’utero e di intervenire con le cure necessarie prima della
loro evoluzione in tumore.
Per le ragazze di età compresa tra i 13 e i 18 anni, la vaccinazione è eseguita dai
servizi di Igiene Pubblica dell’Ausl – presenti nei quattro distretti - previo appuntamento da
parte dei genitori. In questo caso, la vaccinazione è soggetta al pagamento del ticket di
euro 69,50 a dose.
DATI DI ATTIVITA’
LA VACCINAZIONE CONTRO IL PAPILLOMA VIRUS
residenti n.
1° n.
2° n.
3° Tot.
dose
dose
dose
dosi
Nate
1998*
Nate
1997
Nate
1691
780
669
194
1643
% vacc.
con 1
dose
46.1
% vacc.
con 2
dosi
39.6
% vacc.
con 3
dosi
11.5
1717
1145
1088
1013
3246
86.7
83.4
59
1637
569
554
473
1596
34.8
33.8
28.9
1996
*: vaccinazione ancora in corso
Il vaccino
Entrambi i vaccini in commercio contro i Papilloma virus contengono i due principali sierotipi
(HPV16 e HPV18). Si tratta di vaccini ottenuti mediante raffinate tecniche di ingegneria genetica,
non contengono i virus vivi, ma solo particelle dell’involucro esterno e quindi non sono infettanti,
non possono riprodursi o causare malattia. Gli studi condotti finora, della durata di 5 anni, hanno
coinvolto circa 40.000 donne di età compresa fra i 9 e i 26 anni. I vaccini si sono mostrati
altamente efficaci nel prevenire le infezioni e le lesioni precancerose dovute ai due sierotipi
contenuti, (HPV 16 e 18). Da tutti gli studi è emerso che l’efficacia è molto elevata (90-100%)
nelle donne che non hanno ancora avuto rapporti sessuali e che non hanno quindi ancora
contratto l’infezione; mentre nelle donne che hanno già avuto rapporti sessuali l’efficacia si
abbassa a circa il 40%. Per questo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda di
somministrare il vaccino alle ragazze adolescenti nelle quali l’efficacia è massima.
Gli effetti collaterali
I vaccini si sono rivelati sicuri, ovvero non ci sono stati aumenti di reazioni avverse gravi nei gruppi
di popolazione su cui sono stati testati. Tuttavia, come per tutti i farmaci, sono possibili effetti
collaterali rari che si manifestano solo quando i farmaci sono usati diffusamente. Per questo è
importante segnalare all’operatore che ha eseguito la vaccinazione o al proprio medico di famiglia
qualunque sintomo particolare insorto dopo la vaccinazione. Nessuno dei due vaccini contiene
mercurio o thiomersal.
Le reazioni collaterali più frequentemente riscontrate sono: rossore, dolore, gonfiore e prurito
nel punto dove viene eseguita l’iniezione. Possono comparire anche febbre, mal di testa, dolori
muscolari e articolari, sintomi gastrointestinali, prurito, eruzioni cutanee, orticaria. Tali sintomi
comunque sono sempre stati di modesta entità e di breve durata. Le reazioni allergiche a
componenti del vaccino sono rare, come per tutti i vaccini.
Lo screening per la prevenzione dei tumori al collo dell’utero: il pap-test
Il Servizio Sanitario dell’Emilia-Romagna, attraverso il programma di screening per la prevenzione
e la diagnosi precoce dei tumori del collo dell’utero, garantisce gratuitamente, per il tramite delle
Aziende USL, a tutte le donne dai 25 anni ai 64 anni l’esecuzione del pap-test, ogni tre anni,
insieme a tutti gli approfondimenti diagnostici e alle terapie eventualmente necessari. Questo
screening è attivo dal 1998. Nella nostra provincia, è ora in corso il quinto round di chiamata,
che interessa circa 121.000 donne, di cui il 12.7% straniere. Il pap-test è un esame semplice,
veloce ed indolore.
Nella nostra provincia, l’adesione a questo screening è cresciuta in modo significativo nel corso
degli anni: nel 1998, anno di inizio, è stata del 31.3%, mentre l'adesione al quarto round di
chiamata è stata pari al 64.6% (media regionale: 60,9%). Nel comune di Parma, nel corso del
quarto round si è registrato un incremento di adesione del 18,48% (passando dal 42,83% del
novembre 2006 al 61,31% dell’ottobre 2009). Sempre nel corso del quarto round le donne
richiamate per gli accertamenti di 2° livello (esame colposcopico ed eventuale biopsia del collo
dell’utero) sono state 1.245 (pari all’1,87%, contro il 3,6% della media regionale). Le alterazioni
istologiche (lesioni pre-cancerose) di alto grado diagnosticate sono state 291; 7 sono stati i
carcinomi micro-invasivi/invasivi diagnosticati in corso di screening. Nel 2004 è stato effettuato uno
studio in collaborazione con il ‘Registro Tumori’ di Parma per confrontare il periodo prescreening (1988-1997) con il periodo di screening (1998-2001). Nel periodo di screening
esaminato si è registrato un decremento del 30% circa delle forme invasive, mentre la mortalità è
scesa dal 3,9/100.000 al 3,0.
Ufficio stampa
AUSL di Parma
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