•Adesso ci alziamo di quota e, dai fondovalle, passiamo alla fascia della media montagna •Corrisponde come vegetazione ai boschi, di latifoglie, misti e, alzandosi di quota, di sole conifere •1300 fino limite vegetaz arborea 1 Cervo (Cervus elaphus) Ordine Artiodattili – Famiglia Cervidi •In questa fascia vegetazionale e fino al limite della vegetazione arborea troviamo il cervo •In parte si sovrappone alle zone abitate dal capriolo, ma occupa anche quote più elevate •Competizione che “annienta” il capriolo si sovrappongono ai caprioli, ma può anche stare a quote maggiori palchi e corna più pascolatore, rispetto al capriolo, mangia più erba, preferisce ambienti con spazi più aperti (ha spalle larghe e palco grosso) 2 I palchi •Come altri cervidi possiede palchi, e cioè appendici ossee che vengono perdute e ricostruite ogni anno 3 •Ama l’acqua ma qui nel parco frequenta le zone del Brenta che ne sono più povere (quindi è adattabile) bagni di fango per rinfrescarsi e liberarsi dai parassiti (insogli) bramito per stabilire gerarchie tra maschi, parate maschi dei ranghi sociali più elevati hanno harem di femmine, le proteggono dagli altri maschi scortecciature: localmente possono provocare danni alle foreste. infilano gli incisivi inferiori sotto la corteccia e la strappano per mangiarla. è un comportamento che si verifica di più in situazioni di stress, alte densità di popolazione (Hyp. fa diminuire pH dello stomaco, sarebbe strategia contro l’acidità di stomaco) 4 Muflone (Ovis musimun) Ordine Artiodattili – Famiglia Bovidi •Introdotto negli anni 70 a scopi venatori con capi provenienti dall’Appennino •In Val Nambrone: 30 animali •In Val Genova: 20 animali •Nella zona meridionale del Pnab: 30 animali •Molto diffuso in Trentino orientale: Val di fassa, Monzoni, Vallarsa, Valsugana •La PAT dice che devono essere eradicati •Cacciatori ed ambientalisti non sono d’accordo è una pecora selvatica è stato introdotto negli anni ‘70 per scopi venatori, il piano faunistico provinciale ora prevede la sua eradicazione delle colonie non storiche (post 1970) e con meno di 100 capi. ma né cacciatori né ambientalisti lo vogliono, per ragioni opposte. Posizione del Parco: non si è ancora pronunciato, lo farà con il nuovo Piano Faunistico che sarà approvato tra poco pare competa con il camoscio, ma studi vecchi nel Parco ce n’è alcune popolazioni: 30 Val Nambrone 20 Val Genova 100 sopra Stenico 5 Muflone (Ovis musimun) Ordine Artiodattili – Famiglia Bovidi •Specie con range altitudinale notevole, in estate arriva fino alle creste in Trentino è presente con popolazioni abbondanti nella parte orientale: Val di Fassa, Val S. Niccolò (vicino a Canazei), qcsa in Val Sugana e Vallarsa nei periodi non riproduttivi, maschi e femmine stanno separati, in gruppi con gerarchie 6 Salamandra pezzata (Salamandra salamandra) Ordine Urodeli – Famiglia Salamandridi •Mediamente, tra i 15 e 30 cm di lunghezza; coda cilindrica •Grandi ghiandole paratoidi •Pelle velenosa per mucosa buccale dei predatori: unica strategia antipredatoria (colorazione aposematica) •Distribuita nei settori montani, fino a circa 1200 m (quota max: 2000 m, Val di Fumo; min 200); presente nei fondovalle e in media montagna •Boschi di latifoglie e misti conifere/faggi, con buona copertura e ruscelli con acque ben ossigenate e a debole corrente (larve presenti anche in invasi artificiali) •Tollera bene il freddo, può uscire prima del disgelo e tornare in ibernazione dopo le prime nevicate •Abitudini crepuscolari e notturne •Attività annuale per gli adulti: picco primaverile (aprile) e autunnale (ottobre) •Corteggiamento, poi spermateca raccolta dalla femmina •Fecondazione interna, può avvenire subito o dopo qualche mese •Larve crescono per circa un anno nel corpo della madre •Ovovivipara: larve partorite direttamente in acqua •Larve carnivore •Metamorfosi dopo 3-4 mesi 7 Chirotteri •Tutte le specie sono inserite come prioritarie in Direttiva habitat •Un’indagine conoscitiva nel Pnab ha segnalato 19 specie delle 36 presenti in Italia •Sono animali molto longevi (da inanellamenti si sono trovati individui con più di 30 anni) •Le specie italiane sono insettivore •Sono molto sensibili alle modificazioni ambientali (cambiamenti nelle costruzioni, gestione forestale, uso di fitofarmaci, ecc.) •Nella foto Pipistrelluspipistrellus 8 lli si e r t is i pip elli? ” e h ro c ai cap e v “È ccano atta •In Italia 36 specie, nel territorio del Parco + 10 km attorno una ventina (problemi per orecchioni e p.nano e pigmeo) •Longevi (più di 20 anni, caso record M. daubentoniinanellato ricatturato dopo 34 anni) •In foto e disegno: orecchione (Plecotusauritus) •In inverno entrano in ibernazione •Colonie in vecchie case o meglio chiese che non sono state bruciate dai numerosi incendi •Ultrasuoni •Migrazioni 9 Aspide (Vipera aspis) Ordine Squamata – Famiglia Viperidi •Passiamo ora ai rettili •Queste due specie, sin da quando eravamo piccoli erano considerate pericolosissime. In verità ogni tanto vengono colpiti i cani, ma le persone non muoiono da anni e anni (problemi ai malati cardio-circolatori) •Modalità di distinzione dai colubridi Vipera comune (Vipera aspis) Lunghezza max 75 cm; colorazione varia, ma qui dorso brunastro-mattone con barre scure; apice del muso rivolto verso l’alto Sta ad altitudini inferiori rispetto al marasso (non rilevata la sintopia); margini di boschi (latifoglie e conifere) confinanti con prati e zone umide dove sono presenti rifugi (muri a secco, cataste di legna) È risultata presente prevalentemente, ma certo non esclusivamente, nel Gruppo Montuoso di Brenta, soprattutto nell’intervallo compreso tra 800 e 1500 mslm, soprattutto in corrispondenza di aree ben esposte Attività da metà aprile a settembre Piuttosto sedentaria Combattimenti rituali tra maschi, con teste sollevate, corteggiamento lungo Femmine gravide si espongono di più al sole Da poco provata viviparità (passaggio sostanze nutritive al feto) Parti a settembre, 10 piccoli 10 Marasso (Vipera berus) Ordine Squamata – Famiglia Viperidi Marasso (Vipera berus) Lunghezza tot meno di 65 cm, max 90; Molto variabile come livrea, qui con ornamentazione dorsale continua; spesso melanico; apice del muso sfuggente Boscaglie di cespugli prostrati, oltre il limite del bosco, frammisti a massi e detriti rocciosi; frequenta anche alpeggi in quota, soprattutto se abbandonati È ben distribuito in tutto il Parco e anche sui territori ad esso attigui, in particolare è assai comune nell’intervallo altitudinale compreso tra 1500 e 2000 mslm (in Svizzera fino a 3000m!); tipicamente alpino, ben diffuso su entrambi i massicci del parco Diurna, ma attiva anche al crepuscolo Sedentario, soprattutto le femmine Prime uscite possono avvenire con ancora terreno in parte innevato; attività da metà di marzo a fine ottobre; picco nella seconda metà di luglio Ovoviviparo, femmine non tutti gli anni si riproducono Combattimenti tra maschi a fine maggio Nascite in settembre, 10 per nidiata 11 Modalità di distinzione tra di loro: aspis muso in su; berus arrotondato 12 Lince (Lynx lynx) Ordine Carnivori – Famiglia Felidi •Negli anni ’80 immessa in Val d’Adige orientale abusivamente •2 linci nel pnab •Poi uccise (girano foto) illegalmente (da bracconieri!!!!) •Questo atto comporta sanzioni amministrative e penali •Dopo queste vicende si è subito un rallentamento dei progetti di conservazione sulla lince (vd. Svizzera) nel 92-95 segnalate due linci nel trentino orientale, pare frutto di liberazioni abusive, che poi sono scomparse, probabilmente bracconate. Maschi adulti 20-26 kg, con massimi di 30 kg Lunghezza 85-130 cm; altezza alla spalla 55 e 100 cm Ha raggiunto i minimi della sua consistenza verso la metà del 1900: restavano pop orientali nei Carpazi e Balcani e ridotte e frammentate pop nell’Europa settentrionale, dal 1950 lenta ripresa delle pop scandinave, dagli anni ’70 tentativi di reintroduzione Nelle Alpi sono scomparse prima dal settore centro-orientale, perché i governi austriaci erano più determinati nell’eradicazione dei nocivi (premi in denaro) 13 •I cacciatori si sentono in competizione con i predatori naturali perché credono di dover essere loro a mantenere in numero adeguato le popolazioni di erbivori •In realtà il fattore limitante per loro sono il clima (inverni rigidi) e daltri fattori densità dipendenti (malattie, ecc.) La vista è l’organo di senso più sviluppato, nell’oscurità è 6 volte più sensibile di quella di un uomo Ha anche un udito molto fine, mentre l’olfatto è usato nella comunicazione più che nella ricerca della preda Caccia all’agguato, Uccide per soffocamento, mordendo le prede alla gola, artigli usati per immobilizzare la preda Può arrivare a vivere in natura 15-16 anni Habitat: legata ad ambienti forestali, ma non necessariamente alpini (stava nella macchia mediterranea). Studi svizzeri (radiotelemetria) mostrano che si spinge anche sopra il limite della vegetazione. Ora sta sui monti perché solo qui trova vasti ambienti non disturbati ed abbondanti popolazioni di prede cibo: caprioli e camosci sulle Alpi. Se il luogo in cui è avvenuta la predazione è tranquillo, la lince torna a consumare i resti, spesso la preda è parzialmente nascosta. Tralascia l’apparato digerente Mediamente 2 cuccioli ciechi, in un luogo ben protetto, mamma si occupa da sola di loro, allattandoli per circa 2 mesi 14 Lupo (Canis (Canis lupus) lupus) Ordine Carnivori – Famiglia Canidi Da Barry Lopez LUPI – Dalla parte del miglior nemico dell’uomo … Stephenson non ha mai sentito un Nunamiut pronunciarsi in modo degradante o sprezzante nei confronti di un lupo [AMAGUK in lingua Nunamiut]. Ne ammirano l’ l’abilità abilità di cacciatori poiché poiché sanno quanto sia arduo predare. Negli anni di vita collettiva di memoria tribale esistono poche storie di lupi che morivano di fame. I Nunamiut, al contrario contrario sono morti di fame… fame… •Il più vicino al Pnab è stato segnalato a 30 km… •Meno accettato socialmente dell’orso, perché visto sempre come cattivo; l’orso, forse perché è anche vegetariano ogni tanto fa la parte del buono Distribuzione dagli anni ’70 (min storico) continuo trend positivo, dal centro Italia (può essere anche non “abruzzese”, ma dell’Appennino tosco-emiliano) si è espanso verso nord ovest, seguendo l’Appennino (caso Ligabue investito sull’autostrada a Parma, collarato con GPS) In Sicilia si è estinto, probabilmente, all’inizio del secolo In Puglia seguiva le vicende della transumanza: non ci sono ampi boschi, lupi ci andavano in inverno, seguendo le grosse greggi In Trentino non è ancora arrivato, ma è a 30 km dal confine occidentale (Val Belviso, zona Aprica) NON PIÙ RANGO SOTTOSPECIFICO PER IL Canis lupus italicus (ora C. l. lupus) 15 •Anche per questa specie che sta tornando ad espandere l’areale occorre preparare la popolazione ad una convivenza pacifica Habitat: opportunista, per avere pop sane e stabili non necessita di enormi spazi intatti, poi migliori sono le condizioni, meglio stanno le popolazioni Tendenza agli spostamenti per cercare le risorse trofiche, ma enfatizzata dal continuo “disturbo” al formarsi di gruppi stabili (BRANCHI). Alta mortalità per vari motivi, così possono disgregarsi i nuclei esistenti e aumentano gli individui in dispersione (studiato nel Nord America, credevano di riuscire a controllare la pop con uccisioni controllate dagli aerei). NUCLEO: coppia riproduttiva + cuccioli dell’anno (meno numerosi dei BRANCHI), la situazione più frequente in Italia; forte gerarchia. Essendo sociale, c’è molta attenzione al passaggio “culturale” alla prole: quali risorse usare e come “TANE” usano strutture esistenti, come cavità naturali o allargano tane di altri animali o se la scavano direttamente ULULATI: ha diverse funzioni: •Comunicazione a distanza, interno al gruppo o tra gruppi (territorialità: anche segnali olfattivi) •Nei branchi, coesione sociale (es in Canada, prima della caccia, attività frenetica) 16 Riconoscimento da cane(Canis lupus familiaris) 17 Francolino di monte (Bonasa bonasia) Ordine Galliformi – Famiglia Tetraonidi •Passando agli uccelli vediamo una specie che è caratteristica dei boschi di montagna (900-1400m) •Escluso dal calendario venatorio nazionale •Monogamo, poco dimorfismo sessuale Quota 900/1300-1400 Escluso dal calendario venatorio nazionale dagli anni ’70-80, in ripresa, ma poco studiato Scarso dimorfismo sex: maschio ha gola nera ed è più rossiccio Fischio acuto con cui si può attirare il maschio territoriale (era usato dai cacciatori) Difficile da vedere perché sta nel fitto del bosco, preferisce zone con diversi strati vegetali: bosco ceduo con cespugli Nido a terra, come tutti i galliformi Quando scappa si posa sui rami Su Alpi centro-orientali (dall’Ossola) 5-6000 coppie stimate in Italia 18 Gallo cedrone (Tetrao urogallus) Ordine Galliformi – Famiglia Tetraonidi •… a differenza del suo “cugino” più grande gallo cedrone che è poligamo ed ha un forte dimorfismo sessuale •Da qui andando verso ovest sono state censite 3 zone di canti, da qui verso est un po’ di più, ma c’è una contrazione dell’areale e noi ci troviamo lungo il margine •Siamo quindi in una posizione importante per consentire l’esistenza di una metapopolazione, consentendo il collegamento tra gli individui più a est e quelli più a ovest Dal parco a ovest, pochi, verso est ce n’è tanti In Valtellina c’è, poi a ovest è a nord dell’Italia, in Piemonte estinto a fine secolo Noti casi di maschi “pazzi” che in fregola attaccano anche l’uomo; ipotesi: alterazioni fisiologiche dovute a peggioramenti e frammentazione dell’habitat Forte dimorfismo sessuale, maschio più colorato e grosso (86 cm contro 60): poliginia Femmina più lunga e rossiccia rispetto a quella di fagiano di monte 19 Gallo cedrone (Tetrao urogallus) Ordine Galliformi – Famiglia Tetraonidi •E’ una specie di forte interesse sociale: di solito non se ne occupano gli ornitologi ARENE: media di 1.4 maschi, in aree ottimali 3-5; PARATE: tra febbraio e metà giugno Quando canta sta anche in cima agli alberi •Specie legata al bosco e legata ad ambienti “maturi” Foreste di conifere, mangia aghi quasi esclusivamente, riesce ad assimilarli grazie ad uno stomaco particolarmente adattato Parata: maschio fermo, coda a ventaglio, alta, becco verso l’alto 20