…………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 58 GINKGO Nome botanico Ginkgo biloba Linnaeus Famiglia Ginkgoaceae Portamento Albero molto vicino alle conifere, a foglia larga e caduca, alto fino a 35 metri, slanciato e, in seguito, espanso, con tronco suddiviso in alto in grosse branche ascendenti, chioma mediamente fitta ed aspetto decisamente singolare. Scorza Grigio-bruna, solcata con rilievi sempre più evidenti con l’età che si intersecano l’un l’altro. Foglie Decidue, alterne, lungamente picciolate, coriacee, a forma di ventaglio con un intaglio al margine, cuneate alla base, larghe 6-9 centimetri, con venature simulanti un andamento parallelo, colore verde intenso che in autunno vira al giallo. Fiori Molto primitivi, unisessuali su alberi diversi (pianta dioica): i maschili a forma di brevi grappoli cilindrici, verdi; i femminili semplici piccoli ovuli riuniti a due a due, l’uno opposto all’altro all’apice di un lungo picciolo simulanti un martello a battute appuntite. Fioritura: in aprile contemporaneamente alla comparsa delle foglie. Frutti Carnosi della dimensione di una grossa ciliegia, di odore sgradevole a maturazione, contenenti un grosso seme duro. Origine Cina, dove esiste coltivato a memoria d’uomo, ma non in natura, pur essendo conosciuto in reperti fossili di 150 milioni di anni fa. Introdotto in Europa nel 1754. Utilizzo e note Importante e diffusissimo albero ornamentale in parchi oltre che per il portamento Storia e folclore Azione e impieghi medicinali anche per la straordinaria colorazione giallo-oro autunnale; unico neo la notevole produzione di frutti maleodoranti degli individui femminili. In Cina viene mangiato il seme abbrustolito ed inoltre, recentemente, il ginkgo ha avuto una riscoperta dal punto di vista terapeutico. Il nome sembra sia un’inesatta trascrizione dell’antico e ora non più usato nome giapponese “gin kyo” albicocco d’argento. Uno dei primi rappresentanti conosciuti di Ginkgo primigenia apparve sulla terra già nel periodo permiano (280-230 milioni di anni fa). Esemplari di Ginkgo, ancora oggi si possono ammirare risorti come l’Araba Fenice dalle proprie ceneri dopo l’esplosione nucleare del 1946 a Hiroshima. Nell’orto botanico di Padova si può ammirare un’esemplare risalente al XVII secolo. Da sempre usato nella medicina cinese. Una massiccia azione di ricerca iniziata nel 1960 ha stabilito l’importanza del Ginkgo per migliorare la circolazione cerebrale sufficiente ad aumentare la memoria, la concentrazione e dare soccorso nei casi di demenza. Principi attivi fondamentali: flavonoidi, gingkolidi, bilobalidi. Stimolante, tonico del sistema circolatorio, antispasmodico, antiallergenico, antinfiammatorio il Ginkgo è la medicina erboristica più nota in Francia e Germania. 59 …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 60 SPINO DI GIUDA Nome botanico Famiglia Gleditsia triacanthos Leguminosae Linnaeus Portamento Albero alto fino a 30 metri, slanciato ed espanso nella parte alta; chioma leggera e luminosa; caratteristiche le grosse spine composte sul tronco e sui rami. Scorza Liscia, con lenticelle e sfumature verdastre in gioventù, in seguito un po’ corrugata con qualche squama che si solleva, colore bruno più o meno scuro. Foglie Decidue, composte, pennate o bipennate, cioè con le foglioline piccole e strette inserite sul rachide una opposta all’altra, oppure tali segmenti a loro volta inseriti, uno opposto all’altro, su di un lungo picciolo, colore inizialmente quasi giallo poi verde chiaro. Fiori Bisessuali ed unisessuali poco appariscenti, colore giallo-verdognolo, riuniti in brevi infiorescenze cilindriche emergenti dai rami e dal tronco. Fioritura: maggio-giugno. Frutti Grossi e lunghi legumi, appiattiti e scarni, penduli, colore bruno-rossastro scuro con numerosi semi appiattiti e duri, lungamente persistenti sull’albero. Origine America settentrionale, dove prende parte a boschi misti con altre latifoglie. Introdotto in Italia nel 1712. Utilizzo e note Largamente utilizzato a scopo ornamentale in parchi e giardini. I legumi sono appetiti dagli animali ed il legno trova qualche utilizzazione in falegnameria. …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 61 …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 62 AGRIFOGLIO Nome botanico Famiglia Ilex aquifolium Aquifoliaceae Linnaeus Portamento Arbusto o piccolo albero, sempre verde, alto fino 10 metri, tronco diritto e rami eretti, chioma densa piramidale. Scorza Quasi liscia, colore grigio opaco nel tronco, verde-oliva nei rami. Foglie Sempreverdi, di media grandezza, ellittiche, coriacee; pagina superiore verde scuro in genere lucente, inferiore verde chiaro; generalmente a margine irregolarmente dentato e spinoso nelle parti basse, intero e senza spine nella parti alte. Fiori La pianta è dioica (fiori unisessuali su piante diverse). I fiori sono riuniti in piccoli gruppi ascellari: quelli maschili con 4 petali, bianchi talvolta marginati di rosso, profumati; i femminili bianchi, con vistoso ovario centrale verde scuro. Fioritura: aprile-maggio. Frutti Piccole drupe, carnose, contenenti 4 semi, di colore rosso vistoso lucente, persistenti sull’albero tutto l’inverno, appetiti dagli uccelli, ma velenosi per l’uomo. Origine Dall’Europa atlantica e mediterranea al Nord Africa fino ai confini della Cina. Vive sporadica nei boschi di latifoglie, frequentemente nelle faggete, dalla collina alla media montagna. Utilizzo e note Diffusa in coltivazione come ornamentale di pregio, anche in numerose cultivar, per la bellezza della chioma e per la notevole e ricca fruttificazione che perdura tutto l’inverno, da ciò è derivato l’uso di omaggio bene augurante per il nuovo anno. Il legno è apprezzato, per la sua durezza e compattezza, per lavori particolari. Curiosamente le foglie spinose si trovano nella parte bassa della chioma, come per volersi difendere dagli animali erbivori. Con le sue fronde spinose si proteggeva la carne salata dai topi, ed è per questo motivo che la pianta è anche chiamata “pungitopo”. Storia e folclore Gli antichi popoli d’Europa tra cui i Druidi adornavano le loro case con foglie e bacche di agrifoglio. In dicembre, i Romani durante le feste chiamate Saturnalia, si scambiavano rami di agrifoglio; un’usanza adottata dai primi cristiani. L’agrifoglio era considerata una pianta utile per proteggersi dai sortilegi e dagli incantesimi. Nel XIX secolo alcuni medici constatarono che la corteccia uguagliava o superava le proprietà della china. Azione e impieghi medicinali Oggi poco usato. Le foglie sono diuretiche, febbrifughe e lassative. Le bacche lassative ed emetiche, ma tossiche. 63 …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 64 NOCE Nome botanico Famiglia Juglans regia Juglandaceae Linnaeus Portamento Albero maestoso e severo, che raggiunge un’altezza di 15-20 metri, dal tronco diritto, con chioma globosa-espansa, non molto folta. Scorza Dapprima liscia, in seguito a larghi solchi e rilievi piatti, colore grigio chiaro. Foglie Decidue, grandi, lunghe, composte, pennate a 5-7 foglioline ovato-ellittiche, colore verde chiaro, lucide, pagina inferiore opaca, la terminale più grande. Fiori Unisessuali sullo stesso albero, non vistosi: i maschili raggruppati in infiorescenze cilindriche lunghe e pendule di colore verde; i femminili, a forma di due caratteristici “baffi” arricciati di colore giallognolo, raggruppati in numero da 2 a 5 sui nuovi getti primaverili. Frutti Pseudo drupe, con la parte esterna carnosa verde (il mallo), che contengono un guscio legnoso (il pericarpo) di colore bianco crema poi marrone, formato da due metà saldate lungo un bordo sporgente, con all’interno il seme commestibile (il gheriglio). Origine Europa sud-orientale fino all’Asia centrale, dove vive ancora spontaneo, diffuso dall’uomo in tutta Europa. Utilizzo e note Prezioso albero coltivato per i sui frutti commestibili di alto tenore nutritivo essendo ricchi di olio (tra cui gli omega 3) e zuccheri; impiegato anche nell’industria cosmetica e farmaceutica. Il legname pregevolissimo per la fabbricazione dei mobili, grazie alla sua grana fine, al colorito bruno-rosato e alla facilità di lavorazione. Utilizzato pure per alberature stradali e come ornamento per parchi e giardini. Storia e folclore Il noce era un albero considerato sacro nelle tradizioni celtiche, greche-romane, germaniche e dalla tradizione feerica (delle fate) considerata una pianta ricca di saggezza. Le noci che ricordano la forma del cervello venivano mangiate nelle feste per propiziare la fecondità. Dai greci l’albero era considerato una seconda madre. Le sue foglie producono un veleno (juglandina) che con la pioggia si diffonde al suolo. Da questo deriva la leggenda secondo la quale l’ombra del noce sia nefasta. Per questo motivo, le streghe sceglievano il noce come luogo di eccellenza per i loro sabba. Azione e impieghi medicinali Tra le specie correlate Juglans cinerea lassativo e tonico, abbassa i livelli di colesterolo e promuove la liberazione di prodotti di scarto del fegato. La corteccia della Juglans nigra: è usata come blando purgante ed è applicata in caso di patologie cutanee. La noce è usata nella medicina erboristica cinese come tonico renale. Entrambe le varietà di noci sono altamente nutrienti e riducono i livelli di colesterolo. 65 …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 66 ALBERO DEI TULIPANI Nome botanico Famiglia Liriodendron tulipifera Magnoliaceae Linnaeus Portamento Albero alto fino a 30 metri; tronco diritto e robusto; chioma piramidale arrotondata all’apice, un po’ espansa, abbastanza rada, chiara e luminosa. Scorza Elegantemente solcata e reticolata ben in rilievo, colore bruno in varie tonalità con gradevole effetto chiaro-scuro. Foglie Decidue, grandi a 4 lobi, prive di apice centrale sostituito da una rientranza più o meno profonda (ricordano il profilo di una testa di gatto). Fiori A forma e grandezza di un tulipano, colore giallo-arancio-verdastro. Fioritura: maggio-giugno. Frutti Legnosetti, allungati in un’ala a forma di punta di lancia e con il seme racchiuso nella parte basale, aggregati in una sorta di pigna dalla quale si staccheranno ad essiccazione avvenuta per essere disseminati dal vento. Origine America settentrionale dove forma boschi puri o misti con altre latifoglie. Introdotto in Europa nel 1748. Utilizzo e note Apprezzato nei luoghi di origine per la produzione di legname, grazie alla sua rapidità di crescita, in Europa venne subito apprezzato e diffuso, come albero ornamentale di grande pregio, per parchi, giardini e alberature stradali. Storia e folclore l nome deriva dal greco leirion (giglio) e dendron (albero). I bellissimi fiori di questo albero, simili ai tulipani, gli hanno fatto guadagnare l’aggettivo tulipifera cioè “portatrice di tulipani” Gli indiani dell’America settentrionale chiamavano quest’albero “legno da canoa” poiché da esso si ricavavano canoe capaci di trasportare sino a 20 persone. Azione e impieghi medicinali La corteccia possiede proprietà simili al chinino. …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 67 …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 68 MAGNOLIA Nome botanico Famiglia Magnolia grandiflora Magnoliaceae Linnaeus Portamento Albero prestante, sempreverde, alto fino a 25 metri, a forma di cono largo, ramificato fin dalla base; chioma largamente piramidale-globosa, densa al punto di non lasciar vedere il tronco e i rami. Scorza Colore grigio-bruno scuro, liscia; solo in età avanzata si desquama in sottili placche rettangolari. Foglie Coriacee, sempreverdi, alterne, da ellittiche a lanceolate, acuminate, grandi, lunghe fino a 25 centimetri, margine revoluto; pagina superiore di colore verde lucente scuro, inferiore pubescente di color ruggine. Fiori Bisessuali, a forma di coppa, larghi fino a 30 centimetri, a 6 o più petali carnosi, colore bianco crema, molto profumati. Fioritura: continua da maggio a settembre. Frutti Sono delle infruttescenze ovali, lunghe 7-10 centimetri, simili ad una pigna eretta, con squame pubescenti brune, che a maturità si dischiudono mostrando numerosi semi rossi profumati, penzolanti da un filo sottile. Il frutto della magnolia si chiama cocceto. Origine America settentrionale, dove vive in boschi misti della fascia costiera. Importata in Europa nel 1837. Utilizzo e note Albero di grandissimo pregio ornamentale, viene largamente utilizzato per la sua superba bellezza, dovuta all’imponenza del perenne e lucente fogliame e ai bellissimi fiori. Non vi è parco che non ne possieda almeno uno; è comunque presente anche in viali e giardini anche piccoli; resiste bene al clima freddo. …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 69 …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 70 GELSO Nome botanico Morus alba Linnaeus Famiglia Moraceae Portamento Albero alto fino a 15 metri; tronco tozzo e robusto; normalmente lo si trova in coltivazione capitozzato, cioè a tronco mozzato, per favorire una copiosa ramificazione che gli conferisce un portamento globoso espanso. Scorza In gioventù grigia-opaca e rigata, in seguito bruno-nocciola con evidenti solchi più chiari. Foglie Decidue, cuoriformi, ben appuntite all’apice, margine irregolarmente dentato, a volte con 2 intagli laterali che le rendono trilobate (tipo foglia di fico); pagina superiore di colore verde-chiaro e lucente, pagina inferiore opaca. Fiori Unisessuali sullo stesso albero, colore verde-giallognolo, appariscenti, entrambi in brevi infiorescenze cilindriche. Fioritura: aprile-maggio. Frutti Piccolissimi, succosi, aggregati in un’infruttescenza a forma di mora; colore bianco-avorio, molto dolci e commestibili. Origine Asia centro-orientale. Arriva in Europa, già in tempi remoti, in maniera avventurosa insieme al baco da seta, che trae alimento dalle sue foglie. Ampiamente coltivato in Asia ed Europa, in particolare nell’Italia settentrionale in lunghi filari nelle campagne. piccoli, poco Utilizzo e note La coltivazione del gelso risale a circa 4500 anni fa in Cina, dove veniva prodotta la preziosa seta ricavata dal bozzolo del bombice del moro. Pure il legno trova utilizzo a motivo della sua durezza e resistenza in acqua. Storia e folclore Il nome del genere era già in uso ai Romani da loro conosciuto durante le conquiste in Asia. Etimologicamente risale al celtico mor (nero). Si narra che Ludovico Sforza duca di Milano, venne soprannominato il Moro perché promosse la diffusione di questa specie in tutta la Lombardia. Azione e impieghi medicinali Le sue foglie (Sang ye in cinese) che sono il cibo preferito dai bachi da seta, contengono le Vitamine A-B1-B2-C. Esse vengono utilizzate quali espettoranti in caso di tosse e catarro, oltre che a curare febbri, mal di gola, di testa, vertigini e capogiri. Il succo del frutto per gargarismi quale collutorio. La corteccia come lassativo. I rami combattono la ritenzione idrica e il dolore articolare. 71 …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 72 PAULONIA Nome botanico Famiglia Paulownia tomentosa Scrophulariaceae (Thunberg) Steudel Portamento Albero alto fino a 20 metri; tronco da diritto a variamente contorto ed inclinato, grossi rami ascendenti ed espansi; chioma ampia, arrotondata, espansa irregolarmente. Scorza Da poco a molto rugosa e screpolata, colore grigio-bruno più o meno scuro. Foglie Decidue, molto grandi, a forma di cuore, apice acuto, qualche volta altri due apici uno per lato al margine; inserite a 2 a 2 una opposta all’altra, coperte da una ruvida pelosità, colore verde scuro, confondibili con le foglie di catalpa. Fiori Bisessuali, grandi, tubolari-campanulati con 5 lobi, colore violetto, presenti in boccioli color camoscio fin dall’estate precedente, riuniti in grandi pannocchie erette. Fioritura: maggio. Frutti Capsule simili a noci per forma e grandezza, che si aprono longitudinalmente per liberare numerosi piccoli semi alati. Origine Cina centrale. Importato in Europa nel 1834. Albero che si adatta a qualsiasi ambiente. Utilizzo e note Largamente utilizzato quale albero ornamentale in parchi e giardini. Degno di nota il suo portamento invernale per la fantasiosa disposizione dei rami e la contemporanea presenza dei frutti, tardi a cadere e dei boccioli dei fiori dell’anno a venire. Storia e folclore Albero dedicato alla principessa Anna Paulowna, figlia dello zar Paolo I di Russia nel 1835. …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 73 …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 74 ABETE ROSSO Nome botanico Picea abies (Linnaeus) Karsten Sin. Abies excelsa (Linnaeus) Famiglia Pinaceae Portamento Albero sempreverde, alto fino a 60 metri a forma di cono stretto; tronco colonnare perfettamente diritto, cilindrico, che può raggiungere fino a 2 metri di diametro; chioma verde-scura strettamente piramidale; rami principali orientati verso l’alto e rami secondari penduli. Scorza Rosso-bruna, divisa in placche irregolari negli esemplari adulti. Foglie Aghiformi, appuntite, a sezione quadrangolare, inserite a spirale tutt’intorno ai rametti, lunghe fino a 2,5 centimetri, persistenti. Fiori Molto primitivi, unisessuali sullo stesso albero: i fiori maschili sono riuniti in piccole infiorescenze ovali, di colore giallastro, poste all’apice dei rametti dell’anno precedente; le infiorescenze femminili sono coni eretti, di colore rosso porpora, isolati. Fioritura: maggio-giugno. Frutti Pigne legnose, fusiformi e pendule, di colore brunastro, lunghe 10-15 centimetri e larghe fino a 3, persistenti a lungo sull’albero, che a maturazione aprono le loro squame per lasciar uscire i piccoli semi alati. Origine Europa centrale e settentrionale. Diffuso, sia allo stato spontaneo che coltivato, dalla pianura alla montagna. Si trova sulle Alpi ad altitudini comprese tra gli 800 e i 2300 metri per formare estesi boschi che contraddistinguono la vegetazione forestale di tali montagne. Utilizzo e note Albero forestale di prim’ordine per il suo legno, leggero e resistente che risulta facilmente lavorabile. Trova utilizzo nelle più svariate lavorazioni, ma soprattutto per la fabbricazione della pasta di cellulosa per l’industria cartaria. Molto usato come albero ornamentale nei parchi, viali, filari e come albero di Natale. …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 75 …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 76 ABETE DELLE MONTAGNE ROCCIOSE Nome botanico Famiglia Picea pungens Pinaceae Engelmann Portamento Albero alto dai 25 ai 50 metri, in coltura molto meno; chioma piramidale regolare, molto densa, colore da verde-bluastro a grigio-azzurro nella forma “glauca”. Scorza Da giovane squamosa, colore grigio più o meno scuro, in seguito profondamente solcata con rilievi arrotondati. Foglie Sempreverdi, aghiformi, a sezione pressoché quadrangolare, lunghe e ricurve, appuntite, pungenti, resinose, disposte tutt’intorno al ramo, colore da verde a grigio azzurro. Fiori Molto primitivi, unisessuali sullo stesso albero: i maschili, coni allungati di colore giallo-rossastro, sparsi tra le foglie; i femminili, coni eretti di colore giallastro, all’apice dei rami. Frutti Pigne cilindriche, pendule, lunghe da 7 a 13 centimetri, con squame che terminano in 2 punte acute, che si aprono a maturità per liberare i semi alati. Origine America settentrionale, nelle Montagne Rocciose, dove vive dai 1800 ai 3000 metri. Introdotto in Europa nel 1863. Utilizzo e note Sperimentato in culture forestali a motivo del legno di un certo pregio, ma viene soprattutto utilizzato come albero ornamentale in parchi e giardini, anche cittadini, per la sua grande resistenza e per la bellezza della sua chioma. …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 77 …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 78 PINO NERO Nome botanico Famiglia Pinus nigra Pinaceae Arnold Portamento Albero alto fino a 20 metri; tronco diritto, ramificazione a palchi regolari, chioma piramidale, con l’età espansa ed appiattita al vertice, densa e scurissima. Scorza A grandi placche grigie più o meno chiare o scure e solchi profondi (grigiobiancastre nella sottospecie laricio). Foglie Sempreverdi, aghiformi, lunghe e rigide, riunite a fascetti di 2, colore verde scuro. Fiori Molto primitivi, unisessuali: i maschili a piccoli coni gialli allungati, con squame orlate di un colore bruno-rossiccio, riuniti in dense spighe alla base dei nuovi getti dell’annata; i femminili a cono quasi privi di picciolo, colore rosso-vinoso, all’apice dei nuovi getti. Fioritura: aprile-giugno. Frutti Pigne coniche di media grandezza a superficie lucida, prive di picciolo, che, quando essiccate, si apriranno per liberare i semi alati, mostrando l’interno delle squame colore nero-fumo. Origine In quasi tutti i rilievi mediterranei fino all’Austria per cui prende il nome di austriaca; forma, sui ripidi pendii calcarei, forma insediamenti puri o mescolandosi con altre conifere e latifoglie. La sottospecie laricio che è invece presente in Calabria, Corsica e Sicilia, forma boschi puri arrivando a sfiorare, con esemplari isolati, i 2000 metri di altitudine. Utilizzo e note Attualmente la specie si trova diffusa in tutta Italia grazie alla sua frugalità e rusticità. Viene usata, oltre che per forestazione e legname, anche per uso ornamentale a motivo del suo bel portamento. …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 79 …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 80 PINO DELL’HIMALAYA Nome botanico Famiglia Pinus wallichiana Pinaceae Jackson Portamento Alto fino a 50 metri, ramificazione a palchi regolari, chioma piramidale con aghi lunghi e pendenti, non molto densa, colore verde-azzurro. Scorza In gioventù liscia verde-grigio lucente, in seguito a placche longitudinali colore grigio opaco, profondamente fessurata. Foglie Sempreverdi, aghiformi, riunite a fascetti di 5, lunghe, sottili e pendenti, colore decisamente grigio-azzurrognolo. Fiori Molto primitivi, unisessuali: i maschili a piccoli coni allungati, gialli, riuniti in spighe alla base dei nuovi getti dell’annata; i femminili a coni verde-giallo-rosati sorretti da un lungo peduncolo al vertice dei nuovi getti. Fioritura: maggio-giugno. Frutti Grosse pigne a forma di banana, pendule, lunghe fino a 30 centimetri, molto impregnate di resina che, quando essiccate, apriranno le squame per far uscire i semi alati; in seguito cadranno intere dalla pianta. Origine Asia centrale sulla catena himalayana occidentale, in boschi misti, fino ad un’altitudine di 2500 metri. Utilizzo e note Frequentemente utilizzato come superba pianta ornamentale in spazi ampi. È stata anche sperimentata per rimboschimenti, a motivo del suo rapido accrescimento. Introdotto in Europa nel 1839. …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 81 …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 82 PLATANO Nome botanico Famiglia Platanus x hybrida Platanaceae Broterus Portamento Maestoso albero dalle grandi ramificazioni ascendenti, alto fino a 35 metri; chioma globosa-espansa, mediamente folta e luminosa. Tronco eretto, massiccio, presto diviso in grossi rami. Scorza Liscia, coperta di squame sottili, di diversa grandezza, dai colori che sfumano dal grigio chiaro, al bruno, che si stacca per lasciare scoperta la nuova scorza di colore più chiaro. Foglie Decidue, alterne, ampie, lunghe fino a 20 centimetri e larghe 25, palmato-lobate, divise in 5 lobi, larghi e appuntiti, dai denti irregolari, di consistenza coriacea, lucide, di colore verde medio nella pagina superiore e verde più chiaro con peluria quella inferiore, la base è a cuneo o rientrante all’attacco del picciolo. Fiori Unisessuali, portati sulla medesima pianta, riuniti in capolini tipicamente tondeggianti: quelli maschili giallo pallido, ascellari, che si disfano in polline; quelli femminili rosseggianti con lungo peduncolo che dopo fecondazione si trasformano in infruttescenze globose. Fioritura: aprile-maggio. Frutti Infruttescenze sferiche, pendule, in gruppi di 2-4, della larghezza di circa 2,5 centimetri di diametro, di colore bruno, appese in numero di 2-4, che giungono a maturazione in ottobre e persistono sull’albero per tutto l’inverno e a febbraiomarzo si sfaldano in una miriade di piccoli frutti piumosi che vengono dispersi dal vento. Questi ultimi sono dei piccoli acheni. Origine Europa; probabilmente ibrido tra Platanus orientalis e Platanus occidentalis. Utilizzo e note É l’albero più usato a scopo ornamentale nei larghi viali e piazze cittadine per la sua maestosità e per la sua resistenza alle potature e all’inquinamento atmosferico. …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 83 …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 84 PIOPPO NERO Nome botanico Famiglia Populus nigra Salicaceae Linnaeus Portamento Albero che può raggiungere i 37 metri, la chioma è densa e arrotondata. Scorza Spessa, profondamente solcata, ricoperta di protuberanze allungate che si intersecano sulla superficie del tronco; colore bruno-scuro. Foglie Decidue, alterne portate su piccioli appiattiti; hanno forma triangolare più lunga che larga, con apice appuntito e base abbastanza acuta, margine finemente dentellato ad esclusione della base; pagina superiore colore verde-scuro, inferiore più chiara, entrambe glabre. Fiori Pianta dioica ha i fiori portati in amenti penduli: quelli maschili sono cilindri rossastri, quelli femminili verdi e lunghi anche 12 centimetri. Fioritura: marzo, prima della fogliazione. Frutti Capsule non pelose che liberano in giugno numerosi semi piumosi che vengono trasportati dal vento. Origine Europa settentrionale. Cresce su terreni umidi e ricchi di sali in particolare ai fluoruri. Utilizzo e note Viene piantato nei parchi, nei giardini e lungo i viali. La denominazione botanica fa riferimento alla colorazione della scorza che a maturità diventa scura. Il suo legno tenero e biancastro viene usato per la produzione della carta. Nel nostro parco è presente la varietà ‘Italica’ a struttura colonnare e ramificata sin dalla base, che è tipica del paesaggio lombardo. …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 85 …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 86 PIOPPO IBRIDO Nome botanico Famiglia Populus x canadensis Salicaceae Moench Portamento Albero che può raggiungere i 20-25 metri di altezza; rami ascendenti; chioma ovato-espansa, dal colore verde luminoso. Scorza Colore grigio-verdognolo chiaro, dapprima liscia poi rugosa a rilievi frastagliati ed allungati e dal colore più scuro. Foglie Decidue, grandi, a forma di “picche” (seme delle carte da gioco) con margine basale intero e quasi diritto, perpendicolare all’asse della nervatura centrale, per il resto finemente dentellato, colore verde, più chiaro nella pagina inferiore; in primavera, quando appaiono, sono di colore rosso-verdognolo. Ai lati del picciolo, presso l’attacco della lamina fogliare, sono presenti una o due piccole ghiandole. Fiori Unisessuali su alberi diversi: i maschili riuniti in infiorescenze cilindriche compatte color porpora; i femminili in infiorescenze più rade e più lunghe. Fioritura: marzo-aprile. Frutti Capsule ovali che si fendono a maturità per liberare piccolissimi semi avvolti da pappi cotonosi bianchi che li dissemineranno grazie al vento. Origine Colturale, ottenuto per ibridazione tra Populus nigra europeo e Populus deltoides canadese. Viene largamente coltivato perché più resistente alle malattie e più redditizio per la produzione di legname. Utilizzo e note Viene coltivato, con cicli di circa 15 anni e disposto in file regolarmente distanziate, soprattutto nelle zone vicine ai grandi fiumi della pianura padana o anche in filari lungo viali, viottoli campestri, sponde di canali e confini di proprietà; lo si può inoltre trovare spontaneizzato perfino nelle città. Il legno ha come destinazione esclusiva l’industria cartaria. …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 87 …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 88 CILIEGIO SELVATICO Nome botanico Famiglia Prunus avium Rosaceae Linnaeus Portamento Albero alto sino a 25 metri, tronco diritto con rami ascendenti nella parte alta, chioma non molto fitta e stretta, globosa-espansa in coltivazione. Scorza Liscia, colore grigio-rossastro, tipicamente decorata da sottili rughe orizzontali, si lacera trasversalmente in sottili strisce di consistenza cartacea. Foglie Decidue, di media grandezza, ellittico-allungate con apice acuto, margine seghettato, pendenti, bronzee da giovani poi verde scuro e opache nella pagina superiore, inferiore poco più chiara; picciolo ornato da 2 piccole ghiandole rosse, presso la base della lamina. Fiori Bisessuali, larghi circa 3 centimetri, bianchi con 5 petali, portati in corimbi con lunghi piccioli, che appaiono abbondantissimi prima delle foglie. Fioritura: aprile-maggio. Frutti Drupe carnose di colore da rosso-giallognolo a rosso-nero,con nocciolo duro e liscio all’interno. Origine Asia Minore e Caucaso, da dove si è irradiato già da tempi remotissimi. In Italia è diffuso ovunque, dalla collina alla media montagna, in boschi misti di latifoglie. Storia e folclore Dioscoride, medico del I secolo d.C., sosteneva che le ciliegie curano le flatulenze. John Gerard, erborista del ‘600, notò l’usanza francese di appendere in casa le ciliegie per tener lontana la febbre. Azione e impieghi medicinali I piccioli sono usati per la loro azione diuretica e astringente, prescritti in caso di cistite, nefrite, ritenzione urinaria, artrosi e gotta. Le ciliegie per l’alto contenuto in zucchero,hanno una leggera azione lassativa. …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 89 …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 90 MIRABOLANO, CILIEGIO - SUSINO Nome botanico Famiglia Prunus cerasifera Rosaceae Ehrhart Portamento Albero di piccole dimensioni, alto al massimo 8 metri o arbusto; ramificazione leggera ed espansa; chioma abbastanza fitta, globosa, colore verde-luminoso (rosso-violaceo nella cultivar ‘Pissardii’); tronco eretto, presto ramificato. Scorza In gioventù parzialmente rugosa, ricca di lenticelle colore grigio, a maturità molto rugosa , fessurata e squamata, colore bruno-scuro. Foglie Decidue, piccole, ovato-ellittiche, appuntite, con breve picciolo, margine finemente dentellato, colore verde scuro nella pagina superiore, più chiara, con peli, lungo le nervature della pagina inferiore (rosso-violaceo nella cultivar ‘Pissardii’). Fiori Bisessuali, isolati, abbondantissimi, a 5 petali bianchi o leggermente rosati (varie sfumature di rosa nelle diverse cultivar) portati singolarmente su corti piccioli. Fioritura: marzo-aprile prima o assieme alle foglie. Frutti Drupe, rotonde, del diametro di 2-3 centimetri, di colore giallo o rosso cupo, simili alle prugne, commestibili (rosso opaco nella cultivar ‘Pissardii’). Origine Asia occidentale, Caucaso. Introdotto in Europa in epoca pre-romana, è diffusamente coltivato ed inselvatichito. Allo stato selvatico è componente della boscaglia appenninica, soprattutto quella localizzata ai margini di radure luminose, sponde e siepi, mescolato con amareni, nespoli, ciliegi, peri e meli selvatici, ed altro. Utilizzo e note É il progenitore delle infinite cultivar di pruno domestico diffuse in tutto il mondo. Viene usato come portainnesto per altre specie di Prunus da frutto (albicocco, pruno, ecc.). Molto impiegata come pianta ornamentale di pregio per parchi e giardini è la varietà ‘Pissardii’ a motivo della sua stupenda fioritura precoce e per il rimarchevole colore del fogliame, di un bel colore rosso cupo. …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 91 …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 92 PADO Nome botanico Famiglia Prunus padus Rosaceae Linnaeus Portamento Albero generalmente piccolo ma può arrivare fino a 15 metri di altezza, oppure arbusto; rami ascendenti-espansi; chioma globosa-espansa, irregolare, leggera. Scorza Colore grigio-bruno scura, leggermente fessurata, si sfalda in bande orizzontali. Foglie Decidue, grandezza media, ovato-ellittiche appuntite, superficie ruvida, colore verde opaca, margine dentellato, picciolo ornato di 2 piccole ghiandole presso la base della lamina. Fiori Bisessuali, piccoli, profumati, a 5 petali bianchi riuniti in grappoli penduli stretti e lunghi. Fioritura: maggio. Frutti Piccoli, carnosi, con nocciolo duro e ruvido, simili a piccole ciliegie, sapore amarognolo, colore nero, disposti in grappoli, maturano a fine primavera-inizio estate. Origine Europa ed Asia, diffuso, ma non molto frequente, dalla pianura alla media montagna in ambienti freschi e sufficientemente umidi, preferibilmente lungo i corsi d’acqua, mescolato ad altre latifoglie quali pioppi, salici, olmi, ontani. Utilizzo e note La sua fioritura, abbondante e profumata, ed i frutti appetiti dai piccoli uccelli, ne fanno un albero di utilizzo ornamentale in parchi e giardini. Viene anche utilizzato per alberature stradali e di riva. …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 93 …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 94 ABETE DI DOUGLAS Nome botanico Famiglia Pseudotsuga menziesii Pinaceae (Mirbel) Franco Portamento Magnifico ed importante albero alto sino a 100 metri (in coltura raggiunge un massimo di 60) tronco diritto, rami primari eretti, i secondari a lungo andare rivolti verso il basso, rigidi; chioma piramidale a vertice acuto, abbastanza folta, scura. Scorza Rugosa a larghe placche con solchi vieppiù numerosi e profondi, colore grigioverdognolo, man mano sempre più scuro fino a grigio-marrone. Foglie Sempreverdi, aghifoglie appiattite, lunghe fino a 3,5 centimetri, colore verde scuro nella pagina superiore, con due righe chiare ai lati della nervatura della pagina inferiore, inserite prevalentemente orizzontali ai due lati opposti del rametto. Fiori Molto primitivi, unisessuali sullo stesso albero: i maschili coni allungati, portati da breve picciolo nella parte bassa del ramo, colore giallo-ocraceo; i femminili, coni eretti in grappoli sull’apice del ramo, con squame sottili lungamente sporgenti, colore rosso-vinoso. Fioritura: maggio-giugno. Frutti Pigne di media grandezza, lunghe circa 7-10 centimetri, affusolate ed appuntite, colore verde prato, decorate da squame tridentate a dente centrale molto allungato, colore arancio-bruno, pendule, dopo l’essiccazione si apriranno per liberare i semi alati, per poi cadere a loro volta tutte intere dopo un certo tempo. Origine America settentrionale, dove vive tra i 2000 e i 2900 metri sui monti verso la costa dell’Oceano Pacifico. Importato in Europa nel 1827. Utilizzo e note Importante albero forestale a rapida crescita che dà un legno pregiato per mobili e serramenti. Viene estesamente coltivato anche in Europa dove non dà un legno altrettanto pregiato. Utilizzato anche come albero ornamentale in parchi; ne sono state create parecchie cultivar ornamentali anche nane. …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 95 …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 96 QUERCIA SCARLATTA Nome botanico Famiglia Quercus coccinea Fagaceae Münchhausen Portamento Albero alto fino a 25 metri, dall’aspetto elegante e maestoso, con chioma espansa; il tronco, che tende ad allargarsi al colletto, si presenta diritto e possente. Scorza Grigia, liscia e lucente da giovane, poi grigio-marrone poco incisa verticalmente in età adulta. Foglie Decidue, alterne, ellittiche, lunghe 15 centimetri e larghe 10, molto lobate con l’incisione che arriva sin quasi alla nervatura mediana, dentate, di colore giallo vivo alla loro comparsa, poi lucide, lisce e di colore verde scuro sulla pagina superiore, più pallide e lucide con piccoli ciuffi di peli all’ascella delle nervature della pagina inferiore, rosso brillanti in autunno. Fiori I fiori maschili sono disposti in amenti giallo-verdi penduli; quelli femminili sono singoli o a coppie con un brevissimo peduncolo alle ascelle delle giovani foglie. Fioritura a tarda primavera. Frutti Ghiande che maturano in due anni, lunghe 2,5 centimetri, per metà racchiuse nella cupola lucida, larga 10 -15 millimetri. Origine America nord-orientale. Utilizzo e note Impiegato come albero ornamentale per parchi e giardini per la caratteristica del suo fogliame che passa dal giallo vivo primaverile al verde scuro estivo, sino al rosso vivo autunnale. …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 97 …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 98 FARNIA Nome botanico Famiglia Quercus robur Fagaceae Linnaeus Portamento Albero maestoso, alto fino a 40 metri ed oltre; tronco diritto, ramificato già ad altezza medio-bassa in rami massicci ed espansi; chioma irregolarmente ovale più espansa verso l’alto. Scorza Abbastanza liscia e grigia in gioventù, in seguito profondamente solcata con rilievi acuti che si intersecano in una bellissima trama, colore marrone scuro. Foglie Decidue, ovato-ellittiche con la massima larghezza oltre la metà della lamina, margine asimmetrico con lobi arrotondati, consistenza quasi erbacea, colore verde opaco, picciolo brevissimo nascosto dai due piccoli lobi basali della lamina. Fiori Unisessuali sullo stesso albero, non vistosi: i maschili raggruppati in infiorescenze cilindriche pendule; i femminili a piccoli globi di squame verdi-brunastre, in numero di 2-5 su lunghi peduncoli. Frutti Simili a castagne sostenuti da una sorta di scodellina legnosetta attaccata ad un lungo picciolo pendulo: le cosiddette ghiande. Origine Europa e Caucaso dove vive consorziata ad altre latifoglie, dalla pianura alla media montagna fino ad un limite di 1000 metri. Utilizzo e note Viene utilizzato per rimboschimenti, per filari lungo canali e confini di campi o per ornamento di pregio in parchi, giardini, viali per la sua imponente bellezza. È’ di notevole longevità: può arrivare ai 1000 anni di età. Il suo legno è tra i più pregiati per qualsiasi tipo di lavorazione, in particolare per le botti di invecchiamento del vino, ed è conosciuto come rovere di Slavonia. Storia e folclore Sacra ai Druidi, era apprezzata nella medicina erboristica per la corteccia, le foglie e le glandole astringenti. La corteccia è impiegata per conciare il cuoio e affumicare il pesce. Azione e impieghi medicinali Il decotto di corteccia viene usato per curare mal di gola e tonsilliti. In piccole dosi per diarrea e dissenteria. Le galle di corteccia per gli stessi usi, ma in piccole quantità in quanto molto ricche di tannini. …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 99 …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 100 QUERCIA ROSSA Nome botanico Famiglia Quercus rubra Fagaceae Linnaeus Portamento Albero alto fino a 25 metri, elegante, possente e maestoso; tronco diritto e forti ramificazioni aperte; chioma ampiamente globosa. Scorza Liscia e grigia da giovane; in seguito irregolarmente fessurata verticalmente e più scura. Foglie Decidue, grandi, ellittiche a margine lobato, con lobi acuti ed appuntiti, seni arrotondati, colore giallo appena spuntate, poi verdi e, prima di cadere, rosso cupo. Fiori Unisessuali sullo stesso albero, non vistosi: i maschili, raggruppati in infiorescenze cilindriche pendule; i femminili, piccoli globuli di squame verdi-brune, solitari o accoppiati, inseriti sui rami con un brevissimo peduncolo. Fioritura: aprile-maggio. Frutti Sono delle ghiande cilindrico-ovali di 2-3 centimetri, contenuti in una cupola poco avvolgente. Origine America settentrionale, dove forma boschi misti insieme ad altre latifoglie. Introdotto in Europa nel 1691. Utilizzo e note Diffusamente utilizzato come albero ornamentale per parchi, giardini e viali alberati, per la sua crescita più rapida rispetto alle altre querce e per la colorazione autunnale che va dall’arancio, al rosso, al bronzo. Il legno serve per svariati usi: mobili, imbarcazioni ed utensili. L’albero nella foto, esemplare maestoso, è divenuto uno dei simboli del Parco Trotter. …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… 101