foglia un

annuncio pubblicitario
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GINKGO
Nome botanico
Ginkgo biloba Linnaeus
Famiglia
Ginkgoaceae
Portamento
Albero molto vicino alle conifere, a foglia larga e caduca, alto fino a 35 metri,
slanciato e, in seguito, espanso, con tronco suddiviso in alto in grosse branche
ascendenti, chioma mediamente fitta ed aspetto decisamente singolare.
Scorza
Grigio-bruna, solcata con rilievi sempre più evidenti con l’età che si intersecano
l’un l’altro.
Foglie
Decidue, alterne, lungamente picciolate, coriacee, a forma di ventaglio con un
intaglio al margine, cuneate alla base, larghe 6-9 centimetri, con venature
simulanti un andamento parallelo, colore verde intenso che in autunno vira al
giallo.
Fiori
Molto primitivi, unisessuali su alberi diversi (pianta dioica): i maschili a forma di
brevi grappoli cilindrici, verdi; i femminili semplici piccoli ovuli riuniti a due a due,
l’uno opposto all’altro all’apice di un lungo picciolo simulanti un martello a battute
appuntite.
Fioritura: in aprile contemporaneamente alla comparsa delle foglie.
Frutti
Carnosi della dimensione di una grossa ciliegia, di odore sgradevole a
maturazione, contenenti un grosso seme duro.
Origine
Cina, dove esiste coltivato a memoria d’uomo, ma non in natura, pur essendo
conosciuto in reperti fossili di 150 milioni di anni fa. Introdotto in Europa nel 1754.
Utilizzo e note Importante e diffusissimo albero ornamentale in parchi oltre che per il portamento
Storia e
folclore
Azione e
impieghi
medicinali
anche per la straordinaria colorazione giallo-oro autunnale; unico neo la notevole
produzione di frutti maleodoranti degli individui femminili. In Cina viene mangiato il
seme abbrustolito ed inoltre, recentemente, il ginkgo ha avuto una riscoperta dal
punto di vista terapeutico.
Il nome sembra sia un’inesatta trascrizione dell’antico e ora non più usato nome
giapponese “gin kyo” albicocco d’argento. Uno dei primi rappresentanti conosciuti
di Ginkgo primigenia apparve sulla terra già nel periodo permiano (280-230 milioni
di anni fa). Esemplari di Ginkgo, ancora oggi si possono ammirare risorti come
l’Araba Fenice dalle proprie ceneri dopo l’esplosione nucleare del 1946 a
Hiroshima. Nell’orto botanico di Padova si può ammirare un’esemplare risalente al
XVII secolo.
Da sempre usato nella medicina cinese. Una massiccia azione di ricerca iniziata
nel 1960 ha stabilito l’importanza del Ginkgo per migliorare la circolazione
cerebrale sufficiente ad aumentare la memoria, la concentrazione e dare soccorso
nei casi di demenza. Principi attivi fondamentali: flavonoidi, gingkolidi, bilobalidi.
Stimolante, tonico del sistema circolatorio, antispasmodico, antiallergenico,
antinfiammatorio il Ginkgo è la medicina erboristica più nota in Francia e
Germania.
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SPINO DI GIUDA
Nome botanico
Famiglia
Gleditsia triacanthos
Leguminosae
Linnaeus
Portamento
Albero alto fino a 30 metri, slanciato ed espanso nella parte alta; chioma leggera e
luminosa; caratteristiche le grosse spine composte sul tronco e sui rami.
Scorza
Liscia, con lenticelle e sfumature verdastre in gioventù, in seguito un po’ corrugata
con qualche squama che si solleva, colore bruno più o meno scuro.
Foglie
Decidue, composte, pennate o bipennate, cioè con le foglioline piccole e strette
inserite sul rachide una opposta all’altra, oppure tali segmenti a loro volta inseriti,
uno opposto all’altro, su di un lungo picciolo, colore inizialmente quasi giallo poi
verde chiaro.
Fiori
Bisessuali ed unisessuali poco appariscenti, colore giallo-verdognolo, riuniti in
brevi infiorescenze cilindriche emergenti dai rami e dal tronco.
Fioritura: maggio-giugno.
Frutti
Grossi e lunghi legumi, appiattiti e scarni, penduli, colore bruno-rossastro scuro
con numerosi semi appiattiti e duri, lungamente persistenti sull’albero.
Origine
America settentrionale, dove prende parte a boschi misti con altre latifoglie.
Introdotto in Italia nel 1712.
Utilizzo e note Largamente utilizzato a scopo ornamentale in parchi e giardini. I legumi sono
appetiti dagli animali ed il legno trova qualche utilizzazione in falegnameria.
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AGRIFOGLIO
Nome botanico
Famiglia
Ilex aquifolium
Aquifoliaceae
Linnaeus
Portamento
Arbusto o piccolo albero, sempre verde, alto fino 10 metri, tronco diritto e rami
eretti, chioma densa piramidale.
Scorza
Quasi liscia, colore grigio opaco nel tronco, verde-oliva nei rami.
Foglie
Sempreverdi, di media grandezza, ellittiche, coriacee; pagina superiore verde
scuro in genere lucente, inferiore verde chiaro; generalmente a margine
irregolarmente dentato e spinoso nelle parti basse, intero e senza spine nella parti
alte.
Fiori
La pianta è dioica (fiori unisessuali su piante diverse). I fiori sono riuniti in piccoli
gruppi ascellari: quelli maschili con 4 petali, bianchi talvolta marginati di rosso,
profumati; i femminili bianchi, con vistoso ovario centrale verde scuro.
Fioritura: aprile-maggio.
Frutti
Piccole drupe, carnose, contenenti 4 semi, di colore rosso vistoso lucente,
persistenti sull’albero tutto l’inverno, appetiti dagli uccelli, ma velenosi per l’uomo.
Origine
Dall’Europa atlantica e mediterranea al Nord Africa fino ai confini della Cina. Vive
sporadica nei boschi di latifoglie, frequentemente nelle faggete, dalla collina alla
media montagna.
Utilizzo e note Diffusa in coltivazione come ornamentale di pregio, anche in numerose cultivar,
per la bellezza della chioma e per la notevole e ricca fruttificazione che perdura
tutto l’inverno, da ciò è derivato l’uso di omaggio bene augurante per il nuovo
anno. Il legno è apprezzato, per la sua durezza e compattezza, per lavori
particolari. Curiosamente le foglie spinose si trovano nella parte bassa della
chioma, come per volersi difendere dagli animali erbivori. Con le sue fronde
spinose si proteggeva la carne salata dai topi, ed è per questo motivo che la pianta
è anche chiamata “pungitopo”.
Storia e
folclore
Gli antichi popoli d’Europa tra cui i Druidi adornavano le loro case con foglie e
bacche di agrifoglio. In dicembre, i Romani durante le feste chiamate Saturnalia, si
scambiavano rami di agrifoglio; un’usanza adottata dai primi cristiani. L’agrifoglio
era considerata una pianta utile per proteggersi dai sortilegi e dagli incantesimi.
Nel XIX secolo alcuni medici constatarono che la corteccia uguagliava o superava
le proprietà della china.
Azione e
impieghi
medicinali
Oggi poco usato. Le foglie sono diuretiche, febbrifughe e lassative. Le bacche
lassative ed emetiche, ma tossiche.
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NOCE
Nome botanico
Famiglia
Juglans regia
Juglandaceae
Linnaeus
Portamento
Albero maestoso e severo, che raggiunge un’altezza di 15-20 metri, dal tronco
diritto, con chioma globosa-espansa, non molto folta.
Scorza
Dapprima liscia, in seguito a larghi solchi e rilievi piatti, colore grigio chiaro.
Foglie
Decidue, grandi, lunghe, composte, pennate a 5-7 foglioline ovato-ellittiche, colore
verde chiaro, lucide, pagina inferiore opaca, la terminale più grande.
Fiori
Unisessuali sullo stesso albero, non vistosi: i maschili raggruppati in infiorescenze
cilindriche lunghe e pendule di colore verde; i femminili, a forma di due
caratteristici “baffi” arricciati di colore giallognolo, raggruppati in numero da 2 a 5
sui nuovi getti primaverili.
Frutti
Pseudo drupe, con la parte esterna carnosa verde (il mallo), che contengono un
guscio legnoso (il pericarpo) di colore bianco crema poi marrone, formato da due
metà saldate lungo un bordo sporgente, con all’interno il seme commestibile (il
gheriglio).
Origine
Europa sud-orientale fino all’Asia centrale, dove vive ancora spontaneo, diffuso
dall’uomo in tutta Europa.
Utilizzo e note Prezioso albero coltivato per i sui frutti commestibili di alto tenore nutritivo essendo
ricchi di olio (tra cui gli omega 3) e zuccheri; impiegato anche nell’industria
cosmetica e farmaceutica. Il legname pregevolissimo per la fabbricazione dei
mobili, grazie alla sua grana fine, al colorito bruno-rosato e alla facilità di
lavorazione. Utilizzato pure per alberature stradali e come ornamento per parchi e
giardini.
Storia e
folclore
Il noce era un albero considerato sacro nelle tradizioni celtiche, greche-romane,
germaniche e dalla tradizione feerica (delle fate) considerata una pianta ricca di
saggezza. Le noci che ricordano la forma del cervello venivano mangiate nelle
feste per propiziare la fecondità. Dai greci l’albero era considerato una seconda
madre. Le sue foglie producono un veleno (juglandina) che con la pioggia si
diffonde al suolo. Da questo deriva la leggenda secondo la quale l’ombra del noce
sia nefasta. Per questo motivo, le streghe sceglievano il noce come luogo di
eccellenza per i loro sabba.
Azione e
impieghi
medicinali
Tra le specie correlate Juglans cinerea lassativo e tonico, abbassa i livelli di
colesterolo e promuove la liberazione di prodotti di scarto del fegato. La corteccia
della Juglans nigra: è usata come blando purgante ed è applicata in caso di
patologie cutanee. La noce è usata nella medicina erboristica cinese come tonico
renale. Entrambe le varietà di noci sono altamente nutrienti e riducono i livelli di
colesterolo.
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ALBERO DEI TULIPANI
Nome botanico
Famiglia
Liriodendron tulipifera
Magnoliaceae
Linnaeus
Portamento
Albero alto fino a 30 metri; tronco diritto e robusto; chioma piramidale arrotondata
all’apice, un po’ espansa, abbastanza rada, chiara e luminosa.
Scorza
Elegantemente solcata e reticolata ben in rilievo, colore bruno in varie tonalità con
gradevole effetto chiaro-scuro.
Foglie
Decidue, grandi a 4 lobi, prive di apice centrale sostituito da una rientranza più o
meno profonda (ricordano il profilo di una testa di gatto).
Fiori
A forma e grandezza di un tulipano, colore giallo-arancio-verdastro.
Fioritura: maggio-giugno.
Frutti
Legnosetti, allungati in un’ala a forma di punta di lancia e con il seme racchiuso
nella parte basale, aggregati in una sorta di pigna dalla quale si staccheranno ad
essiccazione avvenuta per essere disseminati dal vento.
Origine
America settentrionale dove forma boschi puri o misti con altre latifoglie. Introdotto
in Europa nel 1748.
Utilizzo e note Apprezzato nei luoghi di origine per la produzione di legname, grazie alla sua
rapidità di crescita, in Europa venne subito apprezzato e diffuso, come albero
ornamentale di grande pregio, per parchi, giardini e alberature stradali.
Storia e
folclore
l nome deriva dal greco leirion (giglio) e dendron (albero).
I bellissimi fiori di questo albero, simili ai tulipani, gli hanno fatto guadagnare
l’aggettivo tulipifera cioè “portatrice di tulipani” Gli indiani dell’America
settentrionale chiamavano quest’albero “legno da canoa” poiché da esso si
ricavavano canoe capaci di trasportare sino a 20 persone.
Azione e
impieghi
medicinali
La corteccia possiede proprietà simili al chinino.
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MAGNOLIA
Nome botanico
Famiglia
Magnolia grandiflora
Magnoliaceae
Linnaeus
Portamento
Albero prestante, sempreverde, alto fino a 25 metri, a forma di cono largo,
ramificato fin dalla base; chioma largamente piramidale-globosa, densa al punto di
non lasciar vedere il tronco e i rami.
Scorza
Colore grigio-bruno scuro, liscia; solo in età avanzata si desquama in sottili
placche rettangolari.
Foglie
Coriacee, sempreverdi, alterne, da ellittiche a lanceolate, acuminate, grandi,
lunghe fino a 25 centimetri, margine revoluto; pagina superiore di colore verde
lucente scuro, inferiore pubescente di color ruggine.
Fiori
Bisessuali, a forma di coppa, larghi fino a 30 centimetri, a 6 o più petali carnosi,
colore bianco crema, molto profumati.
Fioritura: continua da maggio a settembre.
Frutti
Sono delle infruttescenze ovali, lunghe 7-10 centimetri, simili ad una pigna eretta,
con squame pubescenti brune, che a maturità si dischiudono mostrando numerosi
semi rossi profumati, penzolanti da un filo sottile. Il frutto della magnolia si chiama
cocceto.
Origine
America settentrionale, dove vive in boschi misti della fascia costiera. Importata in
Europa nel 1837.
Utilizzo e note Albero di grandissimo pregio ornamentale, viene largamente utilizzato per la sua
superba bellezza, dovuta all’imponenza del perenne e lucente fogliame e ai
bellissimi fiori. Non vi è parco che non ne possieda almeno uno; è comunque
presente anche in viali e giardini anche piccoli; resiste bene al clima freddo.
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GELSO
Nome botanico
Morus alba Linnaeus
Famiglia
Moraceae
Portamento
Albero alto fino a 15 metri; tronco tozzo e robusto; normalmente lo si trova in
coltivazione capitozzato, cioè a tronco mozzato, per favorire una copiosa
ramificazione che gli conferisce un portamento globoso espanso.
Scorza
In gioventù grigia-opaca e rigata, in seguito bruno-nocciola con evidenti solchi più
chiari.
Foglie
Decidue, cuoriformi, ben appuntite all’apice, margine irregolarmente dentato, a
volte con 2 intagli laterali che le rendono trilobate (tipo foglia di fico); pagina
superiore di colore verde-chiaro e lucente, pagina inferiore opaca.
Fiori
Unisessuali sullo stesso albero, colore verde-giallognolo,
appariscenti, entrambi in brevi infiorescenze cilindriche.
Fioritura: aprile-maggio.
Frutti
Piccolissimi, succosi, aggregati in un’infruttescenza a forma di mora; colore
bianco-avorio, molto dolci e commestibili.
Origine
Asia centro-orientale. Arriva in Europa, già in tempi remoti, in maniera avventurosa
insieme al baco da seta, che trae alimento dalle sue foglie. Ampiamente coltivato
in Asia ed Europa, in particolare nell’Italia settentrionale in lunghi filari nelle
campagne.
piccoli,
poco
Utilizzo e note La coltivazione del gelso risale a circa 4500 anni fa in Cina, dove veniva prodotta
la preziosa seta ricavata dal bozzolo del bombice del moro. Pure il legno trova
utilizzo a motivo della sua durezza e resistenza in acqua.
Storia e
folclore
Il nome del genere era già in uso ai Romani da loro conosciuto durante le
conquiste in Asia. Etimologicamente risale al celtico mor (nero).
Si narra che Ludovico Sforza duca di Milano, venne soprannominato il Moro
perché promosse la diffusione di questa specie in tutta la Lombardia.
Azione e
impieghi
medicinali
Le sue foglie (Sang ye in cinese) che sono il cibo preferito dai bachi da seta,
contengono le Vitamine A-B1-B2-C. Esse vengono utilizzate quali espettoranti in
caso di tosse e catarro, oltre che a curare febbri, mal di gola, di testa, vertigini e
capogiri. Il succo del frutto per gargarismi quale collutorio. La corteccia come
lassativo. I rami combattono la ritenzione idrica e il dolore articolare.
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PAULONIA
Nome botanico
Famiglia
Paulownia tomentosa
Scrophulariaceae
(Thunberg) Steudel
Portamento
Albero alto fino a 20 metri; tronco da diritto a variamente contorto ed inclinato,
grossi rami ascendenti ed espansi; chioma ampia, arrotondata, espansa
irregolarmente.
Scorza
Da poco a molto rugosa e screpolata, colore grigio-bruno più o meno scuro.
Foglie
Decidue, molto grandi, a forma di cuore, apice acuto, qualche volta altri due apici
uno per lato al margine; inserite a 2 a 2 una opposta all’altra, coperte da una
ruvida pelosità, colore verde scuro, confondibili con le foglie di catalpa.
Fiori
Bisessuali, grandi, tubolari-campanulati con 5 lobi, colore violetto, presenti in
boccioli color camoscio fin dall’estate precedente, riuniti in grandi pannocchie
erette.
Fioritura: maggio.
Frutti
Capsule simili a noci per forma e grandezza, che si aprono longitudinalmente per
liberare numerosi piccoli semi alati.
Origine
Cina centrale. Importato in Europa nel 1834. Albero che si adatta a qualsiasi
ambiente.
Utilizzo e note Largamente utilizzato quale albero ornamentale in parchi e giardini. Degno di nota
il suo portamento invernale per la fantasiosa disposizione dei rami e la
contemporanea presenza dei frutti, tardi a cadere e dei boccioli dei fiori dell’anno a
venire.
Storia e
folclore
Albero dedicato alla principessa Anna Paulowna, figlia dello zar Paolo I di Russia
nel 1835.
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ABETE ROSSO
Nome botanico
Picea abies (Linnaeus) Karsten
Sin. Abies excelsa (Linnaeus)
Famiglia
Pinaceae
Portamento
Albero sempreverde, alto fino a 60 metri a forma di cono stretto; tronco colonnare
perfettamente diritto, cilindrico, che può raggiungere fino a 2 metri di diametro;
chioma verde-scura strettamente piramidale; rami principali orientati verso l’alto e
rami secondari penduli.
Scorza
Rosso-bruna, divisa in placche irregolari negli esemplari adulti.
Foglie
Aghiformi, appuntite, a sezione quadrangolare, inserite a spirale tutt’intorno ai
rametti, lunghe fino a 2,5 centimetri, persistenti.
Fiori
Molto primitivi, unisessuali sullo stesso albero: i fiori maschili sono riuniti in piccole
infiorescenze ovali, di colore giallastro, poste all’apice dei rametti dell’anno
precedente; le infiorescenze femminili sono coni eretti, di colore rosso porpora,
isolati.
Fioritura: maggio-giugno.
Frutti
Pigne legnose, fusiformi e pendule, di colore brunastro, lunghe 10-15 centimetri e
larghe fino a 3, persistenti a lungo sull’albero, che a maturazione aprono le loro
squame per lasciar uscire i piccoli semi alati.
Origine
Europa centrale e settentrionale. Diffuso, sia allo stato spontaneo che coltivato,
dalla pianura alla montagna. Si trova sulle Alpi ad altitudini comprese tra gli 800 e i
2300 metri per formare estesi boschi che contraddistinguono la vegetazione
forestale di tali montagne.
Utilizzo e note Albero forestale di prim’ordine per il suo legno, leggero e resistente che risulta
facilmente lavorabile. Trova utilizzo nelle più svariate lavorazioni, ma soprattutto
per la fabbricazione della pasta di cellulosa per l’industria cartaria. Molto usato
come albero ornamentale nei parchi, viali, filari e come albero di Natale.
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ABETE DELLE MONTAGNE ROCCIOSE
Nome botanico
Famiglia
Picea pungens
Pinaceae
Engelmann
Portamento
Albero alto dai 25 ai 50 metri, in coltura molto meno; chioma piramidale regolare,
molto densa, colore da verde-bluastro a grigio-azzurro nella forma “glauca”.
Scorza
Da giovane squamosa, colore grigio più o meno scuro, in seguito profondamente
solcata con rilievi arrotondati.
Foglie
Sempreverdi, aghiformi, a sezione pressoché quadrangolare, lunghe e ricurve,
appuntite, pungenti, resinose, disposte tutt’intorno al ramo, colore da verde a grigio
azzurro.
Fiori
Molto primitivi, unisessuali sullo stesso albero: i maschili, coni allungati di colore
giallo-rossastro, sparsi tra le foglie; i femminili, coni eretti di colore giallastro,
all’apice dei rami.
Frutti
Pigne cilindriche, pendule, lunghe da 7 a 13 centimetri, con squame che terminano
in 2 punte acute, che si aprono a maturità per liberare i semi alati.
Origine
America settentrionale, nelle Montagne Rocciose, dove vive dai 1800 ai 3000
metri. Introdotto in Europa nel 1863.
Utilizzo e note Sperimentato in culture forestali a motivo del legno di un certo pregio, ma viene
soprattutto utilizzato come albero ornamentale in parchi e giardini, anche cittadini,
per la sua grande resistenza e per la bellezza della sua chioma.
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PINO NERO
Nome botanico
Famiglia
Pinus nigra
Pinaceae
Arnold
Portamento
Albero alto fino a 20 metri; tronco diritto, ramificazione a palchi regolari, chioma
piramidale, con l’età espansa ed appiattita al vertice, densa e scurissima.
Scorza
A grandi placche grigie più o meno chiare o scure e solchi profondi (grigiobiancastre nella sottospecie laricio).
Foglie
Sempreverdi, aghiformi, lunghe e rigide, riunite a fascetti di 2, colore verde scuro.
Fiori
Molto primitivi, unisessuali: i maschili a piccoli coni gialli allungati, con squame
orlate di un colore bruno-rossiccio, riuniti in dense spighe alla base dei nuovi getti
dell’annata; i femminili a cono quasi privi di picciolo, colore rosso-vinoso, all’apice
dei nuovi getti.
Fioritura: aprile-giugno.
Frutti
Pigne coniche di media grandezza a superficie lucida, prive di picciolo, che,
quando essiccate, si apriranno per liberare i semi alati, mostrando l’interno delle
squame colore nero-fumo.
Origine
In quasi tutti i rilievi mediterranei fino all’Austria per cui prende il nome di austriaca;
forma, sui ripidi pendii calcarei, forma insediamenti puri o mescolandosi con altre
conifere e latifoglie. La sottospecie laricio che è invece presente in Calabria,
Corsica e Sicilia, forma boschi puri arrivando a sfiorare, con esemplari isolati, i
2000 metri di altitudine.
Utilizzo e note Attualmente la specie si trova diffusa in tutta Italia grazie alla sua frugalità e
rusticità. Viene usata, oltre che per forestazione e legname, anche per uso
ornamentale a motivo del suo bel portamento.
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PINO DELL’HIMALAYA
Nome botanico
Famiglia
Pinus wallichiana
Pinaceae
Jackson
Portamento
Alto fino a 50 metri, ramificazione a palchi regolari, chioma piramidale con aghi
lunghi e pendenti, non molto densa, colore verde-azzurro.
Scorza
In gioventù liscia verde-grigio lucente, in seguito a placche longitudinali colore
grigio opaco, profondamente fessurata.
Foglie
Sempreverdi, aghiformi, riunite a fascetti di 5, lunghe, sottili e pendenti, colore
decisamente grigio-azzurrognolo.
Fiori
Molto primitivi, unisessuali: i maschili a piccoli coni allungati, gialli, riuniti in spighe
alla base dei nuovi getti dell’annata; i femminili a coni verde-giallo-rosati sorretti da
un lungo peduncolo al vertice dei nuovi getti.
Fioritura: maggio-giugno.
Frutti
Grosse pigne a forma di banana, pendule, lunghe fino a 30 centimetri, molto
impregnate di resina che, quando essiccate, apriranno le squame per far uscire i
semi alati; in seguito cadranno intere dalla pianta.
Origine
Asia centrale sulla catena himalayana occidentale, in boschi misti, fino ad
un’altitudine di 2500 metri.
Utilizzo e note Frequentemente utilizzato come superba pianta ornamentale in spazi ampi. È
stata anche sperimentata per rimboschimenti, a motivo del suo rapido
accrescimento. Introdotto in Europa nel 1839.
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PLATANO
Nome botanico
Famiglia
Platanus x hybrida
Platanaceae
Broterus
Portamento
Maestoso albero dalle grandi ramificazioni ascendenti, alto fino a 35 metri; chioma
globosa-espansa, mediamente folta e luminosa. Tronco eretto, massiccio, presto
diviso in grossi rami.
Scorza
Liscia, coperta di squame sottili, di diversa grandezza, dai colori che sfumano dal
grigio chiaro, al bruno, che si stacca per lasciare scoperta la nuova scorza di
colore più chiaro.
Foglie
Decidue, alterne, ampie, lunghe fino a 20 centimetri e larghe 25, palmato-lobate,
divise in 5 lobi, larghi e appuntiti, dai denti irregolari, di consistenza coriacea,
lucide, di colore verde medio nella pagina superiore e verde più chiaro con peluria
quella inferiore, la base è a cuneo o rientrante all’attacco del picciolo.
Fiori
Unisessuali, portati sulla medesima pianta, riuniti in capolini tipicamente
tondeggianti: quelli maschili giallo pallido, ascellari, che si disfano in polline; quelli
femminili rosseggianti con lungo peduncolo che dopo fecondazione si trasformano
in infruttescenze globose.
Fioritura: aprile-maggio.
Frutti
Infruttescenze sferiche, pendule, in gruppi di 2-4, della larghezza di circa 2,5
centimetri di diametro, di colore bruno, appese in numero di 2-4, che giungono a
maturazione in ottobre e persistono sull’albero per tutto l’inverno e a febbraiomarzo si sfaldano in una miriade di piccoli frutti piumosi che vengono dispersi dal
vento. Questi ultimi sono dei piccoli acheni.
Origine
Europa; probabilmente ibrido tra Platanus orientalis e Platanus occidentalis.
Utilizzo e note É l’albero più usato a scopo ornamentale nei larghi viali e piazze cittadine per la
sua maestosità e per la sua resistenza alle potature e all’inquinamento
atmosferico.
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84
PIOPPO NERO
Nome botanico
Famiglia
Populus nigra
Salicaceae
Linnaeus
Portamento
Albero che può raggiungere i 37 metri, la chioma è densa e arrotondata.
Scorza
Spessa, profondamente solcata, ricoperta di protuberanze allungate che si
intersecano sulla superficie del tronco; colore bruno-scuro.
Foglie
Decidue, alterne portate su piccioli appiattiti; hanno forma triangolare più lunga che
larga, con apice appuntito e base abbastanza acuta, margine finemente dentellato
ad esclusione della base; pagina superiore colore verde-scuro, inferiore più chiara,
entrambe glabre.
Fiori
Pianta dioica ha i fiori portati in amenti penduli: quelli maschili sono cilindri
rossastri, quelli femminili verdi e lunghi anche 12 centimetri.
Fioritura: marzo, prima della fogliazione.
Frutti
Capsule non pelose che liberano in giugno numerosi semi piumosi che vengono
trasportati dal vento.
Origine
Europa settentrionale. Cresce su terreni umidi e ricchi di sali in particolare ai
fluoruri.
Utilizzo e note Viene piantato nei parchi, nei giardini e lungo i viali. La denominazione botanica fa
riferimento alla colorazione della scorza che a maturità diventa scura. Il suo legno
tenero e biancastro viene usato per la produzione della carta. Nel nostro parco è
presente la varietà ‘Italica’ a struttura colonnare e ramificata sin dalla base, che è
tipica del paesaggio lombardo.
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PIOPPO IBRIDO
Nome botanico
Famiglia
Populus x canadensis
Salicaceae
Moench
Portamento
Albero che può raggiungere i 20-25 metri di altezza; rami ascendenti; chioma
ovato-espansa, dal colore verde luminoso.
Scorza
Colore grigio-verdognolo chiaro, dapprima liscia poi rugosa a rilievi frastagliati ed
allungati e dal colore più scuro.
Foglie
Decidue, grandi, a forma di “picche” (seme delle carte da gioco) con margine
basale intero e quasi diritto, perpendicolare all’asse della nervatura centrale, per il
resto finemente dentellato, colore verde, più chiaro nella pagina inferiore; in
primavera, quando appaiono, sono di colore rosso-verdognolo. Ai lati del picciolo,
presso l’attacco della lamina fogliare, sono presenti una o due piccole ghiandole.
Fiori
Unisessuali su alberi diversi: i maschili riuniti in infiorescenze cilindriche compatte
color porpora; i femminili in infiorescenze più rade e più lunghe.
Fioritura: marzo-aprile.
Frutti
Capsule ovali che si fendono a maturità per liberare piccolissimi semi avvolti da
pappi cotonosi bianchi che li dissemineranno grazie al vento.
Origine
Colturale, ottenuto per ibridazione tra Populus nigra europeo e Populus deltoides
canadese. Viene largamente coltivato perché più resistente alle malattie e più
redditizio per la produzione di legname.
Utilizzo e note Viene coltivato, con cicli di circa 15 anni e disposto in file regolarmente distanziate,
soprattutto nelle zone vicine ai grandi fiumi della pianura padana o anche in filari
lungo viali, viottoli campestri, sponde di canali e confini di proprietà; lo si può
inoltre trovare spontaneizzato perfino nelle città. Il legno ha come destinazione
esclusiva l’industria cartaria.
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CILIEGIO SELVATICO
Nome botanico
Famiglia
Prunus avium
Rosaceae
Linnaeus
Portamento
Albero alto sino a 25 metri, tronco diritto con rami ascendenti nella parte alta,
chioma non molto fitta e stretta, globosa-espansa in coltivazione.
Scorza
Liscia, colore grigio-rossastro, tipicamente decorata da sottili rughe orizzontali, si
lacera trasversalmente in sottili strisce di consistenza cartacea.
Foglie
Decidue, di media grandezza, ellittico-allungate con apice acuto, margine
seghettato, pendenti, bronzee da giovani poi verde scuro e opache nella pagina
superiore, inferiore poco più chiara; picciolo ornato da 2 piccole ghiandole rosse,
presso la base della lamina.
Fiori
Bisessuali, larghi circa 3 centimetri, bianchi con 5 petali, portati in corimbi con
lunghi piccioli, che appaiono abbondantissimi prima delle foglie.
Fioritura: aprile-maggio.
Frutti
Drupe carnose di colore da rosso-giallognolo a rosso-nero,con nocciolo duro e
liscio all’interno.
Origine
Asia Minore e Caucaso, da dove si è irradiato già da tempi remotissimi. In Italia è
diffuso ovunque, dalla collina alla media montagna, in boschi misti di latifoglie.
Storia e
folclore
Dioscoride, medico del I secolo d.C., sosteneva che le ciliegie curano le flatulenze.
John Gerard, erborista del ‘600, notò l’usanza francese di appendere in casa le
ciliegie per tener lontana la febbre.
Azione e
impieghi
medicinali
I piccioli sono usati per la loro azione diuretica e astringente, prescritti in caso di
cistite, nefrite, ritenzione urinaria, artrosi e gotta.
Le ciliegie per l’alto contenuto in zucchero,hanno una leggera azione lassativa.
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MIRABOLANO, CILIEGIO - SUSINO
Nome botanico
Famiglia
Prunus cerasifera
Rosaceae
Ehrhart
Portamento
Albero di piccole dimensioni, alto al massimo 8 metri o arbusto; ramificazione
leggera ed espansa; chioma abbastanza fitta, globosa, colore verde-luminoso
(rosso-violaceo nella cultivar ‘Pissardii’); tronco eretto, presto ramificato.
Scorza
In gioventù parzialmente rugosa, ricca di lenticelle colore grigio, a maturità molto
rugosa , fessurata e squamata, colore bruno-scuro.
Foglie
Decidue, piccole, ovato-ellittiche, appuntite, con breve picciolo, margine finemente
dentellato, colore verde scuro nella pagina superiore, più chiara, con peli, lungo le
nervature della pagina inferiore (rosso-violaceo nella cultivar ‘Pissardii’).
Fiori
Bisessuali, isolati, abbondantissimi, a 5 petali bianchi o leggermente rosati (varie
sfumature di rosa nelle diverse cultivar) portati singolarmente su corti piccioli.
Fioritura: marzo-aprile prima o assieme alle foglie.
Frutti
Drupe, rotonde, del diametro di 2-3 centimetri, di colore giallo o rosso cupo, simili
alle prugne, commestibili (rosso opaco nella cultivar ‘Pissardii’).
Origine
Asia occidentale, Caucaso. Introdotto in Europa in epoca pre-romana, è
diffusamente coltivato ed inselvatichito. Allo stato selvatico è componente della
boscaglia appenninica, soprattutto quella localizzata ai margini di radure luminose,
sponde e siepi, mescolato con amareni, nespoli, ciliegi, peri e meli selvatici, ed
altro.
Utilizzo e note É il progenitore delle infinite cultivar di pruno domestico diffuse in tutto il mondo.
Viene usato come portainnesto per altre specie di Prunus da frutto (albicocco,
pruno, ecc.). Molto impiegata come pianta ornamentale di pregio per parchi e
giardini è la varietà ‘Pissardii’ a motivo della sua stupenda fioritura precoce e per il
rimarchevole colore del fogliame, di un bel colore rosso cupo.
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PADO
Nome botanico
Famiglia
Prunus padus
Rosaceae
Linnaeus
Portamento
Albero generalmente piccolo ma può arrivare fino a 15 metri di altezza, oppure
arbusto; rami ascendenti-espansi; chioma globosa-espansa, irregolare, leggera.
Scorza
Colore grigio-bruno scura, leggermente fessurata, si sfalda in bande orizzontali.
Foglie
Decidue, grandezza media, ovato-ellittiche appuntite, superficie ruvida, colore
verde opaca, margine dentellato, picciolo ornato di 2 piccole ghiandole presso la
base della lamina.
Fiori
Bisessuali, piccoli, profumati, a 5 petali bianchi riuniti in grappoli penduli stretti e
lunghi.
Fioritura: maggio.
Frutti
Piccoli, carnosi, con nocciolo duro e ruvido, simili a piccole ciliegie, sapore
amarognolo, colore nero, disposti in grappoli, maturano a fine primavera-inizio
estate.
Origine
Europa ed Asia, diffuso, ma non molto frequente, dalla pianura alla media
montagna in ambienti freschi e sufficientemente umidi, preferibilmente lungo i corsi
d’acqua, mescolato ad altre latifoglie quali pioppi, salici, olmi, ontani.
Utilizzo e note La sua fioritura, abbondante e profumata, ed i frutti appetiti dai piccoli uccelli, ne
fanno un albero di utilizzo ornamentale in parchi e giardini. Viene anche utilizzato
per alberature stradali e di riva.
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ABETE DI DOUGLAS
Nome botanico
Famiglia
Pseudotsuga menziesii
Pinaceae
(Mirbel) Franco
Portamento
Magnifico ed importante albero alto sino a 100 metri (in coltura raggiunge un
massimo di 60) tronco diritto, rami primari eretti, i secondari a lungo andare rivolti
verso il basso, rigidi; chioma piramidale a vertice acuto, abbastanza folta, scura.
Scorza
Rugosa a larghe placche con solchi vieppiù numerosi e profondi, colore grigioverdognolo, man mano sempre più scuro fino a grigio-marrone.
Foglie
Sempreverdi, aghifoglie appiattite, lunghe fino a 3,5 centimetri, colore verde scuro
nella pagina superiore, con due righe chiare ai lati della nervatura della pagina
inferiore, inserite prevalentemente orizzontali ai due lati opposti del rametto.
Fiori
Molto primitivi, unisessuali sullo stesso albero: i maschili coni allungati, portati da
breve picciolo nella parte bassa del ramo, colore giallo-ocraceo; i femminili, coni
eretti in grappoli sull’apice del ramo, con squame sottili lungamente sporgenti,
colore rosso-vinoso.
Fioritura: maggio-giugno.
Frutti
Pigne di media grandezza, lunghe circa 7-10 centimetri, affusolate ed appuntite,
colore verde prato, decorate da squame tridentate a dente centrale molto
allungato, colore arancio-bruno, pendule, dopo l’essiccazione si apriranno per
liberare i semi alati, per poi cadere a loro volta tutte intere dopo un certo tempo.
Origine
America settentrionale, dove vive tra i 2000 e i 2900 metri sui monti verso la costa
dell’Oceano Pacifico. Importato in Europa nel 1827.
Utilizzo e note Importante albero forestale a rapida crescita che dà un legno pregiato per mobili e
serramenti. Viene estesamente coltivato anche in Europa dove non dà un legno
altrettanto pregiato. Utilizzato anche come albero ornamentale in parchi; ne sono
state create parecchie cultivar ornamentali anche nane.
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QUERCIA SCARLATTA
Nome botanico
Famiglia
Quercus coccinea
Fagaceae
Münchhausen
Portamento
Albero alto fino a 25 metri, dall’aspetto elegante e maestoso, con chioma espansa;
il tronco, che tende ad allargarsi al colletto, si presenta diritto e possente.
Scorza
Grigia, liscia e lucente da giovane, poi grigio-marrone poco incisa verticalmente in
età adulta.
Foglie
Decidue, alterne, ellittiche, lunghe 15 centimetri e larghe 10, molto lobate con
l’incisione che arriva sin quasi alla nervatura mediana, dentate, di colore giallo vivo
alla loro comparsa, poi lucide, lisce e di colore verde scuro sulla pagina superiore,
più pallide e lucide con piccoli ciuffi di peli all’ascella delle nervature della pagina
inferiore, rosso brillanti in autunno.
Fiori
I fiori maschili sono disposti in amenti giallo-verdi penduli; quelli femminili sono
singoli o a coppie con un brevissimo peduncolo alle ascelle delle giovani foglie.
Fioritura a tarda primavera.
Frutti
Ghiande che maturano in due anni, lunghe 2,5 centimetri, per metà racchiuse nella
cupola lucida, larga 10 -15 millimetri.
Origine
America nord-orientale.
Utilizzo e note Impiegato come albero ornamentale per parchi e giardini per la caratteristica del
suo fogliame che passa dal giallo vivo primaverile al verde scuro estivo, sino al
rosso vivo autunnale.
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FARNIA
Nome botanico
Famiglia
Quercus robur
Fagaceae
Linnaeus
Portamento
Albero maestoso, alto fino a 40 metri ed oltre; tronco diritto, ramificato già ad
altezza medio-bassa in rami massicci ed espansi; chioma irregolarmente ovale più
espansa verso l’alto.
Scorza
Abbastanza liscia e grigia in gioventù, in seguito profondamente solcata con rilievi
acuti che si intersecano in una bellissima trama, colore marrone scuro.
Foglie
Decidue, ovato-ellittiche con la massima larghezza oltre la metà della lamina,
margine asimmetrico con lobi arrotondati, consistenza quasi erbacea, colore verde
opaco, picciolo brevissimo nascosto dai due piccoli lobi basali della lamina.
Fiori
Unisessuali sullo stesso albero, non vistosi: i maschili raggruppati in infiorescenze
cilindriche pendule; i femminili a piccoli globi di squame verdi-brunastre, in numero
di 2-5 su lunghi peduncoli.
Frutti
Simili a castagne sostenuti da una sorta di scodellina legnosetta attaccata ad un
lungo picciolo pendulo: le cosiddette ghiande.
Origine
Europa e Caucaso dove vive consorziata ad altre latifoglie, dalla pianura alla
media montagna fino ad un limite di 1000 metri.
Utilizzo e note Viene utilizzato per rimboschimenti, per filari lungo canali e confini di campi o per
ornamento di pregio in parchi, giardini, viali per la sua imponente bellezza. È’ di
notevole longevità: può arrivare ai 1000 anni di età. Il suo legno è tra i più pregiati
per qualsiasi tipo di lavorazione, in particolare per le botti di invecchiamento del
vino, ed è conosciuto come rovere di Slavonia.
Storia e
folclore
Sacra ai Druidi, era apprezzata nella medicina erboristica per la corteccia, le foglie
e le glandole astringenti. La corteccia è impiegata per conciare il cuoio e
affumicare il pesce.
Azione e
impieghi
medicinali
Il decotto di corteccia viene usato per curare mal di gola e tonsilliti. In piccole dosi
per diarrea e dissenteria. Le galle di corteccia per gli stessi usi, ma in piccole
quantità in quanto molto ricche di tannini.
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QUERCIA ROSSA
Nome botanico
Famiglia
Quercus rubra
Fagaceae
Linnaeus
Portamento
Albero alto fino a 25 metri, elegante, possente e maestoso; tronco diritto e forti
ramificazioni aperte; chioma ampiamente globosa.
Scorza
Liscia e grigia da giovane; in seguito irregolarmente fessurata verticalmente e più
scura.
Foglie
Decidue, grandi, ellittiche a margine lobato, con lobi acuti ed appuntiti, seni
arrotondati, colore giallo appena spuntate, poi verdi e, prima di cadere, rosso
cupo.
Fiori
Unisessuali sullo stesso albero, non vistosi: i maschili, raggruppati in infiorescenze
cilindriche pendule; i femminili, piccoli globuli di squame verdi-brune, solitari o
accoppiati, inseriti sui rami con un brevissimo peduncolo.
Fioritura: aprile-maggio.
Frutti
Sono delle ghiande cilindrico-ovali di 2-3 centimetri, contenuti in una cupola poco
avvolgente.
Origine
America settentrionale, dove forma boschi misti insieme ad altre latifoglie.
Introdotto in Europa nel 1691.
Utilizzo e note Diffusamente utilizzato come albero ornamentale per parchi, giardini e viali
alberati, per la sua crescita più rapida rispetto alle altre querce e per la
colorazione autunnale che va dall’arancio, al rosso, al bronzo. Il legno serve per
svariati usi: mobili, imbarcazioni ed utensili. L’albero nella foto, esemplare
maestoso, è divenuto uno dei simboli del Parco Trotter.
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