IL CASO CEZANNE
MERCATO E COLLEZIONISMO TRA IL XIX E IL XX SECOLO
Ambroise Vollard
Ambroise Vollard è un mercante del tutto atipico ma dotato di un acuto senso
degli affari che sa nascondere sotto una maschera di indifferenza e prudenza.
Del mercante d'arte geniale, intuitivo e dinamico che dimostra di essere, non
ha neppure il fisico: è un uomo massiccio, goffo nei movimenti, con frequenti
difficoltà di pronuncia: difetti che sa sfruttare per disorientare i clienti, che
respinge anziché blandire.
Creolo, figlio di un notaio dell'isola di Réunion, nel 1885 il venticinquenne
Ambroise Vollard abbandona la carriera giuridica per seguire la passione per
l'arte. Inizia come apprendista all'Union Artistique (una mediocre galleria che
tratta sottoprodotti della pittura accademica), interessandosi contemporaneamente ai giovani artisti senza mercato che costano poco.
Il suo aspetto è trascurato, come lo è la sua galleria in rue Lafitte (prima al n. 39,
Renoir: Ambroise Vollard, 1908
poi al n. 41 e infine al n. 6): in vetrina tiene un solo quadro, talvolta una cornice
vuota. L'interno è inospitale, buio, polveroso: un tavolo, sul quale sono
ammassate pile di libri, e due sedie impagliate; su una, rannicchiato su se
stesso, pesantemente scimmiesco, sonnecchia Vollard. Le tele degli artisti che
tratta sono ammucchiate nel retrobottega da dove vengono estratte quasi
controvoglia. Vollard tratta infatti il cliente come fosse un intruso, che deve
"conquistare" il diritto di comprare un quadro. Solo alla fine di una lunga
estenuante trafila, quasi un rito di iniziazione che trasforma il semplice
acquirente in amatore, Vollard accetta di vendere ma mai di discutere il
prezzo. È da Vollard che Leo e Gertrude Stein comprano, dopo una lunga
faticosa attesa, il primo dei numerosi Cézanne della loro collezione.
Non fidandosi delle proprie capacità di scelta, segue il consiglio degli amici
pittori, soprattutto Degas e Pissarro, che lo mettono in contatto con Gauguin allora a Tahiti - e Cézanne, isolato a Aix-en-Provence. Così, ben consigliato e
favorito dalla mancanza di concorrenza, Vollard inizia a rastrellare, rischiando
poco denaro, opere di Cézanne, Gauguin, van Gogh.
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Zola possiede una dozzina di opere di Cézanne, tra cui la splendida natura
morta con la pendola nera, ma, come dichiara a Vollard, le tiene ormai chiuse
in un armadio «a triplice mandata, [...] al riparo da sguardi malevoli». Una tela
lasciata incompiuta dall'artista (Paul Alexis legge un manoscritto a Zola) rimarrà
addirittura dimenticata per anni nella soffitta di Médan - la proprietà sulle rive
della Senna a nord-ovest di Parigi che Cézanne aveva ritratto in numerose tele
- e non verrà inclusa nella vendita all'asta organizzata nel 1903, un anno dopo
la morte di Zola
Nel 1893 Vollard inaugura la sua prima galleria con una piccola mostra di
disegni di Manet. È la prima di una serie di mostre memorabili: Cézanne nel
1895; i Nabis nel 1899, la retrospettiva di van Gogh nel 1898 e nel 1902, Picasso
nel 1901 e Matisse nel 1904; per non citare che gli inizi.
Cézanne:
Paul
manoscritto a Zola,
Alexis
legge
un
Consigliato da Pissarro, nel novembre del 1895 convince Cézanne, artista che
costa pochissimo perché nessuno lo richiede, a mandargli a Parigi la
produzione degli ultimi anni e gli organizza la prima mostra. Una mostra che
non ha un grande successo, ma Vollard non ha fretta di far rientrare i capitali.
Quando si interessa a un artista Vollard ha l'abitudine di monopolizzarne il
mercato comprando in blocco tutto il materiale dell'atelier: nel 1899 acquista
in blocco la produzione di Gauguin e nel 1906 fa la stessa cosa con Picasso,
che gli dedicherà poi il celebre ritratto cubista, Vlaminck e Derain. Non ama
Picasso: Ambroise Vollard, 1909-1910 op.
cit.
invece legare il pittore con un contratto in esclusiva, per conservarsi la libertà di
scelta.
A quella di gallerista Vollard affianca inoltre un'intensa attività di editore di libri
d'arte, passione che risponde ai suoi giovanili interessi letterari e all'amore per la
grafica. La sua carriera si interrompe bruscamente il 21 luglio 1939 quando
l'auto su cui viaggia sbanda e Vollard, che come al solito si era assopito sul
sedile posteriore, batte violentemente la testa contro una scultura di Maillol.
Cezanne in mostra alla “biennale” di Venezia: interpretazioni e suggestioni
Archiviata la drammatica esperienza della prima guerra mondiale, la Biennale
d'Arte di Venezia inaugura nel 1920 la XII edizione, curata dal nuovo segretario
generale: Vittorio Pica. Il panorama offerto al pubblico è quanto mai vario: una
confusione di indirizzi e di intenti che appare ai recensori un compromesso tra
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innovazione e conservazione, in linea con le «tradizioni conciliative della
politica giolittiana».
Più interessanti, anche se poco al passo con i tempi, le scelte della Svizzera che
presenta quaranta dipinti e una scultura di Ferdinand Hodler. Il padiglione russo
è invece totalmente dedicato all'avanguardia con le tele di Larionov e della
Goncharova e le ottantasei "sculture" del cubista Aleksandr Archipenko.
In un simile contesto non sorprende la tiepida accoglienza riservata ai ventotto
dipinti di Cézanne, riuniti nel padiglione francese da un commissario
d'eccezione, l'artista Paul Signac. Chiamato da Pica a offrire una panoramica
della produzione d'oltralpe, Signac si dimostra estremamente di parte. Oltre
alla retrospettiva di Cézanne, la selezione comprende infatti diciassette opere
Boccioni: ritratto di Ferdinand Hodler,
1907
dello stesso Signac, alcune sculture di Rodin, Il circo e altri tre quadri di Seurat,
due Bonnard, e due tele di un Matisse non ancora toccato dal colorismo
fauve.
Ignorando volutamente il cubismo - nato ufficialmente tredici anni prima con
Les demoiselles d'Avignon di Picasso e con i paesaggi di Braque ispirati proprio
ai capolavori cézanniani - Signac fa sì che la ricerca del maestro di Aix risulti
intellettualistica e scevra di reali fermenti innovativi, opera di un classicista che
alle tendenze "avanguardiste" degli impressionisti oppone un ritorno alla
tradizione. E infatti questa sarà anche l'opinione di De Chirico che attraverso la
sua visione di una realtà metafisica ripropone in qualche modo le “geometrie
pittoriche” di Cézanne.
Se si eccettuano le poche opere di Cézanne esposte nella Prima mostra
Braque: Strada all’Estaque, 1906
italiana dell'impressionismo francese organizzata a Firenze da Ardengo Soffici
nel 1910 e i pochi acquerelli presentati alla Secessione romana del 1914, le tele
esposte a Venezia consentono per la prima volta al pubblico e alla critica di
valutare da vicino un artista giudicato ormai universalmente uno dei capostipiti
dell'arte moderna. La maggior parte dei quadri provengono dalla collezione di
Egisto Fabbri - un pittore italoamericano trapiantato a Parigi che già nel 1899
scriveva a Cézanne di possedere sedici sue opere e di ammirarne la «bellezza
Cézanne: Case all’Estaque, 1880 ca.
aristocratica e austera» -, i restanti dalla collezione Loeser di Firenze. Tutti i
generi preferiti dal maestro sono degnamente rappresentati: dalla ritrattistica,
alla natura morta, al paesaggio, comprese le scene di bagnanti, uomini e
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donne, un tema particolarmente caro all'artista.
La mostra veneziana si rivela tuttavia un'occasione mancata: invece di
cogliere gli elementi più innovativi dell'arte di Cézanne, la lettura "classicista"
della sua opera - già avanzata da Soffici sulle pagine della rivista "La Voce" e
da Carlo Carrà su "Lacerba" - porta i critici a cogliere nel linguaggio solido e
costruttivo di quella pittura echi di Giotto e di Masaccio. In un'atmosfera di
generale "ritorno all'ordine" Carrà stesso darà l'avvio al "realismo mitico", che
contraddistingue la sua produzione del primo dopoguerra, con un'opera
decisamente cézanniana: Il pino sul mare.
La circolazione delle opere di Cézanne negli Usa
Il 10 aprile 1886 il mercante Durand-Ruel inaugura nei locali dell'American Art
Association di New York la prima mostra degli impressionisti negli Stati Uniti
d'America. Tra le oltre trecento tele esposte figurano quadri di Degas, Renoir,
Monet, Pissarro, Sisley, ma nessuna opera di Cézanne; questi, infatti, è sempre
meno in sintonia con gli assunti teorici del gruppo, diserta ormai da tempo le
mostre degli impressionisti ed è ancora pressoché sconosciuto.
Ma già prima della mostra organizzata da Durand-Ruel a New York, la pittura
Galleria di Durand-Ruel, 1910 foto
francese ha trovato negli Usa degli attenti estimatori: è il caso, per esempio, di
Louisine Waldron e del marito Henry O. Havemayer, il re dello zucchero, definiti
«i più ambiziosi e importanti collezionisti d'arte della fine secolo». Su
suggerimento dalla sua intima amica Mary Cassatt, pittrice statunitense che
risiede a Parigi, Louisine inizia ad acquistare opere degli impressionisti già nel
1875: alcuni quadri esposti alla mostra dell'American Art Association nel 1886
appartengono infatti alla collezione dei coniugi Havemayer. Tempo dopo,
sempre tramite la Cassatt, la coppia di magnati conosce a Parigi Vollard, e nel
1901 lo salva dal fallimento anticipandogli una notevole somma per l'acquisto
di alcune tele di Cézanne. È in questa occasione che una delle più importanti
tele dell'artista, Viadotto e grandi alberi, entra a far parte della collezione
Havemayer. Dei tredici quadri del maestro che i due arriveranno a possedere,
cinque saranno lasciati in eredità al Metropolitan Museum.
Qualche anno dopo, la retrospettiva allestita da Vollard nella sua galleria
parigina, attira collezionisti e mercanti americani anche sul maestro di Aix e
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con la mostra dell'Armory Show del 1913 arriva poi la definitiva consacrazione:
per
gli
americani
Cézanne
diviene
il
maestro
indiscusso
dell'arte
contemporanea. Avvocati di grido, magnati dell'industria o ricche ereditiere, i
colti e sensibili esponenti della ricca borghesia imprenditoriale d'oltreoceano
diventano in breve i suoi più accaniti collezionisti, accumulando importanti
raccolte che, grazie a generose donazioni, formano oggi il vanto dei maggiori
musei americani.
Château noir e altri tre dei Cézanne esposti oggi alla National Gallery di
Washington sono invece il dono del banchiere newyorchese Eugene Meyer e
di sua moglie Agnes. I Meyer li acquistano tra il 1912 e il 1916 da Vollard e da
Marius de Zayas, un caricaturista e gallerista di New York, membro del circolo
Photo-Secession
fondato
da
Alfred
Stieglitz.
Quest'ultimo,
fotografo
d'avanguardia e appassionato alfiere delle nuove tendenze artistiche - dal
cubismo al dadaismo, al surrealismo - nel 1911 aveva riunito nella sua galleria
una buon numero di acquerelli di Cézanne, presentando al pubblico
americano la prima personale del maestro.
Agli inizi del secolo, in un'epoca di grandi e rapide fortune, un magnate
dell'industria farmaceutica di Filadelfia, Albert C. Barnes, riesce ad accumulare
Cézanne: Château noir, 1900 – 1904
un patrimonio tale da permettergli di dar libero sfogo alla sua profonda
passione per l'arte. Alla sua morte, nel 1951, la collezione Barnes - trasformata
nel 1922 in fondazione - comprenderà oltre 2500 opere, tra cui spiccano 180
Renoir, 60 Matisse e 69 Cézanne. Tra i quadri di quest'ultimo figurano anche i
Cinque giocatori di carte e Le grandi bagnanti III, le due tele che Barnes
acquistò presso Vollard negli anni Trenta approfittando della crisi che aveva
costretto molti collezionisti a disperdere le loro raccolte. Figura curiosa di
medico e di industriale illuminato, Barnes dedicherà anche un acuto saggio
critico all'opera di Cézanne, pubblicato nel 1939.
La fortuna di Cézanne negli Usa è intimamente legata alla storia dei grandi
musei americani e dei loro munifici donatori, come nel caso di Paul Mellon -
figlio del fondatore della National Gallery di Washington, Andrew W. Mellon che con le sue ricche donazioni ha contribuito a fare della National Gallery, il
museo americano più ricco di opere di Cézanne. Tra le tele donate dai Mellon
c'è Case all'Estaque, un'opera appartenuta a Egisto Fabbri, un pittore
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americano d'origine italiana che arrivò a possedere circa trenta opere di
Cézanne. L'ultima donazione di Mellon è del 1995: in occasione del
cinquantesimo anniversario della National Gallery ha fatto il suo ingresso nel
museo Il Ragazzo dal panciotto rosso, in piedi.
Ma i Mellon non sono i soli collezionisti a legare il proprio nome a un museo
americano. L'industriale californiano Norton Simon inizia negli anni Cinquanta
ad acquistare opere di Degas, Renoir, Gauguin e Cézanne, donate poi,
insieme alla sua imponente collezione d'arte occidentale e asiatica, al museo
di Pasadena, oggi intitolato al suo nome. Il più importante quadro di Cézanne
conservato nel Norton Simon Museum è senza dubbio Castagni e fattoria al Jas
de Bouffan, donato dall'artista in persona a una giovane domestica della casa
paterna. Questa lo aveva gelosamente conservato per tutta la vita e solo nel
1943, dopo la sua morte, la tela era stata poi venduta dagli eredi.
La quotazione dei quadri di Cezanne: dal Novecento al terzo Millennio.
Cézanne: Ragazzo dal panciotto rosso,
in piedi, 1896
Quando, su consiglio di Pissarro, Ambroise Vollard organizza nel 1895 la prima
mostra di Cézanne, l'artista ha già 56 anni ed è ancora uno sconosciuto, un
provinciale esiliato a Aix-en-Provence che lavora in solitudine. Cézanne
spedisce a Vollard, come semplice collo ferroviario, centocinquanta tele
arrotolate in un grosso cilindro di tela cerata. Oggi, lo spostamento - con mille
precauzioni - di una sola di quelle opere metterebbe in apprensione una intera
agenzia di assicurazioni, dal momento che attualmente il loro valore si aggira
tra i 10 e i 20 milioni di Euro.
Anche in quell'occasione pubblico e critica dimostrano la più totale
incomprensione. Solo gli amici artisti riconoscono in lui un "maestro". Ma
qualcosa comincia a muoversi: se nel 1894, alla vendita dei quadri di "Père"
Tanguy, le opere di Cézanne - rastrellate da Vollard - sono state pagate tra i
100 e i 220 franchi, nel 1899, all'asta della collezione Chocquet, morto nel 1891,
La casa dell'impiccato, a Auvers-sur-Oise realizza 6.200 franchi, seguito dal
Martedì grasso a 4.400 franchi e Il ponte di Maincy a 2.200.
Vollard, raccoglie sistematicamente le opere di Cézanne che compaiono sul
mercato, come quelle giacenti nell'atelier di Fontainebleau e nelle soffitte di
Aix. Nel 1900 Cézanne partecipa con dieci opere all'Esposizione Universale di
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Parigi e i musei di Berlino ne acquistano una; ma i riconoscimenti vengono solo
dopo la morte dell'artista: nel 1907 la retrospettiva al Salon d'Automne, nel 1911
l'ingresso al Louvre dei Due giocatori di carte e del Vaso blu, nel 1921 la mostra
alla Kunsthalle di Basilea, nel 1926 la fondazione della "Société Paul Cézanne" a
Aix, nel 1928 la prima mostra a New York, nel 1936 la grande retrospettiva
all'Orangerie, e così via. Lavorando al riconoscimento dell'artista, Vollard ne fa
crescere i prezzi. Nel 1922, all'asta della collezione di Dirkan Kelikian un
paesaggio di Aix viene venduto a 12.300 dollari. Nel 1952 l'asta della collezione
impressionista di Gabriel Cognacq registra prezzi record e quelli di Cézanne
sono i più alti: 33.000 franchi per Mele e piatto con biscotti contro 6.850 per Il
riposo di Courbet o i 4.000 per La modista di Renoir.
Altra vendita memorabile è quella della collezione Jakob Goldschmidt nel
1958: il Giardino di Arles di van Gogh viene acquistato da Henry Ford per
123.000 dollari e Paul Mellon paga 220.000 dollari per il Ragazzo dal panciotto
rosso, in piedi di Cézanne che nel 1995 avrebbe donato alla National Gallery di
Washington. E così, crescendo di vendita in vendita, Cézanne è oggi uno fra gli
artisti più pagati.
Nel 1991 La casa del Jas de Bouffan è venduto per 1.600.000 sterline dalla
Christie's di Londra, che l'anno successivo spunta il prezzo più alto, 3.200.000
'Rideau, Cruchon e Compotier' 1890 ca.
Ieri sera, da Sotheby's, sala affollata di
collezionisti, esperti e critici d'arte, luci,
mani che si alzano rapide, poi,
all'improvviso, ecco il pezzo migliore
della serata: 'Rideau, Cruchon e
Compotier', natura morta di uno dei
maestri
dell'impressionismo,
Paul
Cezanne. Beh, dopo molti rilanci, è stato
battuto a un prezzo record: un signore rimasto naturalmente anonimo - ha
comprato la tela per 60,5 milioni di
dollari... .
La Repubblica, 19 maggio 2000
sterline, per l'Uomo con la pipa a braccia conserte, uno studio per la figura in
piedi dei Giocatori di carte del Metropolitan di New York. Nel 1993 la Sotheby's
di New York batte il nuovo prezzo record: 26.000.000 dollari per Le grosse mele.
La Sotheby's di New York nel 1995 batte il prezzo più alto, 2.100.000 dollari, per il
Muro di cinta e nel 1996 10.000.000 dollari per La côte du Galet a Pontoise, un
paesaggio appartenuto al pittore Egisto Fabbri, uno dei primi collezionisti di
Cézanne, che nel 1899 ne aveva ben quindici.
Annata eccezionale il 1997: per 82 miliardi di lire un privato ha acquistato
Tenda e piatto inclinato con frutta, una natura morta eseguita da Cézanne tra
il 1904 e il 1906, mentre all'asta della preziosa collezione dei coniugi John e
Frances Loeb, tenutasi all'inizio del mese di
maggio dello stesso anno
da
‘Mont Sancte Victoire’ 1893 ca.
E' stata la notte di Cezanne alla galleria
Phillips di New York dove, la tela "Mont
Sancte Victoire", è stata pagata da un
collezionista oltre 40 milioni di Euro.
La Repubblica, 8 maggio 2002
Christie's a New York, Madame Cézanne nella poltrona gialla è stata battuta
per 23.102.000 dollari, e Alberi e case dall'alto, per 12.650.000 dollari.
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