Bilancio sociale 2012 del programma di screening del colon retto

BILANCIO SOCIALE 2012
DEL PROGRAMMA
DI SCREENING
DEL COLON RETTO
ASL ROMA B
1
INDICE
IDENTITÀ ..................................................................................................................................................... 3
PRESENTAZIONE DEI PROGRAMMI DI SCREENING ................................................................................................... 3
COSA significa screening ..................................................................................................................................... 3
FINALITÀ dell’attività di screening ....................................................................................................................... 3
COS’È un programma di screening....................................................................................................................... 3
COME FUNZIONANO i programmi di screening .................................................................................................... 3
I LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA ..................................................................................................................... 4
IL CONTESTO EPIDEMIOLOGICO E SANITARIO DEL TERRITORIO DELL’ASL ROMA B ................................................... 5
Il TERRITORIO di riferimento ............................................................................................................................... 5
STILI DI VITA e FATTORI DI RISCHIO ..................................................................................................................... 7
LA MORTALITÀ.................................................................................................................................................... 9
IL PROGRAMMA DI SCREENING del CARCINOMACOLORETTALE ..............................................................................11
FINALITÀ SPECIFICHE del programma di screening del carcinoma colorettale .....................................................11
COS’È lo screening del carcinoma colorettale e A CHI SI RIVOLGE .......................................................................11
L’EVOLUZIONE del programma di screening del carcinoma colorettale nell’ASL di ROMA B.................................13
Le FASI di realizzazione del programma ..............................................................................................................15
Il PERCORSO del cittadino-utente .......................................................................................................................18
ORGANIZZAZIONE E RISORSE.....................................................................................................................................19
L’ORGANIZZAZIONE REGIONALE dei programmi di screening ..................................................................................19
Le RISORSE UMANE impiegate nel programma di screening ...................................................................................23
Le RISORSE ECONOMICHE-FINANZIARIE destinate al programma............................................................................24
OBIETTIVI, ATTIVITÀ E RISULTATI...............................................................................................................................25
CONCLUSIONI E PROSPETTIVE ....................................................................................................................32
2
IDENTITÀ
PRESENTAZIONE DEI PROGRAMMI DI SCREENING
COSA significa screening
La parola screening deriva dall’inglese to screen, ossia vagliare, setacciare, selezionare, controllare con un
esame. In medicina è lo studio di popolazione asintomatica, per identificare soggetti a rischio per malattia.
Gli screening sono interventi sanitari su persone sane o per lo meno che si credono tali.
FINALITÀ dell’attività di screening
L’attività di screening si propone di ridurre la mortalità per causa specifica nella popolazione che si
sottopone ai test tramite l’individuazione di lesioni pre-cancerose o stadi tumorali precoci Lo screening
non si effettua su persone che presentano sintomi o in cui la malattia sia già evidente.
Lo screening organizzato è un programma proponibile solo qualora ne sia stata provata l’efficacia in termini
di riduzione della mortalità o di sviluppo di nuovi casi per una certa malattia.
Gli screening organizzati riconosciuti come validi dal Ministero della Salute sono:
§
§
§
screening del carcinoma colorettale.
screening mammografico;
screening del cervicocarcinoma.
COS’È un programma di screening
Per programma di screening s’intende un programma organizzato e gratuito in cui tutta la popolazione in
età giudicata a rischio (popolazione bersaglio) viene sistematicamente invitata dalla struttura sanitaria ad
eseguire un test di primo livello.
I test, detti "esami di screening", permettono di individuare eventuali lesioni precancerose o tumori in fasi
molto iniziali in persone che non hanno disturbi (asintomatiche).
I soggetti invitati aderiscono volontariamente.
E’ la struttura sanitaria che inizia il contatto e prende in carico il destinatario dell’intervento.
Il programma di screening in particolare, non offre un semplice test di prevenzione ma propone un intero
percorso di assistenza e accompagnamento.
La qualità del programma è sistematicamente promossa e valutata.
COME FUNZIONANO i programmi di screening
Ogni programma di screening si rivolge ad un gruppo specifico di persone che in base all’età e al sesso è
maggiormente esposto a rischio.
Il Centro di Screening dell’ASL di appartenenza invia a casa dell’utente una lettera con l’invito ad aderire
all’esame indicando la struttura sanitaria dove recarsi per effettuare il test.
L’esame è completamente gratuito e non necessita della richiesta del medico.
3
Ogni programma consente di individuare eventuali alterazioni sospette e propone ulteriori
approfondimenti di II livello concordando la data per l’esame.
I LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA
I Livelli Essenziali di Assistenza comprendono le prestazioni e i servizi che il Servizio Sanitario Nazionale è
tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione
(ticket), grazie all’uso delle risorse pubbliche raccolte attraverso la fiscalità generale.
A partire dal 2001, i programmi di screening (PS), per quanto attiene i tumori della mammella, della
cervice uterina e del colon-retto, sono inclusi nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
La Regione Lazio con delibera 255/02 prende atto e rende operative le indicazioni del D.P.C.M. 29
NOVEMBRE 2001 (DGR 255/02 “Presa d’atto del D.P.C.M. 29 novembre 2001) ossia “Definizione dei Livelli
Essenziali di Assistenza”, DGR 1740/02 “Fattibilità Screening Colon-Retto”.)
Da sapere che…
IL TEST SI EFFETTUA IN PERSONE CHE NON PRESENTANO DISTURBI
(ASINTOMATICHE).
L’ESAME È COMPLETAMENTE GRATUITO PER TUTTE LE FASI.
È LA STRUTTURA SANITARIA CHE CONTATTA L’UTENTE TRAMITE
LETTERA DI INVITO RECAPITATA A CASA.
IL TEST CONSENTE DI RILEVARE LESIONI PRE-CANCEROSE O STADI
TUMORALI PRECOCI COSÌ DA INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE
CON I TRATTAMENTI.
4
IL CONTESTO EPIDEMIOLOGICO E SANITARIO DEL
TERRITORIO DELL’ASL ROMA B
Il TERRITORIO di riferimento
TERRITORIO ASL ROMA B
L’Azienda ASL Roma B, situata a sud-est del Comune di Roma, è costituita da quattro Municipi ( V, VII, VIII e X),
con estensione territoriale complessiva di 220,44 Kmq e 744.214 abitanti iscritti all’anagrafe del Comune di Roma
al 31/12/2012.
Tra le Aziende Sanitarie Romane, l’ASL Roma B si colloca al:
3° POSTO
2° POSTO
1° POSTO
PER ESTENSIONE TERRITORIALE
PER DENSITÀ DI POPOLAZIONE
PER NUMERO DI RESIDENTI, in continua crescita dovuta a nuovi insediamenti urbanistici
§ ESTENSIONE TERRITORIALE: 220
Appia).
kmq1 che costituisce il 14% del Comune di Roma (dalla Via Tiburtina alla Via
§ POPOLAZIONE RESIDENTE (2012): 744.214, si colloca al primo posto tra le ASL romane per numero di abitanti.
Distretto
I
II
III
IV
Totale ASL ROMA B
Municipio
5
7
8
10
Popolazione
Superficie (KMQ)
Densità di popolazione
177.737
125.029
256.416
185.032
744.214
49,35
19,06
113,35
38,68
220,44
3.602
6.560
2.262
4.784
3.376
FONTE DATI: Comune di Roma al 31.12.2012
§ POPOLAZIONE BERSAGLIO TUMORE AL COLON RETTO: 197.046
La popolazione target2 è riportata nella tabella sottostante.
POPOLAZIONE TARGET
ASL ROMA B
Distretto
I
II
III
IV
Totale ASL
Municipio
5
7
8
10
COLON RETTO (50-74)
M
F
Totale
25.232
29.724
54.956
15.320
18.002
33.322
26.492
29.146
55.638
24.209
28.921
53.130
91.253
105.793
197.046
Fonte: ISTAT - ASP anno 2009
1
Fonte: Bilancio di mandato 2005-2010.
2
I calcoli di riferimento per la determinazione del target vengono operati sulla base della popolazione rilevata dall’ISTAT nel 2009 e comunicati
dall’ASP.
5
LA POPOLAZIONE
La popolazione è distribuita in modo variabile nei diversi Municipi; la densità della popolazione, infatti,
differisce da un valore maggiore, nel settimo Municipio, ad uno più basso come nell’ottavo, che al
contrario risulta essere quello dove si riscontra la maggiore estensione territoriale e il numero di residenti più elevato.
Tale fenomeno è da ricondursi alla presenza di un’urbanizzazione che si è sviluppata a macchia di leopardo, con zone
intensamente costruite coesistenti con altre con un tessuto urbano di tipo rurale.
L’età della popolazione è anch’essa distribuita in modo non omogeneo, con la presenza di una popolazione
prevalentemente giovane nelle zone di nuovi insediamenti urbani e più anziana nelle zone con insediamenti più
antichi e più vicini al centro (quasi il 14% della popolazione di riferimento è ultrasettantenne).
Classe quinquennale
0-4
5-9
5° Municipio
7.368
7.594
7° Municipio
5.580
5.597
8° Municipio
15.447
13.910
10° Municipio
8.376
8.604
Totale
36.771
35.705
10-14
7.762
5.385
12.123
7.997
33.267
15-19
7.718
5.564
11.556
7.819
32.657
20-24
8.822
6.285
14.293
8.501
37.901
25-29
9.641
6.878
17.618
9.089
43.226
30-34
10.710
8.548
21.729
11.104
52.091
35-39
13.179
10.161
24.235
14.344
61.919
40-44
14.489
10.461
23.033
16.127
64.110
45-49
15.083
10.924
21.318
16.127
63.452
50-55
13.489
9.623
17.459
13.968
54.539
55-59
12.306
8.020
14.544
12.155
47.025
60-64
11.687
6.754
12.448
10.949
41.838
65-69
10.657
5.812
10.398
9.954
36.821
70-74
9.865
5.968
9.373
9.728
34.934
75-79
7.778
5.436
7.738
8.448
29.400
80-84
5.450
4.350
5.304
6.416
21.520
85+
4.139
3.683
3.890
5.326
17.038
TOTALE
177.737
125.029
256.416
185.032
744.214
FONTE DATI: Comune di Roma al 31.12.2012
Il tessuto sociale del terzo distretto presenta un grado piuttosto elevato di disagio sociale, un indice di
abbandono scolastico e di disoccupazione al di sopra della media cittadina; si registra infatti un’alta presenza
di immigrati che sono assistiti in prevalenza come stranieri senza fissa dimora. Ciò comporta una forte pressione
6
sui servizi territoriali all’interno dei quali si rileva un’elevata percentuale di utenti che presentano difficoltà legate
a barriere linguistiche e socio-culturali.
Inoltre nel III distretto vi è anche il più alto numero d’insediamenti di popolazione nomade, tra cui il Campo con il
maggior numero di persone rispetto a tutti quelli della città, oltre quelli abusivi che sono numerosi, ma la cui stima è
difficile, poiché si sviluppano e spostano quotidianamente. Nel 2010 la popolazione residente nei campi Rom e Sinti
risultava essere di 5.699 persone censite dal Comune di Roma, con 6 insediamenti ufficiali nel territorio della
ASL, pari al 40% della popolazione nomade censita nel Comune di Roma.
STILI DI VITA e FATTORI DI RISCHIO
I programmi di screening fanno parte di quella che viene definita “prevenzione secondaria”. La
“prevenzione primaria” consiste, invece, nell’insieme dei comportamenti volti a prevenire l’insorgenza dei
tumori riducendo i fattori di rischio e adottando stili di vita salutari.
§
ABITUDINI ALIMENTARI E STATO NUTRIZIONALE:
Le malattie associate all’eccesso alimentare e ad una dieta sbilanciata sono ormai tra le cause di malattia
e morte più rilevanti nei paesi industrializzati. È riconosciuta l’importanza di alcuni alimenti nel proteggere
dall’insorgenza di alcune malattie: il dato di un’associazione protettiva fra l’elevato consumo di frutta e
verdura e neoplasie è ormai consolidato.
Nell’ASL Roma B, nel periodo 2007-11, secondo i dati Passi, il 32% degli adulti di 18-69 anni risulta in
sovrappeso e il 10% risulta obeso, complessivamente quindi più di quattro persone su dieci risulta essere
in eccesso ponderale. Questa condizione cresce al crescere dell’età, è più frequente negli uomini, tra le
persone con più bassi livelli d’istruzione e tra quelle economicamente più svantaggiate.
Nell’ASL di Roma B si stima che il 42% della popolazione sia in eccesso ponderale.
3
Prevalenza di persone di 18 anni ed oltre (per 100) in sovrappeso ed obese Anno 2011
Indicatore
ITALIA*
REGIONE LAZIO*
Persone in
35,8
34,0
sovrappeso
Persone obese
10,0
9,2
Fonti:
* Istat. Indagine Multiscopo sulle famiglie “Aspetti della vita quotidiana”. Anno 2011.
** Studio Passi 2007-2011
§
ASL ROMA B**
32%
10%
ABITUDINI AL FUMO
Il fumo è uno dei principali fattori di rischio per l’insorgenza di diverse malattie cronico-degenerative.
Seppure in diminuzione rispetto al passato, il numero di fumatori in Italia si assesta a quasi 12 milioni e si
registra un numero crescente di giovani che iniziano a fumare prima dei 15 anni. Non si registrano grosse
differenze territoriali e l’abitudine al fumo risulta tuttora più diffusa fra gli uomini rispetto alle donne, con
3 L'Indice di Massa Corporea (IMC) è il parametro più utilizzato per la determinazione del peso ideale ed è dato dal rapporto tra il
peso (kg) e il quadrato dell'altezza (m2). Per la sua semplicità d'uso rappresenta uno strumento agevole in analisi che riguardano la
popolazione adulta, senza distinzione tra i sessi o per fascia d'età. L'OMS definisce "sovrappeso" un IMC ≥25 e "obesità" un IMC
≥30.
7
un aumento significativo soprattutto nella fascia di età maschile dai 18 ai 34 anni rispetto al rapporto Istat
dell’anno precedente.
Prevalenza di persone di 14 anni ed oltre (per 100) per abitudine al fumo e numero medio di sigarette fumate al
giorno - Anno 2011
Indicatore
ITALIA*
REGIONE LAZIO*
% Fumatori
22,3
27,2
% Ex Fumatori
23,4
22,6
Non fumatori
52,7
48,8
N° medio di sigarette al giorno
12,3
13,4
Fonti:
* Istat. Indagine Multiscopo sulle famiglie “Aspetti della vita quotidiana”. Anno 2011.
**Piano Regionale della prevenzione 2010-2012, Regione Lazio.
ASL ROMA B**
32%
14
Nelle ASL della Regione Lazio l’abitudine al fumo è più alta tra gli uomini che tra le donne (32% vs. 27%). La
probabilità di essere fumatore aumenta al crescere delle difficoltà economiche, è inversamente associata al
livello d’istruzione ed è più elevata negli uomini e nella fascia di età 25-34 anni. Il numero dichiarato di
sigarette fumate in media al giorno è 14. L’8% dei fumatori dichiara di fumare più di 20 sigarette al giorno
(“forti fumatori”).
Due fumatori su tre hanno riferito di aver ricevuto, nei 12 mesi precedenti, il consiglio di smettere di
fumare da parte di un medico o di un operatore sanitario. Il dato evidenzia un discreto livello di attenzione
al problema da parte degli operatori sanitari, anche se con notevoli differenze tra le varie ASL: il valore più
elevato si registra nella ASL Roma B (76%) e il valore più basso nella ASL Roma G (48%)4.
§
CONSUMO DI ALCOL
L’alcol insieme a fumo, attività fisica e alimentazione ha assunto un’importanza sempre maggiore per le
conseguenze che il suo uso eccessivo può avere soprattutto per i giovani. L’abuso di alcol porta più
frequentemente a comportamenti ad alto rischio individuale e per gli altri nonché al fumo e/o all’abuso di
droghe rispetto ai coetanei astemi. Il danno causato dall'alcol, oltre che al bevitore, si estende alle famiglie
e alla collettività, gravando sull'intera società: si stima, infatti, che i prodotti alcolici siano responsabili del
9% della spesa sanitaria.
4
Piano Regionale della prevenzione 2010-2012, Regione Lazio.
8
LA MORTALITÀ
Si presentano di seguito i dati sul tasso di mortalità a livello regionale, provinciale e comparato al tasso di
mortalità registrato in Italia. Il tasso di mortalità è il rapporto tra il numero delle morti di una data
comunità, misurato durante un certo periodo di tempo, e la popolazione media nello stesso periodo.
Indici demografici
Unità di misura
LAZIO*
PROVINCIA
DI ROMA*
ASL
ROMA B**
ITALIA*
Per 1.000
abitanti
9,5
9,2
8,4
9,7
Tasso di mortalità 2011
Fonti:
* ISTAT 2011
** Azienda USL ROMA B - Mortalità generale ed evitabile 2007-2010, aggiornato a marzo 2013.
Nell’ASL di Roma B il tasso di mortalità grezzo è di 8,4‰. Il tasso di mortalità standardizzato è 8,3‰,
leggermente inferiore alla media regionale e nazionale. Nei maschi è 10,5‰, nelle femmine 6,9‰.
L’andamento di questo indicatore appare in riduzione negli ultimi 8 anni.
Il 39-40% dei decessi all’interno del territorio dell’ASL Roma B riconosce come causa malattie
cardiovascolari, il 28% neoplasie, il 5-6% ciascuno le cause violente e le malattie respiratorie.
Le morti per tumore sul totale delle morti – anno 2010
Anno 2010
ITALIA
LAZIO
Prov. Roma
MORTI PER TUMORE
MORTI
TOTALI
QUOZIENTE DI MORTALITÀ PER
MORTALITÀ PER TUMORE
TUMORE (PER 100.000 ABITANTI)
(PER 100.000 ABITANTI)
MASCHI
FEMMINE
TOTALE
MASCHI
FEMMINE
TOTALE
MASCHI
FEMMINE
TOTALE
581.307
98.518
75.954
174.472
33,57
24,4
28,85
35,28
19,18
25,72
52.843
9.212
7.066
16.278
33,59
23,85
28,53
35,94
19,48
26,13
37.694
6.600
5.316
11.916
33,09
24,38
28,55
-
-
-
35,98
23,96
27,84
ASL RM B tasso
5.457
1.087
869
1.956
grezzo**
Fonti:
* ISTAT 2010
** Azienda USL ROMA B - Mortalità generale ed evitabile 2007-2010, aggiornato a marzo 2013.
§
TASSO STANDARDIZZATO DI
Tumore del colon retto
Dal rapporto mondiale sul cancro risulta che in Italia l'incidenza dei tumori del colonretto rappresenta la
seconda causa di morte dopo il cancro polmonare.
Il cancro del colon retto provoca circa 210 decessi l’anno nell’ASL Roma B, equamente ripartiti tra i due
sessi. L’impatto sulla mortalità complessiva risulta del 4%. Nel 2010, il tasso di mortalità standardizzato è di
circa 28 decessi per 100.000 abitanti, con valori però nettamente più alti nei maschi (36x100.000) rispetto
alle femmine (23x100.000). Non vi sono differenze significative con i tassi di mortalità a livello nazionale e
regionale (2006).
9
Anno 2010
ITALIA*
LAZIO*
Roma
ASL ROMA**
MORTI
TOTALI
MORTI PER TUMORE AL COLON RETTO
QUOZIENTE DI MORTALITÀ PER
TASSO STANDARDIZZATO DI
TUMORE AL COLON RETTO (PER
MORTALITÀ PER TUMORE AL COLON
10.000 ABITANTI)
RETTO (PER 100.000 ABITANTI)
MASCHI
FEMMINE
TOTALE
MASCHI
FEMMINE
TOTALE
MASCHI
FEMMINE
TOTALE
581.307
10.151
8.670
18.821
3,46
2,78
3,11
3,65
2,12
2,75
52.843
990
839
1.829
3,61
2,83
3,21
3,88
2,24
2,91
37.694
696
623
1.319
3,49
2,86
3,16
-
-
-
36,5
23,3
28.4
5.457
Fonti:
* ISTAT 2010
** Azienda USL ROMA B - Mortalità generale ed evitabile 2007-2010, aggiornato a marzo 2013.
111
101
212
-
-
-
10
IL
PROGRAMMA
DI
CARCINOMACOLORETTALE
SCREENING
del
FINALITÀ SPECIFICHE
del programma di screening del carcinoma colorettale
L’obiettivo principale del programma di screening del carcinoma colorettale è prevenire i tumori
dell’intestino (colon e retto) e diminuire la mortalità specifica.
Grazie all’anticipazione diagnostica – ovvero prima della sua manifestazione clinica – è, infatti, possibile:
-
identificare le lesioni pretumorali asintomatiche (polipo, adenomi, displasie) in fase iniziale non
invasiva;
-
intervenire in soggetti sani a rischio di patologia specifica (per familiarità, ereditarietà etc.);
-
aumentare i tassi di malattia diagnosticata in fase iniziale;
-
migliorare fortemente la qualità di vita dei soggetti malati favorendo la diffusione e la
standardizzazione di procedure diagnostiche e terapeutiche personalizzate.
COS’È lo screening del carcinoma colorettale e
A CHI SI RIVOLGE
Lo screening del tumore del colon retto si basa sulla ricerca del sangue occulto nelle feci nella popolazione
di età compresa tra i 50 e i 74 anni. Con questo screening è possibile svelare i precursori del cancro o
forme iniziali del tumore, con un grande beneficio dal punto di vista della cura. In caso di positività al test
viene effettuata una colonscopia completa con eventuale rimozione del polipo o biopsia del tumore.
11
SCREENING DEL CARCINOMA COLORETTALE
A chi si rivolge
Uomini e donne tra i 50 e i 74 anni
Test di screening 1° livello
Ricerca del sangue occulto nelle feci
Frequenza dell’esame
Ogni 2 anni
Terzo posto per frequenza tumorale tra gli uomini e secondo tra le donne.
3°
2°
Seconda causa di morte tumorale in entrambi i sessi.
La situazione in Italia5
2°
Andamenti:
Efficacia dello
screening
Mortalità:
-
Incidenza:
+
Riduzione rischio di morte
33%
Test di rilevazione del DNA tumorale fecale
Nuovi sistemi di ricerca del sangue occulto fecale
Sviluppi futuri
Colonscopia virtuale
Gli effetti di questi sviluppi produrranno sugli utenti una m a g g i o r e
a c c u r a t e z z a d e l l a d i a g n o s t i c a di 1° livello ed una
riduzione dell’invasività della colonscopia.
5
I numeri del cancro in Italia 2012, a cura di AIOM e AIRTUM.
12
L’EVOLUZIONE del programma di screening del carcinoma
colorettale nell’ASL di ROMA B
2009
Avvio, in forma sperimentale, del programma di screening del carcinoma del colon retto6 nel IV
Distretto Sanitario (DS) (X Municipio) dell’ASL Roma B al fine di validare il modello organizzativo. Il
programma diviene pienamente operativo nel 2010.
2011-2013
Estensione, nel novembre 2011, del Programma al II DS (VII Municipio) e da marzo 2013 al I DS (V
Municipio).
E’ prevista entro la fine del 2013 la completa estensione del Programma.
Data la significatività numerica della popolazione, la variabilità del profilo demografico, la
complessità gestionale legata ad una eterogenea allocazione delle risorse aziendali nei diversi
distretti, si è deciso di programmare differenti modelli organizzativi orientati alla ricerca di
una sempre maggiore efficacia ed efficienza del programma.
Per tale ragione sono stati redatti 3 protocolli operativi:
6
In ottemperanza al DPCM 29/11/2001.
13
INIZIO NOVEMBRE 2009
MODELLO
SPERIMENTALE
Le lettere di invito sono state realizzate e inviate dalla UOS Screening dell’ASP Lazio
nel territorio del IV distretto senza la specifica della data di appuntamento ma solo
con gli orari di apertura delle sedi territoriali in cui venivano distribuiti i kit per la
rilevazione del SOF (sangue occulto fecale).
OTTOBRE 2010
ATTIVAZIONE
DEL PROGRAMMA
ORGANIZZATO
IV DISTRETTO
IV E II DISTRETTO
In considerazione della bassa adesione all’invito aperto e grazie al miglioramento
tecnologico dell’applicativo informatico SIPSO WEB per la gestione del Programma di
screening, il processo viene gestito interamente dall’ASL. Pertanto si è modificata la
lettera inserendo data e luogo dell’appuntamento. Sedi e personale infermieristico
dedicato (AIT) sono rimasti invariati. Lo stesso modello è stato adottato per
l’implementazione del Programma al II Distretto nell’ottobre 2011.
I DISTRETTO
MARZO 2013
ATTIVAZIONE
DEL PROGRAMMA
CON INVITO
COMBINATO
Per le donne in età compresa tra i 50 e 69 anni si è quindi passati all’invito
combinato con due differenti lettere nella stessa busta, una per l’esecuzione della
mammografia di screening e l’altra per il ritiro del kit per la ricerca del SOF nella
stessa sede e nello stesso orario della mammografia. In questo contesto il
personale dedicato è lo stesso impiegato nel Programma di Screening
mammografico (operatori di cooperativa in outsourcing). Per gli uomini e le donne
tra i 70 e 74 anni sono state individuate le sedi ambulatoriali per le consegne e i ritiri
dei kit.
Il modello ad invito combinato verrà esteso al Terzo Distretto entro la fine del 2013.
Una volta completata l’estensione dell’invito a tutta la popolazione si procederà ad
risultati
ottenuti
analizzare i
per poter eventualmente modificare le differenti organizzazioni in senso
migliorativo. E’ previsto a tale scopo l’avvio
di sessioni di audit con gli attori del percorso e con le
rappresentanze dei cittadini.
14
Le FASI di realizzazione del programma
INFORMAZIONE
RECLUTAMENTO DELLA
POPOLAZIONE
INVIO LETTERA
I
LIVELLO
II
LIVELLO
ESECUZIONE E LETTURA
DEL TEST
III
LIVELLO
ESECUZIONE DEGLI
APPROFONDIMENTI
· Reclutamento mediante
anagrafe regionale
· Invio lettera di invito
ESECUZIONE DEI
TRATTAMENTI
· Ricerca del sangue
occulto fecale
· Comunicazione esito positivo
· Lettura test
e appuntamento 2° livello
· Colonscopie e biopsia mirata
nei casi di esito positivo al test
· Approfondimenti radiologici
Soggetti responsabili:
· ASL RM B UOC
Programma di
Screening
· Agenzia di Sanità
Pubblica
Soggetto responsabile:
Laboratorio Analisi Ospedale
Pertini
Soggetto responsabile:
· Coordinamento Screening
· UOS
Gastroenterologia/endosc
opia /Poliambulatorio Don
Bosco
· UOC
Gastroenterologia/endosc
opia Ospedale Pertini
· UOC Anatomia Patologica
Ospedale Pertini
· UOC Radiologia Ospedale
Pertini
RESTITUZIONE DEI
RISULTATI
· Trattamento endoscopico o
intervento chirurgico;
Se risultati negativi al test di 1° livello:
· Eventuale radioterapia o
invio postale entro 10gg dal prelievo.
chemioterapia
Se risultati positivi al test di 1° livello:
Si invita il paziente a procedere al 2°
livello dello screening
Soggetto responsabile:
· Coordinamento
Screening
· UOS
Gastroenterologia/endo
scopia /Poliambulatorio
Don Bosco
· UOC
Gastroenterologia/endo
scopia Ospedale Pertini
· UOSD Chirurgia Onc.
Ospedale Pertini
· UOC Onc. Med Osp.
Pertini
Soggetto responsabile:
Coordinamento UOC Programmi di
Prevenzione e Screening
Protocollo ASL RMB
15
Si presentano nel dettaglio le diverse fasi del percorso.
§ Informazione e Reclutamento
ATTIVITÀ: l’informazione sul programma di screening avviene mediante interventi mirati nei distretti e
nelle sedi ambulatoriali territoriali dell’ASL e un percorso di sensibilizzazione con comunicazioni e incontri
per i Medici di Medicina Generale. Il reclutamento viene effettuato attraverso l’anagrafe comunale
centralizzata verificata dall’Agenzia di Sanità Pubblica Regione Lazio.
SOGGETTO RESPONSABILE: Direttore UOC Programmi di Prevenzione e Screening; Direttore di Distretto;
ASP Regione Lazio.
§ Invito
ATTIVITÀ: la proposta alla popolazione residente in età di screening avviene tramite lettera personalizzata,
spedita per posta con indicazione della sede, data e ora dell’appuntamento per il ritiro del kit. A coloro che
ritirano il kit e non lo riconsegnano viene inviata una lettera di sollecito entro tre mesi. Coloro che non si
presentano – così detti non-rispondenti - ricevono dopo due anni una nuova lettera di invito allo screening.
SOGGETTO RESPONSABILE: Dirigente Medico del Coordinamento Screening; Operatori di Cooperativa in
outsourcing; Protocollo Azienda ASL RM B.
§ Modalità di adesione e prelievo
ATTIVITÀ: gli aderenti si presentano all’ambulatorio di 1° livello di competenza territoriale, indicato nella
lettera di invito dove vengono informati sul test. Vengono illustrate le modalità di prelievo e viene
consegnato il kit per la raccolta e la restituzione del campione.
I prelievi vengono eseguiti dagli interessati nel proprio domicilio. Le feci si raccolgono nel kit consegnato al
cittadino in apposito sacchetto con le istruzioni per eseguire la raccolta in autonomia. Si invitano i cittadini
a riportare il campione presso lo stesso centro entro 10 giorni. Non si richiede alcuna restrizione dietetica.
SOGGETTO RESPONSABILE: Infermieri appartenenti all’Unità di Assistenza Infermieristica Territoriale
(AIT); Operatori di Cooperativa in outsourcing.
I LIVELLO
§ Esecuzione e lettura del Test
ATTIVITÀ: il test consiste nella ricerca del sangue occulto fecale (SOF) e avviene con frequenza biennale. In
laboratorio si esegue la ricerca quantitativa dell’emoglobina umana (cut-off 100 ng/ml) con metodo
immunologico automatico al lattice.
SOGGETTO RESPONSABILE: Medico del Laboratorio di Microbiologia Ospedale S. Pertini ASL Roma B.
§
Restituzioni risultati test I livello
ATTIVITÀ: il laboratorio inserisce nel sistema informativo i dati degli esiti al test di 1° livello. L’UOC
Programmi di Prevenzione e Screening trasmette i risultati negativi mediante lettera inviata per via postale
entro 30 giorni dal prelievo. I risultati positivi vengono comunicati telefonicamente non oltre i 15 giorni
16
dall’esecuzione del test e contestualmente viene concordato l’appuntamento per iniziare la fase di 2°
livello.
SOGGETTO RESPONSABILE: UOC Programmi di Prevenzione e Screening.
Se il test è positivo:
II LIVELLO
§
Approfondimenti di II livello:
ATTIVITÀ: l’approfondimento diagnostico dei casi positivi al test di screening ha inizio con la visita pre –
endoscopica, seguita da colonscopia ed eventuale biopsia mirata contestuale. In caso di visualizzazione
incompleta del colon o di controindicazioni ad effettuare l’esame, viene proposta una colonscopia virtuale.
Per garantire alla popolazione una maggiore facilità d’accesso, e quindi una maggiore adesione allo
screening, per l’esecuzione della colonscopia sono previste due sedi, una ospedaliera ed una ambulatoriale
territoriale.
All’atto della visita pre-endoscopica in vista dell’effettuazione della colonscopia, viene distribuito
gratuitamente il preparato per la pulizia dell’intestino.
SOGGETTO RESPONSABILE: UOC/UOS Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva Ospedale
S.Pertini/Poliambulatorio Don Bosco; UOC Anatomia Patologica Ospedale S.Pertini, UOC Radiologia
Ospedale S.Pertini.
Restituzioni risultati
ATTIVITÀ: la consegna dei risultati negativi e positivi agli approfondimenti (compresi i risultati dell’esame
istologico degli eventuali prelievi bioptici) viene effettuata dal dirigente medico che ha eseguito la
colonscopia.
SOGGETTO RESPONSABILE: UOC/UOS Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva Ospedale S.Pertini
/Poliambulatorio Don Bosco.
Se gli approfondimenti sono positivi:
III LIVELLO
§
Trattamenti
ATTIVITÀ: il trattamento consiste nell’eradicazione della malattia macroscopicamente individuabile
mediante trattamento endoscopico o intervento chirurgico (laparoscopico o tradizionale) radioterapia e
chemioterapia. L’eventuale follow up post-trattamento viene programmato ed effettuato dal personale
delle Unità di endoscopia digestiva.
SOGGETTO RESPONSABILE: UOC/UOS Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva Ospedale
S.Pertini/Poliambulatorio Don Bosco; Unità Operativa di Chirurgia; Unità Operativa di Oncologia, UOC di
Anatomia Patologica.
17
Il PERCORSO del cittadino-utente
ASL
Invito
Invito al
round
successivo
Se NON aderisce
Se aderisce
ASL
I
LIVELLO
TEST
Se positivo
Se negativo
Indagini di
approfondimento
Invito dopo
2 anni
II
LIVELLO
Rinvio
Biennale
Se positivo
Trattamento e
follow up
Se negativo
III
LIVELLO
18
ORGANIZZAZIONE E RISORSE
L’ORGANIZZAZIONE
screening
REGIONALE
dei
programmi
di
Si presenta di seguito il MODELLO ORGANIZZATIVO su cui si basa il programma di screening a livello
regionale evidenziando le rispettive FUNZIONI e RESPONSABILITÀ e i PRINCIPALI SOGGETTI COINVOLTI.
REGIONE LAZIO
Pianifica e definisce le strategie d’intervento indicando le priorità, tenuto
conto del contesto epidemiologico e normativo nazionale e deliberando il
Piano Regione della Prevenzione che contiene gli obiettivi di salute pubblica
da conseguirsi mediante l’attuazione dei programmi di screening.
AZIENDA SANITÀ
PUBBLICA DEL LAZIO
· Fornisce gli indirizzi, mediante le linee di attività legate al Piano Regionale
della Prevenzione e offre il supporto tecnico per la realizzazione dei
programmi.
· È il gestore del programma informatico con il quale viene gestito il
programma.
· Attua il monitoraggio e la raccolta dei dati e dei principali indicatori di
processo e risultato dei programmi in collaborazione con l’Osservatorio
Nazionale Screening e gli organismi di settore.
· Elabora progetti di formazione del personale e di promozione della salute
nei soggetti fragili.
ASL
L’ASL pone la persona al centro del percorso assistenziale in un’ottica sia di
umanizzazione dei servizi sia di approccio multidisciplinare, nel quale la
prevenzione acquisisce un ruolo prioritario nella tutela e nella promozione
della salute individuale e collettiva.
L’Azienda, quindi, organizza, sulla base delle indicazioni nazionali e regionali e
delle linee dell’ASP, il programma di screening, in particolare:
· Pianifica tutte le fasi del programma
· Registra sull’applicativo informatico dedicato i dati dei processi
· Verifica e valuta i risultati e gli effetti dell’intero percorso.
Considerato che i programmi di screening sono ricompresi nei livelli essenziali
di assistenza, l’ASL individua nelle proprie unità organizzative le funzioni
relative allo svolgimento delle attività del programma di screening e alloca le
necessarie risorse in base ai criteri di economicità, efficacia, etica ed equità.
19
IL
MODELLO
ORGANIZZATIVO-GESTIONALE
programmi di screening nell’ASL di ROMA B
ORGANIGRAMMA DELLE STRUTTURE
DEL CARCINOMA COLORETTALE
COINVOLTE
NEL
PROGRAMMA
DI
dei
SCREENING
A partire dai soggetti e dalle strutture coinvolte, si presenta di seguito l’ORGANIGRAMMA DEL MODELLO
ORGANIZZATIVO dello screening del colon retto evidenziando il sistema di relazioni che caratterizza tale
modello.
COORDINAMENTO SCREENING
DIRETTORE, 2 DIRIGENTI MEDICI, 2 INFERMIERE,
1 AMMINISTRATIVO,
9 OPERATORI COOP IN OUTSOURCING
PROTOCOLLO AZIENDALE
I LIVELLO
POLIAMBULATORI TERRITORIALI:
PERSONALE INFERMIERISTICO (AIT), OPERATORI COOP IN OUTSOURCING
LABORATORIO ANALISI: MEDICO SUMAI
III LIVELLO
II LIVELLO
UOC/UOS GASTROENTEROLOGIA/ENDOSCOPIA DIG
OSPEDALE PERTINI/POLIAMBULATORIO DON
BOSCO: DIRIGENTI MEDICI, INFERMIERA PROF.
UOC ANATOMIA PATOLOGICA OSPEDALE PERTINI:
DIRIGENTI MEDICI
UOC/UOS GASTROENTEROLOGIA/ENDOSCOPIA DIG
OSPEDALE PERTINI/POLIAMBULATORIO DON BOSCO:
DIRIGENTI MEDICI, INFERMIERA PROF.
UOSD CHIRURGIA ONC. OSP PERTINI: DIRIGENTI
MEDICI,PERSONALE INFERMIERISTICO .
UOC ANATOMIA PATOLOGICA OSPEDALE PERTINI:
DIRIGENTI MEDICI
UOC ONCOLOGIA MED OSPEDALE PERTINI: DIRIGENTI
MEDICI
20
I RESPONSABILI
I REFERENTI DEL PERCORSO DI SCREENING
REFERENTE DEL PROGRAMMA DI SCREENING
MARIA LUISA MANGIA
Qualifica: U.O.C. PROGRAMMI DI PREVENZIONE E SCREENING
Struttura di riferimento: DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE, via Bardanzellu , 8
Incarico affidato con atto aziendale (delibera, determina, altro): SI
REFERENTE LABORATORIO PER LETTURA TEST SOF
DESIDERIO PALOMBELLA
Qualifica: MEDICO SPECIALISTA, responsabile laboratorio analisi
Coadiuvato dalla Dr.ssa CATERINA TERENZI TORIANI
Struttura di riferimento: LABORATORIO VIA CARTAGINE DEL DIPARTIMENTO SERVIZI DI DIAGNOSTICA E
DEL FARMACO (DIRETTORE DIPARTIMENTO Dottor ALBERTO SPANO’)
Incarico affidato con atto aziendale (delibera, determina, altro) di protocollo operativo sottoscritto dalle
parti.
Il laboratorio analisi di via Cartagine ha la lettura centralizzata di tutti i SOF provenienti dai distretti
attivati.
REFERENTE PERCORSO DIAGNOSTICO TERAPEUTICO – II LIVELLO
GIUSEPPE OCCHIGROSSI
Qualifica: DIRIGENTE MEDICO
Coadiuvato dal Dottor ELIO MATTEI, referente programma CCR.
Struttura di riferimento: UOC GASTROENTEROLOGIA OSP. S. PERTINI.
Incarico affidato con atto aziendale (delibera, determina, altro): protocollo operativo sottoscritto dalle
parti.
REFERENTE TRATTAMENTO - III LIVELLO
CLAUDIO CESARINI
Qualifica: DIRIGENTE CHIRURGO, RESPONSABILE UOSD CHIRURGIA ONCOLOGICA A PREVALENTE
INDIRIZZO MAMMELLA
Struttura di riferimento: CHIRURGIA OSP. S. PERTINI.
Incarico affidato con atto aziendale (delibera, determina, altro): protocollo operativo sottoscritto dalle
parti.
REFERENTE ONCOLOGO
EUGENIO CAMMILLUZZI
Qualifica: RESPONSABILE UOC ONCOLOGIA MEDICA OSP. S. PERTINI.
Struttura di riferimento: UOC ONCOLOGIA MEDICA OSP. S. PERTINI.
Incarico affidato con atto aziendale (delibera, determina, altro): NO
21
REFERENTE ANATOMOPATOLOGO
ANTONIO RICCI
Qualifica: RESPONSABILE UOC, Coadiuvato Dottor Renzo Scialpi
Struttura di riferimento: UOC ANATOMIA PATOLOGICA OSP. S. PERTINI
Incarico affidato con atto aziendale (delibera, determina, altro): NO
REFERENTE PSICOLOGO
MARIELLA GALLI
Qualifica: PSICOLOGA “prestata” in quota oraria alla Oncologia del Pertini e ai pazienti provenienti dal
percorso Screening.
Struttura di riferimento: ONCOLOGIA OSP. S. PERTINI
Incarico affidato con atto aziendale (delibera, determina, altro): NO
REFERENTE RADIOLOGO
ALFREDO PICCININ
Qualifica: RADIOLOGO responsabile approfondimento radiologico, inclusa TAC spirale.
Struttura di riferimento: RADIOLOGIA OSP. S. PERTINI
22
Le RISORSE UMANE impiegate nel programma di screening
In questa parte del documento viene ricostruita, da un punto di vista quantitativo e qualitativo, la
composizione e le principali caratteristiche del PERSONALE COINVOLTO nel programma di screening
nell’ASL ROMA B. In particolare è indicato il personale coinvolto per ciascun ruolo specificando quante
persone si dedicano esclusivamente alle attività connesse al programma e quante in quota parte.
Nell’ASL di Roma B tutti i livelli dello screening sono svolti da personale dell’ASL. Per i servizi di call center
e back office l’UOC ha in corso una collaborazione in outsourcing con una Cooperativa, appositamente
selezionata con procedure ad evidenza pubblica.
PERSONALE INTERNO ALL’ASL DI ROMA B DEDICATO AL PROGRAMMA DI SCREENING COLORETTALE
2010
2011
2012
ESCLUSIVO
IN QUOTA PARTE
ESCLUSIVO
IN QUOTA PARTE
ESCLUSIVO
IN QUOTA PARTE
1
2
1
7
1
2
1
10
1
2
1
10
Medici
Coordinamento
Primo livello
Secondo livello
Infermieri professionali
Coordinamento
Primo livello
Autisti
Amministrativi
Personale esterno
(Coop outsourcing)
Volontari
0
3
20
2
1
3
41
2
1
3
41
2
1
6
9
9
0
0
0
0
0
Per le attività di trattamento intervengono, con la presa in carico del paziente, le equipe multidisciplinari
delle chirurgie e dell’oncologia medica dell’ospedale di riferimento.
23
Le RISORSE ECONOMICHE-FINANZIARIE destinate al
programma
Il programma, come tutte le attività previste dal Piano Regionale della Prevenzione, è coperto dai
finanziamenti regionali ordinari per la prevenzione e non ci sono altri ricavi specifici.
Spese
Anno
SPESE PER IL
PERSONALE
Personale
esterno
cooperativa
SPEDIZIONI
KIT
TEST
SPESE PER
FORMAZIONE
TOTALE SPESE
2012
267.050,8
55.000
37.991,4
40.000
5.000*
405.042,20
*Nel 2010 il costo per la formazione è stato di 6.250 euro, mentre nel 2011 di 5.000 euro.
24
OBIETTIVI, ATTIVITÀ E RISULTATI
La seguente sezione rende conto, a partire dall’individuazione dei bisogni dell’utente/paziente, le ATTIVITÀ
MESSE IN CAMPO DALLA ASL ROMA B NEL CORSO DEL 2012 per la programmazione e realizzazione del
programma di screening. Al fine di verificare e monitorare la capacità del programma di rispondere ai
bisogni di salute e di aumentare la qualità della vita dei cittadini, le azioni rendicontate sono messe in
connessione con un sistema di indicatori di risultato e, ove possibile, di effetto.
25
A partire dall’individuazione dei principali bisogni dell’utente/paziente, si presentano di seguito le attività
realizzate dalla ASL Roma B nel corso del 2012 e di seguito rendicontate.
PRINCIPALI BISOGNI
UTENTE/PAZIENTE
RICEVERE DELLE INFORMAZIONI CHIARE E
COMPRENSIBILI SULLE FINALITÀ DEL
PROGRAMMA
E
SULLA
LORO
IMPORTANZA
CONOSCERE I TEMPI E LE MODALITÀ DI
ESECUZIONE DEL TEST E DEGLI
APPROFONDIMENTI
E POTER PARTECIPARE AL PROGRAMMA
IN MODO FACILE E AGEVOLE
NEL TERRITORIO DI RESIDENZA
ATTIVITÀ REALIZZATE
·
·
GESTIONE DEGLI INVITI
ATTIVAZIONE CALL CENTER
·
SEZIONE DEDICATA AI PROGRAMMI DI SCREENING SUL SITO INTERNET
AZIENDALE
·
FORMAZIONE DEL PERSONALE SU COMUNICAZIONE E ACCOGLIENZA
·
COINVOLGIMENTO DEI DIRETTORI DI DISTRETTO E DEI MMG
· STESURA E PRESENTAZIONE DEL PROGETTO “FUTURO IN SALUTE”
BENEFICIARE
DI
PRESTAZIONI
DIAGNOSTICHE-TERAPEUTICHE
DI
ELEVATA QUALITÀ
·
·
·
·
CONOSCERE IN TEMPI RAPIDI LA
DIAGNOSI DEL TEST DI SCREENING PER
POTER PROCEDERE TEMPESTIVAMENTE
AL TRATTAMENTO (SE NECESSARIO)
· AMPLIAMENTO DELL’AGENDA DI SECONDO LIVELLO
· ATTIVAZIONE DEL NUOVO OC SENSOR E COMUNICAZIONE DELLE POSITIVITÀ
FORMAZIONE SPECIFICA DEGLI OPERATORI
VISITA PRE ENDOSCOPICA
INTERVENTI DI FACILITAZIONE DELLA COLONSCOPIA
COLONSCOPIA
26
Rendicontazione delle attività
BISOGNO UTENTE/PAZIENTE:
RICEVERE
DELLE
INFORMAZIONI
CHIARE
DEL PROGRAMMA E SULLA LORO IMPORTANZA
E
COMPRENSIBILE
SULLE
FINALITÀ
GESTIONE DEGLI INVITI
L’UOC Prevenzione e Screening dell’ASL Roma B effettua la programmazione degli appuntamenti sulla base della
popolazione e della capacità di erogazione del servizio da parte dei centri di distribuzione delle provette. Gli operatori
sistema SIPSO WEB, elaborano i file con le
lettere che vengono stampate e spedite.
della cooperativa in outsourcing, avvalendosi del
Risultati:
· 50.782 gli inviti effettuati nel 2012 su una popolazione bersaglio dei due distretti calcolata su base
annua di 43.226.
ATTIVAZIONE DEL CALL CENTER
Call Center dell’UOC Prevenzione e Screening dell’ASL Roma B costituisce il primo contatto
interpersonale tra il cittadino e gli operatori sanitari e assolve ad una preziosa funzione organizzativa
per lo svolgimento dell’attività. Il Call Center è gestito dalla Cooperativa in outsourcing con le
Il
seguenti caratteristiche:
·
è dotato di numero
verde attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 8,00 alle ore 17,30 e si dedica esclusivamente
all’attività di screening oncologico;
·
dispone di
operatori sanitari preparati e motivati
in grado di rispondere alle esigenze
comunicative relative al reclutamento e al primo livello dello screening del colon retto.
Risultati:
· 4 gli operatori in servizio al call center che coprono 2 turni.
· 2.852 le chiamate ricevute in relazione allo screening del colon retto nel 2012, su un totale di
53.741 chiamate.
Chiamate per screening colon retto
Chiamate totali call center (tutti i programmi)
2011
2012
2.519
2.852
48.252
53.741
27
SEZIONE DEDICATA AI PROGRAMMI DI SCREENING SUL SITO INTERNET AZIENDALE
Nel sito dell’azienda è attiva una sezione dedicata ai programmi di screening. In essa sono riportate e tenute
aggiornate le informazioni relative al funzionamento dei programmi e all’accesso.
Nel sito è riportato il numero verde da chiamare e un indirizzo di posta elettronica a cui scrivere per
chiedere informazioni.
Risultati:
Il numero di accessi al sito web aziendale è ad oggi in fase di rilevazione.
BISOGNO UTENTE/PAZIENTE:
CONOSCERE I TEMPI E LE MODALITÀ DI ESECUZIONE DEL TEST E DEGLI APPROFONDIMENTI
E POTER PARTECIPARE AL PROGRAMMA IN MODO FACILE E AGEVOLE
NEL TERRITORIO DI RESIDENZA
FORMAZIONE DEL PERSONALE SU COMUNICAZIONE E ACCOGLIENZA
Il momento del contatto con l’utente e la sua accoglienza, specie in fase di accesso al programma, è determinante per
l’efficacia del percorso. A tal fine il personale dell’UOC Prevenzione e Screening dell’ASL Roma B prende parte a
momenti formativi sulla comunicazione e sulla relazione con l’utenza.
Risultati:
· 3 le occasioni formative organizzate:
·
·
PERSONALE DEL CALL CENTER: HA PARTECIPATO AD UN CORSO DI FORMAZIONE DELL’ASP SULLA COMUNICAZIONE CON L’UTENTE, IN CUI SI È TENUTA UNA
SESSIONE SPECIFICA SUL VADEMECUM ONS “100 DOMANDE”.
PERSONALE INFERMIERISTICO AIT: 18 PERSONE HANNO PRESO PARTE AD UN MOMENTO INFORMATIVO SULLA DISTRIBUZIONE DEL TEST E SULLA
SENSIBILIZZAZIONE AL PROGRAMMA.
· COORDINAMENTO SCREENING: 3 PERSONE HANNO PRESO PARTE A DUE GIORNATE FORMATIVE SUL TEMA DELLA COMUNICAZIONE E DELLA GESTIONE DEI
CONFLITTI.
COINVOLGIMENTO DEI DIRETTORI DI DISTRETTO E DEI MMG
In preparazione all’estensione del programma di screening del colon retto al
I distretto, è stato attivato un
percorso di coinvolgimento dei direttori di distretto, per condividere le modalità operative e
l’uso delle risorse (personale, spazi e strumenti) del distretto e per impostare eventuali azioni di miglioramento dei
percorsi già svolti. Alle riunioni ha partecipato il Coordinatore del personale infermieristico del distretto. Inoltre è
stato necessario informare sull’attivazione del programma nel I distretto anche i MMG affinché sensibilizzino i loro
pazienti al ritiro e all’esecuzione al test, evitino invii inappropriati al test SOF e promuovano il passaggio al secondo
livello in caso di positività.
Risultati:
· 4 le riunioni organizzate nel 2012 con i 4 Direttori di distretto.
· Programmati alcuni incontri con gruppi di Medici di Medicina Generale, di cui il primo si è
tenuto nel maggio 2013.
28
STESURA E PRESENTAZIONE DEL PROGETTO “FUTURO IN SALUTE”
In occasione del bando nazionale per il servizio civile volontario, l’ASL Roma B ha predisposto un progetto rivolto a 6
volontari allo scopo di attivare interventi di promozione dell’adesione ai programmi di
screening da parte delle fasce deboli di popolazione.
Risultati:
·
Il progetto è stato presentato ad ottobre 2012 ed è in
fase di valutazione.
BISOGNO UTENTE/PAZIENTE:
BENEFICIARE DI PRESTAZIONI DIAGNOSTICHE-TERAPEUTICHE DI ELEVATA QUALITÀ
FORMAZIONE SPECIFICA DEGLI OPERATORI
Tutto il personale operante nell’ambito della gestione del secondo livello dello screening colorettale segue percorsi
di aggiornamento, mediante corsi di formazione mirati e specifici, sia interni che esterni (in particolar modo
GISCOR - Gruppo Italiano per lo screening dei tumori colo rettali - e ONS – Osservatorio Nazionale Screening). L’UOC
dispone di un
fondo dedicato alla formazione con il quale viene finanziata la partecipazione agli eventi
formativi.
Risultati:
·
Realizzato 1
corso teorico-pratico di self-assesment e retraining intitolato “La colonscopia di screening” rivolto
agli endoscopisti coinvolti nel programma.
2012
ENDOSCOPISTI PARTECIPANTI
TECNICI DI ENDOSCOPIA PARTECIPANTI
·
5
3
Partecipazione del personale del programma di screening al convegno
GISCOR, in seguito al quale, in virtù
dello scambio di esperienza sviluppato con gli endoscopisti dell’ASL di Reggio Emilia, è stata organizzata una site
visit presso le strutture emiliane.
VISITA PRE ENDOSCOPICA
L’anamnesi del paziente prima dell’endoscopia viene effettuata con apposita
test. Al fine di ottimizzare l’impiego del personale medico, al IV distretto,
endoscopico da personale
visita entro i 20 giorni dal
viene eseguito il counselling
infermieristico appositamente addestrato.
Risultati:
· 25 visite pre endoscopiche realizzate nel 2012.
29
INTERVENTI DI FACILITAZIONE DELLA COLONSCOPIA
Al fine di
ridurre il tasso di abbandono
tra il test positivo e l’effettuazione della colonscopia, e
conseguentemente perseguire una maggiore efficacia del programma di screening, l’ASL ha adottato una serie di
misure che facilitano tale esame. In primo luogo viene
preparazione all’esame;
offerto gratuitamente il farmaco per la
i cittadini in concomitanza della visita pre-endoscopica ricevono il farmaco di
preparazione, che in alternativa sarebbe acquistabile nelle farmacie con pagamento a loro carico. Viene inoltre
garantito l’intervento dell’anestesista durante gli esami per la sedazione a richiesta dei pazienti o in
caso di indicazione da parte del medico. È stato infine adottato un protocollo interno all’azienda per l’invio di pazienti
alla colonscopia virtuale e/o clisma a doppio contrasto laddove le condizioni cliniche rilevate in sede di visita preendoscopica lo consiglino oppure quando l’esame endoscopico ordinario non risulti sufficientemente chiaro.
Risultati:
·
1 volta alla settimana è presente, per ciascun presidio, l’anestesista per la sedazione.
COLONSCOPIA
Durante la
colonscopia operativa,
qualora l’endoscopista rilevi un polipo, questo viene asportato. Nella
stessa seduta possono essere rimossi al massimo due polipi per paziente. Il materiale asportato viene inviato
all’anatomopatologo per l’esame istologico.
Risultati:
·
·
503 i polipi asportati nel 2012.
25 gli invii ad intervento nel 2012.
BISOGNO UTENTE/PAZIENTE:
CONOSCERE IN TEMPI RAPIDI LA DIAGNOSI DEL TEST DI SCREENING PER POTER PROCEDERE
TEMPESTIVAMENTE AL TRATTAMENTO (SE NECESSARIO)
AMPLIAMENTO DELL’AGENDA DI SECONDO LIVELLO
Per avvalersi di endoscopisti addestrati e aderenti alle indicazioni del programma, le
endoscopie
vengono
realizzate dalle strutture in sessioni ad hoc, durante le quali vengono effettuate solo endoscopie di
screening.
Risultati:
·
Nel 2012 è stata
Pertini.
aggiunta una giornata in più alla settimana per le endoscopie all’ospedale
30
ATTIVAZIONE DEL NUOVO OC SENSOR E COMUNICAZIONE DELLE POSITIVITÀ
nuova macchina per l’effettuazione dei test per la ricerca del SOF (sangue
occulto fecale); questa macchina esamina il campione e, sulla base della lettura del codice a barre, trasmette in
tempo reale al sistema SIPSO web il risultato. Il personale infermieristico dell’UOC prende visione
dei positivi, verifica le disponibilità di agenda e comunica al paziente la data della visita preendoscopica da effettuarsi in media entro 3 giorni. La comunicazione avviene nell’arco di 10
Dal 2012 è attiva una
giorni dall’effettuazione del test. Il personale del servizio di back office svolto dalla cooperativa stampa
quotidianamente gli esiti
negativi e li trasmette per posta, che vengono pertanto inviati nell’arco di 10 giorni.
Risultati:
·
·
12.537 gli esiti negativi trasmessi nel 2012.
731 gli esiti positivi inviati al secondo livello nel 2012.
31
CONCLUSIONI E PROSPETTIVE
50.782
LE LETTERE DI INVITO SPEDITE NEL 2012 (II e IV DISTRETTO)
43.226
LA POPOLAZIONE OBIETTIVO ANNUALE (II E IV DISTRETTO)
13.521
13.194
12.537
LE PROVETTE CONSEGNATE NEL 2012
731
I TEST DI SCREENING (FOBT) POSITIVI
575
LE COLONSCOPIE EFFETTUATE
25
LE PROVETTE RESTITUITE NEL 2012
I TEST DI SCREENING (FOBT) NEGATIVI
GLI INTERVENTI REALIZZATI
Si presentano di seguito i dati dettagliati per singolo Distretto.
I trimestre 2012
LETTERE INVIATE
PROVETTE
CONSEGNATE
PROVETTE
RESTITUITE
II trimestre 2012
III trimestre 2012
IV trimestre 2012
II D.
IV D.
ASL
II D.
IV D.
ASL
II D.
IV D.
ASL
II D.
IV D.
ASL
2012
ASL
4296
8708
13004
4792
9029
13821
3458
6755
10213
5129
8615
13744
50.782
1415
2411
3826
1389
2427
3816
752
1588
2340
1117
2422
3539
13.521
1315
2395
3710
1324
2320
3644
748
1581
2329
1103
2408
3511
13.194
TEST FOBT
NEGATIVI
TEST FOBT
POSITIVI
3379
3478
2181
3499
12.537
186
197
124
224
731
COLONSCOPIE
EFFETTUATE
73
71
144
61
53
114
45
115
160
60
97
157
575
INTERVENTI c/o
OSPEDALE PERTINI
3
5
8
5
2
7
1
4
5
2
3
5
25
32
PROSPETTIVE FUTURE
Obiettivo primario del programma di screening del colon retto è completare l’ESTENSIONE DEL
PROGRAMMA A TUTTA LA POPOLAZIONE DELLA ASL RM B, in particolare attivando l’invito sul III
DS che per composizione demografica e profilo socio-economico presenta le maggiori criticità.
Al fine di ottenere l’aumento dell’adesione al test di 1° livello, non ancora in linea con la media
nazionale, si ritiene necessario ATTIVARE LA COLLABORAZIONE CON I MMG E GLI STAKEHOLDER
ESTERNI.
E’ in programma la PULIZIA DELLE LISTE ANAGRAFICHE DA PARTE DEL SERVIZIO INFORMATIVO
EPIDEMIOLOGICO AZIENDALE E DELL’ASP per l’esclusione dei soggetti già sottoposti a recente
colonscopia.
Questa operazione, congiuntamente alla “reingegnerizzazione” dallo screening
spontaneo a quello organizzato, consentirà di ottenere una maggiore efficienza del Programma.
Il RISPETTO DEI TEMPI E LA PARTICOLARE ATTENZIONE ALLA QUALITÀ DI TUTTE LE FASI DEL
PERCORSO DIAGNOSTICO-TERAPEUTICO costituiscono la condizione essenziale per una sempre
migliore fidelizzazione da parte dei cittadini al Programma.
33