SUCCESSO AL TEATRO GROGGIA La quotidianità del'900 nel monologo di “Cuor” di Giuseppe Barbanti La Nuova Venezia 3/02/2014 Sipario aperto e completamente spoglio e voci fuori campo di donne che, parlando in dialetto, giocano a tombola scandendo i numeri estratti abbinati ai sogni e agli avvenimenti che evocano. Così al Teatro Groggia lo spettatore viene introdotto alla visione di “Cuor”, toccante monologo che restituisce la quotidianità del Novecento a Venezia, rivisitato attraverso il filtro femminile della vicenda umana di Rina Cavalieri, affidato all'interpretazione di Eleonora Fuser diretta da Sandra Mangini. I ricordi di Rina danno vita alla vicenda umana di perecchie decine di migliaia di donne veneziane, la cui esistenza fu irrimediabilemente segnata dalle due grandi guerre del '900. Ma l'umanità di Rina, il coraggio con cui seppe affrontare una non facile vita da figlia, moglie e madre emergono in maniera prorompente dall'ora e un quarto di monologo: la sonorità di una manciata di perle che cade, alternandosi ai canti curati da Giuseppina Casarin, scandiscono i momenti di una vita vissuta. Le radici familiari, l'autonomia economica legata al lavoro di impiraressa (infilaperle), iniziato bambina, amato e fortemente avvertito come forma di realizzazione e al tempo stesso strumento di emancipazione, la capacità di Rina di farsi portatrice, in diversi contesti, delle ragioni dei ceti popolari sono solo alcuni dei filoni sviluppati con grande autorevolezza da Eleonora Fuser. In uno spettacolo che ha il pregio di ricordare che il '900, bollato come secolo segnato dalla degenerazione delle ideologie, è stato percorso dai grandi ideali condivisi di cui Rina Cavalieri continua ad essere viva testimonianza.