LA STORIA DEL BUDDHISMO IN GIAPPONE
Hiroo Nakajima, docente di Lingua Giapponese nel Dipartimento di Lingue
dell’Università degli Studi di Firenze.
SOMMARIO
1. L’introduzione del Buddhismo in Giappone (VI secolo )
2. Il principe Umayado o Shōtoku Taishi (574 - 622)
3. Il Buddhismo del periodo Nara (710 - 794)
4. Ganjin (688 - 763)
5. Il periodo Heian (794 - 1192)
6. Saichō (767 - 822) e la scuola Tendai
7. Kūkai (774 - 835) e la scuola Shingon
8. Le dottrine di Jōdo (La Terra Pura) e di Mappō (La Fine della Legge)
9. Il periodo Kamakura (1192 - 1133)
10. Hōnen (1133 - 1212) e la scuola Jōdo
11. Shinran (1173 - 1262 ) e la scuola Jōdo Shinshū
12. Nichiren (1222 – 1282) e la scuola Nichiren o la Scuola Hokke
13. Eisai (1141 – 1215) e la scuola Rinzai
14. Dōgen (1200 - 1253) e la scuola Sōtō
15. Il Buddhismo del periodo Muromachi (1338 - 1573)
16. Il Buddhismo del periodo Edo (1603 - 1868)
17. Il Buddismo dei tempi moderni (Dal 1868 in poi)
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1. Introduzione del Buddhismo (VI secolo)
Il Buddhismo fu ufficialmente introdotto in Giappone nel 538 d.C., quando
il sovrano coreano di Kudara regalò all’Imperatore Kinmei del Giappone una
statua del Buddha, alcuni volumi di Sutra e gli strumenti dei riti buddhisti.
All’epoca Kudara era uno dei tre stati esistenti nella penisola coreana, dove
il Buddhismo fu introdotto dalla Cina circa due secoli prima.
La Corea, che confinava con la Cina, era più sviluppata del Giappone dal
punto di vista produttivo e culturale. Molti coreani, soprattutto artigiani, erano
emigrati in Giappone introducendo nuove tecniche manifatturiere, quali la
fusione del metallo e l’arte della ceramica. Con loro anche il Buddhismo fu
introdotto privatamente in Giappone.
La religione diffusa in Giappone a quell’epoca era lo Shintoismo, una specie
di animismo in cui si crede che in qualsiasi cosa dimori un dio. Anche il
Buddha fu inizialmente considerato come uno degli dei stranieri.
Il potere dell’Imperatore non era ancora assoluto e vi era una lotta per il
potere fra i clan più potenti: la famiglia Mononobe e la famiglia Soga. Ogni clan
aveva una divinità tutelare, perciò molti di loro si opposero all’introduzione del
Buddhismo. Solo i Soga, che avevano un buon rapporto con gli immigranti
coreani, erano favorevoli. Così l’Imperatore Kinmei, nonostante fosse
profondamente impressionato dalla bellezza della statua del Buddha donatagli
del re coreano, rinunciò a convertirsi al Buddhismo e regalò quella statua ai
Soga permettendo loro di professare la fede buddhista in modo privato.
Il Buddhismo iniziò così a diffondersi in Giappone intorno al potente clan
Soga. Arrivarono monaci dalla Corea e alcuni membri del clan, insieme ai loro
servitori, cominciarono a prendere l’ordinazione monastica. Tuttavia, quando
scoppiò un’epidemia, i Mononobe incolparono il Buddhismo – fecero bruciare
le statue del Buddha e frustare i monaci.
La lotta fra i Soga e i Mononobe finì nel 587 con l’uccisione di
Mononobe-no-Moriya, capoclan dei Mononobe, per mano di Soga-no-Umako
alleato con alcuni principi imperiali.
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Diffusione del Buddhismo nel mondo.
2. Principe Umayado o Shōtoku Taishi (574 – 622)
Nel 593 salì al trono l’Imperatrice Suiko (la prima imperatrice del Giappone)
appoggiata da Soga-no-Umako e dal Principe Umayado, nipote dell’Imperatrice,
che diventò il principe reggente all’età di 20 anni. Umayado era un personaggio
leggendario, fu uno dei principi alleati con i Soga ed ebbe una fede profonda
nel Buddhismo. Durante la battaglia contro i Mononobe, invocando aiuto per la
vittoria, scolpì le statue di Shi-Tennō (quattro dei protettori del Buddhismo).
In qualità di reggente, il Principe si adoperò per consolidare il sistema
accentratore intorno all’imperatore, istituendo la prima costituzione con
diciassette articoli, e stabilendo i dodici ranghi dei funzionari statali. Inviò
periodicamente in Cina delle delegazioni per assimilare la cultura cinese, allora
molto avanzata.
Egli svolse un ruolo importantissimo anche nella storia del Buddhismo in
Giappone. Nel secondo articolo della Costituzione da lui promulgata troviamo
scritto: “Onorare i Tre Tesori, cioè i Tesori del Buddha, del Dharma e del Sangha”.
Con queste parole il Buddhismo diventò uno strumento per proteggere lo Stato.
Costruì inoltre il Tempio Shi-Tennō-ji a Osaka, come ringraziamento agli
Shi-Tennō per la protezione concessa durante la battaglia contro i Mononobe.
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Scrisse San-gyō-gisho, i commenti a tre Sutra del Buddhismo Mahayānā
(Buddhismo del Grande Veicolo): Hokke-kyō,
Shoman-kyō e Yuima-kyō.
Il Principe abitava a Ikaruga, nella prefettura di
Nara, e vicino alla sua abitazione, nel 607, edificò
il Tempio Hōryū-ji. Esso fu distrutto dal fuoco nel
670 ma ricostruito nel 711. E’ il tempio più antico
tutt’ora esistente in Giappone ed anche l’edificio
di legno più antico del mondo tutt’ora in uso.
Dentro il padiglione principale è collocata una
statua del Buddha Shakyamuni con accanto due
bodhisattva. Fu scolpita nel 623 e nell’iscrizione
dietro l’aureola c’è scritto che questa statua fu
creata alla morte del Principe e della sua
consorte.
Antica scultura del principe
Umayado custodita nel Tempio
Asukadera, nell'antica capitale
Asuka kyō.
Nel luogo dove sorgeva l’abitazione del Principe, nel periodo Nara fu
costruito un padiglione ottagonale chiamato Padiglione del Sogno. Al suo
interno venne collocata una statua del Bodhisattva Kannon che si pensa essere il
ritratto del Principe.
3. Il Buddhismo del Periodo Nara (710 - 794)
L’intervallo di tempo che va dal 710, data in cui la capitale venne trasferita a
Heijō-kyō di Nara, fino al 794, quando la capitale venne spostata di nuovo a
Heian-kyō di Kyōto, è chiamato Periodo Nara. In quel periodo il Buddhismo era
sotto la protezione ed il controllo dello Stato. Era vietato diventare monaco o
monaca buddhista senza l’autorizzazione preventiva dello Stato.
Nella capitale Nara erano attive le Sei Scuole Buddiste: Hossō, Kusha, Sanron,
Jōjitsu, Kegon e Ritsu. In queste scuole, a differenza di quelle che sorgeranno
nelle epoche successive, i monaci si dedicavano agli studi delle dottrine
buddhiste con i testi cinesi.
Nonostante il divieto erano attivi tanti monaci senza il permesso ufficiale, e
questi monaci contribuirono molto alla diffusione del Buddhismo tra la
popolazione giapponese.
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Dopo l’insediamento sul trono dell’Imperatore Shōmu, si verificarono
calamità naturali e frequenti disordini sociali. L’Imperatore, che credeva
profondamente nel Buddhismo al punto da essere chiamato “un Servo dei Tre
Tesori”, confidando che la compassione del Buddha avrebbe scacciato i disastri
e protetto lo Stato, nel 741 promulgò l’editto imperiale secondo il quale ordinò
di costruire in ogni provincia un tempio chiamato Kokubun-ji (per i monaci), e
uno chiamato Kokubun-ni-ji (per le monache). Successivamente, nel 743 decise di
costruire nella capitale il Tempio Tōdai-ji così da farne il tempio principale di
tutti i Kokubun-ji, e di erigere la statua del Grande Buddha che avrebbe salvato
tutti gli esseri e avrebbe dato a loro la felicità e la prosperità eterna. Nell’aprile
del 752 fu celebrata la consacrazione della statua.
L’attuale edificio (larghezza 57m, altezza 49m) nel quale è collocata la statua
fu ricostruito nel diciottesimo secolo, dopo essere stato distrutto dal fuoco.
Quello originale dell’ottavo secolo aveva la stessa altezza ma una larghezza di
circa 86 metri. E’ l’edificio di legno più grande del mondo.
La statua raffigura il
Buddha
Birushana
appare
nel
Kegon-kyō,
che
Sutra
l’essere
assoluto che simboleggia
il mondo stesso. L’altezza
è
di
circa
15
metri.
Danneggiata due volte
dal fuoco fu ricostruita
due volte. Alcune parti
sono quelle originali. Per
la sua costruzione serviva
Il Grande Buddha (Daibutsu) del Tempio Todai-ji, Nara
una
tale
quantità
di
risorse, sia materiali che
umane, che i monaci da soli non avrebbero potuto raccogliere. A tale scopo fu
nominato Abate Maggiore il monaco Gyōki, che non era un monaco ufficiale ed
era inoltre accusato di essere un personaggio malvagio che turbava l’animo dei
contadini. Lui pellegrinò in tutto il paese spiegando al popolo l’importanza
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della costruzione della statua del Grande Buddha, e così fu in grado di
raccogliere i materiali e la mano d’opera necessari.
In quest’epoca furono costruiti gli altri grandi templi di Nara come
Kōfuku-ji, Yakushi-ji, ecc.
4. Ganjin (688 - 763)
Per diventare monaco è necessario ricevere l’Ordinazione buddhista da un
maestro autorizzato, rispettando le regole tradizionali. Tuttavia in Giappone,
fino al Periodo Nara, non era riconosciuta l’importanza dell’Ordinazione dei
monaci. Durante il Periodo Nara ne fu invece riconosciuta l’importanza e
crebbe così la necessità di stabilire un rito. Due monaci giapponesi pertanto si
recarono in Cina per invitare in Giappone monaci cinesi in grado di celebrare
l’Ordinazione. I due visitarono il Maestro Ganjin (in cinese Jianzhen),
successore della Scuola Ritsu che si basa sugli studi e sulla pratica dei precetti, il
quale aveva già ordinato più di quarantamila monaci.
Ganjin chiese ai discepoli se qualcuno di loro avesse voluto andare in
Giappone, tuttavia nessuno accettò questo compito poiché a quell’epoca
attraversare il Mare del Giappone era estremamente pericoloso. Fu allora che
decise di andare lui stesso, e dal 743 ben cinque
tentativi fallirono. Per tre volte la nave fu bloccata
dall’autorità portuale perché alcuni suoi discepoli,
che non volevano lasciar partire il loro Maestro,
sporsero denuncia. Nelle altre due occasioni, invece,
riuscirono a partire ma naufragarono a causa di
tempeste. Il Maestro perse la vista durante quegli
Immagine del Maestro
Ganjin (Jianzhen)
anni difficili. Alla fine, nel dicembre 753 dieci anni
dopo il primo tentativo, Ganjin riuscì ad attraversare
il Mare del Giappone e sbarcò sull’Isola di Kyūshū.
Nell’anno successivo arrivò nella capitale Nara dove, per la prima volta in
Giappone, furono ordinati 400 monaci a Tōdai-ji. Tra loro c’era l’Imperatore
Shōmu. Successivamente, sotto la direzione di Ganjin, furono costruiti a Tōdai-ji
i tre Kaidan-in, gli edifici con la cattedra dove si svolge la cerimonia
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dell’Ordinazione, e altri due templi, uno nella regione occidentale e l’altro in
quella orientale. In questo modo il sistema di formazione dei monaci basato sui
precetti fu messo rapidamente in essere.
Nel 759 Ganjin costruì il Tempio Tōshōdai-ji e lì morì nel 763, all’età di 76
anni.
Tōshōdai-ji fu costruito sul terreno che Ganjin aveva ricevuto dal
l’Imperatore nel 759. Esso si trova nella periferia occidentale della città di Nara.
Al Tempio è conservata la statua di Ganjin, prodotta intorno al 763 subito dopo
la sua morte, ed è considerata la scultura ritrattistica giapponese più antica. E’
aperta al pubblico solo per tre giorni all’anno, intorno all’anniversario della sua
morte.
Il Tempio Tōshōdai-ji di Nara
5. Il Periodo Heian (794 - 1192)
Nel 794 l’Imperatore Kanmu trasferì la capitale da Heijō-kyō a Heian-kyō,
l’attuale Kyōto. Iniziò così il Periodo Heian che durò circa quattro secoli.
L’Imperatore ordinò che tutti i templi buddhisti rimanessero a Nara, l’antica
capitale, per indebolire la loro influenza. Negli ultimi anni del periodo Nara
infatti i templi buddhisti erano diventati molto potenti e si erano intromessi
nella vita politica.
Tuttavia l’Imperatore non proibì il Buddhismo, anzi inviò monaci in Cina
con il compito di riportare nuove correnti del Buddhismo in Giappone.
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Fu nel 894 che il Giappone smise di inviare delegazioni in Cina e da allora
iniziò a fiorire una cultura autoctona. Fu in questi anni
che vennero inventati i due “kana”, gli alfabeti sillabici
giapponesi. Nel mondo politico la famiglia Fujiwara
accresceva il proprio potere imparentandosi con la
famiglia Imperiale.
Nell’undicesimo secolo il potere della famiglia
Fujiwara cominciò a indebolirsi e la famiglia Imperiale
Immagine dell’Imperatore
Kanmu
riprese il potere. Tuttavia nel secolo successivo scoppiò
la lotta per la successione al trono che coinvolse le
varie famiglie aristocratiche. Durante questa lotta il potere della classe
aristocratica si indebolì mentre la classe dei guerrieri (samurai) aumentava la
sua importanza.
6. Saichō (767 - 822) e la Scuola Tendai
Nel 804 partì una delegazione per la Cina fra i cui membri c’erano due
monaci inviati a studiare le nuove correnti del Buddhismo: Saichō e Kūkai.
Saichō nacque nel 778 nella provincia di Ōmi, vicino a Kyōto. Dopo aver
ricevuto l’Ordinazione al Tempio Tōdai-ji, si ritirò sul Monte Hiei nella
prefettura nord-est di Kyōto dove costruì un piccolo Tempio, l’Enryaku-ji, il
futuro Tempio principale della Scuola Tendai, e lì si dedicò alle pratiche
ascetiche.
Saichō studiò in Cina soprattutto la dottrina Tendai che si basa
sull’Hokke-kyō, il Sutra del Loto, e ricevette l’Ordinazione da un Maestro cinese,
tuttavia egli seguì anche le istruzioni del Mikkyō (Buddhismo esoterico) e dello
Zen. Nel 805 tornò in Giappone portando con sé centinaia di volumi di Sutra e
fondò la Scuola Tendai, che si basa sull’insegnamento secondo cui tutti gli
esseri possono raggiungere la buddhità. Opponendosi al Buddhismo di Nara,
Saichō annullò l’Ordinazione ricevuta a Tōdai-ji e obbligò i suoi discepoli a
ricevere l’Ordinazione chiamata Daijō-kai, che all’epoca era considerata
l’Ordinazione per i laici. Successivamente si ritirò a Enryaku-ji per dodici anni
dedicandosi alle pratiche ascetiche sulle montagne. Dopo la sua morte nel 822,
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fu autorizzata l’istituzione della cattedra per l’Ordinazione di Daijō-kai a
Enryaku-ji.
Saichō
voleva
elaborare
una
dottrina
buddhista sulla base del Sutra Hokke-kyō
attraverso la fusione dei Precetti, dello Zen, del
Mikkyō e del Nenbutsu, la recitazione del nome
del Buddha Amida. Essendo consapevole che il
Mikkyō da lui stesso studiato in Cina non fosse
sufficiente, chiese a Kūkai di insegnargli la
dottrina, tuttavia a causa della diversità nella
concezione del Buddhismo i due si lasciarono.
Alcuni discepoli di Saichō studiarono in Cina la
dottrina del Mikkyō seguendo la volontà del
Maestro e stabilendo così il Mikkyō di Tendai,
Statua che rappresenta Saichō, il
fondatore della scuola Tendai,
collocata presso il Tempio
Noufuku-ji, Prefettura di Hyogo.
una delle due correnti di Mikkyō in Giappone. In questo modo la Scuola Tendai
diventò una scuola buddhista ufficiale e il Tempio Enryaku-ji diventò il centro
di studio e pratica del Buddhismo più importante in Giappone, dal quale
usciranno tanti maestri fondatori delle nuove scuole. Tra essi vi fu Dōgen della
Scuola Sōtō.
Tempio Tōdai-ji di Nara.
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7. Kūkai (774 - 835) e la Scuola Shingon
Kūkai nacque nel 774 nell’Isola di Shikoku. All’età di 19 anni iniziò a
dedicarsi alle pratiche ascetiche sulle montagne. Non si conosce molto della sua
attività durante quel periodo ma si può immaginare che avesse incontrato il
Mikkyō. Si reputa che divenne monaco ricevendo l’Ordinazione a Tōdai-ji
all’età di 31 anni, poco prima della partenza per la Cina.
Nel 804 partì per la Cina come membro della delegazione ufficiale per
studiare le nuove correnti del Buddhismo. Nella stessa delegazione c’era anche
Saichō. In Cina studiò il Mikkyō, ricevette la Trasmissione del Dharma
diventando Maestro. Due anni dopo tornò in Giappone portando numerosi
volumi di Sutra, mandala, strumenti liturgici, ecc.
Nel 816 gli fu regalato dall’Imperatore il
monte Kōya nella provincia di Kii (attuale
Wakayama) come luogo di pratiche ascetiche, lì
fondò la Scuola Shingon. Nel 823 gli fu donato
anche il Tempio Tō-ji di Kyōto. Morì nel 835 sul
monte Koya.
Kūkai portò in Giappone la teoria e il metodo
di pratica del Mikkyō, il Buddhismo esoterico.
Immagine del Maestro Kūkai.
La parola “Shingon” significa Mantra, e i Sutra
fondamentali
della
Scuola
Shingon
erano
Dainichi-kyō e Kongōchō-kyō nei quali il Buddha principale era Dainichi, il
Grande Sole. I due mandala che Kūkai introdusse in Giappone erano
Taizō-mandala e Kongōkai-mandala che raffiguravano i due mondi del Buddha
Dainichi: uno è quello della compassione, l’altro quello della saggezza.
L’obiettivo della Scuola Shingon era Sokushin Jōbutsu, cioè raggiungere la
buddhità con il corpo vivo.
Un’altra caratteristica del Mikkyō era la pratica Kaji-Kitō. I monaci
chiedevano la protezione del Buddha facendo segni magici con le dita,
bruciando il fuoco sacro e recitando il mantra. Dalla metà del Periodo Heian il
rito Kaji-Kitō si diffuse dalla famiglia Imperiale fino al popolo - veniva praticato
spesso in varie occasioni quali ad esempio calamità naturali, epidemie, parti, o
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semplicemente per allontanare le disgrazie.
Kūkai dopo la sua morte divenne oggetto di culto. In un luogo appartato sul
monte Kōya c’è il mausoleo di Kūkai dove, si crede, egli vive ancora nel mondo
dell’eterna Illuminazione. Ci sono innumerevoli leggende ovunque nel paese su
di lui, e ancora oggi molti fedeli fanno un pellegrinaggio negli 88 luoghi sacri
dell’Isola di Shikoku.
Il Tempio Kongōbu-ji, Tempio principale della scuola Shingon
sul monte Kōya.
8. Dottrina di Jōdo (La Terra Pura) e Mappō (La Fine della Legge)
Il Jōdo, che significa Terra Pura, è il paradiso del Buddha Amida e la dottrina
di Jōdo si basa sull’insegnamento che dopo la morte si possa rinascere nel
Paradiso del Buddha Amida.
Il culto di Jōdo fu introdotto in Giappone già nel settimo secolo, e nel
periodo Heian i discepoli di Saichō portarono dalla Cina la pratica
Kansō-Nenbutsu, che consiste nell’invocare il nome del Buddha Amida nel cuore
immaginando la sua figura e il suo Jōdo. Questo culto veniva praticato
soprattutto fra i nobili della capitale Kyōto.
Verso la metà del periodo Heian il culto fu diffuso anche fra il popolo grazie
alle intense attività di alcuni monaci. Uno di questi monaci era Kūya (decimo
secolo).
Egli
propagava
il
culto
di
Jōdo
fra
il
popolo
recitando
Namu-Amida-Butsu, prima in provincia e poi a Kyōto, per questo fu chiamato il
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Santo della città.
Il testo più importante sulla dottrina di Jōdo era Ōjō-yōshū di Genshin,
un’antologia dei testi riguardanti il Paradiso del
Buddha Amida. Nel libro Genshin predicava Onri
edo, gongu jōdo, cioè “detestare la terra sporca e
allontanarcisi, desiderare ardentemente la terra
pura”. Questo concetto fu diffuso sia fra i nobili che
fra il popolo.
Si credeva che dopo duemila anni dalla morte del
Buddha Shakyamuni sarebbe iniziato il periodo
Mappō (periodo della Fine della Legge), il periodo in
Immagine del Maestro
Genshin, conservata nel
Tempio Shōjūraigō-ji.
cui l’insegnamento del Buddha sarebbe rimasto ma
avrebbe perso l’efficacia e, di conseguenza, sarebbe
stato impossibile ottenere il Nirvana. In Giappone si
credeva che il 1052 fosse il primo anno del Mappō. Poiché proprio in quegli
anni le calamità naturali e le guerre civili si succedevano frequentemente, la
gente iniziò a vedere il periodo Mappō come la fine del mondo e per questo si
accrebbe il culto di Jōdo fra la gente che desiderava andare nel paradiso del
Buddha Amida dopo la morte.
Molte famiglie aristocratiche costruivano templi nei quali collocavano la
statua del Buddha Amida e lo invocavano. Il Byōdō-in Hōō-dō, costruito a Uji
nella prefettura sud di Kyōto da Fujiwara no Yorimichi, il reggente e nobile più
potente di quell’epoca, è uno degli esempi più
famosi e importanti.
Il Monte Kōya della Scuola Shingon fu
considerato il Jōdo di questo mondo e molti
aristocratici andarono lì in pellegrinaggio.
9. Il periodo Kamakura (1192 - 1133)
Nel 1192 Minamoto no Yoritomo fondò lo
Shogunato a Kamakura e per la prima volta nella
storia giapponese la classe dei samurai, la classe
“Ritratto di Yoritomo”, copia
dell’originale del 1179 attribuita
a Fujiwara no Takanobu.
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guerriera, prese il potere. Anche il Buddhismo cambiò molto il suo aspetto. Fino
al periodo Heian il Buddhismo era soprattutto per lo Stato e per la classe
aristocratica, ed il suo obiettivo principale era raggiungere la buddhità
attraverso lo studio o le pratiche ascetiche. Anche nel culto di Jōdo, diffuso nella
seconda metà del periodo Heian, i praticanti erano principalmente della classe
aristocratica. Invece nel periodo Kamakura il Buddhismo diventò la religione
del popolo con l’obiettivo di liberare tutti dalla sofferenza della vita. Furono
fondate delle nuove scuole soprattutto dai monaci della Scuola Tendai che
avevano studiato al Tempio Enryaku-ji sul Monte Hiei. Le nuove scuole
possono essere divise in tre filoni: quelle della dottrina di Jōdo (la Terra Pura),
del Sutra Hokke-kyō, e dello Zen.
Kōtoku-in, Tempio della scuola della Terra pura, situato
nella città di Kamakura, Prefettura di Kanagawa.
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10. Hōnen (1133 - 1212) e la Scuola Jōdo
La Scuola Jōdo fu fondata dal Maestro Hōnen nel 1175. Hōnen da giovane
studiò la dottrina Tendai e quella di Jōdo sul Monte Hiei ma, all’età di 43 anni,
capì che Senshū Nenbutsu, ovvero invocare il
Buddha Amida recitando esclusivamente il Namu
Amida-Butsu
affidandosi
senza
alla
pensare
esclusiva
ad
altro
ed
compassione
del
Buddha Amida, fosse l’unica via per poter
ottenere la rinascita nella Terra Pura. “Namu
Amida-Butsu” significa “prendo rifugio nel Buddha
Amida”. Questo suo insegnamento fu diffuso
soprattutto fra la classe dei samurai ed il popolo,
mentre fu criticato sia dalla Scuola Tendai che
dalle scuole di Nara che erano legate alla corte
Ritratto del Maestro Hōnen di
Fujiwara Takanobu, XII secolo.
imperiale.
Nel 1207 il Senshū Nenbutsu fu proibito ufficialmente, ed Hōnen insieme ai
suoi discepoli, fra i quali vi era Shinran fondatore della Scuola Jōdo-shin-shū,
furono condannati al confino. Hōnen fu deportato nell’Isola di Shikoku, tuttavia
anche in quel luogo continuò a propagare il Senshū Nenbutsu. Nel 1211 fu
perdonato e tornò a Kyōto dove morì l’anno successivo.
Il Tempio principale della Scuola Jōdo è il Chion-in, costruito sul luogo dove
sorgeva la capanna di Hōnen.
Entrata del Tempio Chion-in, Kyoto.
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11. Shinran (1173 - 1262 ) e la Scuola Jōdo-shin-shū
Shinran era uno dei discepoli di Hōnen. Nacque nel 1173 da una famiglia
nobile. All’età di nove anni divenne monaco e nei successivi 20 anni si dedicò
alle pratiche ascetiche sul Monte Hiei. All’età di 29 anni comprese il limite delle
pratiche ascetiche e scese dal Monte Hiei. A Kyōto incontrò la dottrina di
Senshū Nenbutsu di Hōnen e decise di diventare suo discepolo.
Quando Hōnen fu confinato nell’Isola di Shikoku, Shinran fu deportato
nella provincia di Echigo (attuale Niigata). In seguito al perdono lui, che aveva
una moglie e dei figli, continuò a predicare nella regione di Kantō e scrisse
Kyōgyō Shinshō, il libro fondamentale della Scuola Jōdo-shin-shu. Tornò in
seguito a Kyōto, con una figlia diventata monaca, e
ivi morì all’età di novant’anni. Dopo la sua morte fu
fondata dai discepoli la Scuola Jōdo-shin-shū,
“la
vera Scuola della Terra Pura”.
Nel Kyōgyō Shinshō Shinran predicò Tariki
Hongan che significa il “voto del Buddha Amida di
continuare a salvare gli esseri viventi”. Secondo Shinran,
grazie a questo voto tutti possono raggiungere il suo
Jōdo, la Terra Pura.
Dopo la sua morte un discepolo raccolse gli
Ritratto del Maestro Shinran
di Mutsu Yamashita, XX
secolo.
insegnamenti
del
Maestro
nell’opera
intitolata
Tannishō, un testo molto conosciuto ed apprezzato
non solo dai religiosi ma anche dal pubblico comune.
La frase più famosa è: “i buoni riescono certamente a realizzare la rinascita, allora
ancora più ci riusciranno i cattivi”. Questa frase significa che tutti gli esseri viventi
sono peccatori e coloro i quali ne sono consapevoli possono essere salvati dal
Buddha Amida.
Dieci anni dopo la morte di Shinran, i discepoli insieme ad una delle sue
figlie edificarono il suo mausoleo, che nel secolo successivo diventò il Tempio
chiamato Hongan-ji. Verso la fine del sedicesimo secolo il Tempio Hongan-ji si
trasferì nel luogo donato da Toyotomi Hideyoshi, l’uomo più potente
dell’epoca. Qualche anno dopo la Scuola si scisse in due correnti ed anche il
Tempio fu diviso in due: Nishi-Hongan-ji e Higashi-Hongan-ji.
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Nella seconda metà del tredicesimo secolo il monaco Ippen, che aveva
studiato la dottrina Jōdo, predicava il Nenbutsu girovagando per il paese. La
sua caratteristica era recitare danzando il Namu Amidabutsu mentre suonava
tamburi e campanelle. La scuola si chiamava Ji-shū e fu diffusa soprattutto fra il
popolo.
Porta della Sala del Fondatore del Tempio
Higashi Hongan-ji.
12. Nichiren (1222 – 1282) e la Scuola Nichiren o la Scuola Hokke
Nel tredicesimo secolo Nichiren, che aveva ricevuto l’Ordinazione al
Tempio Enryaku-ji, fondò una nuova scuola. Nichiren considerò il Sutra
Hokke-kyō l’unico insegnamento corretto del Buddha Shakyamuni nel periodo
Mappō, e predicò alla gente di recitare il Namu Myōhō-Renge-kyō che significa
“Prendo rifugio nell’eccellente Sutra del Loto”. Alla metà del secolo si recò a
Kamakura. In quegli anni a Kamakura si susseguivano incendi, alluvioni,
terremoti ed epidemie, così Nichiren insisté che la causa di questi disastri
naturali fosse il fatto che la gente non credeva nel Sutra Hokke-kyō ma credeva
ciecamente delle dottrine eretiche come Senshū Nenbutsu e lo Zen. Per questo
fu attaccato dai fedeli della Scuola Jōdo e la sua capanna fu bruciata.
16
Nonostante
le
minacce
continuò
la
sua
predicazione diffondendo la sua Scuola fra la
classe dei samurai, dei mercanti e degli artigiani.
Nichiren predisse che il Giappone sarebbe
stato invaso da un paese straniero. Questa
predizione si avverò nel 1268 quando la Cina,
sotto la Dinastia Yuan, attaccò il Giappone. Lui
chiese pertanto al reggente dello shogun, che era
praticante dello Zen, di convertirsi alla Scuola
Nichiren. Per questo fu accusato di aver criticato
il Bakufu, il governo dello shogunato, e fu
Immagine del Maestro
Nichiren.
confinato sull’Isola di Sado.
Dopo il perdono costruì il Tempio Kuon-ji sul Monte Minobu, che gli era
stato donato dal governatore della provincia di Kai. Morì nel 1282 all’età di 60
anni.
Tempio Kuon-ji sul monte Minobu.
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13. Eisai (1141 – 1215) e la Scuola Rinzai
Eisai nacque nel 1141 in una famiglia di fede scintoista, e divenne monaco
buddista nel Tempio Enryaku-ji sul Monte Hiei. Soggiornò due volte in Cina.
Durante il suo secondo soggiorno cinese studiò lo Zen della Scuola Rinzai, una
delle cinque scuole Zen in Cina, e dopo il suo ritorno in Giappone fondò la
Scuola Rinzai. A Kyōto predicò che lo Zen era l’insegnamento corretto nel
periodo Mappō.
Nel 1197 la Scuola Rinzai fu vietata dall’Imperatore perché la Scuola Tendai
considerava lo Zen di Eisai una dottrina non corretta e, temendo la sua
diffusione a Kyōto, voleva reprimerla. Contro quest’attacco Eisai provò a
chiarire il malinteso sostenendo che lo Zen si basava su precetti che erano alla
base del Buddhismo, e la Scuola Zen non poteva essere pertanto in opposizione
alla Scuola Tendai. Tutto ciò fu esposto in un libro che
si intitolava Kōzen-gokoku-ron cioè “proteggere lo Stato
portando lo Zen alla prosperità”.
Successivamente, giudicando che la sua dottrina
non sarebbe stata approvata a Kyōto, si trasferì a
Kamakura. La caratteristica dello Zen della Scuola
Rinzai era Kanna-zen. Ai monaci erano presentati dal
maestro i Kōan, quesiti difficili. I monaci cercavano di
arrivare all’Illuminazione risolvendo questi quesiti.
Immagine del Maestro Eisai.
Questa sua dottrina fu accettata dalla classe dei
samurai poiché aveva antipatia nei confronti della
cultura della corte imperiale di Kyōto.
Qualche anno dopo, sotto la protezione dello shōgun, fu costruito il Tempio
Kennin-ji come base per propagare lo Zen Rinzai a Kyōto.
Anche dopo la morte di Eisai (1215) la Scuola Rinzai continuò ad essere
diffusa fra i samurai, e furono costruiti a Kamakura, sotto la protezione della
famiglia Hōjō, la più potente famiglia di samurai del Giappone, i templi quali
Kenchō-ji, Engaku-ji.
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Tempio Kennin-ji, Kyoto.
14. Dōgen (1200 - 1253) e la Scuola Sōtō
Dōgen nacque a Kyōto nel 1200 da una famiglia nobile. Quando era piccolo
perse i genitori e all’età di tredici anni divenne monaco studiando la dottrina
Tendai sul Monte Hiei. Successivamente studiò lo Zen al Tempio Kennin-ji da
un discepolo di Eisai.
Nel 1223 andò in Cina per approfondire lo studio dello Zen. Negli ultimi tre
anni del suo soggiorno cinese studiò lo Zen della
Scuola
Sōtō
e
raggiunse
l’Illuminazione.
La
caratteristica dello Zen della Scuola Sōtō, differente da
quella della Scuola Rinzai che attribuiva grande
importanza ai Kōan, era cercare di raggiungere
l’Illuminazione
dedicandosi
esclusivamente
allo
Zazen.
Nel 1227 tornò in Giappone e iniziò a praticare lo
Zen al Tempio Kennin-ji. Lui predicò che proprio lo
Zen era l’insegnamento trasmesso correttamente dal
Immagine del Maestro
Eihei Dōgen.
Buddha Shakyamuni, per questo fu perseguitato dai monaci del Tempio
Enryaku-ji della scuola Tendai. Nel 1234 costruì il Tempio Kōshō-ji a Uji, nella
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prefettura di Kyōto, come un centro per praticare lo Zen. Durante questo
periodo Koun Ejō e Tettsū Gikai diventarono i suoi allievi.
Nel 1243, per sfuggire alla persecuzione dell’Enryaku-ji, si trasferì nella
provincia di Echizen,
e nel Tempio Eihei-ji
si
impegnò
nella
pratica intensa dello
Zen
insegnando
discepoli.
Morì
ai
nel
1253 a Kyōto, all’età
di 53 anni.
L’essenza
del
pensiero di Dōgen è
Il Sanmon (portone principale) del Tempio Eihei-ji,
Prefettura di Fukui.
nello
Shōbō
scritto
nel
Genzō,
periodo
compreso tra il 1231 e la sua morte. Lui predicò Shikan Taza, cioè praticare
esclusivamente lo Zazen senza pensare a niente.
Sembra che Dōgen non avesse intenzione di fondare una nuova scuola. La
Scuola Sōtō fu fondata dai suoi discepoli dopo la sua morte.
Koun Ejō, divenuto il secondo abate di Eihei-ji succedendo a Dōgen , scrisse
lo Shōbō Genzō Zuimon-ki raccogliendo le parole del maestro. E’ il libro
fondamentale per comprendere bene lo Shōbō
Genzō.
Tettsū Gikai, dopo la morte di Dōgen, andò in
Cina e studiò le regole dei monasteri Zen cinesi. Al
ritorno in Giappone riformò la Regola di Eihei-ji.
Dopo la morte di Ejō diventò il terzo abate di Eihei-ji.
Successivamente si trasferì nella provincia di Kaga
dove fondò il Tempio Daijō-ji. Il Tempio Daijō-ji ha
un legame molto profondo con il Tempio Shinnyo-ji.
Immagine del Maestro
Tettsu Gikai
Un discepolo di Tettsū Gikai e secondo abate di Daijō-ji, Keizan Jōkin,
fondò nella provincia di Noto il Tempio Sōji-ji. Egli è considerato il secondo
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fondatore della Scuola Sōtō. L’insegnamento del fondatore Dōgen era molto
severo e molto profondo anche a livello intellettuale. Keizan, invece, mirò alla
diffusione tra il popolo delle campagne utilizzando un insegnamento più
semplice ed accessibile. In questo modo la Scuola Sōtō continuò a svilupparsi
anche nei secoli successivi.
L’originale Sōji-ji bruciò alla fine del diciannovesimo secolo ed il Tempio si
trasferì a Yokohama nei primi anni del ventesimo secolo. Attualmente Sōji-ji ed
Eihei-ji sono i due templi principali della Scuola Sōtō.
Il Sanmon (portone principale) del Monastero Daijo-ji
15. Il Buddhismo del periodo Muromachi (1338 - 1573)
Dopo la caduta dello shogunato di Kamakura (1333), il centro della vita
politica si trasferì di nuovo a Kyōto con lo shogunato degli Ashikaga. Poiché la
sede dello shogunato si trovava nel quartiere Muromachi quest’epoca è nota
come Periodo Muromachi, e si protrasse fino alla fine del sedicesimo secolo.
La famiglia Ashikaga proteggeva la Scuola Rinzai, perciò furono costruiti
molti templi come Nanzen-ji, Daitoku-ji, Kinkaku-ji e Ginkaku-ji. In quel
periodo prosperava una cultura che era una mescolanza fra la cultura
aristocratica, quella dei samurai e quella dello Zen, e includeva varie forme di
pratica come la cerimonia del tè, l’arte di composizioni dei fiori, la creazione di
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giardini secchi, l’architettura dello stile shoin, il teatro Nō, ecc…
Anche il numero dei praticanti della Scuola Jōdo-shin-shū aumentava
rapidamente, soprattutto nella regione di Kantō e Hokuriku, grazie all’attività
di Rennyo (1415-1499) discendente diretto di Shinran.
Dalla fine del quindicesimo secolo il potere dello shogunato di Ashikaga si
indebolì e i signori feudali si combatterono per affermare la propria autorità sul
paese.
In quell’epoca i monaci di alcuni templi, quali Enryaku-ji sul Monte Hiei e
Kōryū-ji di Nara, si armarono e combatterono contro i signori feudali.
Enryaku-ji che aveva migliaia di monaci armati fu sconfitto da Oda Nobunaga,
uno dei signori più forti, e fu distrutto completamente.
I fedeli della Scuola Jōdo-shin-shū, che erano principalmente contadini e
samurai, si rivoltarono spesso contro i loro padroni. Nella provincia di Kaga
destituirono il padrone e governarono la provincia per circa 80 anni.
Samurai muromachi (1538)
16. Il Buddhismo del Periodo Edo (1603 - 1868)
Nel 1603 Tokugawa Ieyasu, il signore feudale della provincia di Mikawa,
fondò lo shogunato a Edo (attuale Tokyō).
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A metà del secolo precedente arrivò in Giappone un missionario gesuita,
Francesco Saverio, il quale iniziò l’opera missionaria. I
gesuiti riuscirono ad ottenere l’appoggio di Oda
Nobunaga, l’uomo più potente di quell’epoca, e fecero
molti proseliti. Tuttavia lo shogunato di Tokugawa
chiuse il paese agli occidentali, fatta eccezione per gli
olandesi, e vietò il Cristianesimo. Per assicurare
l’esclusione del Cristianesimo, lo shogunato istituì il
sistema di registrazione che prevedeva che tutti i
Immagine di Tokugawa
Ieyasu, primo Shogun
della dinastia Tokugawa.
cittadini giapponesi dovessero appartenere ad un
tempio buddhista. In questo modo il Buddhismo fu
incorporato nel regime dello shogunato.
17. Il Buddhismo dei tempi moderni ( Dal 1868 in poi )
Nel 1868 lo shogunato di Tokugawa cadde e nacque un nuovo governo che
riconosceva l’Imperatore come monarca assoluto. Questo fu chiamato la
Restaurazione Meiji. La corte imperiale si trasferì da Kyōto a Edo, che cambiò il
nome in Tōkyō che significa capitale dell’est. L’Imperatore fu considerato un dio
vivente e lo Shintoismo diventò la religione ufficiale
dello Stato.
I templi buddhisti persero i privilegi goduti nel
periodo Edo e i loro patrimoni furono sequestrati
dallo Stato. Molti templi furono aboliti, saccheggiati e
distrutti. Il numero totale dei templi buddhisti aboliti
non è chiaro. Per esempio, nel feudo di Matsumoto, la
mia città natale, fra i 180 templi esistenti in soli due
anni ne furono chiusi ben 140.
Tuttavia
il
Buddhismo
in
Giappone
riuscì
superare questa crisi e iniziò la modernizzazione.
Immagine dell’Imperatore
Meiji Mutsuhito
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la nuova costituzione affermò la libertà
di religione e lo Shintoismo, come religione di stato, fu abbandonato.
Attualmente il Buddhismo e lo Shintoismo coesistono pacificamente.
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