INTERAZIONI DENTRO I RETICOLI IN FUNZIONE DELLE CONDIZIONI TERMODINAMICHE E STUDIO DELL’EFFETTO TUNNELING Frisone Fulvio Department of Physics, University of Catania, Via Santa Sofia 64, 95125 Catania mail address [email protected] Abstract Si presentano i risultati teorici ottenuti analizzando l’interazione di deutoni, catalizzata dai plasmoni dei reticoli con struttura CFC o EC, a temperatura variabile. L’eventuale amplificazione dell’effetto tunneling, conseguente all’aumento della temperatura e della densità di impurezze, apre la strada all’ipotesi che variazioni delle condizioni termodinamiche producano nel reticolo delle dislocazioni, cui seguano deformazioni e microcrack che potrebbero essere capaci di concentrare nelle loro vicinanze una frazione rilevante di deutoni presenti nel metallo. Cold Fusion Phenomenon 1) Un gas di deutoni viene adsorbito spontaneamente da metalli come il Palladio 2) All’interno del reticolo avviene l’interazione D2+-D2+ 3) Questa interazione dà vita ad una probabilità di fusione data dalla probabilità di tunneling di attraversamento della barriera coulombiana Può questa probabilità aumentare considerevolmente a causa delle interazioni col reticolo? Introduzione 1.Studio sulla probabilità d’interazione tra plasmoni del metallo e deuteroni (Il Nuovo Cimento D, vol.18, pp. 1279-1285, n°11, 1996) 2. Possono le variazioni di temperatura influenzare l’interazione dei deuteroni all’interno dei reticoli cristallini? (Il Nuovo Cimento D, vol.20 pp.1567-1580, n°10, 1998) 3. Modello teorico della probabilità di fusione tra deuteroni all’interno di reticoli cristallini deformati con microcracks a temperatura ambiente (Fusion Science and Technology, vol.40 pp.139-146, Settembre 2001) 4 Interazione tra i deuteroni all’interno di un microcrack in un reticolo cristallino a temperatura ambiente (Fusion Science and Technology,vol.39, pp. 260-265, Settembre 2001) 5. Confronto tra due modelli teorici a temperatura T costante ed energia variabile ed energia E constate e temperatura variabile (Infinite Energy , vol 8 num. 46 anno 2002) 1.Studio sulla probabilità d’interazione tra plasmoni del metallo e deuteroni Abstract Si tratta di uno studio delle influenze che differenti gradi di concentrazione delle impurezze contenute nel reticolo possono avere sul fenomeno di fusione catalizzata dei deuteroni. Il calcolo numerico, condotto su un modello unidimensionale per Ti, Pd e Pt a temperatura reticolare fissata, in funzione del grado di impurità variabile tra 0.25% e 0.75%, mostra che la probabilità di penetrazione della barriera coulombiana aumenta al crescere dell’impurità. Tale risultato può essere interpretato considerando l’andamento del potenziale che descrive l’interazione efficace tra i deuteroni all’interno del metallo: esso in effetti mostra che l’accoppiamento tra plasmoni e deuteroni, in presenza di impurezze, è in grado non solo di diminuire lo spessore, ma anche di abbassare l’altezza della barriera coulombiana K in vari tipi di reticoli deuterati. 1.Studio sulla probabilità d’interazione tra plasmoni del metallo e deuteroni Effetto catalizzatore del reticolo (già noto) Nf =N 4π ρ 1 〈 〉 Md p Schermatura elettronica (potenziale shiftato) ( V = k q2 Tunneling semiclassico Λ = D exp{−2γ (r1 ) } γ (r1 ) = (π / 2 ) [ ( 2q 2 / 4π ε 0 ) µ r2 ] 1/ 2 )[ (1/ r )− (1/ R ) ] N è il numero di deuteri adsorbiti Nf è il numero di deuteri “fusi” per sec. ρ densità del D2-gas Md massa del deuterio P impulso termico R è il raggio nucleare La probabilità di fusione in questo caso è molto bassa, circa 10-100. 1.Studio sulla probabilità d’interazione tra plasmoni del metallo e deuteroni Effetto catalizzatore del reticolo (già noto) Nf =N 4π ρ 1 〈 〉 Md p Schermatura elettronica (potenziale shiftato) ( V = k q2 Tunneling semiclassico Λ = D exp{−2γ (r1 ) } γ (r1 ) = (π / 2 ) [ ( 2q 2 / 4π ε 0 ) µ r2 ] 1/ 2 )[ (1/ r )− (1/ R ) ] Effetto delle impurezze D → Jη Amplificazione delle probabilità di tunneling k P int = exp −2 2 Modificazioni dell’andamento del potenziale efficace (cfr. Fig.1) V (r )int α ∫ 0 k (r )int dr ξ ω R q2 = k ⋅ V (r )M − r r 1.Studio sulla probabilità d’interazione tra plasmoni del metallo e deuteroni Amplificazione delle probabilità di tunneling k P int = exp −2 2 V (r )int α ∫ 0 k (r )int dr ξ ω R q2 = k ⋅ V (r )M − r r V (r )M = ( J / Z ) exp ( −2 χ ( r − r0 ) ) − 2 exp ( − χ ( r − r0 ) ) Vint per differenti metalli calcolato per J= 0.25% (metalli puri) e nelle stesse condizioni dinamiche 1.Studio sulla probabilità d’interazione tra plasmoni del metallo e deuteroni Amplificazione delle probabilità di tunneling k P int = exp −2 2 V (r )int α ∫ 0 k (r )int dr ξ ω R q2 = k ⋅ V (r )M − r r V (r )M = ( J / Z ) exp ( −2 χ ( r − r0 ) ) − 2 exp ( − χ ( r − r0 ) ) Vint riferito al Pd calcolato per J= 0.25% (metalli puri) e per J=0.75%.. 1.Studio sulla probabilità d’interazione tra plasmoni del metallo e deuteroni Effetto dell’accoppiamento intermolecolare (potenziale di Morse) + effetto delle impurezze V (r )M = ( J / Z )exp( −2 χ (r − r0 ) )− 2exp(− χ (r − r0 ) ) Amplificazione delle probabilità di tunneling maggiore del 12% circa La probabilità di fusione in questo caso è aumentata ed è circa 10-78. 2. Possono le variazioni di temperatura influenzare l’interazione dei deuteroni all’interno dei reticoli cristallini? Abstract In questo lavoro è stata studiata l’influenza della temperatura sul fenomeno di fusione dei deuteroni all’interno di reticoli metallici con strutture CFC o EC, ipotizzando che una sorta di reazione a catena, catalizzata dalle microfratture che insorgono nella struttura a causa di variazioni nelle condizioni termodinamiche o per altri motivi, possa favorire il processo. Il calcolo numerico, condotto per differenti metalli in funzione della temperatura, dell’energia totale e della concentrazione di impurezze, permette di concludere che la probabilità di interazione è in effetti notevolmente amplificata dall’aumento di questi parametri 2. Possono le variazioni di temperatura influenzare l’interazione dei deuteroni all’interno dei reticoli cristallini? Abstract In questo lavoro è stata studiata l’influenza della temperatura sul fenomeno di fusione dei deuteroni all’interno di reticoli metallici con strutture CFC o EC, ipotizzando che una sorta di reazione a catena, catalizzata dalle microfratture che insorgono nella struttura a causa di variazioni nelle condizioni termodinamiche o per altri motivi, possa favorire il processo. Il calcolo numerico, condotto per differenti metalli in funzione della temperatura, dell’energia totale e della concentrazione di impurezze, permette di concludere che la probabilità di interazione è in effetti notevolmente amplificata dall’aumento di questi parametri Reticolo + deformazioni reticolari 2. Possono le variazioni di temperatura influenzare l’interazione dei deuteroni all’interno dei reticoli cristallini? variazioni di temperatura microfratture o deformazioni caratteristiche analoghe alla formazione dell’atmosfera di Cottrell nei metalli = ridistribuzione delle impurezze presenti nel metallo attorno ad una dislocazione degli ioni che costituiscono il reticolo. concentrazione di impurezze intorno ad una dislocazione : nel caso presente, β <0 ! c aumenta in prossimità delle deformazioni! Nuove microfratture β c = c0 exp b k T interstiziali J = c0 dove β ∝ vd-vi , vd= volume degli atomi delle impurezze, vi= volume degli ioni reticolari. Ulteriore aumento di impurezze 2. Possono le variazioni di temperatura influenzare l’interazione dei deuteroni all’interno dei reticoli cristallini? variazioni di temperatura microfratture o deformazioni caratteristiche analoghe alla formazione dell’atmosfera di Cottrell nei metalli = ridistribuzione delle impurezze presenti nel metallo attorno ad una dislocazione degli ioni che costituiscono il reticolo. concentrazione di impurezze intorno ad una dislocazione : nel caso presente, β <0 ! c aumenta in prossimità delle deformazioni! Nuove microfratture β c = c0 exp b k T interstiziali J = c0 dove β ∝ vd-vi , vd= volume degli atomi delle impurezze, vi= volume degli ioni reticolari. Ulteriore aumento di impurezze Reazione a catena? 2. Possono le variazioni di temperatura influenzare l’interazione dei deuteroni all’interno dei reticoli cristallini? 3. Modello teorico della probabilità di fusione tra deuteroni all’interno di reticoli cristallini deformati con microcracks a temperatura ambiente Abstract In questo articolo è stata calcolata la probabilità di fusione fra deuteroni plasmoni all’interno di un microcrack: essa risulta maggiore di almeno 1-3 ordini di grandezza rispetto alla probabilità di fusione sulla superficie del reticolo; inoltre, si ha in questo caso un’amplificazione dell’effetto tunneling. Per confermare l’ipotesi relativa ai microcrack sono state condotte stime teoriche quantitative del coefficiente di deformazione strutturale del reticolo cristallino perturbato indipendente dal tempo, ottenute per differenti valori di temperatura entro il range 100-300 K. Più precisamente, è stata calcolata la probabilità di interazione all’interno di un microcrack, mettendola a confronto con quella calcolata in superficie per evidenziare un possibile effetto di amplificazione. Il confronto fra i risultati ottenuti a diverse temperature evidenzia anche l’influenza delle variazioni di temperatura sul fenomeno che potrebbe favorire la fusione dei nuclei di deuterio grazie alle deformazioni e alle microfratture prodotte nel reticolo. Queste sembrano infatti capaci di concentrare nelle loro vicinanze una frazione rilevante dei deuteroni presenti nel metallo. 3. Modello teorico della probabilità di fusione tra deuteroni all’interno di reticoli cristallini deformati con microcracks a temperatura ambiente Reticolo + Deformazioni + Microcrack Caricamento di D2 deformazioni reticolari microcrack Nuovi microcrack produzione d’energia Micro-esplosioni 3. Modello teorico della probabilità di fusione tra deuteroni all’interno di reticoli cristallini deformati con microcracks a temperatura ambiente Reticolo + Deformazioni + Microcrack Caricamento D2 deformazioni reticolari Ψ ≅ ρ L2ν b 2 U χ exp − 0 η J Ω kT α 2hR ∫∫∫ dΩ = volume di una singola cella ξ ( r ) dΩ 3. Modello teorico della probabilità di fusione tra deuteroni all’interno di reticoli cristallini deformati con microcracks a temperatura ambiente Reticolo + Deformazioni + Microcrack LD ( T ) = F( out ) r J ξ( r ) [(l / 2) 2 − r 2 ]1/ 2 l= µ Nb π (1 −ν d ) J σ Profondità di microcrack lunghezza microcrack r V (r )M = ( J / ζ ) exp ( −2 χ ( r − r0 ) ) − 2 exp ( − χ ( r − r0 ) ) All’interno del reticolo: LD = ( J / ζ ) 3. Modello teorico della probabilità di fusione tra deuteroni all’interno di reticoli cristallini deformati con microcracks a temperatura ambiente Reticolo + Deformazioni + Microcrack α exp −2 Κ (r )int dr 0 ⋅Ψ Γ≈ 4π ρ 1 λ⋅ ⋅〈 〉 p µd ∫ V (r )M = ( J / ζ ) exp ( −2 χ ( r − r0 ) ) − 2 exp ( − χ ( r − r0 ) ) ΚΤ V = k q 2 (1 / r ) − ⋅ Jε R ( ) 3. Modello teorico della probabilità di fusione tra deuteroni all’interno di reticoli cristallini deformati con microcracks a temperatura ambiente Potenziale di Morse Palladium J ≈ 0.75% T(K) ≈ 100 - 300 K α ≈ .34 λf = 1.38 ⋅ 10 −3 eV / min 3. Modello teorico della probabilità di fusione tra deuteroni all’interno di reticoli cristallini deformati con microcracks a temperatura ambiente Potenziale a guscio Palladium J ≈ 0.25% T(K) ≈ 100 - 300 K α ≈ .34 λf = 1.38 ⋅ 10 −3 eV / min 4. Interazione tra i deuteroni all’interno di un microcrack in un reticolo cristallino a temperatura ambiente Abstract In questo articolo si presentano i risultati ottenuti analizzando la reazione di fusione dei deuteroni, catalizzata dai plasmoni dei reticoli cristallini con struttura cubica, a temperatura variabile. L’amplificazione dell’effetto tunneling, conseguente all’aumento della temperatura e della densità di impurezze, apre la strada all’ipotesi che variazioni delle condizioni termodinamiche producano nel reticolo delle dislocazioni, cui seguano deformazioni e microfratture che potrebbero essere capaci di concentrare nelle loro vicinanze una frazione rilevante dei deuteroni presenti nel metallo, catalizzando una sorta di reazione a catena che favorisca il processo. Tale risultato può essere interpretato considerando l’andamento del potenziale che descrive l’interazione efficace tra i deuteroni all’interno del metallo: esso in effetti mostra che l’accoppiamento tra plasmoni e deuteroni, in presenza di impurezze, è in grado non solo di diminuire lo spessore, ma anche di ridurre l’altezza della barriera coulombiana K. Si suggerisce inoltre che il fenomeno di fusione viene condizionato anche dal grado di impurità che il metallo utilizzato presenta, in correlazione con la deformazione del reticolo stesso. 4. Interazione tra i deuteroni all’interno di un microcrack in un reticolo cristallino a temperatura ambiente In assenza di caricamento di D2 DL = ∫∫∫ ω ( ) 2U j − Dbd σ − σ i ρ L2ν b 2 ε 0 exp − J dω kT α 2hR α exp − 2 Κ (r )int dr 0 ⋅D Γ≈ L 4π ρ 1 ⋅〈 〉 λ⋅ p µd ∫ 4. Interazione tra i deuteroni all’interno di un microcrack in un reticolo cristallino a temperatura ambiente Potenziale di Morse - In assenza di caricamento di D2 Palladium J ≈ 0.75% T(K) ≈ 100 - 300 K α ≈ .34 λf = 10 −3 eV / min 5. Confronto tra due modelli teorici a temperatura T costante ed energia variabile ed energia E constate e temperatura variabile Abstract In questo lavoro abbiamo presentato uno studio teorico delle influenze che differenti gradi di concentrazione delle impurezze contenuti nel reticolo possono avere sul fenomeno di fusione catalizzata dei deuteroni. Il calcolo numerico, condotto per Ni, Pd, Pt a temperatura reticolare fissata, in funzione del grado di impurità variabile tra 0.28% e 0.72%, mostra che la probabilità di penetrazione della barriera coulombiana aumenta al crescere dell’impurità. Tale risultato può essere interpretato considerando l’andamento del potenziale che descrive l’interazione efficace tra i deuteroni all’interno del metallo: esso in effetti mostra che l’accoppiamento tra plasmoni e deuteroni, in presenza di impurezze, è in grado non solo di diminuire lo spessore, ma anche di abbassare l’altezza della barriera coulombiana K in vari tipi di reticoli deuterati. Inoltre, è stata studiata l’influenza della temperatura sul fenomeno di fusione dei deuteroni all’interno di reticoli metallici con strutture CFC o EC, ipotizzando che una sorta di reazione a catena, catalizzata dalle microfratture che insorgono nella struttura a causa di variazioni nelle condizioni termodinamiche o per altri motivi, possa favorire il processo. La simulazione numerica, condotta Pd, Pt e Ti per differenti metalli in funzione della temperatura, dell’energia totale, permette di concludere che la probabilità d’interazione è in effetti notevolmente amplificata dall’aumento di questi parametri. 5. Confronto tra due modelli teorici a temperatura T costante ed energia variabile ed energia E constate e temperatura variabile Abstract 5. Confronto tra due modelli teorici a temperatura T costante ed energia variabile ed energia E constate e temperatura variabile Abstract In questo lavoro abbiamo presentato uno studio teorico delle influenze che differenti gradi di concentrazione delle impurezze contenuti nel reticolo possono avere sul fenomeno di fusione catalizzata dei deuteroni. Il calcolo numerico, condotto per Ni, Pd, Pt a temperatura reticolare fissata, in funzione del grado di impurità variabile tra 0.28% e 0.72%, mostra che la probabilità di penetrazione della barriera coulombiana aumenta al crescere dell’impurità. Tale risultato può essere interpretato considerando l’andamento del potenziale che descrive l’interazione efficace tra i deuteroni all’interno del metallo: esso in effetti mostra che l’accoppiamento tra plasmoni e deuteroni, in presenza di impurezze, è in grado non solo di diminuire lo spessore, ma anche di abbassare l’altezza della barriera coulombiana K in vari tipi di reticoli deuterati. Inoltre, è stata studiata l’influenza della temperatura sul fenomeno di fusione dei deuteroni all’interno di reticoli metallici con strutture CFC o EC, ipotizzando che una sorta di reazione a catena, catalizzata dalle microfratture che insorgono nella struttura a causa di variazioni nelle condizioni termodinamiche o per altri motivi, possa favorire il processo. La simulazione numerica, condotta Pd, Pt e Ti per differenti metalli in funzione della temperatura, dell’energia totale, permette di concludere che la probabilità d’interazione è in effetti notevolmente amplificata dall’aumento di questi parametri. The Model Tunneling Effect probability + 3D lattice interaction P int ≈ exp( −2Γ ) 2 depends on J, rate fusion for energy and temperature Semi-classic tunneling appears increased for Pd metals, which have a concentration of impurity J≈ 0.75%. The Morse potential was calculated at T = 290 K. The Coulomb barrier seems very high in the case of pure metals with J≈ 0.25%. The “shell” potential was calculated at 290 K. The Model Tunneling Effect probability + 3D lattice interaction We have computed the fusion rate at different temperature values; now it is necessary have a comparison between experimental and theoretical results The Model Tunneling Effect probability + 3D lattice interaction We have computed the fusion rate at different temperature values; now it is necessary have a comparison between experimental and theoretical results Conclusion 1. This model predicts the rate fusion in a 3-D cubic lattice (10-19) 2. The model predicts that within micro-cracks happen micro-explosions 3. The micro-explosions can trigger chain reactions 4. To compute the model parameters that enhance the micro-explosions it is necessary to have a experimental verification of theoretical rate fusion Main references Frisone F., Il Nuovo Cimento,D “Can variations in temperature influence deuteron interaction within crystalline lattices?” Vol.20 D.N.10, 1998, pp. 1567-1580 Chambers G., “Evidence for MeV particle emission from Ti charged with low-energy Deuterium ions,” NRL Memorandum Report 6927, 18 Dec. 1991, Naval Research Laboratory, Washington, D.C. 20375-5321 Frisone, F., “Deuteron interaction within a microcrack in a lattice at room temperature”, Fusion Technology vol.39, 2001