INSEGNAMENTO DI STORIA MODERNA LEZIONE XIII “L’EQUILIBRIO EUROPEO” PROF. DANIELE CASANOVA L’equilibrio europeo Storia Moderna Indice 1 L’equilibrio europeo e la guerra di successione spagnola ----------------------------------------- 3 2 La guerra di successione polacca ed austriaca e la sistemazione dell’Italia ------------------- 5 3 La Guerra dei Sette anni --------------------------------------------------------------------------------- 8 4 L’evoluzione politica dell’Inghilterra --------------------------------------------------------------- 11 5 L’America europea -------------------------------------------------------------------------------------- 13 6 Cronologia ------------------------------------------------------------------------------------------------- 16 Bibliografia ------------------------------------------------------------------------------------------------------ 17 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 2 di 17 L’equilibrio europeo Storia Moderna 1 L’equilibrio europeo e la guerra di successione spagnola Nel corso della prima metà del Settecento emerse e si accentuò tra Francia e Inghilterra un conflitto su scala mondiale destinato a durare sino agli anni dell‟impero napoleonico. Alla sconfitta francese e all‟affermarsi dell‟egemonia inglese si accompagnarono l‟emarginazione degli Stati iberici e il loro inserimento nel sistema commerciale britannico. L‟Inghilterra, che divenne il centro di una complessa rete di rapporti politici ed economici, che nel corso del secolo dal continente si estese a tutto il mondo, agì cercando di tutelare l‟equilibrio fra le potenze, evitando pesanti impegni bellici sul suolo europeo. La Francia invece, pur impegnata oltremare, cercò soprattutto di mantenere e di consolidare il suo ruolo di principale potenza continentale e si inserì, quindi, in tutte le occasioni di conflitto. Le guerre verificatesi in Europa nel corso del secolo trovano una loro spiegazione nel contesto geopolitico. Il loro scopo principale era, per ciascuno Stato europeo, di aumentare le entrate fiscali, garantirsi l‟accesso al mare, di controllare le rotte commerciali, di drenare risorse mondiali. L‟Europa agli inizi del Settecento era caratterizzata da un arco di comunità statali ben definite e consolidate (Spagna, Portogallo, Francia, Province Unite, Inghilterra, Stati scandinavi e Russia) che delimitava due grandi aree deboli: il basso piano tedesco-polacco e la penisola italiana, caratterizzate da una grande frammentazione territoriale. A cavallo di queste due ultime aree, e profondamente legate ad esse, l‟Austria non era però in grado di esercitarvi pienamente il proprio controllo, sia per la diversità e lontananza dei suoi domini, sia per la difficoltà di scegliere una linea politica che tenesse aperti tre fronti d‟intervento: nel Mare del nord, nei Balcani e in Italia. I grandi conflitti europei del „700 sono, dunque, solo superficialmente spiegabili alla luce dei problemi di successione dinastica che, in realtà, furono solo pretesti per giustificare le iniziative delle grandi potenze. Esse avevano tutto l‟interesse a sfruttare per il proprio tornaconto, in cambio di futuri vantaggi territoriali, diplomatici, commerciali o per creare problemi ai loro avversari, i momenti di successione contestata. Quando fu chiaro alle grandi potenze europee che il re di Spagna Carlo II d‟Asburgo sarebbe morto senza eredi, Francia, Inghilterra, Olanda e Austria cercarono subito un accordo per la spartizione dei domini spagnoli. Fra i due eredi possibili Filippo di Borbone, nipote del re di Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 3 di 17 L’equilibrio europeo Storia Moderna Francia, e l‟arciduca Carlo, figlio dell‟imperatore. Carlo II, cognato sia di Luigi XIV che dell‟imperatore Leopoldo I, aveva scelto per testamento il candidato francese col nome di Filippo V (1700-1746), con la clausola che in caso di accettazione le due monarchie, di Spagna e di Francia, rimanessero separate. Ma nessuna potenza europea era disposta a credere alle buone intenzioni del re di Francia, che aveva del resto cominciato ad occupare con proprie truppe i presidi spagnoli nei Paesi Bassi e in Lombardia. Il maggiore avversario era l‟imperatore Leopoldo I che aspirava per il figlio cadetto all‟eredità spagnola. L‟accettazione della corona di Spagna da parte di Filippo di Borbone scatenò una guerra che coinvolse tutte le potenze europee. L‟esercito imperiale, al comando di Eugenio di Savoia, prese l‟iniziativa in Italia, mentre la Baviera si schierava con Francia e Spagna. Nel 1702 il fronte antifrancese comprendeva l‟Impero, l‟Inghilterra, le province Unite ai quali in seguito si affiancarono Svezia, Portogallo e Prussia. La guerra di successione spagnola (1702-1713) combattuta in Italia, nei Paesi Bassi, in Germania e in Spagna, subì una svolta nel 1711, quando l‟arciduca Carlo, dopo la morte del padre e del fratello maggiore, ereditava i domini asburgici e diveniva imperatore. Nessuna potenza poteva auspicare che questi ottenesse anche la corona di Spagna. Fu allora agevole giungere alla pace che fu firmata da Francia e Spagna a Utrecht (1713) con l‟Inghiterra, Olanda e la Savoia, e a Rastatt (1714) con l‟imperatore Carlo VI. L‟Inghilterra ottenne alcuni privilegi commerciali dalla Spagna, come il monopolio della tratta degli schiavi verso le colonie spagnole (asiento de negros), e il riconoscimento delle conquiste di Gibilterra e Minorca e di alcuni territori francesi nell‟America settentrionale. Luigi XIV vide riconosciuta l‟attribuzione della corona spagnola a Filippo V, ma con la conferma della separazione tra le due dinastie. I maggiori vantaggi territoriali spettarono all‟Austria a spese della Spagna: i Paesi Bassi spagnoli (corrispondenti agli odierni Belgio e Lussemburgo) divennero austriaci, ma fu soprattutto l‟assetto l‟assetto della penisola italiana ad essere profondamente modificato con la fine, dopo oltre un secolo e mezzo, del dominio spagnolo. L‟Austria ottenne la Lombardia e il ducato di Mantova, il Regno di Napoli e la Sardegna. Anche i Savoia videro premiata la loro opportunistica politica con l‟acquisto del Monferrato e della Lomellina, ma soprattutto della Sicilia che diede loro anche il titolo di re. L‟abilità di Vittorio Amedeo II consentì allo Stato sabaudo di uscire dalla sudditanza francese, che durava dalla pace di Cateau-Cambresis (1559) e di affermarsi come una piccola potenza decisiva per le future sorti dell‟Italia. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 4 di 17 L’equilibrio europeo Storia Moderna 2 La guerra di successione polacca ed austriaca e la sistemazione dell’Italia Pochi anni dopo la conclusione della guerra di successione spagnola si registrarono i primi mutamenti di sovranità territoriale. Essi fecero seguito alle trattative diplomatiche per arginare il dinamismo politico e militare della Spagna, che insoddisfatta degli assetti europei, sotto la guida dell‟abile cardinale italiano, Giulio Alberoni, aveva avviato un nuovo conflitto. Tra il 1717e il 1718 aveva invaso la Sardegna austriaca e la Sicilia sabauda. Ma l‟intervento della flotta inglese si rivelò decisivo. Gli spagnoli furono sconfitti e gli accordi stipulati a Londra nel 1718 confermarono i termini della pace di Utrecht. In Italia i Savoia cedettero la Sicilia all‟Austria, avendone in cambio la Sardegna su cui porteranno il titolo regio. In virtù di questo cambio, l‟Austria rafforzò le proprie posizioni nella penisola italiana. Una nuova contesa internazionale ebbe inizio nel 1733, legata al problema della successione polacca. Secondo il particolare sistema vigente in Polonia i re venivano eletti all‟unanimità dall‟assemblea dei nobili, un assemblea molto numerosa, divisa e soggetta all‟influenza delle potenze straniere. Stanislao Leszczynski, candidato francese e suocero di Luigi XV riuscì a farsi eleggere re di Polonia. Ma la Russia e l‟Austria gli contrapposero Augusto III di Sassonia, figlio del re polacco morto. La guerra che ne seguì, guerra di successione polacca (1733-1738), tra Francia, Spagna e Savoia da una parte, e Austria dall‟altra, si svolse prevalentemente in Italia. La pace stipulata a Vienna (1738), nel tentativo di raggiungere un equilibrio durevole, determinò nuove importanti modifiche in Francia e in Italia. Augusto III restava re di Polonia, al Leszczynski, come compenso per la rinuncia alla Polonia, fu assegnato il ducato di Lorena, che alla sua morte sarebbe passato alla Francia. Il duca di Lorena, Francesco Stefano, genero dell‟imperatore, fu compensato con il granducato di Toscana, dove si era estinta la dinastia dei Medici. Carlo di Borbone, duca di Parma e figlio di Filippo V di Spagna e della seconda moglie Elisabetta Farnese, ottenne il Regno di Napoli e la Sicilia. Due nuove dinastie si installarono così in Italia, i Borbone a Napoli e i Lorena (dal 1756 Asburgo-Lorena) in Toscana, una presenza che sarebbe durata sino all‟unità d‟Italia. Due anni dopo moriva l‟imperatore Carlo VI, il quale indicava per la successione la figlia Maria Teresa, moglie di Francesco Stefano di Lorena. La maggior parte della nobiltà imperiale rifiutava di riconoscere la successione femminile, nonostante l‟imperatore, proprio per evitare Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 5 di 17 L’equilibrio europeo Storia Moderna quanto era accaduto in Spagna, avesse promulgato nel 1713 la prammatica sanzione, un editto che ammetteva anche le figlie femmine alla successione della Casa d‟Austria. Così la Prussia occupava la regione austriaca della Slesia, sostenendo la candidatura all‟impero dell‟elettore Carlo Alberto di Baviera, e dando inizio alla guerra di successione austriaca (1740-1748). Si formò così una vasta coalizione animata da Francia, Spagna e Prussia, mentre Inghilterra e Olanda si schieravano con l‟Austria. Otto anni di guerra e alterne vicende militari portarono alla pace di Aquisgrana (1748), con la quale l‟Austria ottenne il riconoscimento della prammatica sanzione, il marito di Maria Teresa veniva riconosciuto imperatore, col titolo di FrancescoI, infine, la Prussia otteneva la Slesia e i Borboni di Spagna il ducato di Parma e Piacenza. Germania e Italia furono, come si è visto, il principale teatro della rivalità fra le case di Borbone e di Asburgo. Mentre la penisola italiana era uscita dalle paci di Utrecht e di Rastadt assoggettata per la maggior parte al dominio austriaco, la Francia riuscì ad ottenere una notevole diminuzione dell‟influenza della sua rivale attraverso le due successive guerre di successione, polacca e austriaca, determinate da crisi dinastiche. Non riuscì, invece, dopo la pace di Aquisgrana, ad insediarsi nella penisola italiana a causa dell‟intervento inglese nel conflitto. L‟Inghilterra, per non avere rivali nel Mediterraneo, favorì la formazione di alcuni Stati autonomi nella penisola italiana, e così dopo oltre due secoli di dominio straniero, in qualche area della penisola s‟iniziò a ritrovare qualche forma d‟indipendenza e a prendere parte alla vita politica europea. Alla fine pertanto delle guerre di Successione la carta politica dell‟Italia era così suddivisa. Milano e la Lombardia, già spagnola, con Mantova, restano sotto l‟Impero austriaco. Il Regno di Sardegna, che comprende il Piemonte, la Savoia, la Sardegna e Nizza, sotto Carlo Emanuele III di Savoia si accresce di altri territori a spese della Lombardia austriaca e porta così il suo confine al corso del Ticino. Il granducato di Toscana, il Regno di Napoli, unitamente a quello di Sicilia, lo si è già detto, passarono, rispettivamente al duca di Lorena, marito di Maria Teresa d‟Austria e a Carlo di Borbone, figlio di Filippo V di Spagna. Il ducato di Parma, estinta la dinastia Farnese, passò al fratello di Carlo di Borbone, mentre lo Stato pontificio, le repubbliche di Venezia, Genova, Lucca e il ducato di Modena, restano nei loro confini naturali. Nel 1748, dopo Aquisgrana, si aprì il più lungo periodo di pace e di stabilità che mai abbia avuto l‟Italia dell‟antico regime. Gli italiani, tra Aquisgrana e la Rivoluzione Francese, non videro guerre, né mutamenti di frontiere, ad eccezione della Corsica ceduta da Genova alla Francia. La pace riportò l‟attenzione su aspetti e problemi più Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 6 di 17 L’equilibrio europeo Storia Moderna vicini e immediati, ai problemi interni ad ogni singolo stato e sulle riforme che la loro amministrazione sempre più evidentemente richiedeva. Tutte le questioni che la situazione stabilizzata ormai al di fuori imponeva all‟interno di ciascuno degli Stati italiani. La riorganizzazione degli apparati fiscali, di nuovi strumenti bancari per l‟ammortizzazione del debito pubblico, così come la riorganizzazione dei confini, delle strade, degli appalti, la formazione dei catasti, il dibattito che si aprì agli inizi degli anni cinquanta sulle monete, sono contemporanei e paralleli ai tentativi di tassazione unica, di catasti, di riforme finanziarie compiuti o iniziati in Spagna, in Francia e nell‟Impero. L‟Inghilterra, favorendo il rafforzamento dello Stato dei Savoia e rendendo indipendente il Regno di Napoli, controbilancia abilmente l‟Austria, garantendosi la sua egemonia marittima sul Mediterraneo. E‟ ovvio pertanto che la sistemazione dell‟Italia dopo la pace di Aquisgrana, risponde in massima parte ad un interesse economico-politico inglese. Ma è altrettanto vero che la fine del dominio spagnolo e la restaurazione di Stati indipendenti nella penisola rappresentarono un incomparabile vantaggio per il nostro paese, che da questo momento, appunto, può dirsi abbia ripreso quel cammino ascensionale, che doveva poi, nel corso del secolo successivo, nella formazione dello Stato italiano. Comunque, queste sistemazioni territoriali non risolvevano i due antagonismi principali in Europa, che anzi si stavano aggravando sempre più: tra Francia e Inghilterra per il controllo dei traffici oceanici e fra Austria e Prussia per l‟egemonia sul mondo tedesco. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 7 di 17 L’equilibrio europeo Storia Moderna 3 La Guerra dei Sette anni Il lavoro delle diplomazie europee nel corso degli anni Cinquanta portò al cosiddetto “rovesciamento delle alleanze”. Nel tentativo di rientrare in possesso della Slesia, l‟Austria si accostò alla Russia. La Prussia si legava all‟Inghilterra anziché alla Francia, il che provocò l‟avvicinamento dei due nemici di sempre: Francia e Austria. Fu la Prussia sentendosi accerchiata a dare inizio a quella che sarebbe stata chiamata la guerra dei Sette anni (1756-1763). La Prussia fu assalita da tutti i lati, perfino a sua capitale fu presa prima dagli austriaci e poi dai russi, Federico II era sul punto di capitolare quando l‟ascesa al trono dello zar Pietro III, grande ammiratore di Federico II, salvarono la Prussia. Nel 1762 fu firmata una pace separata con la Russia , pochi mesi dopo fu stipulata anche una pace con l‟Austria (1763). Berlino aveva più vinto che perso, grazie anche al trionfo inglese sui mari, e le fu definitivamente riconosciuta la Slesia. Le capacità politiche e militari di Federico II avevano prevalso su avversari assai più potenti e il Regno prussiano vedeva riconosciuto il ruolo di grande potenza. Nel 1772 Federico concluse un accordo con Russia e Austria per la spartizione della Polonia che la privarono di un terzo del suo territorio (prima spartizione). Successivamente altre due spartizioni, avvenute nel 1791 e nel 1795, tra Prussia, Russia e Austria segnarono la scomparsa della Polonia come Stato autonomo. L‟Inghilterra poteva dare all‟alleato prussiano poco aiuto sul teatro europeo, la sua campagna militare contro i francesi era combattuta soprattutto sugli oceani. Tra francesi e inglesi il conflitto si svolse in due teatri lontanissimi tra di loro e dall‟Europa: in India e in America. Il che diede alla Guerra dei Sette anni una dimensione veramente moderna, quasi di un primo conflitto mondiale. Fra Inghilterra e Francia si combatteva una guerra per il controllo commerciale delle aree dalle quali si attingevano grandi flussi di importazioni: l‟America, da qui arrivava lo zucchero, e l‟India, che riforniva i mercati di tè, di seta e soprattutto di stoffe leggere di cotone, le cosiddette “cotonate”. Gli occidentali avevano da tempo impiantato basi commerciali lungo le coste della penisola indiana : prima i portoghesi, poi gli olandesi, ma soprattutto francesi e inglesi. Questi ultimi erano a Calcutta, a Madras, a Bombay. I francesi insediati a Pondicherry, sulla costa orientale, furono i primi ad ideare una penetrazione coloniale ingerendosi negli affari interni degli Stati indiani. Sia i Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 8 di 17 L’equilibrio europeo Storia Moderna francesi che gli inglesi, come anche gli olandesi, si erano dotati di Compagnie Privilegiate delle Indie Orientali, che gestivano i commerci e possedevano gli scali sulla costa indiana. Gli europei nel commercio con l‟India non avevano merci di scambio, ma acquistavano i raffinati prodotti indiani e in particolare le cotonate, offrendo sul mercato indiano l‟argento, il che significava per l‟Europa un‟emorragia di metallo prezioso: il contrario di quanto la politica economica mercantilista prescriveva. Alla lunga, il deflusso di metalli preziosi si sarebbe rivelato assai dannoso per le economie nazionali e tutta l‟Europa si sarebbe impoverita. Il rimedio a questa situazione consisteva nel trovare nella stessa India le risorse per pagare le cotonate da immettere sul mercato europeo. Perciò bisognava riscuotere denaro dagli indiani e così pagare i loro prodotti senza portare più argento dall‟Europa. Ma per fare questo bisognava imporre la propria dominazione politica, impadronirsi del gettito fiscale indiano. La vittoria britannica nella guerra dei Sette anni, non solo scacciò la Francia dalla regione indiana del Bengala (1761), ma consegnò l‟India agli inglesi, che riuscirono a dominare il commercio con l‟India ed imporre il proprio arbitrato agli Stati indiani, relegando gli altri occidentali in pochi scali costieri. Fu dunque la East India Company inglese ad intraprendere la prima grande avventura coloniale moderna: quella di dominare politicamente un immenso mercato di più di cento milioni di abitanti dai quali ricavare le risorse per acquistare i loro prodotti. Ad avere il dominio su un territorio così vasto e popoloso furono, dunque, i funzionari di una compagnia commerciale privata, che misero in atto un sistema di governo basato su diffusi fenomeni di sfruttamento e di corruzione. Fu solo dopo la metà del XIX secolo che la corona britannica avrebbe assunto il controllo diretto dell‟India. Nelle “Indie Occidentali”, cioè nelle Antille, gli olandesi, i francesi e gli inglesi si arricchivano praticando il contrabbando con l‟America spagnola, che rifornivano di schiavi, in cambio di caffè, cacao, indaco, legni pregiati e metalli preziosi. Alcune delle isole dei Caraibi erano soltanto dei covi di contrabbandieri e pirati, i cosiddetti bucanieri, ma l‟importanza economica delle Antille aumentò sempre di più con la crescente domanda di zucchero da parte dei mercati europei. E con la crescente importanza economica crebbe anche la conflittualità fra gli europei: quell‟aggressività connaturata nella politica mercantilistica. Sul teatro delle Indie Occidentali, la vittoria inglese nella guerra dei Sette anni non modificò molto i rapporti commerciali e territoriali, e i francesi poterono conservare le loro ricche “isole dello zucchero”: la Martinica, la Guadalupe e Haiti. Ma gli inglesi ottennero il Canada e tutto il territorio nord americano a est del Mississippi, Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 9 di 17 L’equilibrio europeo Storia Moderna compresa la navigazione su quel grande fiume. L‟Inghilterra acquisiva un territorio immenso ma spopolato e di nessun interesse commerciale a breve termine. Con la fine della guerra dei Sette anni termina il periodo delle guerre di equilibrio tra le grandi potenze europee. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 10 di 17 L’equilibrio europeo Storia Moderna 4 L’evoluzione politica dell’Inghilterra Ai successi della politica estera inglese nel corso del „700 corrispondono all‟interno del paese tutta un‟originale evoluzione degli istituti politici, un poderoso sviluppo economico e una sempre più intensa espansione demografica e coloniale. L‟estinzione della dinastia Stuart con la morte della regina Anna, la moglie di Cromwell, non scatenò un conflitto di egemonia tra le potenze europee, in quanto l‟Inghilterra non solo era difesa dalla sua potente flotta navale e dalla sua insularità, ma era dotata di un sistema parlamentare sufficientemente forte e organizzato, che in seguito all‟emanazione dell’Act of Settlement (1701) fece rientrare tra le prerogative del Parlamento anche l‟approvazione della successione. Quando il luterano Giorgio di Hannover, figlio di un nipote di Giacomo I Stuart, salì sul trono inglese, è stato calcolato che vi fossero 57 pretendenti di maggiori diritti alla successione inglese. Giorgio I (1714-1727) non parlava l‟inglese e si esprimeva in francese o in latino, anche suo figlio Girogio II (1727-1760) era arrivato in Inghilterra a trent‟anni, e rimase un principe tedesco. Inoltre la struttura e i modi di funzionamento del governo inglese e i poteri del re e dei ministri erano tutt‟altro che chiari, e ciò favorì l‟evoluzione costituzionale dell‟Inghilterra nel senso di un sempre minore intervento del re nella politica a favore di un sempre più accentuato regime parlamentare. L‟ostilità nei suoi confronti da parte dei partigiani della dinastia Stuart, detti Giacobiti, molto numerosi tra le fila del partito tories, fece sì che il re confinasse ai margini del potere gli esponenti di questo partito, e affidasse tutto al partito whigh, capitanato dall‟abile primo ministro Robert Warpole, sotto il cui lungo governo (1721-1742) la prassi parlamentare fu consolidata in quelle forme che diverranno classiche in tutti gli ordinamenti liberali. Il fatto che il re non parlasse inglese fece sì che le sedute del consiglio dei ministri fossero presiedute dal primo ministro che poi riferiva al re le decisioni. Si venne così gradatamente formando un governo da cui era assente il re, formato da ministri scelti in nome del re dal leader della maggioranza parlamentare sempre più responsabile solo di fronte al Parlamento. Gli anni del governo di Warpole furono anni di pace, stabilità e prosperità all‟interno del Regno che dal 1707 comprendeva anche la Scozia. Warpole risanò le finanze, adottò una politica fiscale moderata, mirò ad un intesa con la Francia, senza rinunciare a mantenere posizioni di Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 11 di 17 L’equilibrio europeo Storia Moderna predominio in campo commerciale, e tenne l‟Inghilterra fuori dalla guerra di successione polacca. Fu solo alla fine degli anni ‟30 che le pressioni di quanti sostenevano una politica di maggior impegno internazionale riuscirono ad imporre la ripresa della guerra con la Spagna, l‟intervento nella guerra di successione austriaca e, infine, le dimissioni di Warpole. Dopo un breve periodo di tensioni interne, legate ad una rivolta stuardista, l‟Inghilterra si votò al rafforzamento dell‟impero coloniale. Campione di questa politica, per molti aspetti opposta a quella di Warpole, fu un altro esponente whig, William Pitt (1708-1778), poi primo conte di Chatam, che, come ministro della guerra, guidò il paese ai successi contro la Francia durante la guerra dei Sette anni. Il 1759 fu un anno trionfale con gli inglesi vincitori nell‟Atlantico, in India, in Canada e nelle Antille. Pitt fu l‟interprete di un‟Inghilterra dinamica e aggressiva, conscia dei propri obiettivi di sviluppo commerciale e di dominio mondiale e della necessità di stroncare l‟ascesa francese. Emblema di un‟epoca, Pitt controllò la vita politica per un periodo relativamente breve perché già nel 1761 fu costretto a dimettersi, salvo tornare nuovamente al governo in qualità di primo ministro tra il 1766 e il 1768. Salito al trono il re Giorgio III cercò di imporre i propri uomini al governo contro il vecchio gruppo whig dominante e sostenne una pace moderata con la Francia che fu stipulata a Parigi nel 1763. Specchio della straordinaria vitalità del paese fu, per tutto il corso del Settecento, l‟incremento della stampa quotidiana e periodica, presente su ogni questione politica e largamente diffusa anche nelle province. La tiratura complessiva delle gazzette più importanti passò dai 7 milioni del 1750 ai 9 milioni del 1760. Nello stesso anno a Londra si pubblicavano quattro quotidiani e circa un centinaio di periodici. La moltiplicazione degli strumenti di informazione si accompagnò allo sviluppo di nuovi luoghi di incontri e discussione come i caffè, i club, le sale da tè, all‟interno dei quali i cittadini consapevoli e informati si potevano scambiare notizie, opinioni, discutere dei problemi del giorno, sviluppare una coscienza critica nei confronti della politica e del governo. Il successo editoriale di giornali e gazzette contribuì alla formazione di un fiorente mercato librario, che permetteva agli autori di libri di vivere dei diritti d‟autore provenienti dalle loro opere, svincolandosi dai potenti mecenati. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 12 di 17 L’equilibrio europeo Storia Moderna 5 L’America europea Primi a giungere in America, gli spagnoli furono anche i primi a consolidare il loro impero coloniale. I due vicereami del Messico e del Perù furono meta di un intensa immigrazione spagnola dovuta allo sfruttamento delle risorse minerarie. Le cariche amministrative di rango più elevate (viceré, magistrati delle audiencias) erano di nomina regia e non ereditaria e gli ufficiali provenivano quasi tutti dalla Castiglia. Ad essi era vietato di acquistare case, proprietà o altri beni in America e non potevano sposare donne del luogo anche se di origine spagnole. L‟obiettivo era quello di evitare collusioni di interessi con gli spagnoli nati in America (creoli). L‟organizzazione amministrativa del Brasile portoghese fu più graduale. Il modello fu quello spagnolo, anche in conseguenza dell‟unione delle due monarchie, di Spagna e Portogallo, fra il 1580 e il 1640. Il Brasile assunse importanza solo alla fine del Cinquecento, dopo la riduzione dei traffici portoghesi con l‟Oriente. Nel 1604 fu istituito il Conselho de India, poi Conselho ultramarino, e solo un secolo dopo, nel 1704, fu istituito il vicereame. Un‟esperienza unica nella conquista dell‟America fu la realizzazione dei cosiddetti Stati missionari, soprattutto ad opera dei gesuiti nel Paraguay, dove tra il 1610 e il 1628 furono costituite 13 comunità o riduzioni, nelle quali vivevano oltre 100.000 indios, in prevalenza guaranì. Organizzate su principi di eguaglianza sociale e della comunità dei beni, al fine di dar corpo ad una repubblica cristiana, le reducciones gesuite furono per oltre un secolo e mezzo un grandioso esperimento culturale, politico e sociale. Il tentativo terminò alla metà del Settecento, dopo la cessione della Spagna al Portogallo dei territori del Paraguay. Le comunità gesuitiche opposero una resistenza armata al trasferimento di nazionalità, e ciò fornì al primo ministro portoghese, il marchese di Pombal, acerrimo nemico dei gesuiti, il pretesto per la chiusura delle riduzioni (1750). Due anni dopo in Portogallo sarebbe stata soppressa anche la Compagnia di Gesù. Insieme all‟ingente produzione di oro e di argento, si calcola che tra il 1500 e il 1660 furono esportate in Europa dall‟America spagnola 181 tonnellate di oro e 16.000 tonnellate di argento, pari al 25 % dell‟intera disponibilità europea, l‟altra forma di organizzazione economica che dominava i rapporti tra le colonie americane e la Spagna era la grande proprietà agricola. In alcune regioni si venivano, così, accentuando forme di specializzazione produttiva, come l‟allevamento bovino a Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 13 di 17 L’equilibrio europeo Storia Moderna Santo Domingo e nella Plata, che diede luogo ad una notevole esportazione di cuoio. Più significativo ancora fu il diffondersi delle piantagioni di cacao, caffè, tabacco e canna da zucchero, tutti prodotti che necessitavano per la coltivazione di una larga disponibilità di manodopera da impiegare soprattutto nella raccolta. Il sistema delle piantagioni approdò in America latina con l‟inizio della coltivazione della canna da zucchero in Brasile. Gli indios erano fisicamente inadatti a svolgere il lavoro nelle piantagioni, e così cominciarono ad essere importati schiavi neri, provenienti dagli insediamenti commerciali portoghesi sulle coste africane. In cambio degli schiavi, i lusitani offrivano tessuti, coltelli, armi da fuoco e cavalli, prodotti molto richiesti dai signori locali o dai capitribù africani. Nel corso del Cinquecento, i portoghesi imbarcavano schiavi in Africa, li rivendevano in America e riportavano in Europa le navi cariche di zucchero, così i traffici legati a questo prodotto si configuravano come un commercio triangolare che sarebbe divenuto caratteristico dell‟intero sistema mercantile atlantico. L‟economia delle piantagioni, fondata sulla manodopera degli schiavi, dal Brasile si diffuse nelle Antille e nell‟America del nord. Data l‟elevata mortalità degli schiavi nelle piantagioni, la speranza di vita per gli schiavi non superava i 10 anni, la manodopera andava continuamente rinnovata. La forzata immigrazione africana, si calcola che tra il 1500 e il 1800 furono portati forzatamente in America oltre 10 milioni di africani, produsse trasformazioni sociali, economiche, etniche e demografiche. Alle colonie spagnole era permesso commerciare solo con la madrepatria, ma tale sistema economico chiuso era costantemente messo in crisi dal contrabbando e dalla pirateria, che avevano il loro centro nelle Antille. In queste isole nel corso del Seicento si installarono stabilmente olandesi, francesi e inglesi, per aggirare il monopolio commerciale spagnolo. L‟iniziativa anche in questo caso fu affidata alle compagnie commerciali. Se l‟espansione delle Antille fu legata alla lotta contro il monopolio commerciale spagnolo, i possessi inglesi e francesi in America settentrionale seguirono tempi e itinerari diversi. Gli inglesi, insediati sulle coste atlantiche, unificarono i loro possedimenti e, per bilanciare le forme di autogoverno locale, li sottoposero all‟autorità di un governatore nominato dalla madrepatria. Più controllate dal governo centrale furono le colonie che la Francia possedeva nell‟America del nord e in Canada. La rivalità anglo-francese, come si è visto, si trasformò in aperto conflitto con la guerra dei Sette anni, che si concluse con la schiacciante vittoria inglese. L‟Inghilterra, sebbene restituì ai francesi le isole dello zucchero, otteneva dalla Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 14 di 17 L’equilibrio europeo Storia Moderna Francia con il Trattato di Parigi, tutto il Canada e i territori della Lousiana ad est del Mississipi; la Florida dalla Spagna, che da parte sua riceveva in cambio la Lousiana con New Orléans. I domini francesi in America erano ridotti alle sole Antille, mentre l‟Inghilterra, che aveva acquisito quasi un monopolio negli scambi con Portogallo e Brasile, manteneva una posizione privilegiata anche nel commercio con i domini spagnoli. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 15 di 17 L’equilibrio europeo Storia Moderna 6 Cronologia 1702-1713 Guerra di successione spagnola 1713-1714 Trattati di Utrecht e Radstadt 1715 Morte di Luigi XIV 1733-1738 Guerra di successione polacca 1740-1748 Guerra di successione austriaca 1748 Pace di Aquisgrana 1756-1763 Guerra dei Sette anni 1763 Paci di Hubertsburg e di Parigi Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 16 di 17 L’equilibrio europeo Storia Moderna Bibliografia M. S. Anderson, L’Europa nel Settecento, Comunità, Milano, 1972 W. Doyle, L’Europa del vecchio ordine. 1600-1800, Laterza, Roma-Bari, 1987 F. Mauro, L’espansione europea 1600-1870, Mursia, Milano, 1977 E. Gothein, Lo stato cristiano- sociale dei gesuiti nel Paraguay, la Nuova Italia, Firenze, 1987 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 17 di 17