DIGITAL L’INCREDIBILE STORIA DEL GRAN CIAMBELLANO CHRIS ANDERSON E DELLA LUNGA CODA DEL DRAGO MAGO INTERNET modelli di distribuzione della ricchezza o di usi lessicali. elemento possibile nel web aperto. Luoghi magari sempre più ‘appealing’ $1m $ 750 k $ per sale C ’era una volta un Drago Mago, una nuova specie di drago, frutto di una strana combinazione alchemica tra reti Nato dismesse ormai in utilizzo alle università e il Dna del World Wide Web del visionario fisico del Cern (allora) Tim Barners Lee. Nuova linfa iniziò a scorrere da allora nella rete, dando la possibilità di immagazzinare informazioni usando associazioni casuali. Il Drago Mago Internet iniziò a evolversi e a crescere rapidamente, alimentato da nuove intelligenze collettive che via via si manifestavano nella rete dei suoi neuroni. Sinapsi sempre nuove e numerose che connettevano e riconnettevano giorno dopo giorno i centri nevralgici del suo cervello distribuiti ovunque nel mondo. La rete del Drago Mago era diventata oramai la fonte di informazione primaria delle popolazioni terrestri, e il loro canale di espressione principale. Ogni abitante del globo dotato di adeguati strumenti di connessione poteva interagire attraverso il Drago Mago e far fluire i propri pensieri, le proprie proposte commerciali, il proprio lavoro, la propria creatività. Insomma era diventato possibile vivere ogni tipo di relazione (o quasi) attraverso il sistema nervoso centrale e periferico del Drago Mago. Un giorno non lontano, un certo Chris Anderson, gran ciambellano del Regno di Wired, disse e predisse che attraverso la rete neuronale del Drago Mago Internet si sarebbero sviluppati nuovi modeli economici e commerciali che avrebbero rappresentato la ‘coda lunga” del Drago Mago, una coda (o tail) in cui eventi e attività statisticamente poco frequenti o di bassa ampiezza avrebbero superato cumulativamente in numero o importanza la parte più consistente della coda. Per dirla economicamente: Chris Anderson sostenne che i prodotti o servizi a bassa richiesta o con volumi ridotti avrebbero collettivamente occupato nel tempo una quota di mercato equivalente o persino superiore a quella di pochi ‘bestseller’, se il canale di distribuzione di tali servizi/prodotti fosse stato abbastanza grande ed economico. In realtà Anderson applicava un concetto economico usato spesso per definire $ 500 k $ 250 k $0 0 number of occurrences Questa predizione trovava perfettamente spazio nella nuvola complessa della rete neuronale del Drago Mago Internet. E il modello poteva essere applicato a molti degli spazi neuronali del Drago Mago, tanto è che molti delle isole e regni presenti nella rete ne avevano colto il potenziale iniziando ad applicarlo al loro operato quotidiano. Dal regno di eBay all’oceano di Google, dalle terre di Amazon, alla galassia iTunes. Ma non solo nei grandi regni, anche in piccole isole, perché nella coda lunga del Drago Mago chi ha idee e contenuti che nelle economie tradizionali non possono affermarsi, tagliato fuori dai canali di distribuzione dell’era precedente al Drago Mago, ora trova spazi alternativi di visibilità, e i suoi contenuti possono diffondersi esponenzialmente (almeno in termini potenziali è possibile) nella rete neuronale del Drago Mago. Anderson oggi, sempre nel suo ruolo di gran ciambellano del Regno di Wired, ha provocatoriamente lanciato una nuova sfida al Drago: il web aperto è morto, un’ala del Drago che molti però vedono ancora vitale. Almeno nelle terre d’Europa, ove i cambiamenti sono ancora meno evidenti ma non per questo non presenti. E forse questa ala Web non morirà mai davvero, ma le cose sono sicuramente cambiate a livello molecolare nella rete. Cosa è cambiato ? Intanto la maggior parte dei navigatori ama e sceglie di trascorrere il proprio tempo in piattaforme semichiuse, porti più tranquilli in alternativa all’oceano vasto del web aperto, porti ove i contenuti sono già distillati o le funzioni disponibili sono una sintesi di ogni e attraenti, tanto da indurre il navigante a spendere qualcosa per un bicchiere di distillato in più. Ad esempio, per Anderson passiamo (o passeremo) dall’uso del browser (quell’oggetto misterioso che a volte si blocca sui nostri computer e che ci permette di navigare nelle terre del Drago Mago) alla dominante delle applicazioni, dalla syndication che aggrega contenuti che però si molti- Chris Anderson, Tim Barners Lee direttore co-inventore del World Wide Web di Wired Usa plicano esponenzialmente, alla subscription in cui anche con poche monete si viene beneficiati di servizi a misura. Si passa (o passerà) da Google a…. Google ? (a parte qualche passaggio tecnologico che migliorerà la rete?). Ma la keyword preferita del gran ciambellano è FREEMIUM, un modello che dovrebbe mettere pace tra le correnti che sostengono il “tutto gratis” con quelle che invece sostengono il “tutto si paga”. Vuol dire andare alla fonte con una parte base della preziosa acqua informativa che è data gratuitamente. Ma il distillato prezioso si paga. Del resto è giusto e sacrosanto riconoscere il valore di chi distilla e il valore di un distillato di qualità. Cambia quindi il modo forse in cui noi tutti cavalchiamo o cavalcheremo il Drago Mago, inserendoci nella sua rete neuronale, anche perché, accan- to, stanno modificandosi tutti gli strumenti che ci consentono di accedere alla sua intelligenza. Non solo Pc, o anche non più Pc: si stanno affermando le porte di accesso rappresentate dai ‘tablet’, che si connoteranno sempre più come un’estensione di occhi e mani. Filtri tecnologici che ci ampliano le informazioni in mobilità, dotati di ‘appeal’ funzionale che uno smartphone potrà avere, ma leggeri e compatti più di ogni altro Pc. Ricchi e arricchiti da applicazioni che ci consentono di leggere il mondo, lavorare, divertirci, rilassarci. Adottiamoli, facciamoli propri. Il tablet è uno strumento a dir poco interessante, in grado di aiutarci a riconfigurare il nostro rapporto con il Drago Mago e le mille fonti e meraviglie che nasconde nella sua anima diffusa. Siamo il sogno reale di un Drago che non dorme, e che alimenta il sogno individuale e collettivo di potersi esprimere. Il Drago dà voce a ognuno di noi. Il che crea un rumore di fondo difficile da decodificare, ma importante da esplorare, in una democratizzazione della condivisione di idee e informazioni. I distillati sono difficili a volte da scovare, ma la ricerca è la nostra chiave magica nel rapporto con il Drago Mago, perché al di là degli strumenti e delle meraviglie accessibili nella sua Rete, siamo sempre noi i protagonisti, gli eroi, ed è solo la nostra capacità di riaggregare idee, strumenti, e ogni altro elemento del puzzle, che può veramente generare valore, qualunque sia l’obiettivo che ci poniamo nel rapporto con la rete. Roberta Gilardi Letture consigliate Chris Anderson Free Ernest Drake Manuale tecnico per dragologi 1265/1266 - Pubblico 15