Ludwig Feuerbach
Protagonista prima parte del pentamestre è Marx. MA Marx parte come hegeliano! E nell’impianto della
sua filosofia successiva i concetti di H. saranno sempre presenti (es. alienazione).
Marx però assegna alla filosofia un compito completamente diverso rispetto a quello di H.
Dibattito su Q?
A che cosa serve la filosofia? A cosa serve la filosofia es. per Kant?
E per Hegel? “La nottola di minerva spicca il volo sul far della sera”
Marx: la filosofia (il pensiero) deve cambiare il mondo! O non ha senso
Dunque tra Hegel e Marx abbiamo atteggiamenti opposti sul ruolo della filosofia (e quindi dell’intellettuale
nella società); MA Marx, pur “profondamente” hegeliano nella struttura della sua filosofia, riesce a pensare
attraverso i concetti di Hegel, contro Hegel (ovvero la sua visione del ruolo della filosofia e dell’intellettuale
nella realtà).
MA come Marx ha potuto rivolgere la filosofia hegeliana contro lo stesso H.? QUI dobbiamo
introdurre il pensiero di Ludwig Feuerbach, che ebbe molta influenza sul giovane Marx.
Contesto filosofia post-Hegel
Semplificando, il pensiero di H. dominò la cultura tedesca nei due decenni dopo la sua morte (1831-1848).
MA presto gli hegeliani si divisero tra 2 atteggiamenti contrapposti, in merito all’atteggiamento da
mantenere nei confronti della realtà politica del periodo
[NB: periodo STO Restaurazione, dai moti del 1830 (Parigi) al 1848 “Rivoluzione dei popoli” in
tutt’EU, anche in GER! (vicenda del rifiuto della corona di “re di Germania” di Guglielmo IV di
Prussia, corona che gli era offerta dal parlamento liberale insorto a Francoforte).
Q? Cfr. l’analisi del rapporto borghesia-potere costituito in Prussia e processo di unificazione
tedesca, nel periodo del boom economico prussiano 1850-70 e quindi con Bismarck]
Le due posizioni si riassumono:
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Vecchi hegeliani, o “destra hegeliana”:
o Hegel è maestro insuperabile;
o Il reale è razionale! = legittimazione dell’esistente realtà storico-politica
o Quindi è necessario giungere a compromesso con il potere politico costituito, nella
situazione esistente; e quindi anche con la religione, che ancora era il fondamento che
legittimava l’assolutismo politico!

Giovani hegeliani, o “sinistra hegeliana”:
o Di H. esaltano la concezione dialettica della storia, la sua intrinseca potenza dinamica
o Il reale è razionale! = il presente NON è ancora giunto alla realizzazione della ragione!
o Quindi necessaria la lotta politica VS l’assolutismo e la critica VS la religione, suo
fondamento
Feuerbach è il più importante esponente della sinistra hegeliana. Opera principale: “L’essenza del
cristianesimo” (1841)
Dunque, per Feuerbach e per gli esponenti della sinistra hegeliana (David Strauss, Bruno Bauer, Henrich
Heine ecc.) la filosofia NON giustifica l’esistente, MA deve criticare la realtà → quindi essere stimolo al
cambiamento
[* Q? OK, che cosa significa qs? Abbiamo già visto un programma simile: Illuminismo, con la ragione
che deve riformare l’esistente VS le “incrostazioni” della tradizione. ll “dover-essere” che, per opera
della volontà illuminata dalla ragione, agisce sull’esistente. Abbiamo visto dal pdv storico una delle
“realizzazioni” dell’Illuminismo → la Rivoluzione Francese.
Kant vide con favore il 1789 e la prima fase “costituzionale” della RF, MA poi condannò: repressioni,
furia popolare, regime giacobino e Terrore.
Hegel si dice che brindasse ogni anno per festeggiare il 14 luglio; dal pdv politico propendeva per
monarchia costituzionale anche lui, unica possibilità concreta di garanzia dei diritti del soggetto
moderno. Anche se in ottica internazionale VS la “confederazione di stati” che avrebbe dovuto
garantire la “pace perpetua” sulle basi del diritto razionale, come Kant. MA invece H. pensava che
non potesse esistere alcuna entità superiore allo stato, il realizzarsi storico-concreto della vita dello
spirito, lo stato etico forma dello spirito oggettivo (quindi realizzazione della vita morale-razionale
più concreta della moralità del singolo, fermo allo stadio dello Spirito soggettivo-astratto, mentre lo
Stato è la massima espressione dello Spirito Oggettivo). MA H. liquidò il Terrore giacobino come un
tentativo di imporre una volontà soggettiva di cambiamento alla realtà esistente→ qualcosa di
astratto!
Il vero movimento, concreto, NON può essere imposto alla storia; è la storia stessa che nella sua
dialettica, che è il motore della sua “vita”, diviene; “nessuno può pensare (quindi,
subordinatamente, ad agire) al di là del proprio tempo”. Ciò che la storia (lo spirito, l’ideale) ha già
maturato in sé → solo questo può quindi essere pensato, ovvero portato all’autocoscienza, ovvero
questo è il processo in cui l’assoluto perviene a sé stesso.
Q? Quindi, COME è possibile un’azione sul reale (politica, sociale) che NON sia astratta? Cioè che
non sia la mera imposizione volontaria di una posizione soggettiva, e quindi parziale, un “doveressere” che disconosce la concreta “razionalità del reale?”
→ cogliendo e portando a realizzarsi qualcosa che già è… MA che ancora non si è
esplicitato? Che ancora non è giunto, pur essendo il “soggetto” di ciò che avviene, alla
propria coscienza di sé, a riconoscersi come soggetto, e non come oggetto in balia di “altre
forze” (es. la tradizione)?]
LA filosofia idealista di Hegel + la religione cristiana si erano saldate, nella posizione della Destra
hegeliana, per giustificare la sottomissione al dispotismo, all’assolutismo politico.
Quindi per Feuerbach è necessario “smontare” tanto


VS religione cristiana
VS idealismo filosofico di Hegel
La Religione per Hegel:
ok, è superata dalla filosofia, MA non nel senso “dialettico” come nella storia le varie figure dello spirito:
è anch’essa espressione dello Spirito assoluto. Ovvero: filosofia e religione per H. hanno lo stesso
contenuto! (Ovvero l’assoluto, la razionalità del reale) MA espresso in forme diverse. SE la filosofia
permette alla ragione di cogliere se stessa “direttamente”, la religione esprime l’assoluto in forma
narrativa e rappresentativa; essa è “prima” dal pdv cronologico come manifestazione dello Spirito, MA
“seconda” dal pdv dello Spirito stesso, che si ritrova pienamente solo nella filosofia.
Feuerbach VS idealismo! → NON l’astratto ideale, la trascendenza, MA vi contrappone l’‘uomo concreto’
Quindi, capovolgimento dell’impostazione di H. (VS idealismo)


DA:
primato dell’ideale (Assoluto → struttura coscienza)
A:
“primo” è l’essere umano concreto, immanente, NON idealizzato → cioè con i suoi bisogni
concreti, materiali, che costituiscono il primo e insuperabile orizzonte della sua azione e del suo
pensiero! VS idealismo che proietta tutto nella trascendenza.
Il principale contributo per cui viene ricordato Feuerbach è la critica VS cristianesimo. Vediamone i vari
passaggi in sintesi:
1. Il singolo essere umano è essenzialmente limitato; e pure percepisce ed esperisce potenze che lo
superano di molto, potenze immense. Quindi la forma di auto-coscienza iniziale sarà fatta così:
a. L’essere umano è limitato
b. MA coscienza che esiste qc di non limitato, infinitamente potente, fuori di me, fuori
dell’orizzonte umano → trascendenza
2. MA SE il singolo è limitato, NON così il genere umano, la “specie” a cui ogni singolo appartiene,
ovvero l’Umanità → che è infinitamente ricca, illimitato potenziale
a. La differenza fondamentale tra l’uomo e l’animale è che noi abbiamo la consapevolezza di
appartenere ad un genere, ad una specie “comune”; ≠ l’animale che è “schiacciato” sulla
sua singolarità (non vale l’obiezione degli animali sociali → “branco” ok MA in
competizione VS altri branchi)
3. La Religione è il tentativo tradizionale per conciliare il finito con l’infinito:
a. Nel pensiero religioso, QUI la coscienza di sé dell’essere umano è modellata sulla finitezza
del singolo
b. QUINDI l’infinitezza (e tutti gli attributi potenza inf., sapienza inf., ecc.) è trasposta in un
“oggetto” al di fuori dell’essere umano, della immanenza → nella supposta
“trascendenza”, ovvero in Dio
4. Il concetto ripreso da Hegel è quello di IMP. Alienazione → l’umanità si aliena in Dio, poiché
proietta in esso gli attributi che invece sarebbero propri della natura umana (come specie), ovvero
la potenzialità infinita.
a. La religione è una “antropologia capovolta” (espressione di F.)→ si pone in Dio (in altro)
ciò che NON si riconosce essere invece proprio dell’Umanità
b. QUINDI, seguendo la struttura concettuale di H.: la religione, l’alienazione dell’Umanità in
Dio → NON è che una fase “infantile”, minorata, dell’Auto-coscienza umana (che appunto
pro-ietta fuori di sé, come altro, ciò che essa è MA che non riesce a riconoscere come tale)
5. QUINDI lo scopo della proposta filosofica di F. → l’Umanità deve ri-appropriarsi delle qualità che
ha alienato in Dio! (= divenire auto-cosciente di ciò che essa veramente è, poiché la
proiezione/alienazione rappresenta una diminuzione della sua potenza) [nel lessico di F.: ‘riduzione
antropologica’]
Anche l’idealismo di Hegel dunque per F. va compreso come propositore di una forma di alienazione;
Quindi VS idealismo di Hegel:

L’Assoluto è alienazione dell’Umanità → si pone nell’astratto trascendente, Spirito, ciò che
appartiene all’Umanità
Q? MA quest’Umanità, NON è anch’essa un’idea?
→ è una critica che verrà mossa a F.; comunque F. dice che NO, l’Umanità non è astratta, in quanto
essa è fatta degli esseri umani concreti e viventi
Quindi passiamo alla fase “propositiva” di Feuerbach, dopo quella critico-distruttiva: quello che lui chiama
un “nuovo Umanesimo”.
Quindi, proposta di nuovo Umanesimo:
1. A partire dall’essere umano concreto, materiale, con i suoi bisogni concreti
2. Si deve giungere a concepire “L’Umanità” → l’ideale dell’umanità, ok, MA è essa il vero soggetto
del processo storico, essa e null’altro, NON l’Assoluto idealista e tantomeno la Provvidenza divina,
nella continua “lotta” con la Natura (oggetto) per far fronte ai propri bisogni concreti (mangiare
innanzitutto)
* Q? La pancia è importante, misconosciuta dal troppo cerebrale Hegel… MA provate voi a
filosofare a pancia vuota!
3. Dunque lo scopo della filosofia di F. è:
a. La consapevolezza di tutto qs, che l’Umanità è l’unico vero soggetto della storia!
b. Preparare l’avvenire, cioè lottare VS l’alienazione; per preparare un mondo in cui
l’Umanità si riconosca come tale e quindi “sia” e “agisca” come tale
c. OK, il punto di partenza deve essere il singolo concreto → MA appunto a partire dalla
dialettica “io-tu”, cioè dalla filantropia come amore tra/per gli umani, si giunge a cogliere
l’Umanità come vero soggetto
d. Fondamento della proposta dell’Umanesimo di F.: Intersoggettività e Dialogo! → così si
passa dai singoli all’Umanità emancipata dall’alienazione
e. E quindi tale avvenire sarà costituito dal progresso sociale, politico, tecnologico:
 Quindi progresso nei rapporti TRA gli esseri umani, sempre più “coesi” come
Umanità pro intersoggettività e dialogo
 E quindi progresso tecnologico nei rapporti uomo-natura: pro emancipazione
dell’uomo dalla Natura
f. L’Umanità ha la possibilità di creare un paradiso in Terra (fede nel progresso di F.): VS
l’ignoranza che divide (VS non-riconoscimento comune Umanità), e VS il bisogno
materiale che ci opprime (= emancipazione VS Natura)
MA accanto all’Umanesimo, F. dà sviluppo anche al pensiero sul Materialismo; è lo sviluppo della sua
critica VS Religione e VS Idealismo → si può far a meno della trascendenza, tutto è ricondotto
all’immanenza. LA materia NON ha bisogno di essere “animata” dall’idea o dallo spirito.
Quindi, materialismo
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“L’uomo è ciò che mangia”
“Il pensiero è un prodotto del cervello come un organo tra gli altri che con la sua attività produce
naturalmente il suo prodotto (es. come i reni producono l’urina)”
→ QS è il tentativo di F. di risolvere il dualismo anima / corpo (tipico della Religione cristiana, e in fondo
secondo lui anche dell’idealismo)
→ L’emancipazione dell’Umanità, la fine dell’alienazione, potrà avvenire quindi a partire dalle condizioni
materiali concrete dei singoli esseri umani
[cfr. UdL STO sulla Rivoluzione Industriale e l’avvento della società di massa]
Max Stirner (1806-56)
Per completare il quadro degli sviluppi del pensiero post-Hegel, due parole su questo pensatore che influì
sullo sviluppo delle idee anarchiche.
Polemica VS Feuerbach:
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OK materialismo e religione = alienazione
MA l’“ideale dell’Umanità” → è ancora idealismo!
o “…dal culto di Dio al culto dell’Umanità…”
Quindi? → NON esiste nessuna “Umanità” → esiste SOLO il singolo essere umano, cioè esistono i singoli
nella loro specificità irripetibile, differente da ogni altra, unica.
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L’“Unico” è appunto il modo con cui Stirner chiama il singolo essere umano, solo possibile soggetto
concreto, nella sua opera più famosa: “L’Unico e la sua proprietà”
L’Unico è caratterizzato appunto da:
o Irriducibile differenza, ciascuno ≠ tutti gli altri
o Volontà singola → che dispone, agisce…
o QUINDI: sempre la volontà agisce su fondamento dell’egoismo! NON qs a connotazione
moralistica negativa, MA l’unica vera concretezza esistente!
SE l’essere umano (l’unico, il singolo, ecc.) si trova in associazione (comunità, gruppo, ecc.) è solo
per perseguire i suoi interessi e scopi egoistici, quindi è situazione momentanea, transitoria.
Da cui Stirner propone una visione “pratica” nel mondo caratterizzata da:
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LOTTA pro abolizione dello Stato → di più, lotta VS ogni forma di gerarchia esistente!
MA attenzione: NON si tratta di “lotta collettiva” (come nel nascente movimento operaio → su cui
si innesterà il pensiero socialista e Marx) → MA esclusivamente come Rivolta del singolo.
La rivolta del singolo → che così si auto-afferma! → qs l’unica e vera e concreta espressione di libertà
individuale, per Stirner [in q. il resto sono solo illusioni idealistiche, vuote parole, astrazioni, alienazioni…]
Il pensiero di Stirner viene poi ripreso come fondamento teorico della corrente anarchica in seno ai
movimenti rivoluzionari e operaisti.
Ricordiamo in particolare → Michail Bakunin:
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(1864, 1^ Internazionale socialista → qui i marxisiti VS gli anarchici; NB: grande diffusione delle idee
anarco-sindacaliste negli stati latini del Sud, Spagna e Italia):
Bakunin si spende per organizzare l’insurrezione, la rivoluzione per la distruzione violenta della
società e dello stato, che nelle situazioni di arretratezza socio-economica trovava il suo terreno più
favorevole.
Con la distruzione dello stato e della società → “naturalmente” si sarebbe instaurata la giustizia e la
solidarietà tra gli uomini (in quanto la violenza tra uomini è frutto della perversione portata dalla
società esistente sull’essere umano originariamente “buono” → cfr. Rousseau)