L A S C H E D A 13 P E R I L P A Z I E N T E C onvivere con l’epatite SE IN CASA C’È UNA PERSONA CON UN’INFEZIONE AL FEGATO SONO INDISPENSABILI ALCUNE SEMPLI- CI REGOLE IGIENICHE epatite virale, causata principalmente da tre tipi di virus chiamati A, B e C, è una malattia infettiva che si trasmette, a seconda del tipo responsabile, attraverso la saliva, le feci, il sangue e altri liquidi prodotti dal corpo (secrezioni vaginali, lacrime).Quando si scopre che uno dei propri familiari o conviventi è infetto, è bene prendere alcune precauzioni igieniche per evitare che altri membri della famiglia si ammalino ed eseguire alcuni accertamenti per sapere se il contagio non è già avvenuto . L’ COME SI TRASMETTE LA MALATTIA? EPATITE A La trasmissione avviene principalmente ingerendo cibo e acqua contaminati dalle feci dei malati. Per questo l’epatite A è frequente nei paesi del Terzo mondo o in zone in cui si consumano frutti di mare cresciuti in acque contaminate dalle fogne. Il contagio può avvenire anche per contatto diretto con le feci, per esempio se il malato è un bambino o un anziano non autosufficiente. Anche i rapporti sessuali che favoriscono il contatto tra la bocca e l’ano e l’allattamento possono essere veicoli d’infezione. Con le trasfusioni è invece difficile trasmettere il virus A, tranne se il donatore è nella fase attiva della malattia, perché, una volta guariti, il virus scompare dal corpo del malato. EPATITE B Il virus dell’epatite B è, invece, abbondantemente presente in tutti i liquidi prodotti dal corpo e quindi il contagio può avvenire attraverso: ● il sangue (aghi infetti, trasfusioni, cure odontoiatriche) ● i rapporti sessuali ● la saliva (attraverso stoviglie, asciugamani, sanitari). Il virus si trasmette, in caso di gravidanza, dalla madre al feto. E’ quindi importante accertarne l’eventuale presenza nell’ultimo trimestre di gestazione, per poter intervenire precocemente sul bambino dandogli fin N. 3 / marzo 1997 dalla nascita le immunoglobuline o il vaccino. EPATITE C Si trasmette principalmente attraverso il sangue. Anche in questo caso è bene fare attenzione a: ● punture accidentali con aghi infetti ● cure odontoiatriche ● trasmissione dalla madre al feto nel corso del parto ● trasfusioni. Quest’ultima via di contagio è diventata rarissima negli ultimi anni grazie ai rigorosi controlli sui donatori. Non è del tutto certo il contagio attraverso i rapporti sessuali. Sono stati segnalati alcuni casi di contagio per questa via, ma molti conviventi di portatori del virus non contraggono la malattia. I rapporti occasionali andrebbero comunque protetti con l’uso di un preservativo. CHE PRECAUZIONI VANNO PRESE NELLA VITA QUOTIDIANA? Per quanto riguarda l’epatite A, che si trasmette attraverso i cibi contaminati, è bene ricordare che, quando si viaggia in zone o paesi dove la malattia è diffusa, bisogna stare attenti a ciò che si mangia, evitando soprattutto i cibi crudi, in particolare le insalate, la frutta, i crostacei e i frutti di mare. In caso di malattia di un familiare, è meglio evitare il contatto con le sue feci e mantenere pulito l’ambiente e, ATTENZIONE... 34 ATTENZIONE... soprattutto, i sanitari e le stoviglie. Per tutte le forme virali trasmissibili attraverso il sangue è importante fare attenzione alla cosiddetta trasmissione inapparente, cioè ai contatti accidentali con quantità anche minime di sangue. Per questo è bene non usare in comune oggetti taglienti o a punta come coltelli, forbicine per le unghie, rasoi e spazzolini da denti. Tutte le comunità dovrebbero comunque prendere precauzioni in tal senso, indipendentemente dalla presenza di persone infette (per esempio le scuole, gli ospedali, le caserme). E’ raccomandabile anche l’uso personale di biancheria e asciugamani, anche se per la loro pulizia basta il lavaggio con i normali detersivi. Se le stoviglie vengono lavate a mano, è meglio prevedere un set a parte ATTENZIONE... ATTENZIONE... OC / PRESCRIVERE ATTENZIONE.. L A S C H E D A Tabella 1 COSA FARE PER SAPERE SE SI E’ STATI CONTAGIATI ● Per prima cosa vanno misurate le transaminasi nel sangue. Si tratta di alcuni enzimi prodotti dal fegato, il cui livello aumenta quando l’organo è malato. Se i livelli di transaminasi sono nella norma, non c’è motivo di continuare le indagini. ● Se le transaminasi sono elevate, e non lo erano in precedenza per altri motivi, vale la pena di cercare i segni dell’avvenuta infezione da parte di uno dei virus dell’epatite. In particolare vanno ricercati: ☞ gli anticorpi contro il virus A (antiHAV) in caso di epatite A ☞ l’antigene di superficie del virus B e il suo anticorpo (HBsAg e antiHBs) in caso di epatite B ☞ l’anticorpo contro il virus C (antiHCV) in caso di epatite C. per la persona malata. Se invece il tutto finisce nella lavastoviglie non è necessario, perché i detersivi usati e le alte temperature sono in grado di uccidere qualsiasi virus (quelli dell’epatite vengono distrutti dopo 10 minuti a 100 gradi e dopo 30 minuti a 65 gradi). Per pulire i bagni e i sanitari sono sufficienti i prodotti abrasivi in polvere che contengono candeggina, seguiti dalla disinfezione con candeggina liquida o amuchina al 10 per cento, lasciate agire per una mezz’ora. Per pulire pavimenti, arredi o pareti basta un normale detergente con lisoformio o la candeggina stessa diluita in acqua. ZIONE... ATTENZIONE... ATTENZIONE... s e x P E R I L P A Z I E In caso di schizzi di sangue su tavoli o pavimenti basta passare una spugna con candeggina o varechina, ricordandosi di pulire poi la spugna stessa col medesimo prodotto. PER QUANTO TEMPO VANNO MANTE NUTE QUESTE REGOLE DI IGIENE? Le norme comportamentali vanno mantenute fino alla guarigione in caso di epatite A. N T E che possa mettere in gioco la normale vita di relazione. CHI DEVE SOTTOPORSI AI CONTROLLI? I componenti del nucleo familiare e tutti coloro che hanno avuto una possibilità di contagio devono sottoporsi ad alcuni semplici esami del sangue (vedi tabella 1). Se le persone esaminate risultano sane, il medico può decidere di preveni- Tabella 2 tipo di epatite incubazione modalità di trasmissione A 15-45 giorni contaminazione con feci B 40-180 giorni sangue rapporti sessuali saliva C 15-150 giorni sangue forse rapporti sessuali Se invece il proprio convivente ha l’epatite B bisogna continuare finché nel sangue del malato sono presenti i segni del virus (vedi tabella 1). E’ bene ricordare che in alcuni casi l’infezione da virus B dell’epatite può diventare cronica. In tal caso il virus rimane presente anche per anni e le norme vanno seguite comunque. Ciò è tanto più vero per l’infezione da virus C, che allo stato attuale delle conoscenze è da considerarsi cronica, per cui richiede una certa attenzione per tutta la vita. re l’eventuale contagio successivo prescrivendo le immunoglobuline, cioè sostanze che aiutano il corpo a contrastare l’ingresso del virus, oppure di procedere alla vaccinazione del soggetto. Attualmente sono disponibili vaccini per l’epatite A e B. Quest’ultimo è obbligatorio per i neonati e per i dodicenni fin dal 1991. L’obiettivo è di ottenere, entro il 2004, che tutte le persone sotto i 24 anni siano vaccinate, in modo da ridurre le possibilità di contagio. COME COMPORTARSI CON LA PERSONA INFETTA? PER QUANTO TEMPO VANNO CONTINUATI I CONTROLLI? Molte delle norme descritte in queste pagine non impongono nulla di diverso da quanto si fa generalmente per mantenere un buon livello igienico in una casa. Per questo vale la pena di ricordare che queste semplici precauzioni mettono del tutto al riparo dai rischi. E’quindi da evitare qualsiasi atteggiamento ansioso nei confronti della persona portatrice del virus, La sorveglianza deve protrarsi per tutta la durata dell’incubazione della malattia (vedi tabella 2), il che vuol dire che il dosaggio delle transaminasi va effettuato all’inizio e alla fine del periodo indicato. In caso di ricorso al vaccino è bene far attenzione alle scadenze dei vari richiami, che si differenziano secondo il tipo di vaccino utilizzato. L’effetto del vaccino antiepatite A dura in genere una decina d’anni, mentre per l’epatite B va controllato, dopo qualche anno, il livello degli anticorpi, e quindi l’efficacia della copertura. Esistono categorie di persone a rischio di infezione, come i medici e gli infermieri, coloro che subiscono frequenti trasfusioni di sangue o che fanno la dialisi, e i tossicodipendenti. Vi sono però anche categorie che possono facilmente trasmettere la malattia, come i lavoratori delle aziende alimentari. Per tutti questi, i controlli devono essere più frequenti che per il resto della popolazione. ATTENZIONE... ATTENZIONE... Queste informazioni le sono fornite dal suo medico di fiducia e dalla rivista Occhio Clinico