Epatite A
Aggiornamento: agosto 2014
COSA È
E’ una malattia infettiva contagiosa che interessa il fegato, determinata dal virus di tipo A., ha generalmente
un decorso benigno e sono frequenti le forme asintomatiche, soprattutto nei bambini e quasi esclusivamente
negli adulti si possono avere forme più gravi con decorso protratto ed anche forme fulminanti rapidamente
fatali.
In genere la malattia si manifesta, dopo un periodo di incubazione che va da 15 a 50 giorni, con febbre,
malessere, nausea, dolori addominali, ittero (colorazione gialla delle cute e delle mucose congiuntivali),
colorazione scura delle urine e chiara delle feci.
L'epatite A di norma si risolve in 2 settimane con la guarigione e, comunque, non cronicizza mai.
Il virus A è presente nelle feci 7-10 giorni prima dell’esordio dei sintomi e fino a una settimana dopo, mentre è
presente nel sangue solo per pochi giorni.
La trasmissione del virus avviene per via fecale-orale, cioè il contagio si verifica attraverso l'ingestione di
acqua o alimenti contaminati dal virus che è eliminato con le feci (molluschi crudi o poco cotti, verdura mal
lavata, ecc...) o da persona con infezione in atto a persona sana, per lo più attraverso le mani contaminate
accidentalmente da materiale fecale, più frequentemente nell'ambito dei contatti familiari o sessuali. Solo
eccezionalmente sono stati osservati casi di contagio per trasfusioni di sangue o prodotti derivati.
L’epatite A è diffusa in tutto il mondo sia in forma sporadica, sia epidemica. Nei
paesi in via di sviluppo con scarse condizioni igieniche-sanitarie, l’infezione si trasmette rapidamente tra i
bambini, nei quali la malattia è spesso asintomatica, e molti adulti risultano pertanto già immuni alla malattia.
Nei paesi economicamente più avanzati, le migliorate condizioni igienico-sanitarie hanno invece determinato
una riduzione della diffusione dell’infezione tra i bambini ed una conseguente maggiore suscettibilità
all'infezione degli adulti che hanno anche un maggior rischio di forme cliniche evidenti e severe.
AZIONI DELL’AZIENDA USL
Quando viene diagnosticato un caso di epatite A il Servizio di Igiene Pubblica esegue un'indagine
epidemiologica con lo scopo di :
identificare le persone che hanno avuto contatti significativi con il caso (in particolare familiari,
contatti sessuali, bambini e operatori che frequentano lo stesso nido/scuola dell'infanzia, addetti alla
preparazione di alimenti nella stessa struttura in cui lavora l'ammalato se questi è un alimentarista);
identificare la possibile fonte del contagio (eventuali alimenti a rischio consumati nel periodo di
incubazione delle malattia).
Alle persone che possono essere state esposte al virus viene offerta gratuitamente la vaccinazione antiepatite A, in collaborazione con la Pediatria di Comunità se è interessata una comunità scolastica (secondo
disposizioni nazionali e regionali).
Il vaccino infatti ha dimostrato una buona efficacia nell'interrompere la trasmissione della malattia se
somministrato entro 8 giorni dall'inizio dei sintomi del caso indice.
L'ammalato è riammesso in comunità dopo 15 giorni dalla diagnosi e comunque dopo non più di una
settimana dalla comparsa dell'ittero; per i contatti è prevista la sorveglianza sanitaria per 50 giorni .
Nel caso si manifestassero casi secondari si valuta la necessità di estendere l'offerta del vaccino.
Se dall'indagine epidemiologica viene identificato un alimento all'origine del contagio si attiva il Servizio
Alimenti per i controlli del caso.
Alle persone o comunità interessate vengono date le informazioni, da operatori sanitari, riguardo alle corrette
abitudini igienico-sanitarie da seguire.
CENNI SULLA PREVENZIONE
La prevenzione dell'epatite A si effettua con l'adozione di comportamenti corretti e con la vaccinazione.
La PROFILASSI COMPORTAMENTALE prevede di:
- evitare il consumo di frutti di mare crudi o poco cotti;
- lavare accuratamente la verdura;
- lavarsi accuratamente le mani con acqua e sapone prima dei pasti e dopo l'utilizzo dei servizi igienici.
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Epatite A
Aggiornamento: agosto 2014
Se si viaggia in zone con elevato rischio è necessario usare maggiori cautele come ad esempio mangiare
esclusivamente cibi cotti, astenersi dal consumo di verdure crude e di frutta che non possa essere sbucciata
personalmente, bere solo bevande imbottigliate senza aggiungere ghiaccio, non acquistare cibo da venditori
ambulanti, non consumare frutti di mare se non si ha la certezza di una cottura ottimale, latte non bollito e
gelati artigianali.
Per quanto riguarda la PROFILASSI VACCINALE, sono disponibili diversi tipi di vaccino anti-epatite A
inattivato, tutti altamente efficaci.
La vaccinazione si effettua con l'iniezione intramuscolare di una dose di vaccino, seguita dopo 6-12 mesi da
una dose di richiamo che conferisce una protezione duratura (almeno 10 anni).
Il vaccino è di norma ben tollerato, raramente può dare lievi reazioni locali (dolore, eritema, tumefazione
nella sede di inoculazione) e generali (febbre, cefalea, malessere, nausea).
La vaccinazione è raccomandata in via preventiva ai viaggiatori in zone ad elevata endemia (gratuita per i
bambini minori di 6 anni), ai soggetti coagulopatici e agli epatopatici cronici candidati a trapianto di fegato.
E' consigliata inoltre alle persone a rischio per mansioni lavorative, su valutazione del medico competente e
per abitudini di vita (es. comportamenti sessuali a rischio, uso di droghe iniettabili).
La vaccinazione è raccomandata anche dopo l'esposizione al contagio ai contatti dei casi di epatite A.
FONTI
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Epicentro, Istituto Superiore di Sanità.
Delibera Giunta Regionale dell'Emilia-Romagna n.2284/96.
Scheda informativa di AVAXIM® Sanofi Pasteur MSD, agosto 2011
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