Clima Tempo e clima nel linguaggio comune sono termini che vengono spesso confusi; dal punto di vista scientifico essi sono invece ben distinti. Il tempo meteorologico è la risultante di molti fattori quali temperatura, umidità, pressione, riferita ad un’area definita e limitata e ad un momento specifico. Il clima invece si definisce soprattutto sulla base di elementi costanti che tendono a ripetersi stagionalmente; si riferisce ad ambienti anche molto vasti. Esso dipende da elementi e fattori climatici. Sono elementi climatici: la temperatura, l’umidità, la pressione, l’intensità e la durata della radiazione solare, le precipitazioni; gli elementi climatici sono dunque dei fenomeni fisici misurabili e tale misurazione viene fatta dalle stazioni meteorologiche. Sono fattori climatici: la latitudine, l’altitudine, la distanza dal mare, la circolazione atmosferica e altri quali la presenza di vegetazione, le correnti marine e non ultimo gli effetti dell’azione umana. Elementi e fattori combinati insieme determinano i vari tipi di clima presenti sulla Terra. La classificazione più semplice dei climi è quella in cui le zone climatiche sono disposte in fasce orizzontali dall’Equatore ai poli: Climi Caratteristiche Climi umidi tropicali Si trovano a cavallo dell’equatore all’incirca tra il 10° parallelo nord e sud; c’è una sola stagione e anche la durata del giorno e della notte rimane costante; la temperatura oscilla tra i 28 e i 35 gradi; piove quasi ogni giorno, in genere nel pomeriggio, in media le precipitazioni raggiungono i 34.000 mm all’anno e c’è molta umidità. La vegetazione caratteristica di questi climi è la foresta pluviale (dalla parola latina pluvia che vuol dire pioggia) o equatoriale Climi aridi Si trovano tra il 10 e il 35 parallelo nord e sud; sono contassegnati da due stagioni, una invernale, molto secca e meno calda e una estiva molto calda ma più piovosa. Le piogge diminuiscono man mano che ci si allontana dall’equatore sia verso nord che verso sud e ad un certo punto spariscono quasi totalmente. La vegatazione passa dalla savana al deserto, qui la temperatura diurna può toccare anche i 50 gradi, ma di notte scende rapidamente e può anche arrivare allo zero Climi umidi temperati: Si trovano oltre il 35 parallelo nord e sud; si alternano quattro stagioni con diversa durata del tempo giorno- · mediterraneo notte, con temperature che vanno dal caldo estivo al freddo invernale e precipitazioni soprattutto · continentale nell’autunno-inverno. La vicinanza o lontananza dal mare determina delle notevoli diversità di clima per cui · oceanico si parla di clima mediterraneo, più temperato e mite, e di clima continentale, più rigido in inverno con abbondanti precipitazioni nevose e caldo in estate con scarse precipitazioni. Lungo le coste oceaniche in genere l’estate è meno calda e le precipitazioni sono più abbondanti. Climi boreali e climi polari Si trovano a nord del 60 parallelo; si alternano due stagioni, una breve estiva in cui la temperatura supera lo zero e raggiunge circa i 10 gradi e una lunga invernale molto fredda man mano che si sale verso nord. Oltre il circolo polare artico (66° 23’) vi è il fenomeno della notte polare in inverno e del sole di mezzanotte in estate. Nell’emisfero australe oltre il 60 parallelo troviamo solo l’Antartide, un continente disabitato perennemente ricoperto di ghiacci. Biomi A seconda del clima sulla superficie terrestre troviamo ambienti naturali diversi caratterizzati da tipi di vegetazione prevalente (flora) e da una certa fauna. Tali ambienti si definiscono biomi o regioni naturali. Come è facile capire climi e biomi sono strettamente correlati tra di loro. I biomi sono regioni ecologiche, grandi ambienti in cui l’aspetto del paesaggio si mantiene uniforme, caratterizzate da determinate associazioni vegetali alle quali si accompagnano determinate associazioni animali. Confrontando la distribuzione mondiale dei biomi con quella dei climi, si può osservare che i principali limiti coincidono, ciò significa che i biomi sono ottimi indicatori climatici. Sono le precipitazioni a determinare se una certa zona è destinata ad essere un deserto, una prateria o una foresta. Esistono però diversi tipi di deserti come esistono diversi tipi di praterie e di foreste: il tipo specifico di deserto, prateria o foresta dipende principalmente dalla temperatura e dalla natura del suolo. Biomi Desert caratteristiche Un deserto è un’area nella quale l’evaporazione supera le precipitazioni di quantità media inferiore a 250 mm/anno. Vi si registrano ampie escursioni termiche con temperature diurne che possono raggiungere i 50 °C e temperature notturne che possono scendere a -20 °C. La vegetazione è assente o scarsa e di tipo basso come arbusti e erbe. La scarsità di precipitazioni è la caratteristica comune a tutti i tipi di deserti; in base alle temperature medie possiamo distinguere tre tipi: tropicali, temperati e freddi. I deserti tropicali (Sahara, Grande Deserto Sabbioso dell’Australia), sono situati in corrispondenza dei Tropici del Cancro e del Capricorno); la loro superficie, spazzata dal vento, è in parte nuda (roccia e pietre) e in parte coperta di dune di sabbia. I deserti temperati (Mojave, Great Basin, Gobi) devono la loro aridità alla posizione lontana dai flussi di aria umida oceanica o alla presenza di catene montuose che ostacolano l’afflusso di aria umida. Le temperature diurne sono alte in estate, basse in inverno. La fauna è molto scarsa e costituita da specie resistenti alla sete: aracnidi, scorpioni, rettili, roditori, cammelli e dromedari. Foresta monsonica La foresta monsonica si trova nel Brasile meridionale, nell’Australia settentrionale, in India e in alcune zone dell’Asia meridionale, regioni caratterizzate da una stagione secca accentuata e da una altrettanto accentuata stagione delle piogge. Gli alberi sono piccoli, abbastanza distanziati e hanno radici profonde. La maggior parte di essi perde le foglie nella stagione asciutta. La fauna comprende sia specie della foresta equatoriale che specie della savana. Foresta tropicale e nebulare Le foreste tropicali (o equatoriali) si trovano vicino all’Equatore, dove l’aria è calda e umida; le oscillazioni termiche sono minime e piove quasi in continuazione. La vegetazione è lussureggiante rappresentata da piante sempreverdi, a foglia larga (latifoglie), con radici poco penetranti e superficiali. I rami degli alberi sono spesso ricoperti da muschi, orchidee e altre piante epifite. La fauna è rappresentata da animali arboricoli, uccelli variopinti, insetti e rettili. La foresta equatoriale è il bioma in cui si riscontra una varietà di piante ed animali maggiore che in qualunque altro bioma La foresta nebulare si incontra sulle pendici montane dell’Africa, dell’America Centrale e Meridionale, dell’Indonesia e della Nuova Guinea. Qui la temperatura più fresca a quote elevate consente lo sviluppo misto di piante tipiche di zone temperate e tropicali, così le querce crescono tra felci, palme e bambù. Savana e praterie continentali Le praterie si trovano in regioni dove le precipitazioni medie annue sono sufficienti a far crescere erbe e un po’ di alberi sparsi. Le praterie con alberi sparsi prendono il nome di savane e sono per lo più tropicali; presentano uno strato inferiore di graminacee e uno strato superiore di alberi ed arbusti. La fauna è rappresentata da molti uccelli migratori da grandi carnivori e mammiferi erbivori. La foresta a galleria è una stretta striscia di bosco e cresce lungo le rive dei fiumi e dei laghi della savana. Le praterie continentali si trovano all’interno dei continenti, dove prevalgono i tratti continentali del clima, con un breve periodo di precipitazioni nella stagione invernale molto fredda ed estate calda e secca. Sono di questo tipo le grandi praterie nordamericane, le steppe eurasiatiche, le pampas sudamericane, il veld sudafricano. Mediterraneo Molte regioni comprese fra le zone tropicali e quelle temperate presentano superfici coperte dalla macchia mediterranea che viene chiamata chaparral in California, mattoral nel Cile centrale, fynbos in Sudafrica, e mallee in Australia meridionale. In queste regioni le estati sono secche e gli inverni piovosi. I suoli sono poveri di nutrimento e consentono lo sviluppo di arbusti sempreverdi e alberi di piccola taglia. Per limitare la perdita d’acqua le piante hanno foglie piccole e coriacee; esse sono in molti casi lucide e chiare in modo da riflettere i raggi del sole. Piante caratteristiche di questo ambiente sono gli agrumi, il fico, l’ulivo, l’alloro, il leccio, l’eucalipto, il pino mediterraneo, la quercia. Foresta temperata Le foreste delle zone temperate dove le variazioni annue delineano quattro stagioni sono normalmente decidue (perdono le foglie nella stagione secca). Prevalgono specie di alberi a foglie larghe come querce, noci, aceri, pioppi, faggi e castagni. Si trovano soprattutto in Europa e America settentrionale Taiga Le foreste boreali, fatte di piante conifere sempreverdi, (taiga) si trovano nelle regioni settentrionali. Qui gli inverni sono lunghi e secchi, la luce solare è presente per 6-8 ore al giorno e la temperatura varia dal fresco al molto freddo. Le estati sono corte con temperature da moderate ad alte e vi sono 19 ore di luce al giorno. Le foreste boreali si estendono a sud della tundra in una fascia continua attraverso l’Europa, l’Asia e il Nordamerica. Sono dominate dalle conifere: abete, abete rosso, abete canadese, cedro, pino dalle foglie aghiformi e coperte di cera che consentono loro di sopportare il freddo e la siccità invernali. Tra le poche latifoglie decidue spiccano il pioppo tremulo, il salice, la betulla e il larice. In mezzo agli alberi crescono felci, muschi, licheni ed ericacee. Vi si trovano anche vaste distese acquitrinose coperte di sfagni capaci di sopportare il gelo. Tundra artica La tundra artica, posta a sud dei ghiacci polari rappresenta la prateria polare. Le tundre sono distese prive di alberi coperte di neve e ghiaccio e spazzate dai forti venti gelidi per la maggior parte dell’anno. Vi crescono licheni, muschi, erbe e piccoli cespugli. Tra gli animali la renna è la regina di questo ambiente. Una particolarità di questo ambiente è il permafrost o «gelo permanente», costituito da uno spesso strato di ghiaccio che rimane sotto la superficie del suolo per tutto l’anno. D’estate, quando fonde il ghiaccio superficiale, il permafrost impedisce all’acqua di infiltrarsi negli strati inferiori del suolo e allora la tundra diventa una zona umida, cosparsa di laghi, stagni, paludi e torbiere. Alta montagna Lo stesso tipo di vegetazione della tundra si trova in montagna oltre il limite delle nevi permanenti. Polare Ghiacci perenni; scarse forme di vita vegetale e animale Come è evidente nel corso dei secoli, ma soprattutto in questi ultimi due, l’uomo ha modificato profondamente, in alcuni casi totalmente, gli ambienti naturali soprattutto là dove vi erano condizioni favorevoli al suo insediamento e alla coltivazione del suolo; solo negli spazi più ostili all’antropizzazione sono rimasti degli ambienti naturali quasi intatti (deserti, foreste equatoriali, deserti, alta montagna, zone polari); in ogni caso gli elementi naturali hanno condizionato molto lo sviluppo umano soprattutto nel passato quando la capacità dell’uomo di modificare l’ambiente a suo vantaggio era assai più limitata di oggi.