AREE DI INTERESSE STORICO, PAESAGGISTICO E AMBIENTALE NEI TERRITORI DI CORDOVADO E SESTO AL REGHENA Lago Premarine Il lago Premarine è un corpo idrico posto in comune di Sesto al Reghena (PN) che interessa una superficie di circa 8,5 Ha ed è proprietà della Provincia di Pordenone. Si è originato in condizioni non naturali a seguito di escavazioni avvenute negli anni ‘70 per la realizzazione dell’autostrada A28 Pordenone-Portogruaro. Tali attività hanno intercettato le acque presenti nel sottosuolo dando origine a questo specchio d’acqua. L’abbandono e la progressiva rinaturalizzazione spontanea del corpo idrico e delle sue sponde hanno portato negli anni questo ambiente di origine antropica alla ricezione di diverse specie animali e vegetali. La porzione di lago ricadente nel territorio della Regione Veneto è compresa in un’ampia area della Rete Natura 2000 (SIC IT3250044 "Fiumi Reghena e Lemene - Canale Teglio e rogge limitrofe – Cave di Cinto Caomaggiore" e ai sensi della direttiva “Uccelli” ZPS IT3250012 "Ambiti fluviali del Reghena e del Lemene – Cave di Cinto Caomaggiore"; in territorio friulano l’area non è stata inserita nella rete di tutela delle aree protette. Il lago è stato oggetto di opere di ripristino, da parte della Provincia di Pordenone, consistenti nella realizzazione di un percorso pedonale con annesse alberature, il miglioramento delle ripe e l’allestimento di un osservatorio avifaunistico in riva al lago. L’importanza di tutelare questo corpo idrico è legata alle peculiarità naturalistiche che conserva. L’esistenza, nel contesto planiziale, di bacini idrici lasciati in parte alla libera evoluzione naturale consente la ricolonizzazione da parte di formazioni vegetali, seppur semplificate e la creazione di ambienti idonei alla vita di pesci e di altri animali come anfibi e insetti, in particolare libellule. La presenza del canneto attrae inoltre l’avifauna acquatica nelle diverse stagioni dell’anno. Tale zona umida, è un ambiente in equilibrio ecosistemico dove trovano rifugio specie vegetali e animali molto localizzate e costituisce un elemento territoriale importante anche per specie migratrici che qui trovano rifugio e cibo. Le relazioni ecologiche che si sono sviluppate e espresse in questo ambiente sono caratterizzate da elevata sensibilità e vulnerabilità e richiedono un approccio rispettoso delle leggi della natura e puntuali interventi di conservazione. Habitat: Lo specchio lacustre Punto GPS: 2349485, 5079326 Lo specchio lacustre del lago Premarine è caratterizzato da una profondità poco elevata (da 1 a circa 5 metri) ed il fondale è diversificato in termini di microhabitat: vi sono parti significative con argille nude, altre con ghiaie e frammenti vegetali in lenta fase di decomposizione provenienti dalle ripe e aree con un materiale più grossolano dell’argilla, noto con il termine di “silt”. Questa tipologia di fondale, legata al fatto che nella parte di lago friulana non vi sono dirette aree di risorgenza per intercettazione della acque del sottosuolo, determina un ambiente acquatico anossico ovvero povero di ossigeno e caratterizzato da una certa torbidità. La povertà di ossigeno e lo scarso ricambio idrico non favoriscono la vita acquatica. Nel lago infatti non si scorgono significative comunità macrofitiche (formazioni vegetali visibili ad occhio nudo, costituite da alghe, muschi o piante superiori). Le forme di vita vegetali presenti fanno riferimento a organismi non visibili ad occhio nudo ma solo con l’utilizzo del microscopio ottico. La vita in acqua è legata per lo più alla presenza di pesci e di invertebrati; la componente ittica è però alterata per la presenza di numerose alloctone. Nel complesso questo specchio lacustre è caratterizzato da una comunità di piante ed animali che, pur vivendo fuori dall’acqua, necessitano dell’apporto idrico nei diversi passaggi vitali del loro ciclo biologico. Habitat: le acque di risorgiva Punto GPS: 2349713, 5079447 Il lago Premarine è parzialmente costeggiato a nord da un piccolo corso d’acqua di risorgiva. Pur nelle sue limitate dimensioni, questo corpo idrico assume in sé un elevato valore naturalistico. Queste acque affiorano in superficie dopo un passaggio nelle falde acquifere laddove incontrano suoli impermeabili. L’acqua che riemerge dal sottosuolo presenta una temperatura costante di circa 8-10 gradi in inverno e 12- 15 °C in estate. La percorrenza dell’acqua nel sottosuolo, che può essere di origine piovana o di percolazione da altri corpi idrici, permette una sua naturale ossigenazione e depurazione. Ne consegue che le acque di sorgiva sono limpide, ossigenate e fresche, e generalmente di elevata qualità ecologica, salvo in casi di presenza di particolari agenti inquinanti. Queste condizioni favoriscono la vita sia vegetale che animale. In questo corso d’acqua il comparto vegetale è maggiormente sviluppato lungo le rive, e dà luogo a formazioni di alte erbe palustri assieme a specie anfibie. Lungo le rive, fra le specie legate all’ambiente acquatico che sopportano lievi immersioni, si osservano alcuni giunchi. Si tratta di specie poco visibili per l’assenza di infiorescenze vistose e colorate, ma importanti per la loro presenza esclusiva in ambienti umidi. Tra queste il Giunco articolato o Giunco nodoso (Juncus articulatus) che vive grazie alla particolare disposizione dei tessuti aeriferi (ricchi di gas negli spazi vuoti) che permette l’attività biologica anche in caso di lievi immersioni. Non mancano porzioni di canneti lungo la parte orientale del lago; in essi domina la Cannuccia comune (Phragmites australis). Fra le alte erbe palustri si cita il coltellaccio comune, dal nome Sparganium erectum che qui forma una bella comunità. Le alghe d’acqua dolce Negli ambienti acquatici le specie più comuni appartenenti al mondo vegetale sono le alghe. Questi vegetali che non presentano una netta distinzione in organi specializzati (fusto, foglie, radici e fiori), ma solo corpi semplici, nella maggior parte dei casi non visibili a occhio nudo. Nel lago Premarine si riscontra la presenza, in piccola percentuale, di forme di vita acquatica riferibili esclusivamente a componenti algali. L’ambiente spondicolo La fascia che circonda lo spettro lacustre presenta lembi residuali di saliceti igrofili e arbusteti caratterizzati dalla dominanza di salici e altre specie adattate a sopportare l’umidità del suolo, per brevi e lunghi periodi dell’anno. Fra questi si osservano il Salice cinerino (Salix cinerea) e il Salice bianco (Salix alba). La maggior parte delle sponde del lago è per lo più ricoperta da vasti roveti (gen. Rubus sp.pl.). Fra le specie di interesse botanico si osservano comunità rampicanti di Clematide (Clematis viticella) e un sottobosco ricco di Edera (Hedera helix). L’occhio dell’osservatore potrà inoltre scorgere nel periodo autunnale il particolare frutto aranciato dell’Alchechengi (Physalis alchechengi). Le dense formazioni a rovo, da un lato costituiscono una forte semplificazione della diversità floristica, per contro formano una barriera protettiva verso l’ambiente lacustre che si configura quale fascia tampone, ovvero un’area costituita per lo più da densa vegetazione arbustivo-arborea che: • • • assorbe i nutrienti provenienti dai vicini coltivi, evitando che raggiungano le acque del lago; consolida le rive con la crescita degli apparati radicali; funge da barriera verso i rumori esterni. La fauna Le acque del lago sono frequentate da differenti specie ittiche, alcune delle quali alloctone (cioè provenienti da altri Paesi); tra queste vanno citate il Persico sole (Lepomis gibbosus), il Persico trota (Micropterus salmoides) e il Pesce gatto (Ictalurus sp.). Sono inoltre presenti la Carpa (Cyprinus carpio) e la Scardola (Scardinus erythrophtalmus). Ai margini del lago si possono osservare le Rane verdi (Pelophylax kl. esculentus) Anfibi strettamente acquatici anche nella fase adulta, mentre altre specie come la Raganella (Hyla intermedia) o la Rana agile (Rana dalmatina) sono maggiormente legate alla vegetazione spondicola. Si possono osservare alcune specie di anatre come il comune Germano reale (Anas plathyrhynchos) o il Moriglione (Aythya ferina). Altre specie di Uccelli sono legate prevalentemente alla vegetazione arborea e arbustiva presente sulle sponde e alle aree coltivate circostanti. Tra le specie d’interesse comunitario presenti in periodo riproduttivo vanno sicuramente ricordati il Marangone minore (Phalacrocorax pygmaeus), la Nitticora (Nycticorax nycticorax) e la Garzetta (Egretta garzetta) che nidificano nelle cave di Cinto Caomaggiore. Il Falco di palude (Circus aeruginosus) compare con individui in migrazione, mentre il Martin pescatore (Alcedo atthis) nidifica in ambiti limitrofi. Lungo i sentieri che percorrono le sponde si possono osservare anche alcune specie di Rettili; tra queste le più comuni sono il Ramarro (Lacerta viridis), la Lucertola muraiola (Podarcis muralis) e la Biscia d’acqua (Natrix natrix). Flora: olmo comune, Ulmus minor Punto GPS: 2349318, 5079360 L’Olmo comune, nome scientifico Ulmus minor, è una pianta che appartiene alla famiglia delle Ulmaceae. Essa comprende numerose specie tipiche delle zone temperate, però in Europa presenta poche specie spontanee, fra le quali, oltre all’Olmo, nella pianura veneto-friulana è noto il Bagolaro (Celtis australis). L’olmo è un albero caducifoglio, le cui foglie ruvide hanno generalmente la massima larghezza oltre la metà della lamina; esse sono inoltre di forma obovata o lanceolata e con il margine dentato. La forma della foglia può ricordare quella del carpino nero dal quale si distingue per la caratteristica inserzione asimmetrica della lamina rispetto al picciolo. È presente in Europa e nel Caucaso ed è talora comune in boschi e siepi igrofili fino ad un massimo di 1600 m sul livello del mare. In ambiente planiziale, lungo terrazzi fluviali, può formare boschi in associazione principale con la Farnia Quercus robur noti come Querco-carpineti palniziali, oggi rari e tutelati da una direttiva europea (Direttiva 92/43/CEE) relativa agli habitat naturali e seminaturali. Gli individui adulti di Olmo in Europa sono stati soggetti a decimazioni da grafiosi, una malattia provocata dal fungo patogeno (Ophiostoma ulmi). Flora: Cannuccia palustre, Phragmites australis Punto GPS: 2349558, 5079445 La cannuccia palustre, nome Phragmites australis, è una grande graminacea, appartenente alla famiglia delle Poaceae. Se dal punto di vista scientifico la sua determinazione richiede una certa esperienza e l’utilizzo di un buono stereoscopio, la sua struttura e l’ecologia la rendono facilmente riconoscibile. Si tratta di un’alta erba palustre dal fusto foglioso fino all’apice con una caratteristica infiorescenza a pannocchia ricca. Forma spesso dense popolazioni, talora monospecifiche, lungo gli argini di corpi idrici, siano essi canali, stagni o paludi, anche in presenza di acque salmastre. La cannuccia palustre un tempo era usata come strame oppure per ricoprire tettoie. Si tratta di una specie comune quasi in tutto il mondo e che non ha problemi di conservazione, anzi in certi casi il suo adeguato contenimento contribuisce ad aumentare la biodiversità vegetale dei prati umidi. Il canneto è habitat preferenziale per molte specie animali e assume una particolare importanza per la nidificazione di alcune specie di uccelli. È il caso del lago Premarine, in buona parte del suo perimetro ha sponde molto ripide e poco diversificate, di conseguenza i piccoli lembi di canneto presenti diventano piccole oasi di biodiversità animale. Fauna: Marangone minore (Phalacrocorax pygmaeus) Punto gps: 2349335, 5079328 Piccolo cormorano comparso di recente, si trova al limite occidentale del suo areale di distribuzione (Medio Oriente). Si riproduce nella parte veneta del lago in una piccola colonia. Predilige gli specchi d’acqua dolce o salmastra caratterizzati da densa copertura vegetale, frequentemente viene osservato lungo i canali ed i corsi d’acqua di risorgiva. La riproduzione avviene nel mese di maggio e i piccoli si involano dopo circa 70 giorni. La dieta comprende piccoli pesci, anfibi ed invertebrati acquatici. Di colore nero scuro con riflessi verdastri e bronzei (gli immaturi presentano invece un piumaggio marrone scuro) si distingue dal più grande cormorano (Phalacrocorax carbo) per le dimensioni ridotte, la coda proporzionalmente più lunga ed il becco significativamente più corto. Fauna: Moriglione (Aythya ferina) Punto gps: 2349514, 5079374 Quest’anatra frequenta il lago durante il periodo dello svernamento, mentre in primavera ed estate si sposta nelle zone riproduttive collocate nell’Europa centro orientale e nell’Asia occidentale. Il maschio presenta un caratteristico capo color rosso mattone e la zona del petto e del sottocoda neri; il resto del corpo è grigio cenere. La femmina, come spesso accade nelle anatre, presenta colori grigio bruni meno appariscenti. Come la Moretta (Aythya fuligula) ed altre specie congeneri ama gli specchi d’acqua ampi e profondi dove ricerca il cibo immergendosi; queste anatre, in virtù di tale comportamento, vengono definite “tuffatrici” e distinte dalle anatre “di superficie” che ricercano il cibo nell’acqua poco profonda immergendo al massimo il collo (Germano reale - Anas plathyrhynchos) Il Moriglione si nutre di vegetazione acquatica, piccoli pesci ed invertebrati. Sono noti alcuni casi di nidificazione a livello regionale nella Riserva naturale Valle Canal Novo a Marano Lagunare (UD). Fauna: Persico trota (Micropterus salmoides) Punto gps: 2349481, 5079445 Il Persico trota o Black bass è un perciforme alloctono proveniente dal Nord America, che è stato introdotto in molte acque italiane per fini alieutici. L’immissione di questo predatore ha nel tempo generato notevoli squilibri negli ecosistemi acquatici locali per la forte pressione esercitata su alcune specie e per la competizione con il Luccio ( Esox lucius ) specie autoctona posta all’apice delle reti alimentari. Il Persico trota è un pesce dalle dimensioni compatte, caratterizzato da una bocca molto grande (viene chiamato anche Boccalone), che può raggiungere i 3 – 4 chilogrammi di peso. Predilige le acque ferme o poco correnti con abbondante vegetazione. La dieta è molto ampia, comprendendo pesci, invertebrati, anfibi, piccoli di uccelli e micromammiferi acquatici. Nel periodo riproduttivo (aprile – luglio) il maschio costruisce una depressione (“nido”) dove la femmina depone le uova; a carico del maschio sono anche le successive cure parentali.