SUPERFICIE 475.440 km² POPOLAZIONE milioni (2012) LINGUA Swahili, Inglese Cristiani 40%, Animisti 40% e RELIGIONE Musulmani 20% CAPITALE Yaoundè FORMA ISTITUZIONALE Repubblica presidenziale VALUTA Franco camerunense Fonte: SACE, Banca Mondiale, African Studies Center Quadro politico La Repubblica del Camerun, divenuta indipendente dalla Francia il 1° gennaio 1960, è un Paese stabile dal punto di vista politico grazie alla leadership ininterrotta dal 1982 di Paul Biya, rieletto il 9 ottobre 2011 a Presidente della Repubblica e Capo del partito di Governo RDPC, le cui promesse elettorali per un rilancio dell’economia e l’inizio delle grandi opere infrastrutturali appaiono relativamente rispettate. La politica estera del Paese rimane principalmente focalizzata sugli sforzi di integrazione regionale della zona CEEAC, attraverso l’adozione di programmi economici e di cooperazione sub-regionale fondati sulla complementarietà delle risorse e dei bisogni delle rispettive economie. Per quanto riguarda la pace e la sicurezza, il Camerun mantiene una politica estera di non allineamento, senza assumere ingerenze nelle singole vicende interne, ma al contempo deplorando il persistere di conflitti interni, come nei casi della RDC, Darfur e Somalia. In questi tre ambiti, il Camerun ha partecipato in passato con l’invio di propri contingenti sotto l’egida internazionale (operazioni di peacekeeping dirette dall’ONU) per migliorare la situazione di sicurezza e limitare i focolai di tensione. Quadro macroeconomico Il Camerun è l’ottavo per reddito pro-capite (quasi 11.000 US $ a prezzi correnti) ed il dodicesimo produttore di petrolio in Africa (in media 64.000 barili al giorno). L’economia è diversificata: basata su prodotti agricoli, sulle risorse forestali e sul settore petrolifero, attivo dal 1977, quando sono stati scoperti i primi giacimenti del Paese. L’agricoltura, compresi anche l’allevamento, la pesca e le foreste, svolge un ruolo molto importante nell’economia del Paese, contribuendo per il 20% alla formazione del PIL ed impiegando il 60% della popolazione attiva. Il comparto agricolo e della pesca offre buone potenzialità future, sebbene le carenze infrastrutturali ed i metodi produttivi inefficienti ne limitino il potenziale di crescita. Anche il settore del legno è cresciuto, sulla spinta della domanda asiatica (specialmente cinese). La politica economica del Paese basa il 46% del PIL sui servizi, che rappresentano la principale fonte di occupazione per la popolazione, mentre il settore manifatturiero presenta una quota intorno al 18% del PIL, dominato dalla produzione di alluminio, dalla raffinazione del petrolio e dalla produzione di beni di consumo per il mercato locale come sigarette, cemento, prodotti tessili ed alimentari. L’importanza del petrolio, asse principale della politica economica e del PIL, è diminuita negli ultimi anni a causa del rallentamento degli investimenti in nuovi progetti e dell’invecchiamento delle infrastrutture estrattive. Con lo sviluppo dell’oleodotto tra Chad e Camerun, quest’ultimo si candida a rafforzare la propria posizione nel settore petrolifero, affermandosi come centro di stoccaggio del greggio. Il potenziale minerario del Paese è notevole: il Camerun possiede, infatti, giacimenti di ferro, oro, bauxite, diamanti, nickel, il cui sfruttamento è basato su una gestione frammentata e artigianale, per le necessità di sussistenza delle comunità locali. Già nel 2001, con l'assistenza della Banca Mondiale, era stato avviato un processo di riforme che, con l'adozione di un Codice normativo in materia di sfruttamento dei giacimenti varato lo stesso anno e poi emendato nel 2010, permetteva l’entrata in vigore 100 licenze di esplorazione dei giacimenti. Tuttavia solo tre sono stati i progetti industriali concretizzati (uno per l'estrazione del ferro a Mbalam, un secondo per il nickel a Lomié ed un terzo per la bauxite a Ngaoundere) a causa delle lunghe e complesse procedure burocratiche e dell'inadeguatezza delle infrastrutture a livello locale. Per tali ragioni, circa il 30% del bilancio statale è stato riservato agli investimenti pubblici per lo sviluppo infrastrutturale e pertanto è stato dato il via ad importanti progetti tra cui: l’ingrandimento del bacino idroelettrico di Lom Pangar, la costruzione di un nuovo bacino idroelettrico sfruttando il fiume Ntem (nel sud del Paese), della diga di Nachtigal (330Mw attesi) e di una centrale elettrica alimentata con il “gas flaring” delle estrazioni petrolifere a Kribi (216 Mw). Gli impianti dovrebbero essere realizzati entro la fine di quest’anno e permetteranno di adeguare l’offerta alla crescente domanda di energia, in linea con il Document de Strategie pour la Croissance et l’Emploi, piano strategico per la crescita e l’occupazione varato dal Presidente nel 2010. Il deficit delle partite correnti ha mantenuto livelli contenuti negli ultimi anni grazie al basso costo di servizio del debito, politiche fiscali restrittive e l’elevato prezzo del greggio. Tuttavia il saldo ha un’alta volatilità legata al prezzo del petrolio e delle altre materie prime che costituiscono il perno centrale delle esportazioni. L’economia è caratterizzata anche da un’elevata propensione all’import. Le riserve valutarie estere si sono mantenute sufficienti sempre grazie all’export di materie prime. Il Camerun è l'unico paese del gruppo di stati dell'Africa Centrale ad aver firmato un accordo interinale con l'UE, accordo che prevede l'apertura totale del mercato europeo ai prodotti camerunensi ed una progressiva liberalizzazione del mercato locale ai prodotti provenienti dall’Europa. Principali indicatori economici: 2010 2011 2012 s 2013 p 2014 p PIL (variazione % reale) 3,3 4,1 4,7 5,0 5,2 Inflazione media annua (%) 1,3 2,9 2,9 2,6 2,5 Saldo Bilancio pubblico/PIL (%) -0,2 -2,0(s) -3,6 -4,4 -4,5 Bilancia dei pagamenti 2010 2011 2012 s 2013 p 2014 p Esportazioni ($ mld) 4,3 5,5 6,0 6,0 6,4 Importazioni ($ mld) -4,6 -5,6 -6,3 -6,8 -7,3 Saldo transazioni correnti/PIL (%) -3,8 -2,9 -3,8 -5,3 -5,4 2010 2011 2012 s 2013 p 2014 p 3,2 3,1 3,2 3,5 3,8 14,2 12,1 12,8 12,6 13,2 Riserve valutarie lorde ($ mld) 3,7 3,2 3,4 3,4 3,3 Riserve valutarie import.) 6,9 5,2(s) 4,9 4,5 4,1 Debito estero totale ($ mld) Debito estero totale/PIL (%) lorde (mesi Fonte: SACE; s: stime; p: previsioni Rischio Paese Sace, gruppo assicurativo-finanziario attivo nell’export credit, nell’assicurazione del credito, nella protezione degli investimenti, nelle garanzie finanziarie, nelle cauzioni e nel factoring, colloca il Camerun nella sesta categoria di rischio, essendo la settima categoria quella che denota il maggior rischio. Indicatori di rischio OCSE Standard&Poor’s Moody’s Fitch Rating 6 - B B Indicatori di Business Attuale Climate Precedente 161° su 183 156° su 183 Index of Economic 133° su 177 Freedom 2012 135° su 183 Corruption Perceptions 2011 134° su 182 Doing Business 2013 Index 144°su 176 Fonte: EIU, settembre 2013 Rischi politici Il Presidente Biya detiene il controllo autoritario del potere e la mancanza di forze di opposizione e di leaders cui passare il testimone, unita alla fragilità delle istituzioni politiche, pone per il futuro interrogativi sulla stabilità politica complessiva. L’esecutivo mantiene una forte influenza sia sul potere legislativo che su quello giudiziario. Nell’aprile 2013 si sono tenute le prime elezioni del Senato, già previsto in costituzione dal 1996 ma mai stato attivato, contribuendo al rafforzamento dell’autorità presidenziale. La longevità del regime ha accresciuto un sentimento d’insoddisfazione ed una potenziale conflittualità sociale, specialmente tra le popolazioni anglofona e musulmana, difficilmente appianabili attraverso i procedimenti elettorali data la disorganizzazione dell’opposizione ed il controllo radicato del partito di Governo sulle istituzioni locali. Rischi economici La transizione ad un’economia non basata esclusivamente sul petrolio limita le prospettive economiche camerunensi. Il piano di investimenti infrastrutturali e lo sfruttamento delle risorse forestali rappresentano una fonte di sostegno alla crescita reale nel medio periodo. L’inflazione, sebbene contenuta, potrebbe appesantirsi nel medio periodo in caso di svalutazioni del franco CFA, incidendo pesantemente sui prezzi di cibo ed energia. Tra il 1995 ed il 2000 lo stato ha messo sul mercato le banche di stato, portando all’attuale sistema basato su 13 banche nazionali. Tuttavia il settore resta debole, non tutte le banche rispettano i criteri prudenziali e l’economia manca di una solida infrastruttura creditizia. La borsa, attiva dal 2006, è ancora poco sviluppata e gli scambi restano modesti. Rischi operativi L’attività economica privata soffre il peso di un alto tasso di corruzione, una burocrazia eccessiva e la mancanza di infrastrutture adeguate. Diverse aree del Paese sono, inoltre, soggette a rischio inondazione durante la stagione delle piogge ed a fenomeni connessi all’attività vulcanica. Problemi legati alla pirateria nel Golfo di Guinea. Prospettive future Stabile a livello politico e hub di esportazione regionale e accesso al mare della zona –sta pian piano andando a costituire una piattaforma geografica verso i paesi “landlocked” che non hanno sbocco sulla costa: si prevede per il Camerun un ampliamento della rete commerciale, grazie alla possibilità di esportare i suoi prodotti negli Stati limitrofi in un’area che comprende circa 300 milioni di potenziali consumatori, favorito anche dalla presenza del porto internazionale di Douala. È previsto un piano di dismissioni delle imprese statali meno competitive, che dovrebbe promuovere una maggior concorrenza. Il settore privato viene considerato come il principale motore sul quale basare la crescita economica, pertanto il Paese è interessato alla ricerca di partner ed investitori stranieri, già attratti da una forza lavoro caratterizzata da bassi costi della manodopera, anche qualificata (un vantaggio per le attività produttive ad elevata intensità di lavoro) e dalla garanzia sul libero trasferimento dei ricavi generati dal capitale investito. È stato avviato, inoltre,un ambizioso piano di riforme economiche, che punta alla semplificazione delle procedure fiscali e doganali e di quelle per la costituzione delle imprese attraverso uno sportello unico per le procedure amministrative che offre vantaggi economici e fiscali, incoraggiando la creazione di zone industriali di libero scambio e prevede una serie di agevolazioni ed incentivi all’investimento. Interscambio con l’Italia Nel 2012 il deficit italiano è diminuito del 19,8%, con un saldo negativo pari a circa 163 milioni di euro (-203,5 nel 2011). Le esportazioni dal nostro Paese, in crescita del 7% tra il 2002 ed il 2012, sono incentrate prevalentemente su meccanica strumentale (25,9%), prodotti chimici (16,5%) e apparecchiature elettriche (14,6%) e nei primi mesi del 2013 hanno registrato un ulteriore rialzo rispetto al primo semestre 2012, al contrario l’import che è calato pesantemente (-59%). GENOVA-CAMERUN Attualmente le imprese genovesi operanti con il Camerun sono 10. Marzo 2014