Notiziario 23

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Numero 23, Anno tredicesimo, Dicembre 2008 - Tiratura 2.500 - Distribuzione gratuita
TUTELA DEL MALATO DI PSORIASI E VITILIGINE
ASNPV Sede Sociale:
Via Bergognone, 43 - 20144 Milano - Tel. 333 8202044 - Fax 02 700406203
Aderente:
Notiziario interno dell’ASNPV Onlus
per la tutela del malato di psoriasi e vitiligine
Numero 23, Anno tredicesimo, dicembre 2008
Informazioni e segreteria
Tel 333 8202044
Fax 02 700406203
Presidente
Grazia Soldan
Vice Presidente
Pierluigi Ferdinando Pennati
Segretaria
Patrizia Belluschi
Tesoriere
Giovanna Negri
Consiglieri
Alessandro Toraldo
Paolo Giannasi
Francesco Galvan
Progetto grafico ed impaginazione
Stefano Bonetti
Comitato scientifico
Luigi Naldi, Giovanni Tagliavini,
Sandra Lorenzi, M. Cristofolini,
M. Zanoni, Alberto Beretta,
Paola Mosconi.
Notiziario informativo a distribuzione gratuita.
Gli articoli vengono pubblicati a giudizio
dell’Associazione.
È permessa la riproduzione di articoli ed illustrazioni
purché ne sia citata la fonte. Le opinioni espresse
negli articoli non impegnano l’associazione se non
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- Sito web Psoriasi e Vitiligine:
www.asnpv.it - e.mail: [email protected]
INDICE
Redazionale - Grazia Soldan
p. 3
La Ricerca di Modalità Efficaci e Sicure per il
Controllo Clinico della Psoriasi
p. 3
Luigi Naldi
Pazienti Competenti, Medici Competenti:
Un Incontro Possibile
p. 4
Giovanni Tagliavini
Psoriasi ed Annessi Cutanei
p. 5
Sandra Lorenzi
Psoriasi e Termalismo
p. 6
M. Cristofori, E. Armani, A. Calza, D. Cottoni, M. Zanoni
Titolo Relazione: Modulazione Immunitaria e
Risposta Terapeutica Indotti da Aferesi Selettiva
di Granulociti e Monociti: Risultati Preliminari
p. 7
Alberto Beretta
La Rilevanza di Esiti e Quisiti della Ricerca Clinica
Attuale Secondo le Associazioni di Pazienti
Paola Mosconi
p. 7
20 Anni con i Pazienti di Psoriasi e Vitiligine
REDAZIONALE
Carissimi,
un altro anno sta per finire, il 20° per ASNPV
onlus.
Da 20 anni ASNPV onlus garantisce democrazia,
trasparenza ed assoluta assenza di fini di lucro,
per sé e per i suoi operatori.
È stato un percorso difficile ma che dà lentamente i suoi frutti, la coerenza ci impedisce di
espanderci velocemente e come, probabilmente,
meriteremmo, ma ci dà la consapevolezza che
la nostra azione è veramente no profit e che tutto quello che riusciamo a fare è esclusivamente
nell’interesse del paziente.
Come sempre il nostro appello è di partecipare
alla vita associativa, non aspettate le nostre proposte, proponete cui attività da promuovere e, se
volete, occupatevene in prima persona: ASNPV
onlus è un’associazione di pazienti, non ci sono
padroni o membri del direttivo a vita, il bilancio
è pubblico e si fanno elezioni ogni 3 anni.
Aiutateci ad aiutarvi, abbiamo bisogno di persone che con un minimo di partecipazione per-
Buon Natale
e
Felice 2009
mettano all’idea associativa di svilupparsi ulteriormente.
Questo è il regalo che vi chiediamo, questo è
il regalo che vi facciamo, il vostro sostegno, il
nostro impegno di sempre.
In questo numero completiamo la pubblicazione
degli abstract del congresso per i nostri 20 anni
con l’aggiunta di un articolo sulla ricerca indipendente.
Il nostro notiziario, che come sempre speriamo
sia di vostro gradimento, non contiene autocelebrazioni e non millanta importanti successi,
il nostro notiziario vuole essere un servizio al
paziente ed un segnale concreto di presenza accanto al paziente.
Come sempre solo articoli di interesse, ma se
avete richieste particolari o proposte di collaborazione, fatecelo sapere, saremo lieti di aderirvi
nell’interesse del paziente. No alla pubblicità, no
ai messaggi ingannevoli, sempre e solo verità,
trasparenza e tutela del malato di psoriasi e vitiligine.
Buone feste a tutti quanti!
Grazia Soldan
Presidente ASNPV - onlus
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20 Anni con i Pazienti di Psoriasi e Vitiligine - Abstracts del Convegno
LA RICERCA DI MODALITÀ
EFFICACI E SICURE PER IL
CONTROLLO CLINICO
DELLA PSORIASI
Luigi Naldi - USC Dermatologia e Centro Studi GISED,
Ospedali Riuniti, Bergamo
Traduzione libera dell’editoriale:
Luigi Naldi. The search for effective and safe disease
control in psoriasis. Lancet 2008;361:1311-12.
4
Vivere con la psoriasi è un’esperienza che
coinvolge molto più che la pelle.
“Sono coperto di squame argentee.
Pozzanghere bianche si formano ovunque io
riposi le mie membra. Per quanto vigorosi,
siamo oggetti disgustosi per l’amore. Pur
dotati di buona vista, non sopportiamo di
volgere lo sguardo su noi stessi. Il nome
di questa malattia, in termini spirituali, è
Umiliazione”.
Così riferisce la propria esperienza lo
scrittore John Updike, lui pure sofferente di
psoriasi….
E’ evidente come un adeguato controllo della
malattia ottenuto con trattamenti sistemici
possa offrire vantaggi a chi soffre di psoriasi
estesa.
In anni recenti, accanto a trattamenti
convenzionali come la ciclosporina, il
metotrexate, gli psoraleni associati a
luce ultravioletta, si sono aggiunte nuove
molecole, talora derivate dall’ingegneria
genetica ed in questo caso identificate, anche
se impropriamente, col termine di “farmaci
biologici”.
In ogni caso, nonostante i progressi,
qualsiasi sia il trattamento considerato, alla
sua sospensione segue, in tempi variabili, la
ripresa della malattia.
I farmaci sistemici possono essere associati
a vari gradi di tossicità e differenti strategie
sono state proposte per ridurre i rischi come
trattamenti rotazionali e intermittenti.
I pazienti considerano, in genere, il
mantenimento a lungo termine e la sicurezza
degli interventi come più importanti rispetto
alla velocità di risposta al trattamento a breve
termine.
Nonostante ciò, la maggior parte degli studi
che precedono la registrazione dei nuovi
farmaci, prevede valutazioni degli effetti solo
a breve termine.
Inoltre, nonostante siano disponibili numerose
opzioni terapeutiche per la malattia, la quasi
totalità degli studi confronta un nuovo
farmaco con un trattamento inattivo (il
cosiddetto “placebo”) sollevando problemi
etici (i pazienti attribuiti al placebo sono
privati pur a breve termine di un trattamento
attivo) e di rilevanza clinica dei risultati (come
giudicare, in mancanza di confronti diretti, i
vantaggi dei nuovi farmaci rispetto a quelli
già esistenti?).
Vi è la necessità che le Agenzie che si
occupano della registrazione dei nuovi
farmaci come l’FDA americano e l’EMEA
a livello europeo, rivedano i requisiti
richiesti agli studi clinici che precedono la
registrazione di un farmaco, avendo criteri
più stringenti per l’uso del placebo (il ricorso
al placebo si può comprendere, ad esempio,
quando si studino pazienti che non abbiano
risposto ai trattamenti già disponibili).
Un ulteriore limite degli studi pre-registrazione
riguarda l’impossibilità di escludere, sulla
base dei dati ottenuti, problemi di tossicità
infrequenti o rari o che compaiano dopo un
periodo di latenza.
Si rendono, in questo caso, necessari studi a
lungo termine post-registrazione come è, ad
esempio, il programma Psocare promosso
dall’Agenzia del Farmaco italiana (AIFA).
Tutte le considerazioni sopra esposte si
possono applicare, ad esempio, al farmaco
ISA247, analogo della ciclosporina, del quale
la rivista Lancet presenta uno studio clinico
nella psoriasi.
In conclusione, esiste la necessità di rivedere
i criteri di sviluppo dei nuovi farmaci per la
psoriasi, promuovendo confronti diretti tra
differenti opzioni terapeutiche, studi a lungo
termine e programmi di valutazione “postmarketing” che anticipino eventuali rischi
per un uso allargato nella normale pratica
clinica.
Esiste, in sintesi, la necessità di una ricerca
indipendente da interessi industriali orientata
ad ottenere reali benefici per i pazienti.
20 Anni con i Pazienti di Psoriasi e Vitiligine - Abstracts del Convegno
PAZIENTI COMPETENTI,
MEDICI COMPETENTI:
UN INCONTRO POSSIBILE.
PSORIASI ED ANNESSI
CUTANEI
Sandra Lorenzi
Sezione di Clinica Dermatologica - Dipartimento
di Medicina Clinica Specialistica e Sperimentale
Università degli Studi di Bologna.
Giovanni Tagliavini
Dirigente Medico Psichiatra
Azienda Ospedaliera San Paolo - Milano
Con la mia relazione cercherò di cogliere
l’occasione, purtroppo ancora piuttosto rara,
di avere una platea in cui sono presenti sia
medici che pazienti, insieme.
Presenterò alcune riflessioni sugli attuali
problemi riguardanti i rapporti tra “curanti e
curati”.
Gli
approcci
tradizionali,
ancora
oggi
ampiamente insegnati nelle facoltà di
medicina senza particolare riflessione o
contraddittorio, stanno mostrando sempre
più i loro limiti e necessitano quadri di
comprensione e intervento più ampi.
Come
affrontare
i
problemi
della
soddisfazione di pazienti e operatori? Del
mantenimento di buoni standard di qualità
a fronte di limitazioni delle risorse? Della
compartecipazione al progetto di cura di tutte
le figure coinvolte? Dell’intervento integrato
nelle malattie croniche?
Saranno introdotti i concetti di empowerment,
approccio
centrato
sulla
relazione,
condivisione decisionale, co-responsabilità,
e sottolineata la grande importanza che ha
l’associazionismo di pazienti e parenti nel
rendere possibile una Sanità migliore.
Circa il 50% dei pazienti affetti da psoriasi
presenta un interessamento delle unghie
e non è raro che la malattia si localizzi
solo in questa sede, risparmiando la cute
non annessiale. Le ragioni della frequente
localizzazione della psoriasi alle unghie
risiedono, almeno in parte, nella loro facile
esposizione ai traumatismi - le attività manuali
per le unghie delle mani ed i microtraumi
provocati dalle calzature per quelle dei piedi
- che agirebbero come fenomeno di Koebner.
Le alterazioni ungueali indotte dalla psoriasi
possono provocare gravi limitazioni funzionali
ai pazienti, e notevoli problemi estetici.
Rispetto alla psoriasi della cute, la psoriasi
delle unghie ha manifestazioni cliniche molto
più polimorfe, in quanto possono essere
coinvolti in varia misura i diversi componenti
dell’apparato ungueale, producendo sintomi
molto diversi. Contrariamente alla forma
cutanea, la psoriasi ungueale non migliora
dopo esposizione al sole, ma anzi spesso
peggiora durante i mesi estivi.
La psoriasi del cuoio capelluto è molto
frequente tanto da interessare il 50-75%
dei pazienti. A livello del cuoio capelluto
si manifesta con chiazze del tutto simili
a quelle cutanee; tutto il cuoio capelluto
può essere diffusamente interessato da una
calotta eritemato-desquamativa costituita
da squame grigiastre ben adese. La psoriasi
del cuoio capelluto può associarsi in alcuni
casi a una maggiore caduta di capelli o
ad una vera e propria alopecia psoriasica.
Sebbene raramente la psoriasi del cuoio
capelluto può associarsi ad alopecia areata.
Questa associazione è interessante in quanto
la psoriasi sembra esercitare un effetto
protettivo nei confronti dell’alopecia areata.
E’ importante nell’approccio terapeutico di
queste forme di psoriasi che il paziente impari
a gestire la terapia in relazione all’andamento
della malattia.
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20 Anni con i Pazienti di Psoriasi e Vitiligine - Abstracts del Convegno
PSORIASI E TERMALISMO
M. Cristofolini, E. Armani, A. Calza,
D. Cattoni, M. Zanoni
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Gli effetti benefici della terapia termale nella
psoriasi, un tempo avallate dalla tradizione
empirica millenaria, sono stati ultimamente
confermati con ricerche scientifiche nell’ottica
della medicina basata sull’evidenza.
Questo è anche il percorso seguito presso le
Terme di Comano. Le ricerche sulle dermatiti
ed in particolare sulla psoriasi, erano limitate
all’inizio a studi clinici osservazionali; ora
si sono aggiunti contributi scientifici più
rigorosi quali studi clinici controllati (casocontrollo su pazienti randomizzati in doppio
cieco) e studi sperimentali.
La valutazione delle modificazioni nella psoriasi
dopo balneoterapia e fotobalneoterapia a
Comano è stata facilitata dall’utilizzo di test
obiettivi sulla gravità ed estensione delle
malattie cutanee (test PASI, SCORAD, ecc.).
Altre ricerche hanno interessato la riduzione
del consumo di farmaci e del ricorso a visite
mediche, ricoveri, assenze per malattia
in pazienti affetti da psoriasi e dermatiti
eczematose nei mesi seguenti il soggiorno
termale a Comano, paragonato ad analogo
periodo nel quale il paziente non aveva in
precedenza frequentato le terme.
Studi sperimentali in vitro sono stati avviati
in alcune realtà termali con indirizzo alla
dermatologia (soprattutto stazioni termali
francesi) nelle quali sono state valutate
le attività di alcune cellule (mastociti,
linfociti, ecc.) di soggetti affetti da malattie
dermatologiche dopo aggiunta di acqua
termale. A Comano una interessante ricerca
ha dimostrato che i cheratinociti di individui
affetti da psoriasi in coltura producevano
meno citochine dopo l’aggiunta di acqua
termale, fenomeno non presente se alle
colture si aggiungeva acqua ultra pura.
Altre interessanti ricerche riguardano la
qualità della vita del paziente dermatologico
che appare nettamente migliorata per molti
mesi dopo il soggiorno termale a Comano.
Sono in corso studi per valutare le
modificazioni nel comportamento di pazienti
affetti da patologie dermatologiche e dei loro
familiari che frequentano le Scuole dell’Atopia
e della Psoriasi alle Terme di Comano.
Azienda per il Turismo Soc. Coop.
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20 Anni con i Pazienti di Psoriasi e Vitiligine - Abstracts del Convegno
TITOLO RELAZIONE:
MODULAZIONE
IMMUNITARIA E RISPOSTA
TERAPEUTICA INDOTTI
DA AFERESI SELETTIVA DI
GRANULOCITI E MONOCITI:
RISULTATI PRELIMINARI.
Alberto Beretta
Ospedale San Raffaele
L’aferesi selettiva di granulociti e monociti
(GCAP) è da qualche anno impiegata nella
terapia di patologie infiammatorie croniche
sostenute da una iperattivazione dell’asse
immunitario Th1. La psoriasi è un esempio di
tali malattie ma sono molto pochi i dati finora
riportati in letteratura sull’impiego del GCAP.
Nella nostra clinica abbiamo recentemente
eseguito uno studio pilota su pazienti affetti
da psoriasi e concomitante infezione da HIV,
un quadro clinico di particolare complicanza
in considerazione della controindicazione
all’impiego di terapie immunosoppressive
convenzionali. Il razionale che ci ha spinti a tale
sperimentazione era basato su osservazioni
fatte in pazienti HIV che indicavano l’induzione
di una modulazione di alcuni recettori di
homing in linfociti e monociti di pazienti
sottoposti a GCAP. Fra i recettori coinvolti
nel processo di modulazione indotto dal
GCAP, il CXCR3, un recettore chemochinico
più coinvolto nella patogenesi della psoriasi,
risultava particolarmente “normalizzato”
dopo terapia con GCAP. Abbiamo pertanto
eseguito uno studio su sei pazienti affetti
da psoriasi che sono stati sottoposti a sei
cicli di GCAP. Ogni sessione consiste in una
seduta di aferesi della durata di un ora nel
corso della quale il sangue del paziente viene
filtrato su colonne di acetato di cellulosa e
reiniettato nel paziente. In cinque su sei dei
pazienti abbiamo osservato una riduzione
significativa della sintomatologia (PASI).
In una paziente, a seguito di un secondo
ciclo di sei sedute praticato due mesi dopo la
fine del primo ciclo, abbiamo ottenuto una
remissione totale della sintomatologia, anche
documentata istologicamente. Abbiamo
inoltre confermata la down-modulazione del
recettore CXCR3. Da notare che, a conferma
di dati riportati in letteratura e di altre nostre
sperimentazioni su pazienti affetti da patologie
infiammatorie, il GCAP non ha rivelato nessun
effetto collaterale ed è risultato molto ben
tollerato dai pazienti. I risultati incoraggiano
una sperimentazione più approfondita su
questa terapia che potrebbe rivelarsi un utile
alternativa a terapie immunosoppressive in
pazienti non eligibili per tali terapie.
DOMANDE PER PARTECIPANTI:
1. quali cellule del sangue periferico vengono
estratte dalla procedura GCAP:
risposte:
A: granulociti e monociti
(risposta esatta);
B: leucociti;
C: linfociti e monoliti.
2. quante sedute GCAP sono normalmente
applicate nel corso del primo ciclo terapeutico:
risposte:
A: cinque settimanali
(risposta esatta);
B: cinque con frequenza
bigiornaliera;
C: dieci settimanali.
3. gli effetti del GCAP sono legati a:
risposte:
A: la filtrazione di granulociti
e monoliti;
B: la filtrazione di granulociti,
monociti e linfociti;
C: la filtrazione di granulociti
e monociti e la modulazione
dei recettori di adesione e
homing dei linfociti
(risposta esatta).
7
20 Anni con i Pazienti di Psoriasi e Vitiligine - Abstracts del Convegno
SINTESI DELLA RELAZIONE
Paola Mosconi
Gruppo GRAL - Partecipasalute
Istituto Mario Negri di Milano
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Negli ultimi anni si stanno moltiplicando
esperienze di coinvolgimento di pazienti e
cittadini, e loro rappresentanze, in ambiti
medici e sanitari prima appannaggio
esclusivo degli «esperti». Tra i diversi campi
interessati, la ricerca clinica si sta aprendo alla
partecipazione dei cittadini nella definizione
della sua agenda e delle sue priorità.
La relazione riporta i risultati di un’indagine
condotta dal progetto PartecipaSalute sulla
rilevanza di esiti e quesiti della ricerca clinica
attuale secondo le associazioni di pazienti.
Identifica inoltre alcune aree di ricerca future
segnalate dalle associazioni che hanno
risposto all’indagine.
L’indagine si è svolta tramite questionario
sottoposto alle associazioni di pazienti incluse
nel database del progetto PartecipaSalute e
ai rappresentanti di associazioni partecipanti
a un corso di formazione organizzato dal
progetto.
Sono state contattate 147 associazioni di
cittadini e pazienti, 58 associazioni hanno
risposto. Dalle risposte ricevute emerge
che negli ultimi cinque anni gli studi clinici
non hanno ottemperato ai quesiti clinici
ritenuti rilevanti per i pazienti (44%), né
hanno misurato esiti importanti (44%) per il
paziente. Secondo il 59% delle associazioni
esistono aree orfane che necessitano di
ricerca e che non vengono considerate dalla
ricerca clinica attuale. Tutte le associazioni
sono disposte a collaborare strettamente con
il mondo medico-scientifico.
Tutte le associazioni sottolineano la necessità
di essere più vicini al malato. I risultati
dell’indagine smentiscono l’idea diffusa che
i pazienti e loro associazioni richiedano
soprattutto nuove terapie, in particolare
farmaci, e in generale «tecnologia»: la
maggior parte delle priorità di ricerca
indicate riguarda aspetti pratici di gestione
della malattia, fattori psicosociali ed emotivi.
Nonostante il coinvolgimento dei pazienti
e cittadini in questo ambito sia ancora agli
inizi, alcuni studi internazionali mostrano la
possibilità e l’opportunità di definire priorità di
ricerca condivise tra medici e rappresentanti
di pazienti.
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