Stress biotici Stress indotti da organismi viventi I patogeni vegetali sono gli agenti infettanti che causano la malattia 1) L’immobilità costringe le piante a rispondere con sistemi costitutivi o inducibili. 2) Non hanno immunitario un sistema analogo a quello animale. 3) I patogeni causano la diminuzione del 10-30% delle rese annue 4) Circa il 25% dei geni vegetali sono coinvolti durante l’infezione Molti tipi di organismi causano malattie nelle piante Nematodes are large, multicellular animals Oomycete Bacteria Viruses are non-cellular, and merely packaged nucleic acids Bacteria are prokaryotes Fungi and oomyctes are eukaryotes Fungus Fungus Large, E.C. 1940. Advance of the Fungi. Jonathan Cape, London. What makes an interaction into a disease? (Disease triangle) Il patogeno deve superare le difese della pianta The disease triangle (it takes three) Solamente la minoranza delle interazioni creano malattia: perchè? Environment La pianta deve essere suscettibile al dato patogeno L’ambiente deve essere favorevole per l’infezione What makes a successful pathogen? • • Pathogenesis genes and effectors allow the pathogen to enter into the plant, evade the plant’s defenses, and survive and reproduce Numbers – more pathogens increases the chance of success What makes a vulnerable host? • • Poor health – wounded or weakened plants can be more vulnerable A lack of disease resistance genes Phytophthora colocasiae Fraser fir (Abies fraseri) killed by phytophthora root disease Fred Brooks, University of Hawaii at Manoa; Linda Haugen, USDA Forest Service, Bugwood.org The environment affects whether the plant or pathogen wins Temperature Rain Wind Planting density Pollution Other organisms Moisture content Nutrient availability Photo by Jack Dykinga Esempio dell’ influenza dell’Umidità sull’infezione: “La ruggine della patata” Severity of late blight risk 4 3,5 Temp (C) 3 2.1 - 7.1 2,5 7.2 - 11.6 2 11.7 - 15 1,5 15.1 - 26.6 1 > 26.7 0,5 By analyzing patterns of humidity and moisture, it is possible to anticipate the severity of late blight outbreaks, and decide when to use chemical sprays. 0 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 Data from University of California Integrated Pest Management Humans influence diseases Migrations of people and plants Humans add another dimension (making a disease pyramid….) Monoculture Introduced pathogens and vectors Growing practices Photos courtesy Scott Bauer and Bob Nichols, USDA, and Geovantage, Inc. Il primo step nell’infezione è l’adesione e l’ingresso nei tessuti vegetali: - stomi - ferita preesistente - azione meccanica - azione enzimatica Many bacteria produce biofilms Xylella fastidiosa in a xylem vessel Il secondo step porta allo sfruttamento della pianta da parte del patogeno: - Necrotrofico morte della pianta - Biotrofico rimane in vita - Emibiotrofico inizialmente la pianta vive per poi morire in un secondo tempo. I Necrotofi uccidono la cellula e ne sfruttano I nutrienti Gli Emibiotrofi cambiamo lifestyle durante il loro ciclo vitale I Biotrofi vivono nella cellula senza ucciderla Funghi: 2% delle specie totali fungine sono virulente, soprattutto Ascomiceti e Basidiomiceti Ascomycetes Fusarium spp. Botyritis spp. Verticillum spp. Magnaporthe grisea (T.T. Hebert) M.E. Barr; causes blast of rice and gray leaf spot in turfgrasses Basidiomycetes Rhizoctonia spp. (cancri in patate e pomodoro) Phakospora pachyrhizi Sydow; causes Soybean rust Puccinia spp.; causal agents of severe rusts of virtually all cereal grains and cultivated grasses In agricoltura la difesa dai funghi risulta di primaria importanza!!! - necrotrofici: letali, producono enzimi idrolitici o tossine specifiche ed hanno ampi spettri d’azione. Botrytis cinerea Venturia Inaequalis - biotrofici: penetrano parzialmente nei tessuti con una struttura specializzata (austorio), Oidio o Mal Bianco (Uncinula spp) Oomiceti (fungal-like) Phytium e Phytophtora An outbreak potato late blight, caused by Phytophthora infestans, caused the Great Famine of the 1840s 8 Population of Ireland (millions) Emibiotrofici: Phytophtora infestans, iniziale biotrofia poi quando la massa di fungo aumenta notevolmente diventa letale per la pianta 6 4 2 The late blight epidemics of the 1840s hit Ireland particularly hard, and caused mass starvation and emigration 1800 1840 1880 1920 Batteri patogeni per le piante: infestano di solito l’apoplasto causando marcescenza, cancri o essudati. Vita parassitica nella quale il batterio vive negli spazi intercellulari nei vari tessuti e nello xilema e spesso secerne tossine, polisaccaridi ed enzimi idrolitici (pectici, Erwinia). - Pseudomonas - Xanthomonas - Erwinia - Burkholderia - Protobacteria Virus: 40 famiglie di virus a DNA e RNA, soprattutto a RNA singolo filamento+. Causano clorosi, necrosi, zone di infezione a mosaico e rallentamento della crescita. Sono di solito biotrofici e il loro ciclo vitale ha tre step fondamentali: - replicarsi nella cellula infettata - muoversi nella cellule vicine e nei vasi - superare le difese della pianta per colonizzarla completamente. L’inoculo avviene di solito per mezzo di vettori o ferite mentre il movimento avviene via plasmodesmi senza passare la membrana plasmatica. Sistema di difesa delle piante Solo una piccola percentuale delle infezioni risulta in una malattia nelle piante: 1- La pianta non è un ospite per quel patogeno (questo è vero per tutte le varietà di una data specie o genere). Presenta delle barriere fisiche o dei composti tossici che limitano l’infezione (resistenza non ospite, NHR Non Host Resistance). Si basa su una incompatibilità genetica (preesistente) e costitutiva. Tale fenomeno è anche alla base del diverso e spesso limitato spettro d’azione dei vari patogeni. Pseudomonas syringae pv. glycinea Pseudomonas syringae pv. tabaci 2- L’attacco del patogeno prosegue e può innescare delle risposte difensive nella pianta per cui l’infezione rimane localizzata. In questo caso la resistenza non è comune a tutta la specie ma è limitata alla varietà o al cultivar (host resistance). In assenza di queste risposte difensive la malattia prosegue indisturbata. Host resistance Inducibile Risposta rapida indotta dal patogeno nel sito di attacco: richiede sistema preciso di riconoscimento del patogeno (non deve essere attivato in presenza di altri stimoli). Coinvolge solo un certo numero di cellule e dipende da un meccanismo di resistenza indotto dal patogeno. Se l’infezione prosegue si ha una risposta compatibile cioè la malattia. Se l’infezione non prosegue si ha risposta incompatibile, cioè la resistenza. The zigzag model for the quantitative output of the plant immune system Questo ‘sistema immunitario’ vegetale si compone di due momenti principali: 1- La pianta riconosce il patogeno per via di recettori transmembrana (pattern recognition receptors, PRRs) che riconoscono dei ‘pattern’ di molecole specifici del patogeno (microbial- or pathogen-associated molecular patterns, PAMPs, come la flagellina dei batteri, lipopolisaccaridi, componenti parete fungina o batterica). Questa immunità, molto rapida, viene chiamata PTI per PAMP-triggered immunity, è preinvasiva ed è il primo livello di difesa (difesa basale). PRR Le risposte più rapide indotte dai PAMP sono generalmente: -alterazione nei flussi ionici attraverso la membrana -aumento di calcio intracellulare, -generazione di radicali di ossigeno e di ossido nitrico -produzione di etilene. -deposizione di callosio sulla parete -liberazione di composti antimicrobici. In modo un po’ più lento si ha anche aumento della trascrizione di numerosi geni. Il tutto garantisce una modesta protezione. Autofluorescence of callose after aniline blue staining in Arabidopsis treated with flagellin Alcuni patogeni riescono a superare questa difesa basale perché producono e spesso iniettano nella cellula vegetale degli ‘effettori’ che limitano e rallentano la risposta basale PTI. Tali effettori contribuiscono alla virulenza del patogeno e determinano quella che viene chiamata suscettibilità mediata dagli effettori (effectortriggered susceptibility, ETS). Batteri patogeni come P. syringae possono produrre anche 20-30 diversi effettori durante l’infezione. Tali effettori possono essere enzimi, inibitori trascrizionali, inibitori del callosio e sono tipicamente codificati da geni chiamati avr. I funghi producono invece dei piccoli peptidi a funzione ancora poco chiara. 2- il secondo livello di difesa agisce all’interno della cellula viene chiamato ETI (effector triggered immunity) e si basa sulla capacità di alcune varietà all’interno di una data specie vegetale di produrre dei recettori specifici per gli effettori prodotti dal patogeno. Questi recettori sono delle proteine polimorfiche con domini di legame ai nucleotidi e domini ricchi in leucine (NB-LRR) codificate tipicamente dai geni R. A ciascun tipo di effettore avr corrisponderà un particolare recettore R anche se non necessariamente il riconoscimento tra le due proteine è diretto. La riposta inducibile ETI è veloce e più potente della PTI e risulta spesso nella resistenza al patogeno. Il modello R-avr era già stato proposto da Flor col nome di modello geneper-gene. 1956 Harold Flor spiega l’incompatibilità tra pianta e patogeno basandosi sull’osservazione che alcune varietà di una particolare specie esprimevano una resistenza ad un patogeno, mentre altre varietà no. Modello gene-per-gene. La resistenza della pianta si manifesterà SOLO quando la pianta possiede un gene di Resistenza R dominante e allo stesso tempo il patogeno esprime un gene complementare dominante di Avirulenza Avr. Se quindi nella cellula vegetale ci sono le giuste proteine R che riconoscono gli effettori corrispondenti AVR prodotti da un dato patogeno si attiverà il secondo livello di difesa che si basa essenzialmente su una potente risposta rapida chiamata risposta ipersensibile hypersensitive (HR, response), sulla sintesi di proteine di resistenza PR e di fitoalessine incompatibile. risposta HR: morte cellulare programmata PCD, crea una zona di necrosi nel sito di infezione limitando il diffondersi del patogeno Ingresso di Ca2+ e protoni e fuoriuscita di K+ e Cl− Produzione extracellulare, rapida massiccia di ROS (ione superossido perossido d’idrogeno), e e NADPH ossidasi di membrana NADPH + 2O2 NADP+ + H+ + 2O2- SOD 2O2-+ 2H+ O2 + H2O2 perossidasi, lipossigenasi. Nel caso di una risposta incompatibile e di HR, 2-6 h dopo l’inoculo, i livelli di H2O2 possono raggiungere le micromoli per litro. I ROS agiscono anche direttamente sul patogeno, catalizzano il rafforzamento della parte via deposizione di callosio, cross-link e lignificazione e agiscono anche come segnali (elicitori) per le cellule vicine per attivare ulteriori difese come sintesi di proteine di difesa PR e di fitoalessine. Proteine PR, pathogen related: gruppo eterogeneo di proteine attivate nel caso di ETI e di HR implicate nella difesa contro il patogeno e nell’amplificazione della risposta difensiva della pianta. Attività note: Inibitori di proteasi Defensine (piccole e ricche in cys) antimicrobiche e antifungine Tioneine (ricche in cys) permeabilizzazione membrana del patogeno Enzimi degradativi delle pareti fungine e batteriche Le fitoalessine sono metaboliti secondari a basso peso molecolare appartenenti a diversi classi come terpenoidi, glicosteroidi e alcaloidi con spiccate attività antimicrobiche, le più note sono la camalexina e il resveratrolo, per il resto sono ancora poco conosciute. Ruolo degli ormoni I ROS sembrano avere un ruolo ulteriore nel sistema difensivo: stimolare la produzione di vari ormoni vegetali come l’acido jasmonico JA, l’acido salicilico SA e l’etilene. SA: si accumula ad alti livelli nel sito di infezione quando c’è una risposta incompatibile con patogeni biotrofici, deriva dalla via dei fenipropanoidi. JA: si accumula dopo l’attacco di patogeni necrotrofici e di erbivori, deriva da acidi grassi. Entrambi sono responsabili del potenziamento della risposta difensiva stimolando sia la risposta ipersensibile sia la sintesi di proteine PR. Se applicati sperimentalmente sono in grado di attivare delle difese anche in assenza di patogeni. SAR: resistenza sistemica acquisita. Il primo attacco e la prima risposta patibile tra incom- pianta e patogeno (giusta com- binazione R-avr e HR) attivano una resistenza estesa a tutta la pianta, prolungata nel tempo ed efficace altri tipi anche di contro patogeni (cross-protection). La pianta acquisisce una specie di immunità aspecifica contro diversi patogeni che può durare a lungo (settimane–mesi), ma non viene trasmessa alla progenie. Durante tale periodo, un nuovo attacco di patogeni, avirulenti (giusta combinazione R-avr) o virulenti (R-avr diversi) che siano, porta alla rapida e potente attivazione delle difese, con intensità maggiore rispetto al primo episodio. Tale immunità è inoltre sistemica, diffusa a tutta la pianta, anche lontano dal punto della prima infezione esiste quindi un segnale che in qualche modo comunica a tutta la pianta tale immunità inizialmente si è cercato un segnale chimico diffusibile tramite il floema ma la diffusione è troppo lenta rispetto alla tempistica della SAR, oppure elettrico ma l’ipotesi corrente è che si tratti di un (o più) composto volatile. La versione metilata di SA (e anche di JA) è volatile e sembra un probabile candidato responsabile dell’attivazione della SAR. La sua diffusione è molto rapida e garantisce che velocemente tutta la pianta (o anche le piante vicine) sia allertata.