Inizio seduta ore 09:19
Presiede la seduta il Consigliere A. Tarroni, in qualità di Presidente della Commissione Consiliare Assetto del
Territorio.
Il Presidente, verificata la presenza del numero legale per la sua validità, dichiara aperta la seduta.
Punto 1 dell’ordine del giorno: Illustrazione e discussione sostenibilità economica (Presentazione Studio
Nomisma – Storchi)
Il Presidente lascia la parola all’Arch. Storchi per l’illustrazione dello studio di fattibilità economica.
Storchi: cercherò brevemente di entrare nel merito dello studio di fattibilità economica che è stato messo a
punto nella fase di predisposizione del masterplan generale per la darsena con l’apporto di Nomisma e con
una serie di riflessioni che hanno riguardato il come il comparto darsena funziona all’interno della struttura
urbana della città, quale prospettiva di riorganizzazione e riqualificazione gli si veniva a dare col progetto,
facendo un operazione di andata e ritorno continua fra i dati progetto e quelli della sostenibilità economica.
Il lavoro è frutto di una considerazione continua rispetto alla possibilità che l’operazione abbia per procedere
ad una effettiva realizzazione, così come la legge regionale richiede.
Sono tate fatte però solo considerazioni:
- sull’andamento complessivo del mercato immobiliare, che si osservava in quel momento;
- sulle possibilità di finanziamento e sui meccanismi per rendere fattibili le possibilità di intervento nel
rapporto tra pubblico e privato, quindi valutando sul versante pubblico e privato tutte le possibilità, dal
project financing fino alla perequazione, tutte quelle tematiche che proponevano in qualche modo di
sostenere il quadro economico messo a punto.
Da un lato è verificata la sostenibilità delle opere pubbliche programmate all’interno di questo comparto ,
dall’altro il tema era valutate quanto gli interventi all’interno del masterplan erano appetibili ai soggetti
privati che devono attuare comparti ed opere.
Sul primo versante sapete che il comparto ha problemi noti, di tipo il Candiano, ma anche infrastrutturali e
viabilistici. Quali sono i passaggi compiuti? Un punto è valutare ciò che per legge l’attuatore privato deve
corrispondere alla PA in termini di oneri di urbanizzazione (per capire come si muove il quadro rispetto alle
urbanizzazioni reali da attuare all’interno dell’area), abbiamo fatto una valutazione sugli oneri di primaria e
secondaria e abbiamo visto che sono comparabili (sono risultati quasi equivalenti) coi costi U1 e U2 così
come definiti degli strumenti urbanistici del comune di RA, il valore pareggia il costo delle opere (da definire
poi in fase PUA) e la loro attuazione praticamente va a scomputo degli oneri di urbanizzazione.
Significa che i proventi degli U1 e U2 relativi al comparto vanno come dire reinvestiti all’interno del comparto
stesso.
Quello che invece non abbiamo previsto all’interno del comparto è la quota parte relativa al contributo del
costo di costruzione per i quali il comune disporrà secondo i sui programmi di utilizzo per le opere che
riguardano l’intera città di Ravenna.
Chiuso il discorso opere di urbanizzazione dell’area (verde pubblico, parcheggio, piste ciclabili e tutto quello
che costituisce opere di urbanizzazione relative all’area), c’è una seconda partita relativa per i costi generali
per il funzionamento del comparto nell’ambito di Ravenna est nel quale la darsena si colloca, qui ci sono
diverse opere che richiedono attuazione contestualmente allo sviluppo degli interventi privati e sono:
- opere per il miglioramento della qualità delle acque;
- vasche di prima pioggia;
- interventi sul sistema delle acque del canale Candiano;
- collettori reti fognarie;
- una grande opera viabilistica - l’asse di spina;
- la connessione tra via antico squero via delle industrie;
- sistemazione banchine e piazza sull’acqua;
- il collegamento ciclo pedonale tra le sponde del Candiano;
- realizzazione di una struttura di valore ambientale di collegamento tra innovazione e memoria cioè il
parco delle archeologie industriali;
Queste sono le opere aggiuntive rispetto le quali occorreva verificare quali fossero i percorsi di copertura per
la sostenibilità economica.
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Questo è iniziato attraverso le indicazioni più semplici verificando cioè le capacità edificatorie date alle aree,
il recupero del valore dato a queste aree consente questo primo step di copertura economica.
ore 9:30 entra il commissario Buonocore
ore 9:33 entra il commissario Savorelli
Storchi: Il secondo elemento di valorizzazione di aree pubbliche è di proprietà demaniale e per il quale,
secondo la normativa vigente, compete al comune che valorizza le aree una quota parte pari ad un terzo del
valore della valorizzazione ed è il tiro a segno, dove il verde produce capacità edificatoria trasferibile per
perequazione dando un valore.
ore 9:36 entra il commissario Ravaioli
Storchi: Il terzo elemento: sul piano urbanistico, il disegno complessivo del comparto porta alla
individuazione di due grossi sistemi di verde (parco archeologie e parco delle arti) che garantiscono tutto, ed
oltre, lo standard richiesto dal comparto, ma sono anche due punti attrattori per tutto l’insediamento
Ravenna est. Abbiamo verificato come all’interno dei sub comparti fossero distribuiti gli standard di legge e
abbiamo visto come alcuni comparti hanno un assetto tale per cui non è possibile la realizzazione di standard
soddisfacenti, quindi è stato introdotto normativamente una possibilità di compensazione degli standard su
altre aree, contemplando una monetizzazione delle opere non realizzate e non cedute che viene raccolta in
un fondo asservito alla realizzazione dei grandi comparti di verde.
Altra voce è quella legata ai proventi richiesti allo stato sul Piano città, calibrati in modo da ricoprire la
riqualificazione delle banchine. Le banchine stesse producono a loro volta delle capacità edificatorie
(33.600mq), che hanno anch’esse un loro valore monetario.
Tutti questi finanziamenti interni però non sono sufficienti a coprire le spese, per cui fin dall’inizio era
previsto un contributo aggiuntivo di 100/150 € a mq, attraverso delle verifiche ci siamo accorti che era
possibile ridurlo a 90 € a mq.
Per arrivare ai numeri abbiamo un quadro economico di spesa di questa seconda parte di opere di 62.milioni
di €. Dal punto di vista del quadro statico la sostenibilità è dimostrata, ma lo è anche dal punti di vista del
quadro economico dinamico, valutando anche quali potessero essere i primi sub comparti a partire, i secondi
e gli ultimi possibile in base ad un arco di attuazione di 15 anni, sapere questo ha portato a dover tenere
conto di un quadro normativo urbanistico flessibile, si sono fatte valutazioni rispetto alle opere specifiche e
generali. L’asse di spina per esempio si metterà in moto coi primi sub comparti e metterà in movimento lo
sviluppo e l’organizzazione dell’intero insediamento. La sua realizzazione per sub comparti, quindi per stralci,
non metterà in crisi la viabilità della zona in quanto esso non deve essere un alternativa o un asse parallelo a
via Trieste, ma deve essere un asse di supporto alla distribuzione interna.
Ci sono invece opere che vanno realizzate subito, tipo i collettori fognari e le vasche di prima pioggia. Dato
per scontato che ogni subcomarto metterà in moto la realizzazione delle relative opere di urbanizzazione
(verde attrezzato, piste ciclabili, adeguamenti al sistema mobilità interna). Ultima verifica effettuata è quella
della sostenibilità per gli attuatori privati dei subcomparti visto ora per i prossimi 15 anni (dove gli elementi
di fattibilità devono essere tenuti monitorati, perché le condizioni di oggi sono diverse da quelle di 5 anni fa e
saranno diverse da quelle dei prossimi anni), questa valutazione ci dice che le operazioni che si vanno a
proporre stanno in piedi anche relativamente alla convenienza per il privato.
Come ultimo aspetto i margini di convenienza valutati attorno al 20% per l’intervento privato si sono
verificati tornare, ovviamente con considerazioni di mercato, da un punto di vista riduttivi (valori medi di
mercato tra centro e periferia) da un altro ottimistici cautelativi, in quanto l’intero quadro economico è stato
fatti in maniera cautelativa rimanendo più bassi per riuscire meglio a gestire anche la portata temporale
dell’intervento.
Il Presidente sentita l’illustrazione degli uffici lascia la parola ai commissari.
Focaccia: qualche considerazione:
-Le superfici tengono conto di banchine e altro, chiederei il dato di superficie territoriale di trasformazione a
cui vi siete rifatti.
-Da quali studi provengono i dimensionamenti dei costi generali, vorremmo sapere le fonti che avete usato.
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-Tra le tante tabelle chiederei di analizzarne almeno una sulla sostenibilità degli interventi con l’analisi delle
singole voci.
Storchi: la ST del comparto l’abbiamo considerata come la superficie dei sub comparti, del sistema stradale
(già perimetrato all’interno del comparto complessivo), superficie delle banchine e dell’area di testata. Ci
sono scuole di pensiero che dicono sia possibile inglobare anche le zone acqua, ma noi non l’abbiamo fatto
perché non ci pareva opportuno cubare l’acqua. La ST complessiva è stata quantificata in 802.594mq più
53.189mq delle banchine, questa ci è servita per valutare un indice di densità medio (che secondo me
funziona, in un comparto come la darsena, se riamane intorno 0.5mq/mq non oltre 0,6) dai calcoli è risultato
infine compreso in questo limite dello 0.5 mq/mq.
Una parte degli studi di mercato sono stati sviluppati da Nomisma (uno dei soggetti più qualificati nelle
definizione di queste tematiche), altri quadri economici sono stati sviluppati dall’amministrazione, altri fatti
per analogia su opere dello stesso tipo, per esempio abbiamo stimato in 1.300.000€ la passerella per
attraversare il canale, questa valutazione deriva da altre strutture similari realizzate in Italia, le scuole sono
state valutate in maniera similare paragonandole a scuole della zona di ravenna est.
Ore 10.03 entra il commissario Ancisi
Storchi: per le vasche di prima pioggia le valutazioni dei costi sono state più definite e precise, per gli
interventi sulle acque del Candiano, siccome possono essere presi a risultato diversi tipo di utilizzazioni finali
del Candiano (dal balenabile, al lieve miglioramento) ci si è fermati al tenere conto che sul Candiano ci
dovranno essere delle abitazioni, quindi la situazione presa in considerazione deve essere un miglioramento
ed il valore di cui abbiamo tenuto conto è stato un valore intermedio dato dai diversi studi di cui
disponevamo, uno ci diceva 24.milioni di € (sbancamento fondali) un altro con 5/6 milioni di € prevedeva un
intervento di minima, studi di tipo diverso, quindi ne abbiamo fatto una media per le finzioni abitative che il
quartiere deve assumere. Su questo si sono basate le analisi delle stime.
Altri parametri che posso entrare in gioco sono quelli di valutazione dei costi, si è tenuto un valore di
mercato medio di mercato di 2.400€/mq per le superfici realizzate, l’incidenza dell’area sul prezzo di mercato
si è pensata non superiore al 20%, si è quantificata l’incidenza su 480€/mq, con un indice 0.5mq/mq, vuol
dire che il costo delle aree è stato quantificato di 240€/mq. È chiaro che dopo ci sono aree con tipi di
edificazioni differenti, ma noi abbiamo dovuto fare delle medie.
Focaccia:se ho capito bene il parametro utile di investimento immobiliare è il 20% considerandolo medio,
quindi parliamo di un costo dell’intero ciclo di straformazione di 2.000€ a mq?
Stronchi: dal valore di mercato detratto l’utile di impresa il valore delle aree….
Focaccia: no, solo per chiarire, toglievo solo l’utile finale immobiliare del guadagno dell’impresa, tutto il
resto lo considero costo, se il limite è 2.400€ ed ipotizziamo un utile del 20% costo dell’itero ciclo di
straformazione (identificato come costo, compreso il valore del terreno) è di 2.000€/mq?
Storchi: si è così.
Bartolini:vorrei fare un escursus partendo da un indice che ho fatto in qualche riunione fa, dove avevo
fatto elenco degli interventi:
1. Ponte mobile
2. Risoluzione definitiva dei reflui.
3. Mantenimento delle acque bonificate.
4. Bonifica dei terreni.
5. Stazione ponte.
6. L’adeguato coinvolgimento dei privati.
7. Disciplina utilizzo attività sullo specchio d’acqua.
Vorrei chiedere all’arch. Storchi, di questa situazione inconsueta del POC darsena, come è stato l’approccio,
non solo dal punto di vista economico, ma anche se si sono presi dei casi analoghi ad esempio e se si, quali
casi analoghi sono stati presi ad esempio? Nazionali ed internazionali con dei numeri di tipo demografico.
In parole povere cos’è che può far si che l’imprenditore tipo dica che ci vede un utile, un interesse nel
compiere un investimento in darsena?
Degli aspetti che ho citato prima, quali sono stati considerati? mi pare di aver capito che ne sia stata fatta
una valutazione economica, ma per quella cronologica non ho visto corrispondenza. Bisogna capire quali
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siano i tempi di realizzo delle opere, valutando anche la crisi attuale, con i tempi di realizzo degli
insediamenti privati che devono costituire il momento di traino economico.
Focaccia: dopo i chiarimenti farei qualche considerazione e richiesta di continuare ad approfondire alcuni
temi, per il fatto che le cose stanno cambiando in questo momento, quindi è necessario un processo di
monitoraggio continuo, per dotare il processo di trasformazione della darsena di un osservatorio economico
permanente che accompagni il percorso di trasformazione.
Un primo dato è la priorità delle opere, credo anche io, che le opere pubbliche individuate siano quelle
effettivamente necessarie, ma dal momento che abbiamo un periodo di attuazione di 15 anni l’individuazione
delle priorità e degli stralci di attuazione di queste opere, diventa essenziale per la gestione di un processo
da attuare, perché a fronte di un quadro di costi da programmare c’è un quadro di risorse da reperire
progressivamente, perché non ci sono grandi risorse pubbliche da investire (per quanto ce le auspichiamo).
Facendo i conti solo sulle nostre possibilità ci sono 34 milioni a ciclo concluso, poi le alienazioni collegate
all’andamento di mercato.
Sulle priorità gli elementi primari, secondo me, sono le opere idrauliche, le fognature e le strade, perché
ritengo gli altri possano avere uno sviluppo nel tempo.
La possibilità di articolare in fasi e gestire i progetti per parti, credo sia strategico, chiedo all’amministrazione
di interfacciarsi con gli enti in questa direzione (so che già lo sta facendo).
Sul fronte dei costi di trasformazione e sostenibilità degli interventi, ovviamente scontiamo una condizione
che conosciamo, ma chiederei un approfondimento su alcuni numeri, per maggior specifica di studio rispetto
ad un ciclo ordinario, la darsena ha elementi propri che tendono ad alzare il costo di realizzazione, tipo:
- il livello di sostenibilità, che ritengo un investimento per il futuro, ma del quale inizialmente
dobbiamo tenere conto come fosse un costo;
- la scelta, condivisibile, della realizzazione delle dotazioni private (e di parte di quelle pubbliche) in
struttura, se immaginiamo un parcheggio in struttura questo comporta un aumento di costo a mq
rispetto ad un parcheggio tradizionale;
- l’extra onere, che è un costo già quantificato 90€ a mq;
- un numero di ettari identificati come bonifica dei terreni che ha un costo a mq (che non trovo come
dato specifico),
A fronte di questo ci sono una serie di sgravi/incentivi che vanno ad abbassare questi costi, chiedere
quindi cercare di monitorare il percorso.
Un ultimo chiarimento su un dato nella tabella della relazione a pag 67, è chiaro quali siano gli oneri di U2
che sono 18 milioni (a ciclo finito in aggiunta ai 34 di extraonere) reinvestiti nella realizzazione progressiva
delle opere, anche il costo di costruzione è un’altra disponibilità, da poter eventualmente utilizzare…I costi di
U1 (13 milioni sugli 80ha che danno 16€ di trasformazione) credo che questo dato sia sottostimato.
Tornando al discorso iniziale per quanto riguarda gli interventi idraulici forse è necessario valutare strategie
più approfondite per ridurre i costi, poi segnalo una sottostima delle opere stradali vista la sezione, le
rotonde e i sistemi di limitazione del traffico portano a valori più elevati.
Bissi: rispetto alla priorità delle opere, è ovvio che le opere a maggior priorità previste nella contabilità sono
gli aspetti stradali, quelli di connessione e quelli fognari, il meccanismo di attuazione per stralci funzionali
che prevede il versamento dell’extraonere, garantisce la sostenibilità progressiva per step di avanzamento di
queste opere.
Per quanto riguarda il tema del ciclo idrico integrato siamo in possesso di stima complessive derivate da
studi (IDRODATA/HERA), ed di un suo approfondimento che è in fase di avanzamento è volto a garantire
una maggiore sostenibilità economica a parità di sostenibilità ambientale (vedi spiegazione già fatta nella
seduta del 26/06/2013).
Da un punto di vista economico è prevista una realizzazione per stralci meno impattanti economicamente,
questo studio partirà dalle considerazioni preliminari che faceva Focaccia. Una valutazione di carattere
personale, non si può chiedere che la darsena risolva i problemi fognari di tutta la città (le cifre non
sarebbero sostenibili), si è già chiesto uno sforzo per avere dei miglioramenti significativi rispetto al sistema
fognario, attraverso le vasche di prima pioggia, però non si più chiedere tutti gli sforzi ai subcomparti della
darsena.
Anche per la strada di spina vale il discorso generale che non parte nulla se non corredato da stralici
funzionali di verifica che valutino la sostenibilità di quello che parte.
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Storchi:per rispondere a Bartolini, sono stati osservarti, soprattutto per quanto riguarda la strategia, casi
analoghi nazionali ed europei, quelli più vicini al noi per il tema del waterfront sono Amburgo, Liverpool, e
Genova per certi versi, anche se con opportune differenze (Ponteparodi non ha quote residenza, ma solo
attrezzature per la ricettività ed alte differenze…). Quello più vicino e più significativo dal punto di vista
strategico è il caso di Liverpool, dove hanno scelto una priorità e puntato su quella. Hanno puntato sul
convogliare il finanziamento pubblico su un area baricentrica (rispetto all’estensione della zona riqualificata)
e sui suoi elementi di tipo culturale (a cui noi ci stiamo ispirando) che hanno fatto poi da volano allo sviluppo
complessivo dell’operazione.
Noi non siamo di fronte a un progetto ne urbanistico ne architettonico, ma ad un processo, che è da gestire
ed in questo permettere dei margini di operazione.
Sul quadro economico e cronologico vengono a essere prioritari gli elementi già citati, quali: opere idrauliche
sistema fognatura, viabilità (seppure per stralci), poi ci aggiungiamo la sistemazione delle banchine perché
dà appetibilità, permettendo la fruibilità della zona da parte di tutta la città. Su questi elementi, il bilancio
fatto inizialmente poi adeguato per la versione del settembre dello scorso anno, ci rendeva tranquilli
partendo da un dato iniziale dei 2.400€ (dato cautelativo), ci sono edifici differenti e tipologie differenti per
questo occorre arrivare ad un monitoraggio più stretto per capire quelli che saranno realmente i numeri
dell’attuazione di questo processo.
Per quanto riguarda le dotazioni ambientali sono certamente importanti, ma è fondamentale che questa zona
diventi leader dal punto di vista dell’assetto urbanistico non solo per Ravenna, quindi l’utilizzo delle
compensazioni/premialità messe in campo danno un appoggio al livello di qualità che si vuole raggiungere,
so bene che l’obiezione del momento è che ora come ore le premialità in termini di capacità edificatorie non
interessino a nessuno, ma dobbiamo fare conto che questa sia un operazione che non finisce tra pochi anni
e che ci siano possibilità di mettere in moto forme di supporto che rendano nuovamente appetibili queste
premialità.
Ultima cosa, col il dato degli oneri di U1, non abbiamo stimato il costo, ma dato l’ammontare delle opere di
urbanizzazione primaria, il costo è superiore, in ogni caso all’interno dei PUA il costo delle opere di U1 va a
scomputo degli oneri, ma questo è quantificabile subcomparto per subcomparto quando esisterà il disegno
dell’organizzazione morfologica del sub comparto, non prima a priori.
Sull’esigenza di una necessita di un monitoraggio di accompagnamento posso essere da’accordo, ma non
posso dare risposte io.
Il presidente chiude l’argomento passando al secondo punto dell’odg.
Punto 2 dell’ordine del giorno: Attività di AgenDa
Il Presidente lascia la parola al Direttore Generale Boattin per l’illustrazione dell’attività di AgenDa.
Boattini: AgenDa è stata costituita come strumento per coordinare i soggetti pubblici più rilevanti che
operavano nel contesto del recupero della darsena di città, che avevano responsabilità per la parte portuale,
come strumento di coordinamento e favorente le azioni che permettano il decollo di questo progetto
complesso, aldilà della crisi che complica il tutto, fotografa un progetto complesso che va oltre la
pianificazione urbanistica, e riguarda il recupero di una porzione di città. Citando gli esempi che ha fatto
Storchi, sono città che hanno trasformato il loro volto attraverso la riqualificazione di un comparto simile a
quello della darsena.
In questo contesto ravennate c’era la necessita di dotarsi di uno strumento che favorisse il processo,
funzione non propria degli uffici comunali per la complessità dell’azione di promozione e stimolo dei soggetti
privati, si è quindi inizialmente pensato a fare una società di trasformazione urbana, ma poi si scelse di fare
AgenDa.
Tenete presente che i comparti si compongono di circa 38/42 proprietà di cui la parte pubblica è marginale,
per cui qui l’intervento è prevalentemente indiretto. Questo strumento si è occupato di selezionare all’interno
di 13 candidature per la realizzazione di un masterplan della darsena, poi con l’incarico per la progettazione
di consulenza sugli aspetti di fattibilità urbanistica, si è cercato di verificare se le linee pianificatorie avessero
una base economica di fattibilità (il tutto complicato dalla crisi), per evitare di fare piani che non guardassero
ai numeri. A grandi linee gli scenari, mi pare di capire, siano condivisi, pur necessitando di approfondimenti.
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Da questo avrebbe dovuto nascere e svilupparsi quella parte di promozione, sollecitazione e coordinamento
tra privati e pubblico che doveva favorire i progetti di recupero, questa parte si è incrociata con la spending
review e i relativi sviluppi normativi, che per questo tipo di società (con fatturazione ad enti pubblici maggiori
del 90%) ha previsto il superamento. È per questo che si è deciso di liquidare AgenDa che ha consegnato il
lavoro agli enti soci nella consapevolezza che non era finito e si sarebbe dovuto portare avanti. I nodi e le
finalità per cui è stata fatta AgenDa rimangono, rimane il fatto che le competenze di promozione, sviluppo e
stimolo non sono competenze comunali ne degli altri enti coinvolti, quindi i nodi rimangono aperti e vanno
affrontati.
I conti di AgenDa sono quelli che escono dai bilanci, quelli rilevanti sono relativi al 2011 e 2012 (dati che tra
l’altro avete già discusso nei vari livelli consuntivi delle società partecipate dal comune). I costi che ha avuto
AgenDa sono stati prevalentemente gli incarichi a Nomisma e all’Arch. Storchi, serviti per le attività svolte
nella parte preliminare e illustrate precedentemente. Entrambi gli incarichi sono stati oggetto di gare ad
evidenza pubblica fatte negli anni passati, vi sono poi i costi per il collegio sindacale, per il revisore unico e
alcuni costi per alcune attività promozionali della darsena di città ed attività fotografiche correlate alla
promozione, il resto sono costi amministrativi della società tutti coperti da contributi da parte dei soci in
proporzione alle quote e agli interventi svolti.
Nel 2012 c’è un costo in più relativo al cambio del consiglio di amministrazione per la relativa liquidazione dei
compensi degli amministratori.
Se occorre maggiore dettaglio di dati poso fornirli.
Ore 11.00 esce il commissario Ravaioli
Il Presidente sentita l’illustrazione lascia la parola ai commissari
Ancisi: due domande :
-quali sono stati i soci di AgenDa?
-AgenDa è ancora attiva, nel senso i membri continuano a percepire indennità?
Boattini: AgenDa è in liquidazione dalla primavera di quest’anno e nessuno percepisce più compensi da
allora. I soci erano Ravenna Holding, Comune di Ravenna, Autorità Portuale, Camera di commercio (5%)
Provincia di Ravenna (5%).
Ancisi: Se fosse vero quello che dice il direttore, secondo cui la costituzione di AgenDa è stata imposta
perché gli enti pubblici non hanno competenze di promozione, sollecitazione, attivazione, allora alla base
sociale di AgenDa avrebbero dovuto esserci in capo queste competenze, ma i soggetti ricompresi sono tutti
soggetti pubblici che avrebbero potuto essere in grado di fare questo progetto con formule molto più snelle,
tipo accordi di programma, collaborazioni, individuando i funzionari o gli assessori in grado di poter fare il
lavoro al posto di questa società appositamente costituita. Se fosse vero quello che lui ha detto, adesso che
questo tipo di società non può più esistere (in quanto adesso le società partecipate sono state abolite dal
governo Monti) come facciamo??? i problemi non ci sono più o alziamo bandiera bianca?
In fondo cosa ha fatto AgenDa, se non fare con minore trasparenza del comune, gli appalti di consulenza di
Nomisma e Storchi?
Bisognerà che gli ex soci di Agenda si industrino per radunare le risorse umane per trovare al loro interno le
capacità per terminare il lavoro.
Cosa ha fatto in più agenda?
L’ex consigliere comunale ed ottimo avvocato Maestri che è stato fatto presidente, di questa materia ne
sapeva meno di me, quindi credo che non avesse assolutamente le capacità per sviluppare i temi previsti.
Che ci sia voluto un decreto del governo per chiudere questa vicenda poco bella credo sia stata una cosa
non commendevole.
Ore 11:07 rientra il commissario Ravaioli
Savorelli: premetto che ritengo una perdita di tempo continuare a ragionare e giudicare un ente che non
esiste più. Ringrazio il dott. Boattini per essersi reso disponibile a un’ulteriore approfondimento relativo al
ruolo di AgenDa, e a rispondere a domande tutto sommato retoriche.
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