LA VERTICALITÀ DELL’ASSE “ Il territorio come sistema, la sostenibilità come paradigma dello sviluppo” AGENDA 21 TERRE DI SIENA 1° FORUM PROVINCIALE Certosa di Pontignano 8.2.2003 Rafforzare il rapporto tra istituzioni e società civile viene sempre più avvertito come presupposto indispensabile perché l’azione di governo del territorio possa attuarsi con la partecipazione reale delle comunità locali. Partecipazione, condivisione delle finalità, trasparenza dell’azione pubblica e dei processi decisionali sono solo alcune delle parole che oggi orientano l’azione delle Autorità Locali. In questo senso il Territorio costituisce sicuramente un terreno elettivo dove è necessario sperimentare e avviare un processo di cambiamento nelle relazioni tra Enti e attori locali, percorrendo la strada indicata dall’Agenda 21. La Provincia di Siena ha deciso di accettare questa sfida, consapevole della necessità di promuovere circoli virtuosi ed economie locali capaci di valorizzare i beni territoriali e ambientali comuni, che tendano a chiudere i cicli della riproduzione dell’ambiente e della società locale, che sviluppino tecnologie e filiere produttive appropriate al luogo e alle sue risorse. Tutto questo nella direzione di promuovere nuove e condivise immagini del patrimonio territoriale, che consentano di riaffermare e ricostruire identità comuni, stimolare progetti, piani e politiche atti a generare nuove economie – anche e soprattutto sociali – fondate sulla valorizzazione collettiva dei patrimoni comuni. Ma la scelta di Agenda 21 si inserisce in un contesto politico istituzionale che non è soltanto locale, provinciale, regionale, ma è soprattutto nazionale, europeo e internazionale. Infatti già la Conferenza di Rio de Janeiro del 1992 aveva individuato nell’Agenda 21 lo strumento per coniugare ambiente sviluppo economico e sociale, mediante la condivisione di scenari di sviluppo e l’assunzione di responsabilità da parte di tutti gli attori sociali, e tale decisione era stata ratificata anche dall’Italia con la delibera CIPE del 23 dicembre 1993. Il Summit delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo conclusosi a Johannesburg nel settembre 2002 richiama l’Agenda 21 Locale come scenario principe e individua gli strumenti operativi necessari per gestire il Piano d’Azione derivato da Agenda 21. L’insieme di questi strumenti viene oggi definito Azione 21 e raccoglie fra gli altri: la certificazione ambientale, il bilancio ambientale, la pianificazione sostenibile, l’adozione di tecniche di bioedilizia, il bilancio sociale, la pianificazione partecipata. Anche l’Unione Europea spinge nella stessa direzione. Il 22 luglio 2002 è stata adottata la Decisione N.1600/2002/Ce del Parlamento e del Consiglio Europeo che istituisce il VI Programma d’Azione Ambientale e cioè il documento di riferimento per impostare le politiche nazionali fino al 2010. Nel documento viene posta l’attenzione su quattro temi prioritari: cambiamenti climatici, natura e biodiversità, ambiente e salute e qualità della vita, risorse naturali e rifiuti. I temi trasversali a tutti sono quelli dell’integrazione dei temi dell’ambiente nelle politiche settoriali e del coinvolgimento degli attori locali nell’assunzione di scelte e responsabilità condivise. L’Italia nel 2002 si è dotata della propria Strategia d'Azione Ambientale per lo sviluppo sostenibile, che si basa sui principi di tutela ambientale contenuti nel Trattato di Amsterdam - precauzione del danno alla fonte - e nel VI Programma dell’UE. La strategia individua per ognuno dei quattro temi del VI Programma, gli obiettivi globali e specifici che gli operatori pubblici e privati devono raggiungere per integrare la dimensione della sostenibilità ambientale in ogni attività umana. A tal fine, tra gli strumenti attuativi proposti sono elencati sia quelli legislativi e fiscali disponibili nel nostro paese sia quelli che puntano sull’autocontrollo e sulla maggiore responsabilizzazione del mondo di imprese ed altre organizzazioni rispetto agli obiettivi di tutela ambientale. Anche in questo documento viene espressa con forza la necessità di adottare strumenti innovativi, come l’Agenda 21, per dirigere lo sviluppo verso la sostenibilità. Per queste ragioni abbiamo deciso di avviare l’esperienza di Terre di Siena, con l’obiettivo di definire un Piano d’Azione Ambientale - il prodotto del processo di Agenda 21 – capace di divenire uno strumento per compiere un salto di qualità nelle politiche provinciali e attuare con maggiore efficacia le attuali e prossime competenze dell’Ente. Il Piano d’Azione non sarà “l’ennesimo piano” che si aggiunge a quanti già di competenza dell’Amministrazione Provinciale e in particolare del PTC, o di programmi avviati dalla Provincia in materia di Rifiuti, Energia, Turismo, ecc.. Esso vuole invece porsi innanzitutto come strumento di ricognizione, coordinamento e armonizzazione delle attività già in corso, capace di definire il quadro di coerenze complessive verso cui orientare ciascuna politica settoriale.