AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 1 di 1 LA DOCUMENTAZIONE BIBLIOGRAFICA Monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso in età adulta e pediatrica Coordinatore: Angela Annesanti, Francesco Tani AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 2 di 2 INDICE Argomenti La fisiologia del dolore La visita del paziente con dolore: l’esame fisico La visita del paziente con dolore: la raccolta dei dati anamnestici La misurazione del dolore I fattori di rischio perioperatorio, postraumatici e le risposte fisiopatologiche Il trattamento farmacologico del dolore post operatorio Strategie non farmacologiche Farmaci ed allattamento al seno Bibliografia Pagina 3 18 24 28 33 36 43 53 83 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 3 di 3 D.B. A LA FISIOLOGIA DEL DOLORE Il dolore è una percezione cosciente e sensoriale come l'olfatto o l'udito. Come tale dipende da elementi somatici, psichici e socioculturali a partire dagli stimoli interni ed esterni rispetto all'organismo. La fisiologia del dolore è pertanto correlata con la fisiologia dei sensi. Sul piano fisiologico il dolore non è controllato solo dal sistema nervoso ma anche dalla matrice tissutale e dai sistemi ormonale e immunitario, a livello somatico, nonché da aspetti psichici e sociali, come descrive il grafico riportato di seguito. AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 4 di 4 Modello fisiologico del dolore La corteccia cerebrale ed il sistema limbico Elaborazione di segnali algesici nel dolore Gli stimoli algogeni (dolorifici, nocicettivi) sono percepiti come tali a livello della corteccia cerebrale, dopo essere stati elaborati. Come tutti gli stimoli, anche quelli "dolorifici" passano prima il talamo dove vengono integrati e quindi smistati. • • Una parte giunge alla corteccia cingolare anteriore e crea la base della sensazione. Un'altra parte si porta nel sistema limbico, dove la sensazione, confrontata con i ricordi (inconsci), influisce sul comportamento e sull'umore. La percezione ha luogo nella corteccia prefrontale dove si creano le sfumature emotive della sensazione e del comportamento. AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 5 di 5 In un approccio generale a questo contesto si possono riconoscere nel cervello due strutture fondamentali, entrambe coinvolte nella sensazione del dolore. • • La corteccia cerebrale Il sistema limbico La corteccia cerebrale gestisce gli eventi coscienti e cioè: • • • i processi cognitivi le attività pianificate i movimenti intenzionali I segnali algogeni (come tutti i segnali sensoriali) raggiungono la corteccia tramite il talamo. La percezione cosciente del dolore ha luogo unicamente nella corteccia cerebrale: al "dolore puro" della corteccia cingolare anteriore vengono aggiunte le sfumature emotive da parte della corteccia cerebrale prefrontale Il sistema limbico ed il dolore Alterazione del dolore nel sistema limbico Il sistema limbico è un'assieme di strutture complesse che circondano il tronco cerebellare. Sempre a partire dal talamo, i segnali algogeni raggiungono il sistema limbico, dove vengono elaborati come elementi emotivi e inconsci. Le più importanti stazioni per l'elaborazione dei segnali algogeni sono: AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità • • • LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 6 di 6 L'ippocampo, che ha un ruolo centrale nella formazione e nell'elaborazione dei "ricordi" L'ipotalamo, che controlla fra l'altro l'ipofisi e quindi lo stato ormonale dell'organismo L'amigdala, che stabilizza l'umore e regola l'aggressività e il comportamento sociale La proiezione dei segnali algogeni al sistema limbico è la base per l'effetto che ha il dolore sullo stato d'animo (il dolore rende irrequieti e tristi). Tuttavia, il sistema limbico determina anche la percezione cosciente del dolore (chi è euforico o sotto choc non sente dolore) e vicerversa (chi è ipocondriaco o ansioso sente in modo accentuato anche minimi dolori). Il dolore acuto e cronico Evoluzione del dolore acuto in dolore cronico È evidente che il dolore acuto ha una funzione difensiva: evita nuovi stimoli su una parte lesa. Il dolore acuto è un sintomo di una ferita, di una lesione o di una degenerazione organica. L'approccio terapeutico corretto è quello di curare la malattia a monte e di mitigare i dolori con strumenti adatti al dolore acuto. Se un dolore acuto per lungo tempo rimane invariato e / o se le condizioni socio-psicologiche sono alterate, esso si trasforma in dolore cronico, dove minimi stimoli bastano per mantenere un grande dolore (di tipo limbico). Il dolore cronico è una malattia e non un sintomo, l'approccio terapeutico, pertanto, dovrebbe essere molto diverso rispetto al dolore acuto. AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 7 di 7 I modelli di dolore acuto e cronico Elaborazione somatica del dolore acuto e cronico Nel dolore acuto (nocicettivo) sono maggiormente coinvolti: • • • • • • • nocicettori riflessi spinali integrazioni talamiche corteccia cingolare anteriore riflessi e intenzioni corticali reazioni ormonali reazioni vegetative Anche la parte limbica è coinvolta, ma in minore misura. Nel dolore cronico invece sono coinvolti maggiormente la corteccia prefrontale e il sistema limbico, mentre i nocicettori, il tratto ascendente e la corteccia cingolare sono meno coinvolti. Il dolore percepito è come quello acuto (risulta indistinguibile) e anche le reazioni ormonali e vegetative: in questo caso, però, al dolore si aggiungono grande irrequietezza e tristezza. AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 8 di 8 Le reazioni ai segnali nervosi algogeni Reazioni ai segnali algogeni Le reazioni ai segnali algogeni sono molteplici: riflessi motori, reazioni neurovegetative, ormonali e immunitarie, fino alle reazioni di carattere psichico e sociale. Tutte queste reazioni fanno parte di circuiti di regolazione sistemica. AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 9 di 9 I nocicettori e la trasmissione dei segnali Tipi di nocicettori I nocicettori sono neuroni con "terminali liberi". I "terminali" (ma sarebbe meglio dire "iniziali") si trovano ovunque nel tessuto connettivo lasso, in particolare nei tessuti connettivi dermici, mucotici, viscerali, vasali e di periostio. È sbagliato pensare che le sensazioni dolorose siano create esclusivamente dai nocicettori: questi ultimi, infatti, esistono in stretta vicinanza con altri neuroni sensoriali, di tatto, di temperatura e di vibrazione e sono raggruppati negli stessi nervi e gangli. Nel loro percorso dalla periferia al midollo e fino alla corteccia cerebrale sono concatenati tra di loro per produrre alla fine una sensazione più o meno chiara. Non esiste un percorso netto di segnali solo nocicettivi. I nocicettori forniscano segnali anche per stimoli fisici (pressione, trazione, temperatura) e stimoli chimici (acidità, alcalinicità esagerati). Si distinguono due tipi diversi di neuroni nocicettivi: • • Neuroni C Neuroni A-delta I neuroni A-delta sono ben mielinizzati (isolati) e a conduzione rapida, mentre i neuroni C (non mielinizzati) sono a conduzione lenta. Si riesce a distinguere coscientemente il tipo di fibra dal tipo di dolore: dopo uno stimolo doloroso la prima sensazione è chiara, pungente, acuta, superficiale mentre la seconda (più tardi) è ottusa duratura e profonda. AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 10 di 10 I nocicettori e sostanze Neurotrasmettitori intorno alle sinapsi spinali La trasmissione dei segnali potenziali di un neurone nocicettivo viene operata tramite glutammato-peptidi con la mediazione di calcio (Ca), che aprono i cancelli del Sodio / Potassio (Na / K), il che provoca la depolarizzazione del neurone successivo. Gli oppioidi (come la morfina) inibiscono questo processo. AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 11 di 11 IL DOLORE CRONICO Regolazione spinale del dolore La regolazione spinale di un segnale algogeno è complessa: un segnale riflesso torna immediatamente agli organi prossimi alla fonte del segnale algogeno (ghiandole, muscoli vasali, viscerali e locomotori). Nello stesso tempo il segnale attraverso il midollo (neurone afferente) giunge nel cervello dove viene integrato, controllato ed elaborato. La risposta torna lungo un neurone efferente al relativo interneurone che, in base alla 'decisione' del cervello, amplifica o smorza la risposta nel neurone attivato. Il primo riflesso è dunque una risposta pronta e incondizionata. Poi la risposta viene corretta secondo il "parere" del cervello e può essere amplificata fino al panico o smorzata fino alla letargia. AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 12 di 12 La cronicizzazione Tipi di cronicizzazione del dolore Fisiologicamente il dolore cronico si basa su diversi aspetti noti e forse su altri ancora ignoti: • • • • cronicizzazione periferica cronicizzazione spinale cronicizzazione limbica sensibilizzazione percettiva La cronicizzazione del dolore è un grande problema terapeutico. Si parla di "dolori cronici" o di "malattia del dolore" quando il dolore persiste per più di 6 mesi (altri autori parlano di sei settimane). AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 13 di 13 Fino a oggi si conoscono diversi meccanismi che sono coinvolti nella patogenesi del dolore cronico: • I neuroni nocicettivi dopo un certo periodo di stimolo nocivo persistente secernono mediatori immunitari. Interviene allora il sistema immunitario per smaltire qualcosa che forse non c'è (o non c'è più) e le cellule immunitarie iniziano a rilasciare sostanze algogene, chiudendo un circolo vizioso periferico. • La persistenza degli stimoli nei primi neuroni afferenti causa delle variazioni metaboliche, che tengono aperti i canali di trasmissione nei neuroni spinali. • • Nel sistema limbico i neuroni coinvolti formano nuovi dendriti. Infine, i "filtri" tra sistema limbico e sistema corticale si aprono per lasciar passare le sensazioni di dolore finché le altre sensazioni non passano quasi più. Il processo fisiologico sembra essere simile a quello della cronicizzazione spinale e si parla quindi di sensibilizzazione percettiva. La cronicizzazione periferica Mediatori immunitari e sostanze algostimolanti Nella cronicizzazione periferica viene mantenuta l'infiammazione per il circolo vizioso dei mediatori immunitari a partire dai neuroni nocicettori (es. sostanza P) => sostanze algostimolanti dal sistema immunitario (es. istamina). Per interrompere questo circolo occorrono antiinfiammatori come il Cortisone oppure Enzimi proteolitici. L'istamina (un ormone tessutale liberato dalle cellule immunitarie) induce la produzione e secrezione di "sostanza P", la quale è il messaggero che spinge i vasi capillari a dilatarsi e ad aumentare la duttilità (edemi). AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 14 di 14 La cronicizzazione spinale Cronicizzazione del dolore nei neuroni spinali Normalmente i segnali nocicettivi arrivano tramite fibre A-delta e C nel bottone sinaptico e liberano glutammato. Il glutammato apre dei ricettori AMPA e NMDA. Tramite i ricettori AMPA entra sodio Na+ nel neurone del corno dorsale e lo depolarizza. I ricettori NMDA rimangono "bloccati" per la presenza di magnesio Mg+. Se dei dolori persistono a lungo, il potenziale elettrico medio del neurone si abbassa. Questo toglie il blocco di Mg nei recettori NMDA e lascia entrare calcio Ca2+ nel neurone, il che induce una serie di processi: • • • attiva la proteinkinasi (enzima) che lega fosforo P ai ricettori AMPA: facilita il passaggio di Na favorisce l'espressione di alcuni geni e la produzione di proteine (CREB, IEG) in casi estremi induce la morte cellulare per apoptosi o necrosi Se ci sono abbastanza recettori AMPA fosforilizzati e le modifiche cellulari sono rilevanti, il dolore diventa cronico anche senza la presenza di stimoli dai neuroni nocicettivi. AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 15 di 15 La cronicizzazione limbica Cronicizzazione limbica: crescita di dendriti La cronicizzazione limbica si basa su due processi: • La plasticità dei dendriti. Dove passano parecchi segnali in continuazione crescono dei dendriti nuovi e il sentiero man mano diventa un'autostrada: il soggetto diventa fisiologicamente ipersensibile ai segnali dolorifici e iposensibile a tutti gli altri. • La selettività dei filtri tra sistema limbico (ancora inconscio) e cortex (potenzialmente conscio), che aumenta con la ripetività dei segnali. Sempre di più il soggetto percepisce tutti segnali arrivanti (di diverso tipo) e prevalentemente quelli dolorifici. Sembra che il processo sia simile alla cronicizzazione spinale. Questo meccanismo diventa fatale quando altri stimoli frustranti sul piano psicosociale si aggiungono a quelli dolorifici o quando è carente la presenza di stimoli appaganti. AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 16 di 16 Le cause del dolore Modello delle cause di dolore Essendo il dolore la punta percepibile di un intero iceberg di processi sottostanti, per lo più inconsci ed enormemente complessi, la ricerca di una "causa" specifica può a volte diventare assai problematica. È chiaro che la complessità dei processi in gioco comporta numerose difficoltà a livello terapeutico, ma a parziale consolazione resta il fatto che proprio grazie a questa complessità sono diverse le possibilità di interventi efficaci. AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 17 di 17 Modello complessivo delle cause e degli effetti somatici del dolore AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 18 di 18 D.B. B LA VISITA DEL PAZIENTE CON DOLORE: L'ESAME FISICO L'esame fisico del paziente affetto da sintomatologia dolorosa richiede da parte del medico una certa esperienza specie nell'esame neuromuscoloscheletrico. Sebbene il dolore possa riconoscere molteplici cause, in generale l'esame fisico del sistema nervoso, muscolare e scheletrico rimangono quelli fondamentali. Per lo studio del dolore viscerale è importante seguire una corretta procedura mediante esami clinici e di laboratorio. Resta fondamentale, comunque, una visione d’insieme dello stato di salute in relazione al sintomo-dolore. I PUNTI FONDAMENTALI DELL'ESAME FISICO È bene che l'esame fisico venga effettuato in maniera sistematica E dovrebbe comprendere i seguenti punti: La selezione dei dati Il medico dovrebbe predeterminare i principali elementi da esaminare. Per esempio, i sintomi riguardanti la regione lombosacrale (mal di schiena) richiedono l'esame del tratto lombosacrale della colonna vertebrale, dei riflessi degli arti inferiori, e delle condizioni neurologiche. In caso di pazienti che presentano un dolore diffuso e la cui storia clinica suggerisce un probabile disturbo generalizzato, come ad es. in una sindrome algica miofasciale o una fibrosite, è necessario un esame più completo delle articolazioni periferiche, dei tratti cervicale, toracico e lombosacrale della colonna vertebrale, la valutazione della deambulazione ed esami neurologici. Quindi, la scelta dei dati da esaminare è il passo più importante dell'esame fisico. La raccolta dei dati L'esaminatore procede quindi a raccogliere sistematicamente i dati selezionati. È necessario ricercare ulteriori anomalie che potrebbero richiedere uno studio più approfondito. Per esempio la scoperta di iperreflessia degli arti inferiori può rendere necessaria la ricerca di un interessamento corticospinale, quali i segni di Babinski, e di un interessamento del cordone posteriore del midollo spinale, per cui sarebbero necessari esami della sensibilità propriocettiva e vibratoria. Nel corso di questo approccio pratico e sistematico, i dati vengono raccolti in diverse fasi e con il paziente in diverse posizioni. Per esempio, si possono ottenere informazioni mentre il paziente è seduto, in posizione clinostatica, ortostatica ed infine osservandone la deambulazione. L’analisi ed integrazione dei dati Poiché i dati vengono raccolti in diversi momenti, l'esaminatore deve integrare le informazioni raccolte, scegliere quelle significative, delineare un quadro clinico che risponda ai dati anamnestici, ed infine stabilire la possibile fisiopatologia. I dati contraddittori possono richiedere altri esami. Per esempio, durante la visita iniziale, si può scoprire l'atrofia di un gruppo di muscoli a cui non corrispondono anomalie neurologiche. L'esame più attento di altri gruppi di muscoli innervati dallo stesso nervo periferico o dalla radice nervosa che innerva il muscolo atrofizzato può essere utile per determinare se esiste un quadro clinico di atrofia neurologica o se si tratta semplicemente di atrofia da non uso. La identificazione del problema L'esame fisico si prefigge lo scopo di ottenere i dati appropriati e di correlare i reperti con le informazioni anamnestiche. Lo scopo finale dell'esaminatore è quello di identificare e diagnosticare la patologia sottostante. Effettuata la diagnosi, passi successivi sono la ricerca e l'attuazione della soluzione al problema. I PRINCIPI GENERALI L’esame della storia clinica del paziente Fin dall'inizio dell'esame fisico, il medico dovrebbe disporre di un'anamnesi sufficientemente dettagliata ottenuta direttamente dal paziente o integrata con un sistema di raccolta di dati, come ad esempio un questionario sul dolore. L'esaminatore deve valutare tutti i dati a disposizione e informarsi circa le risposte date dal paziente nel questionario, notando i dati contrastanti ed incoerenti che il questionario più facilmente del colloquio mette in evidenza. Occorre prendere nota del comportamento emotivo del paziente durante il colloquio anamnestico e l'esame fisico. Le informazioni anamnestiche devono comprendere non solo l’aspetto medico del disturbo principale, la storia della malattia attuale e le precedenti cure mediche, ma anche i cambiamenti fisici, sociali, psicologici, professionali e dello stile di vita che sono scaturiti dalla patologia dolorosa e le attuali condizioni del paziente. AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 19 di 19 Alcuni pazienti si presentano alla visita accompagnati da un parete prossimo o da un amico: questa abitudine dovrebbe essere evitata. Infatti il paziente può essere condizionato positivamente o negativamente nelle risposte; alcune volte l'accompagnatore parla per il paziente e risponde in vece del paziente alle domande del medico. Questo inficia l'attendibilità dei dati. Il protocollo dell'esame L'esame fisico deve essere eseguito in modo sistematico. Ogni situazione è differente. In tutti gli esami, comunque, il paziente viene fatto svestire affinché sia facilmente accessibile e visibile la parte del corpo che necessita di essere esaminata. Il paziente dovrebbe essere osservato mentre si sveste, il che potrebbe fornire utili informazioni (togliere la camicia, sfilare le calze, slacciare la cintura, ecc.). Dovrebbe indossare un comodo camice che garantisce la privacy mentre allo stesso tempo dà al medico l'opportunità di esaminare le parti del corpo più sintomatiche. L’aspetto del paziente Durante il colloquio il medico deve osservare le espressioni del paziente, gli atteggiamenti, le inflessioni della voce, le reazioni di evitamento di domande particolari, la postura sulla sedia, i movimenti delle mani, le espressioni del volto, ecc. Questa osservazione può dare informazioni utili e complementari all’esame fisico vero e proprio. La valutazione dello stato emotivo del paziente Il paziente è depresso? Presenta uno stato emotivo eccessivo? Occorre fare attenzione all'emotività con la quale viene descritta la storia clinica e come il paziente collabora. Mostra comportamenti esagerati nel tentativo di dimostrare e legittimare la lunga storia della sua malattia come se nessuno in passato avesse mostrato interesse per i suoi sintomi? Manifesta risposte inadeguate, incoerenti e non fisiologiche? Ciò viene spesso riscontrato in situazioni in cui la minima palpazione provoca un allontanamento della parte palpata con marcate torsioni del corpo, per timore che il dolore venga maggiormente avvertito. Analogamente si può osservare che un paziente usa a volte un bastone ed altre volte mostra un comportamento doloroso esagerato, come "simbolo" esteriore per dimostrare la propria inabilità. A volte può venire coperto con cappelli ed indumenti pesanti in piena estate a sottolineare una presunta influenza di "correnti d'aria" ed a "protezione" da mutamenti climatici sul dolore. Il linguaggio corporeo del paziente è un valido strumento per il medico poiché dimostra approvazione, ira, diffidenza o ansia che devono essere chiarite per una diagnosi ed un programma terapeutico. A volte già per telefono, ancor prima della visita, il paziente può dare utili notizie sullo stato emotivo. Tipico dei pazienti ansiosi sofferenti di dolori cronici è la pretesa di una visita immediata, lamentandosi di un appuntamento procrastinato di qualche giorno. L’esame del sistema muscoloscheletrico L'esame del sistema muscoloscheletrico consiste nello studio delle articolazioni della zona colpita valutando la presenza di edema, discromie, calore al termotatto e dolorabilità. L'ampiezza del movimento delle articolazioni deve essere esaminata e misurata in gradi. Successivamente si esegue l'esame dei muscoli mediante palpazione per cercare un'eventuale dolorabilità, punti trigger e mioclonie. Spesso si possono osservare e misurare la lunghezza e l'accorciamento di muscoli, quali il gastrocnemio e i poplitei. E' necessario valutare la posizione della colonna vertebrale e le eventuali accentuazioni o appiattimenti delle normali curvature o la presenza di curve laterali, come, ad es. in caso di scoliosi, annotando il livello vertebrale in cui si localizza la convessità scoliotica. L’esame neurologico L'esame del sistema nervoso periferico consiste nella valutazione della forza muscolare, dei riflessi tendinei superficiali e profondi e della sensibilità. Può essere necessario registrare dettagliatamente i risultati dell'esame del sistema nervoso centrale, comprendente lo stato mentale e la funzionalità cognitiva e dei nervi cranici, a seconda dei sintomi e della fisiopatologia. La forza muscolare La forza muscolare dovrebbe essere misurata seguendo un criterio standard. Può essere usato il sistema neurologico che si basa su una scala da 0 a 5. I riflessi Bisogna stabilire quali riflessi tendinei profondi esaminare e riportare i risultati secondo una scala da 1+ a 4+: AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità 1+ 2+ 3+ 4+ LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 20 di 20 quando i riflessi tendinei profondi sono ottenuti con un rinforzo, rappresenta i valori normali, indica riflessi iperattivi è il clono. L’esame della sensibilità Analogamente, l'esame della sensibilità dovrebbe essere specifico con indicazione delle aree esaminate e dei metodi usati per l'esecuzione dell'esame. Per esempio un il medico che abbia studiato una radicolopatia lombare può indicare che "l'esame della sensibilità alla puntura di spillo e la digitopressione del dermatomero L5-S1 destro è normale". Registrazione dei dati L'esaminatore deve evitare di usare termini generici come "riflessi tendinei profondi e sensibilità fisiologici". Tale annotazione non è d'aiuto dando origine a difficoltà quando si confrontano due esami successivi. Resta inteso che il parametro ed il dato non riportato non si intende normale ma si intende non eseguito o sconosciuto. L’esame della deambulazione L'esame della deambulazione del paziente fornisce utili informazioni. Per lo studio della deambulazione si dovrebbero eseguire un esame neurologico e muscoloscheletrico. La debolezza muscolare che potrebbe non essere notata in una posizione statica può divenire evidente nell'esame dinamico della deambulazione. Analogamente, si possono evidenziare l'assenza della sensibilità propriocettiva e di posizione delle articolazioni e le difficoltà di coordinazione, come la dismetria dovuta a patologie cerebellari. Per l'esame della deambulazione bisogna tener presente le sue fasi: La fase di impostazione comprende l'attacco del calcagno, l'appiattimento del piede, la posizione intermedia e lo stacco del piede dal terreno. Durante questa fase, un dolore ad un arto può provocare un'alterazione posturale, o un incurvamento dal lato dove il paziente fa il passo. Tutti questi segni suggeriscono la presenza di un'andatura antalgica o dolorosa. La fase di impostazione dovrebbe consistere di un lieve colpo di calcagno e dell'appiattimento del piede, con le dita che sopportano gran parte del peso del corpo. Nella posizione intermedia, la debolezza del gluteo medio può causare un barcollamento verso il lato colpito, risultante in un'andatura ancheggiante. La fase di oscillazione comprende l'accelerazione, la fase intermedia e la decelerazione. Durante l'accelerazione, la caviglia è in flessione dorsale, il ginocchio è flesso e l'articolazione dell'anca è flessa. Durante la decelerazione, i bicipiti femorali si contraggono per rallentare la fase di oscillazione ed il ginocchio si estende per iniziare il movimento del calcagno. Le anomalie della deambulazione Andatura larga; il medico osserva la distanza dei piedi, che non dovrebbe superare i 5-10 cm da calcagno a calcagno. Un'andatura larga è sintomo di instabilità e può indicare una perdita delle funzioni sensitive, come nel caso di una neuropatia periferica, e la mancanza della sensibilità propriocettiva, come nel caso di malattie del cordone posteriore, o di una disfunzione cerebellare. La lunghezza media di un passo è di circa 40 cm. In caso di dolore ad un arto, di dolore unilaterale alla colonna vertebrale, o di debolezza muscolare, la lunghezza del passo può essere minore da un lato. Cause delle anomalie; le anomalie della deambulazione possono manifestarsi in seguito ad indebolimento, instabilità o dolore muscolare. Per esaminare la forza e la stabilità degli arti inferiori, si può chiedere al paziente di camminare sui talloni o sulle punte. Facendolo accovacciare e rialzarsi o sollevarsi sulle punte per dieci volte si può evidenziare un'eventuale asimmetria e debolezza dei quadricipiti e del flessore plantare (gruppo muscolare del gastrocnemio-soleo). Esempi di debolezza muscolare sono costituiti dall'indebolimento dei dorsiflessori della caviglia nelle radicolopatie del segmento L4 o L5, che provoca un'andatura a piede cadente; dall'indebolimento dei muscoli di L5, che provoca debolezza del gluteo medio e barcollamento; o dall'indebolimento dei quadricipiti, che provoca uno scatto del ginocchio in estensione durante la fase di impostazione. Esempi di instabilità sono un'andatura larga a causa di una neuropatia periferica, un'andatura atassica per disfunzione cerebellare, e l'inarcamento del ginocchio dovuto allo spostamento del ginocchio all'interno. Esempi di dolore comprendono un'andatura antalgica o un'andatura non fisiologica in pazienti con dolore cronico. AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 21 di 21 UNO SCHEMA PRATICO Viene descritto di seguito un esame sistematico della colonna vertebrale e degli arti. Paziente seduto Dopo aver esaminato l'anamnesi del paziente selezionato i dati da approfondire, si raccolgono le seguenti informazioni facendo stare il paziente seduto. Ampiezza del movimento articolare La mobilità articolare dovrebbe essere esaminata passivamente. Un'articolazione potrebbe essere limitata nei movimenti attivi a causa di debolezza o di inibizione dolorosa. Ricercare eventuali asimmetrie delle articolazioni, e notare ogni asimmetria nei movimenti passivi tra le articolazioni degli arti superiori. Con il paziente in posizione seduta, si possono esaminare: Dita - Tutte le dita dovrebbero essere in grado di toccare la piega distale del polso. Il pollice dovrebbe potersi opporre e toccare la punta e la base del mignolo. Polso - flessione ed estensione del polso, deviazione radiale ed ulnare. Articolazione radioulnare - pronazione e supinazione con il gomito flesso a 90°. Estensione e flessione del gomito Spalla - Flessione in avanti, abduzione, rotazione esterna ed interna della spalla tenuta abdotta a 90°, estensione della spalla. Caviglia – flessione dorsale e flessione plantare. Ginocchio – estensione e flessione. Anca – flessione, rotazione esterna ed interna. L’estensione dell’anca deve essere esaminata in posizione supina, eretta o prona. Esame della forza muscolare - nella posizione seduta, si può esaminare la forza statica dei gruppi muscolari principali degli arti superiori ed inferiori. Tavola dei gradi muscolari Gradi muscolari Descrizione 5 - normale Ampiezza completa del movimento contro gravità con piena resistenza 4 - buono Ampiezza completa del movimento contro gravità con qualche resistenza 3 - discreto Ampiezza completa del movimento contro gravità 2 - scarso Ampiezza completa del movimento con effetto di gravità eliminato 1 - molto scarso Presenza di scarsa contrattilità. Nessun movimento articolare 0 - nullo Nessuna evidenza di contrattilità a. L'esame della forza degli arti superiori può fornire una prova indiretta dell'interessamento di una radice nervosa. b. Gli abduttori della spalla e i flessori del gomito danno informazioni circa la radice C5. c. I flessori del gomito e gli estensori del polso, soprattutto l'estensore carpo radiale, danno informazioni circa la radice C6 d. Gli estensori del gomito, i flessori del polso e gli estensori delle dita danno informazioni circa la radice C7. e. I flessori delle dita ed i muscoli interossei per l'abduzione e l'adduzione delle dita, danno informazioni circa la radice C8. f. L'abduzione delle dita fornisce informazioni circa la radice T1. g. La forza del tibiale anteriore con la dorsiflessione della caviglia dà informazioni circa le radici L4 ed L5, soprattutto L5 ed il nervo peroniero AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 22 di 22 h. La forza dell'estensore lungo dell'alluce dà informazioni circa la radice L5 ed il nervo peroniero profondo. Riflessi tendinei profondi I riflessi tendinei profondi possono essere esaminati in posizione seduta e forniscono le seguenti informazioni: Il riflesso bicipitale dà informazioni principalmente sulla radice C5. Il riflesso brachioradiale dà informazioni sulla radice C6. II riflesso tricipitale dà informazioni sulla radice C7. Il riflesso patellare dà informazioni sulla radice L4. Il riflesso achilleo dà informazioni sulla radice S1. Il riflesso tibiale posteriore e popliteo dà informazioni sulla radice L5. Il riflesso di Babinski può dare informazioni sul tratto corticospinale e sull'interessamento di qualche motoneurone superiore. Sensibilità La posizione seduta dà la possibilità di esaminare la sensibilità alla puntura di spillo e alla pressione. a) L'esame della sensibilità della regione superolaterale del braccio dà informazioni sulla radice C5 e sul nervo ascellare. b) L'esame della sensibilità dell'avambraccio laterale, del pollice, dell'indice e di metà del medio dà informazioni sulla radice C6 e sui rami sensitivi del nervo muscolocutaneo. c) d) e) f) Il medio dà informazioni sulla radice C7. g) h) i) La faccia laterale del piede dà informazioni sulla radice S1. L'anulare ed il mignolo danno informazioni sul nervo ulnare e la radice C4. La regione mediale del braccio dà informazioni sul nervo cutaneo brachiale mediale e sulla radice T1. Nell'arto inferiore, lo spazio membranoso tra il primo ed il secondo dito del piede può dare informazioni sulla radice L5. La regione anteriore della coscia dà informazioni sulle radici dei nervi L2 e L3. La regione anteriore della gamba dà informazioni sulla radice del nervo L4. La regione anterolaterale della coscia dà informazioni sul nervo cutaneo femorale laterale (meralgia parestetica). Movimenti della colonna cervicale La posizione seduta è eccellente per l'esame dei movimenti della colonna cervicale in flessione, estensione, rotazione ed inclinazione laterale. Esami speciali La posizione seduta offre anche l'opportunità di esaminare la sensibilità di posizione delle articolazioni degli arti inferiori e la sensibilità vibratoria degli arti superiori ed inferiori. In posizione seduta è possibile eseguire la manovra di Lasègue, che può successivamente essere ripetuta in posizione supina. Un segno di Lasègue positivo consiste nell'irradiazione del dolore nel territorio di distribuzione del nervo periferico, che generalmente si estende al di sotto del ginocchio. Dolore lombare o smorfie durante l'esecuzione di un test di Lasègue, comunque, non sono un segno di positività. II medico dovrebbe invece registrare gli esatti sintomi descritti dal paziente, quali dolore dietro al ginocchio o nella zona lombare. Nella posizione seduta si possono eseguire altri tests specifici, quali l'esame dei nervi cranici e la palpazione delle aree scapolare, paraspinale cervicale, paraspinale toracica e paraspinale lombare che richiedono una posizione rilassata. In posizione seduta possono essere eseguiti anche esami cerebellari, come il movimento tallone-cresta tibiale, dito-dito e dito-naso, l'esame della disdiadococinesia, con rapidi movimenti alternato delle dita verso il pollice, e l'esame della dismetria, facendo battere alternativamente la faccia dorsale e palmare della mano sulla coscia. In tale posizione può essere valutato il tono muscolare, evidenziando un'eventuale ipertonia indicativa di una patologia dei motoneuroni superiori o di uno spasmo muscolare localizzato. Occorre sempre cercare eventuali asimmetrie quando si eseguono i suddetti tests. Paziente in posizione supina Dopo aver esaminato il paziente in posizione seduta, passa alla posizione supina. In tale posizione si possono effettuare i seguenti esami: Sollevamento della gamba estesa. AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 23 di 23 Il test di Patrick riguarda le patologie dell'articolazione dell'anca e della regione sacroiliaca. Comprende la flessione, l'abduzione, la rotazione esterna e l'estensione dell'articolazione dell'anca. Una patologia dolorosa a livello dell'articolazione dell'anca viene spesso riferita a livello del triangolo femorale anteriore, mentre una patologia dolorosa dell'articolazione sacroiliaca viene riferita a livello dell'articolazione omonima. In questa posizione può essere eseguito il test di Thomas per esaminare la flessione o la contrattura dell'anca. In posizione supina si può eseguire il test di Hoover, in cui il paziente spinge contro una resistenza per sollevare la gamba mentre l'esaminatore controlla la pressione sull'altro calcagno. Quando il paziente cerca di sollevare la gamba, esercita una pressione sul calcagno controlaterale facendo leva su di esso; l'esaminatore può avvertire questa pressione verso il basso sulla mano. Se il paziente non fa pressione sul calcagno quando cerca di sollevare la gamba, può essere segno di non collaborazione. In posizione supina si ha la possibilità di esaminare in modo più specifico l'articolazione del ginocchio, della caviglia e dell'anca. Inoltre, si può esaminare anche l'articolazione sacroiliaca. Paziente in posizione prona In posizione prona possono essere palpati i processi spinosi vertebrali valutando la dolorabilità alla digitopressione e lo stato dei muscoli paravertebrali. Può essere eseguito il test di estensione dell'anca, che se positivo riproduce i sintomi dolorosi della parte anteriore della coscia riscontrati nella radicolopatia del segmento L4. Paziente in posizione eretta Occorre osservare il paziente quando passa dal la posizione supina a quella eretta. Presenta comportamenti anomali o non ha difficoltà? In posizione eretta possono essere effettuati i seguenti esami: Misura dell'altezza della cresta pelvica per verificare se è presente inclinazione, obliquità pelvica, o differenza di lunghezza degli arti inferiori. La mobilità lombosacrale e toracolombare può essere valutata con il paziente chinino e misurando la distanza da terra delle punte delle dita. Un esame più accurato della mobilità toracolombare può essere eseguito mediante il test di Schober. In questa posizione, si traccia sulla colonna vertebrale una linea di 15 cm e si misura l'ampiezza dei movimenti della colonna. Ci si aspetta un'escursione di 4-5 cm. Inoltre, la mobilità interspinosa può essere esaminata ponendo, quando possibile, le punte delle dita sui processi spinosi. Questa posizione permette la palpazione del grande trocantere, della tuberosità ischiatica, dell'incisura ischiatica, e dei muscoli scapolari paraspinali, cervicali, toracolombari e sacrali. La posizione eretta dà la possibilità di valutare il segno di Romberg. La postura deve essere osservata davanti, di dietro e di lato. Si deve esaminare la normale curvatura della colonna vertebrale e valutare se la curva lordotica è appiattita o accentuata e se la cifosi toracica è accentuata. Si può far espandere il torace per esaminare l'eventuale rigidità della colonna e della parete toracica. Devono essere messe in evidenza le asimmetrie e l'equilibrio. AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 24 di 24 D.B. C LA VISITA DEL PAZIENTE CON DOLORE LA RACCOLTA DEI DATI ANAMNESTICI Come negli altri settori della medicina, la conoscenza della storia clinica è una parte importante dell'esame di un paziente affetto da una patologia dolorosa. Con la raccolta della storia clinica, possono essere chiariti i fattori che influenzano lo stato attuale del paziente, tenendone conto nella pianificazione della terapia. È più facile raccogliere i dati anamnestici mediante un questionario che può essere inviato al paziente prima della visita o proposto al momento della visita o del ricovero. L'uso di tale questionario, naturalmente, non esclude la necessità di un esame diretto del paziente, che offre al medico l'opportunità di valutare dati verbali e non verbali. E’ chiaro che non tutti i pazienti sono in grado di compilare un questionario. In questo possono essere aiutati da personale addetto. Alcuni pazienti, specie i nevrotici, possono arrivare alla visita con minuziosi appunti scritti sulla storia del dolore e con documentazioni, spesso datate, circa indagini e visite eseguite. Le seguenti notizie sono ritenute essenziali per una conoscenza approfondita della storia clinica del paziente. STORIA PERSONALE Informazioni generali Comprendono nome, sesso, età, e data di nascita. In particolare il sesso e l’età rivestono importanza nella fase diagnostica in quanto alcune patologie dolorose sono possono essere prevalenti in alcune fasce di età. Ad esempio patologie degenerative articolari si verificano specie dopo i 60 anni o la cefalea muscolotensiva che è più tipica di soggetti sotto i 50 anni. È utile richiedere anche l'indirizzo ed il numero di telefono per facilitare i contatti col paziente durante il follow-up o per eventuali altre comunicazioni. Utile anche il recapito del medico di famiglia per gli eventuali contatti o consulti. Livello culturale Il livello culturale del paziente può influenzare la risposta alla terapia. Sembra che maggiore sia il grado di cultura, più probabile è il beneficio derivante dalla terapia. Anche se pazienti con mediocre livello culturale possono essere più facilmente suggestionabili. Inoltre esso può influire sulla giusta osservanza della terapia prescritta (dosi corrette, orari stabiliti, modalità, ecc.). Professione Anche questo è un fattore importante nella risposta alla terapia, in quanto, ad esempio, gli operai mostrano, in genere, risposte meno favorevoli alla terapia rispetto agli impiegati ed ai professionisti. E’ probabile che in questi ultimi giochi maggiormente la quota-placebo insita in quasi tutte le terapie. Lavoro attuale Il lavoro sembra avere una forte influenza sui risultati della terapia. I lavoratori a tempo pieno o part-time traggono maggiori benefici dalla terapia rispetto a coloro i quali sono a riposo per malattia o disoccupati. Il rinforzo negativo di pensare alla malattia e di vedersi ammalato a letto o senza un lavoro può influire sui risultati. Il paziente che ha un conflitto legale/assicurativo con l'azienda in genere mostrerà una sintomatologia ed una risposta alla terapia condizionata dall'interesse a riscuotere premi assicurativi o a superare utilmente il contenzioso legale. Stato civile È importante sia per motivi legali che per valutare le possibilità di assistenza del paziente. Valutazione del rapporto coniugale Anche questo è un mezzo per valutare le possibilità di assistenza del paziente e determinare l'impatto del dolore sulla sua vita. Il dolore può essere utilizzato da un coniuge per "attirare" l’attenzione oppure come "punizione" verso il partner. Ambiente familiare Il paziente vive in un nucleo familiare o con amici? Vi sono membri della famiglia affetti da malattie croniche o dolorose? Le risposte a tali domande rivelano la natura del sistema assistenziale o la possibilità di un condizionamento verso la cronicizzazione. Molte malattie dolorose invalidanti (ad esempio il cancro) diventano la "malattia della famiglia" oltre che dell’individuo. Un ambiente familiare dove esistano conflitti tra i membri influisce negativamente sulla guarigione e sulla riuscita della terapia. Origine etnica È stato dimostrato che l'etnia del paziente ha una notevole influenza sulla percezione e sulla risposta del paziente al dolore. Per alcune culture esso può essere considerato come un’evento ineluttabile. Religione Il paziente potrebbe rifiutare alcuni trattamenti terapeutici o potrebbe avere un'alterata percezione del dolore a causa della sua religione. Il dolore può essere visto come "giusta punizione" per il "peccato" commesso o come una via per la "redenzione". AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 25 di 25 Stato sociale I pazienti che normalmente svolgono una vita sacrificata, in generale, hanno una soglia del dolore più alta di quelli svolgono una vita agiata e priva di problemi finanziari. I sacrifici quotidiani ed il lavoro pesante fanno sopportare meglio il dolore. Come pure le persone meno agiate o povere difficilmente si ammalano di cefalea psicogena o di dolori con prevalente componente ansiosa. STORIA DEL DOLORE La caratterizzazione del dolore e della risposta del paziente è uno degli elementi chiave della terapia. Valutando e studiando il tempo e modalità d’inizio, la localizzazione, la qualità, la durata e l’intensità del dolore, le risposte del paziente ed i fattori psicologici che contribuiscono ai meccanismi di risposta del paziente, il medico può stabilire il miglior trattamento terapeutico. Tempo e modalità d’inizio Quando il dolore è iniziato (da quando tempo e se dopo un’evento traumatico o senza causa apparente, dopo la gravidanza, ecc.) e come è iniziato (lentamente, improvvisamente, dopo un lavoro ripetiti, ecc.) Localizzazione del dolore La localizzazione e la distribuzione del dolore aiutano a determinare il tipo di patologia dolorosa presentata dal paziente, per es. centrale o periferica (irradiazione, dolore riflesso, ecc.). Il racconto del paziente è determinante. Distribuzioni e localizzazioni bizzarre devono far sospettare problemi psichici o motivazioni diverse (conflittualità con il datore di lavoro, problemi con le assicurazioni, desiderio di prepensionamento, ecc.) Descrizione del dolore Spesso i pazienti sono vaghi riguardo alla localizzazione del dolore. Può essere utile farsi indicare le parti interessate su una mappa del corpo umano. Alcuni pazienti loquaci sono estremamente prolissi e fantasiosi fino al punto di fuorviare l’attenzione del medico sul problema-dolore: essi devono essere indotti vivamente a rispondere alle domande senza dilungarsi in descrizioni inutili. Altri ancora possono riportare lunghe liste di eventi patologici, dolorosi e non, appuntati in quaderni con precisione nevrotica. Gran parte dei pazienti doloranti cronici tende, durante la visita, a "prendere in mano le redini" del colloquio tentando di orientare il discorso verso argomenti e notizie che reputa importanti o vuol segnalare al medico come tali. Questo atteggiamento deve essere ostacolato. Questo è spesso un comportamento seguito da pazienti con dolori psicogeni e/o con notevole componente nevrotica che vuole mirare a mascherare, istintivamente o anche volontariamente, la natura del dolore. Durata I pazienti con sintomi dolorosi di durata inferiore a sei mesi sembrano rispondere meglio alle terapie mediche, mentre quelli con dolore da più di due anni è improbabile che rispondano ad alcuni trattamenti. Se il dolore è cronico, il medico dovrebbe accertare se vi sia stato un cambiamento recente nell’intensità, nella distribuzione o nella qualità del dolore. Cause di comparsa del dolore Gli infortuni sul lavoro hanno una relazione negativa con il successo della terapia. Inoltre, la risposta alla terapia può essere influenzata in senso negativo se il dolore si è manifestato in seguito ad un intervento chirurgico o è conseguente ad un incidente stradale. In generale la speranza di un indennizzo assicurativo influenza molto negativamente la guarigione. Caratteristiche del dolore Il momento della comparsa del dolore, l'intensità, la qualità e l'irradiazione sono indicativi sia per la diagnosi che per le possibili terapie. Risposta del dolore alle attività La determinazione di quali attività allevino il dolore e di quali lo aggravino è indicativa per la ricerca delle cause che hanno provocato il dolore e per i possibili trattamenti. Principalmente il rapporto del dolore con le attività lavorative, quelle ricreative ed il sonno sono estremamente indicative. Un paziente che dorme regolarmente verosimilmente ha un’intensità del dolore non elevata rispetto ad un paziente che dorme poco o niente. Un paziente che guida regolarmente è probabile che ha una lombalgia sopportabile. Sintomi associati Il paziente presenta altri sintomi in associazione al dolore? Presenta torpore o parestesie, debolezza, disfunzione intestinale o urinaria, diminuzione della temperatura, aumento della sudorazione, cianosi o edema? È presente dolorabilità locale, iperestesia, iperalgesia, ipoalgesia o anestesia? Miglioramento o peggioramento Devono essere indagate situazioni o condizioni ambientali e climatiche che possono migliorare o peggiorare il dolore: caldo, freddo, vento, umidità, sonno, fatica, stress, lavoro, riposo, ecc. ANAMNESI TERAPEUTICA Terapie precedenti Spesso il paziente cronico si rivolge al medico dopo una lunga serie di trattamenti. La loro conoscenza evita spese e frustrazioni da parte del paziente, provocate da trattamenti ripetitivi. Cosa è già stato tentato, e quali trattamenti sono stati efficaci? Precedenti interventi chirurgici Se il paziente è già stato sottoposto ad interventi chirurgici specifici per la patologia dolorosa, è meno probabile che si possano ottenere risultati positivi. Infatti, diversi interventi chirurgici influenzano negativamente la prognosi, ed alcune operazioni AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 26 di 26 possono complicare il successivo trattamento. Per esempio, la fusione delle vertebre lombari può rendere difficoltose o impossibili le iniezioni epidurali. Farmaci È indispensabile che il medico conosca quali farmaci, analgesici e non, assume il paziente in modo da stabilirne l'uso, l'abuso, le interazioni e l'efficacia della terapia. È bene registrare i miglioramenti e la durata dell'effetto degli analgesici, gli effetti collaterali presentati dai farmaci assunti precedentemente ed attualmente, annotare i farmaci che non hanno avuto effetto. E’ stato quel farmaco, impiegato in precedenza, in maniera corretta per tempi e dosi? Gli effetti secondari avuti sono sicuramente da imputare a quel farmaco? Si può fare niente per minimizzare o annullare gli effetti indesidarati? Esami di controllo Occorre stabilire se vi sia qualche interazione tra la patologia dolorosa ed altre patologie. Patologie preesistenti potrebbero complicare o controindicare alcuni trattamenti terapeutici. Tests diagnostici Al momento del ricovero dovrebbero essere riesaminate tutte le precedenti radiografie e le analisi di laboratorio disponibili. Precedenti ricoveri o visite Il paziente dovrebbe fornire cartelle cliniche precedenti e risultati di precedenti visite. Non bisogna mai fidarsi delle "diagnosi" o di "referti" raccontati e riferiti a voce dal paziente. ABUSI Alcolismo Occorre esaminare il grado di uso/abuso di alcol ed anche se esso venga assunto per alleviare il dolore. Ogni abuso ostacola il successo della terapia. Le epatopatie indotte da alcolismo possono modificare la cinetica degli analgesici in genere riducendone l’eliminazione. Fumo I diritti di proprietà letteraria e artistica sono di Nello De Nicola, 1998 Alcune patologie dolorose, soprattutto vasospastiche, possono essere aggravate dalla nicotina. Farmaci Alcuni pazienti possono avere dipendenza psichica da alcuni farmaci analgesici e non. Difficilmente faranno a meno di "quella" compressa ritenuta indispensabile. Spesso l’eliminazione di tali abitudini può inficiare l’intera terapia antidolorifica, facendo riemergere ansia o depressione, per cui può essere strategico lasciare che il paziente continui a prendere "quel" farmaco aggiungendo ad esso la terapia ritenuta opportuna. ALTRI FATTORI INFLUENZANTI L'ESITO DELLA TERAPIA Lavoro L'esame del tipo di lavoro, come ad es. lavoro fisico leggero, pesante, ripetitivo, in posture anomale, traumatizzante per certe articolazioni o tendini, aiuta a determinare fino a che livello il lavoro abbia contribuito alla patologia dolorosa del paziente e se è possibile che il paziente riprenda la propria attività lavorativa. Compenso/Invalidità Se un paziente riceve una forma di remunerazione economica per la sua malattia, può avere interesse a non rispondere alle terapie, ingigantire i propri problemi dolorosi e fuorviare il medico nella diagnosi corretta. Procedimenti legali Come nel caso precedente, vi potrebbe essere interesse a non mostrare miglioramenti in caso di possibili vantaggi economici per un procedimento legale. Spesso questo genere di pazienti si ricovera o si reca all’ambulatorio di terapia del dolore specie per chiedere relazioni scritte o certificazioni che pensa di esibire a conforto del proprio stato di malattia. Disturbi del sonno L'insonnia ed il risveglio frequente generalmente sono causati da un dolore persistente o dall'ansia e dalla depressione che accompagnano il dolore, o anche da questi fattori associati. La conta delle effettive ore di sonno può essere un utile indice dell'efficacia della terapia analgesica e dell'andamento della malattia. Gradi di attività Il dolore ha un effetto pluridimensionale sul paziente che si riflette in cambiamenti delle attività professionali, sociali, ricreative e sessuali. La determinazione del tempo e della capacità ad eseguire alcune attività di vita quotidiana è un elemento importante nella storia clinica del paziente. E’ probabile che il paziente che continua la sua attività lavorativa, sociale e ricreativa abbia un livello di dolore non elevato, mentre il paziente che rinuncia completamente alle abituali attività, hobby, viaggi, ecc. sia affetto da un dolore di grado elevato. Aspettative del paziente I Cosa si aspetta il paziente dalla terapia: la completa liberazione dal dolore o la sua riduzione ad un livello più tollerabile? Il paziente che riferisce di non aspettarsi nulla o molto da quella visita o dalla terapia difficilmente avrà una guarigione o un miglioramento, in quanto lo stato ansioso/depressivo può vanificare gli effetti degli interventi terapeutici. AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità Tabella 1. LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 27 di 27 Semplici domande in un’intervista sul dolore 1. Quanto è intenso il suo dolore in questo momento? Quale è stato il dolore peggiore che ha provato nella scorsa settimana? 2. Quante volte durante la settimana scorsa, è stato incapace di fare ciò che le sarebbe piaciuto a causa del suo dolore? 3. Nella scorsa settimana con che frequenza il dolore ha interferito sulla sua capacità di lavarsi, mangiare, vestirsi o andare al gabinetto? 4. La settimana scorsa con che frequenza il dolore ha interferito sulle sue capacità di svolgere le faccende di casa, andare a fare la spesa, preparare da mangiare, pagare i conti e guidare l’auto? 5. Con che frequenza si dedica ad attività piacevoli, come hobby, stare in compagnia di amici, viaggiare? La settimana scorsa quanto spesso il dolore ha interferito con queste attività? 6. Con che frequenza svolge qualche attività fisica? La scorsa settimana quante volte il dolore ha interferito con la sua capacità di svolgere queste attività? 7. Con che frequenza il dolore interferisce sulla sua capacità di pensare lucidamente? 8. Con che frequenza il dolore interferisce con il suo appetito? Ha perso peso? 9. Quanto spesso per il dolore non è riuscito a dormire o si è svegliato durante il sonno? Quante volte nella scorsa settimana? 10. Il dolore ha interferito con il suo stato d’animo, il suo umore, la sua personalità o con le relazioni con le altre persone? 11. La scorsa settimana quante volte ha assunto farmaci per il dolore? 12. Come valuterebbe la sua salute in questo momento? Adattato da Weiner D. , Herr K., Rudy T. (eds). Persistent Pain in Older Adults: An Interdisciplinary Guide for Treatment. New York: Springer AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 28 di 28 D.B. D LA MISURAZIONE DEL DOLORE Il dolore frequentemente rende il paziente inabile fisicamente ed emotivamente tanto da disordinare e sovvertire il comportamento del soggetto dolorante. Il dolore impedisce di pensare coerentemente ed induce il paziente a cercare un trattamento o un sollievo. Dal punto di vista clinico è spesso impraticabile esaminare il rapporto fra nocicezione e risposta al dolore, poiché in certe sindromi dolorose (arto fantasma o nevralgia del trigemino), lo stimolo originale è assente. Conseguentemente, per valutare l'esperienza del dolore, gli strumenti di misurazione si sono basati tradizionalmente su dati soggettivi, ponendo l'attenzione sulla sensazione, sulla sofferenza e sul comportamento del paziente piuttosto che sulla nocicezione. Per conseguire una misurazione del dolore si è consigliato un approccio soggettivo/oggettivo. Le variabili del dolore, come intensità, frequenza e qualità sono valutabili con metodi soggettivi come l'autodescrizione. L'invalidità, espressa come mancanza di movimento, incapacità lavorativa o difficoltà nelle relazioni interpersonali, e certi atteggiamenti associati al dolore che si esprimono con smorfie facciali, vocalizzazione e atteggiamenti posturali, possono essere facilmente analizzati e misurati. Possono essere quantificati oggettivamente gli effetti della terapia o di altri interventi. Un criterio abituale di misurazione del dolore si fonda sul metodo di valutazione, ad esempio, dell'autodescrizione, del comportamento osservato e su valutazioni fisiologiche. Poiché il dolore è un'esperienza personale, l'unico modo per cui si può esaminare un paziente affetto da dolore è: 1. fondarsi sulla rappresentazione che il paziente fa delle caratteristiche o degli effetti del proprio dolore; 2. considerare il comportamento derivato; 3. misurare i parametri fisiologici che si ritiene caratteristici di un paziente affetto da dolore. Un approccio completo alla valutazione del dolore cronico può essere quello di conglobare le informazioni necessarie alla misurazione in sei categorie: fisiche, funzionali, comportamentali/cognitive, emotive, economiche e socioculturali. La difficoltà globale di valutare il dolore è dovuta quindi al fatto che questo sintomo ha una natura strettamente individuale. Infatti esso non si presta facilmente alla misurazione e richiede una raccolta ed una valutazione di dati sia obiettivi che soggettivi . FORME DI MISURAZIONE DEL DOLORE Le misurazioni fisiche come la sede del dolore possono essere attendibilmente apprezzate con le descrizioni dei paziente, mentre gli aspetti relativi all'estensione spaziale possono essere verificati disegnando una mappa del dolore. I sintomi fisici possono essere valutati con misure di autodescrizione. Strumenti come l'algometro a pressione, nell'esame dei trigger points miofasciali o lo gnatodinamometro dopo estrazione dentale, consentono una misurazione oggettiva del dolore nel corso di sindromi specifiche. La misurazione dell'attività elettromiografica della muscolatura frontale e temporale presenta una certa utilità nella valutazione delle cefalee. Le misurazioni funzionali comprendono la quantificazione verbale o strumentale delle oscillazioni del dolore per valutarne l'attività nelle 24 ore. Il grado di invalidità fisica, comunicativa e sociale può essere misurato in diversi modi, compresi alcuni validi e attendibili strumenti di autodescrizione. Queste misurazioni sono attendibili e valide e forniscono importanti informazioni sulla capacità del paziente di provvedere a se stesso. Vi sono poi strumenti che offrono informazioni sulle reali capacità del paziente in termini di attività lavorativa e ricreativa o la capacità del paziente di accudire a se stesso. Un'altra efficace prova di funzionalità consiste nella stima della capacità del paziente di deambulare per una distanza standard. I dati relativi agli aspetti comportamentali/cognitivi sono misurabili sia con l'osservazione che con l'autodescrizione. Possono essere riscontrati, per esempio, la quantità di farmaci ritenuta necessaria ed il numero delle visite mediche richieste. E' importante anche la valutazione del comportamento non verbale, come l'assunzione di una certa postura, l'andatura zoppicante, l'atteggiamento di difesa, le smorfie facciali, l'andamento del sonno e la capacità di fronteggiare il dolore. Tutti questi parametri sono misurabili. Depressione e ansia sono fattori emotivi spesso associati all'esperienza algogena e vengono valutati con la somministrazione di test specifici come il Minnesota Multiphasic Personality Inventory e la Beck Depression Scale. Argomenti sui quali possono essere richieste informazioni includono vari aspetti quali: qualità della vita, problemi legali ed assicurativi, indipendenza del paziente, dinamiche familiari e obiettivi del paziente. Si discute se i tests siano sufficientemente sensibili e attendibili. Scale unidimensionali, come quella analogica visiva e le scale delle categorie verbali, vengono regolarmente utilizzate e sono considerate accurate ed utili. Tuttavia il loro impiego è limitato, in quanto esse non riflettono la complessità dell'esperienza dolorosa. Si ritiene che strumenti quali il McGill Pain Questionnaire, per il loro approccio multidimensionale, possano valutarne in maniera più completa i numerosi aspetti. Per quanto riguarda la condotta, ci si aspetta un'elevata corrispondenza fra il racconto del paziente e quanto è osservabile. AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 29 di 29 Tuttavia, esiste spesso una discrepanza tra la valutazione di un dolore acuto da parte del paziente stesso e i parametri della stessa esperienza del dolore utilizzati dal medico. Inoltre, il personale sanitario può influenzare involontariamente, anche in maniera notevole, i parametri di intensità del dolore del paziente per una sorta di rinforzo dovuto a precedenti conversazioni sul dolore e sul benessere. La necessità di misurare il dolore La misurazione dell'esperienza del dolore è utile per diverse ragioni. Innanzitutto rappresenta una base di partenza e dalla quale valutare i futuri interventi terapeutici. E' importante rilevare il grado di compromissione o invalidità per ragioni curative o legali. Molti degli strumenti di valutazione mostrano pregi discriminativi e possono aiutare il clinico nella diagnosi di una condizione specifica. Inoltre alcune metodiche di valutazione posseggono la capacità specifica di differenziare il vero paziente sofferente dal simulatore e di valutare l'influenza della personalità sull'esperienza dolorosa. Le peculiarità di un test Un test deve essere adeguatamente semplice da somministrare ed essere articolato in modo tale che la maggior parte dei pazienti possa comprenderlo. Deve soddisfare i criteri di validità e sensibilità e avere attendibili proprietà di graduazione, senza errori casuali. E' affidabile se i risultati ottenuti dallo stesso soggetto in due diverse occasioni sono simili. Quanto maggiore è la coerenza, tanto più grande è l'attendibilità. Esistono tre tipi di attendibilità: coerenza interna, ripetibilità del test e attendibilità incrociata. Affinché un questionario possa essere considerato intrinsecamente coerente, vi deve essere un'ampia varietà di domande su singole voci di una scala. La ripetibilità del test valuta la capacità del test di essere ripetuto a intervalli e di fornire sempre lo stesso risultato nel tempo. Se due esperti dello stesso strumento di valutazione producono lo stesso risultato, allora la misura possiede un'attendibilità incrociata. La validità è il grado secondo cui un test misura ciò che dovrebbe misurare. Ci sono vari tipi di validità, tra cui la validità di contenuto, la validità di costruzione e la validità convergente. Un test è dotato di validità di contenuto se valuta qualità che rappresentano ragionevolmente e appropriatamente la particolare entità da misurare. Per esempio, se un test misura le caratteristiche note del dolore, come la sede, l'intensità e l'interferenza con le attività quotidiane, esso possiede una validità di contenuto. La validità di costruzione è la concordanza tra le aspettative teoriche e i reali risultati di un test. Una scala di valutazione deve essere sensibile. Se l'intensità è il parametro qualitativo che deve essere misurato, allora la scala deve ricoprire l'intero campo di possibili intensità. Chiaramente quanto maggiore è il numero di punti sulla scala, tanto più accurata dovrebbe risultare la misurazione. Per esempio una scala a 10 punti rappresenta un miglioramento rispetto a una scala a 5 punti. LE METODICHE DI MISURA Quando si parla di natura personale del dolore si intende che un medico può soltanto prendere atto della descrizione che il paziente fa del proprio dolore, osservando il comportamento associato ad esso e interpretandolo in base alle proprie conoscenze. I più comuni test di autodescrizione, come la scala analogica visiva o le semplici scale descrittive, sono molto utilizzate per la facilità di applicazione e la semplicità di comprensione sia da parte del paziente che del personale sanitario. Questo tipo di test è limitato, in quanto esso valuta solo una componente del dolore per volta. Metodiche più complesse, come il McGill Pain Questionnaire, che analizza la scelta delle descrizioni verbali, possono valutare il dolore a diversi livelli. L'autodescrizione, una forma verbale di valutazione, viene ritenuta limitata in quanto si fonda soprattutto sulla capacità del paziente di ricordare il dolore, anche se spesso i pazienti conservano un accurato ricordo di esperienze specifiche di dolore. Sussistono limitazioni intrinseche nelle misurazioni basate sull'autodescrizione. Per approvare un'autodescrizione del comportamento associato al dolore come strumento valido, ciò che viene riferito dal paziente deve essere compatibile con ciò che egli fa. Spesso, a tale riguardo, esistono contraddizioni. 1. MISURE SOGGETTIVE A DIMENSIONE SINGOLA Scala analogica visiva (VAS) Questa scala lineare è la rappresentazione visiva dell'ampiezza del dolore che un paziente crede di avvertire. Questa scala può assumere diverse forme, sia come scala del dolore che come scala di sollievo del dolore. L'ampiezza è rappresentata da una linea, solitamente lunga 10 cm, con o senza tacche in corrispondenza di ciascun centimetro. La lunghezza ottimale per misurare il dolore sembra essere 10 cm Un'estremità indica l'assenza di dolore, mentre l'altra rappresenta il peggiore dolore immaginabile. Altre varianti di VAS comprendono una linea numerata e calibrata lunga 10 cm, una serie di riquadri adiacenti, numerati da 0 a 10, oppure una rappresentazione grafica simile a un termometro. AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 30 di 30 La scala viene compilata dal paziente, al quale viene chiesto di tracciare sulla linea un segno che rappresenti il livello di dolore provato. La distanza misurata in millimetri, partendo dall'estremità che indica l'assenza di dolore, rappresenta la misura della particolare modalità da quantificare. Questa prova può essere facilmente ripetuta nel tempo. Questo tipo di stima offre il vantaggio della semplicità. E' ampiamente utilizzato ed è indipendente dal linguaggio. Viene facilmente compreso dalla maggior parte dei pazienti e può essere facilmente ripetuto. Anche i bambini di età superiore a 7 anni possono comprenderlo. E' ben più accurata di una scala di categorie verbali di sollievo del dolore, che offre termini descrittivi insufficienti per graduare criticamente il sollievo. La VAS può essere utilizzata per valutare il dolore in momenti specifici, ma fornisce risultati più attendibili quando è limitata all'esperienza del dolore in corso piuttosto che al ricordo di un'esperienza precedente. Fra i diversi tipi di VAS, la linea assoluta, ovvero non tratteggiata, è la meno sensibile agli errori. Lo svantaggio di questo test sta nel fatto che tratta l'esperienza del dolore come se fosse monodimensionale ed evidenzia l'intensità senza riguardo per altri fattori. Esiste la tendenza al raggruppamento in prossimità dei numeri centrali, con una maggiore riproducibilità agli estremi della linea e nel punto mediano. Un'altra critica riguarda i limiti imposti con gli estremi assoluti. Sebbene "l'assenza di dolore" o "il sollievo completo" siano inconfutabilmente una misura assoluta, l'altro estremo non può essere considerato tale. "Il peggiore dolore immaginabile" non lascia spazio a un dolore persino peggiore in un momento successivo. Non tutti i pazienti possono eseguire una VAS (ad esempio nell'immediato postoperatorio), e il tasso di insuccessi è, circa, del 7%. Le risposte alla VAS sono influenzate da diversi fattori che riguardano le condizioni psicofisiche. L'esecuzione richiede una certa coordinazione visiva e motoria. Una variante della VAS è la scala di sollievo del dolore, per la quale gli estremi definiscono appunto il grado di sollievo. Al paziente viene chiesto di segnare, sulla linea fra i due estremi, l'entità del dolore rispetto a un momento precedente. Nessun sollievo 0% ----------------------------------------------------100% Sollievo completo Scala numerica verbale (VNS) La scala numerica verbale è una semplice scala di valutazione del dolore, molto simile alla VAS. E' lineare e ha con questa ultima una buona concordanza. La VNS viene facilmente compresa dal paziente che sceglie semplicemente un numero fra 0 e 10 per rappresentare il livello di dolore. Nessun dolore ---0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 ---Il peggiore dolore immaginabile La VNS elimina la necessità della coordinazione visiva e motoria richiesta per eseguire la VAS e offre quindi maggiori possibilità di completamento. Sembra più utile della VAS per la misurazione nell'immediato periodo postoperatorio. L'insuccesso nel completare la scala è nell'ordine del 2%. Un'altra scala di sollievo del dolore costituisce una variante della scala numerica verbale. Gli estremi definiscono il grado di sollievo del dolore; lo zero indica nessun sollievo, mentre il dieci indica un sollievo completo. Nessun sollievo ---0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10--- Sollievo completo Altre varianti della VAS comprendono una scala con una serie di espressioni facciali, che vanno dal viso sorridente al pianto, spesso utilizzata con i bambini. Scala di valutazione verbale (VRS) Questo tipo di scala è il più semplice, e ha la maggiore probabilità di completamento, in quanto molti pazienti preferiscono le scale verbali a quelle analogiche visive o numeriche. Le scale definiscono l'intensità del dolore come lieve, moderato, grave o assente; oppure: dolore assente, lieve, fastidioso, penoso, orribile e atroce. Sono semplici e agevoli da somministrare. Allo stesso modo il sollievo del dolore può essere definito come assente, lieve, moderato o buono. Le distanze fra i termini descrittivi utilizzati si suppongono uguali. Questa scala si è dimostrata sensibile alla posologia dei farmaci, al sesso e alle differenze etniche, e risulta più accurata rispetto alla scala analogica visiva nella valutazione degli effetti degli analgesici sul dolore acuto. La scala verbale è limitata dal fatto che offre un numero ristretto di termini per rappresentare il dolore e pertanto non consente una fine valutazione dello stesso. 2. RELAZIONI DESCRITTIVE MULTIDIMENSIONALI Il diario del dolore Un modo per valutare i comportamenti da dolore è di chiedere ai pazienti di tenere un diario delle loro attività. AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 31 di 31 Solitamente i pazienti registrano il numero di volte che compiono delle attività specifiche (ad esempio, sedere, camminare, stare distesi o in piedi) e quanto tempo dedicano ad esse. Il diario del dolore è una esposizione personale, orale o scritta, delle esperienze e del comportamento giornaliero. Viene usualmente adoperato nei reparti di terapia del dolore o a casa e può aiutare i medici nella diagnosi. Queste relazioni sono solitamente attendibili e rappresentano un metodo soddisfacente per valutare giornalmente i mutamenti delle condizioni patologiche e la risposta alla terapia. Questo tipo di misurazione dipende da un'accurata registrazione, da parte del paziente, delle comuni attività quotidiane. Al paziente viene chiesto di annotare l'intensità del dolore, specie in relazione a particolari comportamenti, quali: Attività quotidiane, come sedersi, alzarsi e distendersi; Tipo di sonno; Attività sessuale; Compiti specifici; Farmaci analgesici assunti; Attività domestiche eseguite; Attività ricreative svolte; Pasti assunti Esse rappresentano una catalogazione più accurata della reale assunzione di farmaci rispetto al richiamo della memoria, considerando che un paziente che si basa solo sulla propria memoria per ricordare il consumo di farmaci tende, in genere, a sottostimarne il consumo, Le mappe del dolore Mediante le mappe del dolore, ai pazienti viene chiesto di segnare (anche con matite colorare) le parti di una figura umana o di un diagramma nelle quali viene avvertito il dolore in uno specifico momento. I bambini oltre gli 8 anni possono eseguire attendibilmente e validamente questo test. La mappa può essere utile per valutare sede e distribuzione del dolore e rappresenta una registrazione definitiva nella cartella clinica del paziente. Le mappe del dolore possono essere utilizzate anche per valutare le variazioni del dolore in risposta alla cura. E' stato suggerito che una rappresentazione visiva può aiutare il medico nella diagnosi e nella scelta terapeutica. Questo test, come misura percentuale della superficie corporea colpita e della sede del dolore, può essere facilmente utilizzato da personale non specializzato e offre un elevato grado di ripetibilità nel tempo. Un ulteriore approccio all'applicazione delle mappe è l'impiego di questo test nella valutazione del dolore in pediatria. Nei bambini più piccoli è precluso l'uso dell'autodescrizione verbale dell'esperienza di dolore e del comportamento a esso associato, e quindi assumono rilevanza le tecniche non verbali o di osservazione del comportamento. Le mappe del dolore sono utili nella valutazione della sede e della distribuzione del dolore, ma presentano certi limiti. Esse non misurano la reale intensità del dolore. Lo strumento è inadeguato per la misurazione del dolore in certe zone, per esempio nelle cefalee. Certamente esiste la necessità di criteri più obiettivi per la valutazione delle mappe, per evitare una sovrastima e per determinare il reale rapporto tra il significato della mappa e la sofferenza psicologica. La Scala delle espressioni facciali La misurazione del dolore nei bambini è più difficile. I bambini non hanno la competenza verbale e la comprensione concettuale degli adulti, né tanto meno sono in grado di compilare una scala analogica visiva prima dei 7 anni. I metodi oggettivi di raccolta dei dati risultano molto più attendibili che negli adulti. Un metodo non verbale innovativo è costituito dalla scala di espressioni facciali. Queste scale consistono generalmente in una serie di disegni raffiguranti diverse espressioni facciali, che rappresentano le variazioni di gravità del dolore. Il bambino è chiamato a valutare il suo dolore scegliendo il disegno che rappresenta il livello della propria esperienza dolorosa. L’autodescrizione: uso dei termini descrittivi La convinzione che il linguaggio potesse offrire un mezzo di descrizione dell'esperienza del dolore è stata presentata da Dallenbach nel 1939. Egli creò cinque gruppi di descrizioni verbali, che rappresentavano le caratteristiche del dolore, come la sua qualità, il decorso e le connessioni emozionali.Nel 1971, Melzack e Torgerson continuarono questo lavoro sui termini descrittivi aggettivali, utilizzando i propri gruppi verbali per rappresentare le diverse caratteristiche del dolore. Nella stesura iniziale essi inclusero 102 termini, tratti dalla letteratura sul dolore e raggrupparono i termini in classi e sottoclassi, secondo le analogie di significato. Successivamente fu sfrondato il numero dei termini; in fine la selezione dei termini descrittivi fu ritenuta in grado di rappresentare tre componenti interconnesse ma distinte dell'esperienza del dolore: dimensione affettiva, sensitiva e valutativa. I gruppi di termini specifici furono inglobati in uno strumento di misurazione del dolore, il Pain Ratig Index, a sua volta incorporato nel McGill Pain Questionnaire. AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 32 di 32 Molti medici si sono trovati d'accordo con l'uso dei termini descrittivi per discriminare le diverse sindromi dolorose. Quanto maggiore è la loro partecipazione all'assistenza dei pazienti affetti da dolore, tanto più essi apprezzano questa modalità di valutazione. Il grande limite di questi questionari può risiedere nel fatto che molti degli aggettivi riportati non sono conosciuti dalla media dei pazienti (anziani, cultura limitata, ecc.) o non rientrano nel linguaggio comune. Uno degli strumenti di valutazione di dolore usato più frequentemente è il Mc Gill Pain Questionnaire (MPQ). E' composto da 3 parti che includono: ● una scala descrittiva (Intensità del Dolore Attuale) con numeri che corrispondono ognuno ad uno di cinque aggettivi: 1 (lieve), 2 (spiacevole), 3 (stressante), 4 (tremendo), 5 (insopportabile). ● Una seconda parte include un disegno frontale e dorsale di un corpo umano sul quale il paziente indica la sede del suo dolore. ● La terza parte è un indice di stima del dolore che si basa su una selezione di aggettivi provenienti da venti categorie che riflettono le componenti sensoriali, affettive e cognitive del dolore. L’MPQ fornisce una grande quantità di informazioni ma richiede molto più tempo per essere completato rispetto ad altre scale. Ci sono anche versioni ridotte che consistono in 15 aggettivi rappresentanti le dimensioni sensitive e affettive del dolore, ognuno dei quali va da 0 (niente) a 3 (severo). 3. MISURAZIONI OBIETTIVE DEL DOLOREI diritti di proprietà letteraria appartengono ad A. De Nicola L'esperienza del dolore è impossibile da misurare direttamente e l'osservatore, quindi, deve inevitabilmente basarsi sulla descrizione del dolore fatta dal paziente e dimostrarne la fondatezza osservando il comportamento associato. Il comportamento espresso durante il dolore può comprendere i lamenti, l'assunzione di farmaci o la ricerca di un trattamento, la compromissione delle funzioni fisiche o sociali e le manifestazioni legate al dolore fisico, quali smorfie facciali, gemiti o il massaggio della parte dolente. Molte di queste azioni possono essere obiettivamente analizzate e quantizzate. La misurazioni obiettiva del comportamento associato al dolore può dar luogo a errori dovuti a numerose variabili, tra cui l'influenza dell'esaminatore sul comportamento del paziente, le questioni assicurative e legali, il ruolo del coniuge o di altre persone vicine al paziente. L'atteggiamento tenuto durante il dolore può essere rinforzato e mantenuto dall'osservazione, nonostante il miglioramento della sensazione dolorifica. La cognizione che il comportamento associato al dolore può persistere per ragioni diverse da quelle che lo hanno causato, può aggiungere ulteriori difficoltà alla misurazione oggettiva. Alcuni ritengono che bisogna operare una distinzione tra le misure soggettive e quelle oggettive del dolore. Le osservazioni cliniche obiettive forniscono, probabilmente, misure più affidabili e valide rispetto all'autodescrizione. Eppure anche i metodi cosiddetti "obiettivi" non sono completamente obiettivi. Questi strumenti non misurano direttamente lo stimolo dolorifico o la sofferenza psicologica evocata. Essi si basano su un metodo di quantificazione indiretto che, per la sua stessa natura, contiene un errore intrinseco. Altre limitazioni all'uso dell'osservazione del comportamento come misura del dolore sono legate all'ambiente nel quale tali misurazioni avvengono. La maggior parte delle osservazioni si verificano in condizioni cliniche, mentre il comportamento del paziente a casa non viene considerato. I etteraria ed artistica appartengono ad A. De Nicola 4. MISURAZIONE DEGLI INDICATORI FISIOLOGICII Uno strumento ideale di valutazione dovrebbe misurare direttamente e oggettivamente l'esperienza del dolore e semplificare quello che è una complessa attività neurofisiologica. Se fosse concepibile misurare le manifestazioni di attività neuronale o cerebrale durante il dolore, questa misurazione sarebbe anch'essa insufficiente, poiché le variabili emotiva e affettiva, che rivestono una grande importanza, non verrebbero appropriatamente valutate. Gli studi che hanno correlato l'esperienza del dolore ai parametri fisiologici sono stati, finora, pochi. Sebbene alcuni campi sembrino promettere future applicazioni cliniche, l'utilità dei parametri fisiologici e biochimici è ancora attualmente limitata. Le consuete manifestazioni fisiologiche del dolore e della sofferenza sono si distinguono, spesso, dalla componente emozionale dell'ansia che frequentemente accompagna l'esperienza-dolore, pur restandone disgiunta. Gli indici facilmente misurabili comprendono la frequenza cardiaca, la frequenza respiratoria, le pupille dilatate, la sudorazione. AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 33 di 33 D.B. E I fattori di rischio perioperatori, post traumatici e le risposte fisio patologiche che devono essere riconosciuti, evitati e trattati per controllare la fisiologia del dolore e ridurre la morbilità. FATTORI EFFETTI SULL'OUTCOME TRATTAMENTO Malattie concomitanti Aumentano globalmente la morbilità Malnutrizione Aumenta le complicanze infettive, ritarda il recupero post operatorio Aumenta globalmente la morbilità Valutazione preoperatoria ed ottimizzazione della funzione degli organi Nutrizione preoperatoria Preoperatori: Abuso di alcool Astinenza preoperatoria o riduzione dell'introito Intraoperatori: Stress chirurgico Aumenta la domanda d'organo, porta a catabolismo e disfunzione d'organo Trasfusioni di sangue Deprime il sistema immunitario ed aumenta le complicanze infettive Aumenta la risposta allo stress chirurgico durante la fase di riscaldamento Perdita di calore Chirurgia minimamente invasiva, blocchi anestetici centrali, terapia del dolore, trattamento farmacologico. Evitare l'uso non necessario di sangue Ridurre le perdite di calore o usare un riscaldamento esterno del paziente Postoperatori: Dolore Immunodepressione Deprime la funzione degli organi e ritarda la mobilizzazione e complessivamente la ripresa Aumenta le complicanze infettive Nausea/ileo Riduce il recupero e la nutrizione precoce, aumenta il catabolismo Ipossiemia Aumentato rischio di complicanze cardiache, cerebrali e delle ferite (infezione, ritardo della guarigione). Possono aumentare l’ipossiemia postoperatoria, la fatica e lo stress Disturbi del sonno Catabolismo/perdita muscolare Immobilizzazione Drenaggi / sondino nasogastrico Aumenta globalmente la morbilità, la fatica e ritarda la ripresa Aumentato rischio di tromboembolie e di complicanze polmonari, aumento della fatica, ipossiemia e perdita della massa muscolare Ritardano la ripresa, possono aumentare le complicanze infettive Efficace trattamento del dolore anche durante il movimento con terapia multimodale Riduzione dello stress, immunomodulazione farmacologica, evitare trasfusioni Trattamento del dolore usando blocchi centrali FANS, riduzione dell’uso degli oppioidi, uso di farmaci antiemetici (antagonisti serotonina ecc.) Somministrazione di ossigeno, mobilizzazione, riduzione dello stress, evitare disturbi del sonno Riduzione dello stress, trattamento del dolore, riduzione dell’uso di oppiacei, riduzione del rumore e degli interventi notturni Riduzione dello stress, trattamento del dolore, riabilitazione attiva, precoce ripresa della nutrizione orale. Trattamento del dolore, mobilizzazione attiva precoce Evitarne l’uso non necessario, rivedere i programmi di assistenza perioperatoria. Nella tabella sottostante sono riportati i potenziali rischi legati ad un inadeguato trattamento del dolore postoperatorio. AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 34 di 34 Possibili effetti negativi di un non adeguato trattamento del dolore severo Respiratori Gastrointestinali Riduzione dei volumi polmonari, atelectasie, ridotta capacità di tossire, ritenzione delle secrezioni, rischio di infezioni, ipossiemia Tachicardia, ipertensione, aumento delle resistenze vascolari periferiche, aumentato consumo miocardico di ossigeno, ischemia miocardica, alterazioni di flusso ematico a livello distrettuale, trombosi venose profonde Ridotta motilità gastrointestinale, ileo paretico Genitourinari Ritenzione urinaria. Neuroendocrini Psicologici Aumentati livelli di ormoni dello stress, quali catecolamine, cortisolo, glucagone, ormone della crescita, vasopressina, aldosterone e insulina. Ansietà , paura, privazione del sonno. Muscoloscheletrici Spasmo muscolare, immobilità (aumentato rischio di trombosi venosa profonda) Cardiovascolari Trattare il dolore non si traduce solamente in un miglioramento del comfort del paziente, vale a dire non ha solo un effetto cosmetico sulle sue condizioni perchè un adeguato trattamento antalgico si traduce in effetti clinici favorevoli per la persona. Effetti favorevoli per il paziente legati ad un trattamento ottimale del dolore A A. B Aumentato comfort del paziente: ridotto stress mentale e fisico, aumento della motivazione e capacità ad una mobilizzazione attiva ed autonoma Miglioramento delle funzioni polmonari e riduzione delle complicanze polmonari C Ridotto stress del sistema cardiovascolare D Riduzione delle complicanze tromboemboliche E Ripresa più rapida della motilità gastroenterica nel post intervento F Riduzione delle complicanze settiche G Ridotta disfunzione del sistema immunitario H Riduzione dei tempi di recupero I Minore insorgenza di dolore cronico post-chirurgico di tipo neuropatico L Riduzione dei costi del trattamento sanitario Miglioramento del comfort del paziente: è molto importante riconoscere che un minor dolore ed un comfort maggiore per il paziente non sono sufficienti da soli a migliorare l’outcome. Un buon trattamento del dolore permette una maggior attività e deve essere utilizzato all’interno di un programma di assistenza, dove la stimolazione dell'attività fisica, respiratoria e dell’ alimentazione sono parti essenziali. Un miglioramento del comfort del paziente riduce lo stress: la persona è più motivata e più disponibile alla riabilitazione postoperatoria, post traumatica o dopo un evento doloroso, ad alimentarsi precocemente, ad essere mentalmente attiva e reattiva; viceversa, un trattamento inefficace rende il paziente sofferente per dolore, nausea, sedazione, vertigini, confusione. Se il paziente non è motivato da nessun regime di AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità B. C. D. E. F. G. H. I. L. LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 35 di 35 riabilitazione, si muove il meno possibile, ha respiri superficiali con incapacità a tossire ed a prendersi cura delle sue funzioni fisiologiche. Riduzione delle complicanze polmonari: il dolore può causare riflessi toracici e della parete addominale in grado di ridurre il volume corrente, la capacità vitale, la capacità funzionale residua e la ventilazione alveolare. Ne seguono collasso alveolare e ipossia. Quando il dolore inibisce la tosse, la ritenzione delle secrezioni contribuisce alle atelectasie ed alle infezioni polmonari, aggravando l’ipossiemia. Minor stress e minori complicazioni cardiovascolari: il dolore causa un'iperattività del sistema simpatico con tachicardia, ipertensione e aumento della resistenze vascolari periferiche. In pazienti ad alto rischio con insufficienza coronaria, l’aumento del lavoro cardiaco e della domanda di ossigeno per il miocardio possono condurre a ischemia miocardica, a infarto, a scompenso cardiaco. Le complicanze polmonari indotte dal dolore che causano ipossia accentuano questo quadro clinico. Minori effetti negativi sul sistema gastrointestinale ed urinario: una maggiore attività del sistema nervoso autonomo indotta dal dolore acuto interferisce con la muscolatura liscia intestinale e l’attività sfinterica, riducendo la motilità intestinale, con conseguente sovradistensione gastrica, intestinale ed ileo post operatorio. Un deficit del sistema nervoso autonomo indotto dal dolore può anche contribuire alla ritenzione urinaria postoperatoria. Riduzione degli eventi avversi endocrini e metabolici: il dolore severo è uno dei fattori che contribuiscono ad una risposta ormonale catabolica esagerata, conseguente al danno chirurgico o traumatico: ritenzione di sodio e di acqua per aumentata secrezione di aldosterone e ormone antidiuretico, iperglicemia per aumentata secrezione di cortisolo e adrenalina. Il catabolismo azotato del periodo post operatorio può essere prolungato ed esacerbato dall’immobilità, dalla perdita di appetito e dal ridotto apporto calorico quando il dolore non è trattato efficacemente. Minori complicanze tromboemboliche: un adeguato trattamento del dolore permette al paziente di muoversi precocemente ed attivamente senza discomfort, riducendo così le complicanze tromboemboliche. Ridotto deficit del sistema immuno-competente e minori complicanze settiche: diversi studî hanno dimostrato una riduzione del deficit della funzione immunologica peri- e postoperatoria; è stata osservata, una minor incidenza di complicanze settiche nei pazienti ad alto rischio chirurgico che hanno ricevuto un trattamento analgesico prolungato. Minor dolore cronico neuropatico post operatorio: l'incidenza del dolore post chirurgico e post traumatico di tipo cronico può essere influenzata dalla severità del dolore nell’immediato periodo postoperatorio e dalla qualità del suo trattamento durante la prima settimana postoperatoria. Riduzione di effetti avversi psicologici e mentali: un dolore non adeguatamente controllato causa privazione del sonno, ansietà e la sensazione di abbandono. Questo causa esaurimento psichico, riduce le riserve psicologiche e aumenta l'affaticamento. Riduzione dei costi del trattamento sanitario: un recupero più rapido, una minor necessità di cure intensive, una degenza abbreviata e una riduzione dei costi sanitari sono stati ben documentati da vari studi. AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 36 di 36 D.B. F IL TRATTAMENTO FARMACOLOGICO DEL DOLORE POST OPERATORIO I farmaci attualmente in uso per il dolore acuto postoperatorio sono i NSAIDs, gli oppioidi, gli anestetici locali, gli a2-agonisti ed i corticosteroidi. 1. I NSAIDs - FARMACI ANTIINFIAMMATORI NON STEROIDEI - I farmaci antiinfiammatori non steroidei (NSAIDs) sono agenti con azione similare ma con diversa struttura chimica. L'aspirina e il salicilato di sodio sono stati i primi NSAIDs ad essere introdotti nella pratica clinica ai primi del '900. Recentemente si è assistito ad un crescente interesse della ricerca per i NSAIDs con effetto più selettivo sul dolore, e questo ne ha giustificato la notevole diffusione nella pratica clinica. La scoperta che i NSAIDs inibiscono selettivamente la biosintesi delle prostaglandine ha fatto teorizzare che queste svolgano un ruolo fondamentale nei processi flogistici. La maggior parte di questi agenti modula la sintesi delle prostaglandine tramite l'inibizione dell'enzima cicloossigenasi, che catalizza una delle prime tappe della conversione dell'acido arachidonico in prostaglandine. Attraverso la riduzione della sintesi prostaglandinica, gli inibitori delle cicloossigenasi bloccano la risposta nocicettiva ai mediatori endogeni della flogosi come la bradichinina, l'acetilcolina e la serotonina. E' noto che l'enzima cicloossigenasi è codificato da due geni. Due forme di enzima (COX-1 e COX-2) sono state caratterizzate. La COX1 è prodotta normalmente in condizioni di quiescenza ed è un costituente delle cellule sane. Questo enzima ha un ruolo importante quando le prostaglandine hanno una funzione protettiva, come nella produzione del muco gastrico o nel mantenimento del flusso ematico renale. La COX-2 è la forma inducibile dell'enzima, ed è il maggiore isoenzima associato con la flogosi. La sua produzione è indotta da agenti infiammatori nelle cellule endoteliali, nei macrofagi e nei fibroblasti sinoviali. Il rapporto di inibizione tra COX1 e COX2 da parte dei NSAIDs determina la comparsa di effetti indesiderati. NSAIDs quali l'aspirina e l'indometacina che inibiscono maggiormente la COX1, sono gravati dai maggiori effetti indesiderati rispetto, ad esempio, all'ibuprofene che agisce prevalentemente sulla COX2. Allo stato attuale i NSAIDs sono farmaci di prima scelta per il controllo del dolore acuto moderato e sono raccomandati come "first steep" nella scala analgesica sviluppata dalla World Health Organizzation per il trattamento del dolore. Sebbene tutti i NSAIDs abbiano proprietà analgesiche, essi, differiscono nel meccanismo di azione, nel tempo di dimezzamento, nella durata di azione e nella tossicità; tutti fattori questi che ci aiutano nella selezione del farmaco migliore per le esigenze individuali del paziente. Va sottolineato che il massimo effetto analgesico dei NSAIDs si ottiene nei casi in cui il dolore è associato alla flogosi. In questi casi l'analgesia ottenuta è sovrapponibile a quella con oppioidi. Gli effetti di un'infusione costante di acetilsalicilato di lisina sono stati paragonati a quelli con un'infusione costante di morfina in pazienti sottoposti ad ernioplastica inguinale. Il salicilato ha determinato un'analgesia equivalente a quella con oppioide, con un'incidenza significativamente ridotta di nausea e vomito. Tra i NSAIDs merita una menzione particolare il ketorolac il cui meccanismo d'azione è legato all'inibizione delle cicloossigenasi con blocco della produzione di prostaglandine. Non ha attività oppioide, infatti non si lega ai recettori m, k, d e quando è utilizzato per lunghi periodi la brusca sospensione non determina sintomi di astinenza. In studi clinici il ketorolac im (30 mg) ha manifestato nelle prime ore postoperatorie una maggiore efficacia analgesica rispetto al diclofenac im (75 mg ). In un trial clinico il confronto tra morfina im (12mg) e ketorolac im (30 mg) ha dimostrato che questo ultimo è più efficace per il controllo del dolore postoperatorio moderato. Per il dolore acuto severo il ketorolac a dosaggi pieni (90 mg) ha determinato un'analgesia migliore rispetto alla meperidina (100 mg) ed alla morfina (12 mg). Va considerato che il trattamento prolungato con ketorolac a dosaggi elevati aumenta però la possibilità di effetti collaterali gastrointestinali e renali. Con la somministrazione ev il ketorolac (10 mg) riduce il pain score nella prima ora postoperatoria in misura maggiore rispetto alla morfina (4 mg). Somministrato tramite PCA (infusione continua 5 mg/h con bolo di 5 mg) in corso di interventi minori, ha determinato un'analgesia comparabile a quella con morfina somministrata con la stessa metodica (1 mg/h in infusione continua con dose bolo 1 mg). Viceversa, per interventi di chirurgia maggiore come toracotomie o laparotomie, il ketorolac è risultato meno efficace rispetto agli oppioidi, soprattutto nelle prime ore postoperatorie. Una alternativa ai NSAIDs "convenzionali" è il profarmaco dell’acetaminofene: il propacetamolo cloridrato. A differenza dei salicilati, il propacetamolo avrebbe un’azione prevalentemente centrale, e ciò sarebbe dovuto alla facilità con cui l’acetaminofene attraversa la barriera emato-encefalica. L’efficacia del propacetamolo è stata paragonata con quella della pentazocina in chirurgia ortopedica, ed è stato dimostrato che 2 g di propacetamolo hanno un effetto analgesico e una durata d’azione pari a quello di 30 mg di pentazocina. AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 37 di 37 A favore del propacetamolo, nel trattameno del dolore post-operatorio, vi sarebbe l’alto grado di sicurezza dell’acetaminofene, dovuto all’assenza di controindicazioni in pazienti con problemi gastrici e coagulativi ed al basso potenziale allergico. Di recente introduzione nella pratica clinica è il concetto di "preemptive analgesia". E' stato suggerito che la somministrazione preoperatoria di NSAIDs, inibendo la produzione di PG, possa ridurre l'iperalgesia primaria e secondaria e quindi il dolore postoperatorio. In un recente editoriale Woolf e coll. suggeriscono che la "preemptive analgesia" deve essere l'obiettivo per tutti i pazienti candicati alla chirugia. La validità di questa metodica come strategia clinica di routine deve essere valutata alla luce di più ampi rias che comparino l’efficacia dell’analgesia pre o post incisionale e le modalità intermittente o continua di somministrazione. 2. GLI OPPIOIDI La morfina e i composti relativi agiscono come agonisti, producendo l'effetto biologico, mediante interazione stereoselettiva con recettori di membrana saturabili, distribuiti nel SNC in modo non uniforme. Essi sono localizzati prevalentemente a livello della materia grigia periacqueduttale e periventricolare, nel nucleo reticolare gigantocellulare, nel talamo mediale, nella formazione reticolare mesencefalica, nell’ipotalamo laterale e nel midollo spinale. Si distinguono 5 recettori degli oppioidi (m, k, d, s, e) e dei sottotipi per i recettori m, k e s. I recettori m 1 mediano l'analgesia sopraspinale, il rilascio di prolattina e l'euforia. I recettori m 2 mediano la depressione respiratoria e la dipendenza fisica. I recettori d e k sono parzialmente responsabili dell'analgesia spinale. La miosi e la sedazione sono il risultato dell'attività del recettore k, mentre l'attività dei recettori s provoca disforia e allucinazioni. Gli agonisti puri presentano affinità per i recettori m1, m2, d e k, spiegando l'effetto analgesico centrale e spinale, così come gli effetti indesiderati dose relativi e la potenziale dipendenza. Le differenze che si riscontrano nell'azione di questi farmaci sono il risultato non solo della selettività recettoriale, ma anche della lipofilicità di questi agenti. Le proprietà farmacologiche degli oppioidi misti agonisti-antagonisti sono il risultato della loro affinità per le sottoclassi recettoriali degli oppioidi. A tal proposito distinguiamo due gruppi. Il primo è caratterizzato da un'alta affinità recettoriale m con una attività minore o similare a quella della morfina Ad esso appartengono la buprenorfina e la dezocina. Nel secondo troviamo agenti che posseggono solamente una moderata affinità a livello dei recettori m con azione prevalente a livello dei recettori k e s. A questo gruppo appartengono la pentazocina, il butorfanolo, e la nalbufina, tutti caratterizzati da profondi effetti sedativi e da potenziali azioni psicomimetiche. Il tramadolo, è un oppioide sintetico del gruppo dell'aminocicloesanolo; un analgesico ad azione centrale con proprietà agoniste sui recettori degli oppioidi ed effetti sulla neurotrasmissione noradrenergica e serotoninergica. Paragonato ad altri agonisti oppioidi (morfina, petidina), esso sembra avere una minore incidenza di depressione cardiorespiratoria ed un più basso potenziale di dipendenza. Il tramadolo somministrato per via orale, parenterale o rettale ha dimostrato di possedere una buona efficacia analgesica sul dolore di origine più varia compreso quello postoperatorio. La durata media dell'effetto analgesico del tramadolo è di circa 6 ore dopo ogni singola dose, l'onset time dell'effetto analgesico si situa nella larga maggioranza dei pazienti tra i 10 e i 20 minuti. Nel dolore postoperatorio il tramadolo usato per via e.v. con PCA è risultato essere equivalente alla petidina, 1/5 rispetto alla nalbufina e 1/100 rispetto al fentanyl a pari dosaggio. Somministrato per via e.v. in pazienti con dolore postoperatorio moderato ma non severo a un dosaggio di 50-150 mg ha un'efficacia analgesica pari a quella di 5-15 mg di morfina. L'effetto di 50 mg di tramadolo i.m. è risultato similare a quello ottenuto con pentazocina e nefopam, ma inferiore alla buprenorfina. Anche per via orale 50 mg di tramadolo sono risultati essere equivalenti a 50 mg di pentazocina. In interventi di chirurgia addominale la somministrazione di 100 mg di tramadolo per via epidurale, ha prodotto un'analgesia migliore e di più lunga durata (9.4 vs 6 ore) rispetto alla somministrazione epidurale di 10 ml di bupivacaina 0.25%. In caso di analgesia ostetrica, in diversi studi si è riscontrato che il tramadolo per via e.v. o i.m. ha determinato un'analgesia equivalente a quella ottenuta con pentazocina e morfina con una minore incidenza di depressione respiratoria neonatale. Il tramadolo trova anche indicazione in caso di nevralgie, artriti, dolore neoplastico, dolore post-traumatico e dolore anginoso. Nonostante la sintesi di nuove molecole oppioidi, la morfina rimane comunque l'oppioide più utilizzato nel trattamento del dolore acuto, fatta eccezione per il travaglio di parto, a causa della sua grande capacità di deprimere la respirazione neonatale. Un progresso nel controllo del dolore post operatorio con oppioidi per via endovenosa è rappresentato dalla introduzione della metodica PCA. Essa si avvale di pompe computerizzate programmabili che permettono di impostare il dosaggio di farmaco e l'intervallo di tempo tra una dose e l'altra. Essendo dotate di una serie di dispositivi di sicurezza impediscono il sovradosaggio volontario o accidentale. Si ottiene in questo modo la minimizzazione delle differenze farmacocinetiche e farmacodinamiche individuali, con livelli plasmatici di farmaco a valori quasi costanti, soddisfacendo le richieste personalizzate dei pazienti. L'infusione endovenosa continua può essere associata alla PCA. In questo modo è possibile ottenere un sonno prolungato AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 38 di 38 durante la notte senza che il paziente sia periodicamente costretto a premere il pulsante per l'autosomministrazione. Inoltre il mantenimento di un soddisfacente livello di analgesia consente di raggiungere un ottimo confort. Lo svantaggio dell'associazione PCA e infusione continua è rappresentato dal possibile iperdosaggio di oppioide e dalla maggior incidenza di effetti collaterali. Generalmente la dose media di morfina in PCA con analgesia a domanda equivale a circa 1,2-1,5 mg/h di morfina, secondo il tipo di anestesia e di richieste individuali. Ancor più recentemente è stata proposta la somministrazione di oppioidi altamente liposolubili attraverso la cute intatta con un sistema di membrane permeabili per regolarne la diffusione (Transdermal Therapeutic System - TTS). Lo scopo di questa via di somministrazione è quello di dare un'analgesia prolungata attraverso livelli plasmatici costanti di farmaco. All'estrema semplicità di uso si contrappone un lungo periodo di latenza prima del raggiungimento di un'analgesia efficace e il perdurare di un'alta concentrazione plasmatica del farmaco anche dopo la rimozione del TTS. Per quanto riguarda l'uso degli oppioidi per via spinale, studi elettrofisiologici hanno evidenziato che i recettori attraverso i quali gli oppiacei esercitano il loro effetto dovrebbero essere localizzati nella sostanza gelatinosa, in vicinanza delle terminazioni afferenti primarie. L'effetto degli oppioidi dipende non soltanto dalle loro affinità per un particolare recettore ma anche dalla loro abilità a raggiungerlo. L'azione clinica degli oppioidi usati per via spinale dipende dalle loro capacità di raggiungere i recettori specifici, penetrando attraverso le lamine superficiali del corno posteriore, dalle dosi somministrate e dalle vie di somministrazione. Oltre a ciò, rilevante importanza hanno le caratteristiche fisico-chimiche, prima fra tutte la liposolubilità, direttamente collegata al tempo di latenza e alla potenza. La durata dell'analgesia è inversamente proporzionale alla liposolubilità ma è anche notevolmente influenzata dalla velocità di dissociazione dei ligandi dai siti recettoriali. L'effetto collaterale più temibile nell'uso degli oppioidi per via spinale è l'insorgenza di depressione respiratoria. L'incidenza è correlabile all'età dei pazienti, alla presenza di malattie polmonari, alla contemporanea somministrazione di narcotici per via parenterale ed alle dosi impiegate. Il tempo di latenza per l'insorgenza della depressione respiratoria dopo somministrazione intratecale è abbastanza variabile. Per la morfina è stato osservato essere compreso tra le 6 e le 10 ore, con un ritorno alla norma intorno alle 23 ore. Si tratta quindi sempre di una depressione respiratoria tardiva che rappresenta un grave rischio soprattutto per il modo subdolo di insorgenza. La depressione respiratoria dopo somministrazione epidurale può, invece, essere precoce o ritardata. Si è osservata dopo 1 ora dalla somministrazione di meperidina ed è probabilmente dovuta all'assorbimento vascolare attraverso le vene epidurali ed al rapido raggiungimento dell’encefalo mediante le vene basi vertebrali. Per quanto riguarda la somministrazione epidurale, la morfina è stata largamente utilizzata a dosaggi variabili (3-10 mg) anche in relazione alla posizione lombare o toracica del catetere epidurale, evidenziando una durata di azione di 12-24 ore. La morfina può essere somministrata anche in infusione continua ad una velocità di 4-6 ml/h (soluzione 0,1 mg/ml). Con tale modalità si sono ottenuti buoni risultati in pazienti sottoposti sia a toracotomia che a resezione di aneurisma addominale. Anche il fentanyl somministrato per via epidurale, sia in modo intermittente che in infusione continua, ha assicurato un buon grado di analgesia. L'analgesia epidurale da fentanyl è caratterizzata da un rapido inizio di azione e da una breve durata ed è per tale motivo che si preferisce l'infusione continua. Con tale metodica si è ottenuta un'analgesia ottimale per interventi di ortopedia, chirurgia maggiore e toracica con un'infusione di 0,5 mg/kg/h utilizzando soluzioni a concentrazione di 10mg/ml. AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 39 di 39 Tossicità da morfina Effetti collaterali della morfina Stitichezza 100% Nausea e vomito 30% Sedazione Sudorazioni Confusione Allucinazioni Secchezza orale Incubi Ritenzione urinaria prescrivere sempre un lassativo effetti collaterali che passano in pochi giorni Utile in questo caso la somministrazione di Aloperidolo 20% 5% 2% 1% Molto comune Molto comune Costituiscono segni di tossicità da morfina: Confusione Sedazione Pupille ristrette (MIOSI) Depressione respiratoria Mioclonie Se gli spasmi muscolari vengono scambiati per dolore, con un conseguente aumento nel dosaggio della morfina, essi peggiorano. Questo può dar luogo ad una spirale di ansia per la famiglia e ad un diminuito benessere del paziente. La somministrazione di antagonisti degli oppioidi, come il Naloxone, provoca un immediato annullamento di tutti gli effetti degli oppioidi compresa l’analgesia. Questo annullamento provoca astinenza acuta che può essere complicata da dolore molto intenso e convulsioni. Pertanto gli antagonisti degli oppioidi non sono mai raccomandati per risolvere effetti che non mettono in pericolo la vita come confusione o sedazione. Se usati per annullare la depressione respiratoria o l’ipotensione con pericolo di vita, devono essere somministrati con cautela. Per quanto riguarda un corretto utilizzo della morfina occorre ricordare che: La dose dove essere graduata per ogni singolo paziente in base al livello del dolore ed alla risposta al trattamento. Quando il paziente è libero da dolore, la dose è corretta. La dose da somministrare al bisogno per il dolore incidente equivale alla dose somministrata ogni 4 ore. Ogni giorno sommare il dosaggio totale di morfina necessario durante le ultime 24 ore (dosi regolari + dosi al bisogno) e dividere il totale per 6 per ottenere la nuova dose da somministrare ogni 4 ore. N.B. Se il dolore risulta solo parzialmente controllato, l’incremento necessario sarà nell’ordine del 30-50%. La dose al bisogno per il dolore incidente può essere somministrata ogni ora, se occorre, purché ci sia una risposta del dolore alla morfina. Essa va aumentata in linea con gli incrementi nella dose regolare quotidiana. Non tutti i tipi di dolore rispondono alla morfina; in tal caso, ulteriori incrementi nel dosaggio non faranno che produrre maggiori effetti collaterali senza migliorare il controllo del dolore. Allora si dovrebbero utilizzare i coanalgesici 3. GLI ANESTETICI LOCALI AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 40 di 40 Gli anestetici locali sono usati nel trattamento del dolore sia per ottenere dei blocchi nervosi periferici, sia per via epidurale in eventuale combinazione con gli oppioidi. I blocchi nervosi possono essere utilizzati da soli o in combinazione con PCA e.v. L'anestetico locale maggiormente usato, per la sua lunga durata di azione, è la bupivacaina. I blocchi nervosi più comunemente utilizzati sono quello femorale, brachiale , intercostale. Tali tecniche sono usate spesso con successo nel dolore post-traumatico con minimi effetti emodinamici e sono prive dei rischi associati alla somministrazione di oppioidi. Nel trattamento del dolore postoperatorio le concentrazioni di bupivacaina utilizzate variano dallo 0,075% a 0,125%. Basse dosi di anestetico locale, in eventuale combinazione con oppioidi, sono solitamente ben tollerate, sebbene si possano realizzare sia il blocco simpatico che un certo grado di blocco motorio. I volumi di anestetico locale utilizzati sono di circa 10 ml con un range tra 5 e 20ml. 4. GLI ALFA 2 AGONISTI L'uso degli a2 agonisti nella terapia antalgica rappresenta una nuova area di ricerca piuttosto interessante. L'esatto meccanismo con cui essi operano a riguardo dell'analgesia non è noto. E' probabile che essi attivino i recettori pre e post sinaptici a livello delle vie noradrenergiche coinvolte nel controllo del dolore, al livello delle corna dorsali del midollo e a livello sovraspinale. Perioperatoriamente la clonidina è stata somministrata per via parenterale, orale, intratecale, epidurale e attraverso patch transdermici. Sebbene molti studi abbiano testato l'efficacia della clonidina come coadiuvante dell'anestesia e quando somministrata per via intratecale o epidurale nel controllo del dolore postoperatorio, pochi studi hanno valutato la sua capacità analgesica quando è somministrata per via sistemica. La clonidina somministrata per via epidurale non garantisce un completo pain relief dopo chiurgia maggiore, eccetto in quei casi in cui si ricorre a dosi superiori ai 300 mg le quali, tuttavia, sono gravate da effetti indesiderati come ipotensione, bradicardia ed eccessiva sedazione. La combinazione con gli oppioidi sembra produrre i migliori risultati. In uno studio la somministrazione di clonidina epidurale (20 mg/h) ha incrementato significativamente l'analgesia prodotta dalla morfina epidurale in pazienti sottoposti a chirurgia addominale maggiore. Per quanto riguarda la somministrazine sistemica, uno studio riporta un marcato prolungamento dell'analgesia dopo blocco subaracnoideo, con la somministrazione di clonidina orale (150 mg) quando questa è paragonata a quella intratecale. 5. I CORTICOSTEROIDI Tali farmaci possono avere un ruolo nel controllo del dolore acuto e subacuto. Esplicano il massimo effetto nei casi in cui il dolore è associato ad edema, o quando c'è infiltrazione tumorale o compressione nervosa. Essi agiscono tramite l'effetto antiinfiammatorio e mediante una riduzione dell'eccitabilità neuronale con azione diretta sulla membrana cellulare. Effetti indesiderati legati alla loro somministrazione cronica sono l'immunodepressione, gastriti, ritenzione di liquidi, ipertensione, iperglicemia, sindrome di Cushing e in alcuni casi sintomi psichiatrici. Pochi studi sono stati effettuati per testare l'efficacia dei corticosteroidi sul dolore postoperatorio. La sua efficacia è stata dimostrata, in questo caso, quando somministrati per via topica. 6. I FARMACI ADIUVANTI Certi farmaci nati per tutt’altro motivo sono risultati essere efficaci nel ridurre o modulare il dolore. Questi farmaci possono essere utilizzati soli o in associazione con oppiacei e non oppiacei soprattutto per il dolore neuropatico. Agiscono a livello di recettori di membrana, come modulatori della neurotrasmissione o a livello dei canali ionici di membrana. Gli ultimi antidepressivi di nuova generazione (Inibitori del reuptake della serotonina selettivi) pur senza importanti effetti collaterali non sono efficaci sul dolore. Gli antidepressivi tradizionali che hanno documentato un duplice effetto antidepressivo e analgesico spesso presentano inaccettabili effetti collaterali soprattutto negli anziani. Una scelta migliore è rappresentata dai nuovi anticonvulsivanti come il Gabapentin. Comunque tutti i farmaci adiuvanti (antidepressivi, anticonvulsivanti, antispastici, antiaritmici, anestetici) sono da usare con attenzione per la rilevanza degli effetti collaterali. AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 41 di 41 Nota bene: se un farmaco non controlla il dolore, occorre salire di LIVELLO, NON sostituirlo con un altro farmaco della medesima categoria. L’uso del Placebo L’uso del placebo non é etico, l’effetto, comunque presente é di breve durata, e fa ridurre la fiducia del paziente nei confronti del medico. L’uso è ammesso soltanto in ambito di ricerca, quando il paziente ha espresso un consenso informato ed è consapevole di poter ricevere un placebo. La somministrazione La tempistica della somministrazione é importante. Per il dolore la somministrazione deve essere personalizzata ma prevista lungo tutta la giornata. Nel caso di attività che possono esacerbare il dolore devono essere disponibili farmaci a immediato rilascio e rapida azione. Il dolore continuo é una esperienza invalidante. Un dolore non trattato spesso comporta privazione di sonno, insufficiente alimentazione, incapacità a svolgere le normali attività. Il paziente vive meglio se la terapia gli permette di svolgere le normali e preferite attività della vita quotidiana e un sonno tranquillo. Il paziente con insonnia primitiva e dolore persistente va trattato per entrambi i disturbi perché uno esacerba l’altro. Nel momento in cui il dolore si riduce il paziente riesce a dormire meglio, questo é il momento di tentare una riduzione delle dosi del sedativo. La somministrazione dovrebbe essere la piú semplice possibile e tenere conto delle esigenze e delle abitudini di vita dei singoli. È necessario fare in modo di garantire la più alta compliance. Nella prescrizione dei farmaci si dovrà tenere conto della rimborsabilità e della disponibilità dei farmaci a livello territoriale. NON OPPIACEI Paracetamolo Ketoprofene) Diclofenac Nimesulide Ibuprofene Naprossene Tiocolchicoside Dose Iniziale 325mgx4 >500mgx6 500-750 mg /8h Dose Efficace (Dose Max) 2-4 gr/24h (4gr/24h) Commenti Titolazione dopo 4-6 dosi Ridurre la dose massima del 50-75% se insufficienza epatica o abuso di alcool Nei pazienti anziani, fragili, con malattie multisistemiche, l’uso dei tradizionali FANS non selettivi è associato ad un inaccettabile rischio di sanguinamento gastro-intestinale. 100 mg ret c. 100 mg sup 75 mg fiale 100mg bustine 100 mg comp 550 mg comp 4 mg comp 4 mg fiale Miorilassante Prednisone (Deltacortene) 5mg/die Variabile 2-3 giorni Usare la dose più bassa possibile per prevenire effetti collaterali da steroidi; anticipare ritenzione idrica e iperglicemia Significativo aumento di rischio di effetti collaterali di tipo anticolinergico Indicato nel dolore neuropatico Antidepressivi triciclici Amitriptilina Clomipramina Carbamazepina (Tegretol) 10mg/die 25-100mg/die Dopo 3-5 giorni 100 mg Dopo 3-5 giorni Controllare funzionalità epatica, emocromo, azotemia, creatinina, elettroliti Clonazepam (Rivotril) 0.25-0.5 mg Dopo 3-5 giorni Controllare emocromo, sedazione, memoria Gabapentin 100 mg 8001200mg/24h (2400mg/24h) 0.05-0.2 mg/kg/die (20 mg) 300-900 mg x 3 Dopo 1-2 Controllare sedazione, atassia, edema AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso (Neurontin) Mexiletine (Mexitil) 150 mg Baclofen (Lioresal) 5 mg OPPIACEI Dose Iniziale (3600 mg) 150 mg x 3 o x 4 (variabile) 5-20 mg x 2 o x 3 (200 mg) Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 42 di 42 giorni Dopo 3-5 giorni Indicato nel dolore neuropatico Evitare in blocchi di conduzione, bradiaritmia, controllare ECG Dopo 3-5 giorni Miorilassante Controllare debolezza muscolare, funzione urinaria, evitare la sospensione brusca (irritabilità SNC) Dose Efficace (Dose Max) 50-100mg (300mg/die) 20 mg x 2 variabile Dopo 4-6 dosi Meccanismo misto oppioide e centrale; controlla EC da oppiacei, sonnolenza e nausea Dopo 3-5 Effetto immediato giorni 2.5-10 mg x 6 Variabile Dopo 1-2 dosi Raccomandato per il dolore improvviso Titolazione Tramadolo (Contramal) Ossicodone a rilascio ritardato (Oxycontin) Morfina a rilascio immediato (Oramorph) Morfina a rilascio ritardato (MS Contin Twice) 25mg x 4 o x 6 10 mg x 2 variabile Dopo 3-5 giorni Fentanyl (Durogesic) 25 µg/h 1cerotto/72 ore Variabile Dopo 2-3 cambi di cerotto Buprenorfina (Temgesic) Buprenorfina (Transtec) 200-400µg/8h 200-400µg/8h 10 mg x 2 Cerotti da 52,5µg/h Commenti I metaboliti tossici della morfina possono limitarne l’uso nei pazienti con insufficienza renale o quando sono necessarie alte dosi; può essere necessario aumentare la frequenza di somministrazione se l’effetto dura meno di quanto desiderato Sono adesso disponibili cerotti da 25 µg/h raccomandata per i paz che necessitano dell’equivalente di 60 mg/die di morfina orale; il picco dell’effetto della prima dose si verifica dopo 18-24 h. dura 3 ±1 giorno Sostituire il cerotto dopo 72 ore AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 43 di 43 D.B. G STRATEGIE NON FARMACOLOGICHE PRINCIPI GENERALI È stato dimostrato che un gran numero di interventi non-farmacologici per il dolore, specie se persistente, agiscono da soli o in combinazione con appropriate strategie farmacologiche. Gli interventi non-farmacologici includono diverse modalità di trattamento fisico e psicologico, che spesso richiedono la partecipazione attiva del paziente. Il coinvolgimento attivo del paziente aiuta a rafforzare l’autostima e il controllo sul dolore. Questi interventi (ad es. l’educazione del paziente, programmi per il mantenimento di attività fisica, e uso appropriato di tecniche di auto aiuto) dovrebbero essere parte integrante dell’approccio alla gestione di qualsiasi problema di dolore. L’importanza dell’educazione del paziente non può essere enfatizzata oltre misura. Gli studi hanno mostrato che i programmi di educazione del paziente da soli (specialmente quelli associati a pratiche di autogestione e strategie di contenimento del dolore) migliorano in modo significativo la gestione del dolore. Questi programmi includono solitamente informazioni sulla natura del dolore e come usare gli strumenti di valutazione del dolore, i farmaci e le strategie non farmacologiche di gestione del dolore. Per molte persone anziane l’educazione dei familiari e dei caregivers è essenziale. Sia che il programma sia condotto individualmente sia in gruppo, dovrebbe essere modulato sulle necessità del paziente e sul livello di comprensione. Materiale scritto (con adattamenti per chi ha danno visivo) e appropriate metodologie per il rinforzo delle strategie di auto-aiuto sono importanti per il successo del programma. I clinici dovrebbero essere consapevoli che molti pazienti ottengono informazioni mediche da internet o da altre fonti, e alcune di queste sono confondenti e potenzialmente pericolose. Bisognerebbe sempre accertarsi delle fonti di informazioni dei pazienti. Molte persone anziane con problemi di dolore persistente sperimentano importanti sintomi di depressione e ansia. Questi sintomi rendono la valutazione e il trattamento più difficile. La depressione e l’ansia devono essere prevenute e trattate contemporaneamente per rendere la gestione del dolore più efficace. È importante riconoscere che il trattamento dell’ansia e della depressione non è sostitutivo di altre strategie analgesiche e viceversa. Le persone che hanno una significativa ansia o depressione associata a dolore richiedono spesso un approccio interdisciplinare e multimodale per gestire queste complesse problematiche. L’apprendimento di strategie cognitive e comportamentali di contenimento del dolore è una parte importante della gestione del dolore per tutti i pazienti con dolore. Le strategie cognitive di contenimento hanno il compito di modificare fattori quali il senso di impotenza, la scarsa risposta individuale, e il catastrofismo che è stato dimostrato aumentare il dolore e la disabilità. Le strategie cognitive possono includere metodi di distrazione per distogliere l’attenzione dal dolore (per es. immaginazione, punti focali, metodi di conteggio) metodi di consapevolezza per migliorare l’accettazione del dolore (es. meditazione) e metodi per contrastare pensieri di frustrazione e sconfitta che contribuiscono al dolore e al disagio psicologici (per es.modificando credenze e atteggiamenti). Le strategie comportamentali possono aiutare i pazienti a controllare il dolore e ad aumentare il loro coinvolgimento in attività piacevoli e ad adottare metodi di rilassamento. Le strategie cognitive sono tipicamente associate a strategie comportamentali e insieme sono conosciute come terapia cognitivo-comportamentale. Le più efficaci forme di terapia cognitivo-comportamentale usano un approccio strutturato, sistematico per insegnare la capacità di far fronte al dolore. La terapia cognitivo-comportamentale può essere adottata da sola, ma tipicamente è associata a terapie farmacologiche. I programmi possono essere condotti con i pazienti individualmente o in gruppo; le evidenze suggeriscono che il coinvolgimento attivi di un coniuge o di un'altra persona cara aumenta l’effetto. La terapia cognitivo-comportamentale solitamente richiede 10 sedute (da 60 a 90 minuti per seduta) con un terapista preparato. Benché tale terapia possa non essere appropriata per pazienti con evidente danno cognitivo, i risultati favorevoli di trials controllati supportano il suo uso per molti adulti i con dolore. Un buon invecchiamento consente di sostenere un’alta qualità della vita che innanzitutto significa il mantenimento dell’indipendenza funzionale. Il dolore può direttamente influenzare lo sviluppo e il decorso della disabilità che minaccia l’indipendenza funzionale provocando o peggiorando l’inattività fisica, che è essa stessa un fattore di rischio per molti problemi di salute. Inoltre la difficoltà a svolgere le comuni attività può contribuire ulteriormente sia al dolore persistente sia alla disabilità. La combinazione dolore persistente, impossibilità a svolgere le normali atività e cambiamenti correlati all’età può rendere difficile la AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 44 di 44 ripresa dell’attività fisica e il ripristino dell’indipendenza funzionale. Ribaltare questa situazione incrementando l’attività fisica ha così il potenziale per aumentare sostanzialmente la qualità di vita delle persone anziane. È stato dimostrato che la partecipazione regolare ad attività fisiche può aiutare a controllare il dolore e diminuisce l’impatto clinico dei cambiamenti biologici dell’invecchiamento. Inoltre revisioni sistematiche di studi osservazionali e di trial controllati randomizzati concludono che c’è forte evidenza che la partecipazione ad attività fisica regolare riduce il dolore e aumenta la capacità funzionale degli adulti anziani con dolore. L’aumento dell’attività fisica può migliorare la salute psicologica, e la partecipazione regolare nelle attività fisiche può diminuire l’impatto clinico dei cambiamenti biologici correlati all’età e delle malattie croniche. Una varietà di programmi di esercizi fisici sono stati usati per trattare il dolore persistente associato a una serie di condizioni. Gli obiettivi primari di un tale programma sono la riduzione del dolore e il controllo delle limitazioni fisiche e delle conseguenze del decondizionamento. Un programma dovrebbe comprendere esercizi che migliorano il range di movimento articolare, aumentano la forza e la potenza muscolare, migliorano la stabilità nella postura e nel cammino, ripristinano una buona salute cardiovascolare. Un inventario delle comorbilità del paziente, dei farmaci e delle menomazioni fisiche è essenziale per lo sviluppo di una prescrizione di esercizi che sia sicura e che venga incontro ai bisogni di ciascun paziente. Poiché livelli moderati di attività fisica dovrebbero essere mantenuti indefinitamente, ciascun esercizio del programma dovrebbe essere adattato alle preferenze del paziente per promuoverne la compliance a lungo termine. Un’efficace combinazione di interventi non farmacologici frequentemente migliora gli effetti terapeutici dei farmaci e può facilitare più bassi dosaggi farmacologici. Il dolore, in particolare quando è persistente, non alleviato comunemente spinge i pazienti a cercare sollievo nella medicina alternativa, inclusa l’omeopatia, la naturopatia, la chiropratica, gli esercizi spirituali. Benché ci sia poca scientificità sull’efficacia della maggior parte di queste strategie per controllare il dolore, è importante che i clinici non lascino i pazienti con un senso di disperazione, in conseguenza dei loro sforzi per scoraggiare terapie non approvate o per sfatare prestazioni empiriche e disoneste. RACCOMANDAZIONI SPECIFICHE I. Un programma di attività fisica dovrebbe essere considerato per tutti i pazienti, specie se anziani. a. Le attività fisiche dovrebbero essere individualizzate per incontrare i bisogni del paziente. b. Per alcune persone più anziane con gravi disabilità fisiche, un tentativo di trattamento riabilitativo è appropriato con l’obiettivo di migliorare la possibilità di movimento, e contrastare la debolezza muscolare o altra disabilità associate al dolore. c. Per i pazienti sani, che siano attualmente in sedentarietà o impossibilitati a svolgere le normali attività quotidiane, dovrebbero essere indirizzati ad un programma di esercizio di gruppo che prevede attività fisica moderata. d. I pazienti anziani che non siano in grado di sostenere un allenamento forzato, gli esercizi fisici iniziali dovrebbero essere eseguiti in un periodo da 8 a 12 settimane e dovrebbero essere controllati da un professionista con specifiche conoscenze. e. II. Dovrebbero essere mantenuti moderati livelli di attività fisica (tempo libero). III. Qualunque programma di attività fisica per i pazienti dovrebbe includere esercizi che migliorano la flessibilità, la forza e la resistenza. IV. I programmi di educazione del paziente sono parte integrante della gestione della patologia da dolore. a. Il contenuto dei programmi educativi dovrebbe includere informazioni riguardo tecniche di auto aiuto (per esempio tecniche di rilassamento), la conoscenza delle cause del dolore, gli obiettivi del trattamento, le opzioni terapeutiche, le aspettative della gestione del dolore, l’uso dei farmaci. b. Il contenuto educativo e gli interventi di auto aiuto dovrebbero essere rinforzati ad ogni incontro con il paziente. c. L’intervento educativo sul paziente dovrebbe essere fornito prima di nuovi trattamenti o procedure. d. I pazienti dovrebbero essere incoraggiati ad educarsi utilizzando tutte le possibili risorse disponibili (ospedali locali, gruppi di auto aiuto, associazioni di tutela delle specifiche patologie). V. Terapie formali cognitivo comportamentali, sono di aiuto per la gestione del dolore. a. Terapie cognitivo comportamentali condotte da un professionista dovrebbero essere realizzate in forma di programma strutturato che includa un intervento educativo, il razionale per il trattamento, una formazione sulle competenze cognitive e comportamentali di aiuto nell’affrontare il dolore, metodi per rafforzare le competenze e prevenire le ricadute. b. Programmi per affrontare le riacutizzazioni del dolore dovrebbero essere parte di questa terapia per prevenire comportamenti e atteggiamenti di sconfitta durante ciascun episodio. c. I coniugi o altri amici o parenti possono essere coinvolti nelle terapie cognitivo comportamentali. AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 45 di 45 VI. Altre modalità (cioè caldo freddo, massaggi, terapie lenitive, chiropratica, agopuntura e TENS) spesso apportano un sollievo temporaneo e possono essere utilizzate come terapie aggiuntive. Il TRATTAMENTO NON FARMACOLOGICO DEL DOLORE POST OPERATORIO Nel trattamento del dolore perioperatorio e post traumatico sono importanti anche le modalità assistenziali. Il POSIZIONAMENTO DEL PAZIENTE A LETTO Particolare attenzione dev’essere posta nelle prime ore post operatorie in cui il paziente non è autosufficiente. La tipologia di letto è sicuramente un presidio importante per il confort e l'autonomia del paziente. LA POSIZIONE SUPINA Nella posizione supina, bisogna sempre fare attenzione alla postura degli arti. 1. Gli arti inferiori: mantenere in scarico gli arti; in particolare, se il paziente ha difficoltà di movimento autonomo, alzando la pediera del letto oppure mettendo dei cuscini; i piedi vanno posizionati per evitare la flessione plantare: mettere un cuscino alla pediera del letto ed utilizzare un archetto per sostenere le coperte. Evitare la rotazione degli arti verso l'interno o l'esterno. 2. Gli arti superiori: AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 46 di 46 l'arto in cui è posizionata la flebo và mantenuto in scarico cuscini come sostegno, allineati lungo il tronco, partendo subito al di sotto dell'articolazione scapolo-omerale, con la mano in scarico con le dita aperte; per l'altro arto utilizzare la postura fisiologica. LA POSIZIONE LATERALE Il paziente va posizionato con l'ausilio di cuscini. E' fondamentale mettere sempre un cuscino tra gli arti inferiori, per contenere l'adduzione ed il contatto. Un altro cuscino va posto dietro il rachide per permettere un appoggio del paziente ed evitare il sovraccarico eccessivo sulla spalla a contatto con il letto. Un ultimo cuscino va, eventualmente, posto sotto l'arto superiore per tenerlo allineato ed in scarico. AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 47 di 47 LA TERAPIA DI RILASSAMENTO È più utile se si conferma che i sintomi sono scatenati in modo prevedibile dallo stress. L'obiettivo è ridurre l'ansia, incoraggiare comportamenti utili nell'attenuare i sintomi, rinforzare la capacità di autocontrollo e la tolleranza al dolore. Le varie tecniche di rilassamento possono essere somministrate al paziente da medici, infermieri, psicologi e altro personale qualificato. Le tecniche di rilassamento riducono il tono simpatico e inducono il rilassamento muscolare. Per esempio, il paziente rimuove ogni distrazione e si concentra su una immagine, una parola o una frase allo scopo di ottenere una situazione di rilassamento. LA TERAPIA ORIENTATA ALLA AUTOCOMPRENSIONE Particolarmente adatta per pazienti già spontaneamente portati all’introspezione, interessati a comprendere la loro reazione allo stress e a modificare la loro risposta. LA TERAPIA DELLA FAMIGLIA O DI GRUPPO Particolarmente utile nel caso di difficoltà nei rapporti interpersonali e per persone diffidenti verso terapie basate sul rapporto interpersonale. Una collaborazione della famiglia alla risoluzione dei disturbi del paziente è, in ogni caso, auspicabile e costituisce il miglior supporto per la cura e la risoluzione di molte sindromi dolorose. AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 48 di 48 INSEGNARE AL PAZIENTE COME CORICARSI ED ALZARSI CORRETTAMENTE DAL LETTO in particolare se ha effettuato interventi all'addome PER CORICARSI 1. Sedersi sul bordo del letto 2. Piegare il busto su un fianco appoggiandosi al braccio utilizzato nel movimento e contemporaneamente portare le gambe sul letto. 3. Ruotare in posizione supina. AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso PER ALZARSI 1. Mettersi su un fianco con le gambe piegate 2. Far scendere le gambe dal letto e contemporaneamente sollevare il busto aiutandosi con entrambe le braccia. 3. Appoggiare le mani alle ginocchia ed alzarsi. Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 49 di 49 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 50 di 50 INSEGNARE AL PAZIENTE COME GIRARSI NEL LETTO DA CORICATI GIRARSI A SINISTRA 1. Posizione di partenza. Il paziente è supino con le gambe distese; 2.Tenere distesi il braccio e la gamba sinistra (cioè il fianco su cui vogliamo girarci); 3. Girare la testa verso sinistra; 4. Alzare il braccio destro flettendolo verso sinistra. Con tale movimento la spalla destra si porta naturalmente verso sinistra; 5. Piegare la gamba destra dandosi una spinta con il tallone; 6. Portarsi sul fianco sinistro. DA CORICATI GIRARSI A DESTRA Effettuare gli stessi movimenti descritti iniziando a piegare il braccio e la gamba del lato sinistro per portarsi sul fianco destro. AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 51 di 51 IL POSIZIONAMENTO IN SALA OPERATORIA 1. SCELTA DEI PRESIDI ANTIDECUBITO Per i pazienti a rischio di lesioni da decubito, è indicato l’utilizzo di cuscini / materassi / presidi in polimero visco-elastico o sistemi a pressione alternata. Non utilizzare cuscini ad acqua o gonfiabili costituiti da materiale plastico che aumenta la temperatura della superficie cutanea 2. POSIZIONAMENTO DEL PAZIENTE E’ fondamentale aver valutato prima della induzione dell’anestesia se il paziente può tollerare la postura intraoperatoria. L'appropriato posizionamento del paziente ha lo scopo di ottenere una buona esposizione del campo operatorio; gli spostamenti vanno eseguiti da almeno due operatori (per alcune posizioni e particolari caratteristiche del paziente può essere necessaria la collaborazione di un numero maggiore di persone). E' fondamentale considerare in ogni momento che il malato in anestesia non è in grado di avvertire dolore e di mettere in atto i meccanismi di difesa fisiologici. LA POSIZIONE SUPINA Nella posizione supina, vengono esercitate pressioni su occipite, scapole, gomiti, sacro, polpacci, talloni, queste aree devono essere protette con un materassino (usare presidi in polimero visco-elastico). Posizionare quando possibile gli arti inferiori leggermente sollevati per ridurre la stasi venosa e la pressione sui talloni, non stringere le cinghie. Non abdurre le braccia oltre 90°, elevare il braccio abdotto sopra il piano del letto tenere la mano in pronazione, posizionare sotto al braccio un cuscino per evitare compressioni al gomito. Utilizzare solo reggispalle adeguatamente imbottiti quando necessari. LA POSIZIONE LITOTOMICA Nella posizione litotomica, vengono esercitate pressioni su occipite, scapole, gomiti, sacro, queste aree devono essere ben protette. Il posizionamento degli arti inferiori dove essere realizzato con particolare attenzione: le gambe devono essere sollevate insieme, poi flesse simultaneamente e messe sul reggigambe, inizialmente senza abdurle o ruotarle. La coscia deve essere flessa a 90°, successivamente la rotazione esterna deve essere realizzata abducendo. AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 52 di 52 Non abdurre le braccia oltre 90°, elevare il braccio abdotto sopra il piano del letto, tenere la mano in pronazione, posizionare sotto al braccio un cuscino per evitare compressioni al gomito. Utilizzare solo reggispalle adeguatamente imbottiti quando necessari. LA POSIZIONE LATERALE Nella posizione laterale, vengono esercitate pressioni su capo, spalla, gomiti, trocantere, arti inferiori, queste aree devono essere protette con un materassino. Il capo, il collo e la colonna devono essere sullo stesso piano (allineamento); Si posiziona un cuscino sotto la testa. Si devono utilizzare supporti adeguatamente imbottiti. Per quanto attiene agli arti inferiori, quello su cui si poggia va flesso, l’altro va esteso e tra loro deve essere posizionato sempre un presidio per contenerne l'adduzione e ridurre il contatto. Particolare attenzione deve essere prestata nel posizionamento delle cinture. Occorre proteggere gli arti superiori evitando il sovraccarico eccessivo sulla spalla a contatto con il letto utilizzando cuscini o rulli. AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 53 di 53 D.B. H Farmaci ed allattamento al seno. Implicazione pratiche in genere i farmaci che non si possono somministrare in allattamento non possono essere prescritti neanche in gravidanza AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 54 di 54 ANALGESICI, ANALGESICI NON NARCOTICI, AGENTI ANTIINFIAMMATORI Farmaco Osservazioni DA EVITARE - Ergotamina e derivati (Gynergen-Sandoz) (CafergotSandoz) Nel neonato può determinare vomito, diarrea, convulsioni. DA USARE CON CAUTELA - Butazolidinici e Pirazolinici (Butazolidina - Geigy) (Ticinil-De Angelis) (Baralgina-Hoechst) (Novalgina-Hoechst) Evitare nelle prime settimane. Scegliere farmaci non steroidei meno tossici. Dati insufficienti sul passaggio nel latte. Possibili effetti ematologici (agranulocitosi immunoallergica). - Diclofenac (Novapirina-Zyma) (Voltaren-Ciba Geigy) Allattamento possibile per terapie di durata limitata a basso dosaggio. - Salicilati (PA.S.) (Aspirina-Bayer) (Bufferin-Upsamedica) (Cemirit-Bayropharm) (Kilios-Carlo Erba) (VivinC-Menarini) (Cebiopirina-Bracco) Emivita lunga nel latte. Possibili effetti se la madre assume le dosi terapeutiche indicate per l'artrite reumatoide (3-5 g/die); minime esposizioni con l'assunzione del farmaco dopo la poppata. In relazione alla dose, possibili effetti sulla funzione piastrinica, rash, acidosi metabolica. Un caso di diarrea. - Acido 5 aminosalicilico o mesalazina (Asacol-Giuliani) (Claversal-Smith Kline & French) (Pentasa-Brocades) (Pentacol-Sofar) (Salofalk-Interfalk) DA IMPIEGARE AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso - Acido Mefenamico (Lysalgo-Sit) - Aminofenazone (Farmidone-Recordati) (Causyth-Inverni D/Beffa) - Codeina - Cortisonici Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 55 di 55 Non riportati effetti collaterali Non è necessario sospendere l'allattamento. Possibili effetti tossici con dosi elevate. Assumere il farmaco dopo la poppata. Non riportati effetti collaterali. Presente nel latte materno solo in tracce Maggiormente studiato il Prednisone; a dosi limitate non segnalati effetti collaterali. Non interrompere l'allattamento per cicli terapeutici brevi. - Ibuprofene (Brufen-Boots Italia) (Moment-Angelini) (Aciril-Molteni) L'uso per breve termine sembra avere effetti simili all'aspirina. - Indometacina (Indoxen -Sigmatau) (Metacen-Chiesi) Nessun effetto. - Ketorolac (Lixidol-Farmitalia) (Toradol-Recordati) A dosi elevate può determinare convulsioni nel lattante (1 caso) -Naproxene (Artroxen-Leben's) L'uso per br ve termine sembra avere effetti simili all'aspirina - Nefopam (Nefam-Farmabiagini) Nessun effetto - Piroxcam (Feldene-Pfizer) (Riacen-Chiesi) - Propoxifene/destropopoxifene (Liberen - Lisapharma) - Tolmetina (Tolectin-Cilag) Nessun effetto Passa nel latte materno in minima quantità AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 56 di 56 SIMPATICOMIMETICI, ANTISTAMINICI, ANTIPIRETICI, BRONCODILATATORI, DECONGESTIONANTI, MUCOLICI Farmaco Osservazioni DA USARE CON CAUTELA: - Antistaminici: Determinano agitazione se associati ai decongestionanti (Bromfenilamina-Isoefedrina). Se possibile usarli per breve tempo. Ciproeptadina (Periactin-Neopharmed) Non è noto il passaggio nel latte materno. Una sola segnalazione relativa alla inibizione della lattazione. - Clemastina (Tavegil-Sandoz) Sonnolenza, nucale. - Difenidramina (Allergan-Bouty) Sonnolenza. irritabilità, inappetenza, pianto, rigidità - Antiasmatici: - Chetotifene (Zaditen-Sandoz) - Sodiocromoglicato (Lomudal-Fisons Italchimici) (Frenal-Schiapparelli Searle) - Decongestionanti: - Desbromfeniramina maleato con isoefedrina - Dimetindene (Fengel-Zyma) (Fenistil-Zyma) - Cortisonici: Betaclometasone (Clenil A-Chiesi) (Spiropent-Boeringer) - Prednisone (Deltacortene-Lepetit) - Prednisolone (Deltidrosol-Poli) Non segnalati effetti collaterali Non segnalati effetti collaterali Non segnalati effetti collaterali Non segnalati effetti collaterali Viene riportato un unico caso con comparsa di irritabilità, eccessi di pianto e sonno disturbato. Alcuni autori ne controindicano l'assunzione durante l'allattamento. L'allattamento è sicuro a dosi di 20 mg 1 o 2 volte al giorno. Non interrompere l'allattamento per cicli terapeutici brevi. DA IMPIEGARE: AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità - Mucolitici - Carbocisteina (Carbocit-CT) (Fluifort-Dompè) - Levodropizina (Levotuss-Dompè) (Rapitux-Boeringer Ing.) - Simpaticomimetici: (Broncodilatatori) - Isoproterenolo - Metaproterenolo - (Alupent-Bcehringi LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 57 di 57 Nessun effetto collaterale Con la terapia orale riportati casi di agitazione del bambino e di tachicardia. L'assunzione protratta di terbutalina quindi richiede il monitoraggio della frequenza cardiaca. Tra i preparati per os la Pseudo-efedrina è la meglio tollerata. Salbutamolo (Broncovaleas-Valeas) (Ventolin-Glaxo) - Terbutalina (Terbasmin-Farmit.) - Teotillina (Diffumal-Malesci) (Paidomal-Malesci) (Tefamin-Recordati) (Theo Dur-Recordati) - Triprolidina (Actidil-Wellcome) - Antipiretici: - Paracetamolo (Tachipirina-Angelini) In caso di assunzione prolungata valutare periodicamente la teofillinemia del bambino. Considerare il potenziamento degli effetti per eccessiva assunzione di thè o Gaffe in caso di terapia. Nessun effetto Non riportati effetti collaterali. AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 58 di 58 ANTIBIOTICI Farmaco Osservazioni DA EVITARE - Idrossiclorochina (Plaquenil-Sanofi Wintrop) Acido Nalidixico (Naligram-Geymonat) - Cloramfenicolo (Chemicetina-C.Erba) - Etambutolo (Etapiam-Piam) - Isoniazide (Nicizina-Farmitalia) (Nicozid-Piam) - Metronidazolo (Flagyl-Farmitalia) Potenzialmente tossica per il midollo osseo e la retina. Passaggio di quantità sostanziali al bambino DA USARE CON CAUTELA Possibile anemia emolitica in bambini con deficit di G 6 PD. Se possibile usare antibatterico alternativo. Evitare l'allattamento per almeno 12 h dopo l'ultima dose del farmaco. Non riportati effetti collaterali significativi. Rischio potenziale di depressione della attività del midollo osseo. Anche a piccole dosi presenta tossicità potenziale per il nervo oftalmico (degenerazione maculare) Non descritti effetti collaterali. Non si evidenzia tossicità quando è usata a dose di 10 mg/die nel neonato. Monitorare anemia, rash, epatite. Farmaco controindicato per la sua potenziale carcinogenicità. Allattare eventualmente 12-24 h dopo l'ultima somministrazione. Possibile emolisi nei bambini con deficit di G6PD - Nitrofurantoina (Furadantin-Putopharma) Sulfamidici: - Sulfametossazolo (Bactrim-Roche) - Sulfasalicilazosulfapiridina (Sulfasalazzina) (Salazopyrin-Farmitalia) (Salisulf-gastropr.-Giuliani) - Tetracicline Possibile anemia emolitica in bambini con deficit di G6PD e spostamento della bilirubina nel legame con l'albumina Possibile anemia emolitica in bambini con deficit di G6 PD e spiazzamento della bilirubina nel legame con albumina Possono determinare pigmentazioni dentarie, arresto di crescita e ipertensione fontanellare. Segnalati effetti gastroenterici nel neonato. Farmaco controindicato per la sua potenziale carcinogenicità. Allattare eventualmente 72 ore dopo l'ultima somministrazione. - Tinidazolo (Fasigin - Pfizer) DA IMPIEGARE AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 59 di 59 - Aztreonam (Azactam-Mead Johnson) (Primbactam-Menarini) Nessun effetto collaterale. - Clindamicina (Dalacin C-Upjohn) Segnalato un caso con presenza di sangue nelle feci in un lattante la cui madre veniva trattata con clindamicina - Dapsone (Neosulfonazina-Farmitalia) - Tetracicline Long-acting 1) Penicilline: - Amoxicillina (Alfamox-Alfa Wasserman) (Velamox-Smithkline) (Zimox- Carlo Erba) - Ampicillina (Amplital-Farmitalia) (Ampicillina Pier-Pierrel) (Ampicillina Rec-Recordati) Nessun effetto La doxacillina, la minociclina, la declomicina, la metaciclina sono caratterizzate da una emivita compresa tra 14 e 24 h. Tenere conto che rimangono nel latte ancora per 3 gg dopo l'ultima assunzione Può aromatizzare il latte; eventuali esantemi. Tra i possibili effetti collaterali: modificazione della flora batterica intestinale, allergia e sensibilizzazione sul neonato ed interferenza nell'interpretazione delle colture. Ridotto passaggio nel latte. - Carbenicillina (Geopen-Pfizer) (Pyocianil-Farmitalia) - Doxiciclina (Bassado-Poli) Ridotto passaggio nel latte. - Flucloxacillina (Infectrin-Pierrel) Non riportati effetti collaterali; ipotizzabili interferenze nell'interpretazione delle colture. tuttavia - Meticillina (Staficyn-Firma) Non riportati effetti collaterali; ipotizzabili interferenze nell'interpretazione delle colture. tuttavia Non riportati effetti collaterali; ipotizzabili interferenze nell'interpretazione delle colture. tuttavia Non riportati effetti collaterali; ipotizzabili interferenze nell'interpretazione delle colture. tuttavia - Oxacillina (Penstapho-Mead Johnson) - Ticarcillina (Clavucar-Smithkline & French) (Timetin-Smithkline Beecham Farm.) 2) Cefalosporine I generazione: Passaggio ridotto a dosi terapeutiche. - Cefaclor (Panacef-Lilly) -Cefadroxil (Cephos - CT) Non riportati effetti collaterali; possibilità di alterazione della flora batterica intestinale Non riportati effetti collaterali; possibilità di alterazione della flora batterica intestinale AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 60 di 60 - Cefalexina (Keforal-Lilly) (Ceporex-Glaxo) (Zetacef-Menarini) Non riportati effetti collaterali; possibilità di alterazione della flora batterica intestinale - Cefalotina (Keflin-Lilly) Non riportati effetti collaterali; possibilità di alterazione della flora batterica intestinale - Cefazolina (Cefamezin-Carlo Erba) (Totacef-Mead Johnson) - Cefradina (Lisacef-Lisapharma) Non riportati effetti collaterali; possibilità di alterazione della flora batterica intestinale. Passaggio ridotto nel latte. Cefalosporine di II generazione: - Cefamandolo (Mandokef-Lilly) (Cefamen-Menarini) (Cefiran-Pierrel) Non riportati effetti collaterali; possibilità di alterazione della flora batterica intestinale Non riportati effetti collaterali; possibili alterazioni della flora batterica intestinale - Cefonicid (Monocid-Smithkline & French) (Praticef-Caber) - Cefoxitina (Mefoxin-Merk Sharp & Dohme) Possibilità di alterazione della flora batterica intestinale - Cefuroxime (Curoxim-Glaxo) Possibilità di alterazione della flora batterica intestinale Cefalosporine di III generazione: - Cefoperazone (Cefobid-Mediolanum) (Cefoper-Malesci) (Prantokef-Master Pharma) Non riportati effetti collaterali; possibili alterazioni della flora batterica intestinale - Cefotaxime (Claforan-Roussel Pharma) (Zariviz-Hoechst Italia) Non riportati effetti collaterali; possibili alterazioni della flora batterica intestinale Può determinare intestinale. alterazioni della flora batterica Poco assorbita per via orale, come tutti gli aminoglicosidi. - Ceftazidime (Glazidim-Glaxo) (Spectrum-Sigmatau) - Ceftizoxime (Eposerin-Farmitalia) Riportato un unico caso di scariche alvine con tracce di sangue - Ceftriaxone (Rocefin-Roche) Poco assorbita per via orale. - Latamoxef (Sectam-Locatelli) 3) Aminoglicosidi: - Amikacina (BBK8-Mead Johnson) (Licacin-Lisapharma) AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 61 di 61 (Migracin-Smithkline Beecham Farm) (Pierami-Pierrel) - Gentamicina (Gentalyn-Schering Plough) Nessun effetto collaterale Nessun effetto collaterale. - Kanamicina (Kanamicina-Firma) (Keimicina-Boehringer Mannheim Italia) - Netilmicina (Nettacin-Schering Plough) (Zetamicin-Menarini) - Sisomicina (Mensiso-Menarini) (Sisomin-Max Farma) Nessun effetto collaterale. Monitorare funzionalità epatica. - Streptomicina (Strept.solfato Squibb-Mead Johnson) - Tobramicina (Nebicina-Lilly) 4) Macrolidi: - Eritromicina (Eritrocina-Abbott) (Ilosone Lilly) (Zalig-Pierrel) - Josamicina (Josaxin-UCB) (Iosalide-Schering) - Miocamicina (Miocamen-Menarini) (Macroral-Malesci) 5) Rifampicina (Rifadin-Lepetit) 6) Vancomicina (Vancocina A.P-Lilly) 7) Cicloserina (Cicloserina FN-Formulario Naz.) 8) Nistatina (Mycostatin-Mead Johnson) 9) Pirimetamina (Metakelfin-Farmitalia) 10) Trimetoprim (Abaprim-Gentili) (Bactrim-Roche) 11) Lincomicina (Lincocin-Upjohn) 12) Aciclovir Nessun effetto collaterale. Non assorbita per via orale. Non riportati effetti collaterali. Nessun effetto collaterale. Non riportati effetti collaterali; possibili interferenze nell'interpretazione delle colture. Nessun effetto collaterale tuttavia AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 62 di 62 (Cycloviran-Sigma-tau) (Zovirax -Wellcome) ANTICOAGULANTI Farmaco Osservazioni DA IMPIEGARE - Eparina (Calciparina-Italf.) (EparinaVister-Parke Davis) (Eparina Formenti-Formenti) (Eparina Novo-Manetti Roberts) (Eparina Squibb-Bristol M. Squibb) Nessun effetto. Solo nel caso di cicli terapeutici prolungati valutare l'attività coagulativi nel lattante. Non riportati effetti collaterali. - Warfarin (Coumadin-Crinos) AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 63 di 63 FARMACI GASTROINTESTINALI Farmaco Osservazioni DA USARE CON CAUTELA - Cimetidina (Tagamet-SmithKline French) (Ulcomet-Smithkline B. Farm) (Tametin-Foletto) Viene concentrata nel latte materno. Potenziali effetti antiendocrinici, soppressione dell'acidità gastrica nel bambino, inibizione del metabolismo dei farmaci ed eccitazione del SNC. - Fenolftaleina (Euchessina-Antonetto) (Bombon-Montefarmaco) (Confetto Falqui-Falqui) (Purgestol-Zoja) Alcuni autori riportano come effetti collaterali nel lattante sintomatologia diarroica. - Metoclopramide (Plasil-Lepetit) (Geffer-Boehring Mann) - Ranitidina (Zantac-Glaxo) (Ranidil-Menarini Ind. Sud) - Antidiarroici: - Loperamide (Brek-Irbi) (Dissenten-Spa) (Imodium-Janssen) (Lopemid-Gentili) Piccole dosi; monitorare redazione e distocie; aumento della lattazione. Viene concentrata nel latte materno. Potenziali effetti antiendocrinici, soppressione dell'acidità gastrica nel bambino, inibizione del metabolismo dei farmaci ed eccitazione del SNC. Un unico caso segnala effetti collaterali. DA IMPIEGARE - Bicarbonato di sodio - Domperidone (Motilium-Janssen) - Idrossido di alluminio (Maalox-Rhone Poulen Rorer) - Lassativi: Non sono noti gli effetti collaterali sul lattante; alcuni autori lo sconsigliano, durante l'allattamento. Nessun effetto Non riportati effetti collaterali. Non riportati effetti sul bambino. Possono determinare crampi o coliche Aumento della motilità intestinale. AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 64 di 64 - Aloina - Senna Fluida - Frangola - Latte di Magnesia - Olio minerale - Olio di ricino - Sciroppo di rabarbaro - Cascara Sagrada - Bisacodile (Dulcolax-Fher) - Agar Non riportati effetti collaterali sul bambino. - Crusca - Cellulosa - Psillio FARMACI ENDOCRONOLOGICI Farmaco - Iodio - Iodio 131 - Iodio 125 Osservazioni DA EVITARE Da evitare l'uso sia come espettorante, sia come agente antitiroideo. Reazioni: rash, gozzo, inibizione attività tiroidea. Controindicato durante l'allattamento. Riprendere l'allattamento due giorni dopo l'assunzione di Iodio per esami radiologici; 2 settimane di sospensione dopo cura antitiroidea. Effetti collaterali: gozzo, rischio di cancro tiroideo. Controindicato durante l'allattamento. Riprendere l'allattamento due giorni dopo l'assunzione di Iodio per esami radiologici; 2 settimane di sospensione dopo cura antitiroidea. Effetti collaterali: gozzo, rischio di cancro tiroideo. DA USARE CON CAUTELA AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 65 di 65 - Corticosteroidi (ACTH) Idem prednìsone (vedere farmaci attivi sull'apparato respiratorio). - Metimazolo (Tapazole-Lilly) Controllo attento dell'accrescimento, della funzionalità tiroidea ed eventuale soppressione midollare (es. mocromo), rash cutanei. - Tiouracile Può determinare inibizione dell'attività tiroidea. Preferire Propiltiouracile. - Steroidi Sessuali (vedere contraccettivi orali) DA IMPIEGARE - H3 norstynodrel 167 Possibilità di inibizione della attività tiroidea e di interferenza nella diagnosi di ipotiroidísmo. Valutazioni periodiche dì T4 e TSH. - 19 norsteroids 168 - Tiroxina (T4) - Triiodiotironina (T3) ANTIDIABETICI Farmaco Osservazioni DA USARE CON CAUTELA - Clorpropamide (Diabemíde-Guidotti) Passa nel latte materno ma non sono riportati effetti collaterali. - Tolbutamide (Rastinon-Hoechst I.) (Diabeton metilato-Teknofarma) Dati insufficienti sul passaggio ipoglicemia e/o ittero neonatale. nel latte. Possibile DA IMPIEGARE Passa nel latte ma non sono stati descritti effetti collaterali. - Insulina FARMACI CON INDICAZIONI GINECOLOGICHE Farmaco Osservazioni DA EVITARE AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso - Bromocriptina (Parlodel-Sandoz) Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 66 di 66 Inibisce la lattazione. DA USARE CON CAUTELA - Estroprogestinici ad alte dosi di estrogeni Possono inibire la produzione di latte. Possibile ipertrofia mammaria nel neonato. DA IMPIEGARE - Clogestone Sanguinamento vaginale - Estradiolo - Estroprogestinici a basso contenuto di estrogeni - Levonorgestrel (Microlut-Schering) Non interferiscono nella produzione di latte. Possibile ipertrofia mammaria nel neonato. Nessun effetto. - Metilergometrina (Methergin-Sandoz) Non interferisce con la produzione di latte purché vengano utilizzati i preparati commerciali alle dosi comunemente impiegate. - Ossitocina (Syntocinon-Sandoz) SOSTANZE DIAGNOSTICHE E RADIOFARMACEUTICHE Farmaco Osservazioni DA EVITARE AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità Cod: L.G. DB LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Rev. 0 Pag. 67 di 67 - Gallio 67 (67 Ga) Radioattività presente nel latte per due settimane - Gallio 69 (69 Ga) Radioattività nel latte per due settimane. - Sodio radioattivo Radioattività presente per 96 h nel latte. - Tecnezio 99 m Se il neonato è allattato dopo 126-127 48 h da una dose di 20 mCi o dopo 24 h da una dose di 4 mCi l'esposizione radioattiva dovrebbe essere ridotta. La radioattività è presente nel latte da 15h a tre giorni. Impiegato con frequenza come contrasto nelle pielografie effettuate dopo il parto. Emivita molto breve. - Diatrizoato Vedere farmaci endocrini. - Iodio 131 Vedere farmaci endocrini. - Iodio 125 Presenti piccole quantità somministrazione. dopo la 20a ora dalla - Indio 111 DA IMPIEGARE - Acido lopanoico Passaggio elevato. Possibile soppressione dell'attività tiroidea. Eventuali manifestazioni allergiche. Non ha effetti sul bambino, a meno che non sia allergico. - Metrizamide SOSTANZE STUPEFACENTI E DI USO COMUNE Farmaco Osservazioni DA EVITARE AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 68 di 68 - Amfetamine Irritabilità, alterazioni dei pattern del sonno - Cocaina Intossicazione da cocaina. - Dietilamide dell'acido lisergico (LSD) Persistenza lunga nell'organismo. - Eroina Alcuni autori controindicano l'uso durante l'allattamento. Potente allucinogeno. - Fenciclidina Un solo caso menzionato in letteratura. - Marijuana (Tetraidrocannabinolo -THC in marijuana) Nessun effetto nelle madri che ne assumono dosi = a 20 mg/24 h. - Metadone - Oppio e morfinosimili (Cardiostenol-Molteni) A dosi elevate è segnalata redazione. Per il metadone non sono segnalati effetti né sul bambino, né sulla lattazione se la madre riceve dosi < 20 mg/h. DA USARE CON CAUTELA - Caffeina - Etanolo (Alcool) Necessario numero elevato di tazze di caffè (> 20). Disturbi del sonno, irritabilità del neonato, agitazione, insonnia, disturbi gastrointestinali. Inibisce la montata lattea e la produzione giornaliera di latte con dosi pari a lglKg/die di alcool. A basse dosi esercita un effetto sedativo. - Nicotina Ipogalattia nella madre. Il neonato può presentare shoc, irritabilità, insonnia, diarrea, vomito se la madre fuma più di 20 sigarette al giorno. Ridotta produzione di latte. FARMACI ONCOLOGICI AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità Cod: L.G. DB LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Farmaco Rev. 0 Pag. 69 di 69 Osservazioni DA EVITARE - Ametopterina Possibile immunosoppressione. carcinogenetici. Non conosciuti effetti - Azatioprina (Azatioprina-Wellcome) Potenzialmente carcinogenetica. - Busulfan (Myleran-Wellcome) Potenzialmente tossici e carcino genetici. - Ciclofosfamide (Endoxan Asta-Asta cino Medica) Potenzialmente tossici e cargenetici. - Ciclosporina (Sandimmun-Sandoz) Possibile immunosoppressione; non sono noti gli effetti sulla crescita o l'associazione con la carcinogenesi; neutropenia - Doxorubicina (Adriblastina-Farmitalia) Possibile immuno sopressore - Metotrexate (Methotrexate-Cyanamid) Possibile immuno soppressore DA IMPIEGARE - Cisplatina (Citoplatino-Rhone Poulen Rorer) (Platamine-Farmitalia) (Platinex-Bristol Ital. Sud) Non rilevata presenza nel latte MIORILASSANTI Farmaco Osservazioni DA USARE CON CAUTELA AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 70 di 70 - Carisoprodolo (Flexidone-Pierrel) Possibile sonnolenza e disturbi intestinali. - Mepenzolato Possibile sonnolenza. DA IMPIEGARE - Baclofen (Lioresal-Ciba Geigy) Nessuna azione. ANTICOLINERGICI Farmaco Osservazioni DA USARE CON CAUTELA - Atropina Possibile depressione della lattogenesi. - Scopolamina (Transcop-Recordati) Non dimostrati effetti collaterali. ANTIPROTOZOARI Farmaco Osservazioni DA USARE CON CAUTELA - Chinino Solfato Possibile tossicità sui vasi retinici GAMMAGLOBULINE Farmaco Osservazioni DA IMPIEGARE - RhoGamma e altre gamma globuline Probabilmente prive di effetto 159 in quanto neutralizzate a livello dello stomaco del lattante. VACCINI Farmaco Osservazioni DA USARE CON CAUTELA - Vaccino Antirubeolico (Rubeaten Berna-Berna) Con i nuovi tipi di vaccino il rischio di trasmissione al lattante risulta ridotto AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 71 di 71 ANTIARTRITICI Farmaco Osservazioni DA USARE CON CAUTELA - Sali d'oro (Aurosulfo-Geymonat) Possibili esantemi tossici e in fiammazione epatica e/o renale. CARDIOVASCOLARI Farmaco Osservazioni Antiaritmici DA USARE CON CAUTELA - Amiodarone (Amiodar-Sanofi Winthrop) (Cordarone-Sigmatau) - Chinidina (Ritmocor-Malesci) Possibili effetti sulla tiroide del lattante a causa della presenza di iodio nella molecola del farmaco. Possibili alterazioni della conduzione cardiaca ed effetti gastrointestinali (vomito e diarrea). Possibili esantemi, anemia emolitica, trombocitopenie e agranulocitosi. Possibili effetti gastrici (vomito etc.) sonnolenza, tremori, convulsioni. - Mexiletina (Mexitil-Boehringer Ing.) DA IMPIEGARE - Digossina (Lanoxin-Wellcome) (Lanitop-Boehringer Mann.) Scarso passaggio nel latte. Monitorare frequenza cardiaca nel lattante. - Diltiazem Passaggio comparabile agli altri bloccanti dei canali del calcio. - Flecainide (Amarytm-Lyrca Synthelabo) - Nifedipina (Adalat-Bayer) (Nifedicor-Schiapparelli Searle) (Nifedin-Benedetti) Nessun effetto. - Procainamide (Procamide-Zambon Italia) Possibili effetti sulla conduzione cardiaca; vomito, esantemi. Controllare emocromo per leucopenia. - Verapamil (Isoptin-Knoll) Modesto passaggio nel latte. Monitorare frequenza cardiaca nel lattante. Nessun effetto AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 72 di 72 Antiipertensivi DA USARE CON CAUTELA - Captopril (Capoten-Mead Johnson) Ridotto passaggio del farmaco nel latte (1% o meno delle concentrazioni plasmatiche materne). Farmacocinetica neonatale non studiata. Utilizzare possibilmente altri farmaci. - Clonidina (Catapresan-Boehringer Ing.) Passa una quota ridotta nel latte. Non studiata la farmacocinetica nel lattante. - Reserpina (Adelfan-Ciba Geigy) (Brinerdina-Sandoz) Sonnolenza, congestione nasale, aumentata secrezione bronchiale decritta nei neonati allattati. DA IMPIEGARE - Disopiramide (Ritmodan-Roussel Pharma) Nessun effetto. - Enalapril (Converten-Neopharmed) (Enapren-Merck Sharp & Dohme) (Naprilene-Sigmatau) Non descritti effetti tossici. - Guanetidina Non descritti effetti tossici. - Idralazina (Apresolin Retard-Ciba Geigy) Passaggio ridotto. In bibliografia non sono riportati effetti collaterali. - Metildopa (Aldomet-Merck Sharp Dohme) Non descritti effetti tossici. - Minoxidil (Loniten-Upjohn) - Prazosin (Minipress-Pflzer) Beta Bloccanti - Acebutololo (Acecor-Spa) DA USARE CON CAUTELA Non riportati effetti collaterali. Il bambino può ricevere quantità significative di acebutolo se la dose materna è superiore a 400 mg/die o in caso di minore attività renale. - Metoprololo (Lopresor-Ciba Geigy) Non riportati effetti collaterali - Nadololo (Corgard-Bristol M. Squibb) Accumulo nel latte. DA IMPIEGARE - Atenololo (Tenormin-Zeneca) Non riportati effetti collaterali - Labetalolo (Lolum-Lifepharma) Non riportati effetti collaterali AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 73 di 73 (Trandate-Teofarma) - Mepindololo (Mepicor-Corvi) (Betagon-Schering) Non riportati effetti collaterali. - Propanololo (Inderal-Zeneca) Non riportati effetti collaterali. - Oxprenololo (Trasicor-Ciba-Geigy) Non riportati effetti collaterali. - Sotalolo (Betades-Farmades) (Sotalex-Bristol Italiana Sud) Non riportati effetti collaterali. - Timololo (Blocadren-Merck Sharp Dohme) Non riportati effetti collaterali. Diuretici DA IMPIEGARE - Acetazolamide (Diamox-Cynaynid) Può deprimere la lattazione Nessun effetto - Bendroflumetiazide (Notens-Farge) Preferire diuretici ad attività più breve. - Clorotiazide (Ipogen-Gentili) Eliminazione lenta. - Clortalidone (Igroton-Ciba Geigy) Può deprimere la lattazione. La ditta produttrice ne sconsiglia l'impiego durante l'allattamento - Furosemide (Lasix-Hoechst) Nessun effetto Nessun effetto - Idroclorotiazide (Esidrex-Ciba Geigy) (Idrodiuvis-Vis) - Spironolattone (Aldactone-Lepetit) (Sincomen-Farmades) (Spirolang- S.I.T.) AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 74 di 74 PSICOTERAPEUTICI Farmaco Osservazioni Sedativi ipnotici DA USARE CON CAUTELA - Diazepam (Ansiolin-Rous sel Pharma) (Valium Roche) (Tranquirit-Rhone Poulen. Rorer) Possibile redazione del lattante se somministrato alla madre ad alte dosi. - Fenobarbital (Gardenale-Rhone Poulen. Rorer) (Luminale Bracco-Bracco) (Luminalette-Bracco) Possibile sedazione del lattante, spasmi e metemoglobinemia. Sintomi da astinenza dopo sospensione. - Flunitrazepam (Roipnol-Roche) Possibile sedazione del lattante se somministrato alla madre ad alte dosi. - Flurazepam (Valdorm-Valeas) Possibile sedazione del lattante se somministrato alla madre ad alte dosi - Lorazepam (Tavor-Wyeth) Possibile sedazione del lattante se somministrato alla madre ad alte dosi - Prazepam (Prazene-Parke Davis) Vedere Diazepam. Se possibile concentrazione ematica nel lattante. - Quazepam (Quazium-Schering Plough) Nessun effetto - Secobarbital (Neogratusminal-Astra Siemes) Possibile sedazione del lattante. - Tiopental (Pentothal Sodium-Abbott) DA IMPIEGARE valutare la AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità Cod: L.G. DB LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Rev. 0 Pag. 75 di 75 - Bromuro Esantemi, debolezza, assenza di pianto con dosi di 5 g/die. - Bromuro di piridostigmina (Mestinon-Roche) Vedi bromuro - Colchicina (Colchicina Houdè-Lirca Synthelabo) Nessun effetto. -Idrato di cloralio Sonnolenza - Nefopam (Nefam-Farmabiagini) Farmaci Antipsicotici DA EVITARE - Litio: Litio carbonato (Manialit - Isf) (Carbolithium - Ifi) (Litio Carb. Afo-Afom) Riportati livelli sferici nel bambino pari a 1/2 -1/3 del livello materno. Litio glutammato (Lithium - Opocrim) DA USARE CON CAUTELA - Aloperidolo (Aloperidolo Ga1.Form.Naz.) (Serenase-Lusofarmaco) Non riportati effetti tossici sul lattante. - Clorpromazina (Largactil-Rhone Poulen Rorer) Non riportati sonnolenza. - Perfenazina (Trilafon-Schering Plough) Non riportati effetti tossici sul lattante anche se si verifica passaggio nel latte. - Temazepam (Normison-Wyeth) Non riportati effetti tossici sul lattante - Tioridazina (Mellerette-Sandoz) (Mellenil-Sandoz) Antidepressivi Mao inibitori DA USARE CON CAUTELA - Tranilcipromina (Parmodalin-Maggioni Winthrop) effetti tossici sul lattante, talora AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 76 di 76 Antidepressivi triciclici DA USARE CON CAUTELA - Amitriptilina (Adepril-Lepetit) Monitorare crescita e sviluppo se durante l'allattamento vengono usati questi farmaci. - Desipramina (Nortimil-Chiesi) Nessun effetto. - Dotiepina cloridrato (Protiaden-Boots Italia) Nessun effetto. - Fluoxetina (Prozac-Lilly) (Fluoxeren-Menarini) Nessun effetto - Fluvoxamina (Fevarin-Ucm) (Maveral-Farmades) Nessun effetto - Imipramina (Tofranil Mite-Ciba Geigy) Nessun effetto - Nortriptilina (Noritren-Recordati) Nessun effetto - Trazodone (Trittico-Angelini) Nessun effetto DA IMPIEGARE - Clomipramina (Anafranil-Ciba Geigy) NEUROLOGICI –ANTIEPILETTICI Farmaco Osservazioni DA USARE CON CAUTELA AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso - Fenobarbital (Gardenale-Rhone Poulen Rorer) (Luminale Bracco-Bracco) (Luminalette-Bracco) Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 77 di 77 Possibile redazione del lattante. Sintomi da astinenza dopo la sospensione della terapia. - Primidone (Mysoline-Sit) DA IMPIEGARE - Acido Valproico (Depakin - Sigmatau) Possibile redazione e altri effetti simili a quelli da Fenobarbital. - Carbamazepina (Tegretol-Ciba Geigy) Possibile redazione nel lattante. Monitorare enzimi epatici, tempo di coagulazione, numero di piastrine e livelli nel siero. - Etosuccimide (Zarountin-Parke-Davis) Possibile redazione nel lattante. Monitorare la soppressione del midollo osseo e i livelli nel siero. In caso di metemoglobinemia. Monitorare crescita e sviluppo. - Fenitoina (Dintoina-Recordati) VITAMINE Farmaco Osservazioni DA IMPIEGARE - Acido folico (Folina Simes-Astra) Nessuna -B1 (Tiamina) (Benerva-Roche) Nessuna B2 (Riboflavina) (Facovit-Teofarma) (Flavobetasi-Opocrin) (Riboflavina -Tar.Compl.) -B6 (Piridossina) (Benadon-Roche) - B 12 (Cianocobalamina) (Dobetin-Angelini) Nessuna Nessuna Nessuna Monitorare il calcio sierico del bambino se la madre è AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso -D (Colecalciferolo) (Tridelta-Ceccarelli) Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 78 di 78 sottoposta a dosaggi farmacologici. Nessuna -K1 (Filochinone) (Konakion-Roche) ANESTETICI Farmaco Osservazioni DA IMPIEGARE -Alotano (Fluothane-Zeneca) Nessuna; presente nel latte di donne anestesiste. - Cloroformio (Cloroformio-Tar. Naz.G.U.) - Lidocaina (Xylocaina-Astra Siemes) Nessuna Nessuna MISCELLANEA Farmaco Osservazioni USARE CON CAUTELA - Betanecolo Cloruro (Urecholine CloruroMerk Sharp Dhone) Nessun effetto. DA IMPIEGARE AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso - Allopurinolo (Zyloric-Wellcome) Nessun effetto. - Etretina (Tigasol-Roche) Nessun effetto. - Fentanil (Fentanest-Carlo Erba) Nessun effetto. - Fluoresceina (Fluoresceina Collirio) Nessun effetto Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 79 di 79 - Noscapina (Tuscalman Berna-Berna) ALIMENTI E AGENTI AMBIENTALI Farmaco Osservazioni - Aflatossina Nessuna - Aspartame Precauzione in madri con bambini fenilchetonurici - Bromide (Laboratorio fotografico) Possibile ipotonia ed iporeattività - Cadmio - Clordane - Cioccolato Non riportati effetti collaterali Non riportati effetti collaterali Nel neonato irritabilità, sonno agitato, rallentato transito intestinale se la madre ingerisce più di 450 mg /die. Nessuna - Ciclammato - DDT ed derivati Alltri insetticidi (Aldrin, Dieldrin, Eptaclor) Ancora utilizzati in paesi non europei. La lenta degradazione e la liposolubilità del DDT e dei suoi metaboliti ha favorito la permanenza nel latte umano a distanza di molti anni dalla sospensione dell'uso di tale prodotto. Non descritti casi di intossicazione del lattante. Presenti in quantità significative nel latte umano nelle nutrici di determinate aree geografiche. Le quantità ingerite con il latte possono superare l'introduzione giornaliera accettabile (A D I) che è di 5 µg per Kg. Emolisi in pazienti con G6PD - Fave - Fluoridi Nessuna Rash cutanei, diarrea, vomito, urine scure, neurotossicità, morte. AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Ospedale senza Dolore Coordinatore: Amerigo Brogi Manuale Qualità LINEE GUIDA monitoraggio e trattamento del dolore in area chirurgica, traumatologica e di pronto soccorso Cod: L.G. DB Rev. 0 Pag. 80 di 80 - Esaclorobenzene Non evidenziati effetti tossici. Evitare il lavaggio del capezzolo con questa sostanza. - Esaclorofene Possibile neurotossicità. - Piombo Possibili effetti tossici nel lattante in seguito all'ingestione alimentare da parte della nutrice di pesci, carni e cereali sottoposti a trattamento antifungino. - Metilmercurio (antifungino) Nessun effetto tossico - Glutammato monosodico -Polibromatodifenile - Policlorinati difenili Modalità di accumulo e di escrezione analoghe al policlorato. Non ancora precisato il tipo di danni per il lattante Possono essere ingeriti con gli alimenti (Pesce, pollame, olio di cottura contaminato). Sintomatologia iniziale: comparsa di cute scura e congiuntivite; in seguito ipotonia e apatia con persistenza dei sintomi anche per alcuni anni. Si accumulano elettivamente nel tessuto adiposo dal quale vengono poi liberati lentamente ed escreti con il latte materno. Ittero ostruttivo e urine scure Segni di carenza di vitamina B in diete strettamente vegetariane. - Tetracloroetilene Nessuna - Dieta vegetariana - Saccarina BIBLIOGRAFIA Per la ricerca bibliografica si è fatto ricorso a: • • • • • la ricerca su banche dati di linee guida. la ricerca su MedLine. la ricerca di revisioni sistematiche pertinenti pubblicate sulla Cochrane Library. la ricerca su banche dati di pubblicazioni primarie e secondarie. I documenti e l'esperienza pratica forniti dai componenti il Gruppo di Lavoro.